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6 senzaetà
editoriale
La tribù in rete
l’accusa e lei si
uccide: è la gogna
mediatica
dei vigliacchi
Offendere e distruggere una persona
nascondendosi nell’anonimato: l’uso
vile dei social network sconcerta e ferisce
Q
ualche settimana fa una ragazza di 14 anni si è gettata dal balcone di casa. E’ morta perché op-
pressa da una montagna di messaggi offensivi e dileggiatori ricevuti attraverso un noto “social
network”, una delle modalità di comunicazione di massa più in uso tra giovani e non solo.
L’uso globale di internet è certamente la forma di democrazia più compiuta che mai sia stata inventata:
qualsiasi cittadino del pianeta, a qualsiasi razza o religione o classe sociale appartenga, può comunicare,
apprendere, conoscere ad un costo irrisorio. Esiste però una forma particolarmente vile di utilizzare questi
straordinari strumenti. Chiunque infatti può scrivere a chiunque altro, magari nascondendosi dietro ad uno
pseudonimo, e ricoprirlo di insulti, accusarlo delle peggiori infamie, perseguitarlo notte e giorno senza che
ci possa essere una valida difesa dei propri diritti e della propria privacy.
E ciò vale soprattutto per i più deboli, come molti giovani che affidano ai social network la possibilità di
trovare nuovi amici e nuovi amori. Basta che una persona inizi con un commento o una critica e subito si
forma una tribù di accusatori che non hanno nulla di meglio da fare se non distruggere chi magari nemmeno si conosce: come è capitato alla quattordicenne, portandola al gesto estremo.
Sconcerta dover rilevare quante sono le persone che per vanto e meschineria non esitano ad utilizzare
internet come una moderna gogna mediatica senza offrire agli inermi accusati la possibilità di difesa. Forse
la crisi ha acuito in molti un oscuro desiderio di vendicare le proprie frustrazioni e lo fa nel più antico e
stucchevole dei modi: prendendosela con i più deboli e indifesi.
Paolo Crepet
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in questo numero
Le prime 700 cose che
avremmo voluto per
regalo dalla Befana
La solita inchiesta sui regali della Befana quest’anno ha riservato
molte sorprese. I giornalisti più attenti hanno registrato infatti
che la maggioranza degli Italiani ha cambiato abitudini! Una volta, in tempi di crisi, si preferiva regalare cose utili. Confezioni di
pasta, olio, marmellate, salami, prosciutti, vino. Ma una crisi come
quella attuale ha mutato le condizioni di base della famiglia media. Oggi, alla consueta domanda: “Cosa preferiresti ricevere in
dono?” tantissimi hanno risposto: “Vorrei che la Befana mi pagasse l’Imu” oppure: “Dalla Befana vorrei pagato l’anticipo dell’Iva”.
Terzo posto: “Basterebbe che mi fosse tolta una o più bollette di
acqua luce e gas”. Incredibilmente sanare l’affitto della casa viene
solo al settimo posto, dietro l’abbonamento alla champions league e la rateizzazione per il tv satellitare da 88 pollici con kit di
parete in cartongesso. Nei primi dieci si classifica il pagamento
“Tarsu”, poi la bolletta telefonica. Al 14° posto c’è la “bolletta del
riscaldamento” mentre i cosiddetti “domestici”, in sostituzione
della vecchia figura della donna di servizio, vale a dire lavatrice, lavastoviglie e vaporetto (che non è il taxi veneziano ma un
aspirapolvere potentissimo multifunzioni) comandano bollettini
di rateizzazione che troviamo fino all’87° posto nella classifica dei
“desiderata” da sanare.
La famigerata “rata di condominio”, resiste al 132° posto con “rata
ascensore” specificata a quello successivo. Di seguito “bollo automobile” dal 325° al 327° (spesso i capifamiglia ne pagano due o
tre all’anno tutti insieme). Ricopre la 399° posizione la rata per
i libri scolastici che rientra purtroppo nella voce “cultura” (molti
intervistati hanno confessato di aver messo al mondo un solo figlio, non di più, così, per darsi un tono intellettuale..). Il capitolo
“Multe varie” ha una cinquantina di posizioni fra la 410 e la 460°
riga, che comprende anche la nuovissima e severissima “sanzione
per aver perduto lo scontrino per ritirare l’abito in lavanderia”.
Solamente al 489° si posiziona la rata d’acquisto per mobilia varia,
con voci specifiche di tipo irrinunciabile come “letto della camera
da letto”; “infissi”; “servizi igienici” e “mobile portatelevisore” con
annessa componente ieratica di alto valore spirituale: “parabola”...
A seguire, considerati suppellettili, la rata d’acquisto e montaggio del camino, ormai introvabile in muratura, sempre più spesso
di alluminio, plastica, cartapesta, cartone verniciato, considerato
bene “mobile” se montato su ruote piroettanti... completo di garanzia di 1 accensione, non di più, corredato nella confezione dal
numero verde dei vigili del fuoco della tua zona. A seguire, l’obsoleto “tappeto”, voce sempre più rara per palese xenofobia, in via di
marginalizzazione, tanto che il Ministero ha avviato una Pubblicità Progresso per favorirne l’integrazione. Al 621esimo abbiamo
la rata d’iscrizione universitaria mentre - curiosità - due coniugi
pensionati hanno ammesso in posizione 678 di dover ancora finire di pagare le rate del viaggio di nozze effettuato nel dopoguerra.
Fanalino di coda, al 723° posto, il pagamento del lavoro eseguito
ventidue anni fa dal falegname... Un mestiere, d’altronde, considerato addirittura “artigiano”, parola ormai caduta in disuso che il
vocabolario “Zingarissimi” divide in “artigi” e “ano”. Deviandone
la seconda parte verso il dizionario delle volgarità.
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Crepet parla alle famiglie
Dossier, una via italiana alle città intelligenti
MEDICINA, patologie del ginocchio
inrca
Emergenza diabete, il messaggio parte da Ancona
Nuovo Inrca: solo un ospedale?
PSICOLOGIA, riparto da me - nuova fine, nuovo inizio
villa dei pini, disturbi sessuali maschili
X-Files, licantropi, più bestia che uomo
DIRITTO&SANITA’,il medico del futuro tra diritto e medicina
creattività,nonno, che si fa oggi!?
PRIMO PIANO/
sigaretta elettronica
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FOCUS/
abbigliamento bimbi
20
MEDICINA/
malattie
del fegato
luca guazzati
[email protected]
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La rubrica del
prof. Paolo Crepet per la
rivista “Senzaetà”
affronta il tema delicato del
cambiamento della società,
della famiglia e
dei complicati rapporti
genitori-figli.
Per scrivere al prof. Crepet:
[email protected]
Esiste un diritto alla
serenità: il piccolo
non sia un ostaggio
S
ono una donna di 52 anni e vivo una vita di coppia in cui vi è posto solo per infelicità
e solitudine. Sono sposata da 26 anni ed ho un figlio di 24 anni. Purtroppo 10 anni fa
ho scoperto che mio marito mi tradiva e, dopo un periodo in cui volevo credere che non
fosse così, mi sono resa conto che mio marito non chiudeva la relazione con la sua amante che
lo aveva in pugno. Durante questi anni, pur di non perderlo, non ho chiesto la separazione
pensando di avere delle responsabilità ma gli ho chiesto ripetutamente di interrompere la sua
relazione e di considerarmi come moglie. Inizialmente negava sempre ma io sapevo come
conoscere la verità che purtroppo veniva fuori. Non è mai stato un uomo violento ma mi ha
fatto sentire in colpa, non considerava il mio dolore e mi ha sempre detto una montagna di
bugie. Ho sposato un uomo che pensavo di conoscere e mi sono ritrovata uno sconosciuto con
comportamenti che non gli riconoscevo. Ho continuato a stargli accanto fino a che negli ultimi
due anni mi sono imposta rifiutandomi di accettare ancora questa situazione e gli ho detto di
andarsene. Ma non va via e viviamo come separati in casa.
Mio figlio non riesce a vivere in questo contesto familiare così carico di tensione e quando ho
riferito ciò a mio marito non ho avuto alcuna reazione di comprensione verso mio figlio. Mi
dice che non riesce a trovare una casa ma il tempo passa, la mia rabbia si è sedimentata ed io
vivo una non vita. Gli sono stata accanto quando ha avuto problemi di salute, di lavoro, con
suo padre ed ora che è morto mio padre non mi è stato vicino nel dolore. Non capisco come si
possa trattare una moglie in questo modo dopo anni di vita vissuta insieme. Se finisce l’amore
dovrebbe comunque rimanere il rispetto per la persona con la quale si è condiviso un lungo
percorso di vita. Come può un uomo diventare così bugiardo e ignorare i sentimenti di un’altra
persona? Vorrei andare via ma non voglio lasciare mio figlio.
Non riesco ad uscire da questa gabbia dove forse ci morirò. Grazie.
Marisa
ara Marisa, troppo spesso ci scordiamo di pronunciare una parola che dovrebbe “governare” l’intera nostra esistenza: dignità. Troppi matrimoni, ancora oggi, stanno in piedi
per paura o per ricatti, ma tutto questo non lo possiamo chiamare amore. Se lo fosse
ci sarebbe più rispetto non solo tra coniugi, ma soprattutto nei confronti dei figli. Un bambino
non nasce con l’obbligo di assistere, tutti i giorni che fa Dio, ad un terrificante teatrino fatto
di indifferenza, ipocrisia, bugie, tradimenti, violenza psicologica e fisica. Suo figlio ha diritto
ad essere trattato come persona e non come ostaggio di una guerra che non ha di certo voluto.
Non sarò io a dirle cose deve fare e come, lei è una donna adulta e consapevole, ma una cosa
non posso non dirgliela: non faccia prevalere il suo egoismo, pensi anche che esiste un diritto
alla serenità, anche per chi non può difendersi. Lei può decidere di continuare a vivere come
meglio crede, ma non può imporre la sua decisione su suo figlio. E non mi venga a raccontare
che non sa come uscire dalla trappola del suo matrimonio: esistono avvocati e tribunali capaci
di far rispettare i diritti di tutti e di difenderla dai tiranni bugiardi e fedifraghi.
C
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dalle piccole attenzioni
nascono grandi cose
Esperienza, ingegno, conoscenza e rapporto umano sono
gli strumenti più preziosi. Punto fondamentale è l'incontro:
tra le parti, le esigenze, i bisogni, le necessità che risiedono
nella scelta di una casa, un locale, un terreno, un progetto
edilizio da immaginare o promuovere.
È questo il mondo Aequitas
COMPRAVENDITA - AFFITTI - LOCAZIONI - CONSULENZA TECNICO LEGALE E FINANZIARIA
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PILLOLE
Ai vegetariani
i “piaceri della carne”
U
na vita sessuale migliore per i vegetariani? La ricerca, condotta da Michael Wasserman dell’università di Berkeley, pubblicata sulla rivista scientifica ‘Hormones and Behaviour’ a fine 2012, è la prima
a studiare il legame fra i cosiddetti “ormoni del sesso” (i
fitoestrogeni) che si trovano nelle piante ed il comportamento dei primati selvaggi.
L’ipotesi è quella secondo cui alcuni prodotti vegetali
influirebbero sui livelli ormonali migliorando l’attività
sessuale, ipotesi testata da Wasserman su un gruppo di
colobi rossi nel Parco nazionale di Kibale, Uganda, che, in
quanto primati, proverebbero effetti simili all’essere umano. I maschi che si nutrivano delle foglie di un albero tropicale ricco di sostanze simili a estrogeni, e molto vicine
alla soia, avevano maggiori concentrazioni di estradiolo,
l’ormone del sesso.
Questi primati, nello specifico, passavano più tempo a
fare sesso e meno a occuparsi di se stessi.
Largo a soia e tofu, dunque.
Longevità:
le 5 regole di giovinezza
P
ossiamo “garantirci una longevità di qualità, che
non è un dono, ma si conquista”.
Parola di Roberto Bernabei, direttore dei Dipartimento di geriatria del Gemelli di Roma e presidente
di Italia Longeva, il network voluto da Ministero della
Salute, Inrca e Regione Marche per occuparsi di pensare
al futuro in chiave di longevità. Ecco le 5 regole recentemente diffuse da Italia Longeva:
1
Evitiamo ciò che può compromettere la nostra salute
di domani. Siamo ciò che mangiamo e quindi attenzione
massima verso una corretta alimentazione.
2
Fumo, alcol e sostanze stupefacenti hanno effetti devastanti più a lungo termine che a breve. Vanno
eliminate. L’esercizio fisico è la pillola più efficace. Una
camminata a passo veloce con abbondante sudata deve
entrare nelle nostre abitudini quotidiane.
3
Costruiamoci più possibile una sicurezza economica.
Assicurazioni e pensioni integrative saranno sempre più
necessarie: è su queste situazioni che i conti di stati e
sistemi sanitari rischiano di saltare.
Prodotti pericolosi:
dal Ministero consigli on line aggiornati
Giocattoli e prodotti di libero consumo più sicuri: regole ed indicazioni si
trovano nella nuova sezione del sito del Ministero della Salute, che mette
a disposizione un motore di ricerca sui prodotti pericolosi, ordinanze ministeriali, documenti, consigli e informazioni.
Oltre ai giochi, le indicazioni riguardano articoli per puericultura,
hobby, abbigliamento, casalinghi e cosmetici.
Importante il decalogo di regole sui giochi per tutelare l’incolumità fisica
del bambino: oltre a fare attenzione al marchio CE, è bene preferire giocattoli a batteria se si scelgono quelli elettrici, fare attenzione ai materiali
usati per peluche e giocattoli di stoffa, evitare giochi contraffatti, con
punte o bordi taglienti, verificare nome e indirizzo di fabbricante e importatore, indicazione della fascia d’età, e che eventuali ingranaggi meccanici
non siano accessibili al bambino.
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Anche le nostre abitazioni vanno programmate per il
futuro. Servizi domotici come controlli automatici per
elettrodomestici, luci, gas, acqua, possono darci maggiore
sicurezza.
5
La tecnologia entra nel controllo della nostra salute:
maglie che effettuano check-up costanti, elettrodomestici intelligenti, tablet e telefoni palmari saranno fondamentali.
UN BACIO
ALLUNGA LA VITA
S
configgere la depressione,aiuta a liberare endorfine utili per il benessere psicofisico
I baci rendono più longevi. E’ la sorprendente
scoperta di un’équipe di ricercatori italiani. Pare che
nulla sia più efficace di un bacio, un abbraccio, una sola
telefonata al giorno per vivere fino a cent’anni. Secondo la ricerca, le manifestazioni d’affetto rappresentano
una preziosissima arma per sconfiggere la depressione
perché aiutano a liberare le endorfine e altre sostanze
utili per il benessere psicofisico.
Marche giovani,
Al via lo ‘sportello informativo
regionale virtuale’
S
i apre una stagione nuova nella comunicazione delle
politiche giovanili. Dopo la positiva esperienza del sito
regionale Pogas Marche, è in via di sperimentazione il
Portale regionale che mette in rete gli Informagiovani del territorio. A presentarlo l’assessore regionale alle Politiche giovanili, Paolo Eusebi: “La Regione Marche riconosce i giovani
come risorsa fondamentale ed essenziale della comunità. La
nuova legge in materia di politiche giovanili rappresenta simbolicamente una mano che accompagna i percorsi di crescita
personale in un’ottica globale, il Portale Giovani Marche è il
dito mignolo simbolo del ‘facciamo pace’ e soprattutto della
‘prova di forza’. Il portale sarà a regime in due step: questa
mattina presentiamo il primo, lo ‘Sportello Informativo Regionale Virtuale’ in collaborazione con gli Informagiovani del
territorio”.
L’intestino,
il nostro secondo cervello
Un vero e proprio secondo cervello nella pancia.
Qui risiederebbe la chiave di stress, ansia e tensione. Lo
rivela Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, con la sua teoria
dei due cervelli: “Basti pensare che l’intestino, pur avendo
solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo
autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e
ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore.
Insomma, è la sede di un secondo cervello”. Per Gershon,
la quantità di messaggi che il cervello addominale invia a
quello centrale è pari al 90% dello scambio totale.
Soprattutto messaggi inconsci, che percepiamo solo
quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni
di malessere. La sensazione delle “farfalle nello stomaco” sarebbe solo un esempio delle emozioni della pancia,
come nausea, paura, dolore, angoscia.
E quando l’intestino soffre, la persona ne risente anche a
livello psichico.
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Primo piano
sigaretta elettronica
Boom di vendite, oggetto di
moda, regalo gettonato, protagonista di ricerche, ordinanze,
discussioni su media e social,
neologismi creati per il fenomeno di chi “svapa”. È il caso
delle “bionde” senza fumo, le
sigarette elettroniche, su cui di
recente si è pronunciato l’Istituto Superiore di Sanità, in sostanza rimandando ad ulteriori verifiche.
Le misteriose bionde
senza fumo
Il dibattito
A
dicembre è arrivata, infatti, nelle mani del Ministro della Salute Renato Balduzzi, la relazione
dell’Istituto Superiore di Sanità in risposta ad un
parere da lui richiesto nei mesi scorsi proprio sulle sigarette elettroniche. Due ordinanze del Ministro avevano
già vietato la vendita di quelle caricate con filtri di nicotina ai minori di 16 anni.
L’efficacia del prodotto, “è ancora tutta da dimostrare”,
secondo la suddetta relazione, ispirata a prudenza e comunque con lo sguardo al futuro in attesa di ulteriori
approfondimenti. Un po’ come nel 2010 concludeva l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel Report 955: la
sicurezza, la portata e l’effettiva efficacia dei sistemi elettronici per la somministrazione di nicotina dovranno essere verificate nell’arco di diversi anni.
Ed eccoci ad oggi e alla relazione dell’Iss: “L’atteggiamento che si vuole suggerire – ha spiegato Roberta Pacifici,
direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Iss – è
di prudenza a difesa del consumatore. Non è infatti anco-
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scientifico
Intanto anche i pareri medici segnalano voci
discordanti: a settembre, mentre dal congresso della
Società europea di cardiologia arrivano dati
confortanti su questi dispositivi, almeno per gli effetti
sul cuore, uno studio presentato al meeting della
European Respiratory Society (Ers) a Vienna avverte
che le ‘e-cig’, come sono state soprannominate negli
Stati Uniti, possono causare danni ai polmoni.
Favorevoli i pareri come quello del prof. Michael
Siegel della Boston University, per cui possono risolvere il dannoso problema del fumo passivo e non c’è
ragione di eliminarle dal mercato, o del prof. Riccardo
Polosa, dell’Università di Catania, che le vede come
un’alternativa salutare per coloro che non vogliono
smettere di fumare ma decidono di “vaporizzare” e ne
auspica “un’intelligente e razionale regolamentazione
per l’uso anche nei luoghi pubblici
in Italia e nel mondo”.
ra dimostrata l’efficacia del prodotto nell’aiutare i fumatori a smettere. Inoltre ci sono elementi che devono essere
chiariti riguardo la tossicità di questo prodotto. Possiamo
dire che la sigaretta elettronica è meno tossica di quella
tradizionale, ma non si può affermare che sia del tutto innocua”. Anche perché dovrebbe passare una serie di controlli e verifiche al momento non previsti. Pacifici ha però
spiegato che anche qualora si dimostrasse l’efficacia, la
sigaretta elettronica contenente nicotina “dovrebbe essere
comunque trattata come tutti gli altri prodotti sostitutivi
del fumo tipo gomme da masticare, cerotti. Vale a dire
come dispositivi medici”.
Essa, inoltre, presenta “potenziali livelli di assunzione di
nicotina per i quali non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori
in giovane età”.Chiara indicazione è quella di inserire un
foglietto di avvertenze all’interno delle confezioni,
dato che al momento “le uniche avvertenze
QUANTO COSTANO
I prezzi variano a seconda delle confezioni, da poche decine di euro fino a oltre 200 (per quelle “di lusso”), e delle
ricariche, di diversi tipi: quelle liquide, dai 5 euro in su, di
solito durano almeno una settimana. Secondo un calcolo
approssimativo, il mantenimento può arrivare a costare
un minimo variabile dai 26 ai 30 euro settimanali, 150
euro al mese per un fumatore da un pacchetto al giorno.
QUANTI ITALIANI
LE FUMANO
L’Istituto Superiore di Sanità ha commissionato nel maggio scorso un sondaggio alla Doxa,
secondo cui il 20% dei fumatori italiani usa
o intende usare la sigaretta elettronica.
Oltre due milioni di persone, dunque,
sono potenziali consumatori.
E, stando all’Osservatorio fumo, alcol e droga
dell’Istituto, il sondaggio
non registra l’impressionante
boom degli ultimi mesi.
riguardano il divieto per i minori di 16 anni e la raccomandazione di tenere il prodotto lontano dalla portata
dei bambini”.
Le preoccupazioni sembrano poi riguardare, in particolare, “tutte le miscele vendute su internet, che non offrono
garanzie e sono a rischio contraffazione”.
Per Balduzzi, insomma, che si richiama ai principi di prevenzione e precauzione,“lo studio conferma il grande livello di attenzione verso tutti i fattori di rischio”.
C’è poi aperta la questione dell’emendamento presentato
dal Governo i primi di dicembre in Commissione Industria al Senato, a stabilire che “qualsiasi dispositivo meccanico o elettronico, che abbia la funzione di succedaneo
dei prodotti di tabacco sia assimilato ai tabacchi lavorati e
sia soggetto alle disposizioni in materia di distribuzione,
detenzione e vendita”. E i tanti negozi di sigarette elettroniche e franchising nati negli ultimi tempi (si parla
di un comparto già gigantesco)? E le sponsorizzazioni,
le tasse, e via dicendo? Tutto come le classiche bionde?
Ai posteri.
Maria Chiara La Rovere
COME FUNZIONANO
È un dispositivo che emula i tradizionali prodotti per il fumo. Dotato
di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o
anche assente) e aromi alimentari (menta, liquirizia, cioccolato, fragola, vaniglia, sapore di tabacco, etc.). Per forma e dimensioni, sono più
o meno simili alle sigarette classiche ma non bruciano tabacco e carta
e non utilizzano catrame. Si attivano con un pulsante, si ricaricano con
un cavo, e il liquido viene trasformato in vapore. Quando il fumatore
aspira attraverso la sigaretta elettronica, il passaggio d’aria aziona un
sensore collegato ad un condensatore alimentato a batteria, che si scalda e miscela una quantità di vapore acqueo con particelle di glicerolo
e nicotina (se c’è).
senzaetà 11
Primo piano
sigaretta elettronica
Successo di mercato
ma il settore è sul piede di guerra
M
entre attendiamo, dunque, che la ricerca scientifica e le
istituzioni mettano nero su bianco un’indicazione precisa
sulle sigarette elettroniche, a qualche anno dalla loro comparsa nel panorama
nazionale, i commercianti si dicono molto
soddisfatti degli affari.
Per uno dei venditori della catena “Smooke”,
tra i primi marchi nati a Torino, “si tratta di
un mercato in espansione perché funziona.
Noi, ad esempio, siamo dappertutto in Italia,
e i nostri clienti variano dai 18 anni agli 80
anni”.
Secondo quanto dichiarano in molti, un punto
a favore di questo prodotto è il suo costo inferiore alle sigarette tradizionali.
Ma proprio uno dei soci della Smooke parla
di uno schiaffo a tutto il comparto (si vocifera
di un fatturato di circa 100 milioni di euro e di
circa 1.500 lavoratori) arriverebbe dall’emendamento al Senato in merito: “Nella nostra
azienda lavorano più di 40 persone, abbiamo
quasi 200 negozi in Italia. Stiamo crescendo.
Abbiamo investito e fatto certificare tutte le
parti delle sigarette, liquidi compresi, per tutelare i consumatori.
Paragonare l’elettronica al tabacco non ha senso. Vuol dire ammazzare un settore, non poter fare pubblicità, dovendo chiudere tutto e
licenziare”.
A preoccuparsi è anche la neonata associazione di categoria Anafe.
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E la denuncia arriva anche dal giovane imprenditore Riccardo Ascione, leader del gruppo Ovale Europe, che produce e distribuisce sigarette elettroniche in Europa: “È un attacco
superficiale e irresponsabile che dà un colpo
mortale ad un settore che in un pochi anni ha
creato, solo in Italia, migliaia di posti di lavoro
e che è tra i pochi in crescita.
Le conseguenze sull’occupazione sarebbero
gravissime e si creerebbe un ingiusto e ingiustificabile vantaggio per le lobby del tabacco”.
È lo stesso Ascione a chiedere l’istituzione di
un tavolo di concertazione per la regolamentazione del prodotto: “Non vogliamo il Far West,
il settore ha bisogno di regole, le vogliamo, ma
almeno discutiamone.
In Inghilterra il governo incoraggia e appoggia
l’uso della sigaretta elettronica.
Perché da noi si vuole stroncare? A chi conviene?”.
Poi parla di grande disinformazione ricordando che dietro il suo prodotto ci sono brevetti,
produzione esclusivamente italiana, materie
prime che rispondono ai dettami della Farmacopea Ufficiale, etichettatura con simbologie di tossicità e pericolo, i componenti e le
informazioni tecniche indicati su confezione e
foglio illustrativo.
E intanto sembra che a Genova siano stati installati i primi distributori di liquidi, per comprare le ricariche delle elettroniche in qualsiasi
momento.
I consigli
dell’esperto:
Roberto Grossale
di “Soffio Libero”
Controllare
etichetta
e scadenza!
“
E’ vero che si risparmia? In quanto tempo
ammortizzo la spesa iniziale?”
Queste le domande e le motivazioni che
spingono il fumatore prima a informarsi e poi
a comprare.
L’esperienza di Roberto Grossale, titolare da
un anno e mezzo della catena “Soffio Libero”,
con sede in Ancona ma già a livello nazionale,
nasce per senso di libertà e la voglia di far
conoscere questo nuovo modo di fumare.
“Siamo ad una svolta storica per il fumo –
dice Grossale – un po’ come quando ci fu il
passaggio dalla macchina da scrivere al computer..”.
Chi è il cliente medio della sigaretta elettronica?
“Uomini e donne, senza distinzione, fra i 35
e i 55 anni.
Fumatori incalliti, soprattutto che vogliono
risparmiare: infatti sui 30 modelli in vendita,
da 30 a 260 euro, la spesa iniziale media è di
40 e si possono acquistare ricariche liquide
da 10 ml che costano 6 euro oppure da 20
per 12 euro.
Il risparmio è nella differenza fra una spesa di
24/30 euro al mese contro i 150 dei pacchetti
di sigarette... tenendo conto che poi il vapore
acqueo che fumiamo dà uguale soddisfazione
e... alla fine tutti si sentono meglio”.
E’ un modo per smettere di fumare sul serio
oppure una moda passeggera?
“Non è una moda: molti Paesi europei hanno sperimentato la sigaretta elettronica come
metodo per disintossicarsi.
Piuttosto non si capisce perchè in Italia no.
Forse prevalgono gli interessi statali...”.
Si spieghi meglio:
“L’ex ministro Veronesi, oncologo di fama,
aveva detto sì alla sigaretta elettronica poichè
non crea alcun tipo di vasorestrizione, dipendenza o problemi cardiocircolatori”.
Ma insomma, che tipo di fumo è?
“Non ci sono controindicazioni: niente carta,
niente catrame, la nicotina la scegliamo noi
consapevolmente e la possiamo ridurre fino
a zero.
Nel liquido le sostanze sono 5: acqua, aromi,
nicotina (oppure no) glicole propilenico (di
uso alimentare e farmaceutico) e glicerolo,
quel vapore che si emette nei fumogeni da
discoteca: se facesse male quanti dj oggi sarebbero intossicati?” In che cosa si differen-
Molto più che una moda
è il fumatore che lo chiede
soprattutto per risparmiare
Unico pericolo
è la contraffazione
ziano i modelli?
Nel serbatoio, nella tecnologia: l’hardware
elettronico è il cervello della sigaretta...”
Esistono contraffazioni?
“Ecco, questo è l’unico pericolo: la qualità
falsa e scadente del prodotto e dei liquidi.
Ora, i liquidi sono italiani ma l’apparecchio
si produce in Usa o Hong Kong, quindi invito a controllare qualsiasi altra provenienza, a
comperare sempre e solo liquidi italiani con
etichetta e guardare anche la scadenza”.
senzaetà 13
Focus
bimbi sicuri
Allergie e dermatiti
possono essere molto
pericolose sulle persone a rischio e specialmente sui bambini: ma lo sapevate che
da un monitoraggio e
dall’analisi dei prodotti
in commercio il 70,6%
delle patologie dermatologiche sono risultate
essere riconducibili ai
tessuti, il 17,1 % agli
accessori metallici e il
12,3% alle scarpe?
Chi controlla
i vestiti?
A
questo punto il sistema dei controlli per prevenzione e tutela
dei consumatori non può essere dedicato solo alle contraffazioni ma anche alle sostanze pericolose che possono essere
presenti su capi di vestiario e indumenti.
Infatti è capitato che qualche soggetto abbia immediatamente riscontrato dermatiti o allergie dopo aver indossato abiti, per esempio
magliette, maglie e jeans nella cui composizione è stata rinvenuta
traccia di sostanze come coloranti allergenici, ammine aromatiche
cancerogene, metalli pesanti e nichel, formaldeide etc.. in molti
casi sostanze che da anni in Italia e in Europa sono state messe al
bando e non più vendute da alcuna azienda chimica europea.
Per la tutela della salute e il controllo dei prodotti, soprattutto provenienti dall’estero, occorre fare riferimento all’applicazione del Regolamento europeo REACH .
C’è però un problema: lo sbarramento all’importazione dei capi di
abbigliamento contenenti tali sostanze prevede ad oggi il divieto per
questi di contenere più dello 0,1 % in massa di sostanze altamente
pericolose, vale a dire 1 grammo ogni kg di merce su tonnellate di
vestiti.
Così, reso difficile il controllo capo per capo, di fatto viene lasciata
14 senzaetà
aperta la porta d’ingresso a qualsiasi articolo tessile contenente qualsiasi sostanza...
Senza contare che mentre le aziende italiane produttrici devono sottostare a tale regolamento Reach e hanno più controlli, dai paesi extracomunitari entra di tutto e la tutela del consumatore diventa impossibile. Si tratta di una concorrenza sleale che danneggia l’intero
settore italiano del tessile.
Al fine di dare una risposta concreta nasceva nel 2001 l’Associazione
Tessile e Salute che diventerà nel 2013, insieme a Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Piemonte, l’Osservatorio nazionale tessile-abbigliamento-pelle-calzature.
Grazie alla collaborazione con il Ministero della Salute, i Nas, l’Istituto Superiore della Sanità, le Asl e le Procure della Repubblica, l’Associazione Tessile e Salute ha messo in campo una serie di strumenti
di controllo su tutto il territorio italiano, che vanno dalle analisi delle
dermatiti da contatto, a una rete di laboratori, a una banca dati delle
sostanze chimiche, a un documento sulle modalità di utilizzo delle
sostanze chimiche nella filiera del tessile, fino a una “camera climatica”
in cui si testano i tessili direttamente sulle persone e a una rete nazionale di medici e esperti.
Da quello
che indossiamo
dipendono
al 70% allergie
e dermatiti
Mauro Rossetti,
Direttore
dell’Associazione
nazionale Tessile Salute
Al nostro esperto Mauro Rossetti, direttore dell’Associazione nazionale Tessile Salute, abbiamo
rivolto le seguenti domande:
Quali sono le sostanze chimiche pericolose negli indumenti? Da dove arrivano per lo più gli
abiti cui bisogna fare attenzione? E di che tipo e materiali sono?
“Soprattutto coloranti cancerogeni e allergenici, ammine aromatiche cancerogene, biocidi, fungicidi, metalli pesanti, alchilfenoli etossilati, ftalati, ecc. Per lo più gli abiti arrivano dall’Asia. Non
sono le fibre a creare allergie ma le sostanze rilasciate per cui possono essere di qualsiasi materiale
anche se ad esempio non abbiamo mai riscontrato problemi su capi di lana”.
Per il vestiario dei bambini vale la stessa cosa? Una mamma che cosa dovrebbe cercare in
un’etichetta per stare tranquilla?
“Vale certamente la stessa cosa: ad oggi non esiste un’etichetta, la faremo con l’Osservatorio”.
Ad oggi, ha senso ed è possibile raccomandare alle mamme di comprare italiano ?
“Ha senso raccomandare di comperare italiano e europeo, naturalmente cercando di capire se il
prodotto è davvero tale”.
senzaetà 15
Focus
bimbi sicuri
Nel 2004, uno studio di Greenpeace dimostrava la presenza di
composti chimici in capi assolutamente insospettabili, tuonando
contro grandi marche e portando
alcune di esse a cambiare politica.
Poi nel 2008 l’allarme di Altroconsumo: “Troppa chimica negli
indumenti per bimbi”. Oltre alle
sostanze pericolose, ci sono inoltre laccetti e cordoncini, rischiosi
soprattutto per i più piccini.
Il tema è spinoso e gli spunti in
tal senso sono tanti, come gli interrogativi in campo.
MODA
BAMBINI:
ma siamo
sicuri?
di Maria Chiara La Rovere
16 senzaetà
Un piccolo vademecum colorato
P
otreste trovarvelo tra le mani comprando abiti per bimbi e vi farà
piacere. È opera di uno dei grandi nomi dell’abbigliamento, che a
luglio scorso ha lanciato la campagna “Vesti Sicuro”.
Si tratta di “un progetto che informa i consumatori sulla sicurezza dei prodotti
per bambino relativamente alla presenza di componenti potenzialmente pericolose – ci dicono dalla comunicazione Benetton Group, confermandoci
le rinnovate istanze di sicurezza da parte dei genitori – Il progetto nasce in
seguito all’adozione, da parte delle linee di prodotto per bambino di Benetton
Group, del marchio Eco Safe, che riconosce l’impegno nel rispettare elevati
standard di sicurezza chimica e meccanica ed è rilasciato dal gruppo ICQ”.
P
er il test 2008, tre pigiamini su quindici
capi sottoposti a test di laboratorio da
Altroconsumo risultarono positivi a sostanze chimiche nocive per la salute sul lungo
periodo: quantità eccessive di ftalati, sostanze
che erano state già bandite nella produzione di
prodotti destinati all’infanzia, e un colorante
cancerogeno, il cui uso era da tempo limitato
da una Direttiva europea (2002/61/CE).
Situazione paradossale, se si pensa che mettiamo a letto i nostri bimbi con gesti di grande
protezione.
Le sostanze suddette possono migrare dal
tessuto all’organismo per intensa sudorazione, inalazione o succhiando l’indumento. “Il
settore della produzione tessile in Italia è privo
di paletti normativi che tutelino la sicurezza del
consumatore – dichiarava l’associazione assicurando – molte sostanze tossiche potrebbero essere
sostituite con altre più sicure per la salute: dal nostro test emergono prodotti senza alcuna traccia di
sostanze pericolose”.
Proponeva alcuni consigli, come lavare sempre il capo prima dell’uso (elimina l’eventuale
formaldeide presente) o evitare di acquistare
indumenti con stampe plastificate e di colore
scuro, dove le sostanze nocive sono più fre-
Benetton, insomma, ci mette la faccia, “da maglietta”, per garantire capi
realizzati senza l’impiego di sostanze chimiche o materiali pericolosi.
“Prima di raggiungere gli scaffali dei negozi, i capi vengono controllati in
tutte le fasi di lavorazione (dall’ideazione fino al prodotto finito) da una commissione tecnica composta da specialisti della sicurezza che ne valuteranno i
potenziali rischi fisico-meccanici.
Garanzia di questo impegno sono gli oltre 45.000 test chimici e fisico-meccanici condotti su moltissimi prodotti durante il 2011; nel 2012 è stato ulteriormente aumentato il campionamento, senza contare i test commissionati dai
nostri fornitori”.
quentemente rintracciabili. Rimaneva l’incertezza del “made in”, che non risultava di per sé
sinonimo di garanzia e sicurezza.
Intanto c’è la solita questione: il fatto che un
indumento riporti la dicitura made in Italy
non esclude che alcuni passaggi del processo
di lavorazione vengano svolti in altri Paesi.
E poi lo stesso test dimostrava, in sostanza,
che la sicurezza di un capo non ha patria.
Nel 2010, poi, l’allarme della Commissione
Europea, secondo cui un capo d’abbigliamento per bambini su dieci non rispettava gli standard europei di sicurezza.
Problema? Corde e lacci, soprattutto quelli
presenti nella zona collo, pericolosi specialmente per i bimbi under 7.
Risultava dai controlli effettuati dalle autorità
di vigilanza di 11 Stati membri dell’Unione
europea su 16.000 capi d’abbigliamento, tra
2008 e 2010.
I prodotti meno sicuri risultavano proprio i
vestiti per bambini.
Nel 2011, inoltre, l’indagine della Sidapa (Società italiana di dermatologia allergologica
professionale e ambientale), che parlava di un
aumento di dermatiti da contatto con abiti.
Lo stesso ICQ, istituto internazionale di cer-
tificazione della qualità e della sicurezza dei
prodotti di consumo, si è recentemente pronunciato sul tema: “Dal rapporto della Commissione europea del 2010 – ha detto Angela
Donati, coordinatrice del Gruppo di Lavoro
“Sicurezza abbigliamento per bambini” della
Commissione “Tessile e abbigliamento” – la
situazione sta migliorando.
Ma basta consultare il sistema RAPEX, servizio
online della Commissione europea che segnala
settimanalmente i prodotti ritirati dal mercato
perché non conformi ai requisiti di sicurezza, per
rendersi conto che c’è ancora molto da fare.
Stiamo, ad esempio, seguendo la revisione della
norma UNI EN 14682 su lacci e cordini e i lavori che si stanno portando avanti su mandato
della Commissione europea in tema di articoli per
il sonno: paracolpi per lettini, piumini e sacchinanna.
L’intento è coprire il vuoto normativo esistente in
questo ambito”.
Dai pigiami ai piumini, torniamo alla notte.
Ed è in effetti oscura la materia, ancora da sviscerare.
Certo, molto sembra lasciato alla buona pratica
produttiva e commerciale, forse alla “coscienza” e “dignità” di chi produce per i bambini.
senzaetà 17
Focus
bimbi sicuri
Laccetti e corde
Misure anti soffocamento o strangolamento le predispone l’UNI, Ente
Nazionale Italiano di Unificazione. La norma EN 14682 regolamenta la
presenza di laccetti e corde nei vestiti per bambini, distinguendo tra fasce
0-7 e 7-14 anni. Al bando laccetti e cordoncini decorativi ai cappucci
degli abiti dei più piccoli, ammessa la presenza dei laccetti in quelli dei più
grandi, a condizione che i cordoncini siano a forma circolare e non sporgano oltre l’abito. Vietati cordoncini funzionali o decorativi che superino
i 14 centimetri di lunghezza, come la presenza sugli abiti di decorazioni
di grosse dimensioni. Altamente a rischio sono ritenuti anelli di chiusura,
passanti dei pantaloni e tiretti delle zip di circonferenze o lunghezze superiori ai 75 mm. Vietato l’utilizzo di corde elastiche nella zona del collo. Per
quanto riguarda i tessuti, la UNI ritiene fondamentale la scelta di materiali
ed indumenti resistenti al calore. Qui la normativa di riferimento è la EN
14878, che definisce le caratteristiche di induzione al fuoco dell’abbigliamento notturno dei bambini fino a 14 anni e prescrive i tessuti da utilizzare
nella sua realizzazione.
È possibile consultare l’elenco delle sostanze pericolose
nel sito del RAPEX e nell’archivio dei prodotti pericolosi del portale del Ministero della Salute.
Carnevale
il rischio mascherato
Anche dietro i costumi colorati di Carnevale si mascherano pericoli.
Il Ministero della Salute, da qualche tempo, ha divulgato un opuscolo, “Il rischio mascherato. Speciale Carnevale”, invitando soprattutto i genitori a fare attenzione alle insidie della festa più pazza. Per
i costumi, il pericolo maggiore è quello dell’infiammabilità, essendo
spesso in materiale sintetico che prendere fuoco facilmente. In caso
di maschere, i pericoli sono soprattutto soffocamento e rischio chimico per la presenza di ftalati, sostanze tossiche per la riproduzione, assoggettate a restrizione europea, e con una soglia consentita
nei giocattoli di 0,1%. Una maschera horror Halloween ritirata dal
mercato inglese nel 2011 e fabbricata in Cina, ad esempio, era costituita da materiale plastico contenente livelli di DINP (ftalato di
diisononile) superiori al 48.9%. Una delle norme di sicurezza per le
maschere che coprono integralmente il volto prescrive che siano realizzate in materiale impermeabile e abbiano un’apertura di almeno
1cm x 13cm oppure due fori di superficie equivalente (un diametro di
circa 3cm) distanti l’uno dall’altro almeno 15cm. Per quanto riguarda
il rischio di danneggiamento degli occhi o di lesioni, le maschere non
devono avere bordi taglienti, punte acuminate, parti libere. In quelle
realizzate secondo la norma UNI EN 71, queste caratteristiche devono permanere anche dopo che la stessa sia stata sottoposta alle prove
di torsione, trazione, resistenza alla caduta, resistenza all’urto, compressione. Analizzando i dati raccolti nel RAPEX negli ultimi anni,
la quasi totalità degli articoli non conformi ritirati dal commercio è di
origine cinese, dicono dal Ministero.
18 senzaetà
Costumi, maschere e gadget di carnevale destinati prevalentemente ai bambini sono assimilabili ai giocattoli e soggetti alla normativa
europea sulla sicurezza. Il D.Lgs n. 54/2011
ha recepito in Italia la nuova direttiva europea
2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli, che
sostituisce la precedente del 1988. Le norme
tecniche europee, adottate e publicate in Italia
dall’UNI, stabiliscono i requisiti di sicurezza
e i metodi di prova sui giocattoli destinati ai
bambini fino ai 14 anni di età.
senzaetà 19
Dossier città del futuro
Il futuro: una
città indirizzata a risparmio ed
efficienza; che
ha come obiettivo l’efficientamento di tutta
la
movimentazione di cose e
persone.
Una via italiana
alla città intelligente
Salute, vivibilità e risparmio economico e ambientale saranno reali solo costruendo
indicatori “smart” ad hoc per il belpaese. Lo dicono gli esperti. Ce lo dice anche la
prima laureata in Italia in scienze ambientali, che già negli anni ’90 fondò su questi
concetti la sua formazione e poi il suo lavoro da imprenditrice.
Q
Gabriella Chiellino
Coordinatrice Scientifica
di Città Sostenibile e AD
eAmbiente
20 senzaetà
uando si è iscritta al
nuovo corso di Scienze Ambientali poteva
sembrare un azzardo. “Infatti il
termine ‘ambiente’ non era così
diffuso come oggi.
A conti fatti, tale scelta si è rilevata per me giusta e con il passare degli anni l’idea di poter migliorare le condizioni ambientali
delle aziende e delle amministrazioni pubbliche si rafforza e mi
permette di cercare e sviluppare
nuove soluzioni utili a tale obiettivo”.
A raccontarcelo è la prima laureata in Italia in scienze ambientali, Gabriella Chiellino, membro
della Commissione Mobilità
Stati Generali Ambiente del Ministero, responsabile scientifico
dell’evento Città Sostenibile nella fiera internazionale Ecomondo di Rimini, AD di eAmbiente,
azienda avviata dieci anni fa puntando - anche qui in tempi non
sospetti - alla smart city italiana.
Con lei torniamo sul concetto di
città intelligente, che molto ci
sta a cuore per la sua promessa
di maggiore sicurezza per la salute, migliore vivibilità e migliore
quadro economico-ambientale,
per capire quanto di reale c’è in
questa promessa.
“Obiettivo delle Città Smart è
ovviamente il miglioramento
delle condizioni delle città e di
chi le vive – ci dice Chiellino –
garantendo un risparmio significativo ed un controllo costante
delle condizioni di vita. Gli indicatori ambientali sono essenziali
al raggiungimento di tale traguardo e al continuo miglioramento di queste condizioni”.
Quali sono questi indicatori?
Quanto conta la sostenibilità
ambientale nei progetti smart
e come è messa l’Italia in tal
senso?
“La società di consulenza e progettazione ambientale della quale sono Amministratore delegato
ha presentato di recente dei progetti di Smart attraverso bandi
italiani.
Città Sostenibile - Ecomondo
2012, Fiera di Rimini
Gabriella Chiellino con il Ministro
dell’Ambiente Corrado Clini
Ruolo fondamentale è rivestito,
appunto, dagli indicatori ambientali essenziali per poter monitorare e misurare l’intelligenza
della città. Tra di essi, l’indicatore
relativo al risparmio energetico
(consumi relativi alle abitazione), alle fonti rinnovabili, alla
raccolta differenziata (oggi sappiamo che dobbiamo superare il
55 %), al recupero delle risorse, al
trasporto e alla gestione dei carburanti. La città italiana, dal mio
punto di vista, non è paragonabile alle altre città del mondo per le
sue peculiarità.
Possiamo però paragonare alcuni
indicatori come l’efficienza delle
abitazioni o del trasporto pubblico urbano, ma il territorio italiano ha caratteristiche introvabili
altrove, che si riflettono sul concetto smart. Infatti quest’anno,
all’interno dell’evento Città Sostenibile, abbiamo rappresentato
la ‘via italiana alla Città intelligente’, quindi saremo noi che nei
prossimi anni dovremo costruire
gli indicatori Smart italiani”.
Non a caso la Fiera internazionale dello Sviluppo Sostenibile, Ecomondo, di Rimini,
ha un’area specifica dedicata a
questi temi, di cui lei è Coor-
dinatrice Scientifica da quattro
anni, con esperienze italiane
pubbliche e private. Qual è il
bilancio di queste esperienze?
“Città Sostenibile ha raggiunto
ormai la sua sesta edizione.
Posso dire di aver visto sviluppare sempre maggiori possibilità e
interesse nei suoi riguardi. Infatti
quest’anno ha quintuplicato la
sua superficie espositiva, coprendo un´area di 6000 mq, dove è
stata proposta ‘La via italiana
alla Città Intelligente’, con soluzioni tecnologiche, disponibili
oggi, presentate dai più importanti gruppi industriali, (ENEL,
LOCCIONI,
FANTONI,
SESA,..) per rappresentare la re-
ale possibilità di pensare ai luoghi urbani in modo sostenibile e
all´insegna dell´efficienza energetica. Città Sostenibile ha visto
la presenza di decine di pubbliche amministrazioni alla ricerca
di soluzioni per l´efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, segnale che ormai il cammino in questa direzione è stato
intrapreso”.
Cos’è dunque, in sostanza, la
cosiddetta Città Intelligente?
“La smart city che abbiamo voluto rappresentare anche quest’anno ad Ecomondo è la definizione
di Città intelligente: una città
indirizzata al risparmio e all’efficienza, che ha come obiettivo
l’efficientamento di tutta la movimentazione di cose e persone.
Per fare ciò sono necessarie tecnologie di interconnessione: abbiamo perciò bisogno che i sottoservizi (gas, energia, ict, etc.)
esistano e siano funzionanti, per
permettere la costruzione della
tecnologia verticale, cioè sovra
suolo in maniera intelligente e
parsimoniosa, ottimizzando i
collegamenti all’interno della
città. Tali collegamenti riguardano la mobilità, ma anche l’energia a KM zero, la raccolta, smaltimento o recupero del rifiuto, o
e le comunicazioni tra cittadini e
amministrazioni pubbliche”.
Maria Chiara La Rovere
senzaetà 21
Medicina
fegato
MALATTIE DEL FEGATO
la ricerca scatta in avanti
di Maria Chiara La Rovere
Notizie promettenti sul versante della lotta all’epatite C, malattia del fegato diffusissima con l’Italia ai primi posti in Europa. Se ne parla molto dopo le novità arrivate dal Congresso mondiale
dell’Associazione americana per lo studio delle malattie del fegato, la AASLD (American Association for the Study of Liver Diseases). Da Boston, infatti, dove nel novembre scorso si sono riuniti
esperti da tutto il mondo, l’annuncio di terapie decisive contro le patologie da virus Hcv e di una
cura senza interferone, con farmaci, però, “impegnativi”. Recenti risultati di un’area promettente
come quella che studia le patologie del fegato e che parla molto italiano, fortunatamente.
22 senzaetà
“
Prof. Marco Marzioni,
gastroenterologo,
Università Politecnica
delle Marche
Le notizie sono certamente
buone, anzi ottime.
Tuttavia bisogna fare delle
precisazioni”.
Ce lo spiega Marco Marzioni,
ricercatore della Clinica di Gastroenterologia della Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche,
dirigente medico di Ospedali Riuniti di Ancona, già Rising Star
della Ricerca Gastroenterologica
europea nel 2007, tra i premi ricevuti, e da tempoesponente della vivacità degli studi italiani nel
mondo.
“Già da alcuni anni sono in fase
di sperimentazione due dei cosiddetti “nuovi farmaci” per l’epatite C.
La fase di sperimentazione è
terminata e dall’inizio del 2013
saranno introdotti nella farmacopea italiana.
Aggiunti ai due già correntemente in uso, interferone e ribavirina,
hanno dimostrato di aumentare
in maniera importante la risposta alla terapia in quei pazienti
che hanno un tipo (genotipo)
di virus C particolarmente poco
responsivo, quello più frequente
nella nostra popolazione. Sono
però farmaci “impegnativi”: possono dare effetti collaterali significativi e vanno somministrati
solo a casi specifici, adeguatamente selezionati. I medici che li
prescrivono devono avere un’ampia esperienza nella gestione di
questo tipo di pazienti proprio
perché anche il monitoraggio
Ci sono malattie
del fegato
delle quali
non si sa
ancora nulla
“NELLA VITA
CI VUOLE FEGATO”
S
Prof. Antonio Gasbarrini,
gastroenterologo
Policlinico Gemelli
di Roma
i sa. Ma la più grande
ghiandola del corpo, fucina
di tutte le nostre energie, ha
tanti nemici: obesità, alcol, fumo,
droghe e temibilissimi virus. A
tal proposito, i dati epidemiologici sono allarmanti, soprattutto
per l’epatite virale C. Stando alle
statistiche sono 170 milioni, e
non sempre sanno di aver contratto l’hcv, le persone infette
in tutto il pianeta, un milione e
mezzo sono in Italia (primato
europeo).
Arrestare questo virus, identificato un ventennio fa (1989),
subdolo e potenzialmente fatale
(lo chiamano “silent killer”, non
serve tradurre) appare ora possibile.
Sul versante terapeutico, novità
sono in arrivo. Fondamentale tuttavia resta la prevenzione. Parliamone con Antonio
Gasbarrini, gastroenterologo
di fama mondiale, operativo al
Policlinico Gemelli e segretario
della Fondazione italiana per la
ricerca in epatologia (Fire).
Professore, l’hcv sembra essere ubiquitario quanto insidioso:
come si trasmette?
La trasmissione più efficiente di infezione da hcv è rap-
Epatite C:
170 milioni
di persone
infette
nel mondo,
1,5 milioni
in Italia
senzaetà 23
Medicina
fegato
presentata dal contatto con il
sangue infetto, compresa quella
iatrogena, ovvero provocata involontariamente attraverso trattamenti medici: trasfusione di
sangue (tra le principali cause
fino a circa 20 anni fa), trapianto
d’organo, emodialisi, endoscopia,
utilizzo di aghi, set da infusione,
siringhe, cateteri e altri strumenti usati nelle procedure mediche
ed odontoiatriche.
Le misure di screening hanno ridotto il contagio, che purtroppo
continua a essere una piaga per i
Paesi in via di sviluppo.
La trasmissione è, inoltre, frequente tra i consumatori di stupefacenti per via endovenosa o
nasale; occasionale nei pazienti
che si sottopongono a tatuaggi
o agopuntura con materiali non
sterili.
Quali sono i sintomi?
Si stima che l’infezione acuta
rimanga asintomatica nel 5090% dei casi, e nei pazienti sin-
24 senzaetà
deve essere adeguato.
L’Associazione Italiana Studio Fegato (AISF) ha infatti
provveduto a dare delle linee di
indirizzo su quale sia il grado
di esperienza del medico o del
centro prescrittore perché il trattamento possa essere indicato e
controllato adeguatamente”.
Ma se da un lato il prossimo
futuro ci fornirà ulteriori nuovi
strumenti terapeutici “la messa
in pratica delle misure preventive rappresenta un punto di riferimento indiscutibile”.
Qual è l’apporto italiano negli
studi sulle malattie del fegato?
E quello delle Sue ricerche?
“La ricerca epatologica italiana ha grande rilevanza a livello
internazionale, che nasce da un
apporto che è stato sempre importante sin dagli albori.
Per fare un esempio, l’ago che
si è usato per decadi in tutto il
mondo per eseguire la biopsia
tomatici l’unico sintomo riferito
è spesso l’astenia (80% dei casi).
Si può arrivare alla diagnosi solo
al momento in cui insorgono le
complicanze della cirrosi.
Quanti nuovi casi si registrano
l’anno nel nostro Paese?
Circa 2500.
Come difendersi?
I soggetti affetti da epatite C
cronica nelle attività quotidiane
dovrebbero rispettare le opportune norme igieniche per evitare
l’esposizione del sangue a soggetti
non infetti (evitare rasoi comuni,
lamette, materiali taglienti).
Attualmente esistono cure efficaci?
Assolutamente sì. La terapia
standard, per i genotipi 2-3-4, si
basa sull’utilizzo di due farmaci
in combinazione: Peg-Interferone e Ribavirina. Per i pazienti infetti da HCV genotipo 1 l’attuale
terapia standard è rappresentata
da una triplice terapia: all’ interferone peghilato e alla ribavirina
si aggiungono i farmaci di nuova
generazione, rappresentati dagli
inibitori delle proteasi (DAA,
Boceprevir o Telaprevir).
Sono all’orizzonte nuove frontiere terapeutiche?
Sono allo studio molteplici nuovi
farmaci e soprattutto schemi terapeutici, anche privi di Interferone, sempre più personalizzati.
Paola Stefanucci
Le misure
di screening hanno
ridotto il contagio,
che continua
aD essere una piaga
per i Paesi in via
di sviluppo
epatica (il test di riferimento per
lo studio del fegato) è conosciuto come Ago di Menghini, un
collega di Perugia che lo inventò
negli anni 50.
Uno dei suoi collaboratori era il
Prof Francesco Orlandi, un altro
dei padri fondatori dell’epatologia italiana. Mi preme ricordarlo
con affetto, perché il Prof Orlandi, recentemente scomparso, ha
fondato anche la Clinica di Gastroenterologia di Ancona.
La mia ricerca si occupa di malattie meno frequenti del fegato,
in particolare delle vie biliari.
Ci sono malattie che colpiscono questa porzione del fegato,
tra cui anche una forma molto
aggressiva di cancro, delle quali non si sa ancora nulla, come
vengono, come progrediscono e
come curarle.
Io sto cercando di dare un contributo a rispondere a qualcuno
di questi quesiti”.
Quali consigli in tema di fegato?
“È verosimile ipotizzare che la
principale malattia che colpirà il
fegato nelle prossime decadi sarà
la steatoepatite non alcolica: quel
danno epatico cronico associato
all’alterato metabolismo. In realtà è già così in molti paesi occidentali, soprattutto Stati Uniti.
Questa condizione si associa
all’obesità, al diabete, all’ipertensione arteriosa ed alla dislipidemia (l’alterato metabolismo dei
grassi). Seppure determina un
danno al fegato meno aggressivo, in genere, rispetto alle epatiti
virali, si intuisce facilmente come
sia in realtà un problema di gran
lunga più frequente. Il consiglio
dunque è quello di fare attenzione al nostro metabolismo, all’alimentazione, all’attività fisica. Da
ciò si ottengono molti benefici
per tutto l’organismo, incluso il
fegato”.
La principale malattia
che colpirà il fegato
nelle prossime
decadi sarà forse la
steatoepatite
non alcolica:
danno epatico cronico
associato all’alterato
metabolismo
Cos’è l’epatite?
“L’epatite C è l’infiammazione del fegato che
avviene come conseguenza dell’infezione del
virus C (HCV) - ci dice Marzioni - E’ una delle
principali cause di danno cronico al fegato,
cioè di una alterazione progressiva della struttura
del fegato che può portare alla cirrosi epatica,
sostanzialmente alla perdita di funzionalità
dell’organo. Il virus viene trasmesso con il sangue e,
soprattutto in passato, principalmente per l’utilizzo
di strumentazione non adeguatamente sterilizzata
oppure per trasfusioni.
La conoscenza del virus ha permesso di identificare
procedure per evitare il contagio.
Oggi, nei paesi occidentali, i nuovi casi di epatite C si riscontrano soprattutto tra coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa. L’incidenza si sta dunque riducendo nei paesi occidentali ma non nei
paesi in via di sviluppo.
Questo fa dell’epatite C la più temibile patologia del fegato a livello mondiale. L’Italia è uno dei paesi europei con la maggior
prevalenza della malattia e circa 1 milione di malati”.
senzaetà 25
Evento
agenda della salute
ROMA CAPITALE
Presentata in Comune
l’Agenda della Salute
E
ntusiasmo e emozioni alla presentazione dell’Agenda della Salute, edita
dalla rivista Senzaetà, alla Sala Rosi
dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Roma, fortemente voluta da Roma
Capitale nella persona del vicesindaco Sveva
Belviso.
Il confronto dibattito ha riguardato la Longevità attiva; in sala oltre 150 addetti ai lavori,
fra i presidenti delle associazioni dei Volontari che lavorano quotidianamente ai progetti
del Comune come “Nonna Roma” o “Insieme
per la Solidarietà”, e il coordinamento cittadino per i Centri Anziani che raggruppa 144
centri sociali della capitale, oltre all’Accademia nazionale di Cultura Sportiva che ha
presentato una relazione con l’Università La
Sapienza sulle attività motorie per “superadulti”.
L’Agenda che ospita per il Lazio tutti i numeri della Salute, il vademecum personale e
utili notizie e consigli sul benessere, è andata
a ruba ed esaurita a testimonianza di un’iniziativa editoriale particolarmente gradita sul
territorio.
Le associazioni del volontariato e i dirigenti
comunali hanno ringraziato la disponibilità
della rivista “Senzaetà” a parlare di problematiche relative alla vita dei nonni, della famiglia
con tematiche come l’alimentazione, il lavoro,
la scuola e il rapporto genitori-figli con ruoli
26 senzaetà
e responsabilità della presenza - sempre più
importante - del nonno dentro casa che può
essere una risorsa più che un problema.
Oltre a Riccardo Solfanelli capogabinetto
dell’Assessorato Promozione Servizi Sociali e
della Salute di Roma Capitale erano presenti il direttore di Senzaetà Luca Guazzati, i
presidenti Piero Bianchi, Raffaele Castaldo
e Antonio Vitullo, il dott. Michele Panzarino
dell’ANcs.
Anche per questo 2013 l’Agenda costituisce
un importante vademecum sulla sanità, nella
sua duplice edizione laziale e marchigiana,
un punto di riferimento utile per saperne di
più sulle eccellenze ospedaliere, sulle cliniche
e sulle farmacie e a chi rivolgersi in caso di
bisogno.
Per prenotare
l’Agenda della Salute
nelle edizioni del lazio
e delle marche
chiama allo 071 2901110
o scrivi una mail a [email protected]
senzaetà 27
Medicina
artrosi ginocchio
Centro Ortopedico
Marchigiano
Via Flaminia 309/310
Torrette di Ancona (AN)
Tel.071/2181277
[email protected]
Centro Ausili
Via Dell’Industria n.2
Falconara Marittima (AN)
Tel.071/2181277
[email protected]
NewGedam
Via Pergolesi n.44
Potenza Picena (MC)
[email protected]
www.neriteam.it
Ginocchio Varo
Nei primi 18 mesi di vita è di frequente riscontro il ginocchio varo
bilaterale che, nella maggior parte dei casi, tende alla risoluzione
spontanea nel corso di due o tre anni.
La patogenesi ancora oggi non è molto chiara. Di più rara osservazione è il ginocchio varo conseguente a patologie traumatiche, metaboliche o a malattie ereditarie, che tuttavia devono essere sempre
tenute in considerazione al momento della diagnosi.
Nei pochi casi in cui un accennato varismo delle ginocchia permane nel tempo, spesso quando coesiste familiarità, può essere preso
in esame un intervento chirurgico da eseguire in età adolescenziale
o termine dell’accrescimento scheletrico.
Oltre al ginocchio varo della prima infanzia, esiste una forma di varismo che si sviluppa durante l’adolescenza. Mentre nelle forme infantili non è presente alcuna sintomatologia clinica, gli adolescenti
lamentano invece spesso gonalgia (dolore al ginocchio) sotto sforzo, prevalentemente durante lo svolgimento dell’attività sportiva.
Patologie
del ginocchio
28 senzaetà
Ginocchio Valgo
Il ginocchio valgo ha la massima incidenza
intorno hai 4 anni di età, ed è dimostrata una
tendenza alla risoluzione spontanea fino al 7°
anno di età in cui il valgismo delle ginocchia
non è patologico e si corregge spontaneamente (ginocchio valgo infantile).
Oltre a quello appena descritto, esiste un altro
tipo di valgismo delle ginocchia che insorge
nell’età adolescenziale e che, contrariamente
a quello precedentemente descritto, si aggrava con le ultime fasi di crescita e necessita generalmente di trattamento chirurgico.
Il ginocchio valgo è una deviazione verso la
linea mediana del corpo: l’angolo esterno,
formato dall’asse femorale con l’asse tibiale,
risulta minore dei normali 170° – 175°.
Il ginocchio valgo è immediatamente evidente e si può misurare la distanza tra i due malleoli interni (soggetto in piede ed a ginocchia
unite) per valutare l’entità del valgismo che
non dovrebbe superare 1-2 cm dopo il 7°
anno di vita.
FRATTURE
SOVRACONDILOIDEE
DI FEMORE
Non sono fratture molto frequenti, interessano la metafisi distale del femore. Quando
sono complete hanno uno spostamento tipico: il frammento distale si flette posteriormente che può determinare una compressione sul fascio muscolo-nervoso al poplite
con una compressione del circolo periferico
o interessamento dello sciatico popliteo interno. È quindi molto importante controllare
costantemente l’efficienza dei muscoli flessori
del piede. Sono fratture che in genere consolidano velocemente in 40-50 giorni.
FRATTURE
DEI CONDILI FEMORALI
Queste fratture possono interessare un solo
condilo (monocondile) o tutti e due (bicondile). Avvengono per sollecitazioni in valgismo, in varismo o caduta dall’alto.
FRATTURE DELLA ROTULA: Sono
fratture molto frequenti, specialmente negli
adulti, spesso avvengono per trauma diretto (es. caduta sul ginocchio), mentre quelle
per trauma indiretto (brusca contrazione del
quadricipite) sono più rare.
Sono fratture articolari che si distinguono
in:
•Fratture comminute in cui l’osso è pluriframmentato con conseguente scomposizione
•Fratture sagittali in cui la frattura è verticale
•Fratture trasversali in cui vi è la separazione di due frammenti uno superiore (attirato
dal quadricipite) e l’altro inferiore (fissato dal
tendine rotuleo) con possibile interessamento
dei legamenti alari
La sintomatologia nelle fratture trasversali
complete che sono le più frequenti è tumefazione del ginocchio, solco trasversale rilevabile alla palpazione della rotula, impotenza funzionale nell’estensione del ginocchio
mentre rimane la flessione (anche se limitata). Possono associarsi con queste fratture
rotture del tendine del quadricipite (rare) e
rotture del legamento rotuleo.
FRATTURE
DEL PIATTO TIBIALE:
Si hanno in ordine di frequenza frattura del
condilo esterno, frattura del condilo interno e
fratture di tutti e due i condili. Queste fratture avvengono in genere per trauma indiretto
per compressione del condilo femorale sul
piatto tibiale corrispondente (caduta dalla
motocicletta). Per quanto riguarda la sintomatologia, nelle lesioni più lievi si ha dolore
che aumenta al carico ed alla pressione sul
condilo interessato, mentre nelle lesioni più
lievi si ha tumefazione del ginocchio, dolore
vivo alla pressione, ecchimosi estesa alla gamba ed al poplite, impotenza funzionale e alle
volte deformità per deviazione del ginocchio
in varismo o valgismo.
FRATTURE
DELLE SPINE TIBIALI
Sono fratture molto rare ma non eccezionali,
si distinguono in fratture isolate della spina
tibiale mediale o esterna. Avvengono per
trauma indiretto (strappamento da parte dei
legamenti crociati che vi si inseriscono) e la
sintomatologia è data da dolore, tumefazione
e impotenza funzionale.
senzaetà 29
Medicina artrosi ginocchio
Artrosi
meglio batterla
sul tempo
N
on solo sopra i 60 anni,
non solo al ginocchio,
non solo nelle donne.
Le patologie artrosiche sono
complesse, a volte collegate a
malattie immunitarie.
Le situazioni più usuali riguardano il distretto del ginocchio,
dell’anca, della caviglia e della
spalla. Ce lo conferma Elvira Di
Cave, primario della Divisione
Ortopedica dell’Ospedale Israelitico, che ci spiega come i soggetti più colpiti siano “quelli che
presentano un’obesità rilevante,
un malallineamento degli arti
inferiori (per ginocchia e caviglie), che creano il substrato per
una funzione alterata dell’articolazione con conseguente conflitto articolare, ed ovviamente le
patologie post traumatiche tipo
fratture o lussazioni. È importante tenere ben presente che le
malattie immunitarie, tipo artrite reumatoide, possono essere un facile terreno sul quale le
patologie artrosiche del ginocchio e della caviglia si instaurano più facilmente ed in modo
estremamente precoce, per cui è
fondamentale valutare in modo
corretto e tempestivo tutti i sintomi caratteristici delle malattie
immunitarie, tipo artralgie diffuse, dolori a tutte le articolazioni,
rialzi febbrili”.
Quali sono i rimedi?
“I più importanti riguardano la
diagnosi precoce della causa che le
può sostenere, esami di laboratorio,
esami clinici e strumentali ad alta
definizione tipo Tac e RMN delle
ginocchia e del collo piede, senza
però trascurare un esame radiografico corretto nelle proiezioni,
che può risultare indispensabile
30 senzaetà
se si dovesse operare il paziente.
Caso a parte la spalla, le cui patologie artrosiche si presentano, il
più delle volte, come conseguenza
di lesioni della cuffia dei rotatori,
di quella struttura cioè che tende
a contenere un’articolazione così
complessa come quella della spalla. Importante non sottovalutare
anche tutti gli episodi di lussazioni
della spalla, che, se ripetuti, possono dare luogo ad un’instabilità
dell’articolazione ed usura precoce
con limitazione funzionale ben più
grave delle altre articolazioni”.
Quando sottoporsi ad intervento?
“L’intervento di artroprotesi, sia a
carico del ginocchio e dell’anca che
della caviglia e della spalla nei casi
più gravi, è sempre deciso insieme
al paziente in base alle limitazioni
funzionali articolari, al dolore e
soprattutto alla qualità della vita
del paziente stesso. La soluzione
migliore è quella presa in accordo
con il paziente che non deve essere mai convinto a sottoporsi ad un
intervento ma lo deve fare soltanto
se lo decide con il suo chirurgo ortopedico”.
Quali consigli utili?
“I consigli che ritengo di poter dare
ai pazienti ed in genere a tutti coloro che soffrono di tali patologie
è di mantenere un peso adeguato
alla struttura scheletrica, di considerare importanti i sintomi che
si presentano senza trascurarne
nessuno, di fare esercizio fisico
costante senza esagerare, fare dei
controlli periodici, consultare specialisti del settore per una diagnosi
e trattamento precoci per un miglioramento del quadro clinico e
risoluzione della patologia”.
ma.la.
Prof.ssa Elvira Di Cave,
primario della Divisione
Ortopedica dell’Ospedale
Israelitico di Roma
Prevenire l’artrosi
I consigli dell’Ortopedico
I
l ginocchio funziona correttamente solo
grazie ad una cartilagine efficiente.
La cartilagine articolare, composta di cellule altamente specializzate, non dispone di
una riserva di “cellule staminali”.
Per questo col tempo viene irrimediabilmente
alterata: si parla di ”artrosi”, o “gonartrosi” se
riguarda il ginocchio. Nonostante i progressi della medicina rigenerativa, l’intervento di
“artroprotesi” resta uno dei più eseguiti, dunque la prevenzione è l’unico modo per evitare
o almeno posticipare il ricorso alla chirurgia.
E’ fondamentale per il paziente riconoscere i
primi segni dell’artrosi, come il dolore diffuso all’articolazione sotto carico, il gonfiore e
tipicamente la rigidità quando si muovono i
primi passi dopo esser stati a lungo seduti.
Primo suggerimento, quello più “low-cost”,
consiste nel condurre uno stile di vita corretto
evitando soprattutto la sedentarietà ed il sovrappeso: muoversi, infatti, favorisce l’apporto
dei nutrienti ed il ricambio del liquido sinoviale che bagna la cartilagine.
L’integrazione orale di “condroprotettori” a
base di glucosamina e condroitin-solfato è un
altro valido supporto: queste molecole aiutano
a mantenere la cartilagine più efficiente, riducendone l’usura.
Quando l’artrosi causa una sintomatologia
più intensa l’acido ialuronico somministrato
per via intra-articolare (da 3 a 5 iniezioni)
rappresenta una delle più consolidate strategie preventive. Esso si distribuisce sulla superficie articolare, agisce da lubrificante ed
anti-infiammatorio riducendo l’attrito tra le
cartilagini.
L’acido ialuronico è un costituente del nostro
organismo per cui non deve essere ritenuto come molecola estranea: infatti, entro 12
mesi viene fisiologicamente riassorbito dal
nostro organismo.
Per questo periodicamente si è corretto ripetere il ciclo infiltrativo.
Gli anti-infiammatori non steroidei per via
orale non costituiscono una terapia preventiva; piuttosto sono una palliazione del dolore
ed andrebbero usati solo in forme infiammatorie acute perché spengono temporaneamente il campanello d’allarme (dolore) senza
risolvere la causa (la degenerazione cartilaginea).
Per una corretta prevenzione non si può prescindere dalla valutazione specialistica precoce, corredata da semplici radiografie, per
poter mettere in atto le più appropriate strategie preventive quando ancora la cartilagine
articolare è vitale e può “recuperare” dai primi
segni di sofferenza.
Dott. Alberto Busilacchi
Clinica Ortopedica
Università Politecnica
delle Marche
Per quesiti particolari
scrivere a:
[email protected]
senzaetà 31
Medicina
artrosi ginocchio
I consigli del
fisioterapista
Se il ginocchio
proprio non va
L
’artrosi è una patologia cronica degenerativa e spesso invalidan- migliorare lo stato cardiovascolare,
Dott. Matteo Fabrizi,
te, a eziologia multifattoriale, che colpisce le cartilagini artico- neuromuscolare, la flessibilità e lo stato
fisioterapista
lari. Tra le cause troviamo a titolo esemplificativo ma non esau- di salute generale.
stivo l’età, il sesso, storie pregresse di traumi, l’obesità, malformazioni In particolare il miglioramento della
capacità aerobia carico dell’apparato muscolo-scheletrico e l’usura
ca, della resistenza, della forza e della flessibilità
determinata da attività professionali e ludiche.
sono associati ad un miglioramento della funIn particolare il ginocchio è una delle articolazioni
Nella fase acuta,
zione articolare, riduzione del dolore, del conmaggiormente affette da tale patologia e i sintomi
terapie fisiche,
trollo del peso corporeo e un aumento dell’ausono rappresentati in particolar modo da limitaziotonomia nei gesti della vita quotidiana e una
ne funzionale, dolore e crepitii.
tecniche di terapia
riduzione dell’ansia e della depressione associati
La fase acuta della patologia permette differenti
manuale
alla limitazione funzionale. La perdita di flesmodalità d’intervento, come per esempio l’utilize trattamento
sibilità, l’atrofia muscolare, la debolezza, l’ostezo di terapie fisiche (magnetoterapia, laserterapia,
farmacologico;
oporosi, il dolore e la facile faticabilità sono
tecarterapia, etc.), tecniche di terapia manuale e
problemi comuni nell’artrosi del ginocchio che
trattamento farmacologico. Nella fase subacuta, e la
nella fase subacuta,
rispondono favorevolmente ad un programma
letteratura scientifica lo conferma, è di particolare
esercizio fisico
di esercizi fisici d’intensità da leggero a modeimportanza svolgere esercizio fisico e fornire una
ed una terapia
rato. L’ obiettivo principale rimane in ogni caso
terapia educazionale all’autogestione. L’esercizio
educazionale
la risoluzione della fase acuta e la gestione del
fisico supervisionato e controllato o attività fisica
dolore in fase cronica, naturalmente la prescriadattata, è una componente fondamentale sia in
all’autogestione
zione del programma di esercizi fisici deve tener
termini di prevenzione che di trattamento. Infatti
conto dello stato di salute del paziente e in parla pratica regolare di attività fisica supervisionata
ticolar modo delle comorbidità che potrebbero
e controllata che comprenda sia una componente
limitarne o controindicarne lo svolgimento.
aerobica che di forza e di flessibilità, è in grado di
32 senzaetà
senzaetà 33
“Miralago”una nuova
le Marche sul lago
In tempi di spending rewiew e
di riorganizzazione della spesa
sanitaria la Cooperativa
COOSS Marche rilancia il proprio ruolo di impresa sociale
no profit in favore della politica di welfare regionale con una
proposta che vedrà la luce nelle prossime settimane.
34 senzaetà
L
a realizzazione della residenza sanitaria assistenziale Miralago che sorge
sulla riva del lago di Caccamo
in territorio comunale di Serrapetrona in Provincia di Macerata
è frutto di un investimento e di
una ristrutturazione finalizzati
alla apertura di una nuova RSA
in un territorio pedemontano
non del tutto raggiunto dalla rete
capillare dei servizi residenziali e
riabilitativi in favore di anziani e
disabili.
L’ubicazione della struttura è
particolarmente favorevole sia
per il contesto naturalistico che
per la facilità di accesso trovandosi a poche centinaia di metri
dalla uscita di Caccamo della
superstrada S. 77 che la collega
in pochi minuti all’Ospedale di
Tolentino e alla vicina Regione
Umbria.
La struttura è localizzata nel tessuto urbano del Comune di Ser-
ra Petrona, in zona destinata ad
uso residenziale, adeguatamente
servita dai mezzi pubblici di trasporto, esercizi commerciali, bar
e ristoranti.
La residenza Miralago potrà
ospitare n. 40 posti letto sulla
base dei requisiti abitativi previsti dalla L.R. 20/2000 che
indicano in complessivi mq 45
(camera, servizi, spazi comuni)
lo spazio per ogni ospite accolto
nella residenza.
La Struttura è priva di barriere
architettoniche ed è dotata di n.2
impianti monta lettighe, inoltre
tutti i piani sono collegati attreverso n.2 scale esterne.
Tali caratteristiche la rendono
adatta ad ospitare persone con
particolari esigenze assistenziali
e riabilitative prprie di una RSA
(Residenza Sanitaria Assistenziale) con tutti gli interventi assistenziali, medico sanitari e riabilitativi previsti dalla normativa
rsa di cooss
di Caccamo
regionale vigente. La tipologia
degli ospiti comprende le patologie più ricorrenti come l’Alzheimer, esiti importanti di eventi
invalidanti, soggetti con esigenze
di riabilitazione intensiva.
Con l’avvio della attività nei
prossimi mesi si prevede un forte impulso alla occupazione tra i
giovani provenienti dal territorio con particolare riguardo alle
professionalità di operatori socio
assistenziali ed infermieri professionali.
Tutto il personale socio sanitario
sarà selezionato con attenzione
alla sensibilità degli ospiti, alla
professionalità ed alla esperienza
maturata.
L’ organizzazione degli spazi
interni (camere, sale comuni,
servizi igienici, ecc.) è tale da
garantire a ospiti non autosufficienti il massimo di fruibilità, di
privacy e di mantenimento dei
livelli di autonomia personale e
consente di organizzare la vita
degli ospiti degenti con particolare attenzione agli aspetti della
vita comunitaria.È presente un
sistema di riscaldamento dotato
di regolazione differenziata della
temperatura per ambiente.
Sono presenti:
Luci di emergenza notturne;
Linea telefonica a disposizione
degli ospiti;
Sono presenti camere da letto
singole o doppie, con superficie utile di almeno mq 12 per le
singole e almeno mq 18 per le
doppie;
Sono presenti servizi igienici attrezzati per la non autosufficienza collegati alle camere in numero di 1 ogni camera a due posti
e 1 ogni camera ad un posto ed
in ogni caso, almeno 1 ogni 4
ospiti;
Sono presenti locali comuni, anche ad uso polivalente, per soggiorno, attività occupazionali;
E’ presente un locale per esercizio di culto e un locale utilizzato
come camera ardente;
Sono presenti servizi igienici,
collegati agli spazi comuni, attrezzati per la non autosufficienza.
La struttura dispone
di locali da adibire a
servizi o prestazioni
opzionali:
spogliatoio per il personale con
servizi igienici e doccia;
guardaroba;
cucina, dispensa e lavanderia;
deposito biancheria sporca e deposito biancheria pulita;
ingresso / portineria;
uffici amministrativi.
Per l’erogazione delle prestazioni ed attività sanitarie sono
presenti, all’interno
della struttura:
locale per ambulatorio;
spazio/palestra con relative attrezzature e ausili;
spazio per deposito di attrezzature, ausili e presidi;
armadiatura idonea alla conservazione dei farmaci;
I locali per le attività sanitarie
sono di dimensioni adeguate
alla funzionalità del servizio;
La residenza dispone di attrezzature idonee alla tipologia degli ospiti, ed a norma con le disposizioni vigenti in materia:
letti articolati con sponde;
corrimano a parete nei percorsi
principali.
Gli arredi sono curati, gradevoli,
funzionali e conformi ai requisiti vigente ed inoltre dispone
dell’utilizzo di adeguati spazi
esterni.
A cura di
Nicolò Scocchera
senzaetà 35
Alimentazione
Per i 5
finalisti,
viaggi e
gusto in
salsa
MasterChef
Un pollo da talent show
parte il concorso
F
ondato a San Vittore di Cesena 40
anni fa, è un esponente di spicco nel
settore agroalimentare italiano, uno di
quei gruppi che ha scelto una gestione diretta
dell’intera filiera integrata, cioè un controllo
approfondito e certificato di tutte le fasi produttive…non da poco se si parla di piatti a
base di carne.
Amadori oggi, poi, rafforza il binomio tradizione-innovazione – un must tutto nostrano
– in maniera singolare: l’ingresso nelle cucine
del talent show gastronomico più famoso al
mondo come protagonista nella dispensa della seconda edizione di MasterChef Italia.
Singolare anche il concorso nato da tale sodalizio: il primo contest gastronomico ideato
con l’ambizione di nobilitare la carne bianca
d’eccellenza, il pollo, capace di diventare, grazie ad un pizzico di creatività culinaria, protagonista di piatti d’autore.
Partito a gennaio, il concorso “Amadorabili
Chef ” si concluderà il 3 marzo e premierà
36 senzaetà
quanti decideranno di mettersi in gioco con
i prodotti Amadori. Acquistando un prodotto della linea “i Grandi Classici” o “Buona
Domenica” riportante l’etichetta dell’iniziativa, sarà dunque possibile partecipare al concorso che, oltre a regalare 3 robot da cucina
Kenwood Titanium Master Chef alla settimana nella prima fase “Instant win”, premierà i più talentuosi nella preparazione di un
piatto che abbia come ingrediente pricipale il
pollo e/o il tacchino.
Per chi decide di mettere alla prova le proprie abilità culinarie, la sfida si accende tra i
fuochi della cucina con la creazione e il caricamento sul sito di Amadori di una ricetta originale che abbia la carne bianca come
protagonista.
La classifica delle ricette sarà decretata dalla votazione del pubblico via web durante il
periodo del concorso, secondo diverse dinamiche che assegnano “chef points” a seconda
delle azioni intraprese on line, dal voto degli
amici alla condivisione sui social network.
L’autore della ricetta più votata sul web, ed
altri 4 finalisti scelti da una giuria di esperti
tra i primi 30 classificati, si aggiudicherranno l’opportunità di essere protagonisti di un
evento di show cooking a Milano, dove la
giuria decreterà il vincitore dopo aver visto i
concorrenti sfidarsi dal vivo in prove d’abilità
ai fornelli ispirate al format di MasterChef
Italia. Combinazione degli ingredienti ed
esecuzione della cottura; creatività e presentazione del piatto; gusto e livello di soddisfazione del palato sono i criteri in base ai quali
sarà eletto il primo “MasterChef Amadori”.
E per i 5 finalisti?
In palio viaggi e gusto, in salsa MasterChef:
al primo classificato un soggiorno gastronomico per due persone a Londra per gustare
la cucina di Bruno Barbieri presso il suo ristorante, dal secondo al quinto un weekend
milanese per due persone con cena riservata
al “Ristorante Cracco”.
Genuinità
sotto controllo
L
a qualità di un prodotto è correlata
anche alle sue caratteristiche sensoriali. Queste infatti ne determinano
l’accettabilità da parte dei consumatori ma
sono anche le più difficili da valutare in modo
obiettivo.
L’analisi sensoriale è la disciplina scientifica
impiegata per misurare, analizzare e interpretare le sensazioni percepite da vista, olfatto,
gusto, tatto e udito.
Scopo dell’attività del laboratorio di analisi
sensoriale è descrivere e quantificare gli at-
tributi sensoriali che hanno rilevanza nella
determinazione della qualità di un prodotto.
Per questo si serve di un Panel, gruppo di
assaggiatori (giudici) opportunamente addestrati.
La peculiarità dell’analisi sensoriale è utilizzare l’uomo come strumento di misurazione
con metodiche e strumenti statistici tali da
oggettivizzare le prove di valutazione.
L’ASSAM ha colto l’importanza di tali aspetti e il suo laboratorio opera attraverso il panel
su molte produzioni agroalimentari.
I settori in cui il laboratorio di analisi
sensoriale dell’ASSAM è operativo:
Olio da olive
Miele
Il Panel regionale ASSAM-Marche, coordinato dal Capo Panel Barbara Alfei, costituito nel 1998, è stato riconosciuto dal COI
(Consiglio Oleicolo Internazionale) a partire
dall’anno 2000 e dal Ministero dell’Agricoltura dal 2004, in grado di effettuare valutazioni ufficiali di oli vergini al fine della classificazione merceologica, o a fini sperimentali
(collaborazioni con Istituti di ricerca) e di
supporto alle aziende produttrici.
L’attività ASSAM si focalizza sullo studio
dei mieli marchigiani e non. Attraverso panel
e laboratorio è possibile avere una valutazione qualitativa e la rispondenza all’origine botanica dichiarata.
4. altri prodotti agroalimentari tradizionali
carciofo di Montelupone, vino di visciole,
vino cotto, prosciutto
DOP e IGP
Il panel Assam verifica le conformità ai disciplinari della “Caciotta di Urbino DOP”, della
“Oliva ascolana del Piceno DOP” e dell’IGP
“Ciauscolo delle Marche”
PAROLE CHIAVE
Panel: un gruppo di assaggiatori esperti e addestrati in grado di
discriminare, descrivere e misurare le caratteristiche organolettiche di
un prodotto.
Panel test: prova di analisi sensoriale effettuata dal gruppo di
esperti (8-12) il cui risultato è sottoposto ad elaborazione statistica.
Giudici: persone selezionate in base alle attitudini e alle caratteristiche sensoriali ed allenate ad assaggiare determinati prodotti.
senzaetà 37
Lavoro
La Riforma Fornero (D.L.201 del 6/12/2011, convertito in Legge 214 del 22/12/2011), ha introdotto delle
rilevanti novità all’interno del sistema pensionistico
italiano. Riportiamo qui di seguito un rapido e sintetico excursus delle disposizioni più rilevanti sull’argomento.
Le nuove pensioni
SISTEMA CONTRIBUTIVO
La Riforma prevede che dal 1°
gennaio 2012, le anzianità contributive maturate dopo il 31
dicembre 2011 vengono calcolate per tutti i lavoratori con il
sistema contributivo, che prende
a base tutti i contributi versati
durante l’intera vita assicurativa,
al contrario del precedente sistema che rapportava il calcolo della prestazione sulle retribuzioni
percepite negli ultimi 10 anni.
PENSIONATI, COSA CAMBIA
L’ INPS ha chiarito che le vecchie
regole sui requisiti per il pensionamento continuano a valere
anche per chi avesse maturato i
requisiti previsti dalla precedente
normativa entro il 31 dicembre
2011 (le novità che riguardano
i soggetti già pensionati riguardano prevalentemente l’indicizzazione pensioni e il versamento
dei contributi di solidarietà).
PENSIONE DI VECCHIAIA
E PENSIONE ANTICIPATA
Per le lavoratrici e i lavoratori
dipendenti del settore privato
e le lavoratrici e i lavoratori autonomi sono previsti due tipi di
pensione: la pensione di vecchiaia e quella anticipata.
Pensione di vecchiaia
Per la pensione di vecchiaia occorre aver raggiunto l’età pensionabile ed un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Per
le lavoratrici l’età pensionabile
è progressivamente elevata fino
alla completa equiparazione nel
2018 a quella prevista per gli uomini (66 anni e 3 mesi), oltre che
proporzionalmente all’adeguamento alla speranza di vita. Oltre
a specifiche eccezioni, in generale il regime è differenziato per i
soggetti in possesso di anzianità
contributiva al 31 dicembre 1995
e per i soggetti con primo accredito contributivo a decorrere dal
1° gennaio 1996.
Pensione Anticipata
Per la pensione anticipata è
ora prevista un’anzianità contributiva di almeno 42 anni e 2
mesi per uomini e 41 anni e 2
mesi per donne. Questi valori
sono aumentati di un mese per
il 2014 e poi dall’adeguamento
alla speranza di vita. La pensione
anticipata è indipendente dall’età
del richiedente. Anche in questo
caso, oltre a specifiche eccezioni
previste, il regime è differenziata
per soggetti con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e
per coloro con primo accredito
contributivo a decorrere dal 1°
gennaio 1996.
RICONGIUNZIONE, TOTALIZZAZIONE, CONTRIBUZIONE DA RISCATTO.
Ulteriore aspetto meritevole di
attenzione: l’opportunità o meno
di ricorrere a strumenti quali ricongiunzione, totalizzazione, riscatto dei contributi. Per quanto
riguarda il primo, la ricongiunzione consente, a titolo oneroso,
di riunificare diversi periodi e
posizioni assicurative presso un
solo ente, per conseguire un unico
trattamento di pensione. La tota-
Anzianità contribuiva
maturata al 31 dicembre 1995
Anzianità contributiva maturata
fino al 31 dicembre 1995
Anzianità contributiva maturata
dal 1°gennaio 1996
al 31 dicembre 2011
Anzianità contributiva
maturata dal 1° gennaio 2012
18 anni o più
Calcolo Retributivo
Calcolo Retributivo
Calcolo Contributivo
meno di 18 anni
Sistema Retributivo
Calcolo Contributivo
Calcolo Contributivo
Calcolo Contributivo
Calcolo Contributivo
nessuna anzianità contributiva
38 senzaetà
Per maggiori informazioni è
possibile rivolgersi allo Studio
di Consulenza del Lavoro
“Carotti Rodriguez Progetti
Lavoro srl”, Via Grandi, 56,
Ancona
tel. 071/2868280
[email protected]
www.studiocarotti.it.
lizzazione consente di mantenere i periodi assicurativi maturati
in gestioni diverse, cumulando i
vari “spezzoni” per perfezionare i
requisiti richiesti per accedere ai
trattamenti di pensione. La contribuzione da riscatto, copre alcuni periodi previsti dalla legge
per i quali non esiste un obbligo
assicurativo.
Ricerca
honoris causa
Camerino laurea
lo scienziato imprenditore
italo canadese Bellini
Impegnato con successo nel settore del farmaco come imprenditore e come ricercatore,
con risultati di risonanza mondiale. Per fare un esempio, la messa a punto di “Epivir”,
il farmaco anti AIDS ancora oggi più venduto nel mondo e che ha contribuito a salvare
milioni di vite, uno dei primi e più importanti farmaci antivirali.
“
Francesco Bellini con Sauro Vittori, Direttore Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute
La cerimonia nella Sala della Muta di Palazzo Ducale, Camerino
40 senzaetà
Abbracciare le innovazioni, esportare
nuove idee e soprattutto rischiare”.
Questo il messaggio saliente, raccontato
con una certa emozione, guardando negli occhi i tanti giovani nella sala, “le nuove energie
a cui affidarci”.
Questo il cuore del discorso di uno scienziato
imprenditore come Francesco Bellini, di recente protagonista della prestigiosa Laurea
Honoris Causa in ‘Chimica e Tecnologia
Farmaceutiche’ conferitagli dall’Università di
Camerino.
“Un ricercatore e imprenditore e non so quale
dei due ruoli sia stato più difficile, con alti
e bassi in entrambi i campi” spiega nel suo
discorso.
Alti e bassi ma sempre grinta per risalire, voglia di continuare le sfide, un territorio proficuo come quello del nord America.
Considerato un “guru” delle biotecnologie
applicate alla medicina, Bellini è nato ad
Ascoli Piceno nel 1947 e ha doppia cittadinanza, Italiana e Canadese.
Trasferitosi a 21 anni a Montreal, si laurea
in Chimica e, nel ‘77, consegue un Dottorato
di Ricerca in Chimica Organica presso l’Università del New-Brunswick.
Una carriera fatta di numerosi trattati ed articoli scientifici, e più di 30 brevetti depositati,
in gran parte sull’applicazione delle biotecnologie alla medicina: prodotti per il trattamento e la prevenzione del diabete e delle
sue complicazioni, dell’AIDS, del morbo di
Alzheimer e, recentemente, di un rigenera-
Francesco Bellini con il Magnifico Rettore Unicam, Flavio Corradini
La Commissione di laurea applaude Bellini
tore epidermico comprendente un ossidante,
un fotoattivatore ed un cicatrizzante, molto
efficace nel trattamento delle piaghe da decubito. Risultati ad ampio raggio, insomma.
È presidente di Neurochem inc., ora BELLUS Health, società capofila specializzata
nella messa a punto di medicinali terapeutici
destinati al sistema nervoso centrale.
Attraverso la propria società di portafoglio
privato Picchio International controlla, inoltre, Picchio Pharma, Virochem, Innodia e
Adaltis. Oltre i numerosi impegni in campo
comunitario e culturale, le onorificenze assegnategli dal governo canadese e le lauree
honoris causa, Bellini nel 2005 è stato nominato Cavaliere del Lavoro da Carlo Azeglio
Ciampi e nel 2006 ha ricevuto dalla Regione
Marche il Picchio d’Oro.
“La mia storia dimostra che ci sono sempre
opportunità: saperle riconoscere e utilizzare
è la sfida.
L’avventura per trovare un rimedio all’Alzheimer, per esempio, è costata alla mia famiglia
intorno ai 70 milioni di dollari ma credevamo
in quella sfida – ha detto ancora Bellini – Il
progresso passa per la scienza in un percorso continuo, come quello che ho scelto senza
adagiarmi sui primi risultati.
È triste vedere cervelli che vanno via dal proprio Paese.
L’Italia non può basare il suo futuro solo sul
settore manifatturiero. Bisogna abbracciare
le innovazioni, esportare nuove idee e soprattutto rischiare, puntando sull’educazione
come la migliore politica moderna”.
ma.la.
Per il 2013 arrivano ulteriori novità dall’impegno
di Bellini. A dircelo in anteprima è Marco Marchetti, CEO di FB Health (di cui Bellini è presidente),
che si occupa di ricerca, sviluppo e commercializzazione di molecole innovative per la prevenzione ed
il trattamento delle patologie in ambito Neurologico
e Geriatrico, con una particolare attenzione verso
pazienti anziani e meccanismi dell’invecchiamento.
Le novità riguardano proprio la “riserva cognitiva”, un’area di ricerca di interesse in forte crescita, in
quanto il concetto stesso di riserva cognitiva è strettamente collegato alla prevenzione delle malattie
neurologiche da degenerazione.
senzaetà 41
INFORMA
Vertici Sanità Marche
cambia tutto
Almerino Mezzolani,
assessore alla Salute
Regione Marche
La giunta
regionale
nomina i
direttori
dei nuovi
servizi
42 senzaetà
E
ra previsto dalla spending rewiew
della Finanziaria 2013.
Detto fatto, il Dipartimento dei
Servizi Sanitari della Regione Marche non
esiste più: una nota stampa di fine anno (21
dicembre scorso) nomina Paolo Galassi, già
direttore generale dell’Azienda Ospedaliera
Ospedali riunti, presidente del nuovo Coordinamento degli enti del servizio sanitario
regionale. Questo sarà d’ora in poi il soggetto referente per l’organizzazione gestionale
della Sanità marchigiana.
Ne fanno parte il direttore generale
dell’Asur Piero Ciccarelli, il direttore generale di Marche Nord Aldo Ricci e il direttore generale dell’Inrca Giuseppe Zuccatelli.
Questo Coordinamento – ha affermato alla
conferenza stampa di fine anno l’assessore
alla Sanità Almerino Mezzolani – sarà supportato per gli aspetti tecnici dal neodirigente del Servizio Sanità della Regione Marche
Pierluigi Gigliucci mentre per le Politiche
Sociali il dirigente è Paolo Mannucci.
La Finanziaria 2013 approvata nella seduta
del 19 dicembre scorso, ridistribuendo ruoli
e competenze in materia di sanità e politiche
sociali ha inteso separare nettamente le
funzioni di programmazione da quelle di
gestione e sopprimendo il Dipartimento
Salute e Servizi Sociali ha inaugurato un
nuovo assetto delle strutture regionali della
sanità.
Francesca De Pace nuovo
coordinatore del Centro
regionale trapianti
Al posto del Dipartimento,
ecco il Coordinamento Enti
Servizio Sanitario
con Galassi presidente.
La dott.ssa Francesca De Pace è il nuovo coordinatore del Centro regionale trapianti. È stata nominata oggi dalla Giunta regionale. Sostituisce il dottor Duilio Testasecca, alla scadenza del
secondo mandato quinquennale e tenuto conto dei sopraggiunti
limiti d’età. Dal 2009 De Pace lavora, a tempo pieno, all’Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, dove ha
sede il Centro.
“Per dare continuità alle azioni intraprese – afferma l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani – abbiamo ravvisato la necessità di procedere a un avvicendamento, individuando, nell’ambito
dell’Azienda che, in questi anni, ha rappresentato il centro propulsore
del processo di donazione e trapianto, un professionista di sicuro valore, con esperienza pluriennale nel settore. La De Pace rappresenta
la persona di maggiore spicco, con svariati riconoscimenti nazionali e
internazionali. La scelta premia anche le sue capacità organizzative,
formative e tecniche, unitamente alle qualità umane dimostrate in
questo particolare e delicato contesto, dove gli aspetti clinici e medici si
intersecano con quelli psicologici, etici e culturali. mAl dott. Testasecca
vanno i ringraziamenti di tutta la comunità regionale per l’impegno
e la dedizione mostrata questi anni che hanno consentito alle Marche
di raggiungere traguardi nazionali di grande rilievo”.
Grazie all’attività del Centro regionale trapianti, oggi le Marche
risultano la prima regione in Italia come donatori utilizzati (37,1
per milione di popolazione). Dal 2005 sono stati effettuati 536
trapianti (258 reni – 268 fegato – 9 pancreas – 1 trapianto di reni
tra viventi). La Banca delle cornee di Fabriano ha incrementato
le attività, divenendo leader in Italia sotto vari aspetti qualitativi
e quantitativi.
senzaetà 43
Emergenza
il messaggio parte
L’ I.N.R.C.A., in prima linea sulla questione dagli anni ’70,
informazioni e consigli insieme all’Associazione per la
C
irca 600 le persone che
si sono presentate per
lo screening glicemico
nella città di Ancona, dove ATD,
Associazione per la Tutela del
Diabetico Onlus, e Centro Antidiabetico I.N.R.C.A. (Istituto di
ricovero e cura a carattere scientifico) di Ancona, hanno diffuso
materiale informativo, consulenza medica qualificata, permet-
state effettuate su pazienti a digiuno, come deve avvenire per
una corretta valutazione del tasso glicemico, l’incidenza del 3%
di valori fuori norma riscontrati,
testimonia l’importanza di iniziative come quella di Ancona.
Queste persone sono state infatti invitate a segnalare al proprio
medico curante quanto emerso
dallo screening, per poi procede-
saggio diffuso nelle giornate di
sensibilizzazione e controllo,
secondo Gambi, per il quale è di
grande importanza “sottoporsi
periodicamente al pur semplice
esame della glicemia e mantenere uno stile di vita attivo, con
una mezz’ora di attività fisica al
giorno ed una dieta equilibrata,
in modo da ridurre fortemente il
crearsi di quelle condizioni che
re con le necessarie analisi”.
Differenziando i dati in base al
sesso (graf.2-3) emerge come per
le donne elevati valori misurati si
sono manifestati oltre i 62 anni,
mentre per gli uomini già a 58
anni sono stati misurati valori
fuori norma.
“Il diabete è una malattia importante, che non va sottovalutata,
ma che può efficacemente essere
curata, soprattutto se diagnosticata in tempo, prevenendo
quindi le sue severe complicanze”. E’ questo il principale mes-
possono favorire l’insorgere della
patologia diabetica”.
Se allarghiamo lo sguardo all’intera regione Marche, poi, sono
decine di migliaia i diabetici, il
5% con diabete accertato mentre un altro 3/5% è affetto da
questa patologia ma, per vari
motivi, non emerge dalle rivelazioni accertate. Nella terza età i
numeri crescono e la percentuale
sale al 10%. Ce lo dice Massimo
Boemi, Direttore Diabetologia
I.N.R.C.A. di Ancona, da 25
anni in forza all’Istituto. “Su tut-
graf.1
Prof. Ennio Gambi,
Presidente ATD
A novembre scorso, la Dodicesima edizione della
Giornata Mondiale del
Diabete, una delle patologie croniche che necessitano di maggiore attenzione,
come indica il Piano Sanitario Nazionale. Centinaia di piazze italiane
interessate ma soprattutto
un’occasione per aprire gli
occhi su una problematica di stringente attualità
e sull’importanza di prevenzione e corretta cura.
L’esperienza di Ancona,
voluta da ATD e I.N.R.C.A.,
ed il quadro marchigiano
forniscono il polso di una
questione nazionale e consigli utili in materia.
44 senzaetà
tendo di effettuare gratuitamente l’esame della glicemia. E i
risultati, elaborati recentemente,
parlano chiaro, fornendoci una
fotografia territoriale.
“Sono stati rilevati vari casi di
valori superiori a 180 (graf.1),
indice pertanto di una situazione
che supera la soglia di attenzione
e che necessita sicuramente di
ulteriori approfondimenti – ci
racconta Ennio Gambi, Presidente ATD, che ci fornisce una
serie di grafici significativi – Pur
se queste valutazioni non sono
diabete:
da Ancona
fornisce
Tutela del Diabetico
Dott. Massimo Boemi,
Direttore Diabetologia
I.N.R.C.A. di Ancona
graf.2
graf.3
ti i pazienti diabetici, gli ultrasettantacinquenni, in particolare,
sono il 30%, la percentuale più
alta in Italia”.
Storica realtà anche in materia, l’
I.N.R.C.A. si occupa di diabete
ormai dalla fine degli anni ’70 e
solo nel suo centro Antidiabetico conta oggi oltre 8.000 pazienti ambulatoriali e circa 500/700
nuovi casi all’anno. Nei decenni
tanto è cambiato: “La qualità
delle cure è molto aumentata,
come l’informazione – racconta
Boemi – Per questo il numero
di casi di complicanze gravi, sia
acute che croniche, è diminuito,
e la malattia stessa può oggi considerarsi meno invalidante”.
L’istogramma mostra il valore medio di glicemia misurato, e gli
estremi, per fasce di età, evidenziando come valori più elevati si
manifestano progressivamente col crescere dell’età.
Il diabete può essere considerato
una vera e propria epidemia nel
nostro Paese, che nel 2025 farà
registrare, secondo le stime, circa
5 milioni di malati, ha spiegato
ancora Boemi, che ha parlato di
un’esplosione di casi di diabete di
tipo 2, soprattutto nei bambini.
Arriva in Italia un fenomeno già
molto noto, dunque, negli Stati
Uniti.
“Con iniziative come quelle di
Ancona emerge, di solito, un
10% degli intervenuti al controllo che non sapeva di essere affetto da questa patologia” fa notare
ancora Boemi.
Ma le urgenze in materia sono
diverse: “Con l’immigrazione,
ad esempio, stiamo importando
grande quantità di casi da sud est
asiatico, Africa, Europa dell’est:
si tratta di individui che, avendo una predisposizione genetica
al diabete, quando acquisiscono
stili occidentali, sviluppano la
malattia”.
Un fenomeno nazionale difficile
da comunicare e che implica spese sanitarie più elevate, in un sistema che è, per lo stesso Boemi,
solo parzialmente pronto rispetto
ai vari aspetti della mediazione
culturale. Si pensi alla “impreparazione a curare il diabete durante il ramadan, in cui si mangia di
notte ma non di giorno”.
“Considerato il numero crescente
di persone con diabete e la società che invecchia, inoltre, lo stile
di vita, in realtà, sta peggiorando e aumentano i casi di diabete.
Per questo gli specialisti devono
lavorare in stretta sinergia con la
medicina generale.
In futuro, una chiave di questo
pesante problema può essere
questa”.
Curare il diabete, in ultima analisi, non è solo curare la glicemia:
“è certo l’aspetto più importante ma ci sono cuore, reni, occhi,
nervi, e non ci si può limitare al
controllo della glicemia” conclude Boemi, secondo il quale il diabete più diffuso è quello “da predisposizione genetica, che viene
espressa in ambiente sfavorevole,
cioè quello che porta alla sedentarietà e a mangiare troppo.
La maggior parte degli individui geneticamente predisposti
potrebbe evitare o ritardare di
molto l’espressione clinica se scegliesse il giusto stile di vita”.
Maria Chiara La Rovere
senzaetà 45
Nuovo Inrca:
C
ertamente sarà il primo “Ospedale
dedicato” ai pazienti anziani, come
richiesto da Don Vinicio Albanesi e dall’Inrca... ma non solo. Questa nuova struttura è un intervento complesso e
tecnologicamente avanzato e si configura
come ospedale di rete a tutti gli effetti.
Oltre all’Inrca (ex geriatrico di Montagnola) che troverà qui la nuova sede, vi sarà
ospitata Italia Longeva con fini di ricerca
e di fatto l’ospedale nasce per servire tutta
la zona sud del capoluogo.
“Un ospedale è una macchina che deve
funzionare bene e molto” è stato detto alla
conferenza stampa dal Gruppo GDM alla
presenza di un soddisfatto Presidente Gian
Mario Spacca che vede il coronamento di
un percorso complesso e lungo sul quale la
Regione ha investito tanto. Anche per avere – ha sottolineato l’assessore Mezzolani un ritorno ad effetto positivo e immediato
sull’intero sistema sanitario marchigiano,
in linea però con l’attuale tendenza nazionale.
46 senzaetà
La scheda
IMPRESA AGGIUDICATARIA- G.D.M.
costruzioni SPA capogruppo-di Peschiera Borromeo
(MI) in associazione con PSC spa di Potenza.
• Stipula contratto lavori 27 novembre 2012.
• Consegna dei lavori 13/12/2012. Da tale data partirà
l’allestimento del cantiere.
• Presunta fine lavori 750 giorni (2015).
L’importo totale dell’intervento è di € 79.500.000
• Le economie derivanti dal ribasso d’asta sui lavori,
€ 20.271.000, saranno utilizzate per completare l’area
destinata a ricerca e uffici amministrativi dell’ultimo
piano (€ 2.250.000); interventi previsti sulla viabilità (5
milioni); imprevisti da considerare nell’ordine del 4-5%
dell’importo posto a base di gara € 2.500.000; spese per
traslochi tecnologie e arredi per € 500.000; acquisto
tecnologie, attrezzature ed arredi nuovi.
solo un ospedale?
I numeri
La nuova struttura avrà
250 posti letto
in stanze doppie
e singole in grado di ospitare dai
13 mila ai 14 mila ricoveri
e 6 sale operatorie.
In totale la superficie coperta
sarà di circa
35 mila mq con elisuperficie
e parcheggi.
Il corpo è articolato in tre parti:
degenza (8.830 mq),
ricerca biomolecolare (5.000 mq),
piattaforma tecnologica di diagnosi e cura (6.100 mq).
A questi vanno aggiunti i servizi
generali sanitari (2.900 mq)
e quelli generali non sanitari, come
uffici, magazzini, cucina,
mensa, bar (6.770).
La struttura clinica sarà in grado di
dare totale copertura al fabbisogno
attuale e di ospitare qualunque utenza, quindi non solo anziani,
dell’intera area metropolitana sud.
Paciaroni ci lascia :
il suo progetto per il futuro
H
a sempre creduto che l’anziano fosse l’esempio, il modello di studio, il
saggio avamposto da cui trarre spunto per un rinnovamento che migliora
l’attuale stato di cose,
non si limita solo a perpetuarle.
Il prof. Enrico Paciaroni ci ha
lasciato con un progetto importante e una chiara visione del
futuro: la longevità attiva sarà la
sfida delle nuove generazioni per
studiare, capire e intervenire sul
profondo mutamento sociale che
stiamo attraversando. Con il suo
consueto stile, l’impegno scientifico frammisto alla competenza
culturale, questi due libri, che
così si intitolano, sono il suo testamento spirituale, la summa di
una carriera in geriatria che ci
ha portato a livelli medici altissimi, come fondatore dell’Inrca.
Sono altresì frutto del lavoro di
squadra di alcune persone che
dobbiamo citare: la dott.ssa Fabrizia Lattanzio direttore scientifico Inrca che ha subito capito e
appoggiato la ricerca, la dott.ssa
Tiziana Tregambe responsabile
Urp che ne ha curato e organizzato la fattibilità, la dott.ssa Sulmana Ramazzotti
ricercatrice attenta che si è presa cura dei particolari e il nostro editore Pixel che
ha curato grafica e impaginazione del libro. Rimane indelebile il ricordo di diverse
giornate dedicate alla selezione dei materiali e alla scelta della ricca documentazione: un impegno che ha visto Paciaroni attivo fino all’ultimo, sempre pronto a
rimettere in discussione ogni passaggio per migliorare il contenuto iconografico,
per rendere il testo giornalisticamente adatto a tutti. Anche in pensione, ormai
fuori dall’amatissima Inrca, ha voluto rimettere insieme una sua ultima “squadra”:
ci sorprese la sua contentezza nell’essere riuscito a presentare il libro durante il
Congresso eucaristico di Ancona e all’inaugurazione del Passetto con il prof. Crepet. Occasioni diversissime e distanti ma accomunate dal tema, unico e pregnante:
l’anziano, la famiglia, il futuro.
Chi ha lavorato insieme a lui ne ricorda soprattutto la precisione e la tenacia nel
raggiungere l’obiettivo, la serietà e l’onestà intellettuale e professionale. Doti che
nella scienza e nella medicina come nella vita, appartengono ai grandi.
Luca Guazzati
senzaetà 47
48 senzaetà
senzaetà 49
Casa del volontariato
AI DEBOLI
CHI CI PENSA?
Da una figura del ‘500, l’impegno
attuale dell’Associazione
volontari Fra’ Albenzio
C
ostituita nel 2003 con lo scopo di
portare assistenza alle persone anziane bisognose di aiuto, ai portatori di
handicap e a quanti si trovano in condizioni
di difficoltà, l’Associazione volontari Fra’ Albenzio Onlus di Roma prende il nome dalla figura di un umile frate, fra Albenzio De
Rossi, nato nel 1542 a Cetraro in provincia di
Cosenza, che nello sfarzo della Roma Rinascimentale si prese a cuore i più deboli della
società.
Anche questa realtà associativa – come quelle che abbiamo avuto modo di incontrare in
questi mesi di approfondimenti sul volontariato romano – attraverso l’intervento dei suoi
volontari, aderisce ad alcuni progetti dell’As-
50 senzaetà
sessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale gestiti dalla Casa del Volontariato, e si
integra, inoltre, con i servizi del Municipio
XVII della Capitale, dove ha sede.
L’Associazione si prefigge di fornire servizi e
prestazioni sulla base di un diffuso volontariato per aiutare nella soluzione dei problemi della vita quotidiana le persone anziane
ma anche i soggetti disabili che necessitano
di aiuto e di assistenza. Allo stesso tempo si
adopera per promuove e diffondere un senso
civico di “cultura della solidarietà”.
Le attività portate avanti spaziano dal trasporto di anziani e diversamente abili svolto
dai volontari agli aiuti a domicilio per quelle
piccole ma vitali necessità quotidiane come la
spesa, la compagnia, il disbrigo di pratiche.
Le attività della fra’ Albenzio non riguardano solo il lato “emergenza”: i soci, infatti si
ritrovano per gli intrattenimenti di carattere culturale e ricreativo organizzati sia nella
propria sede sia altrove. Parliamo di momenti
piacevoli da condividere per la lettura di opere
letterarie di Dante, Foscolo, solo per citarne
qualcuno, oppure per partecipare a concerti
di musica o visite guidate nelle chiese e musei
della città. L’Associazione, infine, collabora
con la Protezione civile.
Tutte queste attività hanno un unico comune
denominatore, quello di venire incontro alle
difficoltà proprie dell’età, delle malattie, della
solitudine, forse il male più diffuso delle nostre metropoli, in virtù di un’ispirazione cristiana che vede nel debole il suo prossimo.
L’Associazione ha sempre attiva una segreteria per la consulenza, l’assistenza, la prenotazione dei servizi e per i rapporti con gli
assistiti.
Il direttivo è costituito da Renato Fanelli nella
persona del presidente, da Marina Giannella
vice presidente, Antonio Barbera tesoriere, e
dai consiglieri Elio Brighi, Francesco Giorgetti, Francesco Caruso, Maria D’Andrea,
Guido Meneghini e Franco Filippini.
Nicoletta Di Benedetto
La sede dell’Associazione volontari “Fra’ Albenzio” è in Via Sebastiano Ziani 28/32 00136
Roma - Tel. 06.89767250 Fax 06.89767249
[email protected]
Dalla Calabria a Gerusalemme
Fra’ Albenzio De Rossi visse per servire i poveri e per la preghiera. Nato a Cetraro (Cosenza) nel 1542, giovanissimo entrò in seminario per essere consacrato al Signore, ma alla vita sacerdotale
preferì quella eremitica, più consona alle sue esigenze spirituali.
Dalla Calabria viaggiò per tutta l’Italia Meridionale e arrivò fino a
Gerusalemme, il più sacro dei luoghi per ogni cristiano.
Da questo viaggio riportò un dono: una bella icona della Vergine
Maria. L’immagine si mostrò subito miracolosa quando fra’ Albenzio, nel burrascoso viaggio per mare di ritorno in Italia, la sollevò
invocando il nome di Maria e le acque si calmarono.
Per tutta la vita il frate custodì gelosamente l’effige, mostrandola
raramente in pubblico. Giunto a Roma, rimase colpito dai tanti
poveri e dalla moltitudine di pellegrini che arrivavano stanchi, stremati e anche bisognosi di cure.
Queste immagini di sofferenza lo spinsero a chiedere all’allora Papa
Sisto V (1585-1590) un luogo da adibire all’accoglienza e cura di
queste persone. Fra Albenzio ottenne un terreno nel rione “Borgo”
e, attraverso le elemosine e le donazioni di alcuni benefattori, in
soli quattro anni riuscì a far costruire una casa di accoglienza e
un’attigua chiesetta dedicata all’Ascensione di Nostro Signore.
La casa era costituita da 13 celle, una cucina-refettorio e anche un
orto.
L’ospizio-ospedale divenne presto noto e il motto che il frate ripeteva sempre e a tutti era “Facemo bene adesso ch’avemo tempo”.
Quando si accorse che le forze gli venivano meno e la chiamata
del Signore era vicina - morì il 19 aprile del 1606 - ordinò che gli
venisse portata per un’ ultima volta la sacra effige della Vergine e
che dopo la sua morte l’avrebbero dovuta esporre al culto dei fedeli.
L’immagine miracolosa e le spoglie dell’umile frate furono collocate nella Chiesa dell’Ascensione, poi distrutta nel 1941.
Oggi i resti di fra’ Albenzio e la Venerata immagine della Vergine
sono custoditi nella parrocchia dedicata alla Madonna delle Grazie al Trionfale.
senzaetà 51
Psicologia
Riparto da
Nuova fine, nuovo inizio...
e buoni propositi
N
on esiste nulla di più
delicato come la fine
di un anno e l’inizio di
uno nuovo. Non è un semplice
cambio di numero su un calendario – il cambiamento, il lasciare andare, la necessità di adattarsi
accadono di continuo, ogni mese,
ogni giorno, ogni ora, ogni istante, ad ogni respiro – è che semplicemente la nostra società ha
focalizzato molte delle sue energie su tale passaggio, per lo più
per scopi commerciali, per cui
volente o nolente, lo dobbiamo
subire. Subire, non vivere consapevolmente, come invece potrebbe essere più utile e istruttivo per
ciascuno di noi. E allora siamo
presi dal vortice delle feste, degli auguri, delle abbuffate, della
musica a tutto volume, degli abiti scintillanti e da tutta l’infinita
varietà di riti e tradizioni usuali.
52 senzaetà
Mai come al termine di qualcosa emergono le nostre fragilità.
Al fondo di tutto c’è la paura.
E sotto ancora, il dolore della
transitorietà di ogni cosa, dell’inconsistente, dell’effimero, del superficiale a cui ci aggrappiamo
credendo che la nostra vita sia
tutta lì. Ci affanniamo, agiamo, e
sbraitiamo proprio per non sentire tutto il marasma che ci agita
dentro.
Mai come alla fine dell’anno,
sentendo che qualcosa di noto,
familiare – per quanto spesso
stretto, e monotono – sta venendo meno, ci creiamo nuovi fantasmi, obiettivi, oggetti, luoghi,
persone da raggiungere, conquistare e cercare di ottenere, pur
di evitare quella che, in ultima
analisi, è una solitudine di fronte
ad ogni passaggio, con il nostro
sentire, con la nostra responsabi-
lità, il nostro impegno, la nostra
volontà. Ma è proprio attraversare la solitudine che porta a trascenderla e vivere l’unicità.
Ogni nuovo obiettivo, meta,
buon proposito per il futuro rappresenta l’ennesima idea mentale
a cui ci aggrappiamo per evitare
di vivere quel che c’è nel momento presente, che è l’unica possibilità che abbiamo. Ma ogni idea,
ogni pensiero non può essere
altro se non frutto del passato, e
così facendo ci condanniamo a
ripetere la solita storia, che ci sta
tanto stretta, a cui cerchiamo di
dare una svolta.
La soluzione a tale circolo vizioso?
Molto semplice e alla portata di
tutti, in qualsivoglia luogo e momento dell’anno.
Ripartire da sé, della propria conoscenza, consapevolezza, com-
prensione e abbandono – inteso
come progressiva liberazione
da tutte le sovrastrutture che
l’identità della vita quotidiana
propone e impone.
Questo crea le basi per poter
tornare continuamente e costantemente al momento presente, al
qui ed ora, che è l’unica opportunità che abbiamo per trasformare
noi stessi. Cosa che poi, in realtà,
paradossalmente solo per quel
che interpreta la mente, accade
da sé, senza sforzo, senza impegno, quando ci lasciamo andare, quando abbandoniamo ogni
pretesa di previsione, controllo,
direzione, per lasciare che sia la
Vita stessa a plasmarci con il suo
fluire.
Anna Fata
Psicologa olistica, scrittrice
www.armoniabenessere.it
Tornare al momento presente,
al qui ed ora, è l’unica opportunità
per trasformare noi stessi. Accade
senza sforzo, quando abbandoniamo
ogni pretesa di previsione,
controllo, direzione.
me
VIVERE, NON SOPRAVVIVERE: Come fare?
Risiedere nel momento presente, focalizzandosi sul semplice stare nel corpo e nel respiro, nella concretezza
dei gesti quotidiani, camminare, lavarsi, vestirsi, mangiare, guidare, ecc.
Non indugiare in ricordi, rimpianti, recriminazioni, nostalgie, e in tutto ciò che è immagine, parola, pensiero
mentale e tornare al concreto del momento
Evitare di effettuare paragoni, confronti, o d’ispirarsi a modelli ideali: la vota e noi stessi siamo quel che siamo,
perfetti nei singoli momenti, qui e ora
Astenersi dall’eccessivo programmare, progettare, prevedere: si può essere, agire e cambiare le cose e noi stessi
solo nel presente
Imparare ad assaporare la preziosità delle piccole cose, a ringraziare per il dono che ce ne viene fatto, e che non
abbiamo fatto alcunché per meritare
Esercitarsi a perdonare, noi stessi e gl’altri e ed accettare che ciascuno fa’ quel che può, come e quando può
Lasciarsi andare al sorriso, al gioco, all’ironia, alla leggerezza, alla fiducia.
senzaetà 53
Disturbi sessuali
maschili
… quando ansia e stress sono ‘nemici’ dell’uomo.
Dott.ssa Alessandra Battistelli
Psicologa clinica
Villa dei Pini
54 senzaetà
L
a disfunzione erettile, comunemente chiamata “impotenza”, e l’eiaculazione precoce
sono le due disfunzioni sessuali maschili più frequenti e diffuse.
La prima colpisce il 5-20% della
popolazione maschile, la seconda il
20-30%.
Si parla di disfunzione erettile quando l’uomo manifesta difficoltà ad
ottenere la erezione, a mantenerla o
non prova alcun piacere.
L’uomo che soffre di eiaculazione precoce, invece, non è in grado
di controllare adeguatamente
il riflesso della eiaculazione, il
che comporta il raggiungimento dell’orgasmo in tempi molto
brevi, a volte ancora prima della
penetrazione.
Le cause delle difficoltà sessuali
possono essere di tipo organico,
psicologico ed emotivo e vanno
ricercate nella storia, nelle caratteristiche individuali e, in alcuni
casi, nelle dinamiche relazionali
della coppia.
E’ molto importante non sottovalutare mai la componente
emotivo-affettiva di queste problematiche che va poi ad influenzare non solo il rapporto con se
stessi e la propria sessualità, ma
anche l’intimità di coppia.
Le più comuni e frequenti cause
di origine psicologica alla base
delle difficoltà sessuali possono
essere: intensa e persistente ansia
e/o paura di avere un insuccesso
in campo sessuale, ansia da prestazione, paura di fallire, timore
del rifiuto da parte della partner,
incapacità o difficoltà a rilassarsi e ad abbandonarsi al piacere
sessuale, stress e nervosismo che
impediscono le normali dinamiche di eccitamento e abbandono al proprio piacere e a quello
dell’altro.
Da non sottovalutare è anche
l’influenza spesso negativa di
credenze ideologiche e religiose
o personali atteggiamenti rigidi
nei confronti della sessualità che
possono bloccare e inibire desiderio ed eccitazione sessuale.
L’uomo afflitto da problematiche che compromettono la sua
vita sessuale generalmente prova
molta vergogna e, purtroppo, con
grande fatica riesce a chiedere
aiuto ad uno specialista.
Atteggiamenti di questo tipo
possono addirittura aggravare
la situazione di disagio, creando
conflitti nel rapporto di coppia fino a danneggiare anche la
sessualità della donna che può
manifestare assenza di desiderio,
sensi di colpa o perdita di autostima.
È importante sottolineare,quindi,
che i disturbi sessuali sono nella
maggior parte dei casi risolvibili
con interventi psico-sessuologici
mirati in cui si focalizza l’attenzione sugli elementi all’origine
del problema riscontrato attraverso tecniche cliniche in grado
di riorganizzare e normalizzare i
processi naturali alla base di una
vita sessuale attiva e pienamente
soddisfacente.
Si può risolvere
Nella maggior
parte dei casi
Con interventi
psicologici
mirati
Contro la burocrazia
Orientamento e cordialità
Il servizio accoglienza a Villa dei Pini
L
o Spazio Accoglienza di Villa dei Pini
è uno sportello informativo integrato
a disposizione dei cittadini e costituisce la fonte informativa principale sui servizi sanitari e socio-sanitari. E’ aperto tutte le
mattine dal Lunedì al Venerdì dalle 8.30 alle
12.30; un’Assistente Sociale è a disposizione
degli utenti per garantire le seguenti attività:
• Fornire informazioni relativa alle diverse
opportunità, risorse, prestazioni, agevolazioni, servizi del sistema complessivo d’offerte
della Casa di Cura esistenti e accessibili;
• Raccogliere le domande di accesso a prestazioni e servizi, i reclami,i suggerimenti e
inoltrarle ai servizi competenti;
• Collaborare con i servizi ed operatori specialistici per le situazioni complesse o delicate
che possono necessitare di una valutazione e
presa in carico integrate;
• Effettuare una prima lettura dei bisogni
socio-sanitari, proponendo ai cittadini le prestazioni e i servizi a lui accessibili in base alla
tipologia di bisogno;
• Favorire il rapporto tra la Casa di Cura e
altri ospedali, Medici di Medicina Generale,
Distretti Sanitari e rete di servizi socio-sanitari del territorio.
• Concorrere alla semplificazione delle procedure amministrativo-burocratiche.
In questi primi dieci mesi di attività molti
utenti si sono rivolti allo Spazio Accoglienza
per informazioni sui servizi specialistici, aiuto
nell’espletamento di pratiche amministrative
(domande di invalidità civile, indennità di
accompagnamento, legge 104, etc). Orientiamo i cittadini nella complessità dei percorsi
sociosanitari: reinseriamo pazienti che hanno
terminato la degenza in altre strutture come
R.S.A. o centri di riabilitazione. Infine, gestiamo reclami e suggerimenti: attività molto
apprezzata dagli utenti, soddisfatti di avere
a disposizione un operatore che li ascolta e
cerca di risolvere i loro problemi. nonché la
raccolta e la lettura dei Questionari di Gradimento rivolti agli utenti; è importante avere consapevolezza della qualità percepita dai
cittadini sui servizi erogati.
Dott.ssa Valentina Zoppi
Assistente sociale
Casa di Cura Villa dei Pini
Assistente Sociale Dr.ssa Valentina Zoppi
Casa di Cura Villa dei Pini
Viale dei Pini 31 62012 Civitanova Marche
0733 7863165
senzaetà 55
X-Files
Licantropo
più bestia che uomo
F
ino al XVII secolo il termine licantropia indicava una
manifestazione diabolica. E’ del 1615 il primo Trattato
completo sul Licantropo che considera l’uomo soggetto a trasformazione come un pericoloso mostro che subisce
abnormi suggestioni in preda a crisi mentali che appunto
lo portano a strane deformazioni del corpo... Dunque, non
malformazioni d’origine, ma reali deformazioni – quindi trasformazioni – causate da una qualche patologia che, mentale ancor prima che fisica, vanno in ogni caso ricondotte a
malattia. Se ne parla diffusamente in “Lupo di plenilunio” di
Ambroise Parè che parla di “uomo lunatico” come patologia e
“alienazione mentale”, ispirando l’Editto di Luigi XIV (1682)
che riconosce per primo la malattia della licantropia e non
la classifica più come possessione diabolica, risparmiando il
rogo a diversi sospettati. Ma è il medico olandese Jean Wier
che poco prima indica i sintomi più comuni, classificandoli
nella scienza medica.
Gli “occhi infossati e iniettati di sangue” una “sete spaventosa”
dovuta a eccessiva sudorazione che secca la lingua, la ricerca
di carne fresca e giovane per calmare una fame dovuta a spasmi di stomaco; infine, e qui si spiega i caratteri somatici e i
connotati che mutano visibilmente, ulteriori tremendi spasmi
muscolari di non ben definita natura epilettica che incidono
a più riprese durante la vita dell’individuo sia nell’apparato
muscolo scheletrico, aumentandone le potenzialità muscolari
e quindi la massa soprattutto degli arti sia nel disequilibrio
psichico che porta l’individuo ad isolarsi e cercare il buio, a lamentarsi urlando per lenire tali spasmi dolorosi e infine, cercare di muoversi di notte orientandosi solo con la luce della
luna piena.... per placare nuove e insaziabili esigenze di sete
e fame. Non finisce lì: gli risponde Henri Bouguet, demonologo che invece torna nel 1619 a insistere con il lato oscuro
della bestia che apparterrebbe ereditariamente ad alcune famiglie maledette. Ceppi originari della Scozia, in fuga dalla
56 senzaetà
Malattia & Maledizione
Ipertricosi, più volgarmente “sindrome del lupo mannaro” è l’eccessiva crescita di peli su ogni parte del corpo. I “lupi mannari” avrebbero un pezzo in più (una duplicazione, scientificamente parlando) di
un segmento del cromosoma X. Se da tempo gli studi avevano rivelato l’origine genetica dell’ipertricosi, di recente è stato individuato il
gene maggior indiziato dell’anomalia: l’ipertricosi sarebbe, secondo
gli scienziati dell’Università della California del
Sud, originata infatti da una duplicazione di
Dna vicino al gene SOX3. L’ipertricosi interessa
meno di cento persone in tutto il mondo
Il Gran Circo Royal è arrivato a Madrid, e lo fa
con Jesús Fajardo come massima stella. Questo
giovane messicano figura nel libro del Guinness
dei Records come “l’uomo lupo” poiché soffre di
ipertricosi, ereditata da sua nonna che gli provoca
un eccesso di peluria corporale.
propria terra braccati e perseguitati incrociati con famiglie dedite alla
magia nera provenienti da regioni balcaniche e dai loro mari chiusi si
sarebbero costituite in culti satanici nel centro Europa, disperdendosi
poi lungo le colline boscose, dall’alto della Normandia, a sud, lungo la Provenza e l’Appennino, scavalcando le Alpi, troppo impervie
e fredde.
Nel corso del 1600 però, la Medicina sviluppa l’idea di una licantropia
clinica determinata da eccessi di depressione, schizofrenia avanzata e
“melancolie” intesa come disequilibrio d’umore capace in forma tossica di causare l’emissione di fluidi corporei che attaccano circolando la
stabilità degli ormoni maschili.
Primo sintomo: allucinazioni da panico che conducono alla follia e
portano a credere nella guarigione addotta da formule e riti magici.
Come il bere sangue e intrugli vitaminici conditi con droghe.
Una di queste poderose e pericolose “pozioni” sarebbe stata in grado
– si legge in Robert Burton, citato nel 1621 dal collega medico Collin
de Plancy in “Dictonnaire Infernal” come massimo esperto di cure per
licantropia – di far crescere capelli e peluria a dismisura “ricoprendo
addirittura vaste parti del corpo inusuali per gli umani”. Nella contea
di York nel 1766 il locale Arcivescovo (l’autorità più alta), ordina
nel suo editto “di vietare il consumo di carne di animale morto per il
morso di un lupo o altra bestia similare”.
Questo per il pericolo di una malattia ad infezione sempre più diffusa,
denominata “rage” che produce “eccitazione incontrollabile e salivatione abbondante” oltre, in determinati e più rari casi, l’insorgenza di
Hipertricose, traducibile in “ipertricosi”, ossia “pelosità eccessiva su
tutto il corpo, per l’omo e per la donna che rassomiglierà più a besttia
che a persona”. (seconda puntata - continua...)
Julian Burnett
Diritto&Sanità
Il medico del futuro
tra diritto e medicina
È uscita un’opera che guarda alle innovazioni in sanità fornendo un
necessario vademecum per la dirigenza sanitaria italiana. Presentato
da poco nelle Marche, il volume ha già aperto un ampio dibattito, in un
momento in cui proprio la sanità italiana è nell’occhio del ciclone.
Q
uali parole usa il diritto per farsi capire dalla
medicina?
E viceversa? Urge una corretta
traduzione, nell’epoca del medico
dirigente e dell’interdisciplinarietà come necessità.
Ed ecco un’opera nata proprio da
questa urgenza, dall’esperienza
sul campo e da un lungo lavoro
di ricerca. Un avvocato ed un
medico gli autori, due sfere a
colloquio, per il volume “Diritto
amministrativo per la dirigenza
sanitaria”: Debora Benedettelli,
avvocato esperto di diritto amministrativo sanitario, e Massimo
Boemi, medico e responsabile di
Diabetologia all’Inrca di Ancona.
L’autonomia organizzativa nelle
aziende sanitarie e la delega di
funzioni, le “mansioni superiori”,
la privacy, la gestione del rischio
clinico, la regolamentazione
dell’attività libero-professionale:
i temi del testo sono tra i più
attuali e cruciali, e sono stati
affrontati, con grande intensità,
alla presentazione del volume a
fine anno, nella sede della Regione Marche.
Un’occasione per fare il punto
sulla necessità di innovare, appunto, linguaggi e sinergie, in
un dibattito-evento promosso
da una delle realtà marchigiane
più innovative, Eritel Telecomunicazioni, partita puntando
proprio sull’innovazione delle
strutture pubbliche e private nel
58 senzaetà
Da sinistra, Zuccatelli, Luchetti, Guazzati, Benedettelli, Boemi.
campo strategico dei sistemi di
comunicazione, con particolare attenzione, da sempre e con
continuità, per il mondo della
sanità, nei territori delle Marche
e della Toscana. Organizzatrice
dell’evento, la testata Senzaetà, a
dar voce, come sua consueta mission, ai temi più rilevanti legati a
salute e sanità.
Necessario per l’assessore regionale Marco Luchetti, autore
della prefazione del volume, diffondere la conoscenza per attivare il processo di crescita di una
comunità.
“Il manager sanitario si trova a
dover operare in un coacervo di
regole e la realizzazione di iniziative come questa contribuiscono ad
una maggiore chiarezza di azione
Da sinistra, Roberto Mazzarini e Paola Donzelli della Eritel Telecomunicazioni.
e realizzano uno sviluppo delle potenzialità e dell’operato delle
aziende sanitarie pubbliche. Questo volume – ha concluso Luchetti – è l’esplicazione di un quadro
più chiaro e definito dell’ambito in
cui il medico dirigente si identifica, gestendo una parte rilevante di
quello che potremmo definire come
“patrimonio civile” della società: il
Da sinistra,Zuccatelli e Luchetti.
sistema sanitario”.
“Quando lavoravo nella direzione sanitaria dell’Asur – ha detto
l’autrice – mi sono resa conto che
il medico/dirigente sanitario, oltre
a dover avere delle conoscenze proprie di settore, deve anche sapere di
diritto amministrativo”.
Complessa è la definizione stessa di Direttore generale, “che si
trova ad operare come imprenditore privato ma a rispondere come
funzionario pubblico – ha precisato
Benedettelli – strettamente vincolato, inoltre, dall’assegnazione annuale di risorse da parte della Regione, che gioca il ruolo centrale”.
Cruciali, dunque, le questioni
sollevate, così come il tema della malasanità, termine che “non
possiamo utilizzare solo nel caso
dell’errore di un medico, ma anche
nel caso in cui a sbagliare è un dirigente medico” ha sottolineato.
“Ogni giorno il medico deve fare i
conti con il diritto amministrativo e
spesso i due ambiti hanno linguaggi
molto diversi – ha spiegato il coautore Boemi – Si pensi, ad esempio,
allo svolgimento delle mansioni
superiori nel settore sanitario, una
delle tematiche maggiormente oggetto di contenzioso per la dirigenza medica a causa del frequente uso
delle stesse in ragione dei tempi di
svolgimento delle procedure concorsuali, talvolta prolungati anche in
considerazione della valenza strategica della nomina di un titolare
di struttura complessa nell’ambito
dei processi di riorganizzazione
in atto nei diversi sistemi sanitari
regionali”.
“L’atto assistenziale è sempre più
un “atto multiprofessionale”- ha
affermato Giuseppe Zuccatelli,
direttore generale Inrca - e mutano con grande velocità le competenze richieste ai medici che operano in
strutture organizzative sempre più
complesse e difficili.
Dobbiamo aumentare la qualità
delle prestazioni – ha detto – poiché siamo di fronte ad un paziente
“evoluto” che si aspetta la soluzione
del proprio problema in modo eccellente e con modalità rispettose dei
diritti di cui gode e del suo essere
persona. Di contro, a seguito della
crisi finanziaria, diminuiscono le
risorse da poter mettere in campo
per soddisfare questo bisogno.
La necessità di avere un vocabolario
comune appare quindi essenziale,
basti considerare la rilevanza della corretta gestione dello strumento
della delega nella vita quotidiana
delle strutture sanitarie.
È proprio a questo che bisogna indirizzare attenzioni: occorre un sistema che miri a formare il medico
del “futuro”, un medico che è anche
organizzatore e consapevole gestore
al fine di garantire la continuità di
un servizio sanitario che nell’universalismo e nell’equità fonda le
basi dei suoi livelli qualitativi.”
“Un raro esempio di interdisciplinarietà riuscita, perché ha saputo
coniugare aspetti giuridici con profili propri della scienza dell’amministrazione, nonché di quella
L’autrice Debora Benedettelli.
L’autore Massimo Boemi.
medica ed economica”: così ha
definito il volume Francesco de
Leonardis, Ordinario di diritto amministrativo all’Università
degli Studi di Macerata, che,
intervenuto con un suo scritto
in occasione della presentazione
del volume, ha inoltre ricordato
che “è la stessa complessa figura
del medico dirigente a richiedere
quel continuo dialogo tra saperi
diversi, che appare tutt’altro che
semplice e scontato”.
ma.la.
senzaetà 59
Scaffale
Cimiteuro uscirne e risorgere
La realtà è magica
di Marco Della Luna
Q
uella che noi percepiamo come una
crisi economico-finanziaria è, invece,
una nuova strategia dei potenti della terra per concentrare il potere, dominare e
sfruttare tutti noi, che abbiamo sempre meno
potere di contrattazione, controllo e partecipazione: la nostra condizione sta peggiorando di giorno in giorno. Finalmente una mappa completa dei diversi meccanismi – alcuni
ancora non resi noti – che stanno generando
la crisi sistemica, con le loro implicazioni sui
piani monetari, finanziari, economici, sociopolitici e, in ultima analisi, psicologici.
Un nuovo e indispensabile strumento, grazie al quale orientarsi per capire e affrontare la crisi. Il mondo è diventato un grande
Schema Ponzi (ossia una frode finanziaria),
dove gli interessi su un debito globale di 4
milioni di miliardi vengono pagati contraendo continuamente nuovi debiti: lo scoppio è
60 senzaetà
di Richard Dawkins
inevitabile. Grazie a Cimit€uro apprenderete
che sono bastati due principi contabili falsi per far precipitare l’economia e la società
nel buco nero di un indebitamento, che non
dovrebbe esistere. Lo sporco lavoro dell’€uro
per il predominio tedesco. Per i paesi “euro
deboli”, con l’appoggio di falsi amici (come la
Germania), si varano norme e istituzioni coercitive, attraverso cui il capitale finanziario,
dietro l’etichetta “Europa”, li asservisce in una
stabile depressione, privandoli di ogni residua
libertà e autonomia, e “prendendosi” i loro
soldi, la loro capacità industriale e occupazionale. In questa luce divengono comprensibili
i troppi, clamorosi “errori” di politica economico-finanziaria che hanno portato all’attuale situazione, e le scelte recessive, adottate
anche dal governo Monti per gestirla, che
hanno messo l’Italia nella condizione di non
poter risollevarsi.
Il famoso biologo evoluzionista Richard
Dawkins accompagna i lettori attraverso i misteri della realtà che ci circonda.
Quando è nato l’universo? Cos’è un arcobaleno? Cosa provoca uno tsunami? Chi
fu il primo uomo sulla Terra? Perché le
specie animali e vegetali sono così numerose? Miti e credenze magiche e religiose
hanno da sempre tentato di spiegare i fenomeni naturali: Dawkins parte da questi
racconti e ne confuta la veridicità, affrontando gli stessi quesiti da un punto di vista scientifico. Per lui la vera magia è ciò
che avviene in natura ogni giorno, sotto ai
nostri occhi, e che solo la razionalità può
spiegare: la sua narrazione lucida e appassionante, illustrata dalle splendide immagini di Dave McKean, rende accessibile ai
lettori di ogni età i segreti che animano
l’universo.
senzaetà 61
Nonni&Nipoti
U
Nonno,
n dono che comporta un inestimabile supplemento di ‘gioventù’: è l’essere nonni nelle parole della psicologa e scrittrice Silvia Vegetti Finzi. Un dono che spinge le nuove generazioni di nonni ad un impegno su più fronti e spesso
squisitamente multidisciplinare. Dal punto di vista affettivo a quello pratico, quel tempo-luogo, magico, in cui si incontrano nonni e nipoti, in un mix tra passato e presente, gioco e formazione, noi lo vogliamo raccontare parlando di creatività.
O meglio, di creAttività! Cosa fanno insieme per passare il tempo, cosa inventano, costruiscono e che cosa si raccontano i nonni
e i nipoti di oggi? Abbiamo cominciato a chiederlo in giro, scoprendo le prime esperienze.
Per condividere le vostre, scriveteci a [email protected].
Dal parco, una farfallina
“Quando vado al parco con la mia nipotina porto sempre un sacchettino perché
i bambini sanno trovare tanto materiale che poi sarà piacevole riutilizzare a
casa per fare i lavoretti: questa volta abbiamo raccolto foglie, bacche e ghiande.
Rientrate a casa abbiamo selezionato bene il materiale raccolto e pensato a come
utilizzarlo. In questo caso lei mi ha proposto di voler realizzare una farfalla.
Ho preparato un disegno dal contorno semplice, abbiamo tagliato a metà le
ghiande per favorire un contatto migliore e lei ha incollato le varie parti.
Molto soddisfatta ha poi realizzato da sola un visetto simpatico usando anche
le bacche e le foglie.
Ai bambini piace molto che un adulto gli dedichi il suo tempo, quindi anche se
il lavoro non verrà bellissimo si sentiranno ugualmente soddisfatti.
Usare semplici materiali, inoltre, li aiuta a conoscere e ad amare la natura”.
62 senzaetà
che si fa oggi?!
Ti conosco, mascherina!
“ Il Carnevale è l’occasione per esprimere l’allegria e la spensieratezza, un’occasione
per favorire la creatività dei piccoli e il desiderio di giocare a … “fare finta che io
sono”. Possiamo costruire insieme ai bambini semplici mascherine realizzate
con le buste di carta dei generi alimentari.
Si infila il sacchetto in testa per prendere la posizione degli occhi, poi con le tem-
pere o i pennarelli si dipinge la figura desiderata. Il sacchetto maschera può essere
reso più buffo con l’aggiunta di stelle filanti per i capelli, di baffi e tanto altro.
Si possono, inoltre, costruire con il cartoncino corone per “re”
e “regine” oppure mascherine da animali.
Largo a leoni, topolini, gattini”!
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Orizzontali
1.Sono in gola. 3.La bagna la Mosella. 6.Sono larghe
quelle dei sombreri.10.Avvicina il soggetto da fotografare. 13.Arbusto di zone tropicali e temperate. 15.Un
tessuto sintetico. 18.Era non finita. 19.Alleanza Nazionale.20.Molto poveri. 22.Il fiume di Jena. 24.Ha
cura di bambini altrui. 26.Una funzione trigonometrica. 28.Impeti d’ira.29.Un attrezzo ginnico del culturista. 30.Evoca una...catena. 32. Monti della Sicilia. 33.Titanio.34.I limiti dei colleghi. 35.Coda di
babbuini. 36.L’attore Wallach. 38.Breve avversativa.
40.L’Ashby regista di “Shampoo”. 41. Stato dell’Africa
centrale. 43.Ad esse si rivolgono per primi gli oratori.
45. Il gruppo di “Imaginaria”.
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Verticali
1.Del suo “buco” si preoccupano gli ambientalisti. 2.Procede a volte signori. 4. Particella che significa ora non più. 5. La fine
degli avanzi. 6. Insieme di leve e comandi. 7. Iniziali di Silvestrin. 8. Portano su e giù. 9. L’emanazione della divinità per gli
gnostici. 11. Un’ epoca del terziario. 12. Una macchina tipografica.14. Città francese sul fiume Doubs.16. l’ultimo numero
della tombola. 17. La città natale di Pirandello...quando nacque Pirandello.21.Orecchini. 23.Università. 25.Collegamento
logico. 26.Cose senza pari. 27.Il mese di agosto per i romani. 28.Concetrato per profumieri. 31.Un carattere di stampa per
Pc. 34.Costosa.37.Il modulo lunare.38.Navicella spaziale russa.39.Un noto soggettista italiano.40.Un tipo jazz.42.Iniziali
di Montanelli.43.Saggi senza agi.44.Il Tommaseo di “Fede e bellezza”(iniz.).
LEGGI IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Gioco di mano,
gioco da villano!
Una parata amorosa
Gli specialisti hanno notato che, come gli animali, gli uomini e le donne fanno alcuni gesti che invitano a conoscersi meglio. Durante una conversazione con una persona di
sesso maschile, una donna non si renderà per forza conto
di avvicinare le braccia al busto e di sporgersi in avanti per
mettere in risalto la scollatura, o di sistemarsi la maglietta
per mostrare il seno.
Dal canto suo, l’uomo manderà dei segnali d’apertura stando seduto con le gambe divaricate, i pollici in tasca e le
mani distese!
64 senzaetà
Il bugiardo le nasconde dietro la schiena, le mette in tasca o
le occupa giocando con le chiavi, con una penna...
Secondo Gordon R.Wainwright, specialista della comunicazione, il fatto di esporre i palmi delle mani è un gesto abbastanza frequente presso i bugiardi.
Diversamente dal suo primo significato, che è l’impotenza,
questo gesto vuole attirare la simpatia dell’interlocutore.
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Nel prossimo numero:
L’importanza di assistere
i propri cari con gravi patologie
www.senzaeta.it - [email protected]
Cosa cambia nella legge 104.
Arrivati i nuovi LEA del
Ministro Balduzzi,
Aggiornamenti attesi da anni.
Entriamo nel dibattito sui temi cruciali della sanità.
Turismo odontoiatrico.
La nostra inchiesta affronta
le questioni scottanti del caso.
OBESITA’
Giovani e anziani.
Questione di grano.
Tutto quello che volevate sapere sulla pasta.
impariamo dal rugby
Il pilone Castrogiovanni
si racconta a Senzaetà.
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EDITORE
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Coordinatore di redazione
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Hanno collaborato
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Julian Burnett, Stefano Carotti, Pietro Ceccarelli,
Nico Coppari, Alessandra Corradini,
Nicoletta Di Benedetto, Anna Fata,
Katia Marilungo, Nicolò Scocchera,
Paola Stefanucci,Valentina Zoppi.
grafica
Elisabetta Pincini
segreteria di redazione
Helga Riderelli
Comitato scientifico
Direttore
prof. Paolo Crepet,
avv. Giovanni Conti, legale,
dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca,
prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza,
dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI
dott.Alberto Busilacchi, ortopedico
Stampa
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Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in
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