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da Casa Madre 10/2011 - Missionari della Consolata
da Casa Madre Anno 91 - N.9 - ottobre 2011 Istituto Missioni Consolata Perstiterunt in Amore Fraternitatis Mary Padgelek, THE GOOD SHEPHERD, artwork, University of Georgia ANDRO’ AD AGITARMI SUGLI ALBERI? (Giudici 9,9) EDITORIALE P. Giuseppe Ronco, IMC Eleggere nuovi superiori e consiglieri di Circoscrizione è atto di grande responsabilità, di fiducia nel nostro giudizio, di partecipazione attiva alla vita della comunità. Ad alcuni confratelli, che il discernimento nello Spirito ci indica come capaci di tale compito, noi manifestiamo la nostra stima e il nostro amore, dando il nostro appoggio e il nostro voto. Animare una comunità, oggi, non è facile. Alle difficoltà comuni dovute a sensibilità, interessi, opinioni e desideri estremamente diversi dei membri di una comunità, ai aggiunge anche l’aspetto multiculturale che ci caratterizza e che esige rispetto e accoglienza di chi è diverso da noi. Editoriale Occorrono superiori capaci di animare veramente, cioè di orientare la vita al Signore, di entusiasmare per la missione, e anche di “rimproverare, correggere, ammaestrare e guidare come un pastore il suo gregge” (cfr Sir 18,13), prendendo con coraggio le dovute decisioni. 2 L’esempio da imitare e la persona a cui conformarsi è Gesù, il buon pastore, “il Pastore supremo” (1 Pt 5,4). Egli incarna il dover essere di persone generose e disinteressate che non lasciano sbandare o errare il gregge sui monti, o peggio ancora sbranandolo e derubandolo di latte e lana fino a farlo perire, ma che si prendono cura delle pecore, fino al dono della loro stessa vita. “Essere padre”, attenti ai bisogni e alle difficoltà dei confratelli, compassionevoli verso le loro debolezze e le loro ferite: ecco l’ideale tracciato dall’Allamano per coloro cui è affidata un’autorità o un compito di governo nell’Istituto. Con la fermezza però, oggi occorre anche la dolcezza e la bontà. Quella dolcezza e bontà di cui parla Ezechiele: “ Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò da Casa Madre 10/2011 riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia” (Ez 34, 11 e 15-16). Spadroneggiare sul gregge, governare imponendo, comandare senza dialogare, produce cattive relazioni che destabilizzano la comunità, fino a distruggerla. Abbiamo bisogno di “Missionari che non pretendano di essere maestri, ma sappiano piuttosto proporsi come testimoni della nostra identità autentica, animandola, suscitandola e sostenendola nell’ambito della comunità locale loro affidata (cf.1Pt. 5, 1ss), con l’appoggio e la vicinanza dei Superiori di Circoscrizione e della Direzione Generale” (Atti XX Cap, 13) Davanti al non facile compito, diversi candidati si ritirano. Meditando però insieme l’apologo di Iotam (Giudici 9, 7-15), dovremmo tutti nutrire il desiderio che fu dell’ulivo, del fico e della vite, e non quello del rovo. ha nessun impegno se non quello di ramificarsi su altri vegetali, vivendo da parassita e producendo solo spine. E subito il rovo rivela la tipica arroganza del potere. Arido com’è, s’immagina già frondoso ed elevato e invita le altre piante a piegarsi sotto la sua ombra. Se non vi piegherete a me, ebbene «esca dal rovo un fuoco e divori i cedri del Libano». Detto in altri termini, facendo il gradasso, il rovo minaccia persino i possenti e maestosi cedri del Libano. Editoriale Già Hammurabi, nel prologo del suo Codice, diceva: “Il grande re si presenta come pastore degli oppressi e degli schiavi. Io sono il pastore che guida alla salvezza, e sul mio petto cullo gli abitanti di Sumer e di Accad; nel mio riparo li ho fatti riposare in pace; li ho racchiusi nella mia grande saggezza. Così che il violento non possa offendere il debole, al fine di proteggere le vedove e gli orfani”. Luciano De Crescenzo ci ricordava mediante il suo personaggio Bellavista che «il potere non sazia, anzi, è come la droga: richiede sempre dosi maggiori»” (G.Ravasi). “A narrare la parabola (in ebraico mashal), è un certo Iotam, fratello di Abimelek: quest’ultimo s’era messo in testa di diventare re della città ebraica di Sichem e, per raggiungere il suo scopo, aveva iniziato con un bel bagno di sangue, eliminando tutto il suo clan familiare, una settantina di persone, considerate come pericolosi pretendenti o concorrenti. Una di queste s’era, però, salvata nascondendosi: era appunto il fratello minore Iotam. Egli sale sul monte che diverrà sacro ai Samaritani, il Garizim, e urla il suo apologo, così da mettere in guardia i suoi concittadini di Sichem sull’abisso verso il quale stanno incamminandosi. A valle, infatti, è riunita un’assemblea di capi di Sichem e della regione che stanno per proclamare Abimelek come loro sovrano. Come accade nelle favole, protagonisti sono o gli animali o i vegetali personificati che diventano maestri degli umani insipienti. Nel nostro caso entrano in scena innanzitutto i tre alberi tipici del paesaggio mediterraneo: l’ulivo, il fico, la vite. La delegazione delle altre piante si reca da questi tre “colleghi” per invitarli ad assumere la carica di re degli alberi. Ma la risposta è negativa: essi sono lieti di essere utili agli altri col loro olio o col frutto dolce o col vino inebriante e non vogliono lasciarsi prendere da manie di dominio, librandosi sopra le altre piante, gloriandosi e vivendo riveriti e serviti. Di fronte a questo rifiuto la delegazione si rassegna al tentativo di coinvolgere il rovo il quale accetta subito con piacere, dato che non L’autorità deve essere un servizio, un servizio effettivo, non un vano agitarsi al di sopra degli altri, non uno sfruttamento egoistico delle capacità altrui, non un dominio ispirato alla superbia. “Chi è il più grande tra voi ha detto Gesù diventi come il più piccolo, e chi governa come colui che serve” (Lc 22, 26). La vera grandezza consiste nel servire umilmente, per amore. È la grandezza di Cristo, che non ritenne come un privilegio da conservare la sua uguaglianza con Dio, ma umiliò se stesso, fattosi obbediente fino alla morte di croce (cfr. Fil 2, 8ss.). Umiliò se stesso, per mettersi al servizio di tutti, per dare la vita in riscatto di tutti, per diventare il Servo di Jahvè, e diventare nostro Signore e fratello grazie a questo servizio. da Casa Madre 10/2011 3 GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA LA SANTITÀ DEL CAFASSO (VIII) PREDICATORE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI Conservo nelle memorie del convitto due soli elenchi degli esercitandi sacerdoti, che sono quello del 1846 e del 1847, nei quali leggo quale predicatore delle meditazioni Don Cafasso. Questi elenchi sono scirtti da Don Strumia, defunto, economo del Santuario. Allamano racconta Cafasso Don Cerva, vivente, Prevosto di Casalgrasso, mi disse di aver udito Don Cafasso a predicare le istruzini al clero in S. Ignazio nel 1858. Una sola lista pervenne nelle mie mani degli esercitandi secolari di S. Ignazio, che conservo, ed è del 1846, nella quale è notato che predicò il Servo di Dio le istruzioni. Da vari esercitandi secolari, dei quali non ricordo i nomi, udii a dire che essi intervennero agli esercizi in diversi anni, dettati dal Servo di Dio. Un sacerdote del Santuario di Graglia (Biella), del quale non so il nome, vivente, mi disse che il Servo di Dio predicò in quel Santuario gli esercizi spirituali al Clero e mi aggiunse che fra 4 da Casa Madre 10/2011 i sacerdoti Biellesi era tuttora viva la memoria di quella fruttuosa predicazione, secondo che sentì da quei sacerdoti che intervennero. Monsignor Ighina, attuale vicario Capitolare di Mondovì, e Don Aragno Carlo, Priore di Magliano Alpi (Mondovì), mi scrissero che il servo di Dio dettò gli esercizi spirituali al Clero nel Seminario di Mondovì. Questi aggiunse le seguenti parole: Non solo lo udii come apostolico predicatore, ma profittai del suo sacro ministero nel sacramento della Penitenza; nell’uno e nell’altro ufficio con tutti i molti sacerdoti partecipanti ammirai la soda e pratica dottrina da lui esposta e la sua santità che traspariva dalla sua illuminata, pronta, vivace ed incisiva parola, che penetrava fin nell’intimo del nostro cuore e lo muoveva e quasi trascinava a Dio. Come confessore poi egli mi pareva ispirato ed impareggiabile, amoroso padre, dotto maestro, savio consigliere, tenerissimo amico, versava su tutte le piaghe l’olio del Samaritano et sanabat omnes. Unanimemente tutti entusiasmati esclamavamo: Don Cafasso ha con lui lo spirito di Gesù Cristo. Don Sciolli Rocco, ex parroco di Salmour, vivente, mi disse che udì don Cafasso a predicare gli esercizi spirituali di dieci giorni in Cussanio nel 1855, ed udì il Vicario Capitolare. Mons. Abrate, nell’annunziare i predicatori, a dire che aveva invitato due sacerdoti celebri, uno per santità, zelo e dottrina, alludendo a Don Cafasso, l’altro per soda scienza e per altre virtù e doti, alludendo al Padre Stub Barnabita. Don Giacomelli mi disse che il Servo di Dio predicò pure esercizi al Clero in Susa, e ciò seppe perché lo incontrò in Avigliana mentre da Susa faceva ritorno a Torino. Mons. Bertagna, Don Buzzani, viventi, Don Ropolo, defunto, mi dissero che il Servo di Dio predicò gli esercizi al Clero nel Santuario della Madonna dei Fiori in Bra negli ultimi anni di sua vita. Il Canonico Giuseppe Cerutti, arcidiacono della Cattedrale d’Asti, defunto, mi scrisse queste parole: per tanti anni frequentai gli esercizi spirituali nel Santuario di S. Ignazio e quasi sempre sentii Don Cafasso a predicare con mia grande soddisfazione e meraviglia. Mons. Bertagna mi disse che il Professore Can. Marengo, ritornato dagli esercizi spirituali dettati dal Servo di Dio a S. Ignazio nei primi anni di sua predicazione, gli disse che era così penetrato dall’efficacia della parola di Don Cafasso, che ne discorreva cogli amici con vero trasporto, e andava dicendo: quest’uomo dominerà tutto il Clero. Il Canonico Giordano, defunto, nella predica d’introduzione agli esercizi spirituali al Clero, stampati nella tipografia degli Artigianelli nel 1878, pagina 24, dopo ricordato gli autori di cui si servirebbe nella predicazione, il Beato Leonardo, Sant’Alfonso, il Bellecio, scrive: e soprattutto quell’uomo, che ci predicava pochi anni fa, Don Cafasso, quell’uomo che venero come un santo e tenterò di seguire come maestro. E nella predica sulla morte, ricordato il Servo di Dio, soggiunge: lascia al tuo povero figliolo, che almeno una volta pronunciai il tuo nome da quest’altare ove tu spargesti tanti sudori, e tanta pace versasti nei poveri nostri cuori. Mi sta presente la sua meditazione sulla morte del giusto: egli ne parlava con un accento di convinzione e sapeva ragionarne con modo affatto suo; mí ricordo che tutti noi ervamo silenziosi a divorare le lacrime che ci cadevano, ed egli a farci coraggio (pagina 147). Il Canonico Berteu, vivente, mi disse che incontrati una volta per Torino a Canonico Ortalda ed il Canonico Giordano, defunti, avendo l’uno dato all’altro la notizia che predicherebbe in quell’anno gli esercizi a S. Ignazio Don Cafasso, li udì dire: dunque allora andiamo a farli. Noto qui che a S. Ignazio si davano due mute di esercizi al Clero per alcuni anni, ed i sacerdoti erano ansiosi di sapere in quale predicasse il Servo di Dio. Il Canonico Allaria, attuale Vicario generale della Diocesi di Alba, mi scrisse le seguenti parole: Le riminescenze di quella predicazione (di Don Cafasso) sono tuttora così fresche, soavi, intime che non di rado ci avviene di incontrarci con alcuni dei suoi antichi allievi, i quali ne riportano a memoria con vivo entusiasmo e salutare compunzione i punti più salienti e piangono di aver così presto perduto un maestro di sì preclari ed incomparabili meriti. Don Carena Biagio, vivente, mi scrisse: so che dettò moltissime volte ed in varie Diocesi gli esercizi spirituali, specialmente ai sacerdoti, e so di scienza propria ed anche per relazione altrui che il suo dire era così facile, ordinato, persuasivo e pieno d’unzione, che era ascoltato volentier da tutti, parroci, canonici e vescovi. Allamano racconta Cafasso In una lettera del Servo di Dio scritta a Don Burdino nel 1855, che conservo, lessi che ritornava allora dal dettare gli esercizi spirituali al Clero di Cussanio (Fossano). Si vedeva che la sua predicazione era frutto della preghiera e dello studio, cose che raccomandava tanto ai sacerdoti nel predicare come nel confessare: apriva tanto il cuore alla confidenza. Il Padre Stub, Barnabita, defunto, nel 1860 dettando gli esercizi a S. Ignazio, parlando della scienza e dello zelo sacerdotale, fece tale elogio di Don Cafasso da commuovere tutti. Ciò seppi da Don Ropolo che fu presente, e mi aggiunse che in fine degli esercizi si celebrò un solenne funerale in suffragio di lui morto poco prima. 5 da Casa Madre 10/2011 Allamano racconta Cafasso APOSTOLO DEI CARCERATI Ho già detto sopra che Don Cafasso come convittore andava a fare il catechismo ai carcerati; cosa che pure mi attestarono il Canonico Borsarelli, defunto, assiduo confessore anch’egli nelle carceri, ed il Sig. Bargetto, già nominato. Divenuto prefetto e ripetitore in Convitto, si dedicò con tutte le forze a lavorare nelle carceri, istruendo e confessando. Don Sassi Giuseppe, defunto, Convittore nel 1839’40 e 1840-’41, mi scrisse che i carcerati erano i prediletti del Servo di Dio, e che traeva profitto da tutte le occasioni per soddisfare all’ardente desiderio di beneficarli anche materialmente. Il medesimo mi raccontò che una sera dopo cena, essendo noi Convittori attorno al Rettore, Teologo Guala, a Don Cafasso e a Don Begliati, il Servo di Dio, preparatosi il terreno, fece cadere il discorso sui poveri carcerati, e diceva: Oggi li ho visitati tutti e non c’è male, ma ne trovai uno con un appetito formidabile poiché l’aria è fresca eccellentemente. Trovavasi un altro con un paio di calzoni sottili, che batteva precipitosamente la solfa coi denti. Tutti ridevano, ma Don Begliati economo, serio serio disse: mano alla borsa, signor Rettore! Don Cafasso sapeva rispondere soavemente e con grazia da ridestare l’universale ilarità. Intanto il Teologo Guala conchiudeva dicendo a Don Cafasso: fate pure, fate pure. Così Don Cafasso otteneva maggiori soccorsi pei carcerati. 6 da Casa Madre 10/2011 Nei registri della Compagnia della Misericordia, consultati dal Teologo Gaia, che mi riferì quanto dico, si legge che il Servo di Dio vi si inscrisse come confratello nel 1842. Il signor Brognino Giuseppe, defunto, mi disse le cose seguenti: Don Cafasso fu il primo a’ miei ricordi che si occupasse in modo speciale delle prigioni. Egli apparteneva alla Compagnia della Misericordia, la quale era costituita da trecento Confratelli, di cui otto soltanto erano scelti annualmente per visitare le carceri, e sovvenire ai prigionieri, nei loro bisogni sì spirituali che temporali. Io ebbi la fortuna di essere nel numero di costoro, essendo io pure confratello di questo pio sodalizio, perciò ho potuto conoscere da vicino la carità di Don Cafasso verso quei poveri disgraziati. Egli era solito a dirci che i prigionieri bisognava trattarli il meglio possibile e non mai riferire contro di loro lagnanze all’Avvocato Generale per farli castigare come avevamo diritto, poiché, soggiungeva egli, sono già troppo maltrattati dai custodi. Ricordo tuttora che il primo avvertimento datomi da Don Cafasso quando venni ammesso a tale ufficio fu questo, di pensare che i prigionieri fossero tutti galantuomini e di trattarli come tali e di non mai offendermi per quanto venissi da loro ingiuriato. Le prigioni in Torino erano quattro: le Torri, Via San Domenico, il Correctionnel ed il Senato. Don Cafasso quantunque potesse aiutare i prigionieri coi denari della Misericordia, tuttavia li soccorreva sempre del proprio. P. Francesco Pavese, IMC L’insegnamento del Fondatore sul tema del servizio di autorità lo si può spiegare a due livelli. Il primo consta degli atteggiamenti che deve avere i superiori, cioè come devono essere. Il secondo consta dei doveri dei superiori. Questo secondo livello lo possiamo trovare nuovamente in due fonti. La prima fonte è costituita dalle sue conferenze, quando spiega i “doveri dei superiori”. La seconda fonte è costituita dai consigli che dà ai responsabili nei due Istituti. non si faccia vedere bramoso di avere la confidenza dei sudditi, basterebbe questo per allontanarla; faccia nulla contro lo spirito del Seminario, sebbene non espressamente comandato dalle regole, per compiacere altrui, no!, e la condotta del Prefetto dev’essere per ogni modo irreprensibile e d’esempio anche nelle cose di supererogazione e non deve dir parola o far atto anche piccolo di chi vuol farsi vedere spregiudicato». Per comprendere l’insegnamento del Fondatore su come svolgere il servizio di autorità, merita leggere una sua lettera al suddiacono Luigi Boccardo, quando è stato nominato “prefetto” in seminario. Si tenga presente che il Boccardo era spiritualmente guidato dall’Allamano. La lettera è del 15 luglio 1983 e contiene “in nuce” quanto vedremo realizzare e insegnare da lui in seguito. 1. ATTEGGIAMENTI DEI SUPERIORI. Qui non c’è che da attingere alle sue conferenze. Anche se quelle citate sono prese in preferenza dai volumi delle suore, la dottrina proposta è valida allo stesso modo anche per i missionari. Notiamo che il Fondatore non parlava a “superiori” radunati in convegni speciali, ma istruiva i giovani, perché imparassero a rapportarsi bene con l’autorità. Così ha espresso una buona dottrina sugli atteggiamenti dei responsabili di comunità. Dopo avere premesso che « pochissimi adempiono bene tale uffizio», continua: «Per riuscire buoni Prefetti […] è necessario a mio avviso: 1. Farsi esemplari ai Chierici in tutto, massimamente nell’osservanza del Regolamento; 2. Aver quattro occhi per osservare tutto ciò che si fa, si dice ect. Dai soggetti, e questo farlo in modo semplice, che non se ne accorgano; quindi non in tono da superiore, ma da compagno ed amico e sovente impedire e correggere solo con qualche cenno di pena, che mostriamo di provare per questa o quella mancanza fatta o che si vuol fare, sicché sentano i giovani che si vuole loro bene e per questo solo e pel dovere che incombe si opera; 3. Certe cosette, che non hanno conseguenze, possono aggiustarsi dai Prefetti senza subito dirle ai Superiori; ai quali si diranno poi forse col tempo, quando tutto sarà già aggiustato, se si avrà a render conto; Questo modo […] fa sì che i giovani amino il Prefetto, in cui non vedono un censore studioso di incolparli presso i Superiori, ma un amico che li ama e vuol loro molto bene, onde sono spronati ad emendarsi. 4. Del resto tenga il suo posto senza affettar pretensioni fuori di ciò che è necessario in forza dell’uffizio; ed allora con semplicità; a. Premessa. Mi piace premettere una convinzione che il Fondatore esprime traendola dalla sua esperienza personale. «Quando sarete ben assodati nell’obbedienza sarete capaci di fare i superiori. Non sa comandare chi non sa obbedire. Bisogna che colui che comanda torni di nuovo ad obbedire, per poi meglio comandare. Si quis prudens (non dotto) regat». b. Avere fede nel proprio ruolo. Il Fondatore insegnava ad avere fede nel proprio servizio. Non lo insegnava direttamente ai superiori, ma lo faceva parlando dell’obbedienza. Il discorso è comunque chiaro. Se chi esercita l’autorità lo fa a nome di Dio (e qui entra tutta la spiritualità dell’obbedienza), prima degli altri l’interessato deve credere che agisce non a nome proprio. Il Fondatore lo ha affermato diverse volte, come per esempio, nella conferenza del 29 agosto sull’obbedienza: «Che il superiore sia uno dotto o no, un santo o no, non fa niente; è proprio per la sedia che occupa che ha quel diritto di comandare. Il Sommo Pontefice, quando parla “ex cathedra “ è infallibile; ora « ex cathedra» da Casa Madre 10/2011 Allamano: guida saggia e prudente L’ INSEGNAMENTO DEL FONDATORE SULL’AUTORITÀ 7 vuol dire: parla in nome di Dio».Commentando 1Cor 4,3, il Fondatore arriva a dire che il superiore deve pensare di compiere la funzione di “ministro di Dio”. Inoltre, devono essere convinti di avere la “grazia di stato”. Allamano: guida saggia e prudente c. Consci, ma non perdersi d’animo o rifiutare la responsabilità. Spesso il Fondatore sottolineava che i superiori devono rendere conto a Dio. Per esempio, nella conferenza del 12 settembre 1920: «La S. Scrittura dice che sarà fatto giudizio strettissimo a coloro che son superiori, che presiedono, che sono a capo di qualcuno. Dovrebbero scappare quelle che vogliono far le superiore... Il Signore domanderà conto del suo Sangue che ha messo nelle mani dello speculatore (Speculatore è quello che è destinato a vigilare). 8 Quando S. Bernardo era superiore dei suoi frati era così atterrito dalla responsabilità, che lacrimando andava dicendo: « Io ho in deposito il Sangue di N. Signore. Il Signore ha versato il Sangue per santificare questi miei frati, ed io ho questo Sangue in mano e guai a me se ne trascurerò un poco! ». Sentiva tutto il peso della responsabilità, della direzione dei suoi frati. Questo tutto per parlare di quelli che sono a capo. Dico di quelli che sono a capo, ma intendo in generale; ognuna nel suo genere». d. Non agire autonomamente. Ogni superiore è inserito in un organismo che ha diversi livelli di autorità. Se da una parte guida, dall’altra lui stesso è guidato e deve comportarsi secondo disposizioni superiori. Il Fondatore lo ha spiegato con semplici parole, portando l’esempio di Don Bosco, nella conferenza del 2 dicembre 1917: «Seppi io stesso che D. Bosco pianse perché un superiore non si atteneva al suo ordine riguardo alla S. Povertà». e. Essere liberi e testimoni. Anche se chi obbedisce non deve guardare alle doti di chi dirige, tuttavia il Fondatore insisteva sulla necessità che i superiori non fossero attaccati alla propria carica e fossero autentici, cioè i primi a vivere coerentemente (non per posa, ma spontaneamente). Così il 2 dicembre 1917, parlando della decadenza degli Istituti religiosi, spiegava che una causa era: « La trascuratezza dei superiori. Ah, questo è un motivo! Certe da Casa Madre 10/2011 volte i superiori non sono formati loro stessi. Chi non ha fuoco e spirito, come può darlo? E poi certe volte possono infiltrarsi certe cose per riuscire superiori… Voi non lo sapete ancora. Ah, in quelle elezioni! Davanti al SS. Sacramento si fa l’esame, e in comunità si cacciano dei gruppi… e poi cosa restano quelle superiore? Una superiora mi diceva: « Vorrei rinunziare qui e là... ». Invece... cul cadreghin [quella carica]!... Insomma, dicono che non lo vogliono, ma non lo dimetterebbero così facilmente. I superiori non osservanti essi medesimi, non possono far osservare. Arriva poi così, che tutti gonfiano il superiore, e tutti dicono: Tanto bene, tanto bene. Invece è perché, se cade il Superiore cadono anche loro... Ah, il cadreghin ‘il cadreghin!... Ricordatevene! Quei superiori che fan vedere che han bisogno di questo o di quello, o che per malattia non possono osservare, non possono fare osservanti gli altri». Insisto che questo pensiero il Fondatore lo ha espresso letteralmente così. Le due redazioni (delle quattro sorelle e di sr. Emilia Tempo) coincidono. f. Avere coraggio nella guida. Il Fondatore insisteva nel dire che il superiore non deve sentirsi condizionato da chi deve ubbidire, altrimenti si fa un danno. Per esempio: «La seconda qualità dell’obbedienza è che sia pronta. La superiora non deve dire: Bisogna che vada adagio ché quella lì è capace di dire di no». «Correggere. Ma a dire qualche cosa si offende… Allora ancora più presto. Oh, non bisogna studiare il momento buono…». g. Mantenersi in un sano realismo. Dal punto di vista della fede, chi esercita l’autorità, per il fondatore, ha una speciale rappresentanza della volontà di Dio. Ma dal punto di vista umano, l’interessato o interessata non deve ritenersi superiore agli altri. Per il fondatore tutti possono esercitare questo servizio. Ecco un discorso molto interessante alle missionarie, nella conferenza del 22 aprile 1923 su “Una sola classe di suore”: «Il nostro sistema è quello di essere tutte uguali. Se una non è capace a qualche cosa ci pensano i superiori. Una volta son venuti a dirmi che in una comunità avevano bisogno di una superiora, ma che tra loro (ed erano 60) non ne trovavano una per questa carica e perciò chiedevano a Roma di tenere ancora la superiora stare solo sei anni, basta; non bisogna chiedere di più. Non c’è nessuno necessario in questo mondo. Voi, essendo tutte uguali, potete tutte divenire superiore: non per missione, ma per virtù. Ricordatevi del fatto che vi ho già contato altre volte, di quelle suore che si sono alzate dai sepolcri per ossequiare la nuova superiora che non volevano in quel monastero». Allamano: guida saggia e prudente di prima. Io ho detto: la tolgano, la tolgano... son tutte capaci a far la superiora. - Esse, poverette, pensavano: o teniamo questa, o venga un’altra da un altro monastero a preferenza di avere una delle nostre compagne. - Guardate com’è brutto! Io non voglio che avvengano queste cose tra voi altre; voglio che diciate: tutte le mie compagne sono capaci a far la superiora, eccetto io. - Mi sento dire che nessuna, su 60, era capace a far la superiora!... ma gliene ho mostrate io che erano capaci a farla. Quando c’è per regola di 9 da Casa Madre 10/2011 2. DOVERI DEI SUPERIORI Il Fondatore parlava esplicitamente dei doveri dei superiori, assieme ai doveri dei sudditi. La conferenza per eccellenza su questo tema è quella del 12 settembre 1920, sia ai missionari che alle missionarie, sullo stesso manoscritto. Basta ricorrere ai testi citati, per vedere più esattamente le particolarità che il Fondatore ha sottolineato alle due comunità. Allamano: guida saggia e prudente a. Pregare. «Il primo dovere di un padre e di un superiore, e quindi il primo dovere mio e di tutti gli altri superiori è quello di pregare per i sudditi, per tutti et — pro singulis — come faceva Giobbe, perché devo temere che si facciano dei peccati e, per noi che siamo religiosi, che non si avanzi nella perfezione. 10 Quindi io prego sempre per tutta la Comunità e per ognuno di voi in particolare. E chi prego? Vi faccio proprio le mie confidenze perché anche voialtri abbiate confidenza con me. Prego specialmente lo Spirito Santo e gli Angeli Custodi. Lo Spirito Santo […] Lo prego perché vi dia i suoi sette doni, specialmente: la fortezza; che siate costanti e fermi nel mettere in pratica i proponimenti. […]. Io non posso sempre essere qui in mezzo a voi, e quando ho qualche cosa da dire a qualcuno di voi, me la intendo cogli Angeli Custodi; chiamo il suo Angelo Custode, e gli do la commissione.[…]. Alle suore: «Mai un Superiore pregherà abbastanza per la comunità. C’è da intenderci prima col Signore e collo Spirito Santo e dire: Ciò che non posso fare io per la tale, fatelo Voi». b. Vigilare. «Il secondo dovere di un superiore è quello di vigilare bene su tutti. Il Superiore deve sempre avere l’occhio aperto sulla condotta dei sudditi: non star lì a spiare se può prenderne uno in fallo, ma per aiutarlo a far bene. Noi siamo fatti così: è vero che dovrebbe bastare di essere alla presenza di Dio; ma il pensiero che Dio mi vede non basta... se non c’è l’occhio del superiore siamo più facilmente tentati di mancare a qualche regola... Questo è un dovere di tutti i superiori […]. da Casa Madre 10/2011 Dunque il secondo dovere di un superiore è quello della vigilanza. A questo riguardo mi ricordo quello che mi diceva Mons. Gastaldi di santa memoria 45 anni fa quando mi ha messo Direttore del Seminario: “Sei tu, diceva, che adesso hai la responsabilità dei Seminaristi e perciò anzitutto devi pregare, perché quello che devi fare non sei tu che lo fai ma il Signore con te, tu col Signore. In secondo luogo devi invigilare sulla loro condotta, devi sempre esser loro dietro, sempre essere dappertutto, in modo che non si trovino mai al sicuro dal tuo occhio in nessun angolo...”. Guai al Superiore che non ha sempre gli occhi aperti !...». e. Correggere. «Poi continuava a dire Mons. Gastaldi, il terzo dovere del superiore è quello di correggere. È una cosa che costa, ma è un dovere, e piaccia o non piaccia, bisogna farlo. Non bisogna stancarsi mai: si stancherà prima l’altro: “ma me lo ha già detto tre volte!” — “Ebbene! te lo dico ancor una quarta, e una quinta se non ti emendi!”. Bisogna correggere colle buone se si può, e anche severamente, se c’è bisogno. Immaginiamoci che nel giorno del Ah! guai al superiore che non ha il coraggio di correggere, di sgridare! Quante volte la perdita dello spirito nelle comunità viene da questo, da questi superiori deboli. Il Superiore deve render conto a Dio di tutti i suoi sudditi... Vedete un po’ quanta responsabilità! È per questo che i santi avevano tanta difficoltà ad accettare di essere superiori...». Questo terzo dovere dei superiori per il Fondatore era importante (forse perché anche a lui costava eseguirlo?). Ne ha parlato anche prima con parole incisive. In occasione della festa dell’Ascensione, il 17 maggio 1917, ricorda i tre atti che Gesù fece prima di salire al cielo: un rimprovero, una missione e un ordine. Circa il rimprovero riporta le parole di Mc 16,14: «li rimproverò per la loro incredulità» e poi aggiunge questo commento: «Pare che Gesù non dovesse nella partenza amareggiare i suoi diletti con un rimprovero, ma passarci sopra. No, l’eterna sapienza e prudenza non fa così. Ciò è a consolazione dei superiori, i quali per dovere devono ammonire i loro sudditi quando è necessario, anche con addolorarli. Il superiore deve farsi violenza quando il dovere lo esige: incumbit necessitas. E lo capissero i sudditi il sacrificio che fa il superiore in tali casi!...». Nella conferenza del 17 settembre 1920, si introduce così su questo terzo dovere: «Certuni son tanto buoni, tanto buoni che non hanno la forza di dare delle riprensioni, di lavar la zucca; quelli lì hanno lo spirito di debolezza, non di dolcezza…». È importante, per il Fondatore, che il superiore insista sulle cose: «I superiori devono sempre battere, replicare…anche essere noiosi, se necessario». Se questo criterio vale per la formazione, vale anche per la conduzione di una comunità. Allamano: guida saggia e prudente giudizio il tale darà poi la colpa a noi: “Se mi avesse avvertito ancora una terza volta, se mi avesse avvertito più severamente, forse mi sarei emendato!”. 11 da Casa Madre 10/2011 RIFLESSIONE, CONVIVENZA E PREGHIERA, A SANTA MARIA MARE Attività della Direzione Generale Renato Francesco Maizza, su informazioni di P. Giuseppe Ronco 12 L’inizio del primo lungo Consiglio di settembre ha avuto luogo a Santa Maria Mare. Dal 25 agosto al 1 settembre, tutta la Direzione Generale, con l’Economo generale e il Segretariato Generale per la Missione si sono ritrovati insieme per una settimana di studio, riflessione, approfondimento degli atti capitolari, per evidenziare meglio quello che gli atti dicono e chiedono di fare. Ma come mai Santa Maria a Mare? Vari sono i motivi: il primo, perché favorisce un clima di studio e di silenzio, secondo, per vivere un’esperienza di convivenza e di conoscenza fra i nuovi membri della direzione generale, terzo, per pregare in un luogo meraviglioso ispirato dal mare. Quindi studio, convivenza e preghiera. Non sono mancati momenti di riposo, di balneazione e di fraternità con la comunità locale, molto accogliente e disponibile. da Casa Madre 10/2011 I lavori erano ben programmati. Ogni giornata è stata affidata e animata da uno dei consiglieri generali su un tema particolare, sviluppato attorno a quattro domande: 1) cosa il capitolo dice sul tema; 2) che cosa il capitolo chiede che si faccia su ogni tema; 3) che cosa il capitolo non dice sui vari temi; 4) varie. P. Pendawazima ha animato la formazione; p. Medina la missione; P. Pozzoli l’identità e il carisma; p. Marini l’economia; p. Camerlengo il grande capitolo dell’organizzazione. Ogni giorno aveva il suo tempo prolungato di lectio divina, preparato dal Segretariato Generale per la Missione, attorno a temi di spiritualità e di missione. La celebrazione eucaristica seguiva gli orari della comunità locale. Una giornata di ritiro a Loreto, con la riflessione su Maria Consolata, è stata molto apprezzata e sentita. Attività della Direzione Generale Vari altri incontri hanno avuto luogo: con Vescovo della Diocesi di Fermo Mons. Luigi Conti che ci ha accolti calorosamente parlandoci del suo lavoro di pastore e complimentandosi per il lavoro che i Missionari svolgono nel Santuario e nell’intera Diocesi. Poi un incontro fraterno, attorno alla mensa di mezzogiorno, con il Vescovo emerito Mons. Cleto Bellucci, Vescovo ordinante al Diaconato di P. Stefano e di P .Aquileo, che ricordava la lunga amicizia con P. Cialini e con i numerosi Missionari conosciuti. Non sono mancati gli incontri con le famiglie di alcuni Missionari della zona, con gruppi di amici che collaborano con i Missionari e con i giovani dell’Oratorio Koiné, che quotidianamente si incontravano. Di ritorno a Roma, i lavori del Consiglio sono continuati e continuano tuttora. La voglia di servire l’Istituto nel modo migliore è grande! 13 da Casa Madre 10/2011 Attività della Direzione Generale LINK 14 Carissimi confratelli, con questa breve comunicazione vogliamo cercare di mantenere vivo il contatto con voi, provando a raccontarvi, anche se in sintesi, i primi passi della nuova Direzione Generale. L’abbiamo chiamata “Link”, collegamento; non sostituisce le comunicazioni ufficiali del Superiore o dell’Istituto. Leggetela come se fossimo intorno a un tavolo a bere insieme qualcosa, raccontandoci le novità della nostra vita missionaria; oppure, per i confratelli della nuova generazione o più evoluti nell’uso del computer, come se stessimo chattando su Facebook. Oggi, è per noi facile potervi scrivere, siamo tutti insieme in Casa Generalizia e il lavoro non ci ha ancora soffocati o spinti lontano l’uno dall’altro. Speriamo di riuscire a mantenerci fedeli a questo proposito di inviare ogni tanto nostre notizie. Al termine del Capitolo, padre Stefano Camerlengo aveva proposto ai delegati delle varie circoscrizioni presenti in Assemblea di non iniziare il processo di elezione dei nuovi Consigli regionali e di delegazione prima dell’inizio di settembre. La proposta era dettata da alcuni motivi che ci sembravano essere importanti. Innanzitutto, ciò avrebbe permesso a noi di sistemare e portare a termine compiti e lavori precedentemente assunti. Il secondo motivo era legato alla volontà di stare un po’ di tempo insieme, fare comunità, imparare a conoscersi in vista del lavoro da svolgere nel prossimo sessennio. Infine, volevamo lasciare un po’ di tempo ai missionari capitolari affinché, una volta rientrati nelle loro circoscrizioni, avessero tempo di parlare del Capitolo, lasciarne decantare i contenuti, evidenziarne le linee principali e, sulla base di queste ultime, prepararsi bene alle prossime Conferenze regionali. Era stato lo stesso Capitolo a ricordare con forza alla Direzione Generale che, come recitano le nostre Costituzioni, “la DG è la da Casa Madre 10/2011 prima comunità dell’Istituto” (Cost. 116) e deve quindi improntare le relazioni all’interno di essa secondo modalità che possono diventare di esempio per il resto dell’IMC. Chiaramente quanto scritto su carta deve poi essere passato al vaglio dell’esperienza e della quotidiana convivenza, ma sta di fatto che una settimana intera dedicata a questo scopo ci ha aiutato a dare vita a questo cammino. Condivisione e formazione Il 20 agosto ci siamo ritrovati tutti a Roma e abbiamo iniziato i lavori di Consiglio. Dopo pochi giorni, ci siamo spostati presso la nostra Casa/Seminario di Santa Maria a Mare, nelle Marche, vicino ai paesi di origine di Padre Stefano Camerlengo e padre Marco Marini, di cui abbiamo visitato con piacere le famiglie. Qui preme soltanto sottolineare il carattere di studio e condivisione sui temi del Capitolo che queste giornate hanno avuto. Ad esse hanno partecipato anche i padri Antonio Rovelli e Giuseppe Ronco, del Segretariato Generale per la missione, il Segretario Generale, padre Osvaldo Coppola, e l’Amministratore Generale, Rinaldo Cogliati, invitati con il preciso scopo di aiutarci a ripensare la missione alla luce dei mutamenti in atto e arricchire con informazioni preziose, ciascuno con la competenza del proprio campo, il governo dell’Istituto. Rientrati a Roma abbiamo continuato il lavoro di formazione aiutati da padre Enzo Viscardi, nostro confratello, e Suor Christine Anderson, l’energica religiosa che aveva animato il nostro Capitolo Generale. Padre Enzo, psicologo, ha lavorato con noi su alcune dinamiche di relazione interpersonale, partendo dalle aspettative, dai timori e da ciò che di positivo ciascuno di noi si sente di offrire a questa nuova comunità della Direzione Generale. Il suo tentativo era quello di aiutarci a migliorare l’ascolto reciproco per poter essere in grado di offrire un ascolto qualificato all’Istituto in questo tempo di cambiamento. Suor Christine ha invece dedicato due mattinate formare la Direzione Generale e, attraverso questa, l’Istituto. Padre Ugo Pozzoli è il Consigliere Generale incaricato dei continenti Europa ed Asia, ma allo stesso tempo anche della riflessione su “identità e carisma”. Padre Salvador Medina accompagnerà il processo continentale in America e aiuterà a riflettere sul tema generale della missione. Padre Marco Marini avrà un occhio di riguardo aperto sul continente africano e darà il suo contributo nell’approfondire il tema dell’economia. Un discorso a parte meritano la formazione e l’economia, temi su cui il Capitolo ha richiesto una riflessione più profonda e che dovranno ricevere da parte nostra una maggiore attenzione durante il prossimo sessennio. La discussione capitolare sul tema della formazione aveva evidenziato una duplice necessità: quella di un maggior radicamento della stessa nel nostro carisma missionario e, nello stesso tempo, di una maggior contestualizzazione, a seconda dei diversi luoghi in cui si formano i nostri missionari. Per questo motivo abbiamo creduto bene armonizzare queste due esigenze, di unità nella diversità, lasciando che la formazione diventi parte di un processo continentale e, quindi, seguita dal Consigliere competente. Allo stesso tempo, sarà il Vice Superiore generale, padre Dietrich Pendawazima, ad avere su di sé la responsabilità di tutta la formazione dell’Istituto. La sua esperienza di studente e formatore in America, Europa e Africa lo qualificano molto bene per il ruolo che gli viene assegnato. Una particolare attenzione verrà data anche al tema dell’economia. Alla luce dell’ultima crisi economica e dei cambiamenti in atto nel nostro Istituto, il Capitolo ha chiesto che a questo tema venga dato un importante spazio di riflessione, auspicando che essa possa anche portare ad una conversione negli stili di vita da adottare e nelle scelte missionarie da intraprendere. Padre Stefano Camerlengo, infine, non ha voluto essere da meno e, oltre al paterno accompagnamento del personale, si è assunto come tema di riflessione quello dell’organizzazione dell’Istituto, altro da Casa Madre 10/2011 Attività della Direzione Generale a parlare del senso della leadership in un contesto come quello in cui ci troveremo ad operare, dei principi che animano il metodo del discernimento, già usato al Capitolo, e al modo con cui evidenziare le priorità del nostro mandato alla luce dei documenti capitolari e in vista delle prossime Conferenze regionali. Il tempo rimanente lo abbiamo speso nel fare Consiglio, attendendo insieme i risultati delle elezioni che nel frattempo arrivavano dalle varie circoscrizioni per l’approvazione della Direzione Generale. Crediamo che sia importante comunicare alcune decisioni e desideri che sono venuti maturando in questi giorni. Innanzi tutto il desiderio di essere vicini a un Istituto che sta progressivamente cambiando e che si trova a vivere in un tempo di grandi mutazioni. Il desiderio, poi, di essere un buon team, di fare squadra, di proporci come “una persona” al resto dell’Istituto in modo che tutti possano, nonostante le ovvie differenze caratteriali ed esperienziali di ciascuno, incontrare l’intera Direzione Generale nell’incontro con uno soltanto dei suoi membri. Il discorso sulla continentalità, tema principale della riflessione capitolare, entra nella cornice di questo atteggiamento di fondo. Il Capitolo ha chiesto che lo spirito della continentalità (suggerito per la prima volta nel Capitolo di Sagana e confermato in quello di San Paulo) continui ad essere perseguito al fine di migliorare una maggior collaborazione fra circoscrizioni alla luce di un progetto missionario comune che tenga conto degli aspetti pastorali, formativi, economici, di personale, di animazione, ecc.. Nel medesimo tempo ha anche ribadito l’importanza di non confondere questo spirito con la persona del Consigliere continentale, che il Capitolo vuole sia innanzitutto un Consigliere generale, incaricato dal Superiore dell’animazione di un determinato continente. I tre Consiglieri si sono visti assegnare dal Superiore Generale un ambito “geografico” di competenza, ma insieme ad esso anche la responsabilità di approfondire uno dei cinque temi del Capitolo. È questo un servizio che dovranno svolgere nell’ottica di animare e di 15 Attività della Direzione Generale argomento su cui si era concentrata la riflessione dell’ultimo Capitolo. 16 Alcuni appuntamenti Durante questo mese alcuni membri del Consiglio Generale hanno preso parte ad alcune iniziative. Il 4 settembre, il padre Generale ha partecipato a una celebrazione eucaristica di commemorazione per il quinto anniversario della morte di Suor Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata uccisa in Somalia. La funzione si è tenuta a Rezzanello (PC), paese natale di Suor Leonella. I padri Dietrich Pendawazima e Marco Marini hanno invece partecipato a una celebrazione, sempre in ricordo di suor Leonella, che si è tenuta a Nepi (VT), presso la Casa Generalizia delle Missionarie della Consolata, sabato 17 settembre. Sempre sabato 17, in mattinata, il Superiore Generale e padre Ugo Pozzoli hanno partecipato alla cerimonia di beatificazione del Sacerdote cottolenghino, Don Francesco Paleari, che viene ad aumentare il già grande numero di santi torinesi. È stato significativo essere presenti Torino, nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, visto che don Francesco è stato un collaboratore del nostro Fondatore come confessore presso il Convitto Ecclesiastico e come insegnante di filosofia e latino nel seminario dei missionari della Consolata. Nel pomeriggio, ci si è trasferiti a Rivoli per l’inaugurazione del percorso storicomissionario dedicato all’Allamano e al carisma dei missionari della Consolata che padre Giordano Rigamonti ha ideato e fatto installare dai suoi molti e fedeli collaboratori nel giardino della Villa rivolese. L’edificio caro al Fondatore, luogo importante nella nostra fondazione, si è così arricchito di un’ambientazione missionaria moderna ed accattivante, con pannelli che esaltano la bellezza delle fotografie della missione di ieri e di oggi. In questi giorni, padre Salvador Medina ha anche partecipato ad un incontro della da Casa Madre 10/2011 Confederazione Latinoamericana y Caraibica dei Religiosi/e (Clar) con l’Unione dei Superiori maggiori. I temi in agenda erano la situazione haitiana, un progetto di riflessione e azione missionaria di insieme in Amazzonia, i recenti travagli del Vicariato apostolico di Sucumbios (Ecuador). È stato bello ospitare da noi i responsabili della Clar e continuare a conversare con loro di sfide che la Vita religiosa è chiamata ad affrontare oggi in America Latina. Infine, vogliamo farvi partecipi di una decisione presa dal Consiglio Generale proprio in questi giorni. Innanzitutto vorremmo confermare il solito calendario di incontri della Direzione Generale a cui l’Istituto è ormai abituato. Ci troveremo tre volte all’anno, nei mesi di marzo – giugno e novembre. Pensiamo che la scelta fatta da un po’ di direzioni a questa parte sia quella che meglio si sposa con specifiche scadenze a cui la Direzione deve dare risposta. Facciamo dunque tesoro dell’esperienza del passato e confermiamo l’iter solito, a cui l’Istituto è ormai abituato. A questa decisione va però abbinata quella di trascorrere una sessione di Consiglio all’anno in uno dei vari Continenti, possibilmente in occasione e in prossimità di: Incontri degli Organismi Continentali Altri incontri significativi nel Continente Visite (p. es. canoniche) Carissimi confratelli, questo è davvero tutto, almeno per ora. Il resto lo potrete leggere sul documento di programmazione della Direzione Generale e sui vari documenti ufficiali che accompagneranno la nostra azione durante questo sessennio. Vorremmo allegare a queste poche note una preghiera sincera per tutti voi che in tante parti del mondo state costruendo pazientemente il Regno di Dio. Avremo modo di incontrarci e condividere insieme più cose della nostra vita, mettendo insieme le fatiche e le gioie che rendono reale la nostra missione. Vi chiediamo un ricordo particolare alla Consolata e al Fondatore, soprattutto per questi primi mesi di lavoro, tempo speciale Attività della Direzione Generale di programmazione che dovrebbe dare il là al nostro lavoro. Come missionari, sulla scia dei due discepoli di Emmaus che ci hanno accompagnati nel cammino capitolare, lasciamoci ancora una volta avvicinare, sorprendere e cambiare dal Dio viandante, Parola ed Eucaristia. P. Stefano Camerlengo, Superiore Generale P. Dietrich Pendawazima, Vice Superiore Generale P. Ugo Pozzoli, Consigliere P. Salvador Medina, Consigliere P. Marco Marini, Consigliere 17 da Casa Madre 10/2011 Condoglianze a P. Salvador Medina, IMC Comparto con Ustedes la fe en la Resurrección Esther Gómez, nuestra mamá Medina Gómez, murió hoy 29 de agosto, hacia las cinco de la mañana Agradezco mis hermanas/os por el cuidado y el amor. Casa Generalizia LA CONSOLACION DE LA RESURRECCION Al despertar la aurora entre las montanas, mamá Esther entraba en el día sin ocaso Te fuiste con la caricia del cuidado y de la compañía Gracias por tu humilde dignidad y serena energía Gracias por tu humana santidad Gracias por la sonrisa de tus labios y la hospitalidad de tu corazón. Gracias por tus 92 anos en el calvario del amor. 18 Tu hora fue para mi Eucaristía Acción de gracias en Loreto, casa de María Los ángeles te transportaron de la cordillera andina al cosmos divino. Gracias María de Nazareth por el fruto de tu vientre, Jesús. Gracias Estether de Aguadas por los frutos de tu vientre: Daniel, Lindelia, Jairo, Salvador, Anibal, Ruby y Nora De generación en generación, tus hijos, nueras y nietos, te llamaremos Bienaventurada. Tus hijos y familiares, mis hermanos y amigos, te despedimos En la sincronía del tiempo celebramos juntos la Eucaristía sin geografía. Tu eres nuestra oferta, asociada a la de la Virgen Dolorosa. Contigo vivimos la consolación de la Resurrección. No estas muerta mamà, vives en papá Dios. Desde Loreto - Italia, un abrazo fraternal da Casa Madre 10/2011 Settembre 2011 P. Michelangelo Piovano, IMC 1° Settembre: ritorna da Porto San Giorgio la Direzione Generale con i suoi collaboratori e inizia il suo lavoro a servizio dell’Istituto. 7 Settembre: dopo il periodo trascorso a Roma per la licenza in Missiologia parte per il Kenya Padre Stephen Korambu. Mentre lo ringraziamo per la sua presenza semplice e disponibilità nella nostra comunità in questi tre anni, gli auguriamo un buon lavoro e buona missione nella sua patria. Lunedì 26 settembre: salutiamo padre Aquiléo Fiorentini che parte per un periodo di vacanza in Brasile ed in seguito per la sua nuova destinazione alla Regione Amazzonica (Roraima). Lo ringraziamo per i suoi lunghi anni di servizio all’Istituto e presenza qui a Roma, prima come Consigliere e poi come Superiore Generale. La sua partenza e disponibilità per la missione è per tutti noi motivo di stimolo ed esempio di dedicazione per la causa del Regno. Casa Generalizia DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA 29 settembre: alcuni membri della comunità partono per Torino dove parteciperanno alle professioni perpetue e ordinazioni diaconali di 4 professi del Seminario Teologico e alla Ordinazione sacerdotale del Diac. Ermanno Savarino nella sua Parrocchia di Chieri (TO). In questi giorni, poco alla volta, le varie Regioni o Delegazioni rinnovano le loro Direzioni regionali: ne veniamo a conoscenza attraverso la Direzione Generale che è al lavoro in questo mese nel Consiglio per la conferma di queste elezioni e per la Programmazione capitolare. Anche in questo mese non mancano le visite di confratelli che si fermano con noi alcuni giorni: Mons. Mukobo, P. Luciano Scaccia, P. Ettore Viada, P. Ezio Roattino, P. Pietro Parcelli, P. Daniel Mkado e P. Paco Lopez. Il 18 e 25 settembre: arrivano dal Tanzania P. Cyrus Karuthi e dalla Costa d’Avorio P. Victor Kota, destinati alla nostra comunità per studi. 19 da Casa Madre 10/2011 Casa Generalizia grazie e saluto a padre aquileo 20 da Casa Madre 10/2011 Casa Generalizia 21 da Casa Madre 10/2011 Portogallo Vita nelle Circoscrizioni 22 Pe. Zintu: Um missionário que regressa a casa P. Jaime Marques, IMC Já passaram alguns dias desde que fomos acompanhar o saudoso P. Zintu ao aeroporto a fim de ele tomar o avião que o levaria à Itália. Acompanhado pelo P. Carlos Matias e rodeado de todas as precauções para que a viagem decorresse o melhor possível, não restavam dúvidas, que tudo iria pelo melhor, como de facto aconteceu. No aeroporto de Malpensa encontravam-se diversos familiares seus, irmãos e sobrinhos que o esperavam com ansiedade e o acolheram com grande alegria. Da parte do Instituto estava o P. Giano, Superior da Comunidade de Alpignano, o qual fez questão de ir pessoalmente ao encontro do P. Zintu, de o levar a Alpignano e, logicamente, de o introduzir naquela comunidade. Dias antes da partida o grupo de Renovação carismática reuniu-se em nossa casa um razoável número de carismáticos, entre os quais não faltou o seu grande amigo Con. Janela. P. Zintu presidiu a uma Concelebração durante a da Casa Madre 10/2011 qual deu largas ao seu coração mostrando toda a simpatia, saudade e agradecimento. As suas palavras proferidas na homilia ficaram bem gravadas no coração de todos os presentes. Estes, por sua vez, agradeceram ao P. Zintu tudo o que tinham recebido dele. Depois da Celebração Eucarística ainda se reuniram na sala para o cumprimentar pessoalmente. Não faltou o corte e partilha do bolo e um brinde muito sincero. A comunidade da Casa Regional quis viver em profundidade este momento. O Superior Provincial interrompeu as suas férias para estar presente. Juntaram-se a nós os Confrades do Cacém e o P. Darci. Compareceram também diversos amigos. A Concelebração, presidida pelo P. Zintu, foi o momento culminante. Um momento de grande intimidade, de oração e reflexão. Obrigado P. Zintu pelo seu exemplo de alegria, de oração e de vida comunitária. A sua partida vai deixar um grande vazio entre nós. P. Antonio Vismara e Consiglio Etiopia I.QUADRO STATISTICO DELLA REGIONE. Ordinazioni nel sessennio: 4 (+ 3 diaconi pronti per l’Ordinazione) Situazione attuale del personale della Regione: In questi sei anni nessuno ha lasciato l’istituto. Un Padre è morto. Età media: 57.3 Salute generalmente buona Padri 17 Fratelli 3 Movimento del personale negli ultimi 6 anni (incluso Djibouti): 19 Alcuni hanno chiesto di lasciare l’Etiopia e furono destinati ad altre Regioni, altri hanno lasciato per studio. Vocazioni: Seminario minore: 6 Seminario filosofia: 5 Teologia all’estero: 5 DESCRIZIONE DELLA CIRCOSCRIZIONE IN GENERALE. La Conferenza Regionale si era proposta come priorità assoluta di ridurre il più possibile i numerosi progetti di sviluppo sociale, molto costosi finanziariamente e troppo impegnativi per il missionario responsabile. La direzione era: consegnarli al Governo, o passarli alla Diocesi di Meki. Questo al fine di liberare i missionari da molti impegni sociali e renderli più liberi di dedicarsi al lavoro pastorale: fine primario della nostra presenza in Etiopia. I progetti poi dovevano essere integrati nel lavoro pastorale come espressione di carità evangelica. Durante il sessennio non è stata fatta nessuna nuova apertura Etiopia Nuovi Padri in arrivo...2 Vita nelle Circoscrizioni REGIONE ETIOPIA 23 da Casa Madre 10/2011 Etiopia Un altro obiettivo era quello di vivere l’interculturalità di cui è composta la Regione, creando comunità locali internazionali e approfondendo questa realtà con seminari di formazione permanente. Un cammino che dovrà essere continuato perché venga consolidato. L’animazione missionaria e vocazionale è stata l’altra grande priorità della Regione nel sessennio. A questo scopo si è aperto un centro di animazione giovanile a Modjo, diretto da un confratello Etiopico a tempo pieno e che a richiesta visita anche parrocchie e gruppi giovanili a livello nazionale. Vita nelle Circoscrizioni Sono state cedute alla Diocesi di Meki la missioni e le opere di Asella, di Wonji e di Negelli. Shashemane è la prossima in lista da consegnare alla Diocesi: a Maggio 2011. Mentre al Governo sono state cedute quattro scuole. 24 L’ospedale di Gambo:che prima era esclusivamente diretto e amministrato dall’IMC, ora la responsabilità generale viene condivisa con altre due Associazioni di volontari dalla Spagna. E il “Board of Governors”, appena creato è il responsabile ultimo dell’andamento generale di tutto l’Ospedale (personale e finanze incluse). Questa struttuta è già effettiva e corona il sogno della Regione di dare una sistamazione definitiva a questa opera importante. Con le Suore Missionarie della Consolata esiste un rapporto di mutuo rispetto e collaborazione, che è andato migliorando nel tempo. Il Vescovo di Meki ha diviso la sua Diocesi in tre grandi Zone Pastorali:la parte centrale è per se; una è già stata affidata ai Cappuccini e l’altra intende affidarla all’IMC. Noi non abbiamo ancora dato una risposta ufficiale e comporta la nomina di un Vicario Episcopale. La Conferenza Episcopale Etiopica ci ha interpellati perché come Missionari della Consolata apriamo un Santuario Nazionale della Madonna Consolata nella missione di Modjo. Il motivo principale è perché l’Allamano ha fondato l’Istituto della Consolata per l’Etiopia. Se la proposta ci onora, il discernimento della Regione è stato negativo per mancanza di personale. Anche qui, la risposta ufficiale, pur da Casa Madre 10/2011 urgente, non è ancora stata data, in attesa di tempi migliori. II. SITUAZIONE ATTUALE DEL PAESE E NOSTRA PRESENZA IN ETIOPIA L’Etiopia sta vivendo una trasformazione epocale sia sul piano sociale che economico. Questo sta avendo un grande influsso positivo e qualche ombra oscura nel campo religioso ed ecclesiale. E’ indubbio che il Paese ha avviato una grande corsa di sviluppo a tutti i livelli. La presenza massiccia della Cina, dell’India e di altri paesi orientali ha decisamente innescato una marcia elevata nel cammino di sviluppo. Per certi versi il Paese è irriconoscibile anche semplicemente dal punto di vista di costruzioni, fabbriche, hotels, residenze per i ceti medi della popolazione, centrali elettriche, strade. Le grandi città, e non solo,sono ormai un cantiere aperto e in continuo sviluppo. Il governo ha dato un grandissimo impulso anche all’educazione: praticamente ha già quasi coperto totalmente il paese e le zone rurali con scuole elementari, medie e superiori. Tantissime Università sono state aperte nelle principali città del paese, con apertura dei più svariati campi di livello universitario. Tutta la popolazione è impegnata in un grande sforzo di aggiornamento accademico in vista non solo di accesso ad elevate cariche, ma anche semplicemente per non essere tagliati fuori dal grande processo di sviluppo con il pericolo di perdere poi il posto di lavoro che hanno. Lo sviluppo così veloce come lo stiamo sperimentando oggi in Etiopia porta inevitabilmente anche gravi oneri nel costo della vita. L’inflazione è attestata al 17%. Per cui anche i recenti aumenti di salario degli impiegati Governativi (e di conseguenza anche nostri) del 40%, raramente sono aiuto sostanziale per affrontare il costo della vita. Lo sforzo di sviluppo di un paese come l’Etiopia che conta ormai più di 80 milioni di abitanti è immane. Ma è proprio questa ideologia dello sviluppo a tutti i costi che rischia di spaccare il Paese in ricchi (stra-ricchi) e poveri (sempre più poveri). L’Etiopia di oggi rappresenta una grande sfida, che va affrontata e sentiamo la chiamata a lasciarci coinvolgere in pieno nel suo cammino di sviluppo. Sentiamo tuttavia la necessità di chiarire la nostra visione e di conseguenza le nostre scelte di missione, che ora sembrano piuttosto confuse. Ma ciò non è ragione per “tirare i remi in barca”, quanto necessita di scelte profetiche per il futuro di questa chiesa. Dal punto di vista religioso, questa enorme concentrazione sullo sviluppo economico sta portando di fatto ad un secolarismo diffuso, anche nelle sfere della Chiesa. La reazione contro questa situazione è una radicalizzazione delle sette e delle chiese protestanti. La chiesa ortodossa vive un momento di ‘revival’ soprattutto a livello economico. Moltissime nuove chiese sono costruite in tutto il paese con fondi degli emigrati etiopi in America e in Europa. Inoltre sta facendo molti investimenti in campo edilizio e bancario per il proprio futuro sostentamento. La Chiesa cattolica, rimane sempre con il suo sparuto numero di fedeli e non sembra muoversi tanto da un punto di vista pastorale. E’ molto impegnata nelle opere sociali e caritative, e in questo dispone di risorse elevate e dà certamente un esempio potente di lavoro, ma la crescita numerica rimane un serio punto di domanda per tutti noi: cosa non funziona nel nostro modo di evangelizzare? Anche noi IMC, siamo sempre tentati di valutare la missione dalle grandi opere. Così siamo anche visti e valutati dalle autorità governative ed ecclesiali. Opere costose sotto molti punti di vista, e che sembra impossibile frenare. III. IL POSITIVO CHE ANIMA LA REGIONE. l’Etiopia è la missione che il Fondatore ha sempre sognato per il suo Istituto. Per cui, pur vivendo attualmente momenti molto difficili e aridi, noi siamo convinti di essere al centro e nel Sforzo comune per fronteggiare le difficoltà finanziare (cassa comune) e burocratiche. IV. IL NEGATIVO CHE CI FRENA NEL CAMMINO. Avvicendamenti eccessivi e non sostituiti. Molti, troppi avvicendamenti (senza sostituzione) sono avvenuti negli ultimi tempi. Alle volte si ha l’impressione (condivisa anche da molti confratelli Etiopici che sono all’estero) che ciò avvenga come strategia di smantellamento della Regione. Gli avvicendamenti vanno bene e fanno bene a tutti (a chi va e a chi resta), ma è necessario valutare la necessità di forze per le nostre opere. In caso contrario si toglie l’entusiasmo per il lavoro missionario, già arido per sua natura in Etiopia. Sappiamo per esperienza come il lavoro in Etiopia è complicato dal fatto che il Governo Etiope non rilascia permessi di residenza a missionari stranieri come tali. La sensazione che abbiamo è quella di essere ‘tollerati’ per via dei progetti sociali (educazione, sanità, sviluppo, ecc) per i quali concede un “permesso di lavoro” rinnovabile ogni anno. Tuttavia, entrare nel Paese sotto questa formula è già una grande fortuna. Infatti in diversi paesi del mondo non si da neppure tale possibilità. Ma questa da Casa Madre 10/2011 Etiopia La Chiesa Cattolica in Etiopia è impegnata in grandi e costose opere sociali, che condizionano tutta l’attività e l’organizzazione. C’è un impegno di comunicazione tra noi: gli incontri regionali, con ritiro spirituale bimestrali e revisione e pianificazione dei programmi a livello di comunità locali e a livello regionale. Questo favorisce la fraternità e lo spirito di famiglia, dove i problemi di uno diventano problemi di tutta la regione, che insieme cerca la soluzione. Vita nelle Circoscrizioni cuore del Carisma. 25 Finora il Segretariato della Chiesa Cattolica e i Vescovi non sono riusciti (voluto?) ad ottenere altre agevolazioni dal Governo in materia di ‘Work Permits’ per missionari, per cui la nostra presenza è legata a progetti di sviluppo, coinvolgimento finanziario molto accentuato, documentazione specifica molto dettagliata ed esigente al fine di ottenere il permesso di lavoro. Inoltre i tempi di procedura sono generalmente molto lunghi e il risultato imprevisto. Vita nelle Circoscrizioni Etiopia formula: progetto sociale -permesso di lavoro e residenza, da rinnovare ogni anno, diventa un grosso impegno finanziario ed emotivo. 26 da Casa Madre 10/2011 L’unica scappatoia potrebbe essere la convenzione speciale che il governo etiope ha con il Kenya, per cui un cittadino keniota può permanere nel paese per il periodo di un anno come turista, senza nessuna procedura speciale. Tuttavia queste persone non possono svolgere nessun tipo di lavoro. Svolgere qualsiasi tipo di lavoro senza permesso è punibile per legge. Questo è quanto capitato ad alcuni confratelli Keniani. A questo proposito è stata fatta una campagna sistematica, diffamatoria nei confronti della Regione e della sua direzione, che non è ancora terminata. Fr. Jean-Marie Bilwala-Kabesa, IMC ineffective. He returned to the Father’s House in the early hours of Friday 12 August. On 17th August he was buried in IMC cemetery (Mathari - Nyeri). The farewell began with the Holy Mass in Consolata Shrine in Westlands – Nairobi where we noticed the presence of the Cardinal and all the bishops of Kenya. In these days, the Kenyan Episcopal Conference members are in the meeting in Nairobi. As soon as they were informed on the program, they made up their mind to cancel their meeting of 17th August morning program in view of joining us in Consolata Shrine in Westlands – Nairobi and saying “Good Bye” to our Confrere. The Holy Mass was presided over by the Cardinal John Njue and concelebrated by all the bishops of Kenya and many priests. The Church was full of people: Consolata Sisters, other Sisters of several Congregations and other Christians. The Eucharistic celebration da Casa Madre 10/2011 Kenya At the end of his mandate in the Consolata Generalate in 2005, and being 78 years old, we might think that he was ripe for retirement in his beloved country Italy, but obedience demanded that he returns to Kenya. Upon arrival he joined the formation team of Allamano theological House in Langata. In 2009 he accepted the appointment by His Eminence John Cardinal Njue as Postulator for the Cause of Beatification of the Servant of God Maurice Michael Cardinal Otunga. As part of his duties as Postulator he traveled to Rome on 28 May this year and returned to Nairobi on 30 July. Unfortunately during his stay in Italy he had developed a serious bronchopneumonia. Unaware of the gravity of his state he decided not to postpone his return to Kenya. On 31st July he was taken to The Nairobi Hospital. The infection of the lungs was already very extensive and all the care afforded to him during 12 long days proved Vita nelle Circoscrizioni Fr. ANTHONY BELLAGAMBA: ETERNAL REST 27 Kenya Vita nelle Circoscrizioni 28 started at 10: 34 am and finished around 13: 27 pm. The cardinal John Njue praised the Lord for the outstanding work done by our Confrere, the late Fr. Anthony Bellagamba and prayed the Lord to grant to him eternal rest in His Kingdom. In this vein, Fr. Cellana Franco, Regional Superior, also thanked the Lord for the outstanding missionary work done by Fr. Anthony Bellagamba and thanked the Kenyan Episcopal Conference by the presence of the Cardinal John Njue and the bishops without forgetting priests, sisters and all the people who joined us. According to Fr. Franco Cellana, since Consolata Missionaries have been serving people in Consolata Shrine, this was the first occasion to notice the presence of the Cardinal and all the bishops during the Eucharistic Celebration. After the Mass in the Shrine, it was another journey towards Nyeri where our Confrere, Fr. Anthony Bellagamba, got his eternal rest. But before being buried, another Holy Mass was said and presided over by Nyeri Archdiocese Vicar General in view of giving the opportunity to those who did not attend the Holy Mass in Consolata Shrine in NairobiWestlands. After this, Fr. Franco Cellana did the burial ceremony and lastly our Confrere, Fr. Anthony Bellagamba was accompanied to his eternal place. The ceremony was ended by a special moment of conviviality (Lunch) which was organized by the IMC Kenyan region through the community of Mathari Seminary Propedeutic. In general, everything was wonderful and well organized! Thanks be to God. A spiritual and missionary giant It would be unfair to try and depict here in a few words Fr. Anthony Bellagamba’s spiritual and missionary stature. However, he was certainly a man for others; he was a great preacher and proclaimer of the Word of God. Our former General Superior Fr. Peter Trabucco with whom he worked in the government of the Institute for six years describes him as follows: “I could count on his fraternity, collaboration, and support. Gifted with a rich intelligence he never imposed on others his vast cultural curriculum. I remember him also as a man of prayer: he had the habit of sitting in his office, lighting a candle, and beginning his reflections with the Word of God in his hands”. His da Casa Madre 10/2011 love for contemplation and reflection enabled him to write in the early 1990s, while lecturing at CHIEA, three books: one entitled Marriage Enrichment, about Living the Beatitudes in Married Life, the second on entitled The Mission of the Church, as a reflection and commentary on the Encyclical Redemptoris Missio of Pope John Paul II, and the third entitled Mission and Ministry… in the Global Church, on the challenge of globalization to the missionary activity of the Church. The first two of these books bear the imprimatur of Maurice Michael Cardinal Otunga. Fr. Anthony Bellagamba’s life of self-giving on behalf of the spread of the Gospel in Africa, America and Europe, calls to our minds the Lord’s praise of the enterprising servant in the Gospel of Matthew (25:21): “Well done, my good and faithful servant! Come; share your master’s joy!” May the soul and the souls of all the faithful departed through the mercy of God rest in peace. Amen P. Sandro Carminati, IMC Mi permetto far giungere a tutti queste notizieinformazioni: 1- Nell’ultimo breve Consiglio regionale del 29 agosto scorso sono stati destinati i seguenti Confratelli: p. Mazzoleni Gaetano a Bravetta; p. Lamberti Lorenzo, a Santa Maria a Mare; p. Stefano Bonifetto, a Vittorio/Nervesa; p. Tesio Sergio, a Certosa di Pesio; p. Baldasso Efrem a Galatina; i pp. Giovanetti Giuseppe, Mattei Luciano e Magnino Giovanni alla Casa Madre. 2- Per quanto riguarda la formazione di base: i seminaristi dell’anno di servizio 2011-12 sono stati assegnati a queste comunità: alla regione Portogallo, Tesha Antipas; alla Casa Madre Torino, Juan Carlos Araya; alla parrocchia di Santa Maria a Mare, Daniel Handino; alla comunità di Bedizzole, Nicholas Omondi; alla parrocchia di Platì/Natile, Dawinso Licona; alla parrocchia di Galatina, Kennedy Orero. Il giovane Renato Francesco Maizza, avendo concluso i suoi studi di teologia a Santa Maria a Mare, è stato ammesso all’anno di noviziato. Questa tappa formativa la vivrà nella sede Martìn Coronado, Buenos Aires, a partire dall’inizio di gennaio 2012. 3- In campo amministrativo: dopo un lungo A- Professioni perpetue e Diaconato di quattro nostri chierici del seminario di Bravetta: GABRIEL J.O. KWEDHO, MATTHEW KIREMA, JOSEPH MWANIKI e SEBASTIEN NTOTO. Le cerimonie saranno celebrate: voti perpetui, nel santuario della Consolata il 29 settembre; il diaconato in Casa Madre per l’imposizione delle mani di Mons. Pante Virgilio, vescovo di Maralal. B- Ordinazione sacerdotale del p. SAVARINO ERMANNO a Chieri (TO) il 1° ottobre, per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia. C- Domenica 9 ottobre, in Casa Madre, concelebrazione di ringraziamento al Signore per i nostri confratelli Giubilari: - 80° di professione religiosa: p. GIUSEPPE CAFFARATTO; - 70° di professione religiosa: p. SILVANO SABATINI; - 60° di professione religiosa: p. ERNESTO TOMEI, p. FRANCESCO PAVESE, p. LUIGI TOMA, p. CLEMENTE BARLOCCO, p. MARIO SPANGARO, p. ANTONIO ROBERTI e fr. LIDUINO LANZI; - 50° di professione religiosa: p. GIAN CARLO GUAZZOTTI, p. DANIELE ARMANNI, p. PIERINO GAIERO e p. BRUNO BORDIN. Il p. Magnino Giovanni invece è stato incaricato di gestire il nostro ufficio presso il santuario della Consolata. A tutti loro, l’invito in Casa Madre e il nostro più sincero augurio unito al ringraziamento per la testimonianza di fedeltà al servizio della chiesa missionaria. Presiederà l’eucaristia il novello sacerdote p. Ermanno Savarino come ringraziamento comunitario al Signore per il dono ricevuto del sacerdozio missionario. di Reggio nell’Emilia per consegnare alla Diocesi il servizio pastorale affidatoci a San Valentino. 5- Si avvicinano alcuni appuntamenti importanti ai quali tutti siamo invitati a partecipare con la vicinanza, la preghiera e/o la partecipazione attiva: D- Nella stessa domenica, 9 ottobre, sono pure stati invitati i parenti dei missionari che fanno riferimento alla Casa Madre di Torino, per l’incontro annuale: la loro presenza renderà più solenne la nostra festa/celebrazione. da Casa Madre 10/2011 Italia discernimento, unanimemente si è giunti alla determinazione di chiudere la nostra Libreria di via Cialdini per il prossimo 31 dicembre. 4- Già è stato avviato il dialogo con il Vescovo Vita nelle Circoscrizioni LETTERA DEL SUPERIORE REGIONALE 29 l’incontro programmato qui a Torino nei giorni 26 e 27 settembre, a nome della nuova Direzione regionale, invito e convoco i Superiori locali per un incontro nella nostra casa di Bedizzole a partire dal 24 ottobre fino al 27 a mezzogiorno. La finalità sarà quella di avviare l’approfondimento dei documenti dell’XII Capitolo generale sia in vista della Vita nelle Circoscrizioni Italia 6- Dopo aver ricordato a tutti gli Animatori 30 da Casa Madre 10/2011 loro applicazione nelle comunità locali, come la preparazione alla prossima Conferenza regionale. 7- La Conferenza regionale sarà celebrata, a discrezione della nuova Direzione regionale, nella primavera del prossimo anno, dopo un adeguato tempo di preparazione individuale e comunitario. Asamblea regional 2011 1. Breve descripción de la Región 1.1.Ubicación y organización Los Misioneros de la Consolata presentes en Colombia desde el 12 de diciembre de 1947, fiesta de la Virgen de Guadalupe, “pedagoga de la evangelización inculturada” en el Continente, en compañía, unas veces, de las Hermanas Misioneras de la Consolata desde 1950 y otras de los Laicos Misioneros de la Consolata y otras fuerzas, hemos buscado la misión ad gentes y una Organización de apoyo a la vida del IMC y de la misma misión. Desde el inicio: a) una coordinación y unos servicios de apoyo en Bogotá (capital) para la logística en general, b) algunos lugares de misión necesitados de presencia de Iglesia (lejanos y de difícil acceso, donde otros no quieren o no pueden ir) y de promoción humana (pobres), inicialmente ofrecidos por la Arquidiócesis de Bogotá a lo largo del rio Magdalena, entre campesinosmestizos y después (1950) en un “territorio misionero” propio, buscado por el Instituto y confiado por Propaganda Fide, al sur del país, en el Caquetá – Putumayo. Territorio amazónico en las fronteras entre Colombia, Ecuador y Perú, con su “comunidad de vida” humana (campesinos-colonos y pueblos originales-indígenas) y otras formas biodiversas, d) formación en la Casa Apostólica de San Félix – Calda y el Seminario en el Barrio Galán de Bogotá, inicialmente. Más tarde también en Medellín con el seminario para Vocaciones adultas, en Bucaramanga con el Noviciado continental y el Teológico internacional en El Vergel - Bogotá. La formación ha pasado por múltiples búsquedas y varias experiencias significativas que esperan una evaluación institucional. Actualmente La Región, llamada hoy Colombia-Ecuador, se orienta por un Plan de vida y misión registrado en le Documento de la Conferencia Regional (2007), elaborado en Asamblea regional y debidamente aprobado por la Dirección General (Roma, 9 de junio de 2007). Para su funcionamiento se articula desde el Consejo Regional compuesto por el P. Salvador Medina, Superior regional y Renzo Marcolongo Vice superior, Armando Olaya, Peter Ssekajugo y Joaquín Pinzón, con un Consejero que sirve de puente con la Formación y la AMV, otro con la misión en el mundo étnico (indígenas y afro descendientes), otro con la misión en el Vicariato de San Vicente Puerto Leguízamo y la misión en la Frontera Colombo-peruano-ecuatoriana y otro en la Administración, haciendo parte del Consejo Administrativo. Esta organización corresponde a los diferentes rostros de la misión ad gentes que se han venido constituyendo en áreas y “opciones misioneras”. Cada una tiene su respectivo coordinador o animador: • La Administración: el Administrador Regional (P. Adalberto López) con el Consejo de administración (PP. Renzo Marcolongo, Ugo Bendramin, Benjamin Martínez, George Kibura, Javier Velásquez, Angelo Casadei, los revisores fiscales internos (PP. Juan Pablo de los Ríos y Manuel Henríques Dias) y uno externo que es María Cristrina Camacho, quien al mismo tiempo ejerce como Contadora, el Equipo de Contabilidad y auxiliares), la Comisión de Educación y Colegios, coordinada por el P. Luis Duravia y la Oficina de solidaridad misionera (Antonio Bonanomi, Adalberto López, da Casa Madre 10/2011 Colombia c) “propaganda vocacional” específica en las zonas vocacionales (Caldas, Antioquia y Cundinamarca) y, más tarde, Bucaramanga. e) Servicios especializados a la Iglesia en Colombia y a otras entidades, especialmente educativas. Vita nelle Circoscrizioni Relación de la Región imc Colombia-Equador 31 Colombia Vita nelle Circoscrizioni 32 Renzo Marcolongo, Nubia Gamboa, Kennedy Kimathy y Benjamín Martínez); excluidos, pobres y empobrecidos (Magdalena Medio y Caquetá – Putumayo), abriéndose inclusive a la vecina Venezuela. • La Formación de base: un Equipo de Formación que integra el procesos desde el Propedéutico hasta la Teología, pasando por la Filosofía; Hacia el final de la década de los setenta e inicio de los años ochenta, los misioneros evidenciaron, más claramente, que la misión ad gentes, en el Continente, pasaba por las culturas y sus dimensiones religiosas diferentes (Indígenas y Afro descendientes). Identificaban así al “otro”, diferente y pobre, sujeto para el dialogo cultural y religioso, necesitado del acompañamiento en el capo de la promoción humana. • La AMV, Comunicación y memoria (revista, otras producciones) con un coordinador especifico y un equipo de animadores (P. Guillermo Gómez en Manizales, Diaconos Too Clarius y Samuel Kibara, P. Guillermo Narváez en Medellin, P. Manuel Henríques Dias en Bucaramanga, el Equipo integrado por representantes de las Comunidades Formativas, de los LMC y de las MC, en Bogotá) articulado desde el Centro de Misión y Culturas José Allamano – CMC (PP. Alonso Álvarez, Antonio Bonanomi y Renzo Marcolongo); • La Misión con los Pueblos Indígenas (P. Armando Olaya) • La misión con los Afro descendientes (P. Venanzio Mwangi). Estas dos opciones buscan articularse continentalmente, apoyados en los procesos continentales de la(s) Iglesia(s) y la sociedad civil organizada. • La misión con los campesinos en el Vicariato de San Vicente Puerto Leguízamo busca articularse con la pastoral indígena, la pastora de frontera, los procesos de la pastoral social, “vida, justicia y paz” de la Conferencia Episcopal colombiana, etc. • Una Comisión para la búsqueda y animación de una Espiritualidad misionera de la Consolata, que funcionó inicialmente pero que actualmente no existe. 1.2. Proyecto misionero La ubicación geográfica inicial (periferias de las ciudades, de las Iglesias Locales y del país) han sido la consecuencia de una opción por los lejanos, los alejados, da Casa Madre 10/2011 Se fue definiendo, entonces, la presencia misionera ad gentes de la Región, ampliándose inclusive al Ecuador y últimamente al Perú, sugiriendo, como lo propone la X Conferencia Regional, el cambio de nombre: de Región Colombia-Ecuador a Región Andina (X C.R. 221). Opciones y presencias misioneras actuales: 1.2.1. con campesinos-colonos (Caquetá – Putumayo), 1.2.2. con pueblos indígenas (Caquetá – Putumayo, Cauca, Riobamba, Diócesis de Cartago, Sucumbios 1.2.3. con Afro descendientes (María La Baja, Cali y Bogotá a través de las Comunidades Formativas), 1.2.4. con periferias urbanas (Guayaquil y algunas presencias esporádicas en Bogotá, Medellín, Bucaramanga, a través de las Comunidades Formativas y los LMC). 1.2.5. con juventudes (parroquias, colegios, universidades, Iglesias Locales, sociedad en general) Servicios a la Iglesia Católica y al Reino de Dios 1.2.6. Animación Misionera de la Iglesia Católica en los diferentes países, de las Iglesias Locales, la Vida Religiosa y la sociedad en sus diferentes organizaciones. 1.2.7. Parroquias urbanas: Bogotá, Manizales, Bucaramanga, Cartagena, Florencia, San Vicente, etc. 1.2.8. Educación formal, misionera y de calidad, a través de Colegios: José Allamano de Bogotá, Consolata de Bucaramanga y Gimnasio la Consolata de Manizales. 1.2.10.Escuelas de Perdón y reconciliación (P. Leonél Narváez y su Fundación para la Reconciliación). Servicios a la Familia Consolata (IMC – MC – LMC) 1.2.11.Propuesta y acompañamiento vocacional específico para la misión 1.2.12.Comunión y colaboración con 1.2.13.Formación de base y continuada de los Misioneros de la Consolata. 1.2.14.Administración y economía para la misión. 1.2.15.Dirección Regional. 1.3. Criterios de gestión durante el último sexenio 1.3.1. Con el Consejo Regional: corresponsabilidad y diálogo, distribución coordinada de la gestión en la cual cada Consejero asume la animación de una o más áreas de la misión confiada al Superior con su Consejo. 1.3.2. Con el Administrador Regional: acompañamiento permanente, amigable, respetuoso y sincero, diálogo personal y confrontación en el Consejo, invitación permanente a mirar las misiones y los misioneros más necesitados, a apoyarse en el Consejo de Administración y en un plan regional de administración que incluya el cuidado y la valorización del patrimonio, buscando inversiones limpias, al servicio del Instituto y la misión. 1.3.3. Con las otras Circunscripciones del Continente: participación y colaboración de acuerdo con las acciones o procesos acordados en común, sin indebidas intromisiones, ni siquiera en el Noviciado continental. 1.3.4. Con la Dirección General: comunión, colaboración y autonomía responsable da Casa Madre 10/2011 Colombia 1.2.9. Iux Comitionis en el Vicariato de San Vicente Puerto Leguízamo. las Misioneras y los Laicos Misioneros de la Consolata. Vita nelle Circoscrizioni y Soplin Vargas, en Bogotá a través de la Comunidad del Teológico). 33 Colombia intentando resolver las diferentes situaciones y acudiendo a ella solo lo indispensable. 1.3.5. Con la Iglesia Institucional: comunión, participación y colaboración ofreciendo y negociando siempre, a través del diálogo y los convenios, nuestro carisma misionero ad gentes y de la Consolata. Vita nelle Circoscrizioni 1.3.6. Con la Vida Consagrada: participación activa, sin comprometer el ministerio ni el Instituto en programas o proyectos no debidamente consultados. 1.3.7. Con la sociedad civil: participación crítica responsable, ajustada a la legislación de los países, de los pueblos autóctonos y de las organizaciones civiles y sociales. 1.3.8. Con la Institución de la Consolata - IMC: cuidado y 34 da Casa Madre 10/2011 cultivo de una identidad clara y comprendida por los otros, defensa dentro de la justicia y la verdad, representatividad pronta, sencilla, seria y no mediática. 1.3.9. Con la Familia de la Consolata (IMC – MC – LMC- ex alumnos – amigos, familiares y bienhechores, puente misionero, etc.): convocación al proyecto común de misión a través de la información y la comunicación personal, física y virtual. 1.3.10.Con los diferentes proyectos de misión (indígena, afro, comunicación, educación y formación, evangelización, justicia y paz, ecología, etc.): presencia, acompañamiento discreto y firme, búsqueda de una reflexión, espiritualidad y proyecto misionero común, motivación para participar en las redes de acción a nivel local, 1.3.11.Con las Comunidades Locales: conformación dialogada, visita-presencia amable, discreta y frecuente, búsqueda de estabilidad, promoción de encuentros zonales y regionales, de diálogo comunitario, animación para una gestión común de la vidaorganización, la misión-proyecto y la economía-administración. 1.3.12.Con la persona del misionero: acogida, respeto, diálogo, acompañamiento referido siempre a la Comunidad Local, valoración y búsqueda de su promoción integral. 1.4. Tareas confiadas a la Dirección Regional, al servicio de un Proyecto Regional (los números corresponden al Documento de la X Conferencia Regional, 2007) 1.4.1. Interculturalidad Propuestas-tarea Proyecciones (propuestas no realizadas o solo parcialmente implementadas) 1. Continuar con la conformación, formación y consolidación del Equipo Misionero de la Frontera colombo-peruana-ecuatoriana. 2. Continuar, ampliar y profundizar la reflexión sobre la pedagogía y espiritualidad de la Interculturalidad. Misionera y Propuestas-tarea Continuar el proceso de revitalización y reestructuración del Centro de AMV de Bogotá. Proyecciones (propuestas no realizadas o solo parcialmente implementadas) 1. Evaluar el proceso del CMC, clarificando, diferenciando e integrando la Animación Misionera y la Vocacional. 2. Evaluar la articulación y validez u oportunidad de los Centros de AMV con el CMC a la luz del Proyecto de AMV Regional, que existe pero debe ser revisado. 3. Constituir un Equipo o Comunidad de AMV, con una misión a nivel regional, integrado por miembros de la Familia Consolata (IMC, MC, LMC). 4. Inventar la AMV en el Ecuador y en el Perú, integrada a la de Colombia y en sintonía con la del Continente. 5. Estudiar la posibilidad de un espacio de AMV y formación (propedéutico?) en La Unión – Valle, con sede en la granja ecológica ofrecida por el P. Carlos Zuluaga y su familia al IMC, que podría cubrir las Iglesias Particulares de Popayán, Cali, Palmira, Buga, Cartago, Armenia, Pereira, Manizales y Medellín. 6. Fortalecer la Opción por las Juventudes, la propuesta y el acompañamiento vocacional específico y diferenciado (Presbíteros, Hermanos, Misioneras y Laicos) en todos nuestros lugares de presencia y a través de una articulada animación misionera de la juventud. da Casa Madre 10/2011 Colombia Continuar y fortalecer la experiencia de la internacionalidad y el proceso de la interculturalidad, insistiendo en la conformación de Equipos Misioneros y Comunidades Locales interculturales y fomentando la pedagogía de la interculturalidad. 1.4.2. Animación Vocacional Vita nelle Circoscrizioni continental y mundial, tanto al interno del IMC como de la Iglesia y la Sociedad. 35 Colombia 7. Integrar la Memoria (recuperación, conservación y comunicación de la historia misionera del Instituto, sus Misioneros y comunidades) y la Comunicación en todo el andamiaje de la AMV. 1.4.3. Administración Propuestas-tarea Acompañar al Administrador Regional en la elaboración y ejecución de un Plan de Administración al servicio de una misión con recursos locales… Proyecciones (propuestas no realizadas o solo parcialmente implementadas) Vita nelle Circoscrizioni 1. Continuar en el proceso de consolidación del Proyecto Regional de Misión y de Administración al servicio de la misma, con apertura y participación continental. 36 1.1.6. Misión ‘ad gentes’ Propuestas-tarea 1. Confirmar nuestras opciones misioneras ad gentes… y operativizarlas decididamente, por medio del Proyecto de misión de la región, destinando misioneros a cada una de ellas y buscando tejer una red de comunicación y colaboración entre los Misioneros que trabajan en el mundo indígena y Afro… en América Latina, dentro del espíritu de la “Continentalidad IMC”… 2. Continuar nuestra presencia en el Ecuador integrándola más armoniosamente al Proyecto de la Región, desde la opción por los indígenas, las periferias urbanas y buscando implementar la AMV. 3. Aprobar la propuesta de asumir la nueva jurisdicción eclesiástica de Puerto Leguízamo… Proyecciones (propuestas no realizadas o solo parcialmente implementadas) da Casa Madre 10/2011 1. Continuar con la consolidación del Equipo y la misión en la Frontera colombo-per uana-ecuatoriana, integrando a nuestra misión el cuidado de la creación (ecología) y visualizándola a nivel continental (Venezuela – Brasil). 2. Iniciar la AMV en el Ecuador (desde Licto?) y en el Perú (desde la Diócesis de Cajamarca?), coordinada con la de Colombia y del continente. 3. Continuar los diálogos con los Arzobispos de Popayán (cualificar nuestra misión) y Cartagena (entregar nuestra misión en el 2013, cuando cumpliremos los 25 años), con los Obispos de Cartago (clarificar nuestra presencia) y Buenaventura (consolidar nuestra opción Afro por el Pacifico). 1.1.7. Estructura y re-estructuración Propuesta-tarea 1. Establecer el Proyecto misionero como el punto desde donde debe arrancar cualquier tipo de renovación. 2. Pensar, planear y ejecutar progresivamente, hasta el próximo Capítulo General, una reestructuración de la Región ColombiaEcuador que la transforme en región Andina con presencia en Colombia – Ecuador – Perú, aprovechando la interrelación a través de las fronteras… 4. Realizar una Asamblea regional anual… para ir revisando y alimentando el proyecto de Misión de la Región y el proceso de reestructuración Proyecciones (propuestas no realizadas o solo parcialmente implementadas) • Valdría la pena continuar consolidando esta nueva estructura. Para ello es necesario que los Consejeros sean elegidos de entre las diferentes opciones misioneras, sin dejar, claro está, de interesarse por toda la Región. • La Administración Regional, con el Consejo de Administración y la Oficina de Solidaridad misionera, deberán acompañar todo el ejercicio administrativo de cada una de las aéreas de misión. • La Formación de base ayudará a los formando a ir definiendo su futuro campo de acción misionera y a irlo fundamentando académicamente con el estudio, la investigación y las experiencias esporádicas. Esto facilitará las primeras destinaciones, favorecerá los destinatarios de la misión, lo mismo que los misioneros y su formación continuada. • Cada año, en la Asamblea Regional, se debe alimentar el proyecto Regional a partir de los Proyectos específicos de misión y en sintonía con el camino continental. Vita nelle Circoscrizioni 3. Proponer una nueva estructura organizativa… al servicio de la misión en la región (222) Colombia 37 da Casa Madre 10/2011 Kenya Vita nelle Circoscrizioni KENYA: HABEMUS JOYAM Fr. Jean-Marie Bilwala-Kabesa, IMC The current month of September 2011 is so significant in our entire family: Istituto Missioni Consolata (IMC). It marks the election of the regional superiors and their counsellors. Historically the IMC Kenyan region is special in our Congregation. Today September 16, 2011 in the morning Fr. Joya Hieronymus was elected Regional Superior and approved by the General Direction. As recall, Fr. Joya Hieronymus was born on 17/04/1965 in Asinge (Western part of Kenya). He was ordained on 5/09/1998. Fr. Joya holds a Licence in Pastoral from the Catholic University of Eastern Africa (C.U.E.A). Without flattering anyone, Fr. Joya deserves to be the regional superior in IMC Kenyan Region. He is a man of prayer and 38 da Casa Madre 10/2011 always punctual in the chapel. I personally describe him as a man who has experienced God and will be capable to bring confreres together. He is not a man of feeding people with a lot of theories. While waiting for the election of the counsellors, the IMC Kenyan members congratulated Fr. Joya and wished him success in his new responsibility. “We promise you our spiritual support”, said Our Senior Citizen: Fr. Antonio Bianchi. MISSIONÁRIOS DA CONSOLATA, NO BRASIL, ELEGEM NOVA DIREÇÃO P. Jaime Patias, IMC A Assembleia dos missionários da Consolata, reunida em São Paulo, elegeu nesta sexta-feira (23), o padre Elio Rama, 57, como Superior da Congregação para a Província do Brasil. Padre Elio nasceu em Três de Maio, RS, onde, em 1967, ingressou no antigo Seminário Nossa Senhora de Fátima, do Instituto Missões Consolata. Cursou o segundo grau em Erechim,RS, os estudos de Filosofia em São Paulo e fez o ano de Noviciado em Aparecida de São Manuel, SP. A Teologia estudou em Roma, Itália, na Universidade Urbaniana,com especialização em missiologia. Foi ordenado padre no dia 10 de novembro de 1984, partindo no ano seguinte para as missões de Moçambique, na África onde trabalhou por 18 anos. De volta ao Brasil em 2002, foi reitor do Seminário Teológico do IMC, em São Paulo e atuou no Centro de Animação Missionária, em Cascavel, PR. Atualmente é pároco na paróquia Nossa Senhora da Penha, região norte de São Paulo. A assembleia elegeu também os demais membros da Direção Regional. Para o cargo de Vice-Superior foi escolhido o padre Moisés Facchini, 64, brasileiro, responsável pelo Centro de Animação Missionária, em Cascavel, PR, com uma longa experiência de missão na Tanzânia. Os demais conselheiros são: padre Giovanni Crippa, 52, italiano, pároco da paróquia SS. Trindade em Feira de Santana, BA; padre Jaime Antônio Dìaz Cadavid, 64, colombiano, vigário paroquial em São Manual, SP; e padre Cláudio Cobalchini, 59, brasileiro, que já esteve nas missões da Venezuela e no momento é pároco na paróquia São Paulo em Cascavel, PR. A nova Direção Regional tomará posse nos próximos dias e conduzirá a Congregação no Brasil por três anos. 39 da Casa Madre 10/2011 Santa Maria a Mare Vita nelle Comunità DON MATTEO DE NUJATRI Renato Francesco Maizza Con i giovani dell’oratorio Koinè della nostra parrocchia Santuario di Santa Maria a Mare in Fermo, finalmente abbiamo terminato il film di “Don Matteo De Nujatri”, un lungometraggio ispirato alla fiction di Don Matteo che parla di uno dei tanti problemi che affliggono la nostra società, il BULLISMO. Un messaggio che parla ai giovani con un linguaggio giovanile. Partendo sempre dal Vangelo, abbiamo riletto la realtà che ci circonda, i fatti che ormai caratterizzano la nostra quotidianità, soprattutto quella giovanile, tutte quelle problematiche che coinvolgono i giovani direttamente in prima persona, come ad esempio il bullismo. La trama del film, infatti, parla proprio di questo. Abbiamo visto come si può passare dall’indifferenza alla presa di posizione, riavvicinando così la Parola Viva di Dio, lontana e fredda, alla vita di tutti i giorni. È una nuova esperienza che ha visto impegnati oltre ottanta giovani della parrocchia (e non solo) sia come attori, che sceneggiatori, cameraman. Abbiamo cercato di donare ai ragazzi la possibilità di riscoprire e mostrare al mondo le proprie capacità, quella parte di se stessi che, per paura o per mancanza di appoggi, si tende a nascondere, quasi dimenticandosi di averla. Tutto è stato realizzato semplicemente con un computer, una sola telecamera e nient’altro. Diversi sono i posti dove ci hanno invitati a proiettare il film, piazze, bar, centri sociali: giovani che decidono anche d’estate di non andare in vacanza e di continuare a lanciare un messaggio ai ragazzi loro coetanei. Alla proiezione è collegata la sensibilizzazione per la costruzione di un Asilo a Pambazuko in kenya. Prima di ogni proiezione c’è la presentazione del progetto, quasi sempre fatta da padre Emanuele Maggioni. Nella Diocesi di Fermo l’Oratorio Koinè dei Missionari della Consolata assume sempre più un aspetto giovanile e missionario. L’oratorio è un cuore pulsante che vuole ascoltare le esigenze dei giovani, sostenerli e accompagnarli all’Incontro che darà poi un nuovo senso a tutti gli altri incontri. 40 da Casa Madre 10/2011 P. Oyolo Omuhumbwa Vitalis, IMC La paroisse s’appelle Bienheureux Joseph Allamano, c’était une chapelle de la cathédrale qui, avant l’arrivée des Consolata en mars2003, était occupé par les dominicains, ensuite les augustiniens et les abbés. Elle est située à 23 km de Dungu et presque 198 Km d’Isiro. La paroisse a 18 chapelles dont la plus éloignée est à 42 km de la paroisse et la plus proche à 3 km, d’autres sont dans la forêt qu’il suffit d’aller seulement à pied pour y parvenir... En ce qui concerne le transport, la population ne se déplace qu’à vélo, surtout pour ceux qui font leur commerce dans les villages lointains pour vendre l’huile de palme. Education. Nous avons ici à Mbengu une école primaire construite en matériaux durables, et l’institut construit en matériaux semi durables mais qui pose souvent problème, nous espérons que l’Etat nous prêtera main forte. La grande difficulté que nous rencontrons est que nous avons peu de gens qui se donnent aux études. Jusque là nous n’avons enregistré qu’un gradué, les autres qui finissent les études secondaires préfèrent vaquer à d’autres occupations Les parents ne savent pas l’importance de l’éducation, ils préfèrent envoyer leurs enfants faire le champ que d’aller étudier. Nous avons également une crise des enseignants. Les élèves qui finissent récemment la sixième, peut être avec 50% ou plus, s’improvisent directement professeurs de l’école secondaire, et avec ce niveau intellectuel ils n’arrivent pas à procurer un bon enseignement aux enfants, ce qui fait que la crise intellectuelle ne fait que s’accentuer. D’autres mêmes ayant finis la 4ème des humanités se proposent déjà comme candidats professeurs à l’école secondaire. Et ce qui est encore plus grave c’est que la majorité de ces da Casa Madre 10/2011 Mbengu Situation socio-économique. La population de Mbengu est constituée majoritairement des autochtones «les Bangba», par rapport à d’autres tribus qui viennent d’ailleurs comme les «Zande», les «Yogo», les «Logo» et d’autres encore. Beaucoup de gens dans ce territoire de Mbengu sont des cultivateurs. Ils produisent le riz, le manioc, le fufu (rarement), un peu de pondu. Avant, nous avions une plantation de café mais suite au problème de pillage beaucoup d’entreprises et d’autres gérants étrangers sont rentrés chez eux. A 700m de la paroisse, nous avons un centre de santé qui jadis était un vieux dépôt de café, modifié et entretenu par la suite par les père Simon TSHIANI et le frère Wilson, missionnaires de la Consolata, et c’est le seul centre de santé qui nous reste dans le coin. Ce centre qui est mal équipé, pose souvent un problème des médicaments qui coûtent très chers. Si quelqu’un tombe malade, il est obligé de marcher encore 23 Km vers Dungu pour aller à l’hôpital général de Dungu, qui parfois aussi a le même problème de manque de médicaments. D’autres, ayant déjà cette pensée de la sorcellerie en tête, dès qu’ils tombent malade, ils préfèrent commencer d’abord se faire soigner par des produits traditionnels, le temps qu’ils aillent à l’hôpital quand la situation s’aggrave, ça devient trop tard .Un autre sérieux problème qui se pose ici est celui de la sorcellerie, une forte sorcellerie alors. La majorité de maladies qu’on trouve ici sont dues aux problèmes familiaux, ce qui rend la tâche un peu difficile au centre de santé. Plusieurs trouvent la mort parce que leurs cas n’avaient pas trouvé de solution, ce sont des problèmes qu’il fallait plutôt traiter en famille. Vita nelle Comunità LA MISSION DE MBENGU 41 Mbengu Vita nelle Comunità enseignants donnent souvent leurs cours en lingala, certains ne parviennent même pas à faire une lecture en français. Et pour les élèves c’est encore pire. Hormis toutes les difficultés citées, il y a quand même un petit nombre d’enfants qui ont la soif d’étudier mais les parents manquent de moyens. Alors ces enfants viennent parfois chercher de l’aide auprès de nous, parce qu’ils payent:— Pour l’école primaire: 1500 Fc par mois, ce qui fait 4500 Fc ou 5 $par trimestre;— Pour l’école secondaire: 4500 Fc par mois, ce qui fait 13500 Fc ou15 $ par trimestre. Cet argent aide les enseignants parce que le gouvernement de fois ne s’occupe pas d’eux, ce qui fait qu’ils ne dépendent que de la contribution des parents ou de ces frais. A cause de la guerre et d’autres problèmes d’insécurité qui avaient touché quelques coins du territoire, beaucoup d’écoles qui étaient dans plus ou moins 4 de nos chapelles ont dû fermer, et cela a fait que beaucoup d’enfants 42 da Casa Madre 10/2011 ont fui pour venir se réfugier aux alentours de la paroisse, formant ainsi un groupe avec ceux qui ne veulent pas étudier. Ils sont plus ou moins 100 enfants qui ont la soif d’étudier mais à cause du manque de moyens ils restent chez eux à la maison. Etant donné que cette situation persiste toujours, nous lançons un appel aux gens de bonne volonté de participer avec leurs moyens pour que ces enfants qui veulent de tout cœur étudier trouvent solution et soutien. Certains enfants ayant perdu leurs parents ainsi que d’autres familles, ne dépendent que du soutien des bienfaiteurs et de bons samaritains qui les reçoivent. Toutes ces personnes qui se réfugient aux alentours de l’église suite à l’insécurité dans leurs territoires peuvent être au moins au nombre de 385. Ir. Júlio Caldeira, IMC Já fazem 3 meses que cheguei aqui na missão de Palma Roja, em Putumayo (província de Sucumbíos), em plena selva amazônica do Equador, no limite com Colômbia e Peru... Estamos vivendo em plena floresta amazônica equatoriana, muito devastada pela exploração de petróleo e pelo desmatamento incentivado pelo governo para povoar a área... as pessoas que vivem aqui são basicamente campesinos que vieram nos últimos 30 anos e são provenientes de várias partes do Equador (principalmente das montanhas da Cordilheira dos Andes) e da Colômbia (fugidos da guerrilha ou pelos benefícios que tem esta região). Os indígenas que vivem neste município são, na maioria, da etnia Kichwa (se pronuncia kitchua) e vieram como quase-escravos de grandes fazendeiros e militares provenientes de outras regiões do Equador e Peru. Aqui existe muita precariedade no que se refere à saúde, educação, refugiados, condições básicas de vida, etc... No entanto, tem muito a nos ensinar sobre viver bem e em harmonia consigo mesmo, com os outros e com a natureza... Algumas anedotas daqui: só temos luz elétrica das 4h as 7h da manhã e depois das 15h às 22h; a internet mais próxima está a mais de uma hora (e é mais lenta que tartaruga... as vezes para enviar um e-mail eu levo cerca de 5 minutos); uma ligação telefônica para o Brasil custa quase 3 dólares (cerca de 5 reais); aqui não temos carro (andamos de ônibus, carona em caminhonetes Pastoralmente atuamos na Pastoral Indígenas: a nível de Equador, da província de Sucumbíos, de Consolata (Missionários e Missionárias e Leigos missionários da Consolata) e, de maneira especial, no acompanhamento a 23 comunidades indígenas Kichwas que estão às margens dos rios San Miguel e Putumayo (afluentes do rio Amazonas), sendo que algumas estão a 4 horas em barco a motor de onde vivemos... trabalhamos com a formação de catequistas, organização e acompanhamento de um grupo de jovens, visitas às famílias e celebrações periódicas a cada dois meses, ajudar na organização das comunidades em seus aspectos de saúde, educação, direitos humanos, etc... Outra atividade é o acompanhamento da Pastoral de Fronteiras nesta região entre Equador, Colômbia e Peru... e, por fim, acompanhar aos jovens que iniciam uma experiência de seminário chamado propedêutico (neste momento são três)... Nosso Vicariato de São Miguel de Sucumbíos (identificado pela sigla ISAMIS) sofreu uma grande tempestade a cerca de 7 meses com a chegada da congregação ultraconservadora Arautos do Evangelho como administradores... no entanto, as pessoas não aceitaram seu da Casa Madre 10/2011 Palma Roja Em meio a tudo isso, nossa comunidade, atualmente está composta por mim, pelos padres Armando Olaya e Antônio Benitez, e pelos seminaristas propedêutas Juan Pablo, Steven e Danilo (todos colombianos)... Nossa vida diária está dividida em momentos de oração, trabalhos manuais (aqui plantamos arroz, mandioca, banana, milho, melancia, repolho e outros apropriados para o clima), estudos pessoais, encontros comunitários e acompanhamento das comunidades indígenas Kichwas que ficam nos rios San Miguel e Putumayo... e caminhões, caminhamos muito...) nem empregada (fazemos tudo: cozinhar, lavar, limpar...)... Vita nelle Comunità MINHAS NOTÍCIAS DEPOIS DE 3 MESES EM SUCUMBÍOS - EQUADOR 43 Palma Roja Vita nelle Comunità projeto de Igreja que não levou em conta toda a história que viveu esta gente e que levou à construção de uma formosa e organizada Igreja-comunidade-ministerial onde se valorizam e tem a participação todas as vocações (sacerdotes, religiosos, leigos) e que caminha com os “dois pés” (evangelização e pastoral social), respeitando as diferenças de raça (indígenas, negros, campesinos etc.)... Depois de um tempo de resistência, há alguns dias eles deixaram o Vicariato... e, agora, depois da “tempestade” estamos avaliando os estragos (atualmente existe uma profunda divisão na igreja) e organizando para reconstruir melhor... Dom Gonzalo López Marañón, bispo emérito da província equatoriana de Sucumbíos, entra no seu sexto dia de jejum e oração pela reconciliação da província de Sucumbíos (“Para curar feridas e reconciliar Sucumbíos”). Peço vossas orações por nossa igreja de Sucumbíos. Por agora é o que tenho por contar desta vivencia que estou fazendo, que está sendo alimentada por uma busca de conhecer este povo, sua cultura e maneira de viver... digolhes que há muitos momentos de dificuldades, mas outros que me fazem ver que Deus me chamou para estar aqui... e que me dão uma grande alegria... As pessoas pensam que todos os brasileiros sabem sambar e jogar futebol (então os que queiram vir por aqui, já comecem a praticar... hehehehehe).... Que Deus continue a lhe abençoar e iluminar... Unidos na oração e na amizade... 44 da Casa Madre 10/2011 Patrick Mrosso, IMC We thank God for the tireless work done by Aunt Rachelle and Bernie, brothers Kidane and Patrick and Fr. Cassiano and all our parishioners at St. Martin de Porres (Woodlands-Pietermaritzburg) for the support and encouragement they gave us during our preparation for the youth camp. It has never been easy to find a suitable date for the camp. We tried several times in 2009, in 2010 but every time we made the plans there was always one thing or another coming up, and this would push us back to the drawing board. Finally on 9th – 11th of September, 2011 it was a dream come true when we managed to hold a camp for our beloved Youth. It was on Friday afternoon when we started our Journey to Midmar Dam, the venue of the camp. Midmar Dam is a beautiful and huge place for picnic and camping. Initially, the dam was not at Midmar but it was constructed to help supply water to those living within its surrounding. In spite of the many challenges that the present day youth face, we thank God for the protection and good health that he has given us and the achievements we have made ever since we began our ministry to the Youth. The camp brought together a total of 36 participants (31 Youth, 2 Mothers, 2 Seminarians and 1 Priest). For the sake of organization and easy coordination at the camp, the youth were divided into four groups in which each group was responsible for an activity:- tent making, cooking, cleaning and sports activities. In addition, we also had good program that helped the Young people to participate fully. Vita nelle Comunità WE GO!!! Friday night was spared for socialization; it was a night of fun and jokes. There were little drops of rain but that did not dampen our spirits especially given that for many youth this was their first camp ever in their life. da Casa Madre 10/2011 Merrivale Saturday morning started with the prayer of the Rosary, followed by breakfast and then to the games that involved thinking capacity, creativity and team work among the group members, among the games ware; finding a name for a group with explanation of the name for example (T.O.G – Temple of Glory or K.F.C – Kids For Christ, Disciples and A Pocket of Oranges) others games were; filling the bucket of water with a small dish with side holes, then puzzle, feeding each other while lying down with the heads facing opposite direction, it was a mind tactic game that involved one’s thinking capacity and the way of helping one another. In the afternoon we had sports activities…we go… we go… we go… this were the words of Father Casiano which actually encourage the Youth to be active and swimming was not an option for those who like to swim and it was a nice experience especially for those who don’t like water because as part of the game, if you watch others be alert your time will come and you will be thrown in water. 45 Merrivale On Sunday was another day which was set aside for evaluation and celebration of the Holy mass, after breakfast we requested each Youth member to find an object of his or her choice that he or she felt that would explain the Youth Group, most of the symbols or objects were flowers, grass, piece of Rock, tree with braches, cell phone, sunglass, but apart from all that the most touching was the symbol of water which was repeated more than three times and one of the explanation was: water brings life, water brings unity, we can live without food but we cannot live without water, so our group is like this massive water (pointing to the dam) water has two elements Hydrogen and Oxygen (H2O) and therefore half of group members are male and the other half are female and therefore we are united like water (H2O) and we have to strengthen this unity that we have not only during this camp but as we go home what we learn in spiritual aspect and in social aspects must come together to form a person who really can do the best in his or her life. Vita nelle Comunità After the evaluation we gave a time to prepare ourselves for the celebration of the Holy Mass 46 did something wrong to you during these days that we have been living together and the other person says the same words and at the end giving each other a hug. During the celebration the emphasis was on the aspect of forgiveness as the Gospel of the day stated: “Lord how many times must I forgive the offenses of my brother or sister? Seven times?” Jesus answered; “No, not seven times, but seventy-seven times.” (Mt. 18:21-35). Forgive the mistake of your friends, we can be divine if we can learn how to forgive and forget because God is full of mercy and compassion, let’s remember all those we hurt and ask for forgiveness, let’s go out and reconcile with the person whom we are ready to forgive All in all the camp was a time of socialization and changing of environment for majority of the Youth who participated in this camp and it was time where they learnt how to work as a team and not as individuals because everything they did was arranged in groups and so the saying, united we stand divided we fall made sense in this camp because all of us, we were united in one spirit and one mind and so we stand to the closest day and we pack our things and here we go back home. at 12:00 and Father Casiano celebrated the mass wit Brother Kidane as an Acolyte to help him at the altar. And during the celebration we had a time to ask for forgiveness from each person whom we thought we had hurt with our many unnecessary words, or if we bumped on each other while swimming or during other sports activities. This was a good sign because each member at least showed an act of love towards the other not because he or she offended the person but It was a time to say forgive me if I da Casa Madre 10/2011 Vitalis, IMC Bravetta live to recount the persistent tradition. This August we too, descending their not only to taste and testify to their sweet memories but also to live it and have our own tale. After we had celebrated and attested to the year’s knowledge claimed, to us quickly came the affirmation that we better tune our antennas read to depart. What to share to this young stars of Platì knocked deep in our hearts. We resolved to a series of little meetings and useful researches. ‘Abbracciamo il mondo’ shaped in as our precious theme for this summer camp. Remaining in this fulcrum’s orbit, we familiarized ourselves to each other anchored on our Lady of Consolata and Blessed Allamano’s dear intercessions. Selfawareness, trusting God and our neighbours then openness as the first step to coexistence punctuated other days. The other children’s different realities over the globe including other parts of Italy and lastly Peace and Unity closed our sharing. Here, we demonstrated that we are all one using St. Paul’s image of the body when we dag out the necessity of co-existence. da Casa Madre 10/2011 Platì At table during the normal meal sharing of the mid-day, at Bravetta international seminary, the discussions of all kinds went on including jokes of the day. When the famous bell rung, normally for attention to practical and logistical information of the day or the week for the smooth running of the seminary, our ears stood erected. Could we have been mistaken! ‘The second years will be meeting briefly after a quarter past four’ were the straight words from Padre Carlo, our rector. It is here that we discovered that we were to leave momentarily Rome for a diocese of Locri-Gerace (RC) under the patronage of Santa Maria di Polsi. Platì parish in the southern based diocese of Italy rang into our minds but first came the question, ‘ who are second years?’, this joke at several tables quickly spread like fire in a dry abandoned bush. Of course we were no longer the second years after a real month’s sweat of June at Rome based university. We became really the prey of the day for our predecessors had not left for the year of service and so for their holidays. What was an opinion had translated to an idea and subsequently into a fact. Today several generations passing at Vita nelle Comunità AGAIN PLATÌ WELCOMES US WITH BOTH HANDS 47 Platì Vita nelle Comunità 48 Why the mission here you may quickly wonder? For ten counting years, our presence has not been in vein. Not the steadily personnel shifts, smooth spiritual growth, etc. The people of Platì briefly summed them up as treasure amidst them. These are different and particular parties that have strengthened the Lords kingdom among them. Allow me on this list to highlight the seminarians at Bravetta without undermining other parties involved. Strictly, the wonderful experience we had continue engaging my fresh memory. This logical conclusion even leaves naked the fact that the inhabitants of Platì too had an equal and full right to rip the graces of our Lady of Consolata and hide under the unending intercession of Allamano like many others whose our presence is so dear to them. Fortunately they siphoned her graces already under different titles: Santa Maria di Polsi, Madonna di Loreto and Madonna del Soccorso at diocese and Parishes levels respectively something we affirmed easily by our very presence. Eight of us together with our rector, padre Carlo Biella left no stone unturned. We lived with them the true consolation we profess day after another. Attentive to the children, we transmitted the same literally humbling ourselves to a child’s language. Together with the basic life’s teachings, gospel message and values in our agenda list, we mounded them and passed over in little plays, dances, conversations, engaging questions while jokes closed this sequence. These were the fruits of the long time sharing and the meetings we frequently held. We solidly cemented unity and spirit of working together strengthened by the fatherly watch of Padre Ettore Viada, the parish priest and his immediate collaborator padre Virgilio Panero. The two Consolata priests far from their dioceses, Cuneo and Turin respectively, received us with great and unwavering love not because we were their confreres but still because of warm welcoming nature nurtured in their religious and priestly call close to a half a century. Above all, their flock is uniquely dressed up with the same. Sending us off, they both expressed their deep pleasure if we could extend a little but necessity like the wedding bell was on our necks . da Casa Madre 10/2011 This welcoming Christian community became our point of departure to donate ourselves to the young ones in Platì, the main parish and in the two little parishes, Natile superiore and Natile nuovo which took all of our afternoons. We were friendly treated by the entire population. Working with them, they quenched our thirst and calmed our hunger too from their generous hearts. Their faces suggested a retained internal appreciation as the days walked to their conclusion. Traversing the days, each took a particular day coordinating the activities. Through a thorough scrutiny from the rest the day before, assuring them that really our dear audience had food for their souls in a clear and simple manner remained our golden principle. At the end of each session the kids demonstrated willingly the need to remain with us for their great part of the day. Our daily union with the Lord at the wee hour then with the children before starting our activities demystified fatigue of all sizes. Still also were the local based animators and the sisters of divine providence who tirelessly accompanied us and collaborated too. Each day could not end without going to the sister’s place. But her we enjoyed carrying out our activities of the day after the first part that was done in our parish hall. The most beautiful and meaningful basic characteristics of a missionary and any human person, is prayer and collaboration. With a lot of admiration we articulated this treasure that is often peripherally placed. The listening spirit continued to animate our sharing and meetings. No man will ever be an archipelago, we remain social beings who are always in relations. Our two confreres here evidenced this fact. It is possible to live together despite our great and Then came this day, the concluding one. Coincidentally, His Lordship Giuseppe Fiorini Morosini, OM the bishop of the catholic diocese of Locri-Gerace was to administer the Sacrament of Confirmation. Seeing us among the packed congregation, he ordered us to stand before them. Thanking us for what we had done in this week, he challenged his flock and us too. Thoughtful, the composed sixty five year old Bishop opened the mouth, ‘ my fellow people of Calabria, look at these young handsome men, all from different parts of Africa except one from Colombia. They have perhaps a hundred years of evangelization and today they are here working with your own children.’ The former Superior General of the Order of Minims retorted. The packed church had their shepherd. He engaged them to substantiate their faith and shun away from cheap perception of sacraments as mere celebrations. Luckily enough no one blinked the eye until the last homily’s word. This message penetrated us like a sharp sword separating fats from meat. Here I remembered dearly that there is no autumn without winter just like there is no salvation without the Holy cross. Vita nelle Comunità at times very sharp differences. These hosts lived a leap into real inter-culturality that is often trampled over in corridors of our society. At table in the evenings we kicked off with a symbolic prayer from different languages we spoke since our teenage. Today we are too lazy or other less keen to listen to the other. If we do listen, strictly only our stringent opinions which reveal how dangerously indifferent we are. Like understanding that inteculturality is a basic need and not a mere want, our mental categories cannot allow. Fortunately, we were able to listen from each other making our mission seductive and attractive. Yes, ‘look how they love one another’ was the public message covering brought smiles of the multitude. The secret was that we allowed constructive critics from each other that sharpened our strategies. On the other hand we quickly affirmed that working with the young children is a great challenge. We got annoyed, dissatisfied, amazed and even doubting whether there is anything common in the young stars but great joy finally rushed in when the children realized and recollected themselves. Truly, appetite comes only through eating, the children over one hundred and thirty only in Platì and over forty in Natile superiore needed us even much more as we came to the end. Today we live a happy load. We tasted the experience of our unique part of the already and not yet mission. This arrested our attention to yearn more for that day, a day we shall be perpetually in the mission that God has called us to and the week spent in Platì will remain for us solely and solidly a brief day perfectly lived in the missions. Platì 49 da Casa Madre 10/2011 Roraima Vita nelle Comunità ALCUNE NOTIZIE DA RORAIMA Autori Vari 1. I Missionari sono sempre più in difficoltà di denaro per il loro stesso sostentamento e per quello dei Seminaristi. 2. Ci scrive fratel Bruno: “Non sono ancora andato nella sede della missione Camarà, sia per la mia salute, sia per motivi di pioggia e la strada è ancora praticamente intransitabile in molti tratti. Ho visto e parlato con alcuni leaders e Catechisti della regione, che sono o che erano di passaggio qui in città, e pare che le attività nei villaggi continuano, anche se lentamente, a causa della molta pioggia. Grazie ai vostri Progetti hanno messo i tubi e l’acqua arriva nel villaggio di Camarà, e poi anche costruito in parte cappelle, e chiedono altri aiuti. Per questo ho comperato tegole, biciclette, Bibbie in lingua Portoghese e in lingua Macuxi, tutte occasioni e promozioni molto al di sotto del preventivo, e nei prossimi giorni, secondo le possibilità, acquisterò altre cose previste nel progetto per i Catechisti”. Gli Indigeni sono molto provati dalle recenti alluvioni, venute dopo un periodo di grave siccità, e la fame nei villaggi è tanta. 3. Le Terre Indigene sono di nuovo in pericolo. Scrive ancora fratel Bruno: “Il clima politico locale è sempre molto difficile, ci sono forti pressioni per ricominciare il processo circa la Terra Indigena Raposa Serra do Sol (giornali, TV...): noi speriamo che siano solo inutili tentativi di persone molto ingiuste e disoneste per reimpossessarsi di questa Terra Indigena”. E fratel Zacquini: “In questo momento, nella Terra Indigena Yanomami (TIY), demarcata e omologata dal Governo Federale nel 1992, ossia ufficialmente protetta e destinata all’usufrutto unicamente di questo popolo e di parte del popolo Ye’kuana nel Brasile, ci sono 50 da Casa Madre 10/2011 almeno 35 piste di atterraggio clandestine, che alimentano l’estrazione dell’oro, con centinaia di garimpeiros, che vanno e vengono, senza nessun controllo da parte delle autorità competenti” . Secondo la deputata federale Janete Capiberibe (PSB/AP) l’offensiva dei garimpeiros è dovuta all’aumento del prezzo dell’oro sui mercati internazionali. Attualmente almeno millecinquecento cercatori d’oro lavorano illegalmente nell’area Yanomami. “I fiumi sono inquinati dal mercurio usato dai cercatori d’oro; gli animali stanno morendo e gli Indigeni si stanno ammalando, nel completo disinteresse degli Organi federali”, denuncia la deputata dando voce al Presidente dell’Hutukara Associação Yanomami, lo storico leader Yanomami Davi Kopenawa, cha anche Roberto Giacone ed io abbiamo il piacere e l’onore di conoscere personalmente. 4 - Regional Norte i° realiza seminário sobre mudanças climáticas e justiça social No fim de semana de 26 a 28 de agosto, em Manaus, Amazonas, no Salão Paroquial do Santuário Nossa Senhora Aparecida, realizouse o Seminário Mudanças Climáticas e Justiça Social. Do evento, organizado pelo Regional Norte I° da Conferencia Nacional dos Bispos CNBB participam cerca de noventa pessoas das Dioceses e Prelazias do Regional, além de representantes da Caritas do Norte, movimentos sociais. Após a saudação de Dom Mário Antonio, Bispo auxiliar de Manaus, Vice-Presidente do Regional Norte I, e Dom Alcimar, Bispo de Ricas e interessantes foram as contribuições do professor Antonio Ocimar Manzi, pesquisador do INPA, sobre Mudanças Climáticas, Aquecimento Global e de Lucia Ortiz, da Organização Amigos da Terra, sobre a Redução de Emissão por Desmatamento e Degradação, Código Florestal e suas consequências para Amazônia. Importante foi também a presença e o grito dos povos indígenas de Davi Kopenawa Yanomami denunciando a doença da Mãe Terra, e a apresentação do trabalho de Preservação dos Lagos dos Ribeirinhos por parte de Tânia Freire(Itacoatiara) e Raimundo Pinheiro(Tefé). Fortalecer nossa mística, nossa adesão a Jesus Cristo e seu Reino, aprimorando nossos conhecimentos, acompanhando e fortalecendo as lideranças, as bases em suas lutas, aprimorando as redes de comunicação e nossa ação evangelizadora encarnada na realidade amazônica com seus desafios, foi a síntese de alguns dias de trabalho e reflexão que deverá ser levado nas respectivas bases para ser transformada em ações de vida e ciudadania. Vita nelle Comunità Alto Solimões, Bispo Referencial das Pastorais Sociais, Ivo Poletto, assessor Nacional das Pastorais Sociais e Coordenador do Fórum de Mudanças Climáticas e Justiça Social fez uma panorâmica dos fóruns com o tema mudanças climáticos e justiça social realizados em varias partes do Brasil. Na sua intervenção, Poletto frisou a necessidade de debater, refletir e trabalhar as grandes questões econômicas, as causas e as políticas governamentais, os efeitos sobre a Amazônia, seus povos. Trabalho esse a ser colocado em rede e partilhado com as outras realidades da nação brasileira. Roraima 51 da Casa Madre 10/2011 Arvaiheer Vita nelle Comunità 52 THE SHAPING OF HISTORY. RELIGIOUS PROFESSION MONGOLIAN STYLE P. Charles Karoki, IMC It was the 15th of August 2011, and all roads led to Arvaiheer. It was for sure a memorable day in the history of the Consolata Missionaries in Mongolia and indeed for the whole Institute. This is the day when the Holy mother church celebrates the assumption of our Blessed Mother, but for us this year, the assumption it was more than just a celebration. It was a special moment of grace when for the first time in the history of the Mongolian church a Consolata Missionary took his perpetual profession in this Blessed land of Chinggis Khan. It was a great joy for our brother Pietro Paolo Turrone (Br. Peter) who after years of preparations said the final yes to follow the Lord closely in the Consolata family. The excitement of this day was as radiant as the rising of the sun during summer in the face of Peter. He face shone brightly, multifaceted by his white spotless Alb, made in the traditional Mongolian dressing style otherwise known as Deel that told it all about the significance of the day. As he read through the formula of profession in Mongolian and then in Italian it was even more difficult to hide his excitement that summarized his desire and availability to dedicate his life in Perfect Obedience, Chastity and Poverty according to the Constitutions of the Consolata Missionaries for Life. The Joy of the day present in the heart of Peter was also radiated to all of us Consolata Missionaries who had gathered to congratulate our brother and encourage him. There was more joy in the faces of the few Christians and friends from the community of Arvaiheer, who had not witnessed such an event. They were so attentive as our Local superior Fr. Giorgio Marengo carefully and articulately explained what religious profession meant in the life of Peter and in life of the church as a community of believers. The day was divided into two significant moments, the liturgy of the Eucharist, presided da Casa Madre 10/2011 easy, taking care requires more attention. So let us join together to make this a reality. Together we wish our brother Peter the best of God’s Blessings in his life as a full member of the Consolata Institute and in unison we say… Баярын мэнд хргэе! “Congratulations”! In this event of history, a seed has been planted, it is upon each and every one of us to make the seed grow and bear more fruit, for planting is Vita nelle Comunità over by Fr. Giorgio and the refreshments which followed the Eucharist. These two moments were very significant underlining the religious life as an act of generosity, not in material perishable goods, but the generosity the whole person of the missionary, dedicated for the service of humanity for the sake of the Kingdom. Arvaiheer 53 da Casa Madre 10/2011 Rivoli La Villa Allamano di Rivoli 50 anni dopo P. Francesco D’Acquarica, IMC Sì, 50 anni fa, proprio come questa sera il Superiore Generale di quegli anni, P. Domenico Fiorina, inaugurava la riapertura della Casa di Rivoli, dando a tutta la struttura l’appellativo di “Villa Allamano”. Il Dacasamadre del mese di ottobre 1961 riportava questa cronaca: Vita nelle Comunità Alla funzione di apertura, il Padre Superiore Generale ha celebrato la S. Messa nell’antica cappelletta, ricordando al Vangelo che, come in quella casa il Ven.mo Fondatore aveva pensato alla fondazione dell’Istituto e alla compilazione delle Costituzioni, così coloro che d’ora innanzi l’abiteranno dovranno pensare alla propria santificazione e, nel medesimo tempo, a procurare con il loro lavoro di Stampa nuove 54 da Casa Madre 10/2011 vocazioni alla Congregazione. Anche questa sera il Superiore Generale, P. Stefano Camerlengo con l’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia, ha inaugurato la mostra permanente “Giuseppe Allamano, Padre di Missionari e Missionarie”. Il Padre Generale nel suo intervento ha ricordato che “non abbiamo davanti solo una gloriosa storia da raccontare, ma anche una grande storia da costruire”. Alle 18 ci siamo ritrovati con l’Arcivescovo nella Parrocchia della Stella per la celebrazione eucaristica. Il Celebrante commentando il Vangelo della Liturgia ha richiamato lo spirito missionario per tutti. Ha così posto l’accento sull’importanza per ogni cristiano della dimensione missionaria. Alle 19.30 ci siamo portati nella nostra Villa Allamano insieme all’Arcivescovo che ha tagliato il nastro per inaugurare la mostra permanente. Ideatore dell’esposizione è stato P. Giordano Rigamonti che insieme ai Padri della Comunità ne ha la responsabilità. E’ collocata con eleganza nella parte destra di chi entra nel parco completamente ripensato nella distribuzione degli spazi e della vegetazione ed è allestita in maniera armonica. Si articola in quattro sezioni: Rivoli e la fondazione; Metodo Allamano; Missione oggi; Padre e Maestro. Si conclude con l’omaggio di dolcetti e uva spina, proprio per sottolineare l’umanità del Beato Allamano che sempre aveva qualcosa da offrire a quanti andavano a trovarlo. Da ora in poi Villa Allamano si propone come luogo di spiritualità per giovani e adulti, occasione di educazione per scuole e classi di catechismo. Per gruppi giovanili e parrocchie sarà spazio di approfondimento dello spirito missionario. Abbiamo scelto la data del 17 settembre, festa della Madonna della Stella, Patrona di Rivoli, per sottolineare il legame tra l’Allamano, i suoi Missionari e la Città di Rivoli. Fin dal 1904 nelle “gite” che gli allievi missionari facevano quasi ogni mercoledì da Torino a Rivoli, c’era sempre il momento di preghiera o in qualche chiesa di Rivoli o nell’incontro con il Fondatore in questa Casa, sotto quel cedro che i diari della Casa definiscono “l’aula magna di Rivoli”. Vita nelle Comunità “Perché ve ne state qui tutto il giorno a far niente ?” diceva il Vangelo. “Perché nessuno ci ha presi a giornata” (Mt 20,6-7). Così il Vescovo si è fatto interpellare da questo testo, dicendoci che il Signore esce a tutte le ore, non sopportando che qualcuno resti fuori della vigna. Ha commentato: “Quante persone stanno fuori della comunità e la comunità aspetta che siano loro a venire da noi ? Quante famiglie ci chiedono il battesimo dei figli ? Sono loro che sono venute a cercarci; noi non siamo andati da loro. Questa è la pastorale di una chiesa che aspetta che la gente venga a chiedere qualcosa. Ma non è la parabola del Signore. Il Signore esce fuori, va sulla piazza a cercare. Non dice: E’ una vostra scelta… L’ho detto tante volte durante il giorno: possibile che non abbiate sentito che cercavo operai ?”. Nota curiosa: al momento della benedizione, mentre l’Arcivescovo con l’aspersorio benediceva la Mostra, un forte temporale preceduto da un tuono fragoroso, ci ha obbligati a visitare la mostra sotto l’ombrello, ma non ha impedito alla numerosa folla di accomodarsi in quattro grandi gazebo per la seconda parte della festa, consumando un simpatico buffet. Rivoli 55 da Casa Madre 10/2011 STD Mandla Makhanya, IMC I just wanted to share with you some of my joys that I have experienced this lovely month of September, after the pope during the world youth day announced that the next one is here in Brasil Rio de Janeiro he gave the Youth Cross and icone to the Brazilian youths which were presenting us there, well since the Cross and the icone of our lady were have they delayed to come hahahaah, they just arrived here in Brazil last week, then on Sunday we had a very big celebration with all the youth of São Paulo millions and millions of the youth were there, the celebration started at 9am until 22h30pm, then the procession with the Cross from the stadium up to the cathedral, during the celebration we heard famous Brazilian singers, lot of activities then we closed with the mass Vita nelle Comunità São Polo THE CROSS AND THE ICONE OF OUR LADY ARE NOW IN BRAZIL 56 da Casa Madre 10/2011 which was celebrated by Cardinal Odilo, and all the Bishops of Brazil. I seriously experienced the moment of Joy and Happiness sing what was the shame to the Jews and became our victory and our salvation. On Wednesday The cardinal celebrated another Mass with all the seminarians and religious people of São paulo this is where i heard a chance of coming much close to the Cross and the icone of our lady and venerate. I seriously felt the presence of God and the joy of receiving in my own hands the Cross which was sent by the Holy father, Blessed João Ppaulo II in 1984 one year before i was born, and I received it 25 years later on the week of my Birthday!!! Viviana Nunes Durante los días 25 e 26 de Junio se juntaran en la ciudad de Medellín cerca de 40 Laicos Misioneros de la Consolata de diferentes localidades de Colombia, acompañados por P. Antonio Bonanomi (IMC) y la Hermana Rubiela Orozco (MC). Sobre el tema “Así los quiero”, los LMC reflexionaran el camino hecho hasta hoy y profundizaran las exigencias que el carisma y la espiritualidad de Allamano piden hoy al ramo LMC. Día 25, sábado, el encuentro empezó con el compartir de cada comunidad sobre algunos temas profundizados de los ensañamientos y llamados expuestos en los varios capítulos del libro “Así los quiero”. A estas reflexiones sobre el Laicado Misionero de la Consolata con los ojos puestos en el carisma Allamaniano, se juntó el testimonio de Vivi y Copi (LMC Portugal). Los principales puntos abordados en este testimonio fueran la Vocación, la Comunidad y la Misión, como elementos fundamentales en el discernimiento vocacional y en la concretización de la vivencia misionera. Durante la Eucaristía, presidida por el P. Guillermo y concelebrada por el P. Antonio Bonanomi, se realizó la imposición del crucifijo a ocho nuevos LMC’s que celebraban el Compromiso LMC. P. Bonanomi, después de haber hecho su primero envío de 3 laicas– Chavela (Isabel), Helena (Mami) e Claudia hace 25 años, para la Misión de Solano en el rio Caquetá (sur de Colombia), juntamente con P. Pepe Svanera (IMC) y P. Renzo Menegini (IMC), dejó un mensaje muy concreta a estos nuevos LMC’s: “Id al encuentro de los últimos, de aquellos que son más vulnerables, vivan la misión como una espiritualidad samaritana y, por último, lleven y testimonien los verdaderos valores”. Aide Gutierrez (Bogotá), a una semana de celebrar 40 años, testimonia la importancia de haber realizado este Compromiso LMC y afirma ser una oportunidad de “replantar en tierra fértil”. El día terminó con más fiesta con el ritmo Afrocolombiano proporcionado por la comunidad LMC de Cali, totalmente dedicada a esta pastoral. LMC VIII ASAMBLEA NACIONAL DE LOS LMC – COLOMBIA El segundo y último día empezó con la oración dedicada a Nuestra Señora de la Consolata, seguida de testimonios y formaciones. El primero tema fue presentado por la Hermana Rubiela sobre “Lo que es la Espiritualidad?”. En la continuación el LMC Juan Carlos Osorio compartió su vivencia misionera en Remolino del Caguán. Juan concluyó que durante casi tres años lo que trabajó más fue el sentido de responsabilidad -“nos convertimos en verdaderos señales de consolación”, y la vivencia entre el equipo de trabajo, sobre este punto afirma que “cuando vamos en misión, también vamos servir los nuestros compañeros de trabajo, para con ellos también es necesario tener paciencia y tolerancia.” Y concluyó compartiendo que hoy, lo que cambió en el fue la madurez: “hoy vivo una vocación LMC más madura”. La mañana siguió con P. Bonanomi y el tema “La espiritualidad de José Allamano”. Empezando por la descripción del contexto histórico y cultural que influenció Allamano, seguido de una profunda descripción de la persona José Allamano y el surgimiento del carisma y espiritualidad que hoy buscan vivir todas las misioneras y misioneros de la Consolata. Este testimonio terminó con el compartir de los 15 años de misión con los pueblos indígenas de la selva colombiana. Pro la tarde se siguieron con algunos trabajos organizativos, seguidos de la celebración eucarística donde se realizó el envío misionero de tres LMC. Además de ser un momento muy especial, este envío fue muy singular. Pedro Cortés, un de los enviados y actual coordinador nacional de los LMC, parte para la misión de S. Vicente del Caguán por tiempo indeterminado. Con 44 años de edad, Pedro comenta sobre esta opción: “estoy a concretizar la opción radical que hice hace 25 años cuando me comprometí como LMC. Todo que hice hasta hoy fue misión, y ahora que voy vivir con una nueva comunidad continuo a pensar que nosotros da Casa Madre 10/2011 57 somos nuestros únicos animadores por eso la decisión de partir hace parte de ese esfuerzo de continuar a me animar y a seguir la vocación que Dios me dio – servir los últimos anunciando el Evangelio.” Los otros dos LMC’s enviados fueran la pareja Maria Rosário e Juliano Uribe, que después de 50 años de matrimonio continúan a sentir el llamado de Dios para servir los últimos en la concretización de la vocación LMC. Con muchos ritmos, muchas luces, muchos colores y, sobretodo, con mucho espirito de familia, fue así que terminó la asamblea. LMC Los LMC regresaran a sus comunidades y misiones recordando el deseo del Beato José Allamano: “ Los quiero así: generosos, firmes y constantes en la vocación”. 58 da Casa Madre 10/2011 Necrologio QUI NOS PRAECESSERUNT 59 da Casa Madre 10/2011 P. Clemente Barlocco, IMC Nato a Villa Cortese (MI) il 24 luglio 1928, frequentò le scuole medie a Legnano ed entrò in ginnasio alla Certosa di Pesio. Trascorse il periodo del liceo a Cereseto e a Varallo Sesia, della filosofia a Torino e della teologia a Roma. Dal 1952 al 1955 studiò infatti all’Università Urbaniana, ottenendo la licenza in teologia al termine del curriculum. Necrologio Emise la professione religiosa il 1 novembre 1951 alla Certosa di Pesio e fu ordinato sacerdote a Roma il 9 aprile 1955 da Mons. Ettore Cunial, Assistente ecclesiastico centrale dell’ASCI e membro di diritto della Conferenza Internazionale dello Scautismo Cattolico. Nel 1956 fu destinato al Kenya e dopo l’anno di studio d’inglese a Londra, fu viceparroco a Rocho, addetto alla tipografia di Nyeri Mathari e parroco a Kiriani fino al 1963. Assunse poi il servizio di Procuratore a Nyeri, di Amministratore al Nazareth Hospital, di Contabile Regionale a Nairobi e di viceparroco a Maragua. Tornato in Italia, nel 2002 fu superiore a Vittorio Veneto, Economo di Casa Madre a Torino e visse per due anni nella Comunità di Cavi di Lavagna. Ad Alpignano trascorse l’ultimo periodo della sua vita, morendo il 5 settembre nell’Ospedale di Rivoli, per broncopolmonite. Aveva 83 anni di età, di cui 59 di Professione religiosa e 56 di Sacerdozio. 60 da Casa Madre 10/2011 Necrologio P. Alessandro moreschi, imc Nato il 15 ottobre 1944 a Malonno (Bs), entra giovane nel seminario minore di Benevagienna, dove frequenta le scuole medie e ginnasiali. A Varallo Sesia compie gli studi liceali, a Rosignano la filosofia e a Torino la teologia. Fu accolto nell’Istituto con la Professione Religiosa alla Certosa di Pesio il 2 ottobre 1966 e fu ordinato Sacerdote a Malonno da Mons. Pietro Gazzoli, Vescovo ausiliare di Brescia, il 31 dicembre 1972. Trascorse un anno a Benevagienna come Vice Rettore, e poi fu destinato al Kenya, dove giunse nel 1974, dopo aver studiato l’inglese a Cork in Irlanda. Svolse attività di animazione giovanile a Gatanga e a Karatina, fino al 1979. Tornato in Italia svolse il ruolo di formatore e animatore a Rovereto. Nel 1982 fu nominato Superiore a Porto San Giorgio e vi restò fino al 1985, anno in cui fu destinato a Bevera per l’animazione missionaria. Ripartì nuovamente per il Kenya nel 1986, dove si occupò di pastorale giovanile a Othaya, Sukuta Marmar e Archer’s Post. Nel 1992 lo troviamo a Somerset (USA) per la predicazione dei Mission appeals e a Pittsburg, come Superiore, dalla fine del 1992 aql 1996. Frequentò in questo periodo l’Università di Pittsburg, ottenendo il Master in communication. Dal 1997 è a Karaba Wango, ancora per la pastorale giovanile. Negli ultimi due anni, fu destinato a San Valentino, e quando si ammalò, soggiornò a Torino e a Malonno, dove è deceduto il 9 settembre, attorniato dall’affetto dei familiari. Riposa nel cimitero di Malonno. Aveva 66 anni di età, 43 di Professione Religiosa e 38 di Sacerdozio. 61 da Casa Madre 10/2011 P. attilio lerda, imc Necrologio Nacque a Caraglio (Cn) il 10 novembre 1929 ed entrò giovanissimo nel Seminario Vescovile di Cuneo, frequentandovi le scuole medie e il liceo. Accolto nell’Istituto alla Certosa di Pesio, dopo il noviziato, emise la Professione Religiosa il 2 ottobre 1949 e nella stessa casa frequentò gli studi di filosofia. Studiò teologia nella Casa Madre di Torino e il 28 giugno 1953 fu ordinato Sacerdote dal Cardinal Maurilio Fossati. Studente al Politecnico di Torino in Scienze matematiche, vi ottenne la laurea nel 1958. Insegnante ad Alpignano per due anni, fu poi Direttore del Ginnasio a Varallo Sesia dal 1956 al 1960. Ritornato ad Alpignano, fu Direttore degli allievi fino al 1964, quando fu nominato Direttore delle vocazioni adulte a Varallo Sesia, dove rimase fino al 1969. Destinato alla Regione Kenya, dopo lo studio della lingua a Londra, fu insegnante e viceparroco a Kevote, Preside a Sagana e incaricato della gioventù a Kyeni. Destinato all’Inghilterra nel 1980, dopo un breve periodo di animazione missionaria, venne nominato formatore e superiore a Totteridge, dove rimase fino al 1985. Per due anni (1985-1987) fu animatore missionario in Irlanda ed esercitò il mandato di Superiore Delegato in Inghilterra-Irlanda dal 1987 al 1990. Dopo un anno come superiore a Cavi di Lavagna, in Italia, venne ancora destinato al Kenya come animatore vocazionale IMC, compito che svolse mirabilmente fino alla sua morte. E’ deceduto nell’ospedale di Nairobi il 9 settembre 2011 per disfunzioni cardiache. Aveva 81 anni di età, di cui 61 di Professione Religiosa e 58 di Sacerdozio. 62 da Casa Madre 10/2011 Necrologio P. Tranquillo Lazzaro, IMC Nato il 26 ottobre 1914 a Resana (Tv), frequentò le scuole elementari a Castelminio e le scuole medie a Pederobba. Proseguì gli studi ginnasiali e il liceo a Torino e a Favria Canavese. Fece il noviziato a Rosignano Monferrato ed emise la Professione Religiosa il 2 ottobre 1935. Frequentò la filosofia e la teologia a Torino Casa Madre e il 29 giugno 1939 fu ordinato Sacerdote dal Cardinal Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino. Destinato al Kenya, incominciò la missione come viceparroco a Kaheti. Dal 1940 al 1944 fu internato di guerra a Koffienfontein, in Sud Africa. Ritornato in Kenya dopo la guerra, fu viceparroco a Gekondi, parroco a Kerugoya e poi a Mugoiri, fino al 1958, anno in cui fu nominato istruttore dei catechisti a Mwengi fino al 1963. Ritornato in Italia, fu Direttore del Seminario di Biadene, parroco a Palermo, Superiore della comunità di Milano, e di nuovo Rettore nella Chiesa di San Matteo a Palermo, fino al 1980. Nominato Consigliere spirituale a Bravetta, esercitò l’incarico dal 1980 al 1986. Divenne poi Cappellano delle Missionarie della Consolata a Nepi per un decennio. Destinato alla comunità di Alpignano nel 2006, la sua salute, già minata da varie e annose malattie, è peggiorata progressivamente. E’ deceduto 17 settembre 2011, alle ore 02,20. I funerali sono stati celebrati lunedì 19 ed ora riposa nel cimitero di Alpignano. Aveva 96 anni di età, di cui 76 di Professione Religiosa e 72 di Sacerdozio. 63 da Casa Madre 10/2011 Confessionale, realizzato in 200 esemplari, per la GMG di Madrid Sommario ANDRO’ AD AGITARMI SUGLI ALBERI? (Giudici 9,9).............................2 GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA LA SANTITÀ DEL CAFASSO (VIII)...4 L’ INSEGNAMENTO DEL FONDATORE SULL’AUTORITÀ..........................7 RIFLESSIONE, CONVIVENZA E PREGHIERA, A SANTA MARIA MARE.................12 LINK..........................................14 Condoglianze a P. Salvador Medina, IMC..........18 DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA settembre 2011........................19 grazie e saluto a padre aquileo.......................20 Pe. Zintu: Um missionário que regressa a casa......................22 REGIONE ETIOPIA ......................23 Fr. ANTHONY BELLAGAMBA: ETERNAL REST.........................................27 LETTERA DEL SUPERIORE REGIONALE.........29 Relación de la Región imc Colombia-Equador Asamblea regional 2011..........31 KENYA: HABEMUS JOYAM.............38 MISSIONÁRIOS DA CONSOLATA, NO BRASIL, ELEGEM NOVA DIREÇÃO..39 DON MATTEO DE NUJATRI............40 LA MISSION DE MBENGU..............41 Sommario MINHAS NOTÍCIAS DEPOIS DE 3 MESES EM SUCUMBÍOS EQUADOR...................................43 64 WE GO!!!....................................45 AGAIN PLATÌ WELCOMES US WITH BOTH HANDS..............................47 ALCUNE NOTIZIE DA RORAIMA.....50 THE SHAPING OF HISTORY. RELiGIOUS PROFESSION MONGOLIAN STYLE......................52 La Villa Allamano di Rivoli 50 anni dopo................................54 da Casa Madre Mensile dell’Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per al Missione Supporto tecnico: Adriano Podestà Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 C/C postale 39573001 - Email: [email protected] da Casa Madre 10/2011 THE CROSS AND THE ICONE OF OUR LADY ARE NOW IN BRAZIL...........56 VIII ASAMBLEA NACIONAL DE LOS LMC – COLOMBIA .......................57 necrologio..............................59