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6 senzaetà
editoriale La tribù in rete l’accusa e lei si uccide: è la gogna mediatica dei vigliacchi Offendere e distruggere una persona nascondendosi nell’anonimato: l’uso vile dei social network sconcerta e ferisce Q ualche settimana fa una ragazza di 14 anni si è gettata dal balcone di casa. E’ morta perché op- pressa da una montagna di messaggi offensivi e dileggiatori ricevuti attraverso un noto “social network”, una delle modalità di comunicazione di massa più in uso tra giovani e non solo. L’uso globale di internet è certamente la forma di democrazia più compiuta che mai sia stata inventata: qualsiasi cittadino del pianeta, a qualsiasi razza o religione o classe sociale appartenga, può comunicare, apprendere, conoscere ad un costo irrisorio. Esiste però una forma particolarmente vile di utilizzare questi straordinari strumenti. Chiunque infatti può scrivere a chiunque altro, magari nascondendosi dietro ad uno pseudonimo, e ricoprirlo di insulti, accusarlo delle peggiori infamie, perseguitarlo notte e giorno senza che ci possa essere una valida difesa dei propri diritti e della propria privacy. E ciò vale soprattutto per i più deboli, come molti giovani che affidano ai social network la possibilità di trovare nuovi amici e nuovi amori. Basta che una persona inizi con un commento o una critica e subito si forma una tribù di accusatori che non hanno nulla di meglio da fare se non distruggere chi magari nemmeno si conosce: come è capitato alla quattordicenne, portandola al gesto estremo. Sconcerta dover rilevare quante sono le persone che per vanto e meschineria non esitano ad utilizzare internet come una moderna gogna mediatica senza offrire agli inermi accusati la possibilità di difesa. Forse la crisi ha acuito in molti un oscuro desiderio di vendicare le proprie frustrazioni e lo fa nel più antico e stucchevole dei modi: prendendosela con i più deboli e indifesi. Paolo Crepet senzaetà 3 4 senzaetà in questo numero Le prime 700 cose che avremmo voluto per regalo dalla Befana La solita inchiesta sui regali della Befana quest’anno ha riservato molte sorprese. I giornalisti più attenti hanno registrato infatti che la maggioranza degli Italiani ha cambiato abitudini! Una volta, in tempi di crisi, si preferiva regalare cose utili. Confezioni di pasta, olio, marmellate, salami, prosciutti, vino. Ma una crisi come quella attuale ha mutato le condizioni di base della famiglia media. Oggi, alla consueta domanda: “Cosa preferiresti ricevere in dono?” tantissimi hanno risposto: “Vorrei che la Befana mi pagasse l’Imu” oppure: “Dalla Befana vorrei pagato l’anticipo dell’Iva”. Terzo posto: “Basterebbe che mi fosse tolta una o più bollette di acqua luce e gas”. Incredibilmente sanare l’affitto della casa viene solo al settimo posto, dietro l’abbonamento alla champions league e la rateizzazione per il tv satellitare da 88 pollici con kit di parete in cartongesso. Nei primi dieci si classifica il pagamento “Tarsu”, poi la bolletta telefonica. Al 14° posto c’è la “bolletta del riscaldamento” mentre i cosiddetti “domestici”, in sostituzione della vecchia figura della donna di servizio, vale a dire lavatrice, lavastoviglie e vaporetto (che non è il taxi veneziano ma un aspirapolvere potentissimo multifunzioni) comandano bollettini di rateizzazione che troviamo fino all’87° posto nella classifica dei “desiderata” da sanare. La famigerata “rata di condominio”, resiste al 132° posto con “rata ascensore” specificata a quello successivo. Di seguito “bollo automobile” dal 325° al 327° (spesso i capifamiglia ne pagano due o tre all’anno tutti insieme). Ricopre la 399° posizione la rata per i libri scolastici che rientra purtroppo nella voce “cultura” (molti intervistati hanno confessato di aver messo al mondo un solo figlio, non di più, così, per darsi un tono intellettuale..). Il capitolo “Multe varie” ha una cinquantina di posizioni fra la 410 e la 460° riga, che comprende anche la nuovissima e severissima “sanzione per aver perduto lo scontrino per ritirare l’abito in lavanderia”. Solamente al 489° si posiziona la rata d’acquisto per mobilia varia, con voci specifiche di tipo irrinunciabile come “letto della camera da letto”; “infissi”; “servizi igienici” e “mobile portatelevisore” con annessa componente ieratica di alto valore spirituale: “parabola”... A seguire, considerati suppellettili, la rata d’acquisto e montaggio del camino, ormai introvabile in muratura, sempre più spesso di alluminio, plastica, cartapesta, cartone verniciato, considerato bene “mobile” se montato su ruote piroettanti... completo di garanzia di 1 accensione, non di più, corredato nella confezione dal numero verde dei vigili del fuoco della tua zona. A seguire, l’obsoleto “tappeto”, voce sempre più rara per palese xenofobia, in via di marginalizzazione, tanto che il Ministero ha avviato una Pubblicità Progresso per favorirne l’integrazione. Al 621esimo abbiamo la rata d’iscrizione universitaria mentre - curiosità - due coniugi pensionati hanno ammesso in posizione 678 di dover ancora finire di pagare le rate del viaggio di nozze effettuato nel dopoguerra. Fanalino di coda, al 723° posto, il pagamento del lavoro eseguito ventidue anni fa dal falegname... Un mestiere, d’altronde, considerato addirittura “artigiano”, parola ormai caduta in disuso che il vocabolario “Zingarissimi” divide in “artigi” e “ano”. Deviandone la seconda parte verso il dizionario delle volgarità. 4 18 26 42 50 52 54 56 60 8 Crepet parla alle famiglie Dossier, una via italiana alle città intelligenti MEDICINA, patologie del ginocchio inrca Emergenza diabete, il messaggio parte da Ancona Nuovo Inrca: solo un ospedale? PSICOLOGIA, riparto da me - nuova fine, nuovo inizio villa dei pini, disturbi sessuali maschili X-Files, licantropi, più bestia che uomo DIRITTO&SANITA’,il medico del futuro tra diritto e medicina creattività,nonno, che si fa oggi!? PRIMO PIANO/ sigaretta elettronica 12 FOCUS/ abbigliamento bimbi 20 MEDICINA/ malattie del fegato luca guazzati [email protected] senzaetà 5 La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista “Senzaetà” affronta il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli. Per scrivere al prof. Crepet: [email protected] Esiste un diritto alla serenità: il piccolo non sia un ostaggio S ono una donna di 52 anni e vivo una vita di coppia in cui vi è posto solo per infelicità e solitudine. Sono sposata da 26 anni ed ho un figlio di 24 anni. Purtroppo 10 anni fa ho scoperto che mio marito mi tradiva e, dopo un periodo in cui volevo credere che non fosse così, mi sono resa conto che mio marito non chiudeva la relazione con la sua amante che lo aveva in pugno. Durante questi anni, pur di non perderlo, non ho chiesto la separazione pensando di avere delle responsabilità ma gli ho chiesto ripetutamente di interrompere la sua relazione e di considerarmi come moglie. Inizialmente negava sempre ma io sapevo come conoscere la verità che purtroppo veniva fuori. Non è mai stato un uomo violento ma mi ha fatto sentire in colpa, non considerava il mio dolore e mi ha sempre detto una montagna di bugie. Ho sposato un uomo che pensavo di conoscere e mi sono ritrovata uno sconosciuto con comportamenti che non gli riconoscevo. Ho continuato a stargli accanto fino a che negli ultimi due anni mi sono imposta rifiutandomi di accettare ancora questa situazione e gli ho detto di andarsene. Ma non va via e viviamo come separati in casa. Mio figlio non riesce a vivere in questo contesto familiare così carico di tensione e quando ho riferito ciò a mio marito non ho avuto alcuna reazione di comprensione verso mio figlio. Mi dice che non riesce a trovare una casa ma il tempo passa, la mia rabbia si è sedimentata ed io vivo una non vita. Gli sono stata accanto quando ha avuto problemi di salute, di lavoro, con suo padre ed ora che è morto mio padre non mi è stato vicino nel dolore. Non capisco come si possa trattare una moglie in questo modo dopo anni di vita vissuta insieme. Se finisce l’amore dovrebbe comunque rimanere il rispetto per la persona con la quale si è condiviso un lungo percorso di vita. Come può un uomo diventare così bugiardo e ignorare i sentimenti di un’altra persona? Vorrei andare via ma non voglio lasciare mio figlio. Non riesco ad uscire da questa gabbia dove forse ci morirò. Grazie. Marisa ara Marisa, troppo spesso ci scordiamo di pronunciare una parola che dovrebbe “governare” l’intera nostra esistenza: dignità. Troppi matrimoni, ancora oggi, stanno in piedi per paura o per ricatti, ma tutto questo non lo possiamo chiamare amore. Se lo fosse ci sarebbe più rispetto non solo tra coniugi, ma soprattutto nei confronti dei figli. Un bambino non nasce con l’obbligo di assistere, tutti i giorni che fa Dio, ad un terrificante teatrino fatto di indifferenza, ipocrisia, bugie, tradimenti, violenza psicologica e fisica. Suo figlio ha diritto ad essere trattato come persona e non come ostaggio di una guerra che non ha di certo voluto. Non sarò io a dirle cose deve fare e come, lei è una donna adulta e consapevole, ma una cosa non posso non dirgliela: non faccia prevalere il suo egoismo, pensi anche che esiste un diritto alla serenità, anche per chi non può difendersi. Lei può decidere di continuare a vivere come meglio crede, ma non può imporre la sua decisione su suo figlio. E non mi venga a raccontare che non sa come uscire dalla trappola del suo matrimonio: esistono avvocati e tribunali capaci di far rispettare i diritti di tutti e di difenderla dai tiranni bugiardi e fedifraghi. C 6 senzaetà dalle piccole attenzioni nascono grandi cose Esperienza, ingegno, conoscenza e rapporto umano sono gli strumenti più preziosi. Punto fondamentale è l'incontro: tra le parti, le esigenze, i bisogni, le necessità che risiedono nella scelta di una casa, un locale, un terreno, un progetto edilizio da immaginare o promuovere. È questo il mondo Aequitas COMPRAVENDITA - AFFITTI - LOCAZIONI - CONSULENZA TECNICO LEGALE E FINANZIARIA Aequitas servizi immobiliari snc - Viale della Vittoria, 31 60035 Jesi (AN) tel 0731.710000 fax 0731.710009 www.aequitasimmobiliare.it [email protected] senzaetà 7 PILLOLE Ai vegetariani i “piaceri della carne” U na vita sessuale migliore per i vegetariani? La ricerca, condotta da Michael Wasserman dell’università di Berkeley, pubblicata sulla rivista scientifica ‘Hormones and Behaviour’ a fine 2012, è la prima a studiare il legame fra i cosiddetti “ormoni del sesso” (i fitoestrogeni) che si trovano nelle piante ed il comportamento dei primati selvaggi. L’ipotesi è quella secondo cui alcuni prodotti vegetali influirebbero sui livelli ormonali migliorando l’attività sessuale, ipotesi testata da Wasserman su un gruppo di colobi rossi nel Parco nazionale di Kibale, Uganda, che, in quanto primati, proverebbero effetti simili all’essere umano. I maschi che si nutrivano delle foglie di un albero tropicale ricco di sostanze simili a estrogeni, e molto vicine alla soia, avevano maggiori concentrazioni di estradiolo, l’ormone del sesso. Questi primati, nello specifico, passavano più tempo a fare sesso e meno a occuparsi di se stessi. Largo a soia e tofu, dunque. Longevità: le 5 regole di giovinezza P ossiamo “garantirci una longevità di qualità, che non è un dono, ma si conquista”. Parola di Roberto Bernabei, direttore dei Dipartimento di geriatria del Gemelli di Roma e presidente di Italia Longeva, il network voluto da Ministero della Salute, Inrca e Regione Marche per occuparsi di pensare al futuro in chiave di longevità. Ecco le 5 regole recentemente diffuse da Italia Longeva: 1 Evitiamo ciò che può compromettere la nostra salute di domani. Siamo ciò che mangiamo e quindi attenzione massima verso una corretta alimentazione. 2 Fumo, alcol e sostanze stupefacenti hanno effetti devastanti più a lungo termine che a breve. Vanno eliminate. L’esercizio fisico è la pillola più efficace. Una camminata a passo veloce con abbondante sudata deve entrare nelle nostre abitudini quotidiane. 3 Costruiamoci più possibile una sicurezza economica. Assicurazioni e pensioni integrative saranno sempre più necessarie: è su queste situazioni che i conti di stati e sistemi sanitari rischiano di saltare. Prodotti pericolosi: dal Ministero consigli on line aggiornati Giocattoli e prodotti di libero consumo più sicuri: regole ed indicazioni si trovano nella nuova sezione del sito del Ministero della Salute, che mette a disposizione un motore di ricerca sui prodotti pericolosi, ordinanze ministeriali, documenti, consigli e informazioni. Oltre ai giochi, le indicazioni riguardano articoli per puericultura, hobby, abbigliamento, casalinghi e cosmetici. Importante il decalogo di regole sui giochi per tutelare l’incolumità fisica del bambino: oltre a fare attenzione al marchio CE, è bene preferire giocattoli a batteria se si scelgono quelli elettrici, fare attenzione ai materiali usati per peluche e giocattoli di stoffa, evitare giochi contraffatti, con punte o bordi taglienti, verificare nome e indirizzo di fabbricante e importatore, indicazione della fascia d’età, e che eventuali ingranaggi meccanici non siano accessibili al bambino. 8 senzaetà 4 Anche le nostre abitazioni vanno programmate per il futuro. Servizi domotici come controlli automatici per elettrodomestici, luci, gas, acqua, possono darci maggiore sicurezza. 5 La tecnologia entra nel controllo della nostra salute: maglie che effettuano check-up costanti, elettrodomestici intelligenti, tablet e telefoni palmari saranno fondamentali. UN BACIO ALLUNGA LA VITA S configgere la depressione,aiuta a liberare endorfine utili per il benessere psicofisico I baci rendono più longevi. E’ la sorprendente scoperta di un’équipe di ricercatori italiani. Pare che nulla sia più efficace di un bacio, un abbraccio, una sola telefonata al giorno per vivere fino a cent’anni. Secondo la ricerca, le manifestazioni d’affetto rappresentano una preziosissima arma per sconfiggere la depressione perché aiutano a liberare le endorfine e altre sostanze utili per il benessere psicofisico. Marche giovani, Al via lo ‘sportello informativo regionale virtuale’ S i apre una stagione nuova nella comunicazione delle politiche giovanili. Dopo la positiva esperienza del sito regionale Pogas Marche, è in via di sperimentazione il Portale regionale che mette in rete gli Informagiovani del territorio. A presentarlo l’assessore regionale alle Politiche giovanili, Paolo Eusebi: “La Regione Marche riconosce i giovani come risorsa fondamentale ed essenziale della comunità. La nuova legge in materia di politiche giovanili rappresenta simbolicamente una mano che accompagna i percorsi di crescita personale in un’ottica globale, il Portale Giovani Marche è il dito mignolo simbolo del ‘facciamo pace’ e soprattutto della ‘prova di forza’. Il portale sarà a regime in due step: questa mattina presentiamo il primo, lo ‘Sportello Informativo Regionale Virtuale’ in collaborazione con gli Informagiovani del territorio”. L’intestino, il nostro secondo cervello Un vero e proprio secondo cervello nella pancia. Qui risiederebbe la chiave di stress, ansia e tensione. Lo rivela Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, con la sua teoria dei due cervelli: “Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, è la sede di un secondo cervello”. Per Gershon, la quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale. Soprattutto messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere. La sensazione delle “farfalle nello stomaco” sarebbe solo un esempio delle emozioni della pancia, come nausea, paura, dolore, angoscia. E quando l’intestino soffre, la persona ne risente anche a livello psichico. senzaetà 9 Primo piano sigaretta elettronica Boom di vendite, oggetto di moda, regalo gettonato, protagonista di ricerche, ordinanze, discussioni su media e social, neologismi creati per il fenomeno di chi “svapa”. È il caso delle “bionde” senza fumo, le sigarette elettroniche, su cui di recente si è pronunciato l’Istituto Superiore di Sanità, in sostanza rimandando ad ulteriori verifiche. Le misteriose bionde senza fumo Il dibattito A dicembre è arrivata, infatti, nelle mani del Ministro della Salute Renato Balduzzi, la relazione dell’Istituto Superiore di Sanità in risposta ad un parere da lui richiesto nei mesi scorsi proprio sulle sigarette elettroniche. Due ordinanze del Ministro avevano già vietato la vendita di quelle caricate con filtri di nicotina ai minori di 16 anni. L’efficacia del prodotto, “è ancora tutta da dimostrare”, secondo la suddetta relazione, ispirata a prudenza e comunque con lo sguardo al futuro in attesa di ulteriori approfondimenti. Un po’ come nel 2010 concludeva l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel Report 955: la sicurezza, la portata e l’effettiva efficacia dei sistemi elettronici per la somministrazione di nicotina dovranno essere verificate nell’arco di diversi anni. Ed eccoci ad oggi e alla relazione dell’Iss: “L’atteggiamento che si vuole suggerire – ha spiegato Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Iss – è di prudenza a difesa del consumatore. Non è infatti anco- 10 senzaetà scientifico Intanto anche i pareri medici segnalano voci discordanti: a settembre, mentre dal congresso della Società europea di cardiologia arrivano dati confortanti su questi dispositivi, almeno per gli effetti sul cuore, uno studio presentato al meeting della European Respiratory Society (Ers) a Vienna avverte che le ‘e-cig’, come sono state soprannominate negli Stati Uniti, possono causare danni ai polmoni. Favorevoli i pareri come quello del prof. Michael Siegel della Boston University, per cui possono risolvere il dannoso problema del fumo passivo e non c’è ragione di eliminarle dal mercato, o del prof. Riccardo Polosa, dell’Università di Catania, che le vede come un’alternativa salutare per coloro che non vogliono smettere di fumare ma decidono di “vaporizzare” e ne auspica “un’intelligente e razionale regolamentazione per l’uso anche nei luoghi pubblici in Italia e nel mondo”. ra dimostrata l’efficacia del prodotto nell’aiutare i fumatori a smettere. Inoltre ci sono elementi che devono essere chiariti riguardo la tossicità di questo prodotto. Possiamo dire che la sigaretta elettronica è meno tossica di quella tradizionale, ma non si può affermare che sia del tutto innocua”. Anche perché dovrebbe passare una serie di controlli e verifiche al momento non previsti. Pacifici ha però spiegato che anche qualora si dimostrasse l’efficacia, la sigaretta elettronica contenente nicotina “dovrebbe essere comunque trattata come tutti gli altri prodotti sostitutivi del fumo tipo gomme da masticare, cerotti. Vale a dire come dispositivi medici”. Essa, inoltre, presenta “potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età”.Chiara indicazione è quella di inserire un foglietto di avvertenze all’interno delle confezioni, dato che al momento “le uniche avvertenze QUANTO COSTANO I prezzi variano a seconda delle confezioni, da poche decine di euro fino a oltre 200 (per quelle “di lusso”), e delle ricariche, di diversi tipi: quelle liquide, dai 5 euro in su, di solito durano almeno una settimana. Secondo un calcolo approssimativo, il mantenimento può arrivare a costare un minimo variabile dai 26 ai 30 euro settimanali, 150 euro al mese per un fumatore da un pacchetto al giorno. QUANTI ITALIANI LE FUMANO L’Istituto Superiore di Sanità ha commissionato nel maggio scorso un sondaggio alla Doxa, secondo cui il 20% dei fumatori italiani usa o intende usare la sigaretta elettronica. Oltre due milioni di persone, dunque, sono potenziali consumatori. E, stando all’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto, il sondaggio non registra l’impressionante boom degli ultimi mesi. riguardano il divieto per i minori di 16 anni e la raccomandazione di tenere il prodotto lontano dalla portata dei bambini”. Le preoccupazioni sembrano poi riguardare, in particolare, “tutte le miscele vendute su internet, che non offrono garanzie e sono a rischio contraffazione”. Per Balduzzi, insomma, che si richiama ai principi di prevenzione e precauzione,“lo studio conferma il grande livello di attenzione verso tutti i fattori di rischio”. C’è poi aperta la questione dell’emendamento presentato dal Governo i primi di dicembre in Commissione Industria al Senato, a stabilire che “qualsiasi dispositivo meccanico o elettronico, che abbia la funzione di succedaneo dei prodotti di tabacco sia assimilato ai tabacchi lavorati e sia soggetto alle disposizioni in materia di distribuzione, detenzione e vendita”. E i tanti negozi di sigarette elettroniche e franchising nati negli ultimi tempi (si parla di un comparto già gigantesco)? E le sponsorizzazioni, le tasse, e via dicendo? Tutto come le classiche bionde? Ai posteri. Maria Chiara La Rovere COME FUNZIONANO È un dispositivo che emula i tradizionali prodotti per il fumo. Dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi alimentari (menta, liquirizia, cioccolato, fragola, vaniglia, sapore di tabacco, etc.). Per forma e dimensioni, sono più o meno simili alle sigarette classiche ma non bruciano tabacco e carta e non utilizzano catrame. Si attivano con un pulsante, si ricaricano con un cavo, e il liquido viene trasformato in vapore. Quando il fumatore aspira attraverso la sigaretta elettronica, il passaggio d’aria aziona un sensore collegato ad un condensatore alimentato a batteria, che si scalda e miscela una quantità di vapore acqueo con particelle di glicerolo e nicotina (se c’è). senzaetà 11 Primo piano sigaretta elettronica Successo di mercato ma il settore è sul piede di guerra M entre attendiamo, dunque, che la ricerca scientifica e le istituzioni mettano nero su bianco un’indicazione precisa sulle sigarette elettroniche, a qualche anno dalla loro comparsa nel panorama nazionale, i commercianti si dicono molto soddisfatti degli affari. Per uno dei venditori della catena “Smooke”, tra i primi marchi nati a Torino, “si tratta di un mercato in espansione perché funziona. Noi, ad esempio, siamo dappertutto in Italia, e i nostri clienti variano dai 18 anni agli 80 anni”. Secondo quanto dichiarano in molti, un punto a favore di questo prodotto è il suo costo inferiore alle sigarette tradizionali. Ma proprio uno dei soci della Smooke parla di uno schiaffo a tutto il comparto (si vocifera di un fatturato di circa 100 milioni di euro e di circa 1.500 lavoratori) arriverebbe dall’emendamento al Senato in merito: “Nella nostra azienda lavorano più di 40 persone, abbiamo quasi 200 negozi in Italia. Stiamo crescendo. Abbiamo investito e fatto certificare tutte le parti delle sigarette, liquidi compresi, per tutelare i consumatori. Paragonare l’elettronica al tabacco non ha senso. Vuol dire ammazzare un settore, non poter fare pubblicità, dovendo chiudere tutto e licenziare”. A preoccuparsi è anche la neonata associazione di categoria Anafe. 12 senzaetà E la denuncia arriva anche dal giovane imprenditore Riccardo Ascione, leader del gruppo Ovale Europe, che produce e distribuisce sigarette elettroniche in Europa: “È un attacco superficiale e irresponsabile che dà un colpo mortale ad un settore che in un pochi anni ha creato, solo in Italia, migliaia di posti di lavoro e che è tra i pochi in crescita. Le conseguenze sull’occupazione sarebbero gravissime e si creerebbe un ingiusto e ingiustificabile vantaggio per le lobby del tabacco”. È lo stesso Ascione a chiedere l’istituzione di un tavolo di concertazione per la regolamentazione del prodotto: “Non vogliamo il Far West, il settore ha bisogno di regole, le vogliamo, ma almeno discutiamone. In Inghilterra il governo incoraggia e appoggia l’uso della sigaretta elettronica. Perché da noi si vuole stroncare? A chi conviene?”. Poi parla di grande disinformazione ricordando che dietro il suo prodotto ci sono brevetti, produzione esclusivamente italiana, materie prime che rispondono ai dettami della Farmacopea Ufficiale, etichettatura con simbologie di tossicità e pericolo, i componenti e le informazioni tecniche indicati su confezione e foglio illustrativo. E intanto sembra che a Genova siano stati installati i primi distributori di liquidi, per comprare le ricariche delle elettroniche in qualsiasi momento. I consigli dell’esperto: Roberto Grossale di “Soffio Libero” Controllare etichetta e scadenza! “ E’ vero che si risparmia? In quanto tempo ammortizzo la spesa iniziale?” Queste le domande e le motivazioni che spingono il fumatore prima a informarsi e poi a comprare. L’esperienza di Roberto Grossale, titolare da un anno e mezzo della catena “Soffio Libero”, con sede in Ancona ma già a livello nazionale, nasce per senso di libertà e la voglia di far conoscere questo nuovo modo di fumare. “Siamo ad una svolta storica per il fumo – dice Grossale – un po’ come quando ci fu il passaggio dalla macchina da scrivere al computer..”. Chi è il cliente medio della sigaretta elettronica? “Uomini e donne, senza distinzione, fra i 35 e i 55 anni. Fumatori incalliti, soprattutto che vogliono risparmiare: infatti sui 30 modelli in vendita, da 30 a 260 euro, la spesa iniziale media è di 40 e si possono acquistare ricariche liquide da 10 ml che costano 6 euro oppure da 20 per 12 euro. Il risparmio è nella differenza fra una spesa di 24/30 euro al mese contro i 150 dei pacchetti di sigarette... tenendo conto che poi il vapore acqueo che fumiamo dà uguale soddisfazione e... alla fine tutti si sentono meglio”. E’ un modo per smettere di fumare sul serio oppure una moda passeggera? “Non è una moda: molti Paesi europei hanno sperimentato la sigaretta elettronica come metodo per disintossicarsi. Piuttosto non si capisce perchè in Italia no. Forse prevalgono gli interessi statali...”. Si spieghi meglio: “L’ex ministro Veronesi, oncologo di fama, aveva detto sì alla sigaretta elettronica poichè non crea alcun tipo di vasorestrizione, dipendenza o problemi cardiocircolatori”. Ma insomma, che tipo di fumo è? “Non ci sono controindicazioni: niente carta, niente catrame, la nicotina la scegliamo noi consapevolmente e la possiamo ridurre fino a zero. Nel liquido le sostanze sono 5: acqua, aromi, nicotina (oppure no) glicole propilenico (di uso alimentare e farmaceutico) e glicerolo, quel vapore che si emette nei fumogeni da discoteca: se facesse male quanti dj oggi sarebbero intossicati?” In che cosa si differen- Molto più che una moda è il fumatore che lo chiede soprattutto per risparmiare Unico pericolo è la contraffazione ziano i modelli? Nel serbatoio, nella tecnologia: l’hardware elettronico è il cervello della sigaretta...” Esistono contraffazioni? “Ecco, questo è l’unico pericolo: la qualità falsa e scadente del prodotto e dei liquidi. Ora, i liquidi sono italiani ma l’apparecchio si produce in Usa o Hong Kong, quindi invito a controllare qualsiasi altra provenienza, a comperare sempre e solo liquidi italiani con etichetta e guardare anche la scadenza”. senzaetà 13 Focus bimbi sicuri Allergie e dermatiti possono essere molto pericolose sulle persone a rischio e specialmente sui bambini: ma lo sapevate che da un monitoraggio e dall’analisi dei prodotti in commercio il 70,6% delle patologie dermatologiche sono risultate essere riconducibili ai tessuti, il 17,1 % agli accessori metallici e il 12,3% alle scarpe? Chi controlla i vestiti? A questo punto il sistema dei controlli per prevenzione e tutela dei consumatori non può essere dedicato solo alle contraffazioni ma anche alle sostanze pericolose che possono essere presenti su capi di vestiario e indumenti. Infatti è capitato che qualche soggetto abbia immediatamente riscontrato dermatiti o allergie dopo aver indossato abiti, per esempio magliette, maglie e jeans nella cui composizione è stata rinvenuta traccia di sostanze come coloranti allergenici, ammine aromatiche cancerogene, metalli pesanti e nichel, formaldeide etc.. in molti casi sostanze che da anni in Italia e in Europa sono state messe al bando e non più vendute da alcuna azienda chimica europea. Per la tutela della salute e il controllo dei prodotti, soprattutto provenienti dall’estero, occorre fare riferimento all’applicazione del Regolamento europeo REACH . C’è però un problema: lo sbarramento all’importazione dei capi di abbigliamento contenenti tali sostanze prevede ad oggi il divieto per questi di contenere più dello 0,1 % in massa di sostanze altamente pericolose, vale a dire 1 grammo ogni kg di merce su tonnellate di vestiti. Così, reso difficile il controllo capo per capo, di fatto viene lasciata 14 senzaetà aperta la porta d’ingresso a qualsiasi articolo tessile contenente qualsiasi sostanza... Senza contare che mentre le aziende italiane produttrici devono sottostare a tale regolamento Reach e hanno più controlli, dai paesi extracomunitari entra di tutto e la tutela del consumatore diventa impossibile. Si tratta di una concorrenza sleale che danneggia l’intero settore italiano del tessile. Al fine di dare una risposta concreta nasceva nel 2001 l’Associazione Tessile e Salute che diventerà nel 2013, insieme a Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Piemonte, l’Osservatorio nazionale tessile-abbigliamento-pelle-calzature. Grazie alla collaborazione con il Ministero della Salute, i Nas, l’Istituto Superiore della Sanità, le Asl e le Procure della Repubblica, l’Associazione Tessile e Salute ha messo in campo una serie di strumenti di controllo su tutto il territorio italiano, che vanno dalle analisi delle dermatiti da contatto, a una rete di laboratori, a una banca dati delle sostanze chimiche, a un documento sulle modalità di utilizzo delle sostanze chimiche nella filiera del tessile, fino a una “camera climatica” in cui si testano i tessili direttamente sulle persone e a una rete nazionale di medici e esperti. Da quello che indossiamo dipendono al 70% allergie e dermatiti Mauro Rossetti, Direttore dell’Associazione nazionale Tessile Salute Al nostro esperto Mauro Rossetti, direttore dell’Associazione nazionale Tessile Salute, abbiamo rivolto le seguenti domande: Quali sono le sostanze chimiche pericolose negli indumenti? Da dove arrivano per lo più gli abiti cui bisogna fare attenzione? E di che tipo e materiali sono? “Soprattutto coloranti cancerogeni e allergenici, ammine aromatiche cancerogene, biocidi, fungicidi, metalli pesanti, alchilfenoli etossilati, ftalati, ecc. Per lo più gli abiti arrivano dall’Asia. Non sono le fibre a creare allergie ma le sostanze rilasciate per cui possono essere di qualsiasi materiale anche se ad esempio non abbiamo mai riscontrato problemi su capi di lana”. Per il vestiario dei bambini vale la stessa cosa? Una mamma che cosa dovrebbe cercare in un’etichetta per stare tranquilla? “Vale certamente la stessa cosa: ad oggi non esiste un’etichetta, la faremo con l’Osservatorio”. Ad oggi, ha senso ed è possibile raccomandare alle mamme di comprare italiano ? “Ha senso raccomandare di comperare italiano e europeo, naturalmente cercando di capire se il prodotto è davvero tale”. senzaetà 15 Focus bimbi sicuri Nel 2004, uno studio di Greenpeace dimostrava la presenza di composti chimici in capi assolutamente insospettabili, tuonando contro grandi marche e portando alcune di esse a cambiare politica. Poi nel 2008 l’allarme di Altroconsumo: “Troppa chimica negli indumenti per bimbi”. Oltre alle sostanze pericolose, ci sono inoltre laccetti e cordoncini, rischiosi soprattutto per i più piccini. Il tema è spinoso e gli spunti in tal senso sono tanti, come gli interrogativi in campo. MODA BAMBINI: ma siamo sicuri? di Maria Chiara La Rovere 16 senzaetà Un piccolo vademecum colorato P otreste trovarvelo tra le mani comprando abiti per bimbi e vi farà piacere. È opera di uno dei grandi nomi dell’abbigliamento, che a luglio scorso ha lanciato la campagna “Vesti Sicuro”. Si tratta di “un progetto che informa i consumatori sulla sicurezza dei prodotti per bambino relativamente alla presenza di componenti potenzialmente pericolose – ci dicono dalla comunicazione Benetton Group, confermandoci le rinnovate istanze di sicurezza da parte dei genitori – Il progetto nasce in seguito all’adozione, da parte delle linee di prodotto per bambino di Benetton Group, del marchio Eco Safe, che riconosce l’impegno nel rispettare elevati standard di sicurezza chimica e meccanica ed è rilasciato dal gruppo ICQ”. P er il test 2008, tre pigiamini su quindici capi sottoposti a test di laboratorio da Altroconsumo risultarono positivi a sostanze chimiche nocive per la salute sul lungo periodo: quantità eccessive di ftalati, sostanze che erano state già bandite nella produzione di prodotti destinati all’infanzia, e un colorante cancerogeno, il cui uso era da tempo limitato da una Direttiva europea (2002/61/CE). Situazione paradossale, se si pensa che mettiamo a letto i nostri bimbi con gesti di grande protezione. Le sostanze suddette possono migrare dal tessuto all’organismo per intensa sudorazione, inalazione o succhiando l’indumento. “Il settore della produzione tessile in Italia è privo di paletti normativi che tutelino la sicurezza del consumatore – dichiarava l’associazione assicurando – molte sostanze tossiche potrebbero essere sostituite con altre più sicure per la salute: dal nostro test emergono prodotti senza alcuna traccia di sostanze pericolose”. Proponeva alcuni consigli, come lavare sempre il capo prima dell’uso (elimina l’eventuale formaldeide presente) o evitare di acquistare indumenti con stampe plastificate e di colore scuro, dove le sostanze nocive sono più fre- Benetton, insomma, ci mette la faccia, “da maglietta”, per garantire capi realizzati senza l’impiego di sostanze chimiche o materiali pericolosi. “Prima di raggiungere gli scaffali dei negozi, i capi vengono controllati in tutte le fasi di lavorazione (dall’ideazione fino al prodotto finito) da una commissione tecnica composta da specialisti della sicurezza che ne valuteranno i potenziali rischi fisico-meccanici. Garanzia di questo impegno sono gli oltre 45.000 test chimici e fisico-meccanici condotti su moltissimi prodotti durante il 2011; nel 2012 è stato ulteriormente aumentato il campionamento, senza contare i test commissionati dai nostri fornitori”. quentemente rintracciabili. Rimaneva l’incertezza del “made in”, che non risultava di per sé sinonimo di garanzia e sicurezza. Intanto c’è la solita questione: il fatto che un indumento riporti la dicitura made in Italy non esclude che alcuni passaggi del processo di lavorazione vengano svolti in altri Paesi. E poi lo stesso test dimostrava, in sostanza, che la sicurezza di un capo non ha patria. Nel 2010, poi, l’allarme della Commissione Europea, secondo cui un capo d’abbigliamento per bambini su dieci non rispettava gli standard europei di sicurezza. Problema? Corde e lacci, soprattutto quelli presenti nella zona collo, pericolosi specialmente per i bimbi under 7. Risultava dai controlli effettuati dalle autorità di vigilanza di 11 Stati membri dell’Unione europea su 16.000 capi d’abbigliamento, tra 2008 e 2010. I prodotti meno sicuri risultavano proprio i vestiti per bambini. Nel 2011, inoltre, l’indagine della Sidapa (Società italiana di dermatologia allergologica professionale e ambientale), che parlava di un aumento di dermatiti da contatto con abiti. Lo stesso ICQ, istituto internazionale di cer- tificazione della qualità e della sicurezza dei prodotti di consumo, si è recentemente pronunciato sul tema: “Dal rapporto della Commissione europea del 2010 – ha detto Angela Donati, coordinatrice del Gruppo di Lavoro “Sicurezza abbigliamento per bambini” della Commissione “Tessile e abbigliamento” – la situazione sta migliorando. Ma basta consultare il sistema RAPEX, servizio online della Commissione europea che segnala settimanalmente i prodotti ritirati dal mercato perché non conformi ai requisiti di sicurezza, per rendersi conto che c’è ancora molto da fare. Stiamo, ad esempio, seguendo la revisione della norma UNI EN 14682 su lacci e cordini e i lavori che si stanno portando avanti su mandato della Commissione europea in tema di articoli per il sonno: paracolpi per lettini, piumini e sacchinanna. L’intento è coprire il vuoto normativo esistente in questo ambito”. Dai pigiami ai piumini, torniamo alla notte. Ed è in effetti oscura la materia, ancora da sviscerare. Certo, molto sembra lasciato alla buona pratica produttiva e commerciale, forse alla “coscienza” e “dignità” di chi produce per i bambini. senzaetà 17 Focus bimbi sicuri Laccetti e corde Misure anti soffocamento o strangolamento le predispone l’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione. La norma EN 14682 regolamenta la presenza di laccetti e corde nei vestiti per bambini, distinguendo tra fasce 0-7 e 7-14 anni. Al bando laccetti e cordoncini decorativi ai cappucci degli abiti dei più piccoli, ammessa la presenza dei laccetti in quelli dei più grandi, a condizione che i cordoncini siano a forma circolare e non sporgano oltre l’abito. Vietati cordoncini funzionali o decorativi che superino i 14 centimetri di lunghezza, come la presenza sugli abiti di decorazioni di grosse dimensioni. Altamente a rischio sono ritenuti anelli di chiusura, passanti dei pantaloni e tiretti delle zip di circonferenze o lunghezze superiori ai 75 mm. Vietato l’utilizzo di corde elastiche nella zona del collo. Per quanto riguarda i tessuti, la UNI ritiene fondamentale la scelta di materiali ed indumenti resistenti al calore. Qui la normativa di riferimento è la EN 14878, che definisce le caratteristiche di induzione al fuoco dell’abbigliamento notturno dei bambini fino a 14 anni e prescrive i tessuti da utilizzare nella sua realizzazione. È possibile consultare l’elenco delle sostanze pericolose nel sito del RAPEX e nell’archivio dei prodotti pericolosi del portale del Ministero della Salute. Carnevale il rischio mascherato Anche dietro i costumi colorati di Carnevale si mascherano pericoli. Il Ministero della Salute, da qualche tempo, ha divulgato un opuscolo, “Il rischio mascherato. Speciale Carnevale”, invitando soprattutto i genitori a fare attenzione alle insidie della festa più pazza. Per i costumi, il pericolo maggiore è quello dell’infiammabilità, essendo spesso in materiale sintetico che prendere fuoco facilmente. In caso di maschere, i pericoli sono soprattutto soffocamento e rischio chimico per la presenza di ftalati, sostanze tossiche per la riproduzione, assoggettate a restrizione europea, e con una soglia consentita nei giocattoli di 0,1%. Una maschera horror Halloween ritirata dal mercato inglese nel 2011 e fabbricata in Cina, ad esempio, era costituita da materiale plastico contenente livelli di DINP (ftalato di diisononile) superiori al 48.9%. Una delle norme di sicurezza per le maschere che coprono integralmente il volto prescrive che siano realizzate in materiale impermeabile e abbiano un’apertura di almeno 1cm x 13cm oppure due fori di superficie equivalente (un diametro di circa 3cm) distanti l’uno dall’altro almeno 15cm. Per quanto riguarda il rischio di danneggiamento degli occhi o di lesioni, le maschere non devono avere bordi taglienti, punte acuminate, parti libere. In quelle realizzate secondo la norma UNI EN 71, queste caratteristiche devono permanere anche dopo che la stessa sia stata sottoposta alle prove di torsione, trazione, resistenza alla caduta, resistenza all’urto, compressione. Analizzando i dati raccolti nel RAPEX negli ultimi anni, la quasi totalità degli articoli non conformi ritirati dal commercio è di origine cinese, dicono dal Ministero. 18 senzaetà Costumi, maschere e gadget di carnevale destinati prevalentemente ai bambini sono assimilabili ai giocattoli e soggetti alla normativa europea sulla sicurezza. Il D.Lgs n. 54/2011 ha recepito in Italia la nuova direttiva europea 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli, che sostituisce la precedente del 1988. Le norme tecniche europee, adottate e publicate in Italia dall’UNI, stabiliscono i requisiti di sicurezza e i metodi di prova sui giocattoli destinati ai bambini fino ai 14 anni di età. senzaetà 19 Dossier città del futuro Il futuro: una città indirizzata a risparmio ed efficienza; che ha come obiettivo l’efficientamento di tutta la movimentazione di cose e persone. Una via italiana alla città intelligente Salute, vivibilità e risparmio economico e ambientale saranno reali solo costruendo indicatori “smart” ad hoc per il belpaese. Lo dicono gli esperti. Ce lo dice anche la prima laureata in Italia in scienze ambientali, che già negli anni ’90 fondò su questi concetti la sua formazione e poi il suo lavoro da imprenditrice. Q Gabriella Chiellino Coordinatrice Scientifica di Città Sostenibile e AD eAmbiente 20 senzaetà uando si è iscritta al nuovo corso di Scienze Ambientali poteva sembrare un azzardo. “Infatti il termine ‘ambiente’ non era così diffuso come oggi. A conti fatti, tale scelta si è rilevata per me giusta e con il passare degli anni l’idea di poter migliorare le condizioni ambientali delle aziende e delle amministrazioni pubbliche si rafforza e mi permette di cercare e sviluppare nuove soluzioni utili a tale obiettivo”. A raccontarcelo è la prima laureata in Italia in scienze ambientali, Gabriella Chiellino, membro della Commissione Mobilità Stati Generali Ambiente del Ministero, responsabile scientifico dell’evento Città Sostenibile nella fiera internazionale Ecomondo di Rimini, AD di eAmbiente, azienda avviata dieci anni fa puntando - anche qui in tempi non sospetti - alla smart city italiana. Con lei torniamo sul concetto di città intelligente, che molto ci sta a cuore per la sua promessa di maggiore sicurezza per la salute, migliore vivibilità e migliore quadro economico-ambientale, per capire quanto di reale c’è in questa promessa. “Obiettivo delle Città Smart è ovviamente il miglioramento delle condizioni delle città e di chi le vive – ci dice Chiellino – garantendo un risparmio significativo ed un controllo costante delle condizioni di vita. Gli indicatori ambientali sono essenziali al raggiungimento di tale traguardo e al continuo miglioramento di queste condizioni”. Quali sono questi indicatori? Quanto conta la sostenibilità ambientale nei progetti smart e come è messa l’Italia in tal senso? “La società di consulenza e progettazione ambientale della quale sono Amministratore delegato ha presentato di recente dei progetti di Smart attraverso bandi italiani. Città Sostenibile - Ecomondo 2012, Fiera di Rimini Gabriella Chiellino con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini Ruolo fondamentale è rivestito, appunto, dagli indicatori ambientali essenziali per poter monitorare e misurare l’intelligenza della città. Tra di essi, l’indicatore relativo al risparmio energetico (consumi relativi alle abitazione), alle fonti rinnovabili, alla raccolta differenziata (oggi sappiamo che dobbiamo superare il 55 %), al recupero delle risorse, al trasporto e alla gestione dei carburanti. La città italiana, dal mio punto di vista, non è paragonabile alle altre città del mondo per le sue peculiarità. Possiamo però paragonare alcuni indicatori come l’efficienza delle abitazioni o del trasporto pubblico urbano, ma il territorio italiano ha caratteristiche introvabili altrove, che si riflettono sul concetto smart. Infatti quest’anno, all’interno dell’evento Città Sostenibile, abbiamo rappresentato la ‘via italiana alla Città intelligente’, quindi saremo noi che nei prossimi anni dovremo costruire gli indicatori Smart italiani”. Non a caso la Fiera internazionale dello Sviluppo Sostenibile, Ecomondo, di Rimini, ha un’area specifica dedicata a questi temi, di cui lei è Coor- dinatrice Scientifica da quattro anni, con esperienze italiane pubbliche e private. Qual è il bilancio di queste esperienze? “Città Sostenibile ha raggiunto ormai la sua sesta edizione. Posso dire di aver visto sviluppare sempre maggiori possibilità e interesse nei suoi riguardi. Infatti quest’anno ha quintuplicato la sua superficie espositiva, coprendo un´area di 6000 mq, dove è stata proposta ‘La via italiana alla Città Intelligente’, con soluzioni tecnologiche, disponibili oggi, presentate dai più importanti gruppi industriali, (ENEL, LOCCIONI, FANTONI, SESA,..) per rappresentare la re- ale possibilità di pensare ai luoghi urbani in modo sostenibile e all´insegna dell´efficienza energetica. Città Sostenibile ha visto la presenza di decine di pubbliche amministrazioni alla ricerca di soluzioni per l´efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, segnale che ormai il cammino in questa direzione è stato intrapreso”. Cos’è dunque, in sostanza, la cosiddetta Città Intelligente? “La smart city che abbiamo voluto rappresentare anche quest’anno ad Ecomondo è la definizione di Città intelligente: una città indirizzata al risparmio e all’efficienza, che ha come obiettivo l’efficientamento di tutta la movimentazione di cose e persone. Per fare ciò sono necessarie tecnologie di interconnessione: abbiamo perciò bisogno che i sottoservizi (gas, energia, ict, etc.) esistano e siano funzionanti, per permettere la costruzione della tecnologia verticale, cioè sovra suolo in maniera intelligente e parsimoniosa, ottimizzando i collegamenti all’interno della città. Tali collegamenti riguardano la mobilità, ma anche l’energia a KM zero, la raccolta, smaltimento o recupero del rifiuto, o e le comunicazioni tra cittadini e amministrazioni pubbliche”. Maria Chiara La Rovere senzaetà 21 Medicina fegato MALATTIE DEL FEGATO la ricerca scatta in avanti di Maria Chiara La Rovere Notizie promettenti sul versante della lotta all’epatite C, malattia del fegato diffusissima con l’Italia ai primi posti in Europa. Se ne parla molto dopo le novità arrivate dal Congresso mondiale dell’Associazione americana per lo studio delle malattie del fegato, la AASLD (American Association for the Study of Liver Diseases). Da Boston, infatti, dove nel novembre scorso si sono riuniti esperti da tutto il mondo, l’annuncio di terapie decisive contro le patologie da virus Hcv e di una cura senza interferone, con farmaci, però, “impegnativi”. Recenti risultati di un’area promettente come quella che studia le patologie del fegato e che parla molto italiano, fortunatamente. 22 senzaetà “ Prof. Marco Marzioni, gastroenterologo, Università Politecnica delle Marche Le notizie sono certamente buone, anzi ottime. Tuttavia bisogna fare delle precisazioni”. Ce lo spiega Marco Marzioni, ricercatore della Clinica di Gastroenterologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, dirigente medico di Ospedali Riuniti di Ancona, già Rising Star della Ricerca Gastroenterologica europea nel 2007, tra i premi ricevuti, e da tempoesponente della vivacità degli studi italiani nel mondo. “Già da alcuni anni sono in fase di sperimentazione due dei cosiddetti “nuovi farmaci” per l’epatite C. La fase di sperimentazione è terminata e dall’inizio del 2013 saranno introdotti nella farmacopea italiana. Aggiunti ai due già correntemente in uso, interferone e ribavirina, hanno dimostrato di aumentare in maniera importante la risposta alla terapia in quei pazienti che hanno un tipo (genotipo) di virus C particolarmente poco responsivo, quello più frequente nella nostra popolazione. Sono però farmaci “impegnativi”: possono dare effetti collaterali significativi e vanno somministrati solo a casi specifici, adeguatamente selezionati. I medici che li prescrivono devono avere un’ampia esperienza nella gestione di questo tipo di pazienti proprio perché anche il monitoraggio Ci sono malattie del fegato delle quali non si sa ancora nulla “NELLA VITA CI VUOLE FEGATO” S Prof. Antonio Gasbarrini, gastroenterologo Policlinico Gemelli di Roma i sa. Ma la più grande ghiandola del corpo, fucina di tutte le nostre energie, ha tanti nemici: obesità, alcol, fumo, droghe e temibilissimi virus. A tal proposito, i dati epidemiologici sono allarmanti, soprattutto per l’epatite virale C. Stando alle statistiche sono 170 milioni, e non sempre sanno di aver contratto l’hcv, le persone infette in tutto il pianeta, un milione e mezzo sono in Italia (primato europeo). Arrestare questo virus, identificato un ventennio fa (1989), subdolo e potenzialmente fatale (lo chiamano “silent killer”, non serve tradurre) appare ora possibile. Sul versante terapeutico, novità sono in arrivo. Fondamentale tuttavia resta la prevenzione. Parliamone con Antonio Gasbarrini, gastroenterologo di fama mondiale, operativo al Policlinico Gemelli e segretario della Fondazione italiana per la ricerca in epatologia (Fire). Professore, l’hcv sembra essere ubiquitario quanto insidioso: come si trasmette? La trasmissione più efficiente di infezione da hcv è rap- Epatite C: 170 milioni di persone infette nel mondo, 1,5 milioni in Italia senzaetà 23 Medicina fegato presentata dal contatto con il sangue infetto, compresa quella iatrogena, ovvero provocata involontariamente attraverso trattamenti medici: trasfusione di sangue (tra le principali cause fino a circa 20 anni fa), trapianto d’organo, emodialisi, endoscopia, utilizzo di aghi, set da infusione, siringhe, cateteri e altri strumenti usati nelle procedure mediche ed odontoiatriche. Le misure di screening hanno ridotto il contagio, che purtroppo continua a essere una piaga per i Paesi in via di sviluppo. La trasmissione è, inoltre, frequente tra i consumatori di stupefacenti per via endovenosa o nasale; occasionale nei pazienti che si sottopongono a tatuaggi o agopuntura con materiali non sterili. Quali sono i sintomi? Si stima che l’infezione acuta rimanga asintomatica nel 5090% dei casi, e nei pazienti sin- 24 senzaetà deve essere adeguato. L’Associazione Italiana Studio Fegato (AISF) ha infatti provveduto a dare delle linee di indirizzo su quale sia il grado di esperienza del medico o del centro prescrittore perché il trattamento possa essere indicato e controllato adeguatamente”. Ma se da un lato il prossimo futuro ci fornirà ulteriori nuovi strumenti terapeutici “la messa in pratica delle misure preventive rappresenta un punto di riferimento indiscutibile”. Qual è l’apporto italiano negli studi sulle malattie del fegato? E quello delle Sue ricerche? “La ricerca epatologica italiana ha grande rilevanza a livello internazionale, che nasce da un apporto che è stato sempre importante sin dagli albori. Per fare un esempio, l’ago che si è usato per decadi in tutto il mondo per eseguire la biopsia tomatici l’unico sintomo riferito è spesso l’astenia (80% dei casi). Si può arrivare alla diagnosi solo al momento in cui insorgono le complicanze della cirrosi. Quanti nuovi casi si registrano l’anno nel nostro Paese? Circa 2500. Come difendersi? I soggetti affetti da epatite C cronica nelle attività quotidiane dovrebbero rispettare le opportune norme igieniche per evitare l’esposizione del sangue a soggetti non infetti (evitare rasoi comuni, lamette, materiali taglienti). Attualmente esistono cure efficaci? Assolutamente sì. La terapia standard, per i genotipi 2-3-4, si basa sull’utilizzo di due farmaci in combinazione: Peg-Interferone e Ribavirina. Per i pazienti infetti da HCV genotipo 1 l’attuale terapia standard è rappresentata da una triplice terapia: all’ interferone peghilato e alla ribavirina si aggiungono i farmaci di nuova generazione, rappresentati dagli inibitori delle proteasi (DAA, Boceprevir o Telaprevir). Sono all’orizzonte nuove frontiere terapeutiche? Sono allo studio molteplici nuovi farmaci e soprattutto schemi terapeutici, anche privi di Interferone, sempre più personalizzati. Paola Stefanucci Le misure di screening hanno ridotto il contagio, che continua aD essere una piaga per i Paesi in via di sviluppo epatica (il test di riferimento per lo studio del fegato) è conosciuto come Ago di Menghini, un collega di Perugia che lo inventò negli anni 50. Uno dei suoi collaboratori era il Prof Francesco Orlandi, un altro dei padri fondatori dell’epatologia italiana. Mi preme ricordarlo con affetto, perché il Prof Orlandi, recentemente scomparso, ha fondato anche la Clinica di Gastroenterologia di Ancona. La mia ricerca si occupa di malattie meno frequenti del fegato, in particolare delle vie biliari. Ci sono malattie che colpiscono questa porzione del fegato, tra cui anche una forma molto aggressiva di cancro, delle quali non si sa ancora nulla, come vengono, come progrediscono e come curarle. Io sto cercando di dare un contributo a rispondere a qualcuno di questi quesiti”. Quali consigli in tema di fegato? “È verosimile ipotizzare che la principale malattia che colpirà il fegato nelle prossime decadi sarà la steatoepatite non alcolica: quel danno epatico cronico associato all’alterato metabolismo. In realtà è già così in molti paesi occidentali, soprattutto Stati Uniti. Questa condizione si associa all’obesità, al diabete, all’ipertensione arteriosa ed alla dislipidemia (l’alterato metabolismo dei grassi). Seppure determina un danno al fegato meno aggressivo, in genere, rispetto alle epatiti virali, si intuisce facilmente come sia in realtà un problema di gran lunga più frequente. Il consiglio dunque è quello di fare attenzione al nostro metabolismo, all’alimentazione, all’attività fisica. Da ciò si ottengono molti benefici per tutto l’organismo, incluso il fegato”. La principale malattia che colpirà il fegato nelle prossime decadi sarà forse la steatoepatite non alcolica: danno epatico cronico associato all’alterato metabolismo Cos’è l’epatite? “L’epatite C è l’infiammazione del fegato che avviene come conseguenza dell’infezione del virus C (HCV) - ci dice Marzioni - E’ una delle principali cause di danno cronico al fegato, cioè di una alterazione progressiva della struttura del fegato che può portare alla cirrosi epatica, sostanzialmente alla perdita di funzionalità dell’organo. Il virus viene trasmesso con il sangue e, soprattutto in passato, principalmente per l’utilizzo di strumentazione non adeguatamente sterilizzata oppure per trasfusioni. La conoscenza del virus ha permesso di identificare procedure per evitare il contagio. Oggi, nei paesi occidentali, i nuovi casi di epatite C si riscontrano soprattutto tra coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa. L’incidenza si sta dunque riducendo nei paesi occidentali ma non nei paesi in via di sviluppo. Questo fa dell’epatite C la più temibile patologia del fegato a livello mondiale. L’Italia è uno dei paesi europei con la maggior prevalenza della malattia e circa 1 milione di malati”. senzaetà 25 Evento agenda della salute ROMA CAPITALE Presentata in Comune l’Agenda della Salute E ntusiasmo e emozioni alla presentazione dell’Agenda della Salute, edita dalla rivista Senzaetà, alla Sala Rosi dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Roma, fortemente voluta da Roma Capitale nella persona del vicesindaco Sveva Belviso. Il confronto dibattito ha riguardato la Longevità attiva; in sala oltre 150 addetti ai lavori, fra i presidenti delle associazioni dei Volontari che lavorano quotidianamente ai progetti del Comune come “Nonna Roma” o “Insieme per la Solidarietà”, e il coordinamento cittadino per i Centri Anziani che raggruppa 144 centri sociali della capitale, oltre all’Accademia nazionale di Cultura Sportiva che ha presentato una relazione con l’Università La Sapienza sulle attività motorie per “superadulti”. L’Agenda che ospita per il Lazio tutti i numeri della Salute, il vademecum personale e utili notizie e consigli sul benessere, è andata a ruba ed esaurita a testimonianza di un’iniziativa editoriale particolarmente gradita sul territorio. Le associazioni del volontariato e i dirigenti comunali hanno ringraziato la disponibilità della rivista “Senzaetà” a parlare di problematiche relative alla vita dei nonni, della famiglia con tematiche come l’alimentazione, il lavoro, la scuola e il rapporto genitori-figli con ruoli 26 senzaetà e responsabilità della presenza - sempre più importante - del nonno dentro casa che può essere una risorsa più che un problema. Oltre a Riccardo Solfanelli capogabinetto dell’Assessorato Promozione Servizi Sociali e della Salute di Roma Capitale erano presenti il direttore di Senzaetà Luca Guazzati, i presidenti Piero Bianchi, Raffaele Castaldo e Antonio Vitullo, il dott. Michele Panzarino dell’ANcs. Anche per questo 2013 l’Agenda costituisce un importante vademecum sulla sanità, nella sua duplice edizione laziale e marchigiana, un punto di riferimento utile per saperne di più sulle eccellenze ospedaliere, sulle cliniche e sulle farmacie e a chi rivolgersi in caso di bisogno. Per prenotare l’Agenda della Salute nelle edizioni del lazio e delle marche chiama allo 071 2901110 o scrivi una mail a [email protected] senzaetà 27 Medicina artrosi ginocchio Centro Ortopedico Marchigiano Via Flaminia 309/310 Torrette di Ancona (AN) Tel.071/2181277 [email protected] Centro Ausili Via Dell’Industria n.2 Falconara Marittima (AN) Tel.071/2181277 [email protected] NewGedam Via Pergolesi n.44 Potenza Picena (MC) [email protected] www.neriteam.it Ginocchio Varo Nei primi 18 mesi di vita è di frequente riscontro il ginocchio varo bilaterale che, nella maggior parte dei casi, tende alla risoluzione spontanea nel corso di due o tre anni. La patogenesi ancora oggi non è molto chiara. Di più rara osservazione è il ginocchio varo conseguente a patologie traumatiche, metaboliche o a malattie ereditarie, che tuttavia devono essere sempre tenute in considerazione al momento della diagnosi. Nei pochi casi in cui un accennato varismo delle ginocchia permane nel tempo, spesso quando coesiste familiarità, può essere preso in esame un intervento chirurgico da eseguire in età adolescenziale o termine dell’accrescimento scheletrico. Oltre al ginocchio varo della prima infanzia, esiste una forma di varismo che si sviluppa durante l’adolescenza. Mentre nelle forme infantili non è presente alcuna sintomatologia clinica, gli adolescenti lamentano invece spesso gonalgia (dolore al ginocchio) sotto sforzo, prevalentemente durante lo svolgimento dell’attività sportiva. Patologie del ginocchio 28 senzaetà Ginocchio Valgo Il ginocchio valgo ha la massima incidenza intorno hai 4 anni di età, ed è dimostrata una tendenza alla risoluzione spontanea fino al 7° anno di età in cui il valgismo delle ginocchia non è patologico e si corregge spontaneamente (ginocchio valgo infantile). Oltre a quello appena descritto, esiste un altro tipo di valgismo delle ginocchia che insorge nell’età adolescenziale e che, contrariamente a quello precedentemente descritto, si aggrava con le ultime fasi di crescita e necessita generalmente di trattamento chirurgico. Il ginocchio valgo è una deviazione verso la linea mediana del corpo: l’angolo esterno, formato dall’asse femorale con l’asse tibiale, risulta minore dei normali 170° – 175°. Il ginocchio valgo è immediatamente evidente e si può misurare la distanza tra i due malleoli interni (soggetto in piede ed a ginocchia unite) per valutare l’entità del valgismo che non dovrebbe superare 1-2 cm dopo il 7° anno di vita. FRATTURE SOVRACONDILOIDEE DI FEMORE Non sono fratture molto frequenti, interessano la metafisi distale del femore. Quando sono complete hanno uno spostamento tipico: il frammento distale si flette posteriormente che può determinare una compressione sul fascio muscolo-nervoso al poplite con una compressione del circolo periferico o interessamento dello sciatico popliteo interno. È quindi molto importante controllare costantemente l’efficienza dei muscoli flessori del piede. Sono fratture che in genere consolidano velocemente in 40-50 giorni. FRATTURE DEI CONDILI FEMORALI Queste fratture possono interessare un solo condilo (monocondile) o tutti e due (bicondile). Avvengono per sollecitazioni in valgismo, in varismo o caduta dall’alto. FRATTURE DELLA ROTULA: Sono fratture molto frequenti, specialmente negli adulti, spesso avvengono per trauma diretto (es. caduta sul ginocchio), mentre quelle per trauma indiretto (brusca contrazione del quadricipite) sono più rare. Sono fratture articolari che si distinguono in: •Fratture comminute in cui l’osso è pluriframmentato con conseguente scomposizione •Fratture sagittali in cui la frattura è verticale •Fratture trasversali in cui vi è la separazione di due frammenti uno superiore (attirato dal quadricipite) e l’altro inferiore (fissato dal tendine rotuleo) con possibile interessamento dei legamenti alari La sintomatologia nelle fratture trasversali complete che sono le più frequenti è tumefazione del ginocchio, solco trasversale rilevabile alla palpazione della rotula, impotenza funzionale nell’estensione del ginocchio mentre rimane la flessione (anche se limitata). Possono associarsi con queste fratture rotture del tendine del quadricipite (rare) e rotture del legamento rotuleo. FRATTURE DEL PIATTO TIBIALE: Si hanno in ordine di frequenza frattura del condilo esterno, frattura del condilo interno e fratture di tutti e due i condili. Queste fratture avvengono in genere per trauma indiretto per compressione del condilo femorale sul piatto tibiale corrispondente (caduta dalla motocicletta). Per quanto riguarda la sintomatologia, nelle lesioni più lievi si ha dolore che aumenta al carico ed alla pressione sul condilo interessato, mentre nelle lesioni più lievi si ha tumefazione del ginocchio, dolore vivo alla pressione, ecchimosi estesa alla gamba ed al poplite, impotenza funzionale e alle volte deformità per deviazione del ginocchio in varismo o valgismo. FRATTURE DELLE SPINE TIBIALI Sono fratture molto rare ma non eccezionali, si distinguono in fratture isolate della spina tibiale mediale o esterna. Avvengono per trauma indiretto (strappamento da parte dei legamenti crociati che vi si inseriscono) e la sintomatologia è data da dolore, tumefazione e impotenza funzionale. senzaetà 29 Medicina artrosi ginocchio Artrosi meglio batterla sul tempo N on solo sopra i 60 anni, non solo al ginocchio, non solo nelle donne. Le patologie artrosiche sono complesse, a volte collegate a malattie immunitarie. Le situazioni più usuali riguardano il distretto del ginocchio, dell’anca, della caviglia e della spalla. Ce lo conferma Elvira Di Cave, primario della Divisione Ortopedica dell’Ospedale Israelitico, che ci spiega come i soggetti più colpiti siano “quelli che presentano un’obesità rilevante, un malallineamento degli arti inferiori (per ginocchia e caviglie), che creano il substrato per una funzione alterata dell’articolazione con conseguente conflitto articolare, ed ovviamente le patologie post traumatiche tipo fratture o lussazioni. È importante tenere ben presente che le malattie immunitarie, tipo artrite reumatoide, possono essere un facile terreno sul quale le patologie artrosiche del ginocchio e della caviglia si instaurano più facilmente ed in modo estremamente precoce, per cui è fondamentale valutare in modo corretto e tempestivo tutti i sintomi caratteristici delle malattie immunitarie, tipo artralgie diffuse, dolori a tutte le articolazioni, rialzi febbrili”. Quali sono i rimedi? “I più importanti riguardano la diagnosi precoce della causa che le può sostenere, esami di laboratorio, esami clinici e strumentali ad alta definizione tipo Tac e RMN delle ginocchia e del collo piede, senza però trascurare un esame radiografico corretto nelle proiezioni, che può risultare indispensabile 30 senzaetà se si dovesse operare il paziente. Caso a parte la spalla, le cui patologie artrosiche si presentano, il più delle volte, come conseguenza di lesioni della cuffia dei rotatori, di quella struttura cioè che tende a contenere un’articolazione così complessa come quella della spalla. Importante non sottovalutare anche tutti gli episodi di lussazioni della spalla, che, se ripetuti, possono dare luogo ad un’instabilità dell’articolazione ed usura precoce con limitazione funzionale ben più grave delle altre articolazioni”. Quando sottoporsi ad intervento? “L’intervento di artroprotesi, sia a carico del ginocchio e dell’anca che della caviglia e della spalla nei casi più gravi, è sempre deciso insieme al paziente in base alle limitazioni funzionali articolari, al dolore e soprattutto alla qualità della vita del paziente stesso. La soluzione migliore è quella presa in accordo con il paziente che non deve essere mai convinto a sottoporsi ad un intervento ma lo deve fare soltanto se lo decide con il suo chirurgo ortopedico”. Quali consigli utili? “I consigli che ritengo di poter dare ai pazienti ed in genere a tutti coloro che soffrono di tali patologie è di mantenere un peso adeguato alla struttura scheletrica, di considerare importanti i sintomi che si presentano senza trascurarne nessuno, di fare esercizio fisico costante senza esagerare, fare dei controlli periodici, consultare specialisti del settore per una diagnosi e trattamento precoci per un miglioramento del quadro clinico e risoluzione della patologia”. ma.la. Prof.ssa Elvira Di Cave, primario della Divisione Ortopedica dell’Ospedale Israelitico di Roma Prevenire l’artrosi I consigli dell’Ortopedico I l ginocchio funziona correttamente solo grazie ad una cartilagine efficiente. La cartilagine articolare, composta di cellule altamente specializzate, non dispone di una riserva di “cellule staminali”. Per questo col tempo viene irrimediabilmente alterata: si parla di ”artrosi”, o “gonartrosi” se riguarda il ginocchio. Nonostante i progressi della medicina rigenerativa, l’intervento di “artroprotesi” resta uno dei più eseguiti, dunque la prevenzione è l’unico modo per evitare o almeno posticipare il ricorso alla chirurgia. E’ fondamentale per il paziente riconoscere i primi segni dell’artrosi, come il dolore diffuso all’articolazione sotto carico, il gonfiore e tipicamente la rigidità quando si muovono i primi passi dopo esser stati a lungo seduti. Primo suggerimento, quello più “low-cost”, consiste nel condurre uno stile di vita corretto evitando soprattutto la sedentarietà ed il sovrappeso: muoversi, infatti, favorisce l’apporto dei nutrienti ed il ricambio del liquido sinoviale che bagna la cartilagine. L’integrazione orale di “condroprotettori” a base di glucosamina e condroitin-solfato è un altro valido supporto: queste molecole aiutano a mantenere la cartilagine più efficiente, riducendone l’usura. Quando l’artrosi causa una sintomatologia più intensa l’acido ialuronico somministrato per via intra-articolare (da 3 a 5 iniezioni) rappresenta una delle più consolidate strategie preventive. Esso si distribuisce sulla superficie articolare, agisce da lubrificante ed anti-infiammatorio riducendo l’attrito tra le cartilagini. L’acido ialuronico è un costituente del nostro organismo per cui non deve essere ritenuto come molecola estranea: infatti, entro 12 mesi viene fisiologicamente riassorbito dal nostro organismo. Per questo periodicamente si è corretto ripetere il ciclo infiltrativo. Gli anti-infiammatori non steroidei per via orale non costituiscono una terapia preventiva; piuttosto sono una palliazione del dolore ed andrebbero usati solo in forme infiammatorie acute perché spengono temporaneamente il campanello d’allarme (dolore) senza risolvere la causa (la degenerazione cartilaginea). Per una corretta prevenzione non si può prescindere dalla valutazione specialistica precoce, corredata da semplici radiografie, per poter mettere in atto le più appropriate strategie preventive quando ancora la cartilagine articolare è vitale e può “recuperare” dai primi segni di sofferenza. Dott. Alberto Busilacchi Clinica Ortopedica Università Politecnica delle Marche Per quesiti particolari scrivere a: [email protected] senzaetà 31 Medicina artrosi ginocchio I consigli del fisioterapista Se il ginocchio proprio non va L ’artrosi è una patologia cronica degenerativa e spesso invalidan- migliorare lo stato cardiovascolare, Dott. Matteo Fabrizi, te, a eziologia multifattoriale, che colpisce le cartilagini artico- neuromuscolare, la flessibilità e lo stato fisioterapista lari. Tra le cause troviamo a titolo esemplificativo ma non esau- di salute generale. stivo l’età, il sesso, storie pregresse di traumi, l’obesità, malformazioni In particolare il miglioramento della capacità aerobia carico dell’apparato muscolo-scheletrico e l’usura ca, della resistenza, della forza e della flessibilità determinata da attività professionali e ludiche. sono associati ad un miglioramento della funIn particolare il ginocchio è una delle articolazioni Nella fase acuta, zione articolare, riduzione del dolore, del conmaggiormente affette da tale patologia e i sintomi terapie fisiche, trollo del peso corporeo e un aumento dell’ausono rappresentati in particolar modo da limitaziotonomia nei gesti della vita quotidiana e una ne funzionale, dolore e crepitii. tecniche di terapia riduzione dell’ansia e della depressione associati La fase acuta della patologia permette differenti manuale alla limitazione funzionale. La perdita di flesmodalità d’intervento, come per esempio l’utilize trattamento sibilità, l’atrofia muscolare, la debolezza, l’ostezo di terapie fisiche (magnetoterapia, laserterapia, farmacologico; oporosi, il dolore e la facile faticabilità sono tecarterapia, etc.), tecniche di terapia manuale e problemi comuni nell’artrosi del ginocchio che trattamento farmacologico. Nella fase subacuta, e la nella fase subacuta, rispondono favorevolmente ad un programma letteratura scientifica lo conferma, è di particolare esercizio fisico di esercizi fisici d’intensità da leggero a modeimportanza svolgere esercizio fisico e fornire una ed una terapia rato. L’ obiettivo principale rimane in ogni caso terapia educazionale all’autogestione. L’esercizio educazionale la risoluzione della fase acuta e la gestione del fisico supervisionato e controllato o attività fisica dolore in fase cronica, naturalmente la prescriadattata, è una componente fondamentale sia in all’autogestione zione del programma di esercizi fisici deve tener termini di prevenzione che di trattamento. Infatti conto dello stato di salute del paziente e in parla pratica regolare di attività fisica supervisionata ticolar modo delle comorbidità che potrebbero e controllata che comprenda sia una componente limitarne o controindicarne lo svolgimento. aerobica che di forza e di flessibilità, è in grado di 32 senzaetà senzaetà 33 “Miralago”una nuova le Marche sul lago In tempi di spending rewiew e di riorganizzazione della spesa sanitaria la Cooperativa COOSS Marche rilancia il proprio ruolo di impresa sociale no profit in favore della politica di welfare regionale con una proposta che vedrà la luce nelle prossime settimane. 34 senzaetà L a realizzazione della residenza sanitaria assistenziale Miralago che sorge sulla riva del lago di Caccamo in territorio comunale di Serrapetrona in Provincia di Macerata è frutto di un investimento e di una ristrutturazione finalizzati alla apertura di una nuova RSA in un territorio pedemontano non del tutto raggiunto dalla rete capillare dei servizi residenziali e riabilitativi in favore di anziani e disabili. L’ubicazione della struttura è particolarmente favorevole sia per il contesto naturalistico che per la facilità di accesso trovandosi a poche centinaia di metri dalla uscita di Caccamo della superstrada S. 77 che la collega in pochi minuti all’Ospedale di Tolentino e alla vicina Regione Umbria. La struttura è localizzata nel tessuto urbano del Comune di Ser- ra Petrona, in zona destinata ad uso residenziale, adeguatamente servita dai mezzi pubblici di trasporto, esercizi commerciali, bar e ristoranti. La residenza Miralago potrà ospitare n. 40 posti letto sulla base dei requisiti abitativi previsti dalla L.R. 20/2000 che indicano in complessivi mq 45 (camera, servizi, spazi comuni) lo spazio per ogni ospite accolto nella residenza. La Struttura è priva di barriere architettoniche ed è dotata di n.2 impianti monta lettighe, inoltre tutti i piani sono collegati attreverso n.2 scale esterne. Tali caratteristiche la rendono adatta ad ospitare persone con particolari esigenze assistenziali e riabilitative prprie di una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) con tutti gli interventi assistenziali, medico sanitari e riabilitativi previsti dalla normativa rsa di cooss di Caccamo regionale vigente. La tipologia degli ospiti comprende le patologie più ricorrenti come l’Alzheimer, esiti importanti di eventi invalidanti, soggetti con esigenze di riabilitazione intensiva. Con l’avvio della attività nei prossimi mesi si prevede un forte impulso alla occupazione tra i giovani provenienti dal territorio con particolare riguardo alle professionalità di operatori socio assistenziali ed infermieri professionali. Tutto il personale socio sanitario sarà selezionato con attenzione alla sensibilità degli ospiti, alla professionalità ed alla esperienza maturata. L’ organizzazione degli spazi interni (camere, sale comuni, servizi igienici, ecc.) è tale da garantire a ospiti non autosufficienti il massimo di fruibilità, di privacy e di mantenimento dei livelli di autonomia personale e consente di organizzare la vita degli ospiti degenti con particolare attenzione agli aspetti della vita comunitaria.È presente un sistema di riscaldamento dotato di regolazione differenziata della temperatura per ambiente. Sono presenti: Luci di emergenza notturne; Linea telefonica a disposizione degli ospiti; Sono presenti camere da letto singole o doppie, con superficie utile di almeno mq 12 per le singole e almeno mq 18 per le doppie; Sono presenti servizi igienici attrezzati per la non autosufficienza collegati alle camere in numero di 1 ogni camera a due posti e 1 ogni camera ad un posto ed in ogni caso, almeno 1 ogni 4 ospiti; Sono presenti locali comuni, anche ad uso polivalente, per soggiorno, attività occupazionali; E’ presente un locale per esercizio di culto e un locale utilizzato come camera ardente; Sono presenti servizi igienici, collegati agli spazi comuni, attrezzati per la non autosufficienza. La struttura dispone di locali da adibire a servizi o prestazioni opzionali: spogliatoio per il personale con servizi igienici e doccia; guardaroba; cucina, dispensa e lavanderia; deposito biancheria sporca e deposito biancheria pulita; ingresso / portineria; uffici amministrativi. Per l’erogazione delle prestazioni ed attività sanitarie sono presenti, all’interno della struttura: locale per ambulatorio; spazio/palestra con relative attrezzature e ausili; spazio per deposito di attrezzature, ausili e presidi; armadiatura idonea alla conservazione dei farmaci; I locali per le attività sanitarie sono di dimensioni adeguate alla funzionalità del servizio; La residenza dispone di attrezzature idonee alla tipologia degli ospiti, ed a norma con le disposizioni vigenti in materia: letti articolati con sponde; corrimano a parete nei percorsi principali. Gli arredi sono curati, gradevoli, funzionali e conformi ai requisiti vigente ed inoltre dispone dell’utilizzo di adeguati spazi esterni. A cura di Nicolò Scocchera senzaetà 35 Alimentazione Per i 5 finalisti, viaggi e gusto in salsa MasterChef Un pollo da talent show parte il concorso F ondato a San Vittore di Cesena 40 anni fa, è un esponente di spicco nel settore agroalimentare italiano, uno di quei gruppi che ha scelto una gestione diretta dell’intera filiera integrata, cioè un controllo approfondito e certificato di tutte le fasi produttive…non da poco se si parla di piatti a base di carne. Amadori oggi, poi, rafforza il binomio tradizione-innovazione – un must tutto nostrano – in maniera singolare: l’ingresso nelle cucine del talent show gastronomico più famoso al mondo come protagonista nella dispensa della seconda edizione di MasterChef Italia. Singolare anche il concorso nato da tale sodalizio: il primo contest gastronomico ideato con l’ambizione di nobilitare la carne bianca d’eccellenza, il pollo, capace di diventare, grazie ad un pizzico di creatività culinaria, protagonista di piatti d’autore. Partito a gennaio, il concorso “Amadorabili Chef ” si concluderà il 3 marzo e premierà 36 senzaetà quanti decideranno di mettersi in gioco con i prodotti Amadori. Acquistando un prodotto della linea “i Grandi Classici” o “Buona Domenica” riportante l’etichetta dell’iniziativa, sarà dunque possibile partecipare al concorso che, oltre a regalare 3 robot da cucina Kenwood Titanium Master Chef alla settimana nella prima fase “Instant win”, premierà i più talentuosi nella preparazione di un piatto che abbia come ingrediente pricipale il pollo e/o il tacchino. Per chi decide di mettere alla prova le proprie abilità culinarie, la sfida si accende tra i fuochi della cucina con la creazione e il caricamento sul sito di Amadori di una ricetta originale che abbia la carne bianca come protagonista. La classifica delle ricette sarà decretata dalla votazione del pubblico via web durante il periodo del concorso, secondo diverse dinamiche che assegnano “chef points” a seconda delle azioni intraprese on line, dal voto degli amici alla condivisione sui social network. L’autore della ricetta più votata sul web, ed altri 4 finalisti scelti da una giuria di esperti tra i primi 30 classificati, si aggiudicherranno l’opportunità di essere protagonisti di un evento di show cooking a Milano, dove la giuria decreterà il vincitore dopo aver visto i concorrenti sfidarsi dal vivo in prove d’abilità ai fornelli ispirate al format di MasterChef Italia. Combinazione degli ingredienti ed esecuzione della cottura; creatività e presentazione del piatto; gusto e livello di soddisfazione del palato sono i criteri in base ai quali sarà eletto il primo “MasterChef Amadori”. E per i 5 finalisti? In palio viaggi e gusto, in salsa MasterChef: al primo classificato un soggiorno gastronomico per due persone a Londra per gustare la cucina di Bruno Barbieri presso il suo ristorante, dal secondo al quinto un weekend milanese per due persone con cena riservata al “Ristorante Cracco”. Genuinità sotto controllo L a qualità di un prodotto è correlata anche alle sue caratteristiche sensoriali. Queste infatti ne determinano l’accettabilità da parte dei consumatori ma sono anche le più difficili da valutare in modo obiettivo. L’analisi sensoriale è la disciplina scientifica impiegata per misurare, analizzare e interpretare le sensazioni percepite da vista, olfatto, gusto, tatto e udito. Scopo dell’attività del laboratorio di analisi sensoriale è descrivere e quantificare gli at- tributi sensoriali che hanno rilevanza nella determinazione della qualità di un prodotto. Per questo si serve di un Panel, gruppo di assaggiatori (giudici) opportunamente addestrati. La peculiarità dell’analisi sensoriale è utilizzare l’uomo come strumento di misurazione con metodiche e strumenti statistici tali da oggettivizzare le prove di valutazione. L’ASSAM ha colto l’importanza di tali aspetti e il suo laboratorio opera attraverso il panel su molte produzioni agroalimentari. I settori in cui il laboratorio di analisi sensoriale dell’ASSAM è operativo: Olio da olive Miele Il Panel regionale ASSAM-Marche, coordinato dal Capo Panel Barbara Alfei, costituito nel 1998, è stato riconosciuto dal COI (Consiglio Oleicolo Internazionale) a partire dall’anno 2000 e dal Ministero dell’Agricoltura dal 2004, in grado di effettuare valutazioni ufficiali di oli vergini al fine della classificazione merceologica, o a fini sperimentali (collaborazioni con Istituti di ricerca) e di supporto alle aziende produttrici. L’attività ASSAM si focalizza sullo studio dei mieli marchigiani e non. Attraverso panel e laboratorio è possibile avere una valutazione qualitativa e la rispondenza all’origine botanica dichiarata. 4. altri prodotti agroalimentari tradizionali carciofo di Montelupone, vino di visciole, vino cotto, prosciutto DOP e IGP Il panel Assam verifica le conformità ai disciplinari della “Caciotta di Urbino DOP”, della “Oliva ascolana del Piceno DOP” e dell’IGP “Ciauscolo delle Marche” PAROLE CHIAVE Panel: un gruppo di assaggiatori esperti e addestrati in grado di discriminare, descrivere e misurare le caratteristiche organolettiche di un prodotto. Panel test: prova di analisi sensoriale effettuata dal gruppo di esperti (8-12) il cui risultato è sottoposto ad elaborazione statistica. Giudici: persone selezionate in base alle attitudini e alle caratteristiche sensoriali ed allenate ad assaggiare determinati prodotti. senzaetà 37 Lavoro La Riforma Fornero (D.L.201 del 6/12/2011, convertito in Legge 214 del 22/12/2011), ha introdotto delle rilevanti novità all’interno del sistema pensionistico italiano. Riportiamo qui di seguito un rapido e sintetico excursus delle disposizioni più rilevanti sull’argomento. Le nuove pensioni SISTEMA CONTRIBUTIVO La Riforma prevede che dal 1° gennaio 2012, le anzianità contributive maturate dopo il 31 dicembre 2011 vengono calcolate per tutti i lavoratori con il sistema contributivo, che prende a base tutti i contributi versati durante l’intera vita assicurativa, al contrario del precedente sistema che rapportava il calcolo della prestazione sulle retribuzioni percepite negli ultimi 10 anni. PENSIONATI, COSA CAMBIA L’ INPS ha chiarito che le vecchie regole sui requisiti per il pensionamento continuano a valere anche per chi avesse maturato i requisiti previsti dalla precedente normativa entro il 31 dicembre 2011 (le novità che riguardano i soggetti già pensionati riguardano prevalentemente l’indicizzazione pensioni e il versamento dei contributi di solidarietà). PENSIONE DI VECCHIAIA E PENSIONE ANTICIPATA Per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti del settore privato e le lavoratrici e i lavoratori autonomi sono previsti due tipi di pensione: la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Pensione di vecchiaia Per la pensione di vecchiaia occorre aver raggiunto l’età pensionabile ed un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Per le lavoratrici l’età pensionabile è progressivamente elevata fino alla completa equiparazione nel 2018 a quella prevista per gli uomini (66 anni e 3 mesi), oltre che proporzionalmente all’adeguamento alla speranza di vita. Oltre a specifiche eccezioni, in generale il regime è differenziato per i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e per i soggetti con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996. Pensione Anticipata Per la pensione anticipata è ora prevista un’anzianità contributiva di almeno 42 anni e 2 mesi per uomini e 41 anni e 2 mesi per donne. Questi valori sono aumentati di un mese per il 2014 e poi dall’adeguamento alla speranza di vita. La pensione anticipata è indipendente dall’età del richiedente. Anche in questo caso, oltre a specifiche eccezioni previste, il regime è differenziata per soggetti con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e per coloro con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996. RICONGIUNZIONE, TOTALIZZAZIONE, CONTRIBUZIONE DA RISCATTO. Ulteriore aspetto meritevole di attenzione: l’opportunità o meno di ricorrere a strumenti quali ricongiunzione, totalizzazione, riscatto dei contributi. Per quanto riguarda il primo, la ricongiunzione consente, a titolo oneroso, di riunificare diversi periodi e posizioni assicurative presso un solo ente, per conseguire un unico trattamento di pensione. La tota- Anzianità contribuiva maturata al 31 dicembre 1995 Anzianità contributiva maturata fino al 31 dicembre 1995 Anzianità contributiva maturata dal 1°gennaio 1996 al 31 dicembre 2011 Anzianità contributiva maturata dal 1° gennaio 2012 18 anni o più Calcolo Retributivo Calcolo Retributivo Calcolo Contributivo meno di 18 anni Sistema Retributivo Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo nessuna anzianità contributiva 38 senzaetà Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi allo Studio di Consulenza del Lavoro “Carotti Rodriguez Progetti Lavoro srl”, Via Grandi, 56, Ancona tel. 071/2868280 [email protected] www.studiocarotti.it. lizzazione consente di mantenere i periodi assicurativi maturati in gestioni diverse, cumulando i vari “spezzoni” per perfezionare i requisiti richiesti per accedere ai trattamenti di pensione. La contribuzione da riscatto, copre alcuni periodi previsti dalla legge per i quali non esiste un obbligo assicurativo. Ricerca honoris causa Camerino laurea lo scienziato imprenditore italo canadese Bellini Impegnato con successo nel settore del farmaco come imprenditore e come ricercatore, con risultati di risonanza mondiale. Per fare un esempio, la messa a punto di “Epivir”, il farmaco anti AIDS ancora oggi più venduto nel mondo e che ha contribuito a salvare milioni di vite, uno dei primi e più importanti farmaci antivirali. “ Francesco Bellini con Sauro Vittori, Direttore Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute La cerimonia nella Sala della Muta di Palazzo Ducale, Camerino 40 senzaetà Abbracciare le innovazioni, esportare nuove idee e soprattutto rischiare”. Questo il messaggio saliente, raccontato con una certa emozione, guardando negli occhi i tanti giovani nella sala, “le nuove energie a cui affidarci”. Questo il cuore del discorso di uno scienziato imprenditore come Francesco Bellini, di recente protagonista della prestigiosa Laurea Honoris Causa in ‘Chimica e Tecnologia Farmaceutiche’ conferitagli dall’Università di Camerino. “Un ricercatore e imprenditore e non so quale dei due ruoli sia stato più difficile, con alti e bassi in entrambi i campi” spiega nel suo discorso. Alti e bassi ma sempre grinta per risalire, voglia di continuare le sfide, un territorio proficuo come quello del nord America. Considerato un “guru” delle biotecnologie applicate alla medicina, Bellini è nato ad Ascoli Piceno nel 1947 e ha doppia cittadinanza, Italiana e Canadese. Trasferitosi a 21 anni a Montreal, si laurea in Chimica e, nel ‘77, consegue un Dottorato di Ricerca in Chimica Organica presso l’Università del New-Brunswick. Una carriera fatta di numerosi trattati ed articoli scientifici, e più di 30 brevetti depositati, in gran parte sull’applicazione delle biotecnologie alla medicina: prodotti per il trattamento e la prevenzione del diabete e delle sue complicazioni, dell’AIDS, del morbo di Alzheimer e, recentemente, di un rigenera- Francesco Bellini con il Magnifico Rettore Unicam, Flavio Corradini La Commissione di laurea applaude Bellini tore epidermico comprendente un ossidante, un fotoattivatore ed un cicatrizzante, molto efficace nel trattamento delle piaghe da decubito. Risultati ad ampio raggio, insomma. È presidente di Neurochem inc., ora BELLUS Health, società capofila specializzata nella messa a punto di medicinali terapeutici destinati al sistema nervoso centrale. Attraverso la propria società di portafoglio privato Picchio International controlla, inoltre, Picchio Pharma, Virochem, Innodia e Adaltis. Oltre i numerosi impegni in campo comunitario e culturale, le onorificenze assegnategli dal governo canadese e le lauree honoris causa, Bellini nel 2005 è stato nominato Cavaliere del Lavoro da Carlo Azeglio Ciampi e nel 2006 ha ricevuto dalla Regione Marche il Picchio d’Oro. “La mia storia dimostra che ci sono sempre opportunità: saperle riconoscere e utilizzare è la sfida. L’avventura per trovare un rimedio all’Alzheimer, per esempio, è costata alla mia famiglia intorno ai 70 milioni di dollari ma credevamo in quella sfida – ha detto ancora Bellini – Il progresso passa per la scienza in un percorso continuo, come quello che ho scelto senza adagiarmi sui primi risultati. È triste vedere cervelli che vanno via dal proprio Paese. L’Italia non può basare il suo futuro solo sul settore manifatturiero. Bisogna abbracciare le innovazioni, esportare nuove idee e soprattutto rischiare, puntando sull’educazione come la migliore politica moderna”. ma.la. Per il 2013 arrivano ulteriori novità dall’impegno di Bellini. A dircelo in anteprima è Marco Marchetti, CEO di FB Health (di cui Bellini è presidente), che si occupa di ricerca, sviluppo e commercializzazione di molecole innovative per la prevenzione ed il trattamento delle patologie in ambito Neurologico e Geriatrico, con una particolare attenzione verso pazienti anziani e meccanismi dell’invecchiamento. Le novità riguardano proprio la “riserva cognitiva”, un’area di ricerca di interesse in forte crescita, in quanto il concetto stesso di riserva cognitiva è strettamente collegato alla prevenzione delle malattie neurologiche da degenerazione. senzaetà 41 INFORMA Vertici Sanità Marche cambia tutto Almerino Mezzolani, assessore alla Salute Regione Marche La giunta regionale nomina i direttori dei nuovi servizi 42 senzaetà E ra previsto dalla spending rewiew della Finanziaria 2013. Detto fatto, il Dipartimento dei Servizi Sanitari della Regione Marche non esiste più: una nota stampa di fine anno (21 dicembre scorso) nomina Paolo Galassi, già direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Ospedali riunti, presidente del nuovo Coordinamento degli enti del servizio sanitario regionale. Questo sarà d’ora in poi il soggetto referente per l’organizzazione gestionale della Sanità marchigiana. Ne fanno parte il direttore generale dell’Asur Piero Ciccarelli, il direttore generale di Marche Nord Aldo Ricci e il direttore generale dell’Inrca Giuseppe Zuccatelli. Questo Coordinamento – ha affermato alla conferenza stampa di fine anno l’assessore alla Sanità Almerino Mezzolani – sarà supportato per gli aspetti tecnici dal neodirigente del Servizio Sanità della Regione Marche Pierluigi Gigliucci mentre per le Politiche Sociali il dirigente è Paolo Mannucci. La Finanziaria 2013 approvata nella seduta del 19 dicembre scorso, ridistribuendo ruoli e competenze in materia di sanità e politiche sociali ha inteso separare nettamente le funzioni di programmazione da quelle di gestione e sopprimendo il Dipartimento Salute e Servizi Sociali ha inaugurato un nuovo assetto delle strutture regionali della sanità. Francesca De Pace nuovo coordinatore del Centro regionale trapianti Al posto del Dipartimento, ecco il Coordinamento Enti Servizio Sanitario con Galassi presidente. La dott.ssa Francesca De Pace è il nuovo coordinatore del Centro regionale trapianti. È stata nominata oggi dalla Giunta regionale. Sostituisce il dottor Duilio Testasecca, alla scadenza del secondo mandato quinquennale e tenuto conto dei sopraggiunti limiti d’età. Dal 2009 De Pace lavora, a tempo pieno, all’Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, dove ha sede il Centro. “Per dare continuità alle azioni intraprese – afferma l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani – abbiamo ravvisato la necessità di procedere a un avvicendamento, individuando, nell’ambito dell’Azienda che, in questi anni, ha rappresentato il centro propulsore del processo di donazione e trapianto, un professionista di sicuro valore, con esperienza pluriennale nel settore. La De Pace rappresenta la persona di maggiore spicco, con svariati riconoscimenti nazionali e internazionali. La scelta premia anche le sue capacità organizzative, formative e tecniche, unitamente alle qualità umane dimostrate in questo particolare e delicato contesto, dove gli aspetti clinici e medici si intersecano con quelli psicologici, etici e culturali. mAl dott. Testasecca vanno i ringraziamenti di tutta la comunità regionale per l’impegno e la dedizione mostrata questi anni che hanno consentito alle Marche di raggiungere traguardi nazionali di grande rilievo”. Grazie all’attività del Centro regionale trapianti, oggi le Marche risultano la prima regione in Italia come donatori utilizzati (37,1 per milione di popolazione). Dal 2005 sono stati effettuati 536 trapianti (258 reni – 268 fegato – 9 pancreas – 1 trapianto di reni tra viventi). La Banca delle cornee di Fabriano ha incrementato le attività, divenendo leader in Italia sotto vari aspetti qualitativi e quantitativi. senzaetà 43 Emergenza il messaggio parte L’ I.N.R.C.A., in prima linea sulla questione dagli anni ’70, informazioni e consigli insieme all’Associazione per la C irca 600 le persone che si sono presentate per lo screening glicemico nella città di Ancona, dove ATD, Associazione per la Tutela del Diabetico Onlus, e Centro Antidiabetico I.N.R.C.A. (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) di Ancona, hanno diffuso materiale informativo, consulenza medica qualificata, permet- state effettuate su pazienti a digiuno, come deve avvenire per una corretta valutazione del tasso glicemico, l’incidenza del 3% di valori fuori norma riscontrati, testimonia l’importanza di iniziative come quella di Ancona. Queste persone sono state infatti invitate a segnalare al proprio medico curante quanto emerso dallo screening, per poi procede- saggio diffuso nelle giornate di sensibilizzazione e controllo, secondo Gambi, per il quale è di grande importanza “sottoporsi periodicamente al pur semplice esame della glicemia e mantenere uno stile di vita attivo, con una mezz’ora di attività fisica al giorno ed una dieta equilibrata, in modo da ridurre fortemente il crearsi di quelle condizioni che re con le necessarie analisi”. Differenziando i dati in base al sesso (graf.2-3) emerge come per le donne elevati valori misurati si sono manifestati oltre i 62 anni, mentre per gli uomini già a 58 anni sono stati misurati valori fuori norma. “Il diabete è una malattia importante, che non va sottovalutata, ma che può efficacemente essere curata, soprattutto se diagnosticata in tempo, prevenendo quindi le sue severe complicanze”. E’ questo il principale mes- possono favorire l’insorgere della patologia diabetica”. Se allarghiamo lo sguardo all’intera regione Marche, poi, sono decine di migliaia i diabetici, il 5% con diabete accertato mentre un altro 3/5% è affetto da questa patologia ma, per vari motivi, non emerge dalle rivelazioni accertate. Nella terza età i numeri crescono e la percentuale sale al 10%. Ce lo dice Massimo Boemi, Direttore Diabetologia I.N.R.C.A. di Ancona, da 25 anni in forza all’Istituto. “Su tut- graf.1 Prof. Ennio Gambi, Presidente ATD A novembre scorso, la Dodicesima edizione della Giornata Mondiale del Diabete, una delle patologie croniche che necessitano di maggiore attenzione, come indica il Piano Sanitario Nazionale. Centinaia di piazze italiane interessate ma soprattutto un’occasione per aprire gli occhi su una problematica di stringente attualità e sull’importanza di prevenzione e corretta cura. L’esperienza di Ancona, voluta da ATD e I.N.R.C.A., ed il quadro marchigiano forniscono il polso di una questione nazionale e consigli utili in materia. 44 senzaetà tendo di effettuare gratuitamente l’esame della glicemia. E i risultati, elaborati recentemente, parlano chiaro, fornendoci una fotografia territoriale. “Sono stati rilevati vari casi di valori superiori a 180 (graf.1), indice pertanto di una situazione che supera la soglia di attenzione e che necessita sicuramente di ulteriori approfondimenti – ci racconta Ennio Gambi, Presidente ATD, che ci fornisce una serie di grafici significativi – Pur se queste valutazioni non sono diabete: da Ancona fornisce Tutela del Diabetico Dott. Massimo Boemi, Direttore Diabetologia I.N.R.C.A. di Ancona graf.2 graf.3 ti i pazienti diabetici, gli ultrasettantacinquenni, in particolare, sono il 30%, la percentuale più alta in Italia”. Storica realtà anche in materia, l’ I.N.R.C.A. si occupa di diabete ormai dalla fine degli anni ’70 e solo nel suo centro Antidiabetico conta oggi oltre 8.000 pazienti ambulatoriali e circa 500/700 nuovi casi all’anno. Nei decenni tanto è cambiato: “La qualità delle cure è molto aumentata, come l’informazione – racconta Boemi – Per questo il numero di casi di complicanze gravi, sia acute che croniche, è diminuito, e la malattia stessa può oggi considerarsi meno invalidante”. L’istogramma mostra il valore medio di glicemia misurato, e gli estremi, per fasce di età, evidenziando come valori più elevati si manifestano progressivamente col crescere dell’età. Il diabete può essere considerato una vera e propria epidemia nel nostro Paese, che nel 2025 farà registrare, secondo le stime, circa 5 milioni di malati, ha spiegato ancora Boemi, che ha parlato di un’esplosione di casi di diabete di tipo 2, soprattutto nei bambini. Arriva in Italia un fenomeno già molto noto, dunque, negli Stati Uniti. “Con iniziative come quelle di Ancona emerge, di solito, un 10% degli intervenuti al controllo che non sapeva di essere affetto da questa patologia” fa notare ancora Boemi. Ma le urgenze in materia sono diverse: “Con l’immigrazione, ad esempio, stiamo importando grande quantità di casi da sud est asiatico, Africa, Europa dell’est: si tratta di individui che, avendo una predisposizione genetica al diabete, quando acquisiscono stili occidentali, sviluppano la malattia”. Un fenomeno nazionale difficile da comunicare e che implica spese sanitarie più elevate, in un sistema che è, per lo stesso Boemi, solo parzialmente pronto rispetto ai vari aspetti della mediazione culturale. Si pensi alla “impreparazione a curare il diabete durante il ramadan, in cui si mangia di notte ma non di giorno”. “Considerato il numero crescente di persone con diabete e la società che invecchia, inoltre, lo stile di vita, in realtà, sta peggiorando e aumentano i casi di diabete. Per questo gli specialisti devono lavorare in stretta sinergia con la medicina generale. In futuro, una chiave di questo pesante problema può essere questa”. Curare il diabete, in ultima analisi, non è solo curare la glicemia: “è certo l’aspetto più importante ma ci sono cuore, reni, occhi, nervi, e non ci si può limitare al controllo della glicemia” conclude Boemi, secondo il quale il diabete più diffuso è quello “da predisposizione genetica, che viene espressa in ambiente sfavorevole, cioè quello che porta alla sedentarietà e a mangiare troppo. La maggior parte degli individui geneticamente predisposti potrebbe evitare o ritardare di molto l’espressione clinica se scegliesse il giusto stile di vita”. Maria Chiara La Rovere senzaetà 45 Nuovo Inrca: C ertamente sarà il primo “Ospedale dedicato” ai pazienti anziani, come richiesto da Don Vinicio Albanesi e dall’Inrca... ma non solo. Questa nuova struttura è un intervento complesso e tecnologicamente avanzato e si configura come ospedale di rete a tutti gli effetti. Oltre all’Inrca (ex geriatrico di Montagnola) che troverà qui la nuova sede, vi sarà ospitata Italia Longeva con fini di ricerca e di fatto l’ospedale nasce per servire tutta la zona sud del capoluogo. “Un ospedale è una macchina che deve funzionare bene e molto” è stato detto alla conferenza stampa dal Gruppo GDM alla presenza di un soddisfatto Presidente Gian Mario Spacca che vede il coronamento di un percorso complesso e lungo sul quale la Regione ha investito tanto. Anche per avere – ha sottolineato l’assessore Mezzolani un ritorno ad effetto positivo e immediato sull’intero sistema sanitario marchigiano, in linea però con l’attuale tendenza nazionale. 46 senzaetà La scheda IMPRESA AGGIUDICATARIA- G.D.M. costruzioni SPA capogruppo-di Peschiera Borromeo (MI) in associazione con PSC spa di Potenza. • Stipula contratto lavori 27 novembre 2012. • Consegna dei lavori 13/12/2012. Da tale data partirà l’allestimento del cantiere. • Presunta fine lavori 750 giorni (2015). L’importo totale dell’intervento è di € 79.500.000 • Le economie derivanti dal ribasso d’asta sui lavori, € 20.271.000, saranno utilizzate per completare l’area destinata a ricerca e uffici amministrativi dell’ultimo piano (€ 2.250.000); interventi previsti sulla viabilità (5 milioni); imprevisti da considerare nell’ordine del 4-5% dell’importo posto a base di gara € 2.500.000; spese per traslochi tecnologie e arredi per € 500.000; acquisto tecnologie, attrezzature ed arredi nuovi. solo un ospedale? I numeri La nuova struttura avrà 250 posti letto in stanze doppie e singole in grado di ospitare dai 13 mila ai 14 mila ricoveri e 6 sale operatorie. In totale la superficie coperta sarà di circa 35 mila mq con elisuperficie e parcheggi. Il corpo è articolato in tre parti: degenza (8.830 mq), ricerca biomolecolare (5.000 mq), piattaforma tecnologica di diagnosi e cura (6.100 mq). A questi vanno aggiunti i servizi generali sanitari (2.900 mq) e quelli generali non sanitari, come uffici, magazzini, cucina, mensa, bar (6.770). La struttura clinica sarà in grado di dare totale copertura al fabbisogno attuale e di ospitare qualunque utenza, quindi non solo anziani, dell’intera area metropolitana sud. Paciaroni ci lascia : il suo progetto per il futuro H a sempre creduto che l’anziano fosse l’esempio, il modello di studio, il saggio avamposto da cui trarre spunto per un rinnovamento che migliora l’attuale stato di cose, non si limita solo a perpetuarle. Il prof. Enrico Paciaroni ci ha lasciato con un progetto importante e una chiara visione del futuro: la longevità attiva sarà la sfida delle nuove generazioni per studiare, capire e intervenire sul profondo mutamento sociale che stiamo attraversando. Con il suo consueto stile, l’impegno scientifico frammisto alla competenza culturale, questi due libri, che così si intitolano, sono il suo testamento spirituale, la summa di una carriera in geriatria che ci ha portato a livelli medici altissimi, come fondatore dell’Inrca. Sono altresì frutto del lavoro di squadra di alcune persone che dobbiamo citare: la dott.ssa Fabrizia Lattanzio direttore scientifico Inrca che ha subito capito e appoggiato la ricerca, la dott.ssa Tiziana Tregambe responsabile Urp che ne ha curato e organizzato la fattibilità, la dott.ssa Sulmana Ramazzotti ricercatrice attenta che si è presa cura dei particolari e il nostro editore Pixel che ha curato grafica e impaginazione del libro. Rimane indelebile il ricordo di diverse giornate dedicate alla selezione dei materiali e alla scelta della ricca documentazione: un impegno che ha visto Paciaroni attivo fino all’ultimo, sempre pronto a rimettere in discussione ogni passaggio per migliorare il contenuto iconografico, per rendere il testo giornalisticamente adatto a tutti. Anche in pensione, ormai fuori dall’amatissima Inrca, ha voluto rimettere insieme una sua ultima “squadra”: ci sorprese la sua contentezza nell’essere riuscito a presentare il libro durante il Congresso eucaristico di Ancona e all’inaugurazione del Passetto con il prof. Crepet. Occasioni diversissime e distanti ma accomunate dal tema, unico e pregnante: l’anziano, la famiglia, il futuro. Chi ha lavorato insieme a lui ne ricorda soprattutto la precisione e la tenacia nel raggiungere l’obiettivo, la serietà e l’onestà intellettuale e professionale. Doti che nella scienza e nella medicina come nella vita, appartengono ai grandi. Luca Guazzati senzaetà 47 48 senzaetà senzaetà 49 Casa del volontariato AI DEBOLI CHI CI PENSA? Da una figura del ‘500, l’impegno attuale dell’Associazione volontari Fra’ Albenzio C ostituita nel 2003 con lo scopo di portare assistenza alle persone anziane bisognose di aiuto, ai portatori di handicap e a quanti si trovano in condizioni di difficoltà, l’Associazione volontari Fra’ Albenzio Onlus di Roma prende il nome dalla figura di un umile frate, fra Albenzio De Rossi, nato nel 1542 a Cetraro in provincia di Cosenza, che nello sfarzo della Roma Rinascimentale si prese a cuore i più deboli della società. Anche questa realtà associativa – come quelle che abbiamo avuto modo di incontrare in questi mesi di approfondimenti sul volontariato romano – attraverso l’intervento dei suoi volontari, aderisce ad alcuni progetti dell’As- 50 senzaetà sessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale gestiti dalla Casa del Volontariato, e si integra, inoltre, con i servizi del Municipio XVII della Capitale, dove ha sede. L’Associazione si prefigge di fornire servizi e prestazioni sulla base di un diffuso volontariato per aiutare nella soluzione dei problemi della vita quotidiana le persone anziane ma anche i soggetti disabili che necessitano di aiuto e di assistenza. Allo stesso tempo si adopera per promuove e diffondere un senso civico di “cultura della solidarietà”. Le attività portate avanti spaziano dal trasporto di anziani e diversamente abili svolto dai volontari agli aiuti a domicilio per quelle piccole ma vitali necessità quotidiane come la spesa, la compagnia, il disbrigo di pratiche. Le attività della fra’ Albenzio non riguardano solo il lato “emergenza”: i soci, infatti si ritrovano per gli intrattenimenti di carattere culturale e ricreativo organizzati sia nella propria sede sia altrove. Parliamo di momenti piacevoli da condividere per la lettura di opere letterarie di Dante, Foscolo, solo per citarne qualcuno, oppure per partecipare a concerti di musica o visite guidate nelle chiese e musei della città. L’Associazione, infine, collabora con la Protezione civile. Tutte queste attività hanno un unico comune denominatore, quello di venire incontro alle difficoltà proprie dell’età, delle malattie, della solitudine, forse il male più diffuso delle nostre metropoli, in virtù di un’ispirazione cristiana che vede nel debole il suo prossimo. L’Associazione ha sempre attiva una segreteria per la consulenza, l’assistenza, la prenotazione dei servizi e per i rapporti con gli assistiti. Il direttivo è costituito da Renato Fanelli nella persona del presidente, da Marina Giannella vice presidente, Antonio Barbera tesoriere, e dai consiglieri Elio Brighi, Francesco Giorgetti, Francesco Caruso, Maria D’Andrea, Guido Meneghini e Franco Filippini. Nicoletta Di Benedetto La sede dell’Associazione volontari “Fra’ Albenzio” è in Via Sebastiano Ziani 28/32 00136 Roma - Tel. 06.89767250 Fax 06.89767249 [email protected] Dalla Calabria a Gerusalemme Fra’ Albenzio De Rossi visse per servire i poveri e per la preghiera. Nato a Cetraro (Cosenza) nel 1542, giovanissimo entrò in seminario per essere consacrato al Signore, ma alla vita sacerdotale preferì quella eremitica, più consona alle sue esigenze spirituali. Dalla Calabria viaggiò per tutta l’Italia Meridionale e arrivò fino a Gerusalemme, il più sacro dei luoghi per ogni cristiano. Da questo viaggio riportò un dono: una bella icona della Vergine Maria. L’immagine si mostrò subito miracolosa quando fra’ Albenzio, nel burrascoso viaggio per mare di ritorno in Italia, la sollevò invocando il nome di Maria e le acque si calmarono. Per tutta la vita il frate custodì gelosamente l’effige, mostrandola raramente in pubblico. Giunto a Roma, rimase colpito dai tanti poveri e dalla moltitudine di pellegrini che arrivavano stanchi, stremati e anche bisognosi di cure. Queste immagini di sofferenza lo spinsero a chiedere all’allora Papa Sisto V (1585-1590) un luogo da adibire all’accoglienza e cura di queste persone. Fra Albenzio ottenne un terreno nel rione “Borgo” e, attraverso le elemosine e le donazioni di alcuni benefattori, in soli quattro anni riuscì a far costruire una casa di accoglienza e un’attigua chiesetta dedicata all’Ascensione di Nostro Signore. La casa era costituita da 13 celle, una cucina-refettorio e anche un orto. L’ospizio-ospedale divenne presto noto e il motto che il frate ripeteva sempre e a tutti era “Facemo bene adesso ch’avemo tempo”. Quando si accorse che le forze gli venivano meno e la chiamata del Signore era vicina - morì il 19 aprile del 1606 - ordinò che gli venisse portata per un’ ultima volta la sacra effige della Vergine e che dopo la sua morte l’avrebbero dovuta esporre al culto dei fedeli. L’immagine miracolosa e le spoglie dell’umile frate furono collocate nella Chiesa dell’Ascensione, poi distrutta nel 1941. Oggi i resti di fra’ Albenzio e la Venerata immagine della Vergine sono custoditi nella parrocchia dedicata alla Madonna delle Grazie al Trionfale. senzaetà 51 Psicologia Riparto da Nuova fine, nuovo inizio... e buoni propositi N on esiste nulla di più delicato come la fine di un anno e l’inizio di uno nuovo. Non è un semplice cambio di numero su un calendario – il cambiamento, il lasciare andare, la necessità di adattarsi accadono di continuo, ogni mese, ogni giorno, ogni ora, ogni istante, ad ogni respiro – è che semplicemente la nostra società ha focalizzato molte delle sue energie su tale passaggio, per lo più per scopi commerciali, per cui volente o nolente, lo dobbiamo subire. Subire, non vivere consapevolmente, come invece potrebbe essere più utile e istruttivo per ciascuno di noi. E allora siamo presi dal vortice delle feste, degli auguri, delle abbuffate, della musica a tutto volume, degli abiti scintillanti e da tutta l’infinita varietà di riti e tradizioni usuali. 52 senzaetà Mai come al termine di qualcosa emergono le nostre fragilità. Al fondo di tutto c’è la paura. E sotto ancora, il dolore della transitorietà di ogni cosa, dell’inconsistente, dell’effimero, del superficiale a cui ci aggrappiamo credendo che la nostra vita sia tutta lì. Ci affanniamo, agiamo, e sbraitiamo proprio per non sentire tutto il marasma che ci agita dentro. Mai come alla fine dell’anno, sentendo che qualcosa di noto, familiare – per quanto spesso stretto, e monotono – sta venendo meno, ci creiamo nuovi fantasmi, obiettivi, oggetti, luoghi, persone da raggiungere, conquistare e cercare di ottenere, pur di evitare quella che, in ultima analisi, è una solitudine di fronte ad ogni passaggio, con il nostro sentire, con la nostra responsabi- lità, il nostro impegno, la nostra volontà. Ma è proprio attraversare la solitudine che porta a trascenderla e vivere l’unicità. Ogni nuovo obiettivo, meta, buon proposito per il futuro rappresenta l’ennesima idea mentale a cui ci aggrappiamo per evitare di vivere quel che c’è nel momento presente, che è l’unica possibilità che abbiamo. Ma ogni idea, ogni pensiero non può essere altro se non frutto del passato, e così facendo ci condanniamo a ripetere la solita storia, che ci sta tanto stretta, a cui cerchiamo di dare una svolta. La soluzione a tale circolo vizioso? Molto semplice e alla portata di tutti, in qualsivoglia luogo e momento dell’anno. Ripartire da sé, della propria conoscenza, consapevolezza, com- prensione e abbandono – inteso come progressiva liberazione da tutte le sovrastrutture che l’identità della vita quotidiana propone e impone. Questo crea le basi per poter tornare continuamente e costantemente al momento presente, al qui ed ora, che è l’unica opportunità che abbiamo per trasformare noi stessi. Cosa che poi, in realtà, paradossalmente solo per quel che interpreta la mente, accade da sé, senza sforzo, senza impegno, quando ci lasciamo andare, quando abbandoniamo ogni pretesa di previsione, controllo, direzione, per lasciare che sia la Vita stessa a plasmarci con il suo fluire. Anna Fata Psicologa olistica, scrittrice www.armoniabenessere.it Tornare al momento presente, al qui ed ora, è l’unica opportunità per trasformare noi stessi. Accade senza sforzo, quando abbandoniamo ogni pretesa di previsione, controllo, direzione. me VIVERE, NON SOPRAVVIVERE: Come fare? Risiedere nel momento presente, focalizzandosi sul semplice stare nel corpo e nel respiro, nella concretezza dei gesti quotidiani, camminare, lavarsi, vestirsi, mangiare, guidare, ecc. Non indugiare in ricordi, rimpianti, recriminazioni, nostalgie, e in tutto ciò che è immagine, parola, pensiero mentale e tornare al concreto del momento Evitare di effettuare paragoni, confronti, o d’ispirarsi a modelli ideali: la vota e noi stessi siamo quel che siamo, perfetti nei singoli momenti, qui e ora Astenersi dall’eccessivo programmare, progettare, prevedere: si può essere, agire e cambiare le cose e noi stessi solo nel presente Imparare ad assaporare la preziosità delle piccole cose, a ringraziare per il dono che ce ne viene fatto, e che non abbiamo fatto alcunché per meritare Esercitarsi a perdonare, noi stessi e gl’altri e ed accettare che ciascuno fa’ quel che può, come e quando può Lasciarsi andare al sorriso, al gioco, all’ironia, alla leggerezza, alla fiducia. senzaetà 53 Disturbi sessuali maschili … quando ansia e stress sono ‘nemici’ dell’uomo. Dott.ssa Alessandra Battistelli Psicologa clinica Villa dei Pini 54 senzaetà L a disfunzione erettile, comunemente chiamata “impotenza”, e l’eiaculazione precoce sono le due disfunzioni sessuali maschili più frequenti e diffuse. La prima colpisce il 5-20% della popolazione maschile, la seconda il 20-30%. Si parla di disfunzione erettile quando l’uomo manifesta difficoltà ad ottenere la erezione, a mantenerla o non prova alcun piacere. L’uomo che soffre di eiaculazione precoce, invece, non è in grado di controllare adeguatamente il riflesso della eiaculazione, il che comporta il raggiungimento dell’orgasmo in tempi molto brevi, a volte ancora prima della penetrazione. Le cause delle difficoltà sessuali possono essere di tipo organico, psicologico ed emotivo e vanno ricercate nella storia, nelle caratteristiche individuali e, in alcuni casi, nelle dinamiche relazionali della coppia. E’ molto importante non sottovalutare mai la componente emotivo-affettiva di queste problematiche che va poi ad influenzare non solo il rapporto con se stessi e la propria sessualità, ma anche l’intimità di coppia. Le più comuni e frequenti cause di origine psicologica alla base delle difficoltà sessuali possono essere: intensa e persistente ansia e/o paura di avere un insuccesso in campo sessuale, ansia da prestazione, paura di fallire, timore del rifiuto da parte della partner, incapacità o difficoltà a rilassarsi e ad abbandonarsi al piacere sessuale, stress e nervosismo che impediscono le normali dinamiche di eccitamento e abbandono al proprio piacere e a quello dell’altro. Da non sottovalutare è anche l’influenza spesso negativa di credenze ideologiche e religiose o personali atteggiamenti rigidi nei confronti della sessualità che possono bloccare e inibire desiderio ed eccitazione sessuale. L’uomo afflitto da problematiche che compromettono la sua vita sessuale generalmente prova molta vergogna e, purtroppo, con grande fatica riesce a chiedere aiuto ad uno specialista. Atteggiamenti di questo tipo possono addirittura aggravare la situazione di disagio, creando conflitti nel rapporto di coppia fino a danneggiare anche la sessualità della donna che può manifestare assenza di desiderio, sensi di colpa o perdita di autostima. È importante sottolineare,quindi, che i disturbi sessuali sono nella maggior parte dei casi risolvibili con interventi psico-sessuologici mirati in cui si focalizza l’attenzione sugli elementi all’origine del problema riscontrato attraverso tecniche cliniche in grado di riorganizzare e normalizzare i processi naturali alla base di una vita sessuale attiva e pienamente soddisfacente. Si può risolvere Nella maggior parte dei casi Con interventi psicologici mirati Contro la burocrazia Orientamento e cordialità Il servizio accoglienza a Villa dei Pini L o Spazio Accoglienza di Villa dei Pini è uno sportello informativo integrato a disposizione dei cittadini e costituisce la fonte informativa principale sui servizi sanitari e socio-sanitari. E’ aperto tutte le mattine dal Lunedì al Venerdì dalle 8.30 alle 12.30; un’Assistente Sociale è a disposizione degli utenti per garantire le seguenti attività: • Fornire informazioni relativa alle diverse opportunità, risorse, prestazioni, agevolazioni, servizi del sistema complessivo d’offerte della Casa di Cura esistenti e accessibili; • Raccogliere le domande di accesso a prestazioni e servizi, i reclami,i suggerimenti e inoltrarle ai servizi competenti; • Collaborare con i servizi ed operatori specialistici per le situazioni complesse o delicate che possono necessitare di una valutazione e presa in carico integrate; • Effettuare una prima lettura dei bisogni socio-sanitari, proponendo ai cittadini le prestazioni e i servizi a lui accessibili in base alla tipologia di bisogno; • Favorire il rapporto tra la Casa di Cura e altri ospedali, Medici di Medicina Generale, Distretti Sanitari e rete di servizi socio-sanitari del territorio. • Concorrere alla semplificazione delle procedure amministrativo-burocratiche. In questi primi dieci mesi di attività molti utenti si sono rivolti allo Spazio Accoglienza per informazioni sui servizi specialistici, aiuto nell’espletamento di pratiche amministrative (domande di invalidità civile, indennità di accompagnamento, legge 104, etc). Orientiamo i cittadini nella complessità dei percorsi sociosanitari: reinseriamo pazienti che hanno terminato la degenza in altre strutture come R.S.A. o centri di riabilitazione. Infine, gestiamo reclami e suggerimenti: attività molto apprezzata dagli utenti, soddisfatti di avere a disposizione un operatore che li ascolta e cerca di risolvere i loro problemi. nonché la raccolta e la lettura dei Questionari di Gradimento rivolti agli utenti; è importante avere consapevolezza della qualità percepita dai cittadini sui servizi erogati. Dott.ssa Valentina Zoppi Assistente sociale Casa di Cura Villa dei Pini Assistente Sociale Dr.ssa Valentina Zoppi Casa di Cura Villa dei Pini Viale dei Pini 31 62012 Civitanova Marche 0733 7863165 senzaetà 55 X-Files Licantropo più bestia che uomo F ino al XVII secolo il termine licantropia indicava una manifestazione diabolica. E’ del 1615 il primo Trattato completo sul Licantropo che considera l’uomo soggetto a trasformazione come un pericoloso mostro che subisce abnormi suggestioni in preda a crisi mentali che appunto lo portano a strane deformazioni del corpo... Dunque, non malformazioni d’origine, ma reali deformazioni – quindi trasformazioni – causate da una qualche patologia che, mentale ancor prima che fisica, vanno in ogni caso ricondotte a malattia. Se ne parla diffusamente in “Lupo di plenilunio” di Ambroise Parè che parla di “uomo lunatico” come patologia e “alienazione mentale”, ispirando l’Editto di Luigi XIV (1682) che riconosce per primo la malattia della licantropia e non la classifica più come possessione diabolica, risparmiando il rogo a diversi sospettati. Ma è il medico olandese Jean Wier che poco prima indica i sintomi più comuni, classificandoli nella scienza medica. Gli “occhi infossati e iniettati di sangue” una “sete spaventosa” dovuta a eccessiva sudorazione che secca la lingua, la ricerca di carne fresca e giovane per calmare una fame dovuta a spasmi di stomaco; infine, e qui si spiega i caratteri somatici e i connotati che mutano visibilmente, ulteriori tremendi spasmi muscolari di non ben definita natura epilettica che incidono a più riprese durante la vita dell’individuo sia nell’apparato muscolo scheletrico, aumentandone le potenzialità muscolari e quindi la massa soprattutto degli arti sia nel disequilibrio psichico che porta l’individuo ad isolarsi e cercare il buio, a lamentarsi urlando per lenire tali spasmi dolorosi e infine, cercare di muoversi di notte orientandosi solo con la luce della luna piena.... per placare nuove e insaziabili esigenze di sete e fame. Non finisce lì: gli risponde Henri Bouguet, demonologo che invece torna nel 1619 a insistere con il lato oscuro della bestia che apparterrebbe ereditariamente ad alcune famiglie maledette. Ceppi originari della Scozia, in fuga dalla 56 senzaetà Malattia & Maledizione Ipertricosi, più volgarmente “sindrome del lupo mannaro” è l’eccessiva crescita di peli su ogni parte del corpo. I “lupi mannari” avrebbero un pezzo in più (una duplicazione, scientificamente parlando) di un segmento del cromosoma X. Se da tempo gli studi avevano rivelato l’origine genetica dell’ipertricosi, di recente è stato individuato il gene maggior indiziato dell’anomalia: l’ipertricosi sarebbe, secondo gli scienziati dell’Università della California del Sud, originata infatti da una duplicazione di Dna vicino al gene SOX3. L’ipertricosi interessa meno di cento persone in tutto il mondo Il Gran Circo Royal è arrivato a Madrid, e lo fa con Jesús Fajardo come massima stella. Questo giovane messicano figura nel libro del Guinness dei Records come “l’uomo lupo” poiché soffre di ipertricosi, ereditata da sua nonna che gli provoca un eccesso di peluria corporale. propria terra braccati e perseguitati incrociati con famiglie dedite alla magia nera provenienti da regioni balcaniche e dai loro mari chiusi si sarebbero costituite in culti satanici nel centro Europa, disperdendosi poi lungo le colline boscose, dall’alto della Normandia, a sud, lungo la Provenza e l’Appennino, scavalcando le Alpi, troppo impervie e fredde. Nel corso del 1600 però, la Medicina sviluppa l’idea di una licantropia clinica determinata da eccessi di depressione, schizofrenia avanzata e “melancolie” intesa come disequilibrio d’umore capace in forma tossica di causare l’emissione di fluidi corporei che attaccano circolando la stabilità degli ormoni maschili. Primo sintomo: allucinazioni da panico che conducono alla follia e portano a credere nella guarigione addotta da formule e riti magici. Come il bere sangue e intrugli vitaminici conditi con droghe. Una di queste poderose e pericolose “pozioni” sarebbe stata in grado – si legge in Robert Burton, citato nel 1621 dal collega medico Collin de Plancy in “Dictonnaire Infernal” come massimo esperto di cure per licantropia – di far crescere capelli e peluria a dismisura “ricoprendo addirittura vaste parti del corpo inusuali per gli umani”. Nella contea di York nel 1766 il locale Arcivescovo (l’autorità più alta), ordina nel suo editto “di vietare il consumo di carne di animale morto per il morso di un lupo o altra bestia similare”. Questo per il pericolo di una malattia ad infezione sempre più diffusa, denominata “rage” che produce “eccitazione incontrollabile e salivatione abbondante” oltre, in determinati e più rari casi, l’insorgenza di Hipertricose, traducibile in “ipertricosi”, ossia “pelosità eccessiva su tutto il corpo, per l’omo e per la donna che rassomiglierà più a besttia che a persona”. (seconda puntata - continua...) Julian Burnett Diritto&Sanità Il medico del futuro tra diritto e medicina È uscita un’opera che guarda alle innovazioni in sanità fornendo un necessario vademecum per la dirigenza sanitaria italiana. Presentato da poco nelle Marche, il volume ha già aperto un ampio dibattito, in un momento in cui proprio la sanità italiana è nell’occhio del ciclone. Q uali parole usa il diritto per farsi capire dalla medicina? E viceversa? Urge una corretta traduzione, nell’epoca del medico dirigente e dell’interdisciplinarietà come necessità. Ed ecco un’opera nata proprio da questa urgenza, dall’esperienza sul campo e da un lungo lavoro di ricerca. Un avvocato ed un medico gli autori, due sfere a colloquio, per il volume “Diritto amministrativo per la dirigenza sanitaria”: Debora Benedettelli, avvocato esperto di diritto amministrativo sanitario, e Massimo Boemi, medico e responsabile di Diabetologia all’Inrca di Ancona. L’autonomia organizzativa nelle aziende sanitarie e la delega di funzioni, le “mansioni superiori”, la privacy, la gestione del rischio clinico, la regolamentazione dell’attività libero-professionale: i temi del testo sono tra i più attuali e cruciali, e sono stati affrontati, con grande intensità, alla presentazione del volume a fine anno, nella sede della Regione Marche. Un’occasione per fare il punto sulla necessità di innovare, appunto, linguaggi e sinergie, in un dibattito-evento promosso da una delle realtà marchigiane più innovative, Eritel Telecomunicazioni, partita puntando proprio sull’innovazione delle strutture pubbliche e private nel 58 senzaetà Da sinistra, Zuccatelli, Luchetti, Guazzati, Benedettelli, Boemi. campo strategico dei sistemi di comunicazione, con particolare attenzione, da sempre e con continuità, per il mondo della sanità, nei territori delle Marche e della Toscana. Organizzatrice dell’evento, la testata Senzaetà, a dar voce, come sua consueta mission, ai temi più rilevanti legati a salute e sanità. Necessario per l’assessore regionale Marco Luchetti, autore della prefazione del volume, diffondere la conoscenza per attivare il processo di crescita di una comunità. “Il manager sanitario si trova a dover operare in un coacervo di regole e la realizzazione di iniziative come questa contribuiscono ad una maggiore chiarezza di azione Da sinistra, Roberto Mazzarini e Paola Donzelli della Eritel Telecomunicazioni. e realizzano uno sviluppo delle potenzialità e dell’operato delle aziende sanitarie pubbliche. Questo volume – ha concluso Luchetti – è l’esplicazione di un quadro più chiaro e definito dell’ambito in cui il medico dirigente si identifica, gestendo una parte rilevante di quello che potremmo definire come “patrimonio civile” della società: il Da sinistra,Zuccatelli e Luchetti. sistema sanitario”. “Quando lavoravo nella direzione sanitaria dell’Asur – ha detto l’autrice – mi sono resa conto che il medico/dirigente sanitario, oltre a dover avere delle conoscenze proprie di settore, deve anche sapere di diritto amministrativo”. Complessa è la definizione stessa di Direttore generale, “che si trova ad operare come imprenditore privato ma a rispondere come funzionario pubblico – ha precisato Benedettelli – strettamente vincolato, inoltre, dall’assegnazione annuale di risorse da parte della Regione, che gioca il ruolo centrale”. Cruciali, dunque, le questioni sollevate, così come il tema della malasanità, termine che “non possiamo utilizzare solo nel caso dell’errore di un medico, ma anche nel caso in cui a sbagliare è un dirigente medico” ha sottolineato. “Ogni giorno il medico deve fare i conti con il diritto amministrativo e spesso i due ambiti hanno linguaggi molto diversi – ha spiegato il coautore Boemi – Si pensi, ad esempio, allo svolgimento delle mansioni superiori nel settore sanitario, una delle tematiche maggiormente oggetto di contenzioso per la dirigenza medica a causa del frequente uso delle stesse in ragione dei tempi di svolgimento delle procedure concorsuali, talvolta prolungati anche in considerazione della valenza strategica della nomina di un titolare di struttura complessa nell’ambito dei processi di riorganizzazione in atto nei diversi sistemi sanitari regionali”. “L’atto assistenziale è sempre più un “atto multiprofessionale”- ha affermato Giuseppe Zuccatelli, direttore generale Inrca - e mutano con grande velocità le competenze richieste ai medici che operano in strutture organizzative sempre più complesse e difficili. Dobbiamo aumentare la qualità delle prestazioni – ha detto – poiché siamo di fronte ad un paziente “evoluto” che si aspetta la soluzione del proprio problema in modo eccellente e con modalità rispettose dei diritti di cui gode e del suo essere persona. Di contro, a seguito della crisi finanziaria, diminuiscono le risorse da poter mettere in campo per soddisfare questo bisogno. La necessità di avere un vocabolario comune appare quindi essenziale, basti considerare la rilevanza della corretta gestione dello strumento della delega nella vita quotidiana delle strutture sanitarie. È proprio a questo che bisogna indirizzare attenzioni: occorre un sistema che miri a formare il medico del “futuro”, un medico che è anche organizzatore e consapevole gestore al fine di garantire la continuità di un servizio sanitario che nell’universalismo e nell’equità fonda le basi dei suoi livelli qualitativi.” “Un raro esempio di interdisciplinarietà riuscita, perché ha saputo coniugare aspetti giuridici con profili propri della scienza dell’amministrazione, nonché di quella L’autrice Debora Benedettelli. L’autore Massimo Boemi. medica ed economica”: così ha definito il volume Francesco de Leonardis, Ordinario di diritto amministrativo all’Università degli Studi di Macerata, che, intervenuto con un suo scritto in occasione della presentazione del volume, ha inoltre ricordato che “è la stessa complessa figura del medico dirigente a richiedere quel continuo dialogo tra saperi diversi, che appare tutt’altro che semplice e scontato”. ma.la. senzaetà 59 Scaffale Cimiteuro uscirne e risorgere La realtà è magica di Marco Della Luna Q uella che noi percepiamo come una crisi economico-finanziaria è, invece, una nuova strategia dei potenti della terra per concentrare il potere, dominare e sfruttare tutti noi, che abbiamo sempre meno potere di contrattazione, controllo e partecipazione: la nostra condizione sta peggiorando di giorno in giorno. Finalmente una mappa completa dei diversi meccanismi – alcuni ancora non resi noti – che stanno generando la crisi sistemica, con le loro implicazioni sui piani monetari, finanziari, economici, sociopolitici e, in ultima analisi, psicologici. Un nuovo e indispensabile strumento, grazie al quale orientarsi per capire e affrontare la crisi. Il mondo è diventato un grande Schema Ponzi (ossia una frode finanziaria), dove gli interessi su un debito globale di 4 milioni di miliardi vengono pagati contraendo continuamente nuovi debiti: lo scoppio è 60 senzaetà di Richard Dawkins inevitabile. Grazie a Cimit€uro apprenderete che sono bastati due principi contabili falsi per far precipitare l’economia e la società nel buco nero di un indebitamento, che non dovrebbe esistere. Lo sporco lavoro dell’€uro per il predominio tedesco. Per i paesi “euro deboli”, con l’appoggio di falsi amici (come la Germania), si varano norme e istituzioni coercitive, attraverso cui il capitale finanziario, dietro l’etichetta “Europa”, li asservisce in una stabile depressione, privandoli di ogni residua libertà e autonomia, e “prendendosi” i loro soldi, la loro capacità industriale e occupazionale. In questa luce divengono comprensibili i troppi, clamorosi “errori” di politica economico-finanziaria che hanno portato all’attuale situazione, e le scelte recessive, adottate anche dal governo Monti per gestirla, che hanno messo l’Italia nella condizione di non poter risollevarsi. Il famoso biologo evoluzionista Richard Dawkins accompagna i lettori attraverso i misteri della realtà che ci circonda. Quando è nato l’universo? Cos’è un arcobaleno? Cosa provoca uno tsunami? Chi fu il primo uomo sulla Terra? Perché le specie animali e vegetali sono così numerose? Miti e credenze magiche e religiose hanno da sempre tentato di spiegare i fenomeni naturali: Dawkins parte da questi racconti e ne confuta la veridicità, affrontando gli stessi quesiti da un punto di vista scientifico. Per lui la vera magia è ciò che avviene in natura ogni giorno, sotto ai nostri occhi, e che solo la razionalità può spiegare: la sua narrazione lucida e appassionante, illustrata dalle splendide immagini di Dave McKean, rende accessibile ai lettori di ogni età i segreti che animano l’universo. senzaetà 61 Nonni&Nipoti U Nonno, n dono che comporta un inestimabile supplemento di ‘gioventù’: è l’essere nonni nelle parole della psicologa e scrittrice Silvia Vegetti Finzi. Un dono che spinge le nuove generazioni di nonni ad un impegno su più fronti e spesso squisitamente multidisciplinare. Dal punto di vista affettivo a quello pratico, quel tempo-luogo, magico, in cui si incontrano nonni e nipoti, in un mix tra passato e presente, gioco e formazione, noi lo vogliamo raccontare parlando di creatività. O meglio, di creAttività! Cosa fanno insieme per passare il tempo, cosa inventano, costruiscono e che cosa si raccontano i nonni e i nipoti di oggi? Abbiamo cominciato a chiederlo in giro, scoprendo le prime esperienze. Per condividere le vostre, scriveteci a [email protected]. Dal parco, una farfallina “Quando vado al parco con la mia nipotina porto sempre un sacchettino perché i bambini sanno trovare tanto materiale che poi sarà piacevole riutilizzare a casa per fare i lavoretti: questa volta abbiamo raccolto foglie, bacche e ghiande. Rientrate a casa abbiamo selezionato bene il materiale raccolto e pensato a come utilizzarlo. In questo caso lei mi ha proposto di voler realizzare una farfalla. Ho preparato un disegno dal contorno semplice, abbiamo tagliato a metà le ghiande per favorire un contatto migliore e lei ha incollato le varie parti. Molto soddisfatta ha poi realizzato da sola un visetto simpatico usando anche le bacche e le foglie. Ai bambini piace molto che un adulto gli dedichi il suo tempo, quindi anche se il lavoro non verrà bellissimo si sentiranno ugualmente soddisfatti. Usare semplici materiali, inoltre, li aiuta a conoscere e ad amare la natura”. 62 senzaetà che si fa oggi?! Ti conosco, mascherina! “ Il Carnevale è l’occasione per esprimere l’allegria e la spensieratezza, un’occasione per favorire la creatività dei piccoli e il desiderio di giocare a … “fare finta che io sono”. Possiamo costruire insieme ai bambini semplici mascherine realizzate con le buste di carta dei generi alimentari. Si infila il sacchetto in testa per prendere la posizione degli occhi, poi con le tem- pere o i pennarelli si dipinge la figura desiderata. Il sacchetto maschera può essere reso più buffo con l’aggiunta di stelle filanti per i capelli, di baffi e tanto altro. Si possono, inoltre, costruire con il cartoncino corone per “re” e “regine” oppure mascherine da animali. Largo a leoni, topolini, gattini”! senzaetà 63 1 2 10 3 11 4 5 13 12 15 16 20 7 9 19 22 21 8 14 18 17 23 25 24 Orizzontali 1.Sono in gola. 3.La bagna la Mosella. 6.Sono larghe quelle dei sombreri.10.Avvicina il soggetto da fotografare. 13.Arbusto di zone tropicali e temperate. 15.Un tessuto sintetico. 18.Era non finita. 19.Alleanza Nazionale.20.Molto poveri. 22.Il fiume di Jena. 24.Ha cura di bambini altrui. 26.Una funzione trigonometrica. 28.Impeti d’ira.29.Un attrezzo ginnico del culturista. 30.Evoca una...catena. 32. Monti della Sicilia. 33.Titanio.34.I limiti dei colleghi. 35.Coda di babbuini. 36.L’attore Wallach. 38.Breve avversativa. 40.L’Ashby regista di “Shampoo”. 41. Stato dell’Africa centrale. 43.Ad esse si rivolgono per primi gli oratori. 45. Il gruppo di “Imaginaria”. 6 27 26 28 29 30 31 32 33 35 41 36 42 34 37 38 43 39 40 44 45 Verticali 1.Del suo “buco” si preoccupano gli ambientalisti. 2.Procede a volte signori. 4. Particella che significa ora non più. 5. La fine degli avanzi. 6. Insieme di leve e comandi. 7. Iniziali di Silvestrin. 8. Portano su e giù. 9. L’emanazione della divinità per gli gnostici. 11. Un’ epoca del terziario. 12. Una macchina tipografica.14. Città francese sul fiume Doubs.16. l’ultimo numero della tombola. 17. La città natale di Pirandello...quando nacque Pirandello.21.Orecchini. 23.Università. 25.Collegamento logico. 26.Cose senza pari. 27.Il mese di agosto per i romani. 28.Concetrato per profumieri. 31.Un carattere di stampa per Pc. 34.Costosa.37.Il modulo lunare.38.Navicella spaziale russa.39.Un noto soggettista italiano.40.Un tipo jazz.42.Iniziali di Montanelli.43.Saggi senza agi.44.Il Tommaseo di “Fede e bellezza”(iniz.). LEGGI IL LINGUAGGIO DEL CORPO Gioco di mano, gioco da villano! Una parata amorosa Gli specialisti hanno notato che, come gli animali, gli uomini e le donne fanno alcuni gesti che invitano a conoscersi meglio. Durante una conversazione con una persona di sesso maschile, una donna non si renderà per forza conto di avvicinare le braccia al busto e di sporgersi in avanti per mettere in risalto la scollatura, o di sistemarsi la maglietta per mostrare il seno. Dal canto suo, l’uomo manderà dei segnali d’apertura stando seduto con le gambe divaricate, i pollici in tasca e le mani distese! 64 senzaetà Il bugiardo le nasconde dietro la schiena, le mette in tasca o le occupa giocando con le chiavi, con una penna... Secondo Gordon R.Wainwright, specialista della comunicazione, il fatto di esporre i palmi delle mani è un gesto abbastanza frequente presso i bugiardi. Diversamente dal suo primo significato, che è l’impotenza, questo gesto vuole attirare la simpatia dell’interlocutore. senzaetà 65 Nel prossimo numero: L’importanza di assistere i propri cari con gravi patologie www.senzaeta.it - [email protected] Cosa cambia nella legge 104. Arrivati i nuovi LEA del Ministro Balduzzi, Aggiornamenti attesi da anni. Entriamo nel dibattito sui temi cruciali della sanità. Turismo odontoiatrico. La nostra inchiesta affronta le questioni scottanti del caso. OBESITA’ Giovani e anziani. Questione di grano. Tutto quello che volevate sapere sulla pasta. impariamo dal rugby Il pilone Castrogiovanni si racconta a Senzaetà. www.senzaeta.it EDITORE Pixel REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 Direttore responsabile Luca Guazzati - [email protected] Coordinatore di redazione Maria Chiara La Rovere Hanno collaborato Alessandra Battistelli, Federica Buroni, Julian Burnett, Stefano Carotti, Pietro Ceccarelli, Nico Coppari, Alessandra Corradini, Nicoletta Di Benedetto, Anna Fata, Katia Marilungo, Nicolò Scocchera, Paola Stefanucci,Valentina Zoppi. grafica Elisabetta Pincini segreteria di redazione Helga Riderelli Comitato scientifico Direttore prof. Paolo Crepet, avv. Giovanni Conti, legale, dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza, dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI dott.Alberto Busilacchi, ortopedico Stampa ROTOPRESS Loreto Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona 6 numeri Agenda della Salute 2013 a soli € 20 DIRETTAMENTE A CASA TUA LA RIVISTA SENZAETA’ FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BONIFICO BANCARIO, intestato a Pixel, Banca Unicredit - IBAN IT49 k 02008 02623 000010378615 invia la ricevuta via mail [email protected] allo 071. 2901110 o in busta chiusa all’indirizzo: REDAZIONE SENZAETA’ - Via Valenti, 1 - 60131 ANCONA 66 senzaetà