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www.xal.com [email protected] LIGHT 22 BIG CITY LOVE AFFAIR Remix International A Roundup of NYC Design and Lifestyle News selected by XAL ONE GLOBAL STUDIO Portrait Woods Bagot I Esp italiano espaÑol 02 Content XAL Start 04 REMIX INTERNATIONAL – NEW YORK TRENDS & LIFESTYLE NEWS FROM THE CITY THAT NEVER SLEEPS 08 LIVING NEWS iNNoVaTiVe WaYS To maKe moDeRN life moRe exciTiNG 10 LIVING PROJECTS ReSiDeNTial aND liViNG eNViRoNmeNT liGHTiNG DeSiGN BY xal 14 OFFICE NEWS NeW iDeaS foR cUTTiNG eDGe office aND WoRKplace DeSiGN 16 OFFICE PROJECTS office aND WoRKiNG eNViRoNmeNT liGHTiNG DeSiGN BY xal 20 PORTRAIT ONE GLOBAL STUDIO – WOODS BAGOT 22 RETAIL NEWS WHAT’S GOING ON IN THE GLOBAL WORLD OF SHOP AND RETAIL DESIGN? 24 RETAIL PROJECTS SHOP AND RETAIL LIGHTING DESIGN BY XAL 30 REPORT FUTURE LIVING – RESEARCH FOR A NEW INTERACTIVE HOME 32 PUBLIC NEWS ARCHITECTURE INNOVATIONS IN THE PUBLIC REALM 34 PUBLIC PROJECTS liGHTiNG DeSiGN iN THe pUBlic Space BY xal XAL Magazine 22 03 Editorial XAL Andreas Hierzer, CEO WORLDWIDE VISION I Il progresso inizia nella mente. Noi della XAL siamo sempre stati convinti che la realtà possa scontare come unica limitazione i limiti stessi della nostra capacità di immaginare. Proprio questa convinzione ci ha portato lontano, non solo geograficamente, ma anche come organizzazione e come soggetto tecnologico. Alla fine dell’anno scorso il nostro network globale è cresciuto ulteriormente grazie all’acquisizione del marchio belga Wever & Ducré nel gruppo XAL. Un ampliamento prezioso per vari motivi: con la propria sede nella città belga Roeselare, una delle roccaforti europee del design illuminotecnico, con capacità produttive altamente sviluppate e canali di vendita ben consolidati, la Wever & Ducré punta su soluzioni illuminotecniche architettoniche di alto livello qualitativo e su un design fuori del comune, esattamente come XAL. Da questa comune filosofia emergono rilevanti potenzialità sinergiche che trovano realizzazione, per esempio, sia nelle nuove generazioni di prodotti di Wever & Ducré con l’apporto decisivo del know-how di XAL nel campo dei LED, sia nell’intera logistica di produzione e degli acquisti, nella collaborazione con designer esterni e nel potenziamento del servizio di assistenza fornito ai nostri clienti in un numero crescente di Paesi grazie ai dipendenti o ai partner operanti sul posto. Promuovendo un’intensa internazionalizzazione, puntiamo non solo ad aumentare semplicemente la nostra presenza, ma ad essere di casa in tutto il mondo per fornire ovunque, con la massima naturalezza e altrettanta evidente efficienza, i progetti illuminotecnici e gli standard tecnici, l’assistenza tecnica e la comprensione delle esigenze individuali e la loro soluzione ottimale, che a ragione ci si possono aspettare da noi. Appunto questo è ciò che vogliamo in primo luogo dimostrare il 15 aprile, quando la Light + Building 2012 aprirà le porte ai quasi 200.000 visitatori attesi. L’impresa ci risulta facile da un lato già per il fatto che il tema conduttore di quest’anno - l’efficienza energetica - è perfettamente in linea con le nostre competenze distintive. In fondo XAL punta da anni rigorosamente sulla tecnologia a LED che più nessuno può ignorare nel campo delle soluzioni illuminotecniche sostenibili. Dall’altro lato, questa volta i visitatori troveranno ad attenderli ben due stand del gruppo XAL anziché uno solo: seguendo il motto «See the Light» vi mostreremo presso lo stand XAL nuove possibilità dell’illuminazione architettonica e del design illuminotecnico in un contesto del tutto eccezionale. Riscoperta di soluzioni collaudate e nuove ispirazioni da innestare sulla ricca storia del design e dello sviluppo sono la parola d’ordine alla Wever & Ducré. Il risultato è una combinazione di efficienza e di estetica che vi invitiamo a scoprire personalmente. ESP El progreso empieza en la mente. En XAL hemos estado convencidos desde siempre de que los únicos límites de la realidad sólo se ponen mediante la propia imaginación. Esa idea es justo la que nos ha llevado tan lejos en el sentido geográfico, organizativo y tecnológico. El crecimiento más reciente de nuestra red mundial ha tenido lugar a finales del año pasado, cuando la marca belga Wever & Ducré se unió al grupo XAL. Una valiosa ampliación en diversos aspectos: con sede en la ciudad belga de Roeselare, es uno de los baluartes del diseño de iluminación en Europa, y posee unas capacidades de producción muy desarrolladas y unos canales de distribución bien establecidos. Wever & Ducré ha apostado desde siempre, al igual que XAL, por unas soluciones de iluminación arquitectónica de gran valor cualitativo y un diseño extraordinario. Con esta filosofía conjunta como base, el resultado es un conjunto de potenciales sinérgicos considerables que se implementan para las nuevas generaciones de productos de Wever & Ducré, las cuales se benefician decisivamente de los conocimientos prácticos sobre LED de XAL, así como para todo el sistema logístico de producción y compra, la cooperación con diseñadores externos y la ampliación del asesoramiento a nuestros clientes en más países todavía a través de colaboradores o socios in situ. Al mismo tiempo procuramos no sólo estar presentes en el marco de esta internacionalización intensificada, sino sentirnos en todo el mundo como en casa. Nuestro objetivo es llevar a todas partes de forma natural y a la vez sorprendente nuestro concepto de iluminación, los estándares técnicos, el servicio y la sensibilidad para los requisitos individuales, y con ello la mejor solución posible que con razón cabe esperar de nosotros. Todo esto es lo que queremos mostrar a los casi 200 000 visitantes estimados cuando el Light + Building 2012 abra sus puertas el 15 de abril. Por un lado esto nos resulta fácil, porque el tema principal de este año, la eficiencia energética, se corresponde perfectamente con nuestras competencias básicas. Al fin y al cabo XAL apuesta de forma consecuente desde hace años por la tecnología LED, que en el sector de las soluciones de iluminación sostenibles ya no deja indiferente a nadie. Por otro lado, este año le esperan dos stands de muestra del grupo XAL en vez de uno: bajo el lema «See the light» («Vea la luz») en el stand de XAL le mostramos nuevas posibilidades de iluminación arquitectónica y del diseño de iluminación en un ambiente totalmente extraordinario. El redescubrimiento de lo comprobado y la inspiración novedosa proveniente de la nutrida historia del diseño y el desarrollo son las divisas de Wever & Ducré. Una combinación de eficiencia y estética es el resultado que le invitamos de todo corazón a descubrir. Order the new catalogue at [email protected] Order the new catalogue at [email protected] VISIT US AT Frankfurt/ M Light + Building, 15. – 20.04.2012 Hall 3.0, Booth D10 VISIT US AT las vegas LIGHTFAIR, 09. – 11.05.2012 Booth 1639 VISIT US AT Moscow Arch Moscow, 23. – 27.05.2012 Hall 8, Booth 8 –19 VISIT US AT Mumbai ACETECH 2012, 18. – 21.10.2012 Hall I, Booth B-5 VISIT US AT KORTRIJK Interieur, 20. – 28.10.2012 XAL Magazine 22 XAL new york city NEW YORK BY GEHRY © dbox 04 R emix International BIG and BOLD NEW YORK by Gehry NEW YORK city/USA by Gehry Partners, LLP, Los Angeles (USA) www.newyorkbygehry.com XAL Magazine 22 I In una città abituata a identificare la propria immagine con i grattacieli, voler suscitare scalpore proprio con il progetto di un nuovo grattacielo, non è impresa da poco. Ci è riuscito Frank Gehry, il carismatico architetto 83enne che come nessun altro ha influenzato la storia dell’architettura degli ultimi decenni con icone ineguagliabili dell’architettura d’avanguardia come la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles o il Guggenheim Museum di Bilbao. Ci è riuscito con un progetto che persino a New York rappresenta qualcosa di unico e superlativo. Il suo mega grattacielo, appena ultimato, battezzato, non senza una vena di autocompiacimento, New York by Gehry, si innalza per 256 metri sopra l’intrico di strade del Financial District nella zona sud di Manhattan e attualmente è l’edificio residenziale più alto dell’emisfero occidentale. Situato in posizione prestigiosa sulla Spruce Street, una delle zone più antiche di New York, e nelle immediate vicinanze di Wall Street, Ground Zero e dell’accesso al ponte di Brooklyn, il New York by Gehry ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo simbolo dello skyline della Lower Manhattan. Il caratteristico involucro esterno in vetro e acciaio, caratterizzato da forme curve organiche e realizzato assemblando più di 10.500 singoli elementi, contiene 903 appartamenti che prima ancora di essere ultimati erano già tra gli indirizzi residenziali più ambiti di New York. La spettacolare torre residenziale rivela in ogni minimo dettaglio la firma del suo creatore, persino nei pomelli delle porte e nei rubinetti dell’acqua da lui stesso disegnati. Con affitti mensili a partire da 7.000 dollari per un appartamento di tre vani, abitare al nuovo indirizzo esclusivo (almeno per le condizioni di Manhattan, dove persino per micro appartamenti di 20 m² sono all’ordine del giorno prezzi di 1.500 dollari o più) non è proibitivo per i più benestanti – per lo meno nell’affitto sono compresi servizi esclusivi come una palestra, una sala cinematografica, una cucina gourmet, una biblioteca, una terrazza con capanno privato e griglia per barbecue nonché una piscina di 15 metri con copertura in vetro. ESP En una ciudad en la que los rascacielos son algo natural en su imagen, querer causar sensación precisamente con un nuevo proyecto para un rascacielos, no es una empresa fácil. Frank Gehry, la leyenda de la arquitectura de 83 años, que ha marcado como ningún otro la historia de la arquitectura de las últimas décadas con iconos de la arquitectura de vanguardia como por ejemplo el Walt Disney Concert Hall en Los Ángeles o el Museo Guggenheim de Bilbao, lo ha conseguido —con un proyecto que incluso en Nueva York representa algo único y extraordinario—. Su recientemente terminado mega rascacielos, denominado con naturalidad y seguridad en sí mismo New York by Gehry, se eleva con ni más ni menos que 256 metros sobre el laberinto de calles del distrito financiero del sur de Manhattan, siendo así el edificio de viviendas más alto del mundo occidental en la actualidad. Situado en un lugar destacado en Spruce Street, una de las zonas más antiguas de Nueva York y en las cercanías inmediatas de Wall Street, Ground Zero, así como de la entrada al Puente de Brooklyn, New York by Gehry tiene en todos los aspectos, todo lo necesario para convertirse en un nuevo emblema del horizonte del bajo Manhattan: tras el característico recubrimiento exterior de cristal y acero inoxidable, orgánicamente ondulado y compuesto por más de 10 500 elementos individuales, se encuentran 903 apartamentos, que ya mucho antes de su finalización, se encontraban entre los domicilios más solicitados de Nueva York. Hasta el más mínimo detalle de esta espectacular vivienda de lujo lleva la firma de su creador, incluso los pomos de las puertas y los grifos han sido diseñados por él mismo. Con un alquiler mensual a partir de aprox. 7000 dólares por un apartamento de tres habitaciones, residir en la nueva dirección de lujo (al menos para las posibilidades en Manhattan donde precios de 1500 dólares por pequeñas viviendas de 20 m² están a la orden del día) es relativamente asequible para personas con altos ingresos —al fin y al cabo en el alquiler se incluyen algunos extras exclusivos como un centro de fitness, una sala de cine, una cocina gourmet, una biblioteca, una terraza con cabaña propia y barbacoa, así como una piscina de 15 metros con cubierta de cristal—. © dbox © dbox © dbox SELECTED BY XAL: DESIGN, ART AND ARCHITECTURE NEWS fROM new york city 05 R emix International XAL new york city HIGH LINE PARK The Armory Show HIGH LINE PARK NEW YORK CITY/USA by Diller Scofidio + Renfro, New York (USA) www.thehighline.org www.dsrny.com © Iwan Baan, 2011 I Nel 2003 venne pubblicato per la prima volta a New York il bando di gara per il concorso d’idee di progettazione architettonica e urbanistica «Designing the High Line», al quale fece seguito nel 2006 l’inizio dei lavori di costruzione in una delle più straordinarie oasi verdi metropolitane del mondo. Con la solenne inaugurazione del secondo lotto nell’estate del 2011, ora è stata completata la conversione di un’ex linea ferroviaria sopraelevata per il trasporto di merci degli anni Trenta, lunga 2,3 chilometri, che nella zona sud-occidentale di Manhattan portava dalla Station 30th Street in direzione sud fino alla Gansevoort Street. Trasformata in una passeggiata verde attrezzata ad altezze aeree, l’infrastruttura ferroviaria ormai dismessa da tempo, che nei decenni scorsi con la sua impronta industriale e i suoi caratteristici piloni di ghisa condizionava pesantemente l’immagine delle zone occidentali dei due quartieri Chelsea e Meatpacking District, oggi svolge una funzione importante non solo come arteria verde nel tessuto cittadino e come attraente area ricreativa, ma anche come emblema dello sviluppo urbanistico di questa parte di Manhattan. Una zona caratterizzata fino agli anni Novanta da magazzini e capannoni industriali, poco invitante e quasi spopolata di notte. Oggi Chelsea e il Meatpacking District si sono trasformati nei quartieri residenziali più appetibili e nelle zone più frequentate di Manhattan, in cui una vivace attività edilizia e il recupero di molti complessi industriali di pregio storico hanno contribuito a modificare radicalmente e a valorizzare l’immagine cittadina. Oggi, ad esempio, in uno degli ex magazzini della carne soggetti a vincolo di tutela storico-artistica, è insediato un Apple Store, l’imponente edificio dell’ex fabbrica dolciaria Nabisco ospita il paradiso dello shopping gastronomico Chelsea Market, mentre nuovi complessi residenziali di lusso sorti nelle immediate vicinanze dell’High Line Park come il 459 W 18th Street di Della Valle Bernheimer o il HL23 di Neil Denari sottolineano l’intenso processo di riqualificazione e gentrificazione del territorio urbano. © Iwan Baan, 2011 ESP En 2003 tuvo lugar por primera vez en Nueva York la convocatoria del concurso de ideas de arquitectura y planificación urbanística «Designing the High Line», a raíz del cual las obras del ganador se iniciarían en 2006 en uno de los oasis verdes probablemente más excepcionales del mundo. Pues bien, en el verano de 2011, con la ceremonia de apertura del segundo tramo en construcción, se finalizó con un paseo peatonal ajardinado de lujoso diseño la transformación del antiguo trazado de ferrocarril de mercancías elevado de los años treinta, que circulaba por un tramo de más de 2,3 km en el suroeste de Manhattan desde la estación de la 30th Street hacia el sur, bajando hasta Gansevoort Street. La antigua estación de ferrocarril inactiva, que en las últimas décadas marcó decisivamente con su temperamento industrial y su característica marcha de hierro fundido la imagen de la ciudad en la zona oeste en Chelsea y Meatpacking District, constituye a día de hoy una tentadora pasarela en altura aérea que no solo es una arteria verde de la construcción urbana y una atractiva zona de de esparcimiento con un relevante papel, sino también precisamente un monumento con carácter simbólico del desarrollo de la ciudad en esta zona de Manhattan. Donde, hasta los años noventa del pasado siglo aún destacaban, sobre todo, almacenes y empresas industriales poco atractivas en una zona de vida nocturna apagada, Chelsea y Meatpacking District se cuentan hoy día entre las zonas residenciales más codiciadas y populares de la vida nocturna actual de Manhattan. Una gran actividad urbanística, así como la nueva adaptación moderna de muchas construcciones industriales históricas, han conducido a un palpable cambio y a una revalorización de la imagen de la ciudad. De este modo, por ejemplo, en una antigua nave de productos cárnicos, elemento integrado en el patrimonio, se ha establecido una tienda Apple y el gigantesco edificio de los productos de pastelería Nabisco aloja hoy al mercado de Chelsea, el paraíso de las compras alimentarias. Mientras, se han construido nuevos apartamentos de lujo en la directa proximidad de la vecindad de High Line Park tales como 459 W 18th Street, obra de Della Valle Bernheimero HL23, de Neil Denari, que subrayan el intensivo proceso de la revalorización y gentrificación del área urbana. NEW YORK CITY/USA by Bade Stageberg Cox, New York (USA) 2012 Redesign www.thearmoryshow.com I A New York la prima grande mostra di arte contemporanea si tenne già nel 1913 con il titolo The Armory Show nella sede dell’Arsenale (in inglese «Armory») del 69° Reggimento della Guardia Nazionale di New York – oggi ancora soggetto a vincolo di tutela artistica e storica – angolo Lexington Avenue / 25th Street. Nel 1994 i rinomati galleristi newyorkesi Paul Morris, Matthew Marks, Pat Hearn e Colin de Land recuperarono questa tradizione, dapprima in un ambito più limitato come Gramercy International Art Fair, e poi, con il crescente successo della manifestazione, trasformandola in New Armory Show. Oggi la Armory Show, che si svolge ogni anno negli ex terminal di approdo delle navi 92 e 94 sulla riva newyorkese del fiume Hudson, ad ovest della Midtown di Manhattan, è accreditata come l’evento più importante per l’arte moderna e contemporanea negli USA, un appuntamento irrinunciabile della vita culturale di New York e una delle fiere dell’arte internazionali di maggior spicco accanto alla Art Basel e alla Art Miami. Nel luogo in cui un tempo attraccavano le navi di lusso delle linee transatlantiche come la Queen Mary o la Queen Elizabeth, ora si svolge annualmente, nelle prime settimane di marzo, uno degli incontri più esclusivi, ma allo stesso tempo anche più poliedrici e più sensibili alla sperimentazione della scena artistica, culturale ed espositiva globale. Nel 2012 l’esposizione ha presentato numerose innovazioni, tra l’altro collaborando per la prima volta, nella sezione Armory Film, con la nuova fiera della videoarte e dell’arte filmica Moving Image. La Armory Show si è presentata all’appuntamento di quest’anno in una nuova veste ridisegnata dallo studio di architettura Bade Stageberg Cox di Brooklyn, il cui obiettivo, oltre alla valorizzazione estetica, è stato soprattutto la creazione di una maggiore qualità e una migliore distribuzione degli spazi, in cui la schiera degli espositori si è trovata di anno in anno sempre più compressa. Il risultato di questo riallestimento: il numero degli espositori è stato ridotto di circa il 20%, in cambio è aumentato lo spazio a disposizione e lo si è sfruttato in parte con la creazione di nuovi comodi salottini e zone caffè. Così la Armory Show 2012 ha acquistato maggiore qualità e ha soddisfatto ancora meglio la sua pretesa di esclusività come evento clou della scena artistica globale. ESP Ya en el año 1913 se organizó por primera vez en Nueva York una exposición de arte contemporáneo con el título The Armory Show, que tuvo lugar por aquel entonces en el Arsenal («Armory», en inglés), hoy un protegido monumento histórico perteneciente al Regimiento 69 de la Guardia Nacional de Nueva York, esquina Lexington Avenue/25th Street. Esta tradición se recuperó en 1994 de la mano de galeristas neoyorquinos de renombre como Paul Morris, Matthew Marks, Pat Hearn o Colin de Land. Primero, en pequeños eventos como el Gramercy International Art Fair, transformándose luego, con creciente éxito año tras año, en el New Armory Show. A día de hoy, el Armory Show, que tiene lugar anualmente en el antiguo muelle de amarre 92 y 94 del neoyorquino río Hudson, al oeste del centro de Manhattan, se ha establecido como el mayor y más importante evento de arte moderno contemporáneo en EE. UU., además de constituir un componente irrenunciable de la vida cultural de la ciudad y –junto con Art Basel y Art Miami– una de las ferias artísticas de mayor relevancia en el mundo. Allí donde, en décadas pasadas, atracaban las lujosas naves de líneas transatlánticas como el Queen Mary o el Queen Elizabeth, nos encontramos anualmente en la primera semana de marzo con una de las citas con más peso, aunque al mismo tiempo más variada y experimental, del panorama artístico, cultural y expositivo. En 2012 se ha caracterizado por su riqueza innovativa y, entre otras razones, por la cooperación por primera vez con la nueva feria de vídeo y arte fílmico de Nueva York bajo el nombre de Armory Film. Al mismo tiempo, Armory Show se presentó este año con un nuevo rediseño del estudio de arquitectura de Brooklyn Bade Stageberg Cox. Su objetivo, además de la revalorización visual, fue, sobre todo, la creación de mayor calidad espacial y una disposición de la amplitud notablemente optimizada para la elevada densidad de los exponentes, que año tras año va en aumento. El resultado de la nueva representación: con aproximadamente una reducida y precisa cifra del 20 % en exposiciones, las cuales, en contrapartida, disponen de una mayor superficie, así como con la creación en aumento de cómodas zonas lounge y cafeterías, Armory Show 2012 ganó aún más en calidad y mereció su exclusiva fama como evento crucial de moda en el escenario artístico global. © Fernando Guerra © David Willems © David Willems The Armory Show XAL Magazine 22 06 R emix International XAL new york city BMW GUGGENHEIM LAB BUDDAKAN NYC BMW GUGGENHEIM LAB I L’anno scorso, ad agosto, il BMW Guggenheim Lab nel Lower East Side di Manhattan ha iniziato il suo grande tour che nei prossimi sei anni, in tre cicli biennali consecutivi, porterà il laboratorio mobile di ricerche urbane in nove città di tutto il mondo. Il progetto, nato dalla collaborazione straordinaria fra la casa automobilistica BMW e la fondazione newyorkese Solomon R. Guggenheim, intende sviluppare la sensibilità verso le tematiche attuali e future dell’urbanistica moderna e della vita urbana attraverso una discussione globale aperta e innovativa. Ai giovani team internazionali afferenti ai settori dello sviluppo urbanistico, dell’architettura, dell’arte, del design, delle scienze, della tecnica, dell’istruzione e della sostenibilità, il BMW Guggenheim Lab vuole permettere di confrontarsi, all’interno di progetti, sperimentazioni e dibattiti pubblici, con programmi e approcci innovativi in grado di elaborare progressi fondamentali nella qualità della vita delle singole sedi in cui il laboratorio sarà operativo e delle città di tutto il mondo. Al termine del primo ciclo del viaggio, nel 2013, il Guggenheim Museum di New York presenterà una mostra straordinaria sui risultati del tour nelle tre città New York, Berlino e Mumbai; gli itinerari dei due cicli biennali successivi saranno resi noti in un secondo tempo. Progettato dallo studio di architettura Atelier Bow-Wow di Tokio, il padiglione temporaneo del BMW Guggenheim Lab (2.000 m² di superficie) è il primo edificio del mondo concepito come struttura modulare scomponibile in carbonio, e con la sua struttura leggera e compatta permette all’edificio polivalente a due piani di svolgere la funzione di una «cassetta degli attrezzi itinerante» con un’impressionante dotazione multimediale. Così il Lab, il cui piano inferiore può essere completamente aperto a beneficio del carattere pubblico della struttura, sarà integrabile senza problemi nel giro di breve tempo anche in aree densamente popolate, per assolvere sul posto, per dieci settimane, la funzione di think tank interattivo, forum pubblico e community center innovativo. ESP En agosto del año pasado, el BMW Guggenheim Lab inició en el Lower East Side de Manhattan su gira mundial, que conducirá el laboratorio de investigación urbano por nuevas ciudades en los próximos seis años en tres ciclos consecutivos de dos años. Nacido de una excepcional cooperación del fabricante de automóviles BMW con la Solomon R. Guggenheim Foundation de Nueva York, el proyecto tiene como fin aumentar la sensibilidad para cuestiones actuales y futuras de la construcción moderna de ciudades y de la vida urbana en un discurso global de una manera abierta e innovadora. El objetivo es que el BMW Guggenheim Lab permita a equipos internacionales jóvenes de los ámbitos del desarrollo urbano, la arquitectura, el arte, el diseño, la ciencia, la técnica, la educación y la sostenibilidad involucrarse en proyectos, experimentos y en el debate público con conceptos progresistas y planteamientos de soluciones para la vida en la ciudad para alcanzar avances decisivos en la calidad de vida para los correspondientes emplazamientos del laboratorio, así como para las ciudades de todo el mundo. Para finalizar el primer ciclo del viaje en el año 2013, el Guggenheim Museum de Nueva York presentará una gran exposición especial sobre los resultados de la gira por las tres ciudades de New York, Berlín y Mumbai; las rutas de los dos siguientes ciclos de dos años se darán a conocer en una fecha posterior. El pabellón temporal de 2000 m² del BMW Guggenheim Lab como primer edificio a escala mundial fue concebido por el estudio de arquitectura de Tokio Bow-Wow en una construcción compacta con materiales ligeros como estructura de carbono desmontable por módulos, la cual permite al edificio de dos pisos desempeñar su función como «caja de herramientas viajera» multifuncional con un amplio equipamiento multimedia. De este modo, el laboratorio, cuyo nivel inferior puede abrirse completamente reforzando así el carácter abierto del edificio, puede integrarse a corto plazo sin problemas en entornos densamente poblados para cumplir su función durante diez semanas en cada lugar como grupo de reflexión interactivo, foro abierto y centro comunitario innovador. Roger Kisby © 2011 Solomon R. Guggenheim Foundation www.bmwguggenheimlab.org www.bow-wow.jp David M. Heald © 2011 Solomon R. Guggenheim Foundation NEW YORK city/USA by Atelier Bow-Wow, Tokyo (JP) BUDDAKAN nyc NEW YORK city/USA by Starr Restaurants, Philadelphia (USA), Stephanie Goto, New York (USA) Christian Liaigre, Paris (FR) I Quasi nessun’altra città può vantare una densità di ristoranti paragonabile a quella di New York. Manhattan in particolare, con la sua immensa diversificazione culturale, è considerata non a torto uno dei principali distretti gourmet del mondo. Nel panorama gastronomico effimero di New York, soggetto a frequenti mutamenti di tendenze, solo pochi ristoranti riescono a conservare a lungo e coerentemente la loro immagine di successo e a trasformarsi nel tempo in autentici classici. Tra queste leggende della gastronomia di New York, che da decenni resistono come una roccia esposta ai flutti di un mare in costante mutamento, vi sono ad esempio i mitici Balthazar, Pastis e Odeon del famoso ristoratore newyorkese Keith McNally, Nobu e Tribeca Grill, che circa venti anni fa segnarono l’ingresso del divo del cinema Robert De Niro nel business dei ristoranti come una delle stelle più recenti nel firmamento gastronomico di New York, il Buddakan inaugurato nel 2006 dal tycoon della gastronomia Stephen Starr di Philadelphia. Il Buddakan deve la sua fama mondiale come tempio assoluto dell’arte culinaria asiatica e come locale di prima grandezza frequentato dall’alta società in misura non secondaria a un ruolo importante nella versione cinematografica della serie TV di successo Sex and the City, ma la deve soprattutto al fatto che qui si sono superati tutti i superlativi della gastronomia e del design in una città dove certamente non scarseggiano i superlativi. Nelle ampie sale dai soffitti alti dell’ex complesso industriale della fabbrica di biscotti Nabisco a Chelsea (che oggi ospita il paradiso dello shopping gastronomico Chelsea Market), il Buddakan, disposto su due livelli con una superficie complessiva di circa 1.700 m² e una capacità di 400 ospiti, riserva non solo una delle esperienze culinarie più esclusive che New York abbia da offrire, ma soprattutto un ambiente di un’imponenza senza paragoni. Disegnato da Stephanie Goto, architetto newyorkese famosa soprattutto per le sue realizzazioni di ristoranti, e dal celebre progettista d’interni francese Christian Liaigre, il Buddakan si presenta come una sfarzosa cattedrale, sempre immersa in una mistica penombra, in cui la cultura del cibo e del design tocca vette eccelse e che a ragione viene annoverato tra i migliori ristoranti del mondo. © courtesy of STARR Restaurants © courtesy of STARR Restaurants XAL Magazine 22 www.buddakannyc.com ESP Casi ninguna otra ciudad posee una densidad de restaurantes semejante a la de Nueva York. Y, con razón, especialmente Manhattan, con su inmensa variedad cultural, constituye uno de los territorios gourmet más aventajados del mundo. En el efímero y frecuente cambio de tendencias al que se supedita el paisaje gastronómico de Nueva York son, sin embargo, pocos los restaurantes que consiguen mantener a largo plazo un concepto satisfactorio y validarlo de modo que se conviertan en un resistente clásico. Entre las leyendas gastronómicas de Nueva York figuran desde hace décadas, como una roca que en el oleaje de un mar en constante cambio, los clásicos Balthazar, Pastis y Odeon, de la estrella gastronómica de Nueva York Keith McNally, Nobu y Tribeca Grill, que marcaron hace unos veinte años la entrada de la estrella cinematográfica Robert De Niro en el negocio de la restauración, y Buddakan, en calidad de una de las estrellas permanentes más jóvenes en el firmamento gourmet de Nueva York, que fue inaugurado en 2006 por el magnate gastronómico procedente de Filadelfia Stephen Starr. Su fama internacional como parada obligada en plena tendencia del arte culinario asiático y como centro de la vida social se la agradece Buddakan no en última instancia a su famoso papel secundario en la versión cinematográfica del éxito televisivo Sexo en Nueva York, aunque, sobre todo, se lo debe al hecho de superar una vez más todas las excelencias de la gastronomía y del diseño en una ciudad superlativa, que de por sí no carece de recursos. En las amplias salas de techos altos del antiguo complejo industrial de la fábrica de galletas Nabisco, situado en Chelsea (hoy aloja el paraíso del mercado gourmet Chelsea Market), Buddakan ofrece en dos plantas, una superficie total de aproximadamente 1700 m² y una capacidad de 400 comensales, no solo una de las experiencias culinarias más exclusivas que ofrece Nueva York, sino sobre todo también un ejemplo sin igual de un ostentoso ambiente: diseñado por la arquitecta neoyorquina Stephanie Goto, conocida sobre todo por sus diseños para restauración y la estrella francesa del diseño de interiores Christian Liaigre, Buddakan se presenta como el templo supremo de la cultura de la gastronomía y el diseño, lujoso, permanentemente sumergido en mística semipenumbra, se encuentra con razón desde hace años entre los mejores restaurantes del mundo. 07 R emix International XAL new york city NEW MUSEUM OF CONTEMPORARY ART 18TH FLOOR CLUB & LE BAIN/THE STANDARD HOTEL NEW MUSEUM OF CONTEMPORARY ART I Nella megalopoli di New York non mancano certamente i musei di arte moderna costruiti da architetti famosi. Tra le istituzioni famose in tutto il mondo dominano già da decenni il Solomon R. Guggenheim Museum realizzato da Frank Lloyd Wright negli ultimi anni Cinquanta e il Whitney Museum of American Art di Marcel Breuer. Da alcuni anni, tuttavia, una nuova straordinaria costruzione che ospita il New Museum of Contemporary Art arricchisce non solo il paesaggio artistico e culturale di New York, ma soprattutto anche gli immediati dintorni delll’area urbana, la Bowery nella Lower East Side – un quartiere considerato ancora non molto tempo fa uno dei più inospitali di Manhattan. L’edificio a otto piani costruito dagli architetti Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa/SANAA di Tokyo su uno stretto lembo di terra tra Rivington Street e Stanton Street, insieme alla torre di vetro di 21 piani dell’Hotel on Rivington situata pochi isolati più avanti, sovrasta addirittura simbolicamente – come emblema della gentrificazione del quartiere cittadino – i malconci edifici Tenement Buildings, così tipici per il Lower East Side, che nell’Ottocento furono il primo rifugio per milioni di immigrati in America e che ora vengono riadattati, un pezzo di strada alla volta, in loft, ristoranti, bar e boutique eleganti. L’architettura sorprendente dell’edificio, concepito come una sovrapposizione di sei cubi bianchi, che di notte sembrano fluttuare uno sopra l’altro come in assenza di gravità sulle loro finestre a nastro illuminate, deve a pochi criteri, più che visivi soprattutto funzionali, il suo linguaggio formale teatralmente imponente. Per creare i presupposti spaziali adatti per il museo in continua evoluzione, gli architetti hanno dovuto organizzare su una superficie relativamente ridotta una fitta rete di spazi per uffici e gallerie, il più possibile aperti e flessibili e nei più svariati formati: un’esigenza che la forma semplice del cubo ha saputo soddisfare egregiamente grazie a una distribuzione sorprendentemente nuova. ESP La megaciudad de Nueva York no está precisamente falta de construcciones de museos de arte moderno realizadas por arquitectos de renombre. Entre los clásicos más conocidos mundialmente se encuentran ya desde décadas la construcción ideada por Frank Lloyd Wright del Solomon R. Guggenheim Museum de finales de los años cincuenta o el Marcel Breuers Whitney Museum of American Art. Desde hace algunos años, con el New Museum of Contemporary Art, otra construcción excepcional enriquece no solamente el paisaje artístico y cultural de Nueva York, sino también, y sobre todo, su entorno inmediato en el tejido urbano: el Bowery en el Lower East Side, una zona considerada desde hace todavía no mucho tiempo como uno de los parches más toscos de Manhattan. Actualmente, el edificio de ocho pisos erigido por los arquitectos de Tokio Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa/SANAA en una pequeña línea de terreno entre Rivington Street y Stanton Street sobresale, junto con la torre de cristal de 21 pisos del Hotel on Rivington, que se encuentra a escasas manzanas, como símbolo visible a lo lejos de la gentrificación del barrio, entre los desangelados Tenement Buildings, tan típicos del Lower East Side, que en el siglo XIX constituyeron el primer refugio para los inmigrantes que llegaban a América y que, calle por calle, se convirtieron en elegantes lofts, restaurantes, bares y boutiques. La excepcional construcción, concebida como un montón macizo de seis cubos blancos, que por las tardes parecen flotar livianos los unos sobre los otros en sus ventanales iluminados, debe su dramático lenguaje formal, sin duda, menos a criterios visuales que a funcionales: para conseguir los requisitos espaciales correspondientes al programa en continuo cambio del museo, los arquitectos tuvieron que organizar sobre una base relativamente reducida una estructura maciza en galerías y oficinas lo más abiertas y flexibles posible en los formatos más diversos: un requisito al que la forma simple de un cubo, dispuesto de una manera nueva y sorprendente, es lo que mejor se adapta. 18th FLOOR CLUB & LE BAIN THE STANDARD HOTEL I New York non è solo la città dei grattacieli e dei meandri profondi disegnati dalle strade, ma anche di numerosi giardini pensili che spesso offrono, ad altezze inaudite, una vista mozzafiato sulla megalopoli. A Manhattan un giardino pensile privato è un privilegio ad appannaggio pressoché esclusivo dei ricchi proprietari di un attico. Tuttavia, esiste anche per i non milionari qualche possibilità di sottrarsi almeno per alcune ore alla quotidianità del piano strada e di godersi con un drink in mano il panorama sui tetti, come dimostra la moda dei «rooftop bar» che ha preso piede negli ultimi anni. Tra i locali trendy più recenti si segnalano il bar chiamato semplicemente The Rooftop sul tetto dell’Hotel on Rivington nel Lower East Side o il Jimmy sul tetto del James Hotel aperto un anno fa a Soho. Il più esclusivo di tutti – grazie alla rigorosa gestione della lista degli ospiti che generalmente ammette solo i ricchi e i belli – è il 18th Floor Club sul tetto del The Standard Hotel inaugurato da André Balasz nel 2009 e situato nel cuore del Meatpacking District, il quartiere più frequentato dai protagonisti dei party e della vita notturna newyorkese. Noto tutt’ora come Boom Boom Room, nonostante il recente cambiamento di nome, il 18th Floor Club, che si affaccia direttamente sul nuovo Highline Park di New York a circa 40 m di altezza, assomma in sé tutto ciò che rappresenta la quintessenza della vita notturna metropolitana. Sono un mito non solo il bar, il sound system e la terrazza panoramica, ma soprattutto anche la famosa/famigerata piscina del club Le Bain: per permettere agli ospiti della piscina di liberarsi spontaneamente del loro abbigliamento da strada, una macchina automatica distribuisce l’abbigliamento adatto da piscina; per la gioia della stampa scandalistica di New York pare però che nelle folli notti di festa più di una volta siano stati avvistati ospiti in piscina più o meno nudi ... by Ennead Architects LLC, New York (USA) www.ennead.com @ fehlt beim Fotocredit © Daniel Barry NEW YORK city/USA www.standardhotels.com/new-york-city © Dean Kaufman www.newmuseum.org © Benoit Pailley NEW YORK city/USA by Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa/Sanaa, Tokyo (JP) ESP Nueva York no es solamente una ciudad de rascacielos y profundas calles, sino también de numerosas azoteas-jardín que, a menudo desde una altura vertiginosa, nos ofrecen impresionantes vistas de esta megametrópoli. Las azoteas-jardín privadas constituyen en Manhattan, prácticamente sin excepción, un privilegio de los acomodados habitantes de áticos lujosos tipo penthouse. Sin embargo, los no millonarios disponen asimismo de suficientes posibilidades para evadirse, al menos unas horas, de la rutina al nivel de la calle y disfrutar con una copa en la mano de una panorámica sobre los tejados, tal y como constata la tendencia de los últimos años de los nuevos bares-azotea de moda. Entre las direcciones más actuales se cuentan el bar que recibe el sencillo nombre de The Rooftop, en el tejado del Hotel on Rivington, situado en el Lower East Side, o Jimmy, en el tejado del James Hotel, inaugurado hace un año en el Soho. No obstante, el más exclusivo –gracias a la estricta lista de invitados que maneja, la cual en su mayoría permite el acceso únicamente a guapos y famosos– es 18th Floor Club, sobre el tejado de The Standard Hotel, inaugurado por André Balasz en 2009 y situado en el centro del barrio predilecto de la vida nocturna neoyorquina y las grandes fiestas, Meatpacking District. A pesar del reciente cambio de nombre, tanto ahora como entonces, cuando era conocido por el característico apelativo de Boom Boom Room, el 18th Floor Club reúne en sus 40 m de altura, directamente emplazado sobre el parque neoyorquino High Line Park, todo lo que conforma la quintaesencia de la vida nocturna urbana. No solo son legendarios el bar, su sistema de sonido y las vistas desde la terraza, sino, sobre todo, la célebre piscina de Le Bain, a quien da nombre esta parte del local: para que los invitados a la piscina puedan deshacerse espontáneamente de su ropa de calle, una máquina expendedora les ofrece la correspondiente ropa de baño. Sin embargo, los aficionados de la prensa rosa neoyorquina podrán visualizar en las noches de fiesta salvaje de esta piscina a muchos de sus invitados en los diferentes grados de desnudez... XAL Magazine 22 08 Living/news Living XAL Living/news VITEO SLIM sunlounger by Wolfgang Pichler/Viteo (A) www.viteo.com LOVELY LOUNGER Un buon design si riconosce dal fatto che non c’è nulla da aggiungervi e nulla da togliervi. La marca di design austriaca VITEO, che ha fatto di questo motto la sua filosofia, ha raggiunto notorietà a livello internazionale soprattutto con collezioni di mobili da giardino e terrazza. VITEO sposa un design minimalista con l’ottimizzazione della funzionalità. La nuova SLIM Collection, comprendente sdraio per esterni, sedie e tavoli per la zona salotto e pranzo, ne è un esempio convincente. Grazie alla loro forma fluida e organica i mobili di questa collezione sembrano quasi qualcosa di vivo, allo stesso tempo dietro il design esile ma ergonomico si cela molta tecnologia. La superficie robusta della SLIM Collection è realizzata in Corian® termoformato e si adatta perfettamente alla forma del corpo umano. Questa struttura molto particolare rende incredibilmente comoda e confortevole soprattutto la sedia a sdraio, anche senza cuscini. Il bordo ottico della superficie di soli 3 mm conferisce all’intera collezione un’estetica originale. La superficie bianca sembra quasi sospesa sulla base realizzata in filo d’acciaio. La SLIM collection ha riscosso subito un grande successo, tanto da guadagnarsi il Red Dot Award 2012 per l’eccellente design dei prodotti SLIM Sunlounger e Lounge Chair. Anche numerosi clienti entusiasti non avrebbero davvero nulla da aggiungere – e nemmeno da togliere – al design di VITEO. XAL Magazine 22 ESP El buen diseño se reconoce cuando ya no es necesario añadir ni eliminar nada. La marca de diseño austriaca VITEO es conocida por ello y se ha hecho un hueco en el ámbito internacional, sobre todo, con colecciones de muebles para las zonas del jardín y de la terraza. VITEO combina un diseño minimalista con una función óptima; buen ejemplo de ello es la nueva SLIM Collection, que incluye tumbonas para exterior, así como sillas y mesas para salas de estar y comedores. Gracias a su forma fluida y orgánica, estos muebles parecen tener vida, al mismo tiempo que se esconde cierta técnica tras el diseño grácil a la par que ergonómico. La superficie robusta de la SLIM Collection está fabricada a partir de Corian® termomoldeado y se ha adaptado a la forma del cuerpo de manera óptima. Gracias a esta construcción especial, la tumbona resulta excepcionalmente cómoda, incluso sin colchón. El borde óptico de la superficie de solamente 3 mm confiere a toda la colección una óptica excepcional. La superficie blanca «flota» sobre una base de alambre de acero inoxidable. El gran éxito reafirma el diseño de la SLIM Collection. Tanto es así que SLIM Sunlounger y Lounge Chair han sido galardonados con el Red Dot Award 2012 por su extraordinario diseño de producto y son muchos los clientes que encantados opinan que no añadirían ni eliminarían nada del diseño de VITEO. © VITEO, Paul Ott Graz I 09 Living/news XAL Living/News Holman House Mountain hill cabin VIEWING ANGLE ESP Haciendo gala de un fascinante concepto arquitectónico, la obra Holman House en Dover Heights, un barrio de las afueras de Sídney directamente situado en la costa pacífica, ha aparecido en numerosas publicaciones y ha conquistado la fama internacional como una de las viviendas privadas más espectaculares de los últimos años: directamente sobre un acantilado marino, de unos 70 m de pendiente vertical, se enraíza esta casa a los bordes de pared rocosa de una forma que desafía a la gravedad. No solo lo corona con majestuosidad, sino que sobresale adicionalmente varios metros del borde, de una manera temerariamente expuesta. En consciente contraste con la fachada marítima, prácticamente acristalada en su totalidad y en osado ángulo con su imponente vista, se presenta la fachada a la calle de esta casa familiar, conscientemente discreta. El majestuoso juego de volúmenes armónicos, que se internan de manera franca los unos en los otros, cuyo ángulo y orientación reaccionan de forma precisa a la correspondiente posición solar y al paisaje que los rodea, así como el escenario de vista panorámica, prácticamente despejado ante el océano, se abren cuando se sube a los espacios interiores organizados de la segunda planta. La forma curvada de la planta superior, con la sala y el comedor, planea apuntalada directamente sobre la pared rocosa y abre el espacio alrededor de la costa en dirección al norte y al sur mediante dos ventanas que abarcan toda la altura de la planta. La vista del mar hacia el este aparece nuevamente enmarcada por unos gigantescos marcos de ventana de gran formato, tales como en una pantalla Cinemascope. La planta baja, en la que se emplazaron los dormitorios, fusiona, de un modo comparativamente discreto, su fachada de piedra natural con las rocas, con la cuidadosa plantación de las superficies ajardinadas adyacentes y con el área que rodea la terraza-pool con la vegetación original, subrayando el deseo de los arquitectos y del propietario que consistía en crear con esta construcción un diálogo tan excepcionalmente armónico como consecuente entre arquitectura y naturaleza. © Brett Boardman I A Dover Heights, un sobborgo di Sidney affacciato direttamente sulla costa dell’oceano Pacifico, la Holman House pubblicata su tutte le riviste specializzate, si è conquistata una meritata fama in tutto il mondo grazie a un’idea progettuale affascinante che la colloca tra le case private più spettacolari degli ultimi anni. La casa sorge su una ripida scogliera di mare, che strapiomba per quasi 70 metri, e si aggrappa, vertiginosamente sospesa sul vuoto, al ciglio della rupe non accontentandosi di coronarla maestosaente, ma addirittura sporgendosi temerariamente per diversi metri oltre il bordo. Agli angoli arditi e alle linee sinuose del fronte mare, quasi interamente vetrato, con il suo panorama impressionante, fa da contrasto la voluta sobrietà del fronte strada della casa unifamiliare. Appena si entra negli ambienti interni organizzati su due livelli, si spalanca alla vista il gioco sapiente dei volumi aperti, armoniosamente comunicanti, i cui angoli e il cui orientamento reagiscono in modo puntuale al variare della posizione del sole e al paesaggio circostante, e il panorama dell’oceano che si offre senza limiti come una scena teatrale. Il piano superiore, con soggiorno e sala da pranzo, è sospeso con la sua forma sinuosa direttamente sulla parete rocciosa, sostenuto da puntoni, e apre lo spazio lungo la costa in direzione nord e sud attraverso due vetrate a tutta altezza. La vista del mare verso est, incorniciata da una larga finestra a nastro di enormi proporzioni, sembra a sua volta uscita da uno schermo cinemascope. Il piano inferiore, che ospita la zona notte, si fonde con la sua facciata in pietra naturale in modo quasi impercettibile con la rupe; l’accurata piantumazione delle aree a giardino circostanti e della zona intorno alla terrazzapiscina con vegetazione originale, sottolinea la volontà degli architetti e del committente di creare con la costruzione un dialogo straordinario ma rigorosamente armonioso tra architettura e natura. © Brett Boardman www.durbachblockjaggers.com © Anthony Browell Holman House, Dover Heights, Sydney (AUS) by Durbach Block Jaggers, Sydney (AUS) SLIPPERY SLOPE MOUNTAIN HILL CABIN, ÅL (NOR) by Fantastic Norway, Oslo (NOR) www.fantasticnorway.no © Fantastic Norway AS / Håkon Matre Aasarød © Fantastic Norway AS / Håkon Matre Aasarød I Una richiesta insolita del committente è stata risolta dal team di architetti di Oslo Fantastic Norway con l’ideazione di un moderno rifugio sciistico nella sperduta regione montuosa norvegese di Ål. Il committente non desiderava solo una casa confortevole per le vacanze invernali, ma voleva soprattutto una forma del tetto con una pendenza tale da poter essere sfruttata come pista da sci e per slittini, ma anche come terrazza per pic nic invernali. Gli architetti, tuttavia, non dovevano tener conto solo della particolare richiesta del cliente, ma anche delle severe normative edilizie per la regione naturale raggiungibile d’inverno solo sugli sci. Il regolamento edilizio di Ål impone forme costruttive classiche che obbediscono sia nella scelta dei materiali sia nella conformazione del tetto alla forma e all’aspetto dei rifugi montani tradizionali. Grazie ad un ingegnoso artificio, entrambe le esigenze sono state coerentemente soddisfatte, poiché il progetto concepito da Fantastic Norway ha prolungato senza esitazioni di 23 gradi esatti l’angolo piatto prescritto del tetto a capanna fino al livello del suolo. La costruzione in legno sorta con questa forma allo stesso tempo semplice ed elegante, con la sezione di diversi triangoli intrecciati gli uni dentro gli altri, diventa essa stessa una sorta di paesaggio montano astratto con picchi e valli, inserendosi con sorprendente coerenza nel paesaggio circostante, dal quale sembra spuntare fuori descrivendo un angolo dinamicamente mosso. Sotto la struttura del tetto, più volte inclinata di direzioni opposte, le cui superfici verticali sono state completamente vetrate come enormi finestre, l’architettura montana classica in questa riuscita reinterpretazione offre su due livelli giorno e notte lo spazio sufficiente per sei persone, un alloggio piacevole e allo stesso tempo d’avanguardia e assicura, inoltre, con il suo sistema costruttivo rannicchiato, vicino al suolo e con le masse di neve accumulate sul tetto che fungono da isolante termico supplementare, la possibilità di riscaldamento a basso impatto energetico nel ruvido clima nordico con i suoi inverni lunghi e gelidi. ESP Una extraña petición del propietario, eso fue lo que asumió el equipo de arquitectos de Oslo Fantastic Norway con la concepción de una moderna cabaña de esquí en la lejana región montañosa noruega de Ål. Ya que este no solo deseaba un confortable alojamiento privado para las vacaciones de invierno, sino, sobre todo, un tejado cuya superficie inclinada sirviese como pista de esquí y de trineo, así como para uso de terraza en los picnic invernales exteriores. Los arquitectos no tuvieron que acatar únicamente los deseos especiales del cliente, sino también las estrictas normas de construcción para esta área natural, a la que en invierno solo se accede esquiando: por imperativo legal, en Ål únicamente se pueden llevar a cabo formas constructivas clásicas que, tanto en la selección de los materiales, como en el diseño del tejado, satisfagan la forma y el aspecto de los refugios de montaña tradicionales. Sin embargo, gracias a un inteligente truco, pudieron cumplirse consecuentemente ambas exigencias, ya que el proyecto de Fantastic Norway prolongó hasta el suelo el ángulo plano de exactamente 23 grados que se prescribía para el tejado a dos vertientes, sin dar más explicaciones. La construcción de madera que se origina por medio de esta forma tan sencilla como elegante, con una sección transversal en la que se entrecruzan diferentes triángulos, se convierte, por así decirlo, en un paisaje montañoso abstracto con sus cumbres y valles, intercalándose con impresionante coherencia en el paisaje que la rodea, con el cual parece conformar un ángulo dinámico en crecimiento. Bajo sus múltiples direcciones contrapuestas, la estructura inclinada del tejado, cuyas superficies verticales se acristalaron de forma continua a modo de amplias ventanas, ofrece una lograda reinterpretación de la clásica arquitectura de montaña con dos superficies de salón y dormitorios hasta para seis personas. Un alojamiento tan agradable como vanguardista que proporciona, además, un óptimo acondicionamiento con eficiencia energética gracias a su construcción inclinada, próxima al suelo, y a la masa de nieve que recubre el tejado y que sirve como aislante adicional para el duro clima nórdico, con sus largos y helados inviernos. XAL Magazine 22 10 living/Project 01 XAL private PENTHOUSE PrivatE Penthouse, New York City/USA Architecture: INNOCAD Architektur ZT GmbH, Graz, www.innocad.at Photos: Thomas Schauer, Vienna/New York Floorplan XAL Magazine 22 11 living/Project 01 XAL private PENTHOUSE COVE wall DOT apparecchio a sospensione GEAR 3 apparecchio a sospensione MOVE IT square faretto da incasso MOVE IT 45 sistema JANE wall sistema NANO esecuzione speciale COVE sistema de pared DOT luminaria suspendida GEAR 3 luminaria suspendida MOVE IT square foco empotrado MOVE IT 45 sistema JANE sistema de pared NANO luminaria especial INNOCAD Architektur ZT Gmbh “We work in context, approaching the task pragmatically, to then develop clear, unconventional concepts on the basis of what we have learned. This approach often seems quite simple. Overlaid with different influences and factors, projects gain complexity; the theme is interpreted on various levels, it is sampled, modulated, abstracted and remixed.” HUDSON river VIEW I Il Meatpacking District, conosciuto un tempo per la sua equivoca com mistione di fabbriche di carne e locali notturni, oggi si trova coinvolto in un processo di riconversione sociale e culturale. Ad esempio la soprelevata «High Line», utilizzata fino al 1980, è stata riconvertita in un grandioso parcheggio. A sua volta il Whitney Museum ha in programma la spettacolare realizzazione di un nuovo museo progettato da Renzo Piano. La zona immediatamente vicina al museo è stata ulteriormente valorizzata con gli imponenti edifici di Frank Gehry (sede centrale del gruppo internazionale IAC, colosso della subfornitura automobilistica) e Jean Nouvel (lussuoso complesso di appartamenti e atelier «Nouvelchelsea»). Ma negli ultimi anni hanno scoperto e invaso il quartiere non solo gli esponenti della scena artistica e dell’architettura newyorkese, ma anche i più rinomati ristoratori. In questa atmosfera di febbrile rinnovamento, un grande attico di 320 m², situato direttamente sull’High Line Park, doveva essere adattato sia funzionalmente sia architettonicamente alle esigenze dei suoi nuovi abitanti. Il risultato dell’operazione è un mix stilistico di design europeo e lifestyle newyorkese: i materiali pregiati e i colori sobri proiettano un senso di prestigiosità e allo stesso tempo di serena lievità metropolitana. Ogni ambiente vive del rapporto visivo diretto con l’affascinante mondo esterno. Il cuore dell’appartamento è un gigantesco rilievo di Marilyn Monroe che campeggia nella zona giorno come tributo funzionalespaziale ma anche artistico alla città che non dorme mai. Per conformarsi alle mille e mille luci che di notte fanno risplendere New York, i progettisti illuminotecnici hanno optato per una soluzione con tende luminose (JANE wall system) e spot (Move It). Disposte secondo una maglia ben precisa e riflesse dalle vetrate a specchio, le luci si moltiplicano e immergono le stanze in un chiarore uniforme che avvolge sia lo spazio sia gli abitanti, creando un’atmosfera rilassante di morbida eleganza e donando a Marilyn un’immagine delicata, ma proprio per questo ancora più efficace. Esp Anteriormente conocido por su mezcla incierta de fábricas de carne y clubs nocturnos, Meatpacking District se encuentra actualmente en proceso de reestructuración social y cultural. De este modo donde estaba situada la «High Line», una vía de ferrocarril elevada utilizada hasta 1980, se está construyendo un lujoso parque. Y el Whitney Museum planea la nueva construcción de un museo diseñado por Renzo Piano. También se modernizó el vecindario directo con nuevas y espectaculares construcciones de Frank Gehry (central del consorcio de proveedores de automóvil global IAC) y Jean Nouvel (edificio de apartamentos y estudios lujosos «Nouvelchelsea»). No solo es famoso el ámbito artístico y arquitectónico neoyorquino, también las numerosas marcas de diseño y los gastrónomos más codiciados han descubierto el barrio en los últimos años. Entre toda esta excitación latente, un gran ático de 320 m² situado directamente en el High Line Park, se adaptará tanto funcional como creativamente a las necesidades de sus nuevos habitantes. El resultado es una mezcla de estilo entre el diseño europeo y el estilo de vida neoyorquino: Los materiales de alta calidad y los colores discretos transmiten valor y una urbanidad desenfadada. Todas las salas viven de la relación visual directa con el fascinante mundo exterior. La parte central del apartamento dispone de un relieve enorme de Marilyn Monroe en el salón, un atributo de la sala tanto funcional como artístico de la ciudad que nunca duerme. A juego con los miles de puntos de luz que brillan en Nueva York durante la noche, para el sistema de luz se eligieron cortinas lumínicas (JANE wall system) y focos reflectores (Move It). Distribuidas en forma de cuadrícula, se multiplican en los espejos y sumergen las salas en una luz clara que envuelve la sala y los habitantes de manera homogénea. Esta luz despide una delicada y agradable nobleza y otorga a Marilyn una escena discreta, pero muy eficaz. XAL Magazine 22 12 Floorplan XAL Magazine 22 living/Project 02 XAL Private Residence PERFECT PURITY 13 living/Project 02 XAL Private Residence MITO 80 faretto da incasso MINIMAL sistema luminoso da incasso MITO 80 reflector empotrado MINIMAL sistema empotrado Architekturwerkstatt Haderer GmbH “Building always means a change of the existing situation – we try to create change within reason. Our goal is to provide a reference to the location, to dissolve the limitations of rooms and to create a fluid transition from the inside to the outside. In a time where almost everything is technically feasible, we strive for an architecture that is appropriate, functional and material-related. A culture of openness and transparency in the dialog with our clients is of vital importance. Our buildings are designed to accommodate people and to create an extraordinary quality of living.” I Una posizione panoramica perfetta è ciò che ha spinto i committenti a scegliere un terreno nel punto più elevato di Wartberg, vicino alla famosa chiesa Wenzelskirche, per costruirvi la propria casa unifamiliare. Solo in un secondo tempo si è scoperto il particolare valore nascosto nel fienile abbandonato che si trovava su quel terreno: un’antica cantina con soffitto a volta di circa 400 anni. Il fienile naturalmente è stato smantellato, ma le belle pietre in granito sono state riutilizzate per la nuova costruzione, con un risultato estetico molto particolare. Oggi l’antico locale, ripristinato allo stato originario con una dimensione di circa 130 m², non è solo una cantina straordinaria; gli antichi muri di pietra ricostruiti, che dall’esterno proseguono all’interno, creano magistralmente anche un legame fra tradizione antica e architettura moderna. Nel resto della casa, che nella sua planimetria segue il bizzarro andamento del terreno con la sua forma terminante a punta, domina il principio della massima apertura. Nel livello giorno e notte al primo piano superiore, che con la sua parte sporgente, sostenuta da colonne di acciaio, sembra sospeso sopra il piano che fa da basamento, le finestre sono tutte orientate verso il sole e creano così un rapporto visivo con il paesaggio esterno. Ulteriori particolarità sono l’ascensore incorporato che permette un accesso a tutti i piani senza barriere architettoniche e il giardino nella corte, completamente chiuso rispetto agli spazi pubblici, che permette un utilizzo del giardino in perfetta privacy. Per l’impianto di illuminazione sono state scelte esclusivamente lampade senza cornice, in linea con la richiesta di massima sobrietà espressa dal committente. Persino sopra il tavolo da pranzo si è rinunciato alla classica lampada a sospensione a favore di un sistema su binario minimalista. Il risultato è un’immagine del soffitto tranquilla e articolata che crea un’atmosfera altrettanto tranquilla, caratterizzata da una luce morbida e omogenea. ESP Una vista panorámica perfecta fue lo que motivó a este propietario a escoger para su vivienda unifamiliar un terreno situado en el punto más alto de Wartberg, en las proximidades de la conocida iglesia Wenzelskirche. El desolado granero, bajo el cual se encontraba, en cambio, un sótano abovedado de aproximadamente 400 años de antigüedad, manifestó posteriormente un gran valor. Una vez se derribó, se obtuvieron las hermosas piedras de granito reutilizadas para la nueva construcción, que lograron atraer a todas las miradas de una forma muy especial: la bóveda, restaurada, recuperó su estado original con unas dimensiones de aprox. 130 m², siendo hoy día más que una bodega de primera categoría. Los viejos muros de piedra, que transcurren desde el exterior hacia el interior, nuevamente trabajados, tienden un conseguido puente entre la añeja tradición y la arquitectura moderna. En el resto de la casa, cuya planta se orienta sobre la caprichosa forma puntiaguda del terreno, impera el principio de los espacios abiertos: las ventanas de la primera planta que se encuentran en la superficie sala-habitación, la cual destaca en su parte saliente, sostenida por pilares de acero como si flotase sobre el zócalo, se orientan sin excepción hacia el sol y crean un vínculo visual con el paisaje. Las demás peculiaridades las conforman la construcción del ascensor, que permite un aprovechamiento sin barreras de todas las plantas, y el jardín del patio, completamente aislado del área pública, que permite un uso más íntimo del mismo. En términos de luminotecnia, el propietario deseó que esta fuese lo más reducida posible. Únicamente se emplearon luces sin contorno. Incluso sobre la mesa del comedor se renunció a la obligada lámpara colgante y decidió instalarse una sobria barra lumínica. El resultado es una imagen del techo articulada y apacible, así como un clima espacial igualmente tranquilo que se distingue por el blanco uniforme de la luz. Private Residence, Wartberg/Austria Architecture: Architekturwerkstatt Haderer, Pregarten (A) Photos: Kurt Hörbst, Vienna XAL Magazine 22 14 o ffice/news o ffice XAL DIN-INK PEN CUTLERY by ZO_loft, PESCARA (IT) www.zo-loft.com © Paolo Emilio Bellisario office/news FOOD FOR THOUGHT I Da oltre sessant’anni compare immancabilmente sulle scrivanie di tutto il mondo come onnipresente utensile standard: parliamo della BIC, la penna a sfera usa e getta di plastica trasparente e di forma esagonale, venduta fino ad oggi in più di cento miliardi di esemplari, che vide per la prima volta la luce nel 1950. Che lo strumento di scrittura, sovente mangiucchiato nell’attesa di qualche brillante ispirazione, potesse rendersi utile anche in qualche altra forma, lo ha dimostrato recentemente lo studio di design italiano ZO_loft con un concept semplice ma non per questo meno sorprendente. Grazie a un set di tappi, la semplice penna a sfera BIC si trasforma in un pratico set di posate per i piccoli pasti consumati durante le pause di lavoro in ufficio. Al posto del solito tappo blu viene fissato sulla punta della penna un tappo cucchiaio, forchetta o coltello, ed ecco che il tavolo è apparecchiato. Per rendere l’idea ancora più intelligente, i designer hanno confezionato il set di posate in un sacchetto trasparente compostabile, che serve non solo come simpatica confezione di vendita, ma anche per conservare igienicamente le posate, per esempio nel cassetto della scrivania. Più elegante e originale di così una soluzione d’emergenza intelligente non potrebbe essere. XAL Magazine 22 ESP Desde hace más de sesenta años es imposible imaginar un solo escritorio en el mundo sin este utensilio estándar tan omnipresente como obvio: el bolígrafo desechable de plástico BIC, transparente y hexagonal, y vendido más cien mil millones de veces, que vio la luz por primera vez en el año 1950. Que este instrumento de escritura, masticado muchas veces con el objetivo de conseguir inspiración, puede ser útil para otros fines, lo demostró el estudio italiano de diseño ZO_loft con un concepto tan sencillo como sorprendente que convierte un simple bolígrafo BIC en un práctico set de cubiertos para ese pequeño almuerzo en la oficina con una serie de elementos encajables. En lugar del habitual capuchón azul, en el extremo del bolígrafo que se usa para escribir, se coloca un elemento con forma de cuchara, tenedor o cuchillo que queda fijo y estable, y voilà, el escritorio está puesto. Para redondear este inteligente concepto, los diseñadores empaquetaron esta pequeña cubertería de oficina en una bolsa transparente reciclable, que no sirve únicamente como atractivo embalaje para su venta sino también para su posterior conservación de manera higiénica, p. ej., en el cajón del escritorio. Esta solución de emergencia difícilmente puede ser más elegante y original. XAL OFFICE/News DECOS TECHNOLOGY GROUP HEADQUARTERS CRYSTAL CASTLE DECOS TECHNOLOGY GROUP HEADQUARTERS, NOORDWIJK (NL) by Inbo Architects (NL) www.inbo.com MOBILE police station © Gerard van Beek 15 o ffice/News I Fino a poco tempo fa i poliziotti in servizio al Consolato della Turchia dovevano accontentarsi di un posto di guardia tanto spartano quanto malridotto: un vecchio pulmino Volkswagen parcheggiato ai margini della strada. Poi lo studio di architettura Gesamtkonzept di Hannover ha dimostrato come sia possibile cambiare totalmente le cose senza dover impegnare molta più superficie di quella occupata in precedenza dalla stazione di guardia su ruote. In uno spazio di soli otto metri quadrati, i progettisti hanno realizzato un piccolo posto di guardia, compatto ma altrettanto funzionale ed anche estremamente confortevole e bello, che assolve esemplarmente il suo scopo sia di ufficio sia di postazione protetta in caso di maltempo o per le pause. Creare architettura di alta qualità anche su una superficie minima e senza costi elevati non è dunque impossibile e il progetto del piccolo ufficio cubico realizzato da Gesamtkonzept, semplice ma studiato in ogni dettaglio, ne è la dimostrazione. Gli elementi portanti sono stati «presi a prestito» dalla struttura standard in acciaio che trova impiego anche per i container mobili usati come baracche di cantiere. Solo che in questo caso il telaio in acciaio non sostiene come normalmente avviene un cassone in lamiera malamente climatizzato con piccole finestrine, ma un sistema intelligente di pannelli in laminato che ha consentito l’applicazione di grandi aperture finestrate a tutta altezza e dietro il quale si nasconde un isolamento efficiente contro il freddo e il caldo. Il risultato è un ambiente interno luminoso che sembra incredibilmente spazioso nonostante la ridotta superficie e che offre un’ampia vista della zona circostante, un micro ufficio, libero su quattro lati, che sia in estate che in inverno può rinunciare completamente a un impianto di climatizzazione grazie al suo sistema di isolamento intelligente. Inoltre, il sistema di pannelli in legno contribuisce con i suoi colori caldi alla creazione di un «oggetto» molto piacevole e ad un’integrazione armoniosa nell’ambiente circostante. Contrariamente a quello che si temeva, il progetto degli architetti è stato accolto entusiasticamente dalle autorità competenti e portato alla realizzazione senza complicazioni burocratiche. Così ora Hannover può vantarsi di disporre presumibilmente della stazione di guardia di polizia non solo più piccola, ma anche più elegante del mondo. MOBILE police station by Gesamtkonzept Architekten, Hannover (D) www.gesamt-konzept.com © Nils Günther © Nils Günther PINT SIZED POLICE STATION © Gerard van Beek ESP Para la prestigiosa empresa de TI Decos Technology Group, el estudio de arquitectura neerlandés Inbo Architects creó una nueva sede-oficina en Noordwijk, cuyo planteamiento fue conectado al mismo tiempo por los diseñadores con una atrevida visión de futuro: el edificio, emplazado en un parque científico para tecnología espacial, relaciona su cristalino lenguaje formal de dinamismo de vanguardia con el escarpado contorno anguloso de un meteorito procedente del espacio. En su interior, el edificio aloja bajo el futurista recubrimiento exterior, de color azul pálido con estrechos marcos de ventana circundantes, una no menos futurista infraestructura de oficina, que se adaptó de manera pertinaz a las exigencias de la empresa y a su filosofía de producto de alta tecnología: las convencionales mesas de trabajo fueron reducidas al mínimo absolutamente imprescindible. En su lugar, los empleados tienen a su disposición en toda la casa estaciones de trabajo móviles que, consecuentemente, han sido concebidas bajo el principio de una oficina sin papeles. Igualmente implícita en la infraestructura de los puestos de trabajo se encuentra la gestión de la flota de vehículos, que proporciona a los empleados un trabajo móvil, perfectamente válido, no solo dentro, sino también fuera del edificio, en cada situación y lugar, bajo la continua aplicación de las nuevas tecnologías móviles de la propia casa. A la filosofía empresarial y de producto, de una total movilidad, flexibilidad y transparencia, obedece además la organización de todos los interiores: los suelos, en cada área de la planta, están parcialmente separados del recubrimiento exterior y parecen moverse dentro del edificio, mediante lo cual en prácticamente todas las direcciones se obtienen visiones de conjunto abiertas de todas las áreas. El motivo del meteoro lo retomaron nuevamente los arquitectos en un elemento de las ventanas con función excepcional: este sirve como reloj solar y se dispuso de tal manera en el recubrimiento exterior que, puntualmente el día de la inauguración del edificio a la hora del mediodía, incidió un rayo solar en uno de los pedazos de meteoro posicionados debajo, como determinación simbólica de la posición del edificio dentro del cosmos. © Gerard van Beek I Per la rinomata azienda informatica Decos Technology Group lo studio di architettura olandese Inbo Architects ha creato una nuova sede centrale con uffici a Noordwijk, che ha permesso ai progettisti di realizzare allo stesso tempo un’ardita visione del futuro. L’edificio, situato in un parco della scienza per tecnologie spaziali, si ispira per il suo linguaggio formale cristallino, dinamico e avanguardista, ai contorni scoscesi e frastagliati di un meteorite precipitato dall’universo. All’interno, sotto un involucro futuristico azzurro pallido, con strette finestre a nastro perimetrali, l’edificio ospita un complesso di uffici non meno avveniristico, realizzato ad hoc per soddisfare le esigenze dell’azienda e adattarsi alla filosofia high-tech del prodotto. Le postazioni di lavoro con le tradizionali scrivanie sono state ridotte al minimo indispensabile, al loro posto i dipendenti hanno a propria disposizione in tutta la sede stazioni di lavoro mobili, rigorosamente concepite secondo il principio di un ufficio senza carta. L’infrastruttura della postazione di lavoro include anche la gestione del parco veicoli, che consente ai dipendenti di lavorare nel pieno delle loro funzioni non solo all’interno dell’edificio ma anche all’esterno, in ogni situazione e in ogni luogo, utilizzando senza soluzione di continuità le più moderne tecnologie mobili da casa propria. Ubbidisce alla filosofia aziendale dell’assoluta mobilità, flessibilità e trasparenza anche l’organizzazione di tutti gli spazi interni. I pavimenti dei singoli livelli sono a tratti scollegati dall’involucro esterno, tanto da sembrare sospesi all’interno dell’edificio, ciò permette di avere in tutte le direzioni la vista libera attraverso tutti i livelli. Il motivo della meteora è ripreso ancora una volta dagli architetti in un elemento finestra con un’insolita funzione: una finestra che funge da meridiana e che è stata collocata nell’involucro esterno in modo che a mezzogiorno in punto, il giorno dell’inaugurazione dell’edificio, un raggio di sole cadesse proprio su uno dei frammenti di meteoriti sottostanti ad indicare simbolicamente la posizione dell’edificio all’interno del cosmo. ESP Hasta hace poco, los agentes de policía encargados de cubrir las guardias del Consulado Turco en Hannover tenían que contentarse todavía con un puesto de guardia tan espartano como deslucido: una vieja furgoneta aparcada en el borde de la calle. Entretanto, el estudio de arquitectura de Hannover Gesamtkonzept, demostró que, sin ocupar en lo esencial más superficie de aparcamiento que la anterior dependencia de guardia sobre cuatro ruedas, las cosas podían hacerse de otra manera. Concibieron para una superficie de tan solo ocho metros cuadrados un puesto de guardia mínimo, tan compacto como apropiado –y además, extraordinariamente cómodo y elegante – que cumple su función de forma modélica tanto para oficina, como para cobijo provisional cuando hace mal tiempo o para la pausa del café. El que una arquitectura de alta calidad sea posible, incluso contando con una superficie mínima y sin grandes gastos, lo demostró Gesamtkonzept con esta sencilla a la par que consecuente y meditada composición del pequeño cubo-oficina: los elementos portantes se tomaron de la misma estructura de acero estándar que se aplica en las construcciones con contenedores móviles. Sin embargo, los marcos de acero no llevan, como es habitual, una caja de chapa metálica acanalada mal acondicionada con pequeños tragaluces, sino un ingenioso sistema de paneles laminados que posibilita la fijación de amplias aperturas para ventanas sobre la altura de construcción total y detrás de los cuales se alberga una aclimatación y aislamiento para el frío eficientes. El resultado A pesar de la escasa superficie, el luminoso interior simula una sorprendente amplitud y ofrece una extensa perspectiva a su alrededor. Tanto en verano como en invierno, esta microoficina al aire libre se las arregla completamente sin climatización, gracias a su aislamiento inteligente. Adicionalmente, la estructura de madera de los paneles proporciona con sus tonalidades cálidas un exterior completamente agradable y una armónica integración en el entorno. Contrariamente a algunos temores, la autoridades competentes acogieron con gran entusiasmo los planos de los arquitectos y no opusieron ningún impedimento burocrático a la hora de la puesta en marcha. Por eso, desde ahora Hannover no solo celebra tener la dependencia de guardia policial probablemente más pequeña del mundo, sino también la más elegante. XAL Magazine 22 16 o ffice/Project 01 XAL Microsoft headquarters SOFT SKILLS © Microsoft / www.christiandusek.at Microsoft headquarters, Vienna/Austria Architecture and Lighting Design: INNOCAD Architektur ZT GmbH, Graz, www.innocad.at Photos: Paul Ott, Graz FRAME sistema luminoso da incasso CANYON sistema luminoso da incasso GEAR 3 apparecchio a sospensione DISC-O apparecchio a sospensione DISC-O apparecchio da soffitto WANDA apparecchio da terra JANE sistema FRAME sistema empotrado CANYON sistema empotrado GEAR 3 luminaria suspendida DISC-O luminaria suspendida DISC-O luminaria superficial WANDA luminaria de piso JANE sistema I Per creare il legame ideale fra mondi lavorativi fisici, sociali e virtuali, è necessario conoscere e comprendere il modo di lavorare e le esigenze dei propri dipendenti. Proprio per questo Microsoft ha condotto negli ultimi decenni diversi studi su questo tema. Il concept Work Place Advantage, messo a punto in questi studi, analizza la struttura dei dipendenti di ogni sede sulla base di cinque categorie – dal dipendente residente (posto di lavoro fisso, sempre in ufficio) al dipendente nomade (quasi mai in ufficio) – e individua su questa base una programmazione ad hoc dello spazio. Ci si aspetta, e in parte sono già una realtà misurabile, un miglioramento della soddisfazione dei dipendenti del 10 % in media, un incremento del 12 % della produttività e dell’efficienza, un miglioramento dell’impronta di carbonio e tante altre cose analoghe. La radicale ristrutturazione del quartier generale viennese di Microsoft (4.500 m² di superficie) tiene conto di questo concept e lo sviluppa ulteriormente. I piani «compartimentati» che ospitavano i dipendenti sono stati aperti e resi comunicanti. L’arteria vitale architettonica che attraversa l’intero edificio sotto forma di mobile multifunzionale praticabile, è una parentesi spaziale trasversale a tutti i piani e consente una serie di impostazioni funzionali. Anche le stanze chiuse riservate alle riunioni prevedono la massima flessibilità possibile: ogni dipendente può scegliere il proprio ambiente ideale in base alle esigenze o all’umore. Tutti gli spazi di disimpegno come corridoi e atrii sono stati disegnati in modo volutamente dinamico. Il pavimento vinilico a righe e uno scivolo, per mezzo del quale si può arrivare dal secondo al primo piano ancora più velocemente, sono simboli di movimento. Le Green Walls (pareti verdi) presenti a tutti i piani, contribuiscono a creare un’atmosfera particolare ma hanno anche un effetto positivo dal punto di vista climatico-ambientale. Il progetto illuminotecnico lavora con un numero di sorgenti luminose il più possibile ridotto. Grazie alla luce neutra, distribuita uniformemente negli spazi sotto forma di elementi d’illuminazione lineari inseriti nell’ «arteria vitale», si crea un’atmosfera di fondo suggestiva. In aggiunta, a rafforzare l’impostazione diversificata delle sale riunioni, si utilizzano in questi locali sistemi d’illuminazione altrettanto diversificati: illuminazione diretta/indiretta, lampade a sospensione, a piantana e da tavolo, pannelli a LED e barriere fotoelettriche. XAL Magazine 22 Esp Para crear la conexión ideal entre el mundo laboral físico, social y virtual, deben tenerse en cuenta las formas de trabajar y los deseos de sus empleados. Precisamente por eso, Microsoft ha llevado a cabo una investigación en los últimos años, junto con diferentes universidades, que comprende diversos estudios acerca del tema. El resultante concepto de ventaja en el espacio laboral analiza sobre la base de cinco categorías la estructura de los empleados en cada ubicación –desde el residente (con lugar de trabajo fijo, permanentemente en la oficina) hasta el nómada (casi nunca en la oficina)– derivándose de ello un programa espacial a la medida. De media, se prevé o bien resulta ya cuantificable un 10 por ciento más de satisfacción en el trabajo, un 12 por ciento de aumento en la productividad y la eficiencia, huellas de CO² mejoradas y muchos parámetros similares más. La modificación completa de los 4500 m² de la gran sede principal de Viena tiene en consideración este concepto al mismo tiempo que lo implementa: las plantas de los empleados, «compartimentadas» de por sí, se abrieron y se unificaron. La principal arteria arquitectónica, en forma de mueble multifuncional transitable, atraviesa todo el edificio y constituye un paréntesis espacial en todas las plantas, permitiendo un sinnúmero de configuraciones funcionales. Incluso en las salas de conferencias cerradas se prevé la mayor flexibilidad posible: cada empleado puede seleccionar el entorno ideal según sus necesidades y su estado de ánimo. Todas las superficies de paso, tales como pasillos y vestíbulos, se proyectaron conscientemente de un modo dinámico. El suelo de vinilo y un tobogán, mediante el cual se puede llegar todavía más rápido de la segunda a la primera planta, simbolizan movimiento. Las paredes verdes que lo acompañan en todos los pisos producen una positiva influencia atmosférica y climática. El concepto de luz explota la menor cantidad posible de fuentes lumínicas. Por medio de una luz general neutra y uniforme en forma de elementos lumínicos lineares en la «arteria principal» se original una sensación atmosférica de base. Adicionalmente, las diferentes configuraciones de las salas de reuniones se fundamentan en luces desde directas a indirectas, pendulares, de pie y sobremesa hasta paredes LED y cortinas lumínicas. 17 office/Project 01 XAL Microsoft headquarters INNOCAD Architektur ZT Gmbh “Inspiration: We are inspired by both the small and the great things in the world; our motto is to work with our heads and act from the heart. Design is not an end in itself; it’s not in the foreground. Instead, it transports the concept as a logical consequence. We don’t strive for a faultless ideal of beauty with our buildings. Striking features, charismatic objects with personality and small appealing ‘idiosyncrasies’ emerge.” Floorplan XAL Magazine 22 18 o ffice/Project 02 XAL medienbrücke münchen Martin Klein, Johannes Ernst / Steidle Architekten “The buildings by Steidle Architects are influenced by rational planning which will not occupy all habitats in a determining way but instead will keep open spaces deliberately so that, despite technical perfection, room for individuality remains. This approach is consistent with our architectural attitude – a combination of living and working in conjunction with the urban context.” BUILDING BRIDGES Medienbrücke münchen, munich/germany Architecture: Steidle Architekten, Munich Photos: Stefan Müller-Naumann, Munich I Situato nelle immediate vicinanze della Stazione Est e del famoso quartiere alla moda «Kunstpark Ost», un complesso di vecchi edifici eterogenei offre sotto il marchio «Media Works Munich» più di 100.000 m² di superfici per il mondo multimediale di Monaco. Questo centro dell’innovazione e della creatività recentemente ha subito uno spettacolare ampliamento con il «Medienbrücke», il ponte multimediale, che allo stesso tempo ha il potere di segnalare quale sarà lo sviluppo futuro dell’intero quartiere cittadino. Il modello ispiratore è stato il «grattacielo orizzontale» dell’architetto avanguardista russo El Lissitzky degli anni Venti: la struttura in acciaio, lunga circa 90 metri e profonda 23, sostenuta dai due pilastri dei nuclei di accesso, è sospesa a 45 metri di altezza. Le sue facciate sono interamente vetrate, dal pavimento al soffitto, per garantire un’incidenza ottimizzata della luce solare e una visuale libera sulla città. L’intero fabbricato è costituito da tre piani principali, ai quali si aggiunge un piccolo piano supplementare in alto e un altro in basso, tramite cui l’ardita costruzione, con aggetti lunghi fino a 22 metri, prosegue all’interno dell’edificio. L’organizzazione estremamente libera degli spazi, con la struttura portante in acciaio lasciata a vista, suscita un’impressione spaziale d’incredibile vastità. Nell’intera zona privata degli uffici, che permette un’elevata espandibilità e un ampio spettro di configurazioni spaziali, sono state installate lampade a profilo dalle linee geometriche sobrie e pulite. Lampade che si integrano perfettamente nell’impostazione progettuale fornendo un contributo autonomo al design degli interni, per altro anch’esso minimalista. Gli spazi accessibili al pubblico, invece, sono stati dotati di lampade a sospensione rotonde (Vela round) che con i loro diametri da 40 a 120 cm sottolineano in modo sorprendente la particolarità di questi spazi e conferiscono agli ambienti un’atmosfera di freschezza e di grande spaziosità. XAL Magazine 22 VELA round apparecchio a sospensione MINO apparecchio a sospensione VELA round luminaria suspendida MINO luminaria suspendida Esp Situado en la inmediata proximidad de la Ostbahnhof, hacia la conocida zona de vida nocturna «Kunstpark Ost», un heterogéneo complejo de antigua construcción ofrece bajo la marca «Media Works Munich» más de 100 000 m² de superficie para uso del mundo mediático de Múnich. En este centro de innovación y creatividad se ha llevado a cabo de la mano del «Medienbrücke» una espectacular ampliación, al mismo tiempo que se ha marcado la pauta de cara al futuro desarrollo de todo el barrio. Quien apadrinó este proyecto fue la obra Wolkenbügel, del arquitecto ruso de vanguardia El Lissitzky, en los años veinte del pasado siglo: sobre los dos pilares, bases para su acceso, se sostiene esta construcción de acero de 90 metros de largo y 23 metros de profundidad, cuyas fachadas están acristaladas del suelo al techo, proporcionando una óptima incidencia de la luz natural y una vista franca a la ciudad desde una altura de 45 metros. El edificio consta de tres plantas principales, a las cuales tanto por arriba como por abajo se les ha acoplado una pequeña planta adicional. De esta manera, esta atrevida construcción se prolonga hasta en 22 metros con el largo saliente en el interior del edificio. Una decoración de interiores extremadamente abierta aporta, junto con la construcción portante visible, una sensación única para experimentar la amplitud del espacio. En toda la zona privada de oficinas, que admite una gran flexibilidad de construcción y un amplio espectro de configuraciones del espacio, se han empleado en la construcción luminarias de perfil, con claridad geométrica y una discreta distribución. Aunque se insertan de modo idóneo en el concepto de distribución, contribuyen sin embargo de forma independiente a un concepto de diseño interior por lo general discreto. Las áreas abiertas, por el contrario, se equiparon generalmente con iluminación pendular redonda (Vela round). Integradas en dimensiones entre 40 y 120 cm de diámetro, enfatizan de una forma impresionante la peculiaridad de estas áreas y conceden a la dimensionalidad una generosa escala y una refrescante atmósfera. XAL medienbrücke münchen Floorplan © Stephan Falk, BAUBILD, Berlin 19 o ffice/Project 02 XAL Magazine 22 P ortrait XAL Portrait © Peter Bennetts 20 2 Woods Bagot by Nikolaus Prokop one GLOBAL STUDIO 1 Photos 1 + 2Melbourne Convention and Exhibition Centre (MCEC), Melbourne, Australia 3Qatar Science and Technoloy Park (QSTP), Qatar, Middle East 4Small House, Sydney, Australia 5South Australian Health and Medical Research Institute (SAHMRI), Adelaide, Australia I Le grandi idee non dipendono necessariamente dalla grandezza del progetto. Domenic Alvaro, direttore e capoprogettista della filiale di Woods Bagot a Sydney, impegnato a cercare una soluzione abitativa privata per sé e per la sua compagna, lo scorso anno ha partorito un’idea folgorante nella sua semplicità. Intenzionato a costruirsi una casa a tutti gli effetti che non lesinasse spazio, ma dovendo rimanere nella fascia di prezzo di un appartamento medio di città per rientrare nel budget limitato, ha realizzato un progetto sul modello degli appartamenti giapponesi minimalisti dei quartieri cittadini ad alta densità di popolazione. Su una superficie fabbricabile di soli metri 7 x 6, adibita precedentemente a parcheggio, all’angolo di una strada nel sobborgo di Sydney Surry Hills, Alvaro ha concepito un edificio che senza esitazioni poneva rimedio alla mancanza di spazio orizzontale sfruttando intelligentemente l’altezza. Con il suo progetto, intitolato semplicemente Small House, ha creato un esempio di architettura residenziale urbana destinato a fare scuola, accolto con grande apprezzamento sulla scena internazionale dell’architettura con il World House of the Year-Award del World Architectural Festival 2011 di Barcellona oltre a vari altri premi. «Al centro di tutti i nostri progetti c’è sempre una specifica promessa di utilità, che delineiamo chiaramente all’inizio e alla quale poi ci atteniamo rigorosamente nel corso di tutto il progetto», afferma Alvaro, esponendo la filosofia alla base di Woods Bagot – un’impresa che attualmente occupa il primo posto nel ranking del 2012 World Architecture Survey come maggiore studio di architettura in Australia e che rientra fra le quindici imprese leader del settore. «Nel caso di Small House questa promessa di utilità consisteva nel realizzare una casa a tutti gli effetti al prezzo di mercato di un appartamento di città a Sydney, con la differenza sostanziale che un appartamento in una posizione analoga e con un costo analogo offre una superficie abitativa di appena 65 – 75 m² circa.» L’idea di Small House è scaturita dalla necessità di ottenere XAL Magazine 22 il massimo di superficie abitabile avendo a disposizione una superficie fabbricabile minima (un angolo di strada non edificato, precedentemente utilizzato come parcheggio per due auto). Lo scopo è stato pienamente raggiunto grazie allo sfruttamento efficiente dell’altezza fabbricabile verticale e grazie alla multifunzionalità dei singoli vani. Impiegando elementi prefabbricati standard in calcestruzzo, Alvaro ha potuto ultimare la struttura grezza in soli quattro giorni, per completare la costruzione ci sono voluti circa sei mesi. Un periodo di tempo che avrebbe potuto ridursi drasticamente a meno della metà «se non avessi realizzato in gran parte da solo l’arredamento interno completo», come Alvaro ammette retrospettivamente. Mentre Small House era per molti aspetti un progetto ampiamente «solista», il lavoro quotidiano di Alvaro si nutre di collaborazioni su una scala insolitamente allargata: attualmente la rete globale dei 14 studi di Woods Bagot comprende circa 700 specialisti altamente qualificati, operanti in cinque regioni diverse – Asia, Australia, Europa, Vicino Oriente e USA – essenzialmente in tre ambiti di attività progettuale: istruzione, scienza e salute, lifestyle e office. «La filosofia di Woods Bagot come studio d’architettura completo operante sull’intero ciclo - dall’idea alla realizzazione - si basa per molti versi su un modello di paternità collettiva trasversale a tutti i nostri progetti», spiega Domenic Alvaro, «per questo i nostri processi di progettazione coltivano una visione che consiste da un lato nel fornire la maggior varietà possibile di progetti e dall’altro nell’offrire con ognuno di questi progetti una promessa di utilità autentica. Questa ambizione si concretizza grazie al lavoro collettivo di Woods Bagot come studio globale e grazie alla nostra caratteristica metodologia di progettazione intelligente che contempera tutti questi aspetti. Come capoprogettista del nostro studio di Sydney, il mio ruolo consiste pertanto non solo nell’elaborare visioni insieme ai nostri team, ma anche nel tutelare il valore d’uso auten- tico contenuto in ognuno dei nostri progetti.» Cosa significhi a livello pratico creare per ogni progetto valori d’uso autentici ed esperienze architettoniche uniche, Woods Bagot l’ha dimostrato in modo eclatante, per esempio, con la progettazione del complesso ristorante e lifestyle center The Ivy per il visionario albergatore di Sydney Justin Hemmes, che con la sua inaugurazione alla fine del 2009 ha fatto parlare di sé tutta la città. Su una superficie di 20.000 m² The Ivy comprende non meno di 18 bar e ristoranti, un bar con piscina all’aperto, diversi salottini e spazi per eventi (tra cui una sala da ballo), suite private, un attico e una carta delle bevande che non ha eguali in tutta Sydney. Il progetto premiato nel 2010 con il prestigioso Lloyd Reece Award for Urban Design occupa una posizione di assoluto rilievo nella scena notturna incredibilmente vivace di Sydney e rappresenta qualcosa di inedito sia come dimensioni sia come qualità: «Un mondo a parte» - come Domenic Alvaro ama definire il progetto - che celebra «una vita fuori del comune». In un contesto meno edonistico, ma con gli stessi rigorosi standard di qualità in fase di concezione ed esecuzione, le filiali di Woods Bagot di Sydney e Adelaide lavorano attualmente allo sviluppo di un grande complesso medico-scientifico, il South Australian Health and Medical Research Institute (SAHMRI) di Adelaide. «Nell’elaborazione ed esecuzione di questo progetto sono coinvolti i nostri studi di Melbourne e Adelaide che si avvalgono inoltre della collaborazione con il nostro studio di New York», spiega Domenic Alvaro. «Il nostro team di New York che si occupa della modellazione parametrica è estremamente qualificato e contribuisce alla concezione e alla costruzione delle facciate con un grande apporto di know-how. A sua volta il nostro team locale di Adelaide ha la responsabilità di seguire i lavori direttamente sul posto. Così siamo sempre in grado di attingere a valori d’uso autentici che vengono dai nostri studi locali e di rendere partecipe di questa base di conoscenze tutto il gruppo. Questo principio è 3 © courtesy by Woods Bagot XAL Woods Bagot by Nikolaus Prokop © courtesy by Woods Bagot © Trevor Mein Portrait © Peter Bennetts 21 P ortrait 5 Woods Bagot, Sydney/Australia 4 stata la chiave del nostro successo e gli incarichi non mancano. Per esempio, al momento siamo inseriti in una short list per un progetto di sviluppo urbanistico riferito alla viabilità qui a Sydney, per il quale collaboreremo anche questa volta con il nostro studio di New York. È solo un piccolo esempio di come funzioni la nostra cultura imprenditoriale fondata su una base di conoscenze internazionale all’interno del nostro gruppo: in effetti disporremmo delle competenze necessarie anche nei singoli studi locali, ma le conoscenze specialistiche della nostra rete di studi è talmente vasta che diventa conveniente sfruttarla per tutti i grandi progetti.» Esp Las grandes ideas no dependen necesariamente del tamaño del proyecto: cuando el pasado año Domenic Alvaro, gerente y jefe de diseño de la sede de Woods Bagot en Sídney, buscaba una vivienda privada para él y su compañera sentimental, se le ocurrió una idea tan sencilla como cautivadora. Con el objetivo de construir, con un presupuesto razonable, una vivienda completamente funcional y amplia dentro del rango de precios de un apartamento urbano estándar, desarrolló un concepto inspirado en el carácter minimalista de las viviendas japonesas situadas en zonas urbanas altamente pobladas: sobre una superficie de solo 7x6 metros en un viejo aparcamiento de una esquina del suburbio de Surry Hills en Sídney, Alvaro ideó un edificio que compensó sin vacilar y hábilmente la falta de espacio horizontal mediante la verticalidad – y creó con su discreto proyecto Small House, un inteligente precedente en la arquitectura urbana que levantó gran expectación en el ámbito de la arquitectura internacional y con el que consiguió, junto con otros premios de diseño, el World House of the Year-Award des World Architectural Festival 2011 en Barcelona. «La idea central de todos nuestros proyectos es siempre una propuesta de valor única que definimos claramente al comienzo y que mantenemos de manera consecuente durante el desarrollo de todo el proyecto», dice Alvaro acerca de la filosofía fundamental de Woods Bagot – una empresa que ocupa la primera posición en la clasificación actual del 2012 World Architecture Survey como la empresa de arquitectura más grande de Australia y que está entre las quince empresas líderes a nivel mundial del sector. «En el caso de Small House esta propuesta de valor consistía en construir una casa completamente funcional al precio habitual de mercado de un apartamento estándar urbano en Sídney (con la clara diferencia de que un apartamento en una localización y proporción de gastos similares, ofrece solo una superficie habitable de aprox. 65 – 75 m²). »La idea de Small House fue fruto de la necesidad de lograr la máxima superficie habitable posible, teniendo a su disposición una superficie mínima –anteriormente la esquina sin edificar era usada para aparcar dos vehículos–. Un objetivo que se consiguió de manera óptima, gracias al uso eficiente de la altura vertical de la construcción y a la asignación multifuncional de la función de cada habitación. Gracias al uso de piezas estándar de hormigón prefabricadas, Alvaro finalizó la estructura del edificio en tan solo cuatro días, la finalización completa llevó alrededor de seis meses. Un período que se podría haber reducido drásticamente a la mitad si «no hubiera realizado la mayor parte de las instalaciones interiores yo mismo», tal y como resume Alvaro en retrospectiva. Mientras que Small House fue en su mayor parte un proyecto en solitario, el trabajo diario de Alvaro se basa en mayor o menor medida en el trabajo en equipo: a día de hoy la red global de los 14 estudios de Woods Bagot, está formada por alrededor de 700 especialistas altamente cualificados que están activos en cinco regiones distintas – Asia, Australia, Europa, Oriente Próximo y EE.UU. – en tres campos fundamentales de actividad arquitectónica: formación, ciencia y salud, así como estilo de vida y oficina. «La filosofía de Woods Bagots, como estudio global completo, se basa en muchos aspectos, en un modelo de autoría colectiva a lo largo de todos nuestros proyectos», explica Domenic Alvaro, «por eso nuestros procesos de diseño persiguen la visión, por una parte de una variedad de proyectos lo más grande posible, y por otra parte conseguir ofrecer aun así una auténtica propuesta de valor con cada uno de esos proyectos. Hacemos realidad esta demanda a través de la creación colectiva de Woods Bagot como estudio global, así como con nuestro método propio de diseño inteligente que reúne todos estos aspectos. Como jefe de diseño de nuestro estudio en Sídney, mi papel no consiste solo en crear visiones junto con nuestro equipo, sino que también tengo que garantizar ese auténtico valor de utilidad que se incluye en todos nuestros proyectos.» Lo que significan en la práctica la creación de un auténtico valor de utilidad y las experiencias arquitectónicas únicas en cada proyecto, lo ha demostrado Woods Bagot por ejemplo, y de manera sensacional, con el desarrollo del complejo gastronómico y de estilo de vida The Ivy para el visionario hotelero de Sídney Justin Hemmes, quién se convirtió en el tema de conversación de la ciudad con su apertura a finales del 2009. Sobre una superficie total de 20 000 m² The Ivy reúne más de 18 bares y restaurantes, un bar con piscina descubierta, diversas zonas lounge y de actividades (incluido un salón de baile), suites privadas, un ático, y una carta de bebidas como ninguna otra en Sídney. Este proyecto, premiado en 2010 con el prestigioso Lloyd Reece Award for Urban Design, ocupa una posición totalmente privilegiada en el animado ambiente nocturno de Sídney y ofrece, en cuanto a dimensiones y calidad, algo nunca visto hasta ahora: «Un mundo entero para sí», tal y como caracteriza Domenic Alvaro el proyecto, que celebra «una vida fuera de lo habitual». En un contexto menos hedonista, pero con el mismo y completo estándar de calidad en su concepción, trabajan las sedes de Woods Bagot en Sídney y Adelaida para el desarrollo de un complejo de edificios de ciencias médicas, el South Australian Health and Medical Research Institute (SAHMRI) en Adelaida. «Nuestros estudios en Melbourne y Adelaida están tan implicados en el diseño colaborativo y la realización de este proyecto, como lo está por ejemplo nuestro estudio en Nueva York», declara Domenic Alvaro. «Nuestro equipo de modelización paramétrica en Nueva York está perfectamente cualificado y aporta un amplio Know-how para la concepción y la construcción de fachadas, in situ en cambio, es responsable de nuevo nuestro equipo local en Adelaida. De este modo estamos siempre en condiciones de recurrir a auténticos valores de utilidad que vienen de nuestros estudios locales, y de hacer llegar esta base de conocimientos de manera distribuida al grupo. Este principio ha probado ser extremadamente eficaz, no nos faltan los encargos. Ahora mismo estamos en una lista de seleccionados para un proyecto de desarrollo urbano relacionado con el tráfico aquí en Sídney, en el que trabajaremos también en conjunto con nuestro estudio en Nueva York. Este es solo un simple ejemplo de cómo funciona nuestra cultura de empresa con una base de conocimiento internacional dentro del grupo: es cierto que en principio también disponemos de las habilidades necesarias en nuestros estudios locales, pero nuestra base de conocimiento repartida a nivel global es tan grande y eficaz, que recurrimos a ella para todos nuestros proyectos grandes.» Woods Bagot Sydney Studio Level 2 60 Carrington Street Sydney NSW 2000 PO Box N19 Grosvenor Place Sydney NSW 1220 T +612 9249 2500 F +612 9299 5592 [email protected] www.woodsbagot.com XAL Magazine 22 22 R etail/news R etail XAL Retail/news ROCA LONDON GALLERY, London (GB) by Zaha Hadid Architects (GB) www.zaha-hadid.com WATER WORLD In una fusione scenograficamente fluida e brillante di ambienti esterni e interni, la britannica Zaha Hadid, l’architetto donna di maggiore successo al mondo, ha assunto il tema dell’acqua come elemento distintivo del nuovo showroom londinese per l’esclusivo arredatore di bagni spagnolo Roca. Con forme ondulate si librano attraverso lo spazio elementi a parete e a soffitto che richiamano alla memoria il fluire continuo di un liquido spumeggiante, e il cui linguaggio formale organico prosegue coerentemente in tutti gli aspetti dell’arredamento proponendo ovunque l’immagine della goccia: nelle sedute, negli elementi d’illuminazione integrati e negli scaffali, nel bancone d’ingresso o anche nei pomelli delle porte. Un rispecchiamento sensoriale dei temi centrali del prodotto – l’acqua, il wellness e la sostenibilità rispettosa verso la natura – ottenuto con stilemi architettonici che in modo strabiliante trasferiscono i valori essenziali del marchio d’elite Roca nella terza dimensione. All’inizio dell’anno l’AIT – Salone di Architettura di Colonia ha presentato con il titolo Zaha Hadid Architects – Parametric Tower Research una mostra di lavori dell’architetto britannico-iracheno sponsorizzata da XAL, visitabile nel periodo dal 16 gennaio all’8 marzo 2012 a Colonia. La mostra sarà riproposta anche in altre date, a marzo e ad aprile, a Monaco e ad Amburgo. XAL Magazine 22 ESP Con una composición de espacios exteriores e interiores de iluminación dramática y fluida, la arquitecta británica Zaha Hadid ha convertido el tema agua en el elemento característico de la nueva sala de exposiciones londinense para el exclusivo fabricante español de baños Roca. Elementos de pared y techo de formas onduladas y oscilantes, atraviesan el espacio como una continua y burbujeante corriente haciéndonos pensar en un líquido, y sus elementos con forma de gota, y su lenguaje formal orgánico, se extienden de manera contundente por todos los aspectos del concepto de la instalación —ya sea en bancos, elementos de luz y estanterías integradas, el pupitre de recepción o en las puertas—. Un reflejo sensorial de los temas centrales del producto agua, bienestar y la sostenibilidad en combinación con la naturaleza, conseguida mediante la arquitectura, la cual llevó los valores característicos de la marca premium Roca a una tercera dimensión. A comienzos de año, el salón de arquitectura AIT de Colonia presentó bajo el título de Zaha Hadid Architects – Parametric Tower Research, una exposición de la arquitecta angloiraquí, patrocinada entre otros por XAL, que se pudo visitar desde el 16 de enero hasta el 8 de marzo de 2012 en Colonia. A esto le siguen otras fechas de exposiciones en marzo y abril en Múnich y Hamburgo. © courtesy of ROCA I 23 R etail/News XAL Retail/News ZUO CORP STORE Bangkok Mediplex MIRROR MATRIX I A Varsavia, un originale negozio di abbigliamento è il risultato di una riuscita collaborazione fra i due studi di design polacchi Super Super e Inside/Outside. Con un budget minimo e mezzi sorprendentemente semplici i designer hanno creato in uno spazio di soli 27 m² un punto vendita e showroom che assicura un ambiente incredibilmente spazioso e un’atmosfera scenografica futuristica. Il pop-up store temporaneo realizzato per rimanere aperto solo 3 mesi è sorto sulla base di due container-ufficio comunicanti, sfruttando come area di fabbricazione il biergarten – inutilizzato d’inverno – di un frequentato caffè nel centro di Varsavia. Le superfici esterne del cubo di metallo, rivestito da un involucro in tessuto nero, sono state disegnate in modo volutamente sobrio e minimalista per amplificare ancora di più l’effetto sorpresa dell’interno: il rivestimento completo delle pareti e del soffitto con superfici a specchio continue dà luogo ad uno spazio che sembra espandersi all’infinito riflettendosi tutt’intorno, in ogni direzione. Questo effetto visivo è rafforzato da una illuminazione d’accento semplice ma molto efficace: LED a binario disposti lungo i bordi delle pareti e del soffitto creano, in quanto unica fonte di luce, l’illusione di un’enorme struttura reticolare tridimensionale e ingrandiscono del doppio – otticamente – l’altezza ridotta del soffitto di 2,2 metri. Non a caso l’effetto spaziale così ottenuto ricorda gli effetti speciali digitali dei film di fantascienza come Tron o Matrix. Ma al di là di questo pathos scenografico, il piccolo, sorprendente negozio risulta assolutamente convincente anche sotto l’aspetto funzionale: accanto allo showroom centrale, sulla limitata superficie a loro disposizione, i designer sono riusciti a ricavare lo spazio sufficiente per magazzini e vani accessori oltre che per i camerini, dove non c’è stato ovviamente bisogno di aggiungere ulteriori specchi. ESP Una excepcional pop-up de moda en Varsovia constituye el resultado de la lograda cooperación entre ambos estudios de diseño polacos Super Super e Inside/Outside. Contando con un mínimo presupuesto y medios sorprendentemente sencillos, los diseñadores crearon en una superficie de tan solo 27 m² un entorno comercial y de exposición artífice de un ambiente asombrosamente amplio y una percepción dramático-futurista del espacio. Esta tienda provisional, pensada para una duración de apertura de tan solo 3 meses, surgió con base en dos contenedores-oficina móviles unidos entre sí, disponiendo para la superficie de construcción de la terraza de un conocido café, no explotada en invierno, en el centro de la ciudad de Varsovia. Las superficies externas del cubo de metal negro revestidas con una funda textil se diseñaron conscientemente de una forma sencilla y austera para potenciar tanto como fuese posible el efecto sorpresa en su interior: mediante el revestimiento integral de paredes y techos con superficies de espejo continuadas se originó una sensación de espacio con efecto ilimitado que, a causa del propio reflejo a su alrededor, parecía prolongarse al infinito en todas las direcciones. El efecto visual se reforzó por medio de una iluminación acentuada tan sencilla como eficaz: bandas LED a lo largo de los cantos de la pared y el suelo producen como única fuente lumínica la ilusión de una retícula gigante y tridimensional, duplicando ópticamente la escasa altura del techo, de tan solo 2,2 metros. No en vano, el efecto espacial producido nos recuerda a los efectos especiales digitales de las películas de ciencia-ficción al estilo Tron o Matrix, aunque a pesar de lo fílmico, la funcionalidad de este pequeño espacio comercial milagroso no se quedó pequeña en modo alguno: al lado de la sala central de exposición, los diseñadores crearon sobre la reducida base suficiente espacio adicional para el almacenamiento y espacios adyacentes tales como probadores –en los cuales, desde luego, por razones evidentes, pudo prescindirse del espejo. © Owen Raggett © Owen Raggett © Jacek Majewski © Jacek Majewski ZUO CORP STORE, WARSAW (POL) by Super Super and Inside/Outside, Warsaw (POL) MEDICAL MIRACLE BANGKOK MEDIPLEX (TAI) by Orbit Design Studio (Gb/Tai/Sg) www.bangkokmediplex.com I Il Bangkok Mediplex è il primo complesso medico del mondo che combina un’offerta completa di trattamenti medici ambulatoriali con l’ambiente invitante di un moderno centro commerciale. Sotto lo stesso tetto sono riuniti un’ampia gamma di possibilità terapeutiche e negozi dedicati al wellness, sia nel campo della medicina scolastica tradizionale sia dei metodi di cura olistici e alternativi secondo la tradizione orientale. Un consorzio di medici, consulenti e chirurghi di fama mondiale garantisce un livello medico all’avanguardia; gli studi medici che operano indipendentemente tra loro si integrano reciprocamente nella loro offerta al fine di offrire un’assistenza completa al paziente nel quadro di una concezione olistica della salute. L’approccio quintessenziale degli istituti medici, integrati da negozi e zone lounge di lusso, si riflette anche nell’architettura del complesso: la facciata in vetro, caratterizzata da sfaccettature romboidali, che di notte abbraccia l’edificio come una pelle luccicante, illuminata da sofisticati effetti di luci, si ispira alla complessa struttura cellulare della pelle umana. I singoli livelli dell’edificio sono a loro volta organizzati secondo lo schema dei cinque elementi della medicina tradizionale cinese: ad ogni elemento – e quindi ad ogni piano – è assegnato un proprio colore costante che oltre alla sua funzione esoterica secondo le leggi del Feng Shui funge contemporaneamente da sistema di orientamento per i visitatori e i pazienti. Il rosso è il simbolo dell’elemento fuoco al piano terra, il giallo ambra è il simbolo della terra al primo piano, il verde è il colore simbolico del legno al secondo piano, il blu e il bianco nei due livelli superiori rimandano visivamente agli elementi acqua e metallo. ESP Como primer complejo de edificios de sus características a nivel mundial, Bangkok Mediplex combina una amplia oferta de tratamientos médicos ambulantes con el acogedor ambiente de un moderno centro comercial. Bajo un mismo techo la casa reúne un amplio espectro de posibilidades terapéuticas y tiendas de bienestar, tanto en el ámbito de la medicina convencional como en el de métodos de curación integrales y alternativos que siguen la tradición del lejano oriente. Un consorcio de médicos, consejeros y cirujanos conocidos mundialmente avalan una medicina de vanguardia; los consultorios médicos que operan de manera individual se complementan de manera óptima en el sentido de una atención íntegra a los pacientes y una amplia comprensión de la salud. La quinta esencia de las exigencias en instalaciones médicas, complementada por lujosas zonas lounge y de compras, se ve reflejada en el concepto arquitectónico: la fachada de cristal con facetas romanas que por la noche rodea el edificio como una piel brillante iluminada por elaborados efectos luminosos, está inspirada en la compleja estructura celular de la piel humana. Por otra parte los distintos niveles del edifico están organizados según el principio de los cincos elementos de la medicina china tradicional: a cada elemento –y con esto a cada piso– le está asignado un color general que tiene como finalidad, además de su función esotérica según los principios del Feng Shui, servir de sistema de orientación para visitantes y pacientes: rojo como símbolo del elemento fuego para la planta baja, amarillo ámbar como símbolo de la tierra en la primera planta, verde como color simbólico para la madera en la segunda planta, así como azul y blanco en los dos pisos superiores como reflejo visual de los elementos agua y metal. XAL Magazine 22 24 Retail/Project 01 XAL Marion Heinrich Fashion Store LABELS & LOVE TIMO free 80 faretto e binario elettrificato SASSO UP apparecchio da soffitto BAT apparecchio da soffitto DOT esecuzione speciale NANO spot NANO fix sistema power LED MITO frame 100 faretto da incasso JANE sistema STILA esecuzione speciale TIMO free 80 reflector y raíl SASSO UP luminaria superficial BAT luminaria superficial DOT luminaria especial NANO spot NANO fix sistema power LED MITO frame 100 reflector empotrado JANE sistema STILA luminaria especial XAL Magazine 22 I Come sia possibile combinare tra loro in modo armonioso, su tre livelli diversi, griffe esclusive del calibro di Azzedine AlaÏa, Tom Ford e Manolo Blahnik senza trascurare l’individualità di ciascuno stilista, lo dimostra la reinterpretazione dell’idea del negozio nel negozio di Marion Heinrich con annesso flagship store di Chloé a Monaco nella Residenzstraße. ESP El nuevo diseño del concepto Marion Heinrich Shop-in-Shop con una tienda Chloé Flagship incorporada y situado en la calle Residenzstraße en Múnich, nos muestra cómo se pueden reunir en tres pisos y de manera armónica, marcas exclusivas como Azzedine AlaÏa, Tom Ford y Manolo Blahnik sin que ninguna de ellas pierda la individualidad que la caracteriza. Negozio dopo negozio si attraversano i vari ambienti quasi fossero stanze allineate lungo un corridoio di passaggio di un’antica magione tradizionale. Il carattere dello stilista presentato si riflette nell’allestimento personalizzato di ogni singolo ambiente, con accenti che vanno dall’allure esclusiva alla sobrietà classica. Nicchie ricavate alle pareti e scaffali integrati, in cui fanno bella mostra di sé scarpe e diversi accessori, completano il raffinato allestimento interno. Un mix di mobili antichi e moderni, eleganti rivestimenti bianchi delle pareti e un parquet scuro a spina di pesce, unitario per tutti gli ambienti, crea un’atmosfera calda e personale. L’area salotto, molto spaziosa, con divano in pelle e vista sull’imponente palazzo dell’Opera, invita a soffermarsi. Similar a una vivienda clásica de construcción antigua con habitaciones de paso, las habitaciones se pueden atravesar tienda a tienda. A su vez, el carácter del diseñador presentado se refleja en el interior de la habitación correspondiente: desde lo más exclusivo hasta la discreción más clásica. Hornacinas y estanterías integradas en las que se presentan zapatos y diversos accesorios complementan las lujosas obras de interior. La mezcla de mobiliario antiguo y moderno, un elegante revestimiento de pared blanco y un homogéneo parquet en espiga oscuro, consiguen además una atmósfera cálida y personal. Y la generosa zona lounge con sofá de cuero y vistas a la imponente ópera invitan a tomarse un respiro. Il progetto illuminotecnico brilla nel suo aristocratico rigore: all’interno della struttura altrimenti bianca delle superfici si è optato per una versione nera, contrastante, dei faretti su barra elettrificata incassati nei pozzetti di luce. Al di là della funzione di accentuazione, questo sistema ha anche il vantaggio di fornire un’immagine tranquilla del soffitto, senza corpi d’illuminazione «danzanti». Inoltre, per garantire una presentazione brillante, scenografica e priva di ombre, i raffinati prodotti messi in mostra sono illuminati indirettamente con sistemi a LED della famiglia NANO, posizionati il più possibile vicino alla merce. Nei corridoi di collegamento, infine, sono stati installati nel soffitto proiettori per luce diffusa di dimensioni straordinarie ed equipaggiati con lampade del tipo DOT. Il visitatore che passa da una stanza all’altra attraversa così una sorta di barriera luminosa che lo prepara delicatamente a un nuovo scenario di stile e di moda. El concepto de luz brilla por su noble moderación: dentro de una estructura de superficies normalmente blanca, se decanta por un diseño de fuerte contraste en negro de los proyectores de luz encastrados en los lucernarios. Pero a pesar de todas las acentuaciones logran una imagen del techo sosegada sin elementos de iluminación «parpadeantes». Como complemento a esto, los valiosos productos son iluminados con sistemas LED de la gama NANO situados lo más cerca posible del producto, para garantizar una puesta en escena brillante, dramática y sin sombras. Finalmente en los pasillos de unión se montaron en el techo lámparas de superficie de tamaño y equipamiento especial del modelo DOT. De este modo el visitante mientras cambia de habitación avanza por una especie de esclusa de luz que le prepara cuidadosamente para un nuevo escenario de moda y diseño. 25 Retail/Project 01 XAL Marion Heinrich Fashion Store Koubek & Hartinger GdbR “Every space has a soul – an essence, a spirit; determined by proportion and aesthetics, by atmosphere and function. Our goal is to transform your spaces; to harmonize, to create, in perfect accordance with your wishes. We create spaces which connect with you; for living and working; for private use and public interaction. We create spaces which attract by their clarity of form and fastidious detailing; spaces dedicated to your well being. We realize your ideas; as you imagine them; precisely.” Floorplan Marion Heinrich Fashion Store, MUNICH/GERMANY Architecture and Lighting Design: Koubek & Hartinger GdbR, Munich www.koubek-hartinger.de Photos: Dominik Münich, Munich XAL Magazine 22 26 Retail/Project 02 XAL Flagship Store Victorinox Floorplan XAL Magazine 22 XAL Flagship Store Victorinox © Ibtissam Aiterrami, Zurich 27 Retail/Project 02 Jutta Blocher / Blocher Blocher Partners, Stuttgart “As architects and interior designers, we translate brands into spatial dimensions. We turn the history of Victorinox into a story that customers can experience. In the process, we also provide a narrative of the company’s culture, philosophy and visions, thereby making a fundamental contribution to the brand’s commercial success.” SHARP AS A KNIFE I Con la sua elegante facciata in vetro, a due piani, e l’appariscente logo dell’azienda, il nuovo flagship store a tre piani della famosissima impresa svizzera Victorinox, sulla Königsalle di Düsseldorf, attira i clienti già da lontano con la sua imponenza, per poi stregarli definitivamente, una volta varcata la soglia del negozio. È soprattutto la concezione innovativa del negozio a farsi apprezzare. Mentre lo showroom al piano superiore è ancora riservato ai rivenditori specializzati, al piano terra e nel piano interrato i visitatori trovano l’intera gamma dei prodotti di Victorinox: l’arcinoto coltellino dell’esercito svizzero, coltelleria da cucina, orologi e valigeria, ma anche abbigliamento e profumi. Infine, al «Knife Assembler» i clienti possono farsi assemblare il proprio coltellino tascabile personalizzato e farsi incidere il nome. Subito accanto c’è una cucina dimostrativa, dove si possono provare seduta stante i coltelli dell’intero assortimento. Nella scelta dei materiali nulla è stato lasciato al caso: rovere e mattoni rappresentano il legame con la tradizione, l’acciaio è un richiamo alla materia prima con cui sono realizzati i coltelli e il cemento suggerisce l’idea della necessità di progredire. Il colore rosso si inserisce come riferimento costante alle origini di Victorinox. Il compito complesso che il progetto illuminotecnico doveva risolvere era quello di adattarsi a tipologie di soffitti e pareti molto diversificate. Le pareti attrezzate per l’esposizione della merce e le vetrine dello spazio centrale sono sapientemente illuminate da semplici faretti su barre elettrificate montate sul pregevole soffitto in legno lamellare. Ma anche nei settori con soffitto nudo si è scelto di utilizzare barre elettrificate nere e lampade nere in contrasto con il look cemento del soffitto. Allo stesso tempo l’impiego massiccio di spot permette di mettere in scena efficacemente i prodotti. Forme, colori e luce si armonizzano perfettamente e trasformano lo shopping in un’esperienza sensoriale. Esp Con su elegante fachada de cristal de dos pisos y el evidente emblema de la empresa, la nueva Flagshipstore de tres pisos de la empresa familiar suiza conocida a nivel mundial Victorinox, situada en la calle comercial Kö de Düsseldorf, atrae por su apariencia desde lejos para que, al entrar, finalmente acabe por conquistarle. Especialmente el concepto innovador de construcción del establecimiento sabe cómo cautivar: mientras que el showroom de la planta superior todavía está reservado a los comerciantes especializados, a los visitantes les espera la gama de productos completa en la planta baja y subterránea. Además de las navajas suizas conocidas a nivel mundial, también dispone de cuchillos para uso doméstico, relojes, línea de equipaje, ropa y perfumes. Finalmente, los clientes pueden encargar la elaboración personalizada y la grabación de sus navajas de bolsillo en el taller «Knife Assembler». Justo al lado hay una «cocina show» en la cual se puede probar el surtido de cuchillos de alta calidad allí mismo. La elección de los materiales no es mera casualidad: la madera de roble y los ladrillos transmiten tradición, mientras que el acero alude a la base de cuchillos y el hormigón sugiere la modernidad necesaria. El color rojo siempre establece la relación con el origen de Victorinox. TIMO free faretto e binario elettrificato TIMO free reflector y raíl Flagship Store Victorinox, Düsseldorf/GERMANY Architecture and Interior Design: Blocher Blocher Partners, Stuttgart Lighting Design: elan Beleuchtungsund Elektroanlagen GmbH, Cologne Photos: Nikolaus Koliusis, Stuttgart El reto del sistema de iluminación consiste en ocuparse de las condiciones tan diferentes del techo y las paredes. Las estanterías y las vitrinas del espacio central impresionan gracias a las láminas de madera noble del techo equipadas con sencillos focos reflectores. Pero también las zonas con techo descubierto poseen barras conductoras negras y luces negras para contrastar el aspecto del techo de cemento. De forma paralela, el frecuente uso de focos reflectores se ocupa de que los productos se luzcan. Las formas, colores y luz se acoplan de tal modo que convierten la compra en una experiencia sensorial. XAL Magazine 22 28 Retail/Project 03 XAL Capsula multibrand Store SPACE CAPSULE Capsula multibrand Store, Budapest/Hungary Architecture: GÖSKE PROJECT, Budapest, Sándor Göcsei, Enikő Korompay, www.goskeproject.hu Lighting Design: Lisys Lighting Systems PLC, Budapest, Tímea Szekeres Photos: Tamás Bujnovszy KICK ME faretto da incasso TIMO free faretto e binario elettrificato TIMO faretto e binario elettrificato BUBBLE apparecchio da incasso SASSO 80 faretto da incasso KICK ME reflector empotrado TIMO free reflector y raíl TIMO reflector y raíl BUBBLE luminaria empotrada SASSO 80 reflector empotrado XAL Magazine 22 I Via Andrássy è una delle strade commerciali più grandi e più famose di Budapest e dieci anni fa è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità. Nel cuore della metropoli ungherese, l’elegante viale fiancheggiato da palazzi in stile rinascimentale ospita da sempre numerosi locali di tendenza tra stilisti di grido e ristoranti di livello internazionale. Ma è merito di due giovani architetti del posto, se in un edificio particolarmente affascinante hanno trovato recentemente una nuova casa, decisamente al passo coi tempi, marchi di lusso come Tom Ford, Giorgio Armani e Givenchy. Lo scopo dichiarato era creare uno spazio espositivo in grado di sottolineare l’unicità dei prodotti offerti come una sorta di galleria d’arte. Ed effettivamente, già dall’esterno, l’altezza e luminosità inconsuete del negozio destano l’attenzione dei passanti. Entrando nel negozio, la sensazione dominante è quella di un’ampiezza apparentemente senza fine. L’edificio originale è stato infatti completamente svuotato in modo da ricavare un grande spazio, dove i materiali, i mobili, le superfici e gli ornamenti concorressero a formare un’unità visiva capace di avvincere sul piano sensoriale in un’impalpabile atmosfera di lusso. Semplici pedane cubiche spingono al centro dell’attenzione i manichini e i vestiti che essi mettono in scena come oggetti d’arte – un’impressione ulteriormente rafforzata dal bianco brillante dei soffitti e delle pareti e dalle gigantesche schegge nere, in vetro, che pendono dal soffitto e terminano a punta. L’impiego di sorgenti luminose principalmente incassate o completamente nascoste è funzionale a questa composizione totalmente concentrata sulla merce. Le lampade alogene a risparmio energetico combinate con luci a nastro e spot a LED sono sembrate agli architetti la soluzione perfetta per ottenere una riproduzione dei colori il più possibile autentica con il minor consumo energetico. ESP Declarada hace diez años Patrimonio Cultural de la Humanidad, la calle Andrássy es una de las calles comerciales más grandes y conocidas en Budapest. El lujoso bulevar rodeado de construcciones neorrenacentistas y situado en el corazón de la metrópolis Húngara, alberga desde siempre algunos Hot Spot rodeados del mejor diseño y una excelente gastronomía internacional. Pero recientemente marcas de lujo como Tom Ford, Giorgio Armani y Givenchy han encontrado un nuevo y contemporáneo hogar en un edificio especialmente atractivo. Responsables de esto son dos jóvenes arquitectos locales cuya meta era lograr una sala de exposiciones, similar a la de una galería, que acentuara la exclusividad de la mercancía que allí se ofrece. Y efectivamente, ya desde el exterior, la extraordinaria altura y claridad del edificio llaman la atención del viandante. Al entrar en la tienda reina una aparente amplitud ilimitada, ya que se sacó a la luz todo el legado histórico consiguiendo así un espacio amplio en el que material, muebles, superficies y ornamentación forman una totalidad que cautiva los sentidos y crea una atmósfera de lujo desenfadada. Unos simples pedestales cúbicos consiguen que los maniquís y las ropas que muestran como piezas de arte, se conviertan rápidamente en el centro de atención (una impresión que se intensifica gracias a los brillantes techos y paredes blancas, así como con las enormes esquirlas de vidrio negras terminadas en punta que cuelgan del techo). Para reforzar esta composición totalmente concentrada en la mercancía, se utilizaron principalmente fuentes de luz semiocultas o totalmente escondidas. Lámparas halógenas de bajo consumo en combinación con cintas luminosas y puntos LED parecieron ser para los arquitectos la combinación perfecta para una reproducción de tonalidades lo más elevada posible consiguiendo al mismo tiempo un consumo de energía lo más bajo posible. 29 R etail/Project 03 XAL Capsula multibrand Store Floorplan GÖSKE PROJECT, Budapest “High level design. Unique and luxurious in every way with two, internationally experienced architects, both always keeping tabs on global trends: Eniko Korompay and Sandor Gocsei had been creating designs independently for more than a decade, then collaborated utilizing their work experience at an internationally renowned architecture firm, where outstanding construction quality and following the latest internationally comparable design trends hallmarked all their projects. Versatile creativity and exclusive quality in even the smallest details – these are the bare minimum...” XAL Magazine 22 30 R eport XAL FUTURE LIVING © www.shutterstock.com FUTURE LIVING XAL Magazine 22 31 R eport XAL FUTURE LIVING I Ancora pochi anni fa un progetto di questo genere sarebbe potuto essere al massimo lo scenario avveniristico di un film di fantascienza: una casa intelligente che in tutte le situazioni di vita riconosce le esigenze e gli stati d’animo dei suoi inquilini e vi reagisce prontamente, dal caffè mattutino perfettamente preparato alla programmazione e al coordinamento di tutte le attività giornaliere, all’atmosfera di luce perfettamente intonata all’umore del momento nel corso di tutta la giornata. Ma un’iniziativa di tre docenti dell’Università di Scienze Applicate (HAW) di Amburgo ha trasformato in realtà lo spazio del futuro, sfruttando il rapido progresso tecnologico nel settore dei circuiti elettronici altamente integrati e della domotica intelligente. Con un lavoro durato più di tre anni, gli esperti informatici Kai von Luck, Gunter Klemke e Birgit Wendholt, coadiuvati da una quarantina di studenti, hanno messo a punto un appartamento supertecnologico di 140 m² nell’area dell’Università, che in forma sperimentale prefigura molto verosimilmente come abiteremo domani: interattivamente, interconnessi e circondati da tecnologie intelligenti che, per così dire, ci leggeranno negli occhi ogni nostro desiderio. Living Place è un esperimento ambizioso, in cui per molti aspetti psicologia e tecnologia vanno mano nella mano. Infatti, oltre a processi automatizzati relativamente semplici che, ad esempio, svegliano il PC di casa contemporaneamente al suo utilizzatore con le informazioni importanti per iniziare la giornata, Living Place controlla anche funzioni intelligenti decisamente più complesse che rendono la casa non solo «pensante», ma anche «empatica». È ciò che succede, ad esempio, quando i sensori computerizzati collocati nel letto rilevano dalla tipologia di movimenti durante il sonno notturno se il dormiente ha trascorso una notte tranquilla o agitata, e su questa base il sistema elettronico individua in quale stato d’animo si risveglierà al mattino e adatta coerentemente l’illuminazione in modo da immergere la casa in un’atmosfera tranquillizzante o stimolante a seconda del caso. Oppure quando la sveglia quotidiana calcola ogni volta di nuovo l’orario giusto della sveglia in base alle notizie aggiornate del traffico e al tragitto da effettuare per recarsi al primo appuntamento del giorno. Lo studio e la ridefinizione di questa interazione fra l’uomo e la tecnologia che sembra funzionare in modo del tutto naturale, mentre in realtà cela risvolti altamente complessi, è uno degli aspetti più importanti del progetto Living Place, aspetti variamente etichettati come «Smart Environments», «Ambient Intelligence» e «Seamless Interaction», dei quali si parla già da alcuni anni. Lo scienziato statunitense Mark Weiser coniò già all’inizio degli anni Novanta il termine «Ubiquitous Computing» che fa sparire il computer come apparecchio per sostituirlo con oggetti intelligenti. Il sistema Living Place si avvale di una tecnologia computerizzata intelligente che dai dati forniti dalla rete di sensori presenti ovunque nella casa distilla delle ipotesi sulle esigenze degli abitanti della casa e in un certo senso trasforma l’intero spazio di abitazione in un telecomando intelligente. I computer lavorano dietro le quinte. Living Place è una stazione di ricerca e un appartamento completamente arredato e pienamente funzionale, un grande spazio suddiviso in zone differenziate per ogni situazione abitativa: per mangiare, abitare, cucinare, dormire e lavorare, più un bagno separato. Ciò permette di condurre in condizioni estremamente realistiche gli esperimenti che si svolgono nell’arco di alcune ore o si estendono per più giorni. Tutti i processi sperimentali sono controllati e monitorati da un centro di controllo. La sequenza dei test è altamente flessibile: da un lato è possibile configurare liberamente tutti i sensori e tutte le funzioni in modo da coprire un ampio spettro di impostazioni e di condizioni di prova. Dall’altro si possono monitorare dettagliatamente tutti gli esperimenti tramite un’installazione integrata di usabilità costituita da videocamere, microfoni e sistemi di monitoraggio elettronici. Una delle idee di fondo e degli interessi cognitivi più importanti del progetto Living Place è lo studio del comportamento umano in determinate situazioni in ambienti intelligenti. Per trattare il tema da una prospettiva per quanto possibile esaustiva, il team di ricerca è composto da esperti dei più disparati ambiti disciplinari: architettura, design illuminotecnico, design interattivo e informatica. Il loro interesse comune è l’analisi dei rapporti e delle interazioni fra gli abitanti e la Smart Home, per il cui funzionamento armonioso è determinante il giusto equilibrio fra automatizzazione da un lato (vale a dire il fattore tecnologico) e interazione dell’utilizzatore dall’altro (vale a dire il fattore umano). Un equilibrio che non dipende soltanto da fattori meramente funzionali e tecnologici, ma che ha profondi legami con l’ambito della psicologia percettiva, dove gioca un ruolo importante il fattore più emozionale del nostro spazio di abitazione: la luce. Da qui la domanda decisiva: quali sono i fattori capaci di trasformare un ambiente luminoso in un ambiente d’atmosfera, le cui informazioni luminose vengano percepite come ambiente di abitazione a un tempo gradevole e stimolante? Il designer illuminotecnico statunitense Richard Kelly (1919–1977), un pioniere nel campo del design illuminotecnico architettonico, definì in tal senso già negli anni Cinquanta tre qualità fondamentali della luce come strumenti di base: «Ambient Luminescence» come illuminazione generale e predisposizione di luci ambiente per consentire un facile orientamento nello spazio e il riconoscimento degli oggetti, «Focal Glow», luce impiegata in modo focalizzato, coinvolta attivamente nella trasmissione di informazioni, per esempio attraverso l’accentuazione di oggetti, strutture dello spazio ecc., e «Play of Brilliance», luce che grazie all’effetto brillanza o al colore può avere essa stessa un contenuto informativo, ad esempio i riflessi di un lampadario di cristallo che riflettendo o rifrangendo la luce conferiscono all’ambiente sottili accenti luminosi. Utlizzando componenti illuminotecnici di XAL e sistemi di comando dei produttori leader Pharos e Lutron, i designer illuminotecnici svedesi Deike Ladwig e Paul Ehlert, nell’ambito del progetto Living Place si confrontano tra l’altro anche con l’effetto che queste tre qualità della luce producono interagendo con uno Smart Environment e concepiscono un sistema di luci accoppiato con la rete di sensori e computer di Living Place che apre possibilità intuitive completamente nuove per la progettazione illuminotecnica. Grazie alla loro attività presso la rinomata azienda illuminotecnica Ljusarkitektur di Stoccolma, i due designer vantano un know-how pluriennale soprattutto in riferimento agli aspetti psicologici ed emozionali dell’architettura illuminotecnica. Per Living Place hanno creato un sistema d’illuminazione a LED integrato nell’arredamento che può essere comandato in molteplici modi, in funzione della situazione e senza soluzione di continuità. Un sistema che reagisce di volta in volta alle esigenze emozionali dell’abitante della casa tramite possibilità automatizzate di variare colore e intensità della luce, sempre interagendo armoniosamente con l’incidenza della luce naturale diurna e con il ritmo del giorno e delle stagioni. ESP Hace pocos años, un proyecto de este tipo no habría sido más que un telón de fondo futurista de una película de ciencia ficción: una vivienda que está atenta a todas las situaciones vitales, reconoce las necesidades y el estado de ánimo de sus habitantes y reacciona en consecuencia de forma inteligente; p. ej., desde un café matutino perfectamente preparado, pasando por una planificación y coordinación del transcurso del día, hasta una atmósfera lumínica acorde con el estado de ánimo durante todo el día. El rápido desarrollo tecnológico en el sector de los circuitos electrónicos altamente integrados y los sistemas de control inteligentes, así como una iniciativa de tres profesores universitarios de la Universidad de Ciencias Aplicadas (HAW) de Hamburgo, ha hecho realidad este sueño futurista: en un trabajo de más de tres años, los especialistas informáticos Kai von Luck, Gunter Klemke y Birgit Wendholt desarrollaron conjuntamente con cerca de cuarenta estudiantes una vivienda de alta tecnología de 140 m² en el terreno de la universidad, la cual muestra de manera experimental cómo viviremos probablemente en un futuro próximo: de manera interactiva, en red y en torno a tecnologías inteligentes que, en cierto modo, «adivinan» nuestros deseos. Living Place es un ambicioso experimento en el que la psicología y la tecnología van de la mano en muchos sentidos. Además de los procesos de automatización relativamente sencillos, que permite que el ordenador doméstico se despierte con la información relevante para el tipo de día junto con el usuario, Living Place controla también funciones inteligentes muy complejas que permiten a la vivienda no solamente deducir, sino también empatizar. Por ejemplo, cuando los sensores de la superficie de la cama detectan con la ayuda de un ordenador a partir del patrón de movimiento si la persona ha tenido una noche tranquila o intranquila, el sistema electrónico integrado determina el estado de ánimo matutino y el ambiente de la vivienda se sumerge en la luz calmante o estimulante, según corresponda. O cuando el despertador calcula para cada día desde cero la hora justa para despertarse según el estado actual del tráfico, así como la hora y el trayecto para la primera cita del día. Investigar y definir esta interacción entre personas y técnica como algo lógico en la superficie, pero como altamente compleja de trasfondo, es uno de los aspectos más importantes del proyecto Living Place, de los que se habla desde hace varios años bajo los términos «smart environments» (entornos inteligentes), «ambient intelligence» (inteligencia de ambientes) y «seamless interaction» (interacción fluida). Ya a principios del siglo XIX el científico estadounidense Mark Weiser acuñó el término «computación ubicua», el cual hizo que se dejase de pensar en el ordenador como un aparato y que se empezase a ver como un objeto inteligente. El concepto Living Place condensa mediante la tecnología informática inteligente los datos de la red de sensores omnipresente en la vivienda para obtener hipótesis sobre las necesidades de los habitantes y, hasta cierto punto, todo el ambiente de la vivienda hace eso para el manejo remoto inteligente: los ordenadores, invisibles, trabajan tras los bastidores. Living Place es comparable al mismo tiempo a una estación de investigación y a una vivienda funcional completamente equipada: un espacio amplio dividido en distintas zonas para cada situación vital: comer, vivir, cocinar, dormir y trabajar, así como un baño separado. Los experimentos, que se pueden prolongar en el tiempo desde unas horas hasta varios días, tienen lugar bajo condiciones excepcionalmente próximas a la realidad. Los procesos de búsqueda completos se controlan y supervisan a través de un espacio de control central. Incluso el propio orden de los intentos es muy flexible: por un lado, todos los sensores y funciones pueden configurarse libremente y permiten un espectro amplio en los ajustes y condiciones de los intentos. Por otro lado, todos los experimentos pueden supervisarse de forma detallada con una instalación de uso sencillo integrada, compuesta por varias cámaras, micrófonos y sistemas de control electrónicos. Una de las ideas e intereses de comprensión básicos más importantes del proyecto Living Place es la investigación del comportamiento basado en la situación de las personas en entornos inteligentes. Para considerar el tema desde la perspectiva más amplia posible, el equipo de investigación interdisciplinar se compone de expertos de los sectores más diversos: arquitectura, luminotecnia, diseño interactivo e informática. Su interés conjunto es el análisis de las relaciones e interacciones entre los habitantes y la casa inteligente, para cuyo funcionamiento armónico resulta decisivo el equilibrio exacto entre, por un lado, la automatización (es decir, el factor tecnológico) y, por otro lado, la interacción del usuario (es decir, el factor humano). Un equilibrio que no solamente dependa de factores puramente funcionales y tecnológicos, sino que esté bien anclado en el área de la psicología cognitiva y en el cual el factor emocional del entorno de nuestra vivienda desempeñe un papel fundamental; la luz y, con ella la cuestión decisiva: ¿qué factores hacen de un entorno lumínico un ambiente cuya información lumínica se considere un entorno de la vivienda tanto agradable como estimulante? El diseñador de iluminación estadounidense Richard Kelly (1919–1977), uno de los pioneros del diseño de iluminación arquitectónico, definía a este respecto, ya en los años 50, tres propiedades básicas de la luz como herramientas esenciales: «ambient luminescence» como iluminación general o preparación de iluminación de ambiente para permitir una orientación sencilla en el espacio y el reconocimiento de los objetos. «Focal glow», luz para focalizar, que forma parte activa para facilitar información, p. ej., resaltando objetos, estructuración del espacio etc. Y «play of brilliance», luz que mediante el efecto brillante o la coloración puede contener información, por ejemplo los reflejos especulares o refractivos de una lámpara de araña, que confiere al espacio acentos de iluminación sutiles. Utilizando componentes lumínicos de XAL, así como sistemas de control de los fabricantes líder Pharos y Lutron, los diseñadores de iluminación suecos Deike Ladwig y Paul Ehlert se enfrentan en el marco del proyecto Living Place, entre otros retos, también al del efecto de estas cualidades lumínicas en concierto con un entorno inteligente y conciben un sistema de iluminación acoplado con la red de sensores y ordenadores de Living Place, el cual abre posibilidades nuevas e intuitivas de la organización de la iluminación. Gracias a su actividad en una empresa de diseño de iluminación de renombre de Estocolmo, Ljusarkitektur, ambos diseñadores disponen de unos conocimientos técnicos sólidos, sobre todo en lo que se refiere a los aspectos psicológicos y emocionales de la arquitectura de iluminación y crearon para Living Place un sistema de iluminación LED con control múltiple, dependiente de la situación, continuo e integrado en la instalación, que reacciona a través de posibilidades de control de intensidad y color automatizadas frente a las correspondientes necesidades emocionales de los habitantes, siempre en una combinación armoniosa con la iluminación natural, así como con los ritmos del momento del día y la época del año. XAL Magazine 22 32 P ublic/news P ublic XAL Public/news HERTA AND PAUL AMIR BUILDING, TEL AVIV MUSEUM OF ART (ISR) by Preston Scott Cohen, Inc., Cambridge, Massachusetts (USA) www.tamuseum.com SQUARE TRIANGLE concepire la della nuova ala del Tel Aviv Museum of Art gli architetti hanno dovuto cimentarsi con una sfida contraddittoria: creare diversi spazi espositivi su più livelli, a pianta rettangolare e il più possibile ampi, avendo a disposizione una pianta stretta di forma triangolare. Questo compito paradossale di una quadratura del triangolo è stato risolto costruendo i singoli livelli su assi diversi che differiscono notevolmente da un piano all’altro. È sorto così un edificio, i cui cinque piani – tre sotterranei e due emersi – danno come risultato una sovrapposizione di piante pressoché indipendenti. L’unico elemento di connessione è costituito dalla cosiddetta cascata di luce: un atrio alto poco meno di 30 metri, inondato dalla luce naturale, che prende la sua forma dalle superfici e dalle sfaccettature accortamente contrapposte tra loro, che si estendono per tutta l’altezza dello spazio interno dell’edificio. Con questo straordinario approccio progettuale la nuova ala del museo risolve anche sotto l’aspetto funzionale un paradosso apparentemente inconciliabile: da un lato il compito rigorosamente funzionale di un luogo deputato all’esposizione dell’arte, concepito come disposizione di una serie di scatole bianche neutre, e dall’altro la funzione di un luogo spettacolare, capace di stimolare i sensi, che invita a sostare e già di per sé rappresenta un’opera d’arte. ESP Al concebir la nueva ampliación para el Tel Aviv Museum of Art, los arquitectos se enfrentaron al enorme reto de crear sobre una pequeña planta triangular varios niveles de salas de exposiciones lo más amplias y rectangulares posible. Esta tarea paradójica de alcanzar la cuadratura del triángulo se solucionó construyendo cada uno de los niveles de planta sobre distintos ejes, los cuales difieren notablemente de un piso a otro. De este modo, se configura un edificio de cuyos cinco niveles —dos sobre el nivel del suelo y dos por debajo de este— dan como resultado un cúmulo de plantas casi independientes. Hace las veces elemento de conexión la denominada «caída de luz»: un atrio de casi 30 metros de altura iluminado con luz natural que recibe su forma de superficies y facetas sutilmente giradas unas contra otras, las cuales se extienden por toda la altura de los interiores del edificio. Con este excepcional concepto arquitectónico, la nueva ampliación del museo crea aparentemente una paradoja incompatible también desde el punto de vista funcional: por un lado, el cometido sobrio y funcional de un lugar de exposición de arte como ordenación de cajas blancas lo más neutrales posible. Por otro lado, la función de un lugar espectacular que despierta los sentidos, que invita a permanecer y que, como objeto de por sí, representa un obra de arte. © Amit Geron courtesy Tel Aviv Museum of Art I Nel XAL Magazine 22 33 P ublic/News XAL Public/News TIGER AND TURTLE TROLLVEGGEN RESTAURANT & SERVICE STATION © Heike Mutter, Ulrich Genth LOOPY LANDSCAPE TIGER AND TURTLE – MAGIC MOUNTAIN (GER) by Heike Mutter and Ulrich Genth (D) I Sembra disegnata con una sagoma la collina senza alberi coltivata a prato di un parco a Duisburg, sulla quale dal novembre 2011 si trova uno dei più spettacolari nuovi simboli della regione della Ruhr con la scultura Tiger and Turtle realizzata dalla coppia di artisti di Amburgo Heike Mutter e Ulrich Genth. La forma topografica regolare non è frutto del caso, in quanto pochi anni fa questo luogo era ancora occupato da una discarica in cui finivano le scorie dello stabilimento metallurgico di Duisburg, chiuso nel 2005. Qui riposa circa un milione di metri cubi di sostanze problematiche derivanti dalla produzione dello zinco, messe in sicurezza e sigillate sotto un nuovo strato di terra nell’ambito di un costoso programma di bonifica, e restituite al pubblico come fabbrica del paesaggio Angerpark dopo la rinaturizzazione portata a termine nel 2008. Il recupero dell’ex parco industriale come zona ricreativa extraurbana ha trovato il proprio coronamento nella costruzione di una scultura all’aperto, un tortuoso e surreale ottovolante che si erge in cima alla collina come sospeso per forza di gravità. Con la scultura in acciaio zincato alta circa 20 metri, gli artisti commentano non senza ironia il passato industriale del luogo. Con le loro montagne russe percorribili a piedi come una sorta di torre di guardia e terminanti in un impressionante giro della morte – comprensibilmente impraticabile – hanno creato, infatti, uno spiritoso e oscuro paradosso, qualcosa che, a loro stesso giudizio, «sembra veloce da lontano, ma alla fine si può scalare solo a piedi, lentamente e al prezzo di non poca fatica.» Un contrasto simbolico che induce a riflettere e che si esprime inequivocabilmente anche nel nome insolito della scultura: la tigre come incarnazione della rapidità dinamica e della breve vita del passato capitalistico-industriale della regione, la tartaruga come emblema della lentezza e della costanza della natura che alla fine prevale sempre. © Reiulf Ramstad Arkitektur © Reiulf Ramstad Arkitektur © Reiulf Ramstad Arkitektur © Heike Mutter, Ulrich Genth ESP Como dibujada con una plantilla, esta es la impresión que produce esta colina sin árboles, con césped, en la que se encuentra un parque de atracciones en Duisburgo, que desde noviembre de 2011 cuenta con la escultura de exteriores transitable Tiger and Turtle, obra de la pareja de artistas de Hamburgo Heike Mutter y Ulrich Genth, uno de los nuevos hitos más espectaculares de la Cuenca del Ruhr. La forma regular de la topografía no es en modo alguno casualidad, ya que aquí se encontraba hace pocos años el antiguo escorial de la planta siderúrgica de Duisburgo que se cerró en 2005. En este lugar reposan, gracias a un costoso programa de saneamiento de la superficie, firmemente sellados bajo la tierra nueva, aproximadamente un millón de metros cúbicos de materiales residuales de la industria del cinc, que tras la satisfactoria renaturalización como obra de paisajismo concluida en 2008, se puso en manos del público en forma de parque. Con la construcción de la sinuosa estructura que se erige solemnemente sobre la colina, como una montaña rusa surrealista, la recuperación del antiguo terreno industrial ha experimentado, por así decirlo, su coronación como cercana zona de esparcimiento. No sin ironía, comentaban los artistas, rodeados por la escultura de acero galvanizado de aproximadamente 20 metros de altura, el pasado industrial de la zona. Con su montaña rusa como puesto de observación al que se puede acceder a pie, incluyendo el impresionante bucle –naturalmente bloqueado para el acceso peatonal– crearon una enigmática paradoja ya que, tal y como ellos mismos comentan «solo parece rápido desde lejos, lo que uno puede alcanzar a pie, despacio y con total tranquilidad». Un contraste simbólico que invita a la reflexión y cuyo extraordinario nombre, no en último término, establece con él una inequívoca relación: el tigre, como encarnación de la rapidez dinámica y efímera del pasado capitalista e industrial de la región, la tortuga, como reflejo de la lentitud y la constancia de la naturaleza, finalmente siempre triunfante. UP AGAINST THE WALL TROLLVEGGEN RESTAURANT & SERVICE STATION, ROMSDAL (NOR) by Reiulf Ramstad Architects (NOR) www.reiulframstadarkitekter.no I La Trollveggen («Parete dei troll» in norvegese), nella provincia norvegese Møre og Romsdal, è la parete più ripida d’Europa. La sua fama leggendaria si è diffusa non solo tra gli alpinisti estremi, ma anche tra i basejumper che si lanciano dal punto più alto in caduta libera o con il parapendio, volando per circa 1.700 metri fino al fondo valle. La parte verticale della parete, da sola, è alta circa 1.000 metri e strapiomba fino a 50 metri, un grado di difficoltà persino superiore a quello della famigerata parete nord dell’Eiger in Svizzera. Adattandosi alla particolare rilevanza paesaggistica della Trollveggen come esperienza naturale ineguagliabile, lo studio di architettura Reiulf Ramstad Architects di Oslo, ha realizzato, ai piedi della parete, un ristorante panoramico non meno imponente, che da un lato offre una vista mozzafiato sullo scenario montuoso circostante e dall’altro riflette nel sua struttura architettonica moderna l’ardita ripidezza e verticalità di questo paesaggio. I bordi frastagliati dell’edificio vetrato e gli angoli della copertura puntano in direzione della rupe, come gigantesche frecce di un cursore; il fronte vetrato continuo verso la parete rocciosa offre ai visitatori del ristorante una vista suggestiva, attraverso il disegno a zig zag delle travi di sostegno, su ciò che succede in parete, dove oltre agli arrampicatori e ai parapendisti recentemente anche i wingsuit flyer sfruttano l’altezza di caduta di oltre un chilometro e mezzo per i loro spericolati voli con la tuta alare. In voluto contrasto con il carattere avveniristico dell’architettura, la parte posteriore dell’edificio, che ospita un centro servizi e informazioni per i visitatori, è stata rivestita con travi in legno grezzo sottoposte ad uno speciale trattamento di carbonizzazione superficiale, come a voler sottolineare la vicinanza alla natura e il radicamento alle proprie origini. Un’attrazione architettonica davvero sorprendente in una regione, le cui attrattive visive sono già di per sé strabilianti. ESP No solo para uso de grandes montañistas, sino también para saltadores base, quienes atraviesan en caída libre con uso de paracaídas sus aproximadamente 1700 m de altura desde el punto más elevado hacia el fondo del valle, Trollveggen (término noruego para «pared de trol»), situado en la provincia noruega de Møre og Romsdal, posee una fama legendaria por tratarse del acantilado más alto de Europa. Solo la parte vertical de la pared cuenta con aproximadamente 1000 m de altura y se inclina hasta en 50 m –un grado de dificultad que supera en mucho a la célebre montaña Eiger Nordwand, en Suiza. En la especial situación de Trollveggen, en lo referente a la experiencia única que ofrece del paisaje, el estudio de arquitectura de Oslo Reiulf Ramstad Architects ha establecido al pie de su pared un restaurante con vista panorámica de diseño no menos espectacular. Por un lado, ofrece una vista impresionante del escenario de montaña que lo rodea y, por otro, refleja en su concepto arquitectónico el osado y vertical carácter abrupto del entorno paisajístico de una forma moderna. Los dentados bordes acristalados del edificio, así como el ángulo de la forma del techo apuntan, cual una flecha de cursor gigantesca, directamente a las rocas. La cobertura acristalada integral en dirección al acantilado ofrece a los visitantes de este restaurante mediante el modelo de los puntales en zigzag una fascinante perspectiva de los acontecimientos de la pared rocosa, en la que, además de escaladores y paracaidistas, últimamente practicantes de vuelo con Wingsuit hacen uso para una actividad especialmente arriesgada de su más de kilómetro y medio de altura de caída. La parte trasera del edificio, en la que se encuentra un centro de atención e información a los visitantes, se ha revestido de una arquitectura moderna con un consciente contraste mediante vigas de madera naturales, que adicionalmente aportan un especial toque de arraigo y comunión con la naturaleza mediante la carbonización de las superficies –un verdadero centro de atención arquitectónico de una región cuyo encanto visual en sí mismo apenas puede superarse. XAL Magazine 22 34 Public/Project 01 XAL Champalimaud Research Centre for the Unknown CURE & CREATIVITY Champalimaud Centre for the Unknown, LISBON/Portugal Architecture: Charles Correa Associates, Mumbai www.charlescorrea.net Lighting Design: dpa lighting consultants, Oxfordshire, www.dpalighting.com Photos: Fernando Guerra, Lisbon XAL Magazine 22 I Il luogo non potrebbe essere più emblematico: la Torre de Belém alla foce del fiume Tago, monumento simbolo di Lisbona, eretto nel XVI secolo. Esattamente da questo punto salpavano le navi dei primi grandi navigatori portoghesi per le loro circumnavigazioni. Qui oggi sorge una delle più prestigiose istituzioni mondiali della tecnologia medica. Il Champalimaud Centre è a disposizione di oltre 400 medici e scienziati come centro studi e ricerche di medicina. Da questo luogo sull’acqua, si cerca ancora oggi, dunque, di esplorare l’ignoto. Ma è un’esplorazione di natura diversa quella che inizia qui, è la ricerca di nuovi metodi di cura e trattamento. ESP El lugar no podía tener más simbolismo: donde antaño los pioneros por tugueses iniciaban sus navegaciones, junto a la maravillosa Torre de Belém, construida en el siglo XVI como característico monumento histórico de Lisboa en la desembocadura del Tajo, se encuentra hoy una de las instituciones de la tecnología médica más aventajadas del mundo. Champalimaud Centre presta servicio a más de 400 médicos y científicos como centro de investigación médica. Desde este lugar, también hoy, se intenta explorar lo desconocido. Sin embargo, la búsqueda de nuevos métodos terapéuticos se inicia aquí en la orilla. Progettato dal famoso architetto indiano Charles Correa, l’edificio ha un carattere innovativo, esemplare sul piano concettuale e architettonico. Interpreta la «modernità» nella sua forma più bella e nella sua espressione più pura. Se l’edificio crea di per sé uno spazio racchiuso, la facciata a vetrate rivolta sul giardino circoscritto dalle mura fa sì che l’interno goda in abbondanza della luce del giorno. La vista dei giardini rigogliosi è una parte importante dell’esperienza visiva dei visitatori del Champalimaud Centre. A loro volta i pazienti possono rilassarsi dalle cure, rifugiandosi nell’ambiente protetto del giardino. Il design illuminotecnico non si limita ad assecondare l’impostazione estetica di Correa, ma la approfondisce: ovunque sia possibile, le sorgenti luminose vengono nascoste come a segnalare un intento di sobrietà. Nei luoghi accessibili al pubblico è stata studiata una luce calda e morbida per creare un ambiente confortevole e rilassante, evitando l’effetto abbagliante e ogni tipo di disagio visivo. Negli ambienti destinati ad operazioni specifiche come le indagini per immagini, vengono usate luci colorate provenienti da sorgenti nascoste, per rendere l’atmosfera meno intimorente. Nelle stanze adibite alle visite sono montate a soffitto grandi lampade quadrate, schermate, proprio sopra il lettino. Queste lampade, completamente regolabili, possono produrre sia luce calda che luce fredda e bianca. Una soluzione flessibile, in grado di garantire un ambiente caldo e luminoso, e di adattarsi alle esigenze del personale medico che può servirsi di un’illuminazione più o meno intensa a seconda degli esami da eseguire. Diseñada por el famoso arquitecto indio Charles Correa, la construcción se presenta como un ejemplo de la innovación tanto conceptual, como arquitectónica: refleja la «modernidad» en su más pura manifestación y en su forma más hermosa. Mientras el propio edificio crea un entorno cerrado, la lisa fachada permite la penetración de mayor cantidad de luz natural en el interior. No solamente son características las perspectivas frecuentes, sino también las intensas impresiones: por ejemplo, la de un jardín que no puede verse desde afuera, donde algunos pacientes se recuperan de su tratamiento. Correa no solo se centra en el concepto de iluminación desde la representación estética, sino que se adentra en él: siempre que sea posible, se ocultan las fuentes para señalizar la moderación. Mientras que a los lugares de acceso público llega una luz cálida y suave, que proporciona una atmósfera lo más relajada posible, y en la organización linear las lámparas en techo y paredes sirven como ayuda a la orientación, en las áreas no públicas se aplica también luz de color. La estancia allí debiera convertirse en una experiencia aun más suave. Finalmente, en las salas de consulta, por medio de un regulador de luz, puede variarse de modo continuo entre la cálida luz de reposo y la fría luz de trabajo. 35 Public/Project 01 XAL Champalimaud Research Centre for the Unknown ian clarke, Nick Hoggett, David Moore, Fiona Kischka/dpa lighting consultanTs “We believe that the skill of a professional lighting consultant with appropriate experience will produce the most appropriate solutions and create the magic needed to achieve excellence.” MINO 100 system profilio a sospensione MINIMAL 100 sistema luminoso da incasso FRAME 110 sistema luminoso da incasso COVE sistema LINEA system apparecchio per parete MINO 100 sistema suspendido MINIMAL 100 sistema empotrado FRAME 110 sistema empotrado COVE sistema LINEA sistema de pared XAL Magazine 22 36 P ublic/Project 02 XAL DENTAL SURGERY Hubert Günther/PD RAUMPLAN “Today, in an age of individuality where companies, brands and services are trying to connect on a more individual level, no medical practice may look like another: each design has to be directly geared toward the client and his patients. pd raumplan has taken on this challenge in the medical-architectural design field and offers highly specialized planning services to its clients which promise a clear competitive advantage.” Floorplan XAL Magazine 22 37 P ublic/Project 02 XAL DENTAL SURGERY DENTAL SURGERY, Dr. Schindler, Straubing/Germany Architecture and Lighting Design: pd raumplan, Cologne, www.pd-raumplan.de DENTAL WHITENING I In una placida «cittadina» come Straubing, dall’impronta molto tradizionale, optare per uno studio con un’impostazione architettonica così purista come quello di cui vi stiamo parlando, richiede un certo coraggio, tanto più che il committente non essendo «uno del posto» non poteva valutare esattamente come avrebbe reagito la gente nei paraggi. Ma il coraggio è stato ricompensato: l’eleganza sobria degli ambienti, per i quali è stato scelto il total white, associata alla sua illuminazione minimalista, è stata accolta calorosamente dagli abitanti di Straubing, tanto che in breve in città lo studio medico era al centro di tutti i discorsi, in senso positivo. ESP Para decantarse por este concepto arquitectónico tan purista en la consulta que nos ocupa, situada en una apacible y pequeña ciudad como Straubing, marcada por las tradiciones, se requiere tener valor, tanto más porque el propietario, como «forastero» que era, a duras penas podía valorar la mentalidad de los habitantes de la zona. A pesar de todo, el esfuerzo mereció la pena: los habitantes de Straubing acogieron vehementemente la sencilla elegancia de las salas en las que se ha mantenido generalmente el color blanco junto con una iluminación discreta. Pronto esta consulta médica se constituyó en la comidilla de toda la ciudad –ciertamente, en sentido positivo. A ragione. Infatti già il bancone dell’accettazione e l’arredamento per lo studio dentistico realizzati in corian, che formano un riuscito abbinamento con il pavimento in resina poliuretanica effetto cemento, convincono con le loro morbide rotondità e un linguaggio formale lineare ed essenziale. Le sedute dalle forme organiche e le finestre profonde fino al pavimento che lasciano libera la vista verso il centro storico di Straubing, rafforzano questa impressione di apertura e spaziosità e invitano a rilassarsi prima dell’intervento. Y con razón. Ya que el diseño base del mostrador de la recepción, así como el del mobiliario de servicio, ambos elaborados por Corian, establecen con el suelo de poliuretano, generalmente infundido en una óptica de hormigón de cemento, una lograda simbiosis, conquistando por sus blandas curvaturas y un lenguaje formal con carencia de líneas rectas. Un mobiliario orgánico para sentarse y unas ventanas que llegan hasta el suelo, aportando una vista franca a la ciudad vieja de Straubinger, refuerzan esta impresión de apertura y amplitud e invitan a la distensión antes de la consulta. Il sistema d’illuminazione, basato sull’impiego di diversi tipi di lampade, crea un’atmosfera luminosa e amichevole, ma mai clinica, con luci a binario incassate nelle pareti e nel soffitto e distanziate simmetricamente che assicurano un’illuminazione indiretta equilibrata. Un ulteriore elemento di curiosità è la combinazione di diversi tipi di lampade – alogene, fluorescenti e a LED – la cui luce si riflette morbidamente sulla superficie lucida-opaca del pavimento grigio chiaro. Così si esprime la qualità di uno studio medico chirurgico ad altissimo livello, tale da meritare anche il premio per il design 2011. MINIMAL 100 sistema luminoso da incasso MINIMAL 60 sistema luminoso da incasso CANYON 60 sistema luminoso da incasso VELA round apparecchio da soffitto MENO round apparecchio da incasso LIN evo apparecchio per parete MINIMAL 100 sistema empotrado MINIMAL 60 sistema empotrado CANYON 60 sistema empotrado VELA round luminaria superficial MENO round luminaria empotrada LIN evo luminaria de pared El sistema de iluminación que se basa en el uso de diferentes tipos de iluminación consigue esta diáfana y amable luz, que no llega a ser una atmósfera clínica en la que, sobre todo, las barras de luz integradas al mismo nivel en distancias simétricas a la pared y el techo crean una condición luminosa de armonía debido a su luz indirecta. Mayor expectación aporta la combinación de diferentes medios de iluminación tales como halógenos, lámparas fluorescentes y LED, cuya luz se refleja de un color blanco en la superficie de brillo mate del suelo gris claro. De este modo, la calidad de la consulta quirúrgica se refleja en el más alto nivel técnico, que además ha resultado galardonado con el Premio de diseño 2011. XAL Magazine 22 38 Public/Project 03 XAL House of Astronomy © HeidelbergCement AG / Steffen Fuchs, Heidelberg SPIRAL TO THE SKY House of Astronomy, Heidelberg/Germany Architecture: Architekten Bernhardt + Partner, Darmstadt, www.bp-da.de Lighting Design: Architekten Bernhardt + Partner, Darmstadt & Planungsbüro Gantert und Braun GmbH, Oberhausen-Rheinhausen, www.gantertundbraun.de Photos: Swen Carlin, Heidelberg XAL Magazine 22 I Sulla sommità del monte Königstuhl nei pressi di Heidelberg è stato realizzato recentemente, accanto all’Istituto Max Planck di Astronomia, un centro per l’attività di formazione e divulgazione nel campo dell’astronomia, comprendente spazi per manifestazioni, mostre, workshop e uffici. La forma architettonica dell’edificio, ispirata a quella di una galassia spiraliforme, rende immediatamente riconoscibile già dall’esterno la sua funzione come centro per la trasmissione di conoscenze e l’avvicinamento del pubblico alle scienze naturali. ESP En lo alto de Königstuhl en Heidelberg se creó recientemente en las proximidades de Instituto Max Planck de Astronomía un centro de formación y promoción de la astronomía que incluye sala de actos, salas de exposiciones, salas para talleres y oficinas. Su función, transmitir conocimiento y proporcionar una introducción a las ciencias naturales, se puede reconocer ya desde el exterior, puesto que la forma arquitectónica del edificio deriva de una galaxia espiral. Il nucleo centrale dell’edificio è un auditorium multimediale e multifunzionale che, oltre al classico utilizzo per conferenze, consente anche visualizzazioni «fulldome» di fenomeni e concetti astronomici. Sia i diversi livelli sia la facciata ruotano intorno a questo centro come bracci di una galassia che accentuano la loro curvatura a mano a mano che si approssimano al centro. Allo stesso modo la porzione della facciata in metallo realizzata in doppia curvatura aumenta di pari passo al diminuire dei nastri vetrati della facciata. Così i bracci curvi della spirale, sfalsati di mezzo piano, che ospitano le sale appositamente attrezzate per tirocini, seminari e uffici, accentuano la rotazione dell’edificio intorno al nucleo. El centro del edificio lo forma un auditorio multimedia y multifuncional, el cual permite, además de su uso clásico para conferencias, visualizaciones fulldome (en toda la cúpula) de fenómenos y conceptos astronómicos. Tanto los niveles de las plantas, como la fachada, giran sobre este centro reforzando la curvatura de los brazos de la «cola» de la galaxia hacia el centro. Igualmente, la parte de la fachada metálica con doble curvatura aumenta, mientras que la altura de las bandas acristaladas de la fachada disminuye. Los sinuosos brazos de la espiral desplazados media planta, en los que se encuentran oficinas, aulas y salas de prácticas especialmente equipadas, también refuerzan la rotación del edificio sobre el núcleo. La sfida che i progettisti illuminotecnici hanno dovuto affrontare è stata quella di illuminare con luci d’accento la geometria complessa della planimetria, in modo da esaltare la sua forma dinamica senza avere un impatto visivo predominante. Si è scelto dunque di installare quasi esclusivamente lampade da soffitto a scomparsa, con una disposizione a ventaglio lungo la facciata che offrisse dall’interno e dall’esterno un’impressione di sospensione dei singoli livelli dell’edificio. Oltre a lampade lineari sono stati installati anche punti luce orientabili, per permettere di mettere in evidenza gli oggetti esposti nell’avvicendarsi delle mostre. Le postazioni lavoro ai piani superiori sono state attrezzate con apparecchi da sospensione, anch’essi adattati nel loro orientamento alla geometria dinamica dell’edificio. El reto del concepto de iluminación consistía en iluminar la compleja geometría de la planta para acentuarla e incrementar así su forma dinámica sin resultar dominante en la sala. Con este fin, en el edificio se montaron casi exclusivamente lámparas encastradas en el techo, cuya disposición en forma de abanico a lo largo de la fachada crea la impresión de que los niveles de las plantas flotan, desde dentro y desde fuera. Además de las luces dispuestas de forma lineal, se montaron lámparas articuladas, lo que permite poner en relieve los objetos variables de la exposición. Los lugares de trabajo de las plantas superiores están equipados con lámparas colgantes, cuya alineación también ha sido adaptada a la geometría dinámica del edificio. XAL House of Astronomy Manfred Bernhardt, Axel Müller, Thomas Mrokon/Architekten Bernhardt + Partner “For each project we develop an accurate conceptual idea, which determines the appearance of the building in detail. Our architectural language aims to be clear and understandable. Influenced by the idea of a New Architecture, we translate the attitude of classic modernism into a present day context.” Floorplan © HeidelbergCement AG / Steffen Fuchs, Heidelberg 39 Public/Project 03 COMBO round apparecchio da incasso FRAME 160 sistema luminoso da incasso SASSO 150 faretto da incasso CORNER 75 sistema COMBO round luminaria empotrada FRAME 160 sistema empotrado SASSO 150 reflector empotrado CORNER 75 sistema XAL Magazine 22 I mprint section.d design.communication gmbh www.sectiond.com Translation Interlingua www.interlingua.at Cover PIPS:lab XAL Goodbye T he End XAL headquarters XAL GmbH Auer-Welsbach-Gasse 36 8055 Graz AUSTRIA T +43.3163170 F +43.31631709314 International Sales T +43.3163170300 F +43.31631709380 offi[email protected] [email protected] www.xal.com XAL branches XAL GmbH Marxergasse 1B 1030 Wien AUSTRIA T +43.15264784 F +43.1526478414 [email protected] XAL France FRANCE T+32.56960660 offi[email protected] XAL GmbH Wilhelm-Wagenfeld-Straße 16 80807 München GERMANY T +49.89.3237380 F +49.89.32373810 offi[email protected] XAL GmbH Helmholtzstraße 2–9 10587 Berlin-Charlottenburg im minimumoffice, GSG Aufgang A GERMANY T +49.151.55044067 [email protected] Termine nach Vereinbarung XAL GmbH Dresdner Straße 5 91058 Erlangen GERMANY M +49.151.55044068 [email protected] Termine nach Vereinbarung XAL GmbH Hohnerstraße 25 70469 Stuttgart GERMANY T +49.711.80607590 F +49.711.806075920 [email protected] XAL GmbH Europa-Allee 33–35 60327 Frankfurt GERMANY T +49.69.97995273 F +49.69.97995274 [email protected] XAL GmbH Ruhrstraße 11a 22761 Hamburg GERMANY T +49.40.85179283.0 F +49.40.85179283.9 [email protected] XAL GmbH Carlswerkstraße 13d 51063 Köln GERMANY T +49.221.12071740 F +49.221.12071749 [email protected] XAL India Pvt. 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