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Francisca Carmona - PODEMOS EDUCAR HOY

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Francisca Carmona - PODEMOS EDUCAR HOY
Creo que para dar testimonio sobre Scholé, tengo que ser, soy consciente de con quiénes
he compartido y comparto la experiencia, la acción del corazón.
Ante todo, doy las gracias por la acogida de mis amigas y compañeras de Scholé: Ana,
Maryjo y Maritri, por la oración compartida cada día, por vuestro abrazo y vuestro cuidado,
(no conmigo, que también), sino con los niños y las niñas, especialmente.
Soy esposa y madre de dos hijos de 20 y 16 años de edad. Uno de ellos ha tenido
siempre más dificultad para realizar sus tareas escolares, etc, etc…
Profesores particulares, academias, cambio de colegio… ponerme a diario a realizar los
deberes con él… ¿qué puedo contaros? Sólo apuntaré algo, tuve que dejar de sentarme
con él porque sentí que me empezaba a distanciar de aquel niño al que yo amaba más
que a mi vida y al que yo “no estaba sabiendo mirar con ni desde el corazón”.
Se empezaban a interponer entre nosotros (él y su mamá, yo) las dichosas tareas. Y un
buen día decidí acabar con “el drama”. ¡¡Se acabó!! “No soy maestra”, me dije. Siempre
he confiado y he respetado muchísimo el trabajo de los Maestros y Maestras de mis hijos;
admiro su labor, porque, como muy bien dice Nembrini, creo que “Educar es un Arte”.
Me incorporé este curso, ya con el primer trimestre empezado. Confiando y fiándome,
absolutamente, de quienes Él va poniendo en mi camino y con la inquietud de ayudar en
lo que pudiera tanto a Maryjo, a Maritri y como a Ana en la realización de sus actividades,
en el acompañamiento de los niños y niñas, etc. que venían acudiendo cada miércoles a
Scholé.
Me preocupaba el no saber enseñar, transmitir, explicar etc, pero… ¡no era eso! No se
trataba de enseñar, sino de APRENDER, de acompañar, de abrazar a cada uno y una, a
su medida. Tener conciencia de que son y están ahí, de que sus vidas suceden,
acontecen, en sus casas, en sus colegios, con sus amigos/as... y como un regalo, es
Otro, quien nos otorga la posibilidad de estar junto a “lo pequeño”, para crecer: en el
deseo de Su Amor, en nuestra Amistad, en el seguir, en sentir Su Presencia en el silencio
de su trabajo, en sus risas, en el compartir…
Muchos pequeños “grandes momentos”: alguna celebración, meriendas, lecturas
compartidas, miradas de complicidad, guiños, sonrisas… todo con grandes dosis de
cariño y de petición a María para que cuide de todos y cada uno de ellos y de sus familias.
Direi che per fare una testimonianza su Scholè devo essere, sono, consapevole con chi
ho condiviso e condivido l’esperienza, l’azione del cuore.
Innanzitutto, ringrazio l’accoglienza delle mie amiche e compagne a Scholè: Ana, Maryjo?
e Maritri, per la preghiera condivisa ogni giorno, per il loro abbraccio e la loro cura verso di
me, ma, soprattutto, verso i ragazzi e le ragazze.
Sono sposa e madre di due figli di 16 e 20 anni. Uno di loro ha sempre avuto più difficoltà
per fare i compiti della scuola,...
Lezioni private, accademie, cambiamento di scuola,... Mettermi ad aiutarlo con i compiti
ogni giorno... Che posso dirvi...? Dirò soltanto una cosa: ho dovuto smettere di aiutarlo
perché mi sono resa conto che cominciavo ad allontanarmi da quel ragazzo che io amavo
più della mia vita e che io “non sapevo guardare con il cuore nè dal cuore”.
I dannati compiti cominciavano a mettersi fra di noi (lui e sua madre, io). E un bel giorno
ho deciso di finire con “questo dramma”. Finito! “Io non sono un’insegnante”, mi sono
detta. Ho sempre avuto fiducia e moltissimo rispetto verso il lavoro degli insegnanti e delle
insegnanti dei miei figli. Ammiro il loro lavoro, perché, così come dice Nembrini, credo che
“Educare sia un’arte”.
Ho preso parte a Scholè quest’anno scolastico, una volta cominciato il trimestre, avendo
fiducia, assolutamente, in coloro che Lui mette sulla mia strada e con il desiderio di aiutare
tanto Maryjo, come Maritri e come Ana, nello svolgere le loro attività, nel accompagnare i
ragazzi e le ragazze,... che venivano ogni mercoledì a Scholè.
Mi preoccupava non saper insegnare, comunicare, spiegare,... Ma, non era quello! Non
era questione di insegnare, ma di IMPARARE, di accompagnare, di abbracciare ognuno
secondo la sua misura. Prendere coscienza del fatto che quei ragazzi sono lì, che le loro
vite accadono, avvengono, nelle loro case, nelle loro scuole, con i loro amici,... e come un
presente, che è un Altro colui che ci concede la possibilità di essere insieme al “piccolo”,
per crescere: nel desiderio del Suo Amore, nella nostra Amicizia, nel seguire, nel sentire la
Sua Presenza nel silenzio del loro lavoro, delle loro risate, nel condividere,...
Molti piccoli “grandi momenti”: qualche celebrazione, le merende, qualche lettura insieme,
sguardi “complici”, sorrisi,... tutto con una grande dose di affetto e di preghiera a Maria
perchè Lei abbia cura di tutti, di ognuno di loro e delle loro famiglie.
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