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da Casa Madre 10/2011 - Missionari della Consolata

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da Casa Madre 10/2011 - Missionari della Consolata
da Casa Madre
Anno 91 - N.9 - ottobre 2011
Istituto Missioni Consolata
Perstiterunt in Amore Fraternitatis
Mary Padgelek, THE GOOD SHEPHERD, artwork, University of Georgia
ANDRO’ AD AGITARMI SUGLI ALBERI? (Giudici 9,9)
EDITORIALE
P. Giuseppe Ronco, IMC
Eleggere nuovi superiori e consiglieri di
Circoscrizione è atto di grande responsabilità,
di fiducia nel nostro giudizio, di partecipazione
attiva alla vita della comunità. Ad alcuni
confratelli, che il discernimento nello Spirito
ci indica come capaci di tale compito, noi
manifestiamo la nostra stima e il nostro amore,
dando il nostro appoggio e il nostro voto.
Animare una comunità, oggi, non è facile. Alle
difficoltà comuni dovute a sensibilità, interessi,
opinioni e desideri estremamente diversi dei
membri di una comunità, ai aggiunge anche
l’aspetto multiculturale che ci caratterizza e che
esige rispetto e accoglienza di chi è diverso da
noi.
Editoriale
Occorrono superiori capaci di animare
veramente, cioè di orientare la vita al Signore,
di entusiasmare per la missione, e anche di
“rimproverare, correggere, ammaestrare e
guidare come un pastore il suo gregge” (cfr
Sir 18,13), prendendo con coraggio le dovute
decisioni.
2
L’esempio da imitare e la persona a cui
conformarsi è Gesù, il buon pastore, “il Pastore
supremo” (1 Pt 5,4). Egli incarna il dover essere
di persone generose e disinteressate che non
lasciano sbandare o errare il gregge sui monti,
o peggio ancora sbranandolo e derubandolo
di latte e lana fino a farlo perire, ma che si
prendono cura delle pecore, fino al dono della
loro stessa vita.
“Essere padre”, attenti ai bisogni e alle
difficoltà dei confratelli, compassionevoli
verso le loro debolezze e le loro ferite: ecco
l’ideale tracciato dall’Allamano per coloro cui
è affidata un’autorità o un compito di governo
nell’Istituto.
Con la fermezza però, oggi occorre anche la
dolcezza e la bontà. Quella dolcezza e bontà di
cui parla Ezechiele: “ Ecco, io stesso cercherò
le mie pecore e le passerò in rassegna. Io stesso
condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò
da Casa Madre 10/2011
riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in
cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile
quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò
quella malata, avrò cura della grassa e della
forte; le pascerò con giustizia” (Ez 34, 11 e
15-16). Spadroneggiare sul gregge, governare
imponendo, comandare senza dialogare,
produce cattive relazioni che destabilizzano la
comunità, fino a distruggerla.
Abbiamo bisogno di “Missionari che non
pretendano di essere maestri, ma sappiano
piuttosto proporsi come testimoni della nostra
identità autentica, animandola, suscitandola e
sostenendola nell’ambito della comunità locale
loro affidata (cf.1Pt. 5, 1ss), con l’appoggio e la
vicinanza dei Superiori di Circoscrizione e della
Direzione Generale” (Atti XX Cap, 13)
Davanti al non facile compito, diversi candidati
si ritirano.
Meditando però insieme l’apologo di Iotam
(Giudici 9, 7-15), dovremmo tutti nutrire il
desiderio che fu dell’ulivo, del fico e della vite, e
non quello del rovo.
ha nessun impegno se non quello di ramificarsi
su altri vegetali, vivendo da parassita e
producendo solo spine. E subito il rovo rivela
la tipica arroganza del potere. Arido com’è,
s’immagina già frondoso ed elevato e invita le
altre piante a piegarsi sotto la sua ombra. Se
non vi piegherete a me, ebbene «esca dal rovo
un fuoco e divori i cedri del Libano». Detto
in altri termini, facendo il gradasso, il rovo
minaccia persino i possenti e maestosi cedri del
Libano.
Editoriale
Già Hammurabi, nel prologo del suo Codice,
diceva: “Il grande re si presenta come pastore
degli oppressi e degli schiavi. Io sono il pastore
che guida alla salvezza, e sul mio petto cullo gli
abitanti di Sumer e di Accad; nel mio riparo li
ho fatti riposare in pace; li ho racchiusi nella
mia grande saggezza. Così che il violento non
possa offendere il debole, al fine di proteggere
le vedove e gli orfani”.
Luciano De Crescenzo ci ricordava mediante il
suo personaggio Bellavista che «il potere non
sazia, anzi, è come la droga: richiede sempre
dosi maggiori»” (G.Ravasi).
“A narrare la parabola (in ebraico mashal), è un
certo Iotam, fratello di Abimelek: quest’ultimo
s’era messo in testa di diventare re della città
ebraica di Sichem e, per raggiungere il suo
scopo, aveva iniziato con un bel bagno di
sangue, eliminando tutto il suo clan familiare,
una settantina di persone, considerate come
pericolosi pretendenti o concorrenti. Una di
queste s’era, però, salvata nascondendosi: era
appunto il fratello minore Iotam. Egli sale sul
monte che diverrà sacro ai Samaritani, il Garizim,
e urla il suo apologo, così da mettere in guardia
i suoi concittadini di Sichem sull’abisso verso il
quale stanno incamminandosi. A valle, infatti,
è riunita un’assemblea di capi di Sichem e della
regione che stanno per proclamare Abimelek
come loro sovrano.
Come accade nelle favole, protagonisti sono o gli
animali o i vegetali personificati che diventano
maestri degli umani insipienti. Nel nostro caso
entrano in scena innanzitutto i tre alberi tipici
del paesaggio mediterraneo: l’ulivo, il fico, la
vite. La delegazione delle altre piante si reca da
questi tre “colleghi” per invitarli ad assumere la
carica di re degli alberi. Ma la risposta è negativa:
essi sono lieti di essere utili agli altri col loro olio
o col frutto dolce o col vino inebriante e non
vogliono lasciarsi prendere da manie di dominio,
librandosi sopra le altre piante, gloriandosi e
vivendo riveriti e serviti.
Di fronte a questo rifiuto la delegazione si
rassegna al tentativo di coinvolgere il rovo il
quale accetta subito con piacere, dato che non
L’autorità deve essere un servizio, un servizio
effettivo, non un vano agitarsi al di sopra
degli altri, non uno sfruttamento egoistico
delle capacità altrui, non un dominio ispirato
alla superbia. “Chi è il più grande tra voi ha
detto Gesù diventi come il più piccolo, e chi
governa come colui che serve” (Lc 22, 26). La
vera grandezza consiste nel servire umilmente,
per amore. È la grandezza di Cristo, che non
ritenne come un privilegio da conservare la sua
uguaglianza con Dio, ma umiliò se stesso, fattosi
obbediente fino alla morte di croce (cfr. Fil 2,
8ss.). Umiliò se stesso, per mettersi al servizio
di tutti, per dare la vita in riscatto di tutti, per
diventare il Servo di Jahvè, e diventare nostro
Signore e fratello grazie a questo servizio.
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GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA
LA SANTITÀ DEL CAFASSO (VIII)
PREDICATORE DEGLI ESERCIZI
SPIRITUALI
Conservo nelle memorie del convitto due soli
elenchi degli esercitandi sacerdoti, che sono
quello del 1846 e del 1847, nei quali leggo quale
predicatore delle meditazioni Don Cafasso.
Questi elenchi sono scirtti da Don Strumia,
defunto, economo del Santuario.
Allamano racconta Cafasso
Don Cerva, vivente, Prevosto di Casalgrasso,
mi disse di aver udito Don Cafasso a predicare
le istruzini al clero in S. Ignazio nel 1858.
Una sola lista pervenne nelle mie mani degli
esercitandi secolari di S. Ignazio, che conservo,
ed è del 1846, nella quale è notato che predicò
il Servo di Dio le istruzioni. Da vari esercitandi
secolari, dei quali non ricordo i nomi, udii a
dire che essi intervennero agli esercizi in diversi
anni, dettati dal Servo di Dio.
Un sacerdote del Santuario di Graglia (Biella),
del quale non so il nome, vivente, mi disse che
il Servo di Dio predicò in quel Santuario gli
esercizi spirituali al Clero e mi aggiunse che fra
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da Casa Madre 10/2011
i sacerdoti Biellesi era tuttora viva la memoria
di quella fruttuosa predicazione, secondo che
sentì da quei sacerdoti che intervennero.
Monsignor Ighina, attuale vicario Capitolare
di Mondovì, e Don Aragno Carlo, Priore di
Magliano Alpi (Mondovì), mi scrissero che il
servo di Dio dettò gli esercizi spirituali al Clero
nel Seminario di Mondovì. Questi aggiunse
le seguenti parole: Non solo lo udii come
apostolico predicatore, ma profittai del suo
sacro ministero nel sacramento della Penitenza;
nell’uno e nell’altro ufficio con tutti i molti
sacerdoti partecipanti ammirai la soda e pratica
dottrina da lui esposta e la sua santità che
traspariva dalla sua illuminata, pronta, vivace ed
incisiva parola, che penetrava fin nell’intimo del
nostro cuore e lo muoveva e quasi trascinava
a Dio. Come confessore poi egli mi pareva
ispirato ed impareggiabile, amoroso padre,
dotto maestro, savio consigliere, tenerissimo
amico, versava su tutte le piaghe l’olio del
Samaritano et sanabat omnes. Unanimemente
tutti entusiasmati esclamavamo: Don Cafasso
ha con lui lo spirito di Gesù Cristo.
Don Sciolli Rocco, ex parroco di Salmour,
vivente, mi disse che udì don Cafasso a predicare
gli esercizi spirituali di dieci giorni in Cussanio
nel 1855, ed udì il Vicario Capitolare.
Mons. Abrate, nell’annunziare i predicatori, a
dire che aveva invitato due sacerdoti celebri,
uno per santità, zelo e dottrina, alludendo a Don
Cafasso, l’altro per soda scienza e per altre virtù
e doti, alludendo al Padre Stub Barnabita.
Don Giacomelli mi disse che il Servo di Dio
predicò pure esercizi al Clero in Susa, e ciò seppe
perché lo incontrò in Avigliana mentre da Susa
faceva ritorno a Torino.
Mons. Bertagna, Don Buzzani, viventi, Don
Ropolo, defunto, mi dissero che il Servo di Dio
predicò gli esercizi al Clero nel Santuario della
Madonna dei Fiori in Bra negli ultimi anni di sua
vita.
Il Canonico Giuseppe Cerutti, arcidiacono della
Cattedrale d’Asti, defunto, mi scrisse queste
parole: per tanti anni frequentai gli esercizi
spirituali nel Santuario di S. Ignazio e quasi
sempre sentii Don Cafasso a predicare con mia
grande soddisfazione e meraviglia.
Mons. Bertagna mi disse che il Professore Can.
Marengo, ritornato dagli esercizi spirituali dettati
dal Servo di Dio a S. Ignazio nei primi anni di
sua predicazione, gli disse che era così penetrato
dall’efficacia della parola di Don Cafasso, che
ne discorreva cogli amici con vero trasporto, e
andava dicendo: quest’uomo dominerà tutto il
Clero.
Il Canonico Giordano, defunto, nella predica
d’introduzione agli esercizi spirituali al Clero,
stampati nella tipografia degli Artigianelli nel
1878, pagina 24, dopo ricordato gli autori di
cui si servirebbe nella predicazione, il Beato
Leonardo, Sant’Alfonso, il Bellecio, scrive: e
soprattutto quell’uomo, che ci predicava pochi
anni fa, Don Cafasso, quell’uomo che venero
come un santo e tenterò di seguire come maestro.
E nella predica sulla morte, ricordato il Servo
di Dio, soggiunge: lascia al tuo povero figliolo,
che almeno una volta pronunciai il tuo nome
da quest’altare ove tu spargesti tanti sudori, e
tanta pace versasti nei poveri nostri cuori.
Mi sta presente la sua meditazione sulla morte
del giusto: egli ne parlava con un accento di
convinzione e sapeva ragionarne con modo
affatto suo; mí ricordo che tutti noi ervamo
silenziosi a divorare le lacrime che ci cadevano,
ed egli a farci coraggio (pagina 147). Il Canonico
Berteu, vivente, mi disse che incontrati una volta
per Torino a Canonico Ortalda ed il Canonico
Giordano, defunti, avendo l’uno dato all’altro
la notizia che predicherebbe in quell’anno gli
esercizi a S. Ignazio Don Cafasso, li udì dire:
dunque allora andiamo a farli. Noto qui che a S.
Ignazio si davano due mute di esercizi al Clero
per alcuni anni, ed i sacerdoti erano ansiosi di
sapere in quale predicasse il Servo di Dio.
Il Canonico Allaria, attuale Vicario generale
della Diocesi di Alba, mi scrisse le seguenti
parole: Le riminescenze di quella predicazione
(di Don Cafasso) sono tuttora così fresche,
soavi, intime che non di rado ci avviene di
incontrarci con alcuni dei suoi antichi allievi,
i quali ne riportano a memoria con vivo
entusiasmo e salutare compunzione i punti più
salienti e piangono di aver così presto perduto
un maestro di sì preclari ed incomparabili meriti.
Don Carena Biagio, vivente, mi scrisse: so che
dettò moltissime volte ed in varie Diocesi gli
esercizi spirituali, specialmente ai sacerdoti, e
so di scienza propria ed anche per relazione
altrui che il suo dire era così facile, ordinato,
persuasivo e pieno d’unzione, che era ascoltato
volentier da tutti, parroci, canonici e vescovi.
Allamano racconta Cafasso
In una lettera del Servo di Dio scritta a Don
Burdino nel 1855, che conservo, lessi che
ritornava allora dal dettare gli esercizi spirituali
al Clero di Cussanio (Fossano).
Si vedeva che la sua predicazione era frutto
della preghiera e dello studio, cose che
raccomandava tanto ai sacerdoti nel predicare
come nel confessare: apriva tanto il cuore alla
confidenza. Il Padre Stub, Barnabita, defunto,
nel 1860 dettando gli esercizi a S. Ignazio,
parlando della scienza e dello zelo sacerdotale,
fece tale elogio di Don Cafasso da commuovere
tutti. Ciò seppi da Don Ropolo che fu presente,
e mi aggiunse che in fine degli esercizi si celebrò
un solenne funerale in suffragio di lui morto
poco prima.
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da Casa Madre 10/2011
Allamano racconta Cafasso
APOSTOLO DEI CARCERATI
Ho già detto sopra che Don Cafasso come
convittore andava a fare il catechismo ai carcerati;
cosa che pure mi attestarono il Canonico
Borsarelli, defunto, assiduo confessore
anch’egli nelle carceri, ed il Sig. Bargetto, già
nominato. Divenuto prefetto e ripetitore in
Convitto, si dedicò con tutte le forze a lavorare
nelle carceri, istruendo e confessando. Don
Sassi Giuseppe, defunto, Convittore nel 1839’40 e 1840-’41, mi scrisse che i carcerati erano i
prediletti del Servo di Dio, e che traeva profitto
da tutte le occasioni per soddisfare all’ardente
desiderio di beneficarli anche materialmente.
Il medesimo mi raccontò che una sera dopo
cena, essendo noi Convittori attorno al Rettore,
Teologo Guala, a Don Cafasso e a Don Begliati,
il Servo di Dio, preparatosi il terreno, fece
cadere il discorso sui poveri carcerati, e diceva:
Oggi li ho visitati tutti e non c’è male, ma ne
trovai uno con un appetito formidabile poiché
l’aria è fresca eccellentemente. Trovavasi un
altro con un paio di calzoni sottili, che batteva
precipitosamente la solfa coi denti. Tutti
ridevano, ma Don Begliati economo, serio serio
disse: mano alla borsa, signor Rettore! Don
Cafasso sapeva rispondere soavemente e con
grazia da ridestare l’universale ilarità. Intanto
il Teologo Guala conchiudeva dicendo a Don
Cafasso: fate pure, fate pure. Così Don Cafasso
otteneva maggiori soccorsi pei carcerati.
6
da Casa Madre 10/2011
Nei registri della Compagnia della Misericordia,
consultati dal Teologo Gaia, che mi riferì quanto
dico, si legge che il Servo di Dio vi si inscrisse
come confratello nel 1842. Il signor Brognino
Giuseppe, defunto, mi disse le cose seguenti:
Don Cafasso fu il primo a’ miei ricordi che si
occupasse in modo speciale delle prigioni. Egli
apparteneva alla Compagnia della Misericordia,
la quale era costituita da trecento Confratelli,
di cui otto soltanto erano scelti annualmente
per visitare le carceri, e sovvenire ai prigionieri,
nei loro bisogni sì spirituali che temporali. Io
ebbi la fortuna di essere nel numero di costoro,
essendo io pure confratello di questo pio
sodalizio, perciò ho potuto conoscere da vicino
la carità di Don Cafasso verso quei poveri
disgraziati. Egli era solito a dirci che i prigionieri
bisognava trattarli il meglio possibile e non mai
riferire contro di loro lagnanze all’Avvocato
Generale per farli castigare come avevamo
diritto, poiché, soggiungeva egli, sono già
troppo maltrattati dai custodi. Ricordo tuttora
che il primo avvertimento datomi da Don
Cafasso quando venni ammesso a tale ufficio
fu questo, di pensare che i prigionieri fossero
tutti galantuomini e di trattarli come tali e di
non mai offendermi per quanto venissi da loro
ingiuriato. Le prigioni in Torino erano quattro:
le Torri, Via San Domenico, il Correctionnel
ed il Senato. Don Cafasso quantunque potesse
aiutare i prigionieri coi denari della Misericordia,
tuttavia li soccorreva sempre del proprio.
P. Francesco Pavese, IMC
L’insegnamento del Fondatore sul tema del
servizio di autorità lo si può spiegare a due livelli.
Il primo consta degli atteggiamenti che deve
avere i superiori, cioè come devono essere. Il
secondo consta dei doveri dei superiori. Questo
secondo livello lo possiamo trovare nuovamente
in due fonti. La prima fonte è costituita dalle
sue conferenze, quando spiega i “doveri dei
superiori”. La seconda fonte è costituita dai
consigli che dà ai responsabili nei due Istituti.
non si faccia vedere bramoso di avere la
confidenza dei sudditi, basterebbe questo
per allontanarla; faccia nulla contro lo spirito
del Seminario, sebbene non espressamente
comandato dalle regole, per compiacere altrui,
no!, e la condotta del Prefetto dev’essere per
ogni modo irreprensibile e d’esempio anche
nelle cose di supererogazione e non deve dir
parola o far atto anche piccolo di chi vuol farsi
vedere spregiudicato».
Per comprendere l’insegnamento del Fondatore
su come svolgere il servizio di autorità, merita
leggere una sua lettera al suddiacono Luigi
Boccardo, quando è stato nominato “prefetto”
in seminario. Si tenga presente che il Boccardo
era spiritualmente guidato dall’Allamano. La
lettera è del 15 luglio 1983 e contiene “in nuce”
quanto vedremo realizzare e insegnare da lui in
seguito.
1. ATTEGGIAMENTI DEI SUPERIORI.
Qui non c’è che da attingere alle sue conferenze.
Anche se quelle citate sono prese in preferenza
dai volumi delle suore, la dottrina proposta è
valida allo stesso modo anche per i missionari.
Notiamo che il Fondatore non parlava a
“superiori” radunati in convegni speciali,
ma istruiva i giovani, perché imparassero a
rapportarsi bene con l’autorità. Così ha espresso
una buona dottrina sugli atteggiamenti dei
responsabili di comunità.
Dopo avere premesso che « pochissimi
adempiono bene tale uffizio», continua: «Per
riuscire buoni Prefetti […] è necessario a mio
avviso: 1. Farsi esemplari ai Chierici in tutto,
massimamente nell’osservanza del Regolamento;
2. Aver quattro occhi per osservare tutto ciò che
si fa, si dice ect. Dai soggetti, e questo farlo in
modo semplice, che non se ne accorgano; quindi
non in tono da superiore, ma da compagno ed
amico e sovente impedire e correggere solo
con qualche cenno di pena, che mostriamo di
provare per questa o quella mancanza fatta o
che si vuol fare, sicché sentano i giovani che si
vuole loro bene e per questo solo e pel dovere
che incombe si opera; 3. Certe cosette, che non
hanno conseguenze, possono aggiustarsi dai
Prefetti senza subito dirle ai Superiori; ai quali si
diranno poi forse col tempo, quando tutto sarà
già aggiustato, se si avrà a render conto; Questo
modo […] fa sì che i giovani amino il Prefetto, in
cui non vedono un censore studioso di incolparli
presso i Superiori, ma un amico che li ama e
vuol loro molto bene, onde sono spronati ad
emendarsi. 4. Del resto tenga il suo posto senza
affettar pretensioni fuori di ciò che è necessario
in forza dell’uffizio; ed allora con semplicità;
a. Premessa. Mi piace premettere una
convinzione che il Fondatore esprime traendola
dalla sua esperienza personale. «Quando sarete
ben assodati nell’obbedienza sarete capaci di
fare i superiori. Non sa comandare chi non
sa obbedire. Bisogna che colui che comanda
torni di nuovo ad obbedire, per poi meglio
comandare. Si quis prudens (non dotto) regat».
b. Avere fede nel proprio ruolo. Il Fondatore
insegnava ad avere fede nel proprio servizio.
Non lo insegnava direttamente ai superiori, ma
lo faceva parlando dell’obbedienza. Il discorso
è comunque chiaro. Se chi esercita l’autorità lo
fa a nome di Dio (e qui entra tutta la spiritualità
dell’obbedienza), prima degli altri l’interessato
deve credere che agisce non a nome proprio. Il
Fondatore lo ha affermato diverse volte, come
per esempio, nella conferenza del 29 agosto
sull’obbedienza: «Che il superiore sia uno dotto
o no, un santo o no, non fa niente; è proprio
per la sedia che occupa che ha quel diritto di
comandare. Il Sommo Pontefice, quando parla
“ex cathedra “ è infallibile; ora « ex cathedra»
da Casa Madre 10/2011
Allamano: guida saggia e prudente
L’ INSEGNAMENTO DEL FONDATORE SULL’AUTORITÀ
7
vuol dire: parla in nome di Dio».Commentando
1Cor 4,3, il Fondatore arriva a dire che il
superiore deve pensare di compiere la funzione
di “ministro di Dio”. Inoltre, devono essere
convinti di avere la “grazia di stato”.
Allamano: guida saggia e prudente
c. Consci, ma non perdersi d’animo o
rifiutare la responsabilità. Spesso il Fondatore
sottolineava che i superiori devono rendere
conto a Dio. Per esempio, nella conferenza
del 12 settembre 1920: «La S. Scrittura dice
che sarà fatto giudizio strettissimo a coloro
che son superiori, che presiedono, che sono
a capo di qualcuno. Dovrebbero scappare
quelle che vogliono far le superiore... Il Signore
domanderà conto del suo Sangue che ha messo
nelle mani dello speculatore (Speculatore è
quello che è destinato a vigilare).
8
Quando S. Bernardo era superiore dei suoi
frati era così atterrito dalla responsabilità, che
lacrimando andava dicendo: « Io ho in deposito
il Sangue di N. Signore. Il Signore ha versato il
Sangue per santificare questi miei frati, ed io
ho questo Sangue in mano e guai a me se ne
trascurerò un poco! ». Sentiva tutto il peso della
responsabilità, della direzione dei suoi frati.
Questo tutto per parlare di quelli che sono
a capo. Dico di quelli che sono a capo, ma
intendo in generale; ognuna nel suo genere».
d. Non agire autonomamente. Ogni
superiore è inserito in un organismo che ha
diversi livelli di autorità. Se da una parte guida,
dall’altra lui stesso è guidato e deve comportarsi
secondo disposizioni superiori. Il Fondatore
lo ha spiegato con semplici parole, portando
l’esempio di Don Bosco, nella conferenza del 2
dicembre 1917: «Seppi io stesso che D. Bosco
pianse perché un superiore non si atteneva al
suo ordine riguardo alla S. Povertà».
e. Essere liberi e testimoni. Anche se chi
obbedisce non deve guardare alle doti di chi
dirige, tuttavia il Fondatore insisteva sulla
necessità che i superiori non fossero attaccati
alla propria carica e fossero autentici, cioè i
primi a vivere coerentemente (non per posa,
ma spontaneamente). Così il 2 dicembre 1917,
parlando della decadenza degli Istituti religiosi,
spiegava che una causa era: « La trascuratezza
dei superiori. Ah, questo è un motivo! Certe
da Casa Madre 10/2011
volte i superiori non sono formati loro stessi.
Chi non ha fuoco e spirito, come può darlo? E
poi certe volte possono infiltrarsi certe cose per
riuscire superiori… Voi non lo sapete ancora.
Ah, in quelle elezioni! Davanti al SS. Sacramento
si fa l’esame, e in comunità si cacciano dei
gruppi… e poi cosa restano quelle superiore?
Una superiora mi diceva: « Vorrei rinunziare qui
e là... ». Invece... cul cadreghin [quella carica]!...
Insomma, dicono che non lo vogliono, ma
non lo dimetterebbero così facilmente. I
superiori non osservanti essi medesimi, non
possono far osservare. Arriva poi così, che
tutti gonfiano il superiore, e tutti dicono: Tanto
bene, tanto bene. Invece è perché, se cade il
Superiore cadono anche loro... Ah, il cadreghin
‘il cadreghin!... Ricordatevene! Quei superiori
che fan vedere che han bisogno di questo
o di quello, o che per malattia non possono
osservare, non possono fare osservanti gli altri».
Insisto che questo pensiero il Fondatore lo ha
espresso letteralmente così. Le due redazioni
(delle quattro sorelle e di sr. Emilia Tempo)
coincidono.
f. Avere coraggio nella guida. Il Fondatore
insisteva nel dire che il superiore non deve sentirsi
condizionato da chi deve ubbidire, altrimenti si
fa un danno. Per esempio: «La seconda qualità
dell’obbedienza è che sia pronta. La superiora
non deve dire: Bisogna che vada adagio ché
quella lì è capace di dire di no». «Correggere.
Ma a dire qualche cosa si offende… Allora
ancora più presto. Oh, non bisogna studiare il
momento buono…».
g. Mantenersi in un sano realismo. Dal
punto di vista della fede, chi esercita l’autorità,
per il fondatore, ha una speciale rappresentanza
della volontà di Dio. Ma dal punto di vista
umano, l’interessato o interessata non deve
ritenersi superiore agli altri. Per il fondatore
tutti possono esercitare questo servizio. Ecco
un discorso molto interessante alle missionarie,
nella conferenza del 22 aprile 1923 su “Una sola
classe di suore”: «Il nostro sistema è quello di
essere tutte uguali. Se una non è capace a qualche
cosa ci pensano i superiori. Una volta son venuti
a dirmi che in una comunità avevano bisogno
di una superiora, ma che tra loro (ed erano 60)
non ne trovavano una per questa carica e perciò
chiedevano a Roma di tenere ancora la superiora
stare solo sei anni, basta; non bisogna chiedere
di più. Non c’è nessuno necessario in questo
mondo.
Voi, essendo tutte uguali, potete tutte divenire
superiore: non per missione, ma per virtù.
Ricordatevi del fatto che vi ho già contato altre
volte, di quelle suore che si sono alzate dai
sepolcri per ossequiare la nuova superiora che
non volevano in quel monastero».
Allamano: guida saggia e prudente
di prima. Io ho detto: la tolgano, la tolgano... son
tutte capaci a far la superiora. - Esse, poverette,
pensavano: o teniamo questa, o venga un’altra
da un altro monastero a preferenza di avere
una delle nostre compagne. - Guardate com’è
brutto! Io non voglio che avvengano queste
cose tra voi altre; voglio che diciate: tutte le mie
compagne sono capaci a far la superiora, eccetto
io. - Mi sento dire che nessuna, su 60, era capace
a far la superiora!... ma gliene ho mostrate io che
erano capaci a farla. Quando c’è per regola di
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da Casa Madre 10/2011
2. DOVERI DEI SUPERIORI
Il Fondatore parlava esplicitamente dei doveri
dei superiori, assieme ai doveri dei sudditi. La
conferenza per eccellenza su questo tema è
quella del 12 settembre 1920, sia ai missionari
che alle missionarie, sullo stesso manoscritto.
Basta ricorrere ai testi citati, per vedere più
esattamente le particolarità che il Fondatore ha
sottolineato alle due comunità.
Allamano: guida saggia e prudente
a. Pregare. «Il primo dovere di un padre e di
un superiore, e quindi il primo dovere mio e
di tutti gli altri superiori è quello di pregare
per i sudditi, per tutti et — pro singulis —
come faceva Giobbe, perché devo temere che
si facciano dei peccati e, per noi che siamo
religiosi, che non si avanzi nella perfezione.
10
Quindi io prego sempre per tutta la Comunità
e per ognuno di voi in particolare. E chi prego?
Vi faccio proprio le mie confidenze perché
anche voialtri abbiate confidenza con me.
Prego specialmente lo Spirito Santo e gli Angeli
Custodi.
Lo Spirito Santo […] Lo prego perché vi dia i
suoi sette doni, specialmente: la fortezza; che
siate costanti e fermi nel mettere in pratica i
proponimenti. […]. Io non posso sempre
essere qui in mezzo a voi, e quando ho qualche
cosa da dire a qualcuno di voi, me la intendo
cogli Angeli Custodi; chiamo il suo Angelo
Custode, e gli do la commissione.[…].
Alle suore: «Mai un Superiore pregherà
abbastanza per la comunità. C’è da intenderci
prima col Signore e collo Spirito Santo e dire:
Ciò che non posso fare io per la tale, fatelo
Voi».
b. Vigilare. «Il secondo dovere di un superiore
è quello di vigilare bene su tutti. Il Superiore
deve sempre avere l’occhio aperto sulla
condotta dei sudditi: non star lì a spiare se può
prenderne uno in fallo, ma per aiutarlo a far
bene. Noi siamo fatti così: è vero che dovrebbe
bastare di essere alla presenza di Dio; ma il
pensiero che Dio mi vede non basta... se non
c’è l’occhio del superiore siamo più facilmente
tentati di mancare a qualche regola...
Questo è un dovere di tutti i superiori […].
da Casa Madre 10/2011
Dunque il secondo dovere di un superiore è
quello della vigilanza. A questo riguardo mi
ricordo quello che mi diceva Mons. Gastaldi
di santa memoria 45 anni fa quando mi ha
messo Direttore del Seminario: “Sei tu, diceva,
che adesso hai la responsabilità dei Seminaristi
e perciò anzitutto devi pregare, perché quello
che devi fare non sei tu che lo fai ma il Signore
con te, tu col Signore. In secondo luogo devi
invigilare sulla loro condotta, devi sempre esser
loro dietro, sempre essere dappertutto, in modo
che non si trovino mai al sicuro dal tuo occhio
in nessun angolo...”. Guai al Superiore che non
ha sempre gli occhi aperti !...».
e. Correggere. «Poi continuava a dire Mons.
Gastaldi, il terzo dovere del superiore è quello
di correggere. È una cosa che costa, ma è un
dovere, e piaccia o non piaccia, bisogna farlo.
Non bisogna stancarsi mai: si stancherà prima
l’altro: “ma me lo ha già detto tre volte!” —
“Ebbene! te lo dico ancor una quarta, e una
quinta se non ti emendi!”. Bisogna correggere
colle buone se si può, e anche severamente, se
c’è bisogno. Immaginiamoci che nel giorno del
Ah! guai al superiore che non ha il coraggio di
correggere, di sgridare! Quante volte la perdita
dello spirito nelle comunità viene da questo, da
questi superiori deboli.
Il Superiore deve render conto a Dio di tutti i suoi
sudditi... Vedete un po’ quanta responsabilità! È
per questo che i santi avevano tanta difficoltà ad
accettare di essere superiori...».
Questo terzo dovere dei superiori per il
Fondatore era importante (forse perché anche
a lui costava eseguirlo?). Ne ha parlato anche
prima con parole incisive. In occasione della
festa dell’Ascensione, il 17 maggio 1917, ricorda
i tre atti che Gesù fece prima di salire al cielo:
un rimprovero, una missione e un ordine. Circa
il rimprovero riporta le parole di Mc 16,14:
«li rimproverò per la loro incredulità» e poi
aggiunge questo commento: «Pare che Gesù
non dovesse nella partenza amareggiare i suoi
diletti con un rimprovero, ma passarci sopra.
No, l’eterna sapienza e prudenza non fa così.
Ciò è a consolazione dei superiori, i quali
per dovere devono ammonire i loro sudditi
quando è necessario, anche con addolorarli. Il
superiore deve farsi violenza quando il dovere
lo esige: incumbit necessitas. E lo capissero i
sudditi il sacrificio che fa il superiore in tali
casi!...».
Nella conferenza del 17 settembre 1920,
si introduce così su questo terzo dovere:
«Certuni son tanto buoni, tanto buoni che
non hanno la forza di dare delle riprensioni,
di lavar la zucca; quelli lì hanno lo spirito di
debolezza, non di dolcezza…».
È importante, per il Fondatore, che il superiore
insista sulle cose: «I superiori devono sempre
battere, replicare…anche essere noiosi, se
necessario». Se questo criterio vale per la
formazione, vale anche per la conduzione di
una comunità.
Allamano: guida saggia e prudente
giudizio il tale darà poi la colpa a noi: “Se mi
avesse avvertito ancora una terza volta, se mi
avesse avvertito più severamente, forse mi sarei
emendato!”.
11
da Casa Madre 10/2011
RIFLESSIONE, CONVIVENZA E PREGHIERA,
A SANTA MARIA MARE
Attività della Direzione Generale
Renato Francesco Maizza, su informazioni di P. Giuseppe Ronco
12
L’inizio del primo lungo Consiglio di
settembre ha avuto luogo a Santa Maria
Mare. Dal 25 agosto al 1 settembre, tutta la
Direzione Generale, con l’Economo generale
e il Segretariato Generale per la Missione si
sono ritrovati insieme per una settimana di
studio, riflessione, approfondimento degli atti
capitolari, per evidenziare meglio quello che gli
atti dicono e chiedono di fare.
Ma come mai Santa Maria a Mare? Vari sono
i motivi: il primo, perché favorisce un clima
di studio e di silenzio, secondo, per vivere
un’esperienza di convivenza e di conoscenza fra
i nuovi membri della direzione generale, terzo,
per pregare in un luogo meraviglioso ispirato
dal mare. Quindi studio, convivenza e preghiera.
Non sono mancati momenti di riposo, di
balneazione e di fraternità con la comunità
locale, molto accogliente e disponibile.
da Casa Madre 10/2011
I lavori erano ben programmati. Ogni giornata
è stata affidata e animata da uno dei consiglieri
generali su un tema particolare, sviluppato
attorno a quattro domande: 1) cosa il capitolo
dice sul tema; 2) che cosa il capitolo chiede che
si faccia su ogni tema; 3) che cosa il capitolo
non dice sui vari temi; 4) varie.
P. Pendawazima ha animato la formazione; p.
Medina la missione; P. Pozzoli l’identità e il
carisma; p. Marini l’economia; p. Camerlengo il
grande capitolo dell’organizzazione.
Ogni giorno aveva il suo tempo prolungato di
lectio divina, preparato dal Segretariato Generale
per la Missione, attorno a temi di spiritualità e
di missione. La celebrazione eucaristica seguiva
gli orari della comunità locale. Una giornata
di ritiro a Loreto, con la riflessione su Maria
Consolata, è stata molto apprezzata e sentita.
Attività della Direzione Generale
Vari altri incontri hanno avuto luogo: con
Vescovo della Diocesi di Fermo Mons. Luigi
Conti che ci ha accolti calorosamente parlandoci
del suo lavoro di pastore e complimentandosi
per il lavoro che i Missionari svolgono nel
Santuario e nell’intera Diocesi. Poi un incontro
fraterno, attorno alla mensa di mezzogiorno,
con il Vescovo emerito Mons. Cleto Bellucci,
Vescovo ordinante al Diaconato di P. Stefano e
di P .Aquileo, che ricordava la lunga amicizia con
P. Cialini e con i numerosi Missionari conosciuti.
Non sono mancati gli incontri con le famiglie di
alcuni Missionari della zona, con gruppi di amici
che collaborano con i Missionari e con i giovani
dell’Oratorio Koiné, che quotidianamente si
incontravano.
Di ritorno a Roma, i lavori del Consiglio sono
continuati e continuano tuttora. La voglia di
servire l’Istituto nel modo migliore è grande!
13
da Casa Madre 10/2011
Attività della Direzione Generale
LINK
14
Carissimi confratelli,
con questa breve comunicazione vogliamo
cercare di mantenere vivo il contatto con voi,
provando a raccontarvi, anche se in sintesi, i
primi passi della nuova Direzione Generale.
L’abbiamo chiamata “Link”, collegamento;
non sostituisce le comunicazioni ufficiali del
Superiore o dell’Istituto.
Leggetela come se fossimo intorno a un tavolo
a bere insieme qualcosa, raccontandoci le
novità della nostra vita missionaria; oppure,
per i confratelli della nuova generazione o più
evoluti nell’uso del computer, come se stessimo
chattando su Facebook.
Oggi, è per noi facile potervi scrivere, siamo
tutti insieme in Casa Generalizia e il lavoro non
ci ha ancora soffocati o spinti lontano l’uno
dall’altro. Speriamo di riuscire a mantenerci
fedeli a questo proposito di inviare ogni tanto
nostre notizie.
Al termine del Capitolo, padre Stefano
Camerlengo aveva proposto ai delegati delle
varie circoscrizioni presenti in Assemblea di
non iniziare il processo di elezione dei nuovi
Consigli regionali e di delegazione prima
dell’inizio di settembre. La proposta era dettata
da alcuni motivi che ci sembravano essere
importanti. Innanzitutto, ciò avrebbe permesso
a noi di sistemare e portare a termine compiti
e lavori precedentemente assunti. Il secondo
motivo era legato alla volontà di stare un po’
di tempo insieme, fare comunità, imparare a
conoscersi in vista del lavoro da svolgere nel
prossimo sessennio. Infine, volevamo lasciare
un po’ di tempo ai missionari capitolari affinché,
una volta rientrati nelle loro circoscrizioni,
avessero tempo di parlare del Capitolo, lasciarne
decantare i contenuti, evidenziarne le linee
principali e, sulla base di queste ultime,
prepararsi bene alle prossime Conferenze
regionali.
Era stato lo stesso Capitolo a ricordare con
forza alla Direzione Generale che, come
recitano le nostre Costituzioni, “la DG è la
da Casa Madre 10/2011
prima comunità dell’Istituto” (Cost. 116) e deve
quindi improntare le relazioni all’interno di
essa secondo modalità che possono diventare
di esempio per il resto dell’IMC. Chiaramente
quanto scritto su carta deve poi essere passato
al vaglio dell’esperienza e della quotidiana
convivenza, ma sta di fatto che una settimana
intera dedicata a questo scopo ci ha aiutato a
dare vita a questo cammino.
Condivisione e formazione
Il 20 agosto ci siamo ritrovati tutti a Roma e
abbiamo iniziato i lavori di Consiglio. Dopo
pochi giorni, ci siamo spostati presso la nostra
Casa/Seminario di Santa Maria a Mare, nelle
Marche, vicino ai paesi di origine di Padre
Stefano Camerlengo e padre Marco Marini, di
cui abbiamo visitato con piacere le famiglie.
Qui preme soltanto sottolineare il carattere di
studio e condivisione sui temi del Capitolo che
queste giornate hanno avuto. Ad esse hanno
partecipato anche i padri Antonio Rovelli e
Giuseppe Ronco, del Segretariato Generale
per la missione, il Segretario Generale, padre
Osvaldo Coppola, e l’Amministratore Generale,
Rinaldo Cogliati, invitati con il preciso scopo
di aiutarci a ripensare la missione alla luce dei
mutamenti in atto e arricchire con informazioni
preziose, ciascuno con la competenza del
proprio campo, il governo dell’Istituto.
Rientrati a Roma abbiamo continuato il lavoro
di formazione aiutati da padre Enzo Viscardi,
nostro confratello, e Suor Christine Anderson,
l’energica religiosa che aveva animato il nostro
Capitolo Generale. Padre Enzo, psicologo,
ha lavorato con noi su alcune dinamiche
di relazione interpersonale, partendo dalle
aspettative, dai timori e da ciò che di positivo
ciascuno di noi si sente di offrire a questa
nuova comunità della Direzione Generale. Il
suo tentativo era quello di aiutarci a migliorare
l’ascolto reciproco per poter essere in grado
di offrire un ascolto qualificato all’Istituto in
questo tempo di cambiamento.
Suor Christine ha invece dedicato due mattinate
formare la Direzione Generale e, attraverso
questa, l’Istituto. Padre Ugo Pozzoli è il
Consigliere Generale incaricato dei continenti
Europa ed Asia, ma allo stesso tempo anche
della riflessione su “identità e carisma”. Padre
Salvador Medina accompagnerà il processo
continentale in America e aiuterà a riflettere
sul tema generale della missione. Padre Marco
Marini avrà un occhio di riguardo aperto sul
continente africano e darà il suo contributo
nell’approfondire il tema dell’economia.
Un discorso a parte meritano la formazione e
l’economia, temi su cui il Capitolo ha richiesto
una riflessione più profonda e che dovranno
ricevere da parte nostra una maggiore attenzione
durante il prossimo sessennio. La discussione
capitolare sul tema della formazione aveva
evidenziato una duplice necessità: quella di un
maggior radicamento della stessa nel nostro
carisma missionario e, nello stesso tempo, di
una maggior contestualizzazione, a seconda
dei diversi luoghi in cui si formano i nostri
missionari. Per questo motivo abbiamo creduto
bene armonizzare queste due esigenze, di unità
nella diversità, lasciando che la formazione
diventi parte di un processo continentale e,
quindi, seguita dal Consigliere competente.
Allo stesso tempo, sarà il Vice Superiore
generale, padre Dietrich Pendawazima, ad
avere su di sé la responsabilità di tutta la
formazione dell’Istituto. La sua esperienza di
studente e formatore in America, Europa e
Africa lo qualificano molto bene per il ruolo
che gli viene assegnato.
Una particolare attenzione verrà data anche al
tema dell’economia. Alla luce dell’ultima crisi
economica e dei cambiamenti in atto nel nostro
Istituto, il Capitolo ha chiesto che a questo tema
venga dato un importante spazio di riflessione,
auspicando che essa possa anche portare ad
una conversione negli stili di vita da adottare e
nelle scelte missionarie da intraprendere.
Padre Stefano Camerlengo, infine, non ha
voluto essere da meno e, oltre al paterno
accompagnamento del personale, si è
assunto come tema di riflessione quello
dell’organizzazione
dell’Istituto,
altro
da Casa Madre 10/2011
Attività della Direzione Generale
a parlare del senso della leadership in un contesto
come quello in cui ci troveremo ad operare,
dei principi che animano il metodo del
discernimento, già usato al Capitolo, e al modo
con cui evidenziare le priorità del nostro
mandato alla luce dei documenti capitolari e
in vista delle prossime Conferenze regionali.
Il tempo rimanente lo abbiamo speso nel fare
Consiglio, attendendo insieme i risultati delle
elezioni che nel frattempo arrivavano dalle varie
circoscrizioni per l’approvazione della Direzione
Generale.
Crediamo che sia importante comunicare alcune
decisioni e desideri che sono venuti maturando in
questi giorni. Innanzi tutto il desiderio di essere
vicini a un Istituto che sta progressivamente
cambiando e che si trova a vivere in un tempo di
grandi mutazioni. Il desiderio, poi, di essere un
buon team, di fare squadra, di proporci come
“una persona” al resto dell’Istituto in modo che
tutti possano, nonostante le ovvie differenze
caratteriali ed esperienziali di ciascuno, incontrare
l’intera Direzione Generale nell’incontro con
uno soltanto dei suoi membri.
Il discorso sulla continentalità, tema principale
della riflessione capitolare, entra nella cornice di
questo atteggiamento di fondo. Il Capitolo
ha chiesto che lo spirito della continentalità
(suggerito per la prima volta nel Capitolo di
Sagana e confermato in quello di San Paulo)
continui ad essere perseguito al fine di migliorare
una maggior collaborazione fra circoscrizioni
alla luce di un progetto missionario comune che
tenga conto degli aspetti pastorali, formativi,
economici, di personale, di animazione, ecc.. Nel
medesimo tempo ha anche ribadito l’importanza
di non confondere questo spirito con la persona
del Consigliere continentale, che il Capitolo
vuole sia innanzitutto un Consigliere generale,
incaricato dal Superiore dell’animazione di un
determinato continente.
I tre Consiglieri si sono visti assegnare dal
Superiore Generale un ambito “geografico” di
competenza, ma insieme ad esso anche la
responsabilità di approfondire uno dei cinque
temi del Capitolo. È questo un servizio che
dovranno svolgere nell’ottica di animare e di
15
Attività della Direzione Generale
argomento su cui si era concentrata la riflessione
dell’ultimo Capitolo.
16
Alcuni appuntamenti
Durante questo mese alcuni membri del
Consiglio Generale hanno preso parte ad
alcune iniziative.
Il 4 settembre, il padre Generale ha partecipato a
una celebrazione eucaristica di commemorazione
per il quinto anniversario della morte di Suor
Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata
uccisa in Somalia. La funzione si è tenuta a
Rezzanello (PC), paese natale di Suor Leonella.
I padri Dietrich Pendawazima e Marco Marini
hanno invece partecipato a una celebrazione,
sempre in ricordo di suor Leonella, che si è
tenuta a Nepi (VT), presso la Casa Generalizia
delle Missionarie della Consolata, sabato 17
settembre.
Sempre sabato 17, in mattinata, il Superiore
Generale e padre Ugo Pozzoli hanno
partecipato alla cerimonia di beatificazione
del Sacerdote cottolenghino, Don Francesco
Paleari, che viene ad aumentare il già grande
numero di santi torinesi. È stato significativo
essere presenti Torino, nella Piccola Casa
della Divina Provvidenza, visto che don
Francesco è stato un collaboratore del nostro
Fondatore come confessore presso il Convitto
Ecclesiastico e come insegnante di filosofia
e latino nel seminario dei missionari della
Consolata.
Nel pomeriggio, ci si è trasferiti a Rivoli
per l’inaugurazione del percorso storicomissionario dedicato all’Allamano e al carisma
dei missionari della Consolata che padre
Giordano Rigamonti ha ideato e fatto installare
dai suoi molti e fedeli collaboratori nel giardino
della Villa rivolese.
L’edificio caro al Fondatore, luogo importante
nella nostra fondazione, si è così arricchito di
un’ambientazione missionaria moderna ed
accattivante, con pannelli che esaltano la
bellezza delle fotografie della missione di ieri
e di oggi.
In questi giorni, padre Salvador Medina
ha anche partecipato ad un incontro della
da Casa Madre 10/2011
Confederazione Latinoamericana y Caraibica
dei Religiosi/e (Clar) con l’Unione dei Superiori
maggiori. I temi in agenda erano la situazione
haitiana, un progetto di riflessione e azione
missionaria di insieme in Amazzonia, i recenti
travagli del Vicariato apostolico di Sucumbios
(Ecuador). È stato bello ospitare da noi i
responsabili della Clar e continuare a conversare
con loro di sfide che la Vita religiosa è chiamata
ad affrontare oggi in America Latina.
Infine, vogliamo farvi partecipi di una decisione
presa dal Consiglio Generale proprio in questi
giorni. Innanzitutto vorremmo confermare
il solito calendario di incontri della Direzione
Generale a cui l’Istituto è ormai abituato. Ci
troveremo tre volte all’anno, nei mesi di marzo –
giugno e novembre. Pensiamo che la scelta fatta
da un po’ di direzioni a questa parte sia quella
che meglio si sposa con specifiche scadenze a
cui la Direzione deve dare risposta. Facciamo
dunque tesoro dell’esperienza del passato e
confermiamo l’iter solito, a cui l’Istituto è
ormai abituato. A questa decisione va però
abbinata quella di trascorrere una sessione di
Consiglio all’anno in uno dei vari Continenti,
possibilmente in occasione e in prossimità di:
 Incontri degli Organismi Continentali
 Altri incontri significativi nel Continente
 Visite (p. es. canoniche)
Carissimi confratelli,
questo è davvero tutto, almeno per ora. Il
resto lo potrete leggere sul documento di
programmazione della Direzione Generale e sui
vari documenti ufficiali che accompagneranno
la nostra azione durante questo sessennio.
Vorremmo allegare a queste poche note una
preghiera sincera per tutti voi che in tante parti
del mondo state costruendo pazientemente
il Regno di Dio. Avremo modo di incontrarci
e condividere insieme più cose della nostra
vita, mettendo insieme le fatiche e le gioie che
rendono reale la nostra missione.
Vi chiediamo un ricordo particolare alla
Consolata e al Fondatore, soprattutto per
questi primi mesi di lavoro, tempo speciale
Attività della Direzione Generale
di programmazione che dovrebbe dare il là al
nostro lavoro. Come missionari, sulla scia dei due
discepoli di Emmaus che ci hanno accompagnati
nel cammino capitolare, lasciamoci ancora una
volta avvicinare, sorprendere e cambiare dal Dio
viandante, Parola ed Eucaristia.
P. Stefano Camerlengo, Superiore Generale
P. Dietrich Pendawazima, Vice Superiore Generale
P. Ugo Pozzoli, Consigliere
P. Salvador Medina, Consigliere
P. Marco Marini, Consigliere
17
da Casa Madre 10/2011
Condoglianze a P. Salvador Medina, IMC
Comparto con Ustedes la fe en la Resurrección
Esther Gómez, nuestra mamá Medina Gómez, murió hoy 29 de agosto, hacia las cinco de la mañana
Agradezco mis hermanas/os por el cuidado y el amor.
Casa Generalizia
LA CONSOLACION DE LA RESURRECCION
Al despertar la aurora entre las montanas, mamá Esther entraba en el día sin ocaso
Te fuiste con la caricia del cuidado y de la compañía
Gracias por tu humilde dignidad y serena energía
Gracias por tu humana santidad
Gracias por la sonrisa de tus labios y la hospitalidad de tu corazón.
Gracias por tus 92 anos en el calvario del amor.
18
Tu hora fue para mi Eucaristía
Acción de gracias en Loreto, casa de María
Los ángeles te transportaron de la cordillera andina al cosmos divino.
Gracias María de Nazareth por el fruto de tu vientre, Jesús.
Gracias Estether de Aguadas por los frutos de tu vientre: Daniel, Lindelia, Jairo, Salvador, Anibal,
Ruby y Nora
De generación en generación, tus hijos, nueras y nietos, te llamaremos Bienaventurada.
Tus hijos y familiares, mis hermanos y amigos, te despedimos
En la sincronía del tiempo celebramos juntos la Eucaristía sin geografía.
Tu eres nuestra oferta, asociada a la de la Virgen Dolorosa.
Contigo vivimos la consolación de la Resurrección.
No estas muerta mamà, vives en papá Dios.
Desde Loreto - Italia, un abrazo fraternal
da Casa Madre 10/2011
Settembre 2011
P. Michelangelo Piovano, IMC
1° Settembre: ritorna da Porto San Giorgio la
Direzione Generale con i suoi collaboratori e
inizia il suo lavoro a servizio dell’Istituto.
7 Settembre: dopo il periodo trascorso a Roma
per la licenza in Missiologia parte per il Kenya
Padre Stephen Korambu. Mentre lo ringraziamo
per la sua presenza semplice e disponibilità nella
nostra comunità in questi tre anni, gli auguriamo
un buon lavoro e buona missione nella sua
patria.
Lunedì 26 settembre: salutiamo padre
Aquiléo Fiorentini che parte per un periodo
di vacanza in Brasile ed in seguito per la sua
nuova destinazione alla Regione Amazzonica
(Roraima).
Lo ringraziamo per i suoi lunghi anni di servizio
all’Istituto e presenza qui a Roma, prima come
Consigliere e poi come Superiore Generale. La
sua partenza e disponibilità per la missione è
per tutti noi motivo di stimolo ed esempio di
dedicazione per la causa del Regno.
Casa Generalizia
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA
29 settembre: alcuni membri della comunità
partono per Torino dove parteciperanno alle
professioni perpetue e ordinazioni diaconali
di 4 professi del Seminario Teologico e alla
Ordinazione sacerdotale del Diac. Ermanno
Savarino nella sua Parrocchia di Chieri (TO).
In questi giorni, poco alla volta, le varie Regioni
o Delegazioni rinnovano le loro Direzioni
regionali: ne veniamo a conoscenza attraverso
la Direzione Generale che è al lavoro in questo
mese nel Consiglio per la conferma di queste
elezioni e per la Programmazione capitolare.
Anche in questo mese non mancano le visite di
confratelli che si fermano con noi alcuni giorni:
Mons. Mukobo, P. Luciano Scaccia, P. Ettore
Viada, P. Ezio Roattino, P. Pietro Parcelli, P.
Daniel Mkado e P. Paco Lopez.
Il 18 e 25 settembre: arrivano dal Tanzania P.
Cyrus Karuthi e dalla Costa d’Avorio P. Victor
Kota, destinati alla nostra comunità per studi.
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Casa Generalizia
grazie e saluto a padre aquileo
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Casa Generalizia
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Portogallo
Vita nelle Circoscrizioni
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Pe. Zintu: Um missionário que regressa a casa
P. Jaime Marques, IMC
Já passaram alguns dias desde que fomos
acompanhar o saudoso P. Zintu ao aeroporto
a fim de ele tomar o avião que o levaria
à Itália. Acompanhado pelo P. Carlos
Matias e rodeado de todas as precauções
para que a viagem decorresse o melhor
possível, não restavam dúvidas, que tudo
iria pelo melhor, como de facto aconteceu.
No aeroporto de Malpensa encontravam-se
diversos familiares seus, irmãos e sobrinhos que
o esperavam com ansiedade e o acolheram com
grande alegria. Da parte do Instituto estava o P.
Giano, Superior da Comunidade de Alpignano,
o qual fez questão de ir pessoalmente ao
encontro do P. Zintu, de o levar a Alpignano e,
logicamente, de o introduzir naquela comunidade.
Dias antes da partida o grupo de Renovação
carismática reuniu-se em nossa casa um
razoável número de carismáticos, entre os quais
não faltou o seu grande amigo Con. Janela. P.
Zintu presidiu a uma Concelebração durante a
da Casa Madre 10/2011
qual deu largas ao seu coração mostrando toda
a simpatia, saudade e agradecimento. As suas
palavras proferidas na homilia ficaram bem
gravadas no coração de todos os presentes. Estes,
por sua vez, agradeceram ao P. Zintu tudo o que
tinham recebido dele. Depois da Celebração
Eucarística ainda se reuniram na sala para o
cumprimentar pessoalmente. Não faltou o corte
e partilha do bolo e um brinde muito sincero.
A comunidade da Casa Regional quis viver
em profundidade este momento. O Superior
Provincial interrompeu as suas férias para estar
presente. Juntaram-se a nós os Confrades do
Cacém e o P. Darci. Compareceram também
diversos amigos. A Concelebração, presidida
pelo P. Zintu, foi o momento culminante. Um
momento de grande intimidade, de oração e
reflexão. Obrigado P. Zintu pelo seu exemplo
de alegria, de oração e de vida comunitária. A
sua partida vai deixar um grande vazio entre
nós.
P. Antonio Vismara e Consiglio Etiopia
I.QUADRO STATISTICO DELLA
REGIONE.
Ordinazioni nel sessennio: 4 (+ 3 diaconi
pronti per l’Ordinazione)
Situazione attuale del personale della Regione:
In questi sei anni nessuno ha lasciato l’istituto.
Un Padre è morto.
Età media: 57.3
Salute generalmente buona
Padri 17
Fratelli 3
Movimento del personale negli ultimi 6 anni
(incluso Djibouti): 19 Alcuni hanno chiesto
di lasciare l’Etiopia e furono destinati ad altre
Regioni, altri hanno lasciato per studio.
Vocazioni:
Seminario minore: 6
Seminario filosofia: 5
Teologia all’estero: 5
DESCRIZIONE DELLA
CIRCOSCRIZIONE IN GENERALE.
La Conferenza Regionale si era proposta come
priorità assoluta di ridurre il più possibile i
numerosi progetti di sviluppo sociale, molto
costosi finanziariamente e troppo impegnativi
per il missionario responsabile. La direzione era:
consegnarli al Governo, o passarli alla Diocesi
di Meki. Questo al fine di liberare i missionari
da molti impegni sociali e renderli più liberi
di dedicarsi al lavoro pastorale: fine primario
della nostra presenza in Etiopia. I progetti poi
dovevano essere integrati nel lavoro pastorale
come espressione di carità evangelica. Durante
il sessennio non è stata fatta nessuna nuova
apertura
Etiopia
Nuovi Padri in arrivo...2
Vita nelle Circoscrizioni
REGIONE ETIOPIA
23
da Casa Madre 10/2011
Etiopia
Un altro obiettivo era quello di vivere
l’interculturalità di cui è composta la Regione,
creando comunità locali internazionali e
approfondendo questa realtà con seminari
di formazione permanente. Un cammino
che dovrà essere continuato perché venga
consolidato.
L’animazione missionaria e vocazionale è
stata l’altra grande priorità della Regione nel
sessennio. A questo scopo si è aperto un centro
di animazione giovanile a Modjo, diretto da
un confratello Etiopico a tempo pieno e che
a richiesta visita anche parrocchie e gruppi
giovanili a livello nazionale.
Vita nelle Circoscrizioni
Sono state cedute alla Diocesi di Meki la
missioni e le opere di Asella, di Wonji e di
Negelli. Shashemane è la prossima in lista da
consegnare alla Diocesi: a Maggio 2011. Mentre
al Governo sono state cedute quattro scuole.
24
L’ospedale di Gambo:che prima era
esclusivamente diretto e amministrato dall’IMC,
ora la responsabilità generale viene condivisa
con altre due Associazioni di volontari dalla
Spagna. E il “Board of Governors”, appena
creato è il responsabile ultimo dell’andamento
generale di tutto l’Ospedale (personale e finanze
incluse). Questa struttuta è già effettiva e corona
il sogno della Regione di dare una sistamazione
definitiva a questa opera importante.
Con le Suore Missionarie della Consolata esiste
un rapporto di mutuo rispetto e collaborazione,
che è andato migliorando nel tempo.
Il Vescovo di Meki ha diviso la sua Diocesi in
tre grandi Zone Pastorali:la parte centrale è per
se; una è già stata affidata ai Cappuccini e l’altra
intende affidarla all’IMC. Noi non abbiamo
ancora dato una risposta ufficiale e comporta
la nomina di un Vicario Episcopale.
La Conferenza Episcopale Etiopica ci ha
interpellati perché come Missionari della
Consolata apriamo un Santuario Nazionale della
Madonna Consolata nella missione di Modjo.
Il motivo principale è perché l’Allamano ha
fondato l’Istituto della Consolata per l’Etiopia.
Se la proposta ci onora, il discernimento della
Regione è stato negativo per mancanza di
personale. Anche qui, la risposta ufficiale, pur
da Casa Madre 10/2011
urgente, non è ancora stata data, in attesa di
tempi migliori.
II. SITUAZIONE ATTUALE DEL PAESE
E NOSTRA PRESENZA IN ETIOPIA
L’Etiopia sta vivendo una trasformazione
epocale sia sul piano sociale che economico.
Questo sta avendo un grande influsso positivo
e qualche ombra oscura nel campo religioso ed
ecclesiale.
E’ indubbio che il Paese ha avviato una grande
corsa di sviluppo a tutti i livelli. La presenza
massiccia della Cina, dell’India e di altri paesi
orientali ha decisamente innescato una marcia
elevata nel cammino di sviluppo. Per certi versi il
Paese è irriconoscibile anche semplicemente dal
punto di vista di costruzioni, fabbriche, hotels,
residenze per i ceti medi della popolazione,
centrali elettriche, strade. Le grandi città, e
non solo,sono ormai un cantiere aperto e in
continuo sviluppo.
Il governo ha dato un grandissimo impulso
anche all’educazione: praticamente ha già quasi
coperto totalmente il paese e le zone rurali con
scuole elementari, medie e superiori. Tantissime
Università sono state aperte nelle principali città
del paese, con apertura dei più svariati campi
di livello universitario. Tutta la popolazione è
impegnata in un grande sforzo di aggiornamento
accademico in vista non solo di accesso ad
elevate cariche, ma anche semplicemente per
non essere tagliati fuori dal grande processo di
sviluppo con il pericolo di perdere poi il posto
di lavoro che hanno.
Lo sviluppo così veloce come lo stiamo
sperimentando oggi in Etiopia porta
inevitabilmente anche gravi oneri nel costo
della vita. L’inflazione è attestata al 17%. Per cui
anche i recenti aumenti di salario degli impiegati
Governativi (e di conseguenza anche nostri)
del 40%, raramente sono aiuto sostanziale per
affrontare il costo della vita.
Lo sforzo di sviluppo di un paese come l’Etiopia
che conta ormai più di 80 milioni di abitanti è
immane. Ma è proprio questa ideologia dello
sviluppo a tutti i costi che rischia di spaccare il
Paese in ricchi (stra-ricchi) e poveri (sempre più
poveri).
L’Etiopia di oggi rappresenta una grande sfida,
che va affrontata e sentiamo la chiamata a
lasciarci coinvolgere in pieno nel suo cammino
di sviluppo. Sentiamo tuttavia la necessità di
chiarire la nostra visione e di conseguenza le
nostre scelte di missione, che ora sembrano
piuttosto confuse. Ma ciò non è ragione per
“tirare i remi in barca”, quanto necessita di
scelte profetiche per il futuro di questa chiesa.
Dal punto di vista religioso, questa enorme
concentrazione sullo sviluppo economico sta
portando di fatto ad un secolarismo diffuso,
anche nelle sfere della Chiesa. La reazione
contro questa situazione è una radicalizzazione
delle sette e delle chiese protestanti. La chiesa
ortodossa vive un momento di ‘revival’
soprattutto a livello economico. Moltissime
nuove chiese sono costruite in tutto il paese
con fondi degli emigrati etiopi in America e in
Europa. Inoltre sta facendo molti investimenti
in campo edilizio e bancario per il proprio futuro
sostentamento.
La Chiesa cattolica, rimane sempre con il suo
sparuto numero di fedeli e non sembra muoversi
tanto da un punto di vista pastorale. E’ molto
impegnata nelle opere sociali e caritative, e in
questo dispone di risorse elevate e dà certamente
un esempio potente di lavoro, ma la crescita
numerica rimane un serio punto di domanda per
tutti noi: cosa non funziona nel nostro modo di
evangelizzare?
Anche noi IMC, siamo sempre tentati di valutare
la missione dalle grandi opere. Così siamo anche
visti e valutati dalle autorità governative ed
ecclesiali. Opere costose sotto molti punti di
vista, e che sembra impossibile frenare.
III. IL POSITIVO CHE ANIMA LA
REGIONE.
l’Etiopia è la missione che il Fondatore ha
sempre sognato per il suo Istituto. Per cui, pur
vivendo attualmente momenti molto difficili e
aridi, noi siamo convinti di essere al centro e nel
Sforzo comune per fronteggiare le difficoltà
finanziare (cassa comune) e burocratiche.
IV. IL NEGATIVO CHE CI FRENA NEL
CAMMINO.
Avvicendamenti eccessivi e non sostituiti. Molti,
troppi avvicendamenti (senza sostituzione)
sono avvenuti negli ultimi tempi. Alle volte
si ha l’impressione (condivisa anche da molti
confratelli Etiopici che sono all’estero) che
ciò avvenga come strategia di smantellamento
della Regione.
Gli avvicendamenti vanno bene e fanno bene
a tutti (a chi va e a chi resta), ma è necessario
valutare la necessità di forze per le nostre opere.
In caso contrario si toglie l’entusiasmo per il
lavoro missionario, già arido per sua natura in
Etiopia.
Sappiamo per esperienza come il lavoro in
Etiopia è complicato dal fatto che il Governo
Etiope non rilascia permessi di residenza a
missionari stranieri come tali. La sensazione che
abbiamo è quella di essere ‘tollerati’ per via dei
progetti sociali (educazione, sanità, sviluppo,
ecc) per i quali concede un “permesso di
lavoro” rinnovabile ogni anno. Tuttavia, entrare
nel Paese sotto questa formula è già una grande
fortuna. Infatti in diversi paesi del mondo
non si da neppure tale possibilità. Ma questa
da Casa Madre 10/2011
Etiopia
La Chiesa Cattolica in Etiopia è impegnata in
grandi e costose opere sociali, che condizionano
tutta l’attività e l’organizzazione.
C’è un impegno di comunicazione tra noi: gli
incontri regionali, con ritiro spirituale bimestrali
e revisione e pianificazione dei programmi a
livello di comunità locali e a livello regionale.
Questo favorisce la fraternità e lo spirito di
famiglia, dove i problemi di uno diventano
problemi di tutta la regione, che insieme cerca
la soluzione.
Vita nelle Circoscrizioni
cuore del Carisma.
25
Finora il Segretariato della Chiesa Cattolica e i
Vescovi non sono riusciti (voluto?) ad ottenere
altre agevolazioni dal Governo in materia
di ‘Work Permits’ per missionari, per cui la
nostra presenza è legata a progetti di sviluppo,
coinvolgimento finanziario molto accentuato,
documentazione specifica molto dettagliata ed
esigente al fine di ottenere il permesso di lavoro.
Inoltre i tempi di procedura sono generalmente
molto lunghi e il risultato imprevisto.
Vita nelle Circoscrizioni
Etiopia
formula: progetto sociale -permesso di lavoro
e residenza, da rinnovare ogni anno, diventa un
grosso impegno finanziario ed emotivo.
26
da Casa Madre 10/2011
L’unica scappatoia potrebbe essere la
convenzione speciale che il governo etiope ha
con il Kenya, per cui un cittadino keniota può
permanere nel paese per il periodo di un anno
come turista, senza nessuna procedura speciale.
Tuttavia queste persone non possono svolgere
nessun tipo di lavoro. Svolgere qualsiasi tipo
di lavoro senza permesso è punibile per legge.
Questo è quanto capitato ad alcuni confratelli
Keniani. A questo proposito è stata fatta
una campagna sistematica, diffamatoria nei
confronti della Regione e della sua direzione,
che non è ancora terminata.
Fr. Jean-Marie Bilwala-Kabesa, IMC
ineffective. He returned to the Father’s House
in the early hours of Friday 12 August. On
17th August he was buried in IMC cemetery
(Mathari - Nyeri). The farewell began with the
Holy Mass in Consolata Shrine in Westlands
– Nairobi where we noticed the presence of
the Cardinal and all the bishops of Kenya. In
these days, the Kenyan Episcopal Conference
members are in the meeting in Nairobi. As
soon as they were informed on the program,
they made up their mind to cancel their meeting
of 17th August morning program in view of
joining us in Consolata Shrine in Westlands
– Nairobi and saying “Good Bye” to our
Confrere. The Holy Mass was presided over by
the Cardinal John Njue and concelebrated by
all the bishops of Kenya and many priests. The
Church was full of people: Consolata Sisters,
other Sisters of several Congregations and
other Christians. The Eucharistic celebration
da Casa Madre 10/2011
Kenya
At the end of his mandate in the Consolata
Generalate in 2005, and being 78 years old, we
might think that he was ripe for retirement in his
beloved country Italy, but obedience demanded
that he returns to Kenya. Upon arrival he joined
the formation team of Allamano theological
House in Langata. In 2009 he accepted the
appointment by His Eminence John Cardinal
Njue as Postulator for the Cause of Beatification
of the Servant of God Maurice Michael Cardinal
Otunga. As part of his duties as Postulator
he traveled to Rome on 28 May this year and
returned to Nairobi on 30 July. Unfortunately
during his stay in Italy he had developed a
serious bronchopneumonia. Unaware of the
gravity of his state he decided not to postpone
his return to Kenya. On 31st July he was taken
to The Nairobi Hospital. The infection of the
lungs was already very extensive and all the care
afforded to him during 12 long days proved
Vita nelle Circoscrizioni
Fr. ANTHONY BELLAGAMBA: ETERNAL REST
27
Kenya
Vita nelle Circoscrizioni
28
started at 10: 34 am and finished around 13:
27 pm. The cardinal John Njue praised the
Lord for the outstanding work done by our
Confrere, the late Fr. Anthony Bellagamba and
prayed the Lord to grant to him eternal rest in
His Kingdom. In this vein, Fr. Cellana Franco,
Regional Superior, also thanked the Lord for
the outstanding missionary work done by Fr.
Anthony Bellagamba and thanked the Kenyan
Episcopal Conference by the presence of the
Cardinal John Njue and the bishops without
forgetting priests, sisters and all the people who
joined us. According to Fr. Franco Cellana,
since Consolata Missionaries have been serving
people in Consolata Shrine, this was the first
occasion to notice the presence of the Cardinal
and all the bishops during the Eucharistic
Celebration. After the Mass in the Shrine, it
was another journey towards Nyeri where our
Confrere, Fr. Anthony Bellagamba, got his
eternal rest. But before being buried, another
Holy Mass was said and presided over by Nyeri
Archdiocese Vicar General in view of giving
the opportunity to those who did not attend
the Holy Mass in Consolata Shrine in NairobiWestlands. After this, Fr. Franco Cellana did
the burial ceremony and lastly our Confrere,
Fr. Anthony Bellagamba was accompanied to
his eternal place. The ceremony was ended
by a special moment of conviviality (Lunch)
which was organized by the IMC Kenyan
region through the community of Mathari
Seminary Propedeutic. In general, everything
was wonderful and well organized! Thanks be
to God.
A spiritual and missionary giant
It would be unfair to try and depict here in a few
words Fr. Anthony Bellagamba’s spiritual and
missionary stature. However, he was certainly
a man for others; he was a great preacher and
proclaimer of the Word of God. Our former
General Superior Fr. Peter Trabucco with
whom he worked in the government of the
Institute for six years describes him as follows:
“I could count on his fraternity, collaboration, and
support. Gifted with a rich intelligence he never imposed
on others his vast cultural curriculum. I remember
him also as a man of prayer: he had the habit of
sitting in his office, lighting a candle, and beginning his
reflections with the Word of God in his hands”. His
da Casa Madre 10/2011
love for contemplation and reflection enabled
him to write in the early 1990s, while lecturing
at CHIEA, three books: one entitled Marriage
Enrichment, about Living the Beatitudes in Married
Life, the second on entitled The Mission of the
Church, as a reflection and commentary on
the Encyclical Redemptoris Missio of Pope
John Paul II, and the third entitled Mission and
Ministry… in the Global Church, on the challenge
of globalization to the missionary activity of
the Church. The first two of these books bear
the imprimatur of Maurice Michael Cardinal
Otunga.
Fr. Anthony Bellagamba’s life of self-giving on
behalf of the spread of the Gospel in Africa,
America and Europe, calls to our minds the
Lord’s praise of the enterprising servant in the
Gospel of Matthew (25:21): “Well done, my
good and faithful servant! Come; share your
master’s joy!”
May the soul and the souls of all the faithful
departed
through the mercy of God rest in peace.
Amen
P. Sandro Carminati, IMC
Mi permetto far giungere a tutti queste notizieinformazioni:
1- Nell’ultimo breve Consiglio regionale del
29 agosto scorso sono stati destinati i seguenti
Confratelli: p. Mazzoleni Gaetano a Bravetta;
p. Lamberti Lorenzo, a Santa Maria a Mare; p.
Stefano Bonifetto, a Vittorio/Nervesa; p. Tesio
Sergio, a Certosa di Pesio; p. Baldasso Efrem
a Galatina; i pp. Giovanetti Giuseppe, Mattei
Luciano e Magnino Giovanni alla Casa Madre.
2- Per quanto riguarda la formazione di base: i
seminaristi dell’anno di servizio 2011-12 sono
stati assegnati a queste comunità: alla regione
Portogallo, Tesha Antipas; alla Casa Madre
Torino, Juan Carlos Araya; alla parrocchia
di Santa Maria a Mare, Daniel Handino; alla
comunità di Bedizzole, Nicholas Omondi; alla
parrocchia di Platì/Natile, Dawinso Licona; alla
parrocchia di Galatina, Kennedy Orero.
Il giovane Renato Francesco Maizza, avendo
concluso i suoi studi di teologia a Santa Maria
a Mare, è stato ammesso all’anno di noviziato.
Questa tappa formativa la vivrà nella sede Martìn
Coronado, Buenos Aires, a partire dall’inizio di
gennaio 2012.
3- In campo amministrativo: dopo un lungo
A- Professioni perpetue e Diaconato di quattro
nostri chierici del seminario di Bravetta:
GABRIEL J.O. KWEDHO, MATTHEW
KIREMA,
JOSEPH
MWANIKI e
SEBASTIEN NTOTO. Le cerimonie saranno
celebrate: voti perpetui, nel santuario della
Consolata il 29 settembre; il diaconato in Casa
Madre per l’imposizione delle mani di Mons.
Pante Virgilio, vescovo di Maralal.
B- Ordinazione sacerdotale del p. SAVARINO
ERMANNO a Chieri (TO) il 1° ottobre, per
l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo di
Torino, mons. Cesare Nosiglia.
C- Domenica 9 ottobre, in Casa Madre,
concelebrazione di ringraziamento al Signore
per i nostri confratelli Giubilari:
- 80° di professione religiosa: p. GIUSEPPE
CAFFARATTO;
- 70° di professione religiosa: p. SILVANO
SABATINI;
- 60° di professione religiosa: p. ERNESTO
TOMEI, p. FRANCESCO PAVESE, p. LUIGI
TOMA, p. CLEMENTE BARLOCCO,
p. MARIO SPANGARO, p. ANTONIO
ROBERTI e fr. LIDUINO LANZI;
- 50° di professione religiosa: p. GIAN CARLO
GUAZZOTTI, p. DANIELE ARMANNI, p.
PIERINO GAIERO e p. BRUNO BORDIN.
Il p. Magnino Giovanni invece è stato incaricato
di gestire il nostro ufficio presso il santuario
della Consolata.
A tutti loro, l’invito in Casa Madre e il nostro
più sincero augurio unito al ringraziamento
per la testimonianza di fedeltà al servizio della
chiesa missionaria. Presiederà l’eucaristia il
novello sacerdote p. Ermanno Savarino come
ringraziamento comunitario al Signore per il
dono ricevuto del sacerdozio missionario.
di Reggio nell’Emilia per consegnare alla Diocesi
il servizio pastorale affidatoci a San Valentino.
5- Si avvicinano alcuni appuntamenti importanti
ai quali tutti siamo invitati a partecipare con la
vicinanza, la preghiera e/o la partecipazione
attiva:
D- Nella stessa domenica, 9 ottobre, sono
pure stati invitati i parenti dei missionari che
fanno riferimento alla Casa Madre di Torino,
per l’incontro annuale: la loro presenza renderà
più solenne la nostra festa/celebrazione.
da Casa Madre 10/2011
Italia
discernimento, unanimemente si è giunti alla
determinazione di chiudere la nostra Libreria di
via Cialdini per il prossimo 31 dicembre.
4- Già è stato avviato il dialogo con il Vescovo
Vita nelle Circoscrizioni
LETTERA DEL SUPERIORE REGIONALE
29
l’incontro programmato qui a Torino nei
giorni 26 e 27 settembre, a nome della nuova
Direzione regionale, invito e convoco i
Superiori locali per un incontro nella nostra
casa di Bedizzole a partire dal 24 ottobre fino
al 27 a mezzogiorno. La finalità sarà quella
di avviare l’approfondimento dei documenti
dell’XII Capitolo generale sia in vista della
Vita nelle Circoscrizioni
Italia
6- Dopo aver ricordato a tutti gli Animatori
30
da Casa Madre 10/2011
loro applicazione nelle comunità locali, come
la preparazione alla prossima Conferenza
regionale.
7- La Conferenza regionale sarà celebrata, a
discrezione della nuova Direzione regionale,
nella primavera del prossimo anno, dopo un
adeguato tempo di preparazione individuale e
comunitario.
Asamblea regional 2011
1. Breve descripción de la Región
1.1.Ubicación y organización
Los Misioneros de la Consolata presentes en
Colombia desde el 12 de diciembre de 1947,
fiesta de la Virgen de Guadalupe, “pedagoga de
la evangelización inculturada” en el Continente,
en compañía, unas veces, de las Hermanas
Misioneras de la Consolata desde 1950 y otras
de los Laicos Misioneros de la Consolata y otras
fuerzas, hemos buscado la misión ad gentes y
una Organización de apoyo a la vida del IMC y
de la misma misión.
Desde el inicio:
a) una coordinación y unos servicios de apoyo
en Bogotá (capital) para la logística en general,
b) algunos lugares de misión necesitados de
presencia de Iglesia (lejanos y de difícil acceso,
donde otros no quieren o no pueden ir) y de
promoción humana (pobres), inicialmente
ofrecidos por la Arquidiócesis de Bogotá a lo
largo del rio Magdalena, entre campesinosmestizos y después (1950) en un “territorio
misionero” propio, buscado por el Instituto
y confiado por Propaganda Fide, al sur del
país, en el Caquetá – Putumayo. Territorio
amazónico en las fronteras entre Colombia,
Ecuador y Perú, con su “comunidad de
vida” humana (campesinos-colonos y pueblos
originales-indígenas) y otras formas biodiversas,
d) formación en la Casa Apostólica de San
Félix – Calda y el Seminario en el Barrio Galán
de Bogotá, inicialmente. Más tarde también
en Medellín con el seminario para Vocaciones
adultas, en Bucaramanga con el Noviciado
continental y el Teológico internacional en
El Vergel - Bogotá. La formación ha pasado
por múltiples búsquedas y varias experiencias
significativas que esperan una evaluación
institucional.
Actualmente
La Región, llamada hoy Colombia-Ecuador, se
orienta por un Plan de vida y misión registrado
en le Documento de la Conferencia Regional
(2007), elaborado en Asamblea regional y
debidamente aprobado por la Dirección
General (Roma, 9 de junio de 2007).
Para su funcionamiento se articula desde
el Consejo Regional compuesto por el P.
Salvador Medina, Superior regional y Renzo
Marcolongo Vice superior, Armando Olaya,
Peter Ssekajugo y Joaquín Pinzón, con
un Consejero que sirve de puente con la
Formación y la AMV, otro con la misión en el
mundo étnico (indígenas y afro descendientes),
otro con la misión en el Vicariato de San
Vicente Puerto Leguízamo y la misión en la
Frontera Colombo-peruano-ecuatoriana y
otro en la Administración, haciendo parte del
Consejo Administrativo.
Esta organización corresponde a los diferentes
rostros de la misión ad gentes que se han
venido constituyendo en áreas y “opciones
misioneras”. Cada una tiene su respectivo
coordinador o animador:
• La Administración: el Administrador
Regional (P. Adalberto López) con
el Consejo de administración (PP.
Renzo Marcolongo, Ugo Bendramin,
Benjamin Martínez, George Kibura,
Javier Velásquez, Angelo Casadei, los
revisores fiscales internos (PP. Juan
Pablo de los Ríos y Manuel Henríques
Dias) y uno externo que es María
Cristrina Camacho, quien al mismo
tiempo ejerce como Contadora, el
Equipo de Contabilidad y auxiliares),
la Comisión de Educación y Colegios,
coordinada por el P. Luis Duravia y
la Oficina de solidaridad misionera
(Antonio Bonanomi, Adalberto López,
da Casa Madre 10/2011
Colombia
c) “propaganda vocacional” específica en
las zonas vocacionales (Caldas, Antioquia y
Cundinamarca) y, más tarde, Bucaramanga.
e) Servicios especializados a la Iglesia en
Colombia y a otras entidades, especialmente
educativas.
Vita nelle Circoscrizioni
Relación de la Región imc Colombia-Equador
31
Colombia
Vita nelle Circoscrizioni
32
Renzo Marcolongo, Nubia Gamboa,
Kennedy Kimathy y Benjamín
Martínez);
excluidos, pobres y empobrecidos (Magdalena
Medio y Caquetá – Putumayo), abriéndose
inclusive a la vecina Venezuela.
• La Formación de base: un Equipo de
Formación que integra el procesos
desde el Propedéutico hasta la Teología,
pasando por la Filosofía;
Hacia el final de la década de los setenta
e inicio de los años ochenta, los misioneros
evidenciaron, más claramente, que la misión
ad gentes, en el Continente, pasaba por las
culturas y sus dimensiones religiosas diferentes
(Indígenas y Afro descendientes). Identificaban
así al “otro”, diferente y pobre, sujeto para el
dialogo cultural y religioso, necesitado del
acompañamiento en el capo de la promoción
humana.
• La AMV, Comunicación y memoria
(revista, otras producciones) con un
coordinador especifico y un equipo
de animadores (P. Guillermo Gómez
en Manizales, Diaconos Too Clarius y
Samuel Kibara, P. Guillermo Narváez
en Medellin, P. Manuel Henríques Dias
en Bucaramanga, el Equipo integrado
por representantes de las Comunidades
Formativas, de los LMC y de las MC,
en Bogotá) articulado desde el Centro
de Misión y Culturas José Allamano –
CMC (PP. Alonso Álvarez, Antonio
Bonanomi y Renzo Marcolongo);
• La Misión con los Pueblos Indígenas
(P. Armando Olaya)
• La misión con los Afro descendientes (P.
Venanzio Mwangi). Estas dos opciones
buscan articularse continentalmente,
apoyados en los procesos continentales
de la(s) Iglesia(s) y la sociedad civil
organizada.
• La misión con los campesinos en
el Vicariato de San Vicente Puerto
Leguízamo busca articularse con la
pastoral indígena, la pastora de frontera,
los procesos de la pastoral social,
“vida, justicia y paz” de la Conferencia
Episcopal colombiana, etc.
• Una Comisión para la búsqueda y
animación de una Espiritualidad
misionera de la Consolata, que funcionó
inicialmente pero que actualmente no
existe.
1.2.
Proyecto misionero
La ubicación geográfica inicial
(periferias de las ciudades, de las Iglesias
Locales y del país) han sido la consecuencia
de una opción por los lejanos, los alejados,
da Casa Madre 10/2011
Se fue definiendo, entonces, la presencia
misionera ad gentes de la Región, ampliándose
inclusive al Ecuador y últimamente al Perú,
sugiriendo, como lo propone la X Conferencia
Regional, el cambio de nombre: de Región
Colombia-Ecuador a Región Andina (X C.R.
221).
Opciones y presencias misioneras actuales:
1.2.1. con
campesinos-colonos
(Caquetá – Putumayo),
1.2.2. con pueblos indígenas (Caquetá
– Putumayo, Cauca, Riobamba,
Diócesis de Cartago, Sucumbios
1.2.3. con Afro descendientes (María
La Baja, Cali y Bogotá a través de
las Comunidades Formativas),
1.2.4. con
periferias
urbanas
(Guayaquil y algunas presencias
esporádicas en Bogotá, Medellín,
Bucaramanga, a través de las
Comunidades Formativas y los
LMC).
1.2.5. con juventudes (parroquias,
colegios, universidades, Iglesias
Locales, sociedad en general)
Servicios a la Iglesia Católica y al Reino de
Dios
1.2.6. Animación Misionera de la
Iglesia Católica en los diferentes
países, de las Iglesias Locales, la
Vida Religiosa y la sociedad en
sus diferentes organizaciones.
1.2.7. Parroquias urbanas: Bogotá,
Manizales,
Bucaramanga,
Cartagena,
Florencia,
San
Vicente, etc.
1.2.8. Educación formal, misionera y de
calidad, a través de Colegios: José
Allamano de Bogotá, Consolata
de Bucaramanga y Gimnasio la
Consolata de Manizales.
1.2.10.Escuelas
de
Perdón
y
reconciliación
(P.
Leonél
Narváez y su Fundación para la
Reconciliación).
Servicios a la Familia Consolata (IMC –
MC – LMC)
1.2.11.Propuesta y acompañamiento
vocacional específico para la
misión
1.2.12.Comunión y colaboración con
1.2.13.Formación
de
base
y
continuada de los Misioneros
de la Consolata.
1.2.14.Administración y economía
para la misión.
1.2.15.Dirección Regional.
1.3.
Criterios de gestión durante
el último sexenio
1.3.1. Con el Consejo Regional:
corresponsabilidad y diálogo,
distribución coordinada de
la gestión en la cual cada
Consejero asume la animación
de una o más áreas de la misión
confiada al Superior con su
Consejo.
1.3.2. Con
el
Administrador
Regional: acompañamiento
permanente,
amigable,
respetuoso y sincero, diálogo
personal y confrontación en el
Consejo, invitación permanente
a mirar las misiones y los
misioneros más necesitados,
a apoyarse en el Consejo de
Administración y en un plan
regional de administración
que incluya el cuidado y la
valorización del patrimonio,
buscando inversiones limpias,
al servicio del Instituto y la
misión.
1.3.3. Con
las
otras
Circunscripciones
del
Continente: participación y
colaboración de acuerdo con las
acciones o procesos acordados
en común, sin indebidas
intromisiones, ni siquiera en el
Noviciado continental.
1.3.4. Con la Dirección General:
comunión,
colaboración
y
autonomía
responsable
da Casa Madre 10/2011
Colombia
1.2.9. Iux Comitionis en el Vicariato de
San Vicente Puerto Leguízamo.
las Misioneras y los Laicos
Misioneros de la Consolata.
Vita nelle Circoscrizioni
y Soplin Vargas, en Bogotá a
través de la Comunidad del
Teológico).
33
Colombia
intentando
resolver
las
diferentes
situaciones
y
acudiendo a ella solo lo
indispensable.
1.3.5. Con la Iglesia Institucional:
comunión, participación
y
colaboración ofreciendo y
negociando siempre, a través
del diálogo y los convenios,
nuestro carisma misionero ad
gentes y de la Consolata.
Vita nelle Circoscrizioni
1.3.6. Con la Vida Consagrada:
participación
activa,
sin
comprometer el ministerio
ni el Instituto en programas
o proyectos no debidamente
consultados.
1.3.7. Con la sociedad civil:
participación
crítica
responsable, ajustada a la
legislación de los países, de los
pueblos autóctonos y de las
organizaciones civiles y sociales.
1.3.8. Con la Institución de la
Consolata - IMC: cuidado y
34
da Casa Madre 10/2011
cultivo de una identidad clara
y comprendida por los otros,
defensa dentro de la justicia
y la verdad, representatividad
pronta, sencilla, seria y no
mediática.
1.3.9. Con la Familia de la Consolata
(IMC – MC – LMC- ex
alumnos – amigos, familiares
y
bienhechores,
puente
misionero, etc.): convocación
al proyecto común de misión
a través de la información y la
comunicación personal, física y
virtual.
1.3.10.Con los diferentes proyectos
de misión (indígena, afro,
comunicación, educación y
formación, evangelización,
justicia y paz, ecología, etc.):
presencia,
acompañamiento
discreto y firme, búsqueda de
una reflexión, espiritualidad y
proyecto misionero común,
motivación para participar en
las redes de acción a nivel local,
1.3.11.Con
las
Comunidades
Locales:
conformación
dialogada,
visita-presencia
amable, discreta y frecuente,
búsqueda
de
estabilidad,
promoción
de
encuentros
zonales y regionales, de diálogo
comunitario, animación para
una gestión común de la vidaorganización, la misión-proyecto
y la economía-administración.
1.3.12.Con la persona del misionero:
acogida,
respeto,
diálogo,
acompañamiento
referido
siempre a la Comunidad Local,
valoración y búsqueda de su
promoción integral.
1.4.
Tareas
confiadas
a
la
Dirección Regional, al servicio de
un Proyecto Regional (los números
corresponden al Documento de la X
Conferencia Regional, 2007)
1.4.1. Interculturalidad
Propuestas-tarea
Proyecciones (propuestas no realizadas o
solo parcialmente implementadas)
1. Continuar con la conformación, formación
y consolidación del Equipo Misionero de la
Frontera colombo-peruana-ecuatoriana.
2. Continuar, ampliar y profundizar la reflexión
sobre la pedagogía y espiritualidad de la
Interculturalidad.
Misionera
y
Propuestas-tarea
Continuar el proceso de revitalización y reestructuración
del Centro de AMV de Bogotá.
Proyecciones (propuestas no realizadas o
solo parcialmente implementadas)
1. Evaluar el proceso del CMC,
clarificando,
diferenciando
e
integrando la Animación Misionera
y la Vocacional.
2. Evaluar la articulación y validez
u oportunidad de los Centros
de AMV con el CMC a la luz del
Proyecto de AMV Regional, que
existe pero debe ser revisado.
3. Constituir un Equipo o Comunidad
de AMV, con una misión a nivel
regional, integrado por miembros
de la Familia Consolata (IMC, MC,
LMC).
4. Inventar la AMV en el Ecuador y en
el Perú, integrada a la de Colombia
y en sintonía con la del Continente.
5. Estudiar la posibilidad de un
espacio de AMV y formación
(propedéutico?) en La Unión –
Valle, con sede en la granja ecológica
ofrecida por el P. Carlos Zuluaga y
su familia al IMC, que podría cubrir
las Iglesias Particulares de Popayán,
Cali, Palmira, Buga, Cartago,
Armenia, Pereira, Manizales y
Medellín.
6. Fortalecer la Opción por las
Juventudes, la propuesta y el
acompañamiento
vocacional
específico
y
diferenciado
(Presbíteros, Hermanos, Misioneras
y Laicos) en todos nuestros lugares
de presencia y a través de una
articulada animación misionera de
la juventud.
da Casa Madre 10/2011
Colombia
Continuar y fortalecer la experiencia de la
internacionalidad y el proceso de la interculturalidad,
insistiendo en la conformación de Equipos Misioneros
y Comunidades Locales interculturales y fomentando la
pedagogía de la interculturalidad.
1.4.2. Animación
Vocacional
Vita nelle Circoscrizioni
continental y mundial, tanto
al interno del IMC como de la
Iglesia y la Sociedad.
35
Colombia
7. Integrar la Memoria (recuperación,
conservación y comunicación de
la historia misionera del Instituto,
sus Misioneros y comunidades) y la
Comunicación en todo el andamiaje
de la AMV.
1.4.3. Administración
Propuestas-tarea
Acompañar al Administrador Regional en la
elaboración y ejecución de un Plan de Administración
al servicio de una misión con recursos locales…
Proyecciones (propuestas no realizadas o
solo parcialmente implementadas)
Vita nelle Circoscrizioni
1. Continuar en el proceso de
consolidación del Proyecto Regional
de Misión y de Administración al
servicio de la misma, con apertura
y participación continental.
36
1.1.6. Misión ‘ad gentes’
Propuestas-tarea
1. Confirmar nuestras opciones misioneras
ad
gentes…
y
operativizarlas
decididamente, por medio del Proyecto de
misión de la región, destinando misioneros
a cada una de ellas y buscando tejer una
red de comunicación y colaboración entre
los Misioneros que trabajan en el mundo
indígena y Afro… en América Latina,
dentro del espíritu de la “Continentalidad
IMC”…
2. Continuar nuestra presencia en el Ecuador
integrándola más armoniosamente al
Proyecto de la Región, desde la opción
por los indígenas, las periferias urbanas y
buscando implementar la AMV.
3. Aprobar la propuesta de asumir la
nueva jurisdicción eclesiástica de Puerto
Leguízamo…
Proyecciones (propuestas no realizadas o
solo parcialmente implementadas)
da Casa Madre 10/2011
1. Continuar con la consolidación del
Equipo y la misión en la Frontera
colombo-per uana-ecuatoriana,
integrando a nuestra misión el
cuidado de la creación (ecología) y
visualizándola a nivel continental
(Venezuela – Brasil).
2. Iniciar la AMV en el Ecuador (desde
Licto?) y en el Perú (desde la Diócesis
de Cajamarca?), coordinada con la
de Colombia y del continente.
3. Continuar los diálogos con los
Arzobispos de Popayán (cualificar
nuestra misión) y Cartagena
(entregar nuestra misión en el
2013, cuando cumpliremos los 25
años), con los Obispos de Cartago
(clarificar nuestra presencia) y
Buenaventura (consolidar nuestra
opción Afro por el Pacifico).
1.1.7. Estructura y re-estructuración
Propuesta-tarea
1. Establecer el Proyecto misionero como el
punto desde donde debe arrancar cualquier
tipo de renovación.
2. Pensar, planear y ejecutar progresivamente,
hasta el próximo Capítulo General, una
reestructuración de la Región ColombiaEcuador que la transforme en región
Andina con presencia en Colombia
– Ecuador – Perú, aprovechando la
interrelación a través de las fronteras…
4. Realizar una Asamblea regional anual…
para ir revisando y alimentando el proyecto
de Misión de la Región y el proceso de
reestructuración
Proyecciones (propuestas no realizadas o
solo parcialmente implementadas)
• Valdría la pena continuar
consolidando
esta
nueva
estructura. Para ello es necesario
que los Consejeros sean elegidos
de entre las diferentes opciones
misioneras, sin dejar, claro está,
de interesarse por toda la Región.
• La Administración Regional, con
el Consejo de Administración
y la Oficina de Solidaridad
misionera, deberán acompañar
todo el ejercicio administrativo
de cada una de las aéreas de
misión.
• La Formación de base
ayudará a los formando
a ir definiendo su futuro
campo de acción misionera
y a irlo fundamentando
académicamente
con
el
estudio, la investigación y
las experiencias esporádicas.
Esto facilitará las primeras
destinaciones, favorecerá los
destinatarios de la misión, lo
mismo que los misioneros y su
formación continuada.
• Cada año, en la Asamblea
Regional, se debe alimentar
el proyecto Regional a partir
de los Proyectos específicos
de misión y en sintonía con el
camino continental.
Vita nelle Circoscrizioni
3. Proponer
una
nueva
estructura
organizativa… al servicio de la misión en
la región (222)
Colombia
37
da Casa Madre 10/2011
Kenya
Vita nelle Circoscrizioni
KENYA: HABEMUS JOYAM
Fr. Jean-Marie Bilwala-Kabesa, IMC
The current month of September 2011 is so
significant in our entire family: Istituto Missioni
Consolata (IMC). It marks the election of
the regional superiors and their counsellors.
Historically the IMC Kenyan region is special
in our Congregation. Today September 16,
2011 in the morning Fr. Joya Hieronymus
was elected Regional Superior and approved
by the General Direction. As recall, Fr. Joya
Hieronymus was born on 17/04/1965 in Asinge
(Western part of Kenya). He was ordained on
5/09/1998. Fr. Joya holds a Licence in Pastoral
from the Catholic University of Eastern Africa
(C.U.E.A). Without flattering anyone, Fr. Joya
deserves to be the regional superior in IMC
Kenyan Region. He is a man of prayer and
38
da Casa Madre 10/2011
always punctual in the chapel. I personally
describe him as a man who has experienced
God and will be capable to bring confreres
together. He is not a man of feeding people with
a lot of theories. While waiting for the election
of the counsellors, the IMC Kenyan members
congratulated Fr. Joya and wished him success
in his new responsibility. “We promise you our
spiritual support”, said Our Senior Citizen: Fr.
Antonio Bianchi.
MISSIONÁRIOS DA CONSOLATA, NO BRASIL,
ELEGEM NOVA DIREÇÃO
P. Jaime Patias, IMC
A Assembleia dos missionários da Consolata,
reunida em São Paulo, elegeu nesta sexta-feira
(23), o padre Elio Rama, 57, como Superior da
Congregação para a Província do Brasil. Padre
Elio nasceu em Três de Maio, RS, onde, em 1967,
ingressou no antigo Seminário Nossa Senhora de
Fátima, do Instituto Missões Consolata. Cursou
o segundo grau em Erechim,RS, os estudos de
Filosofia em São Paulo e fez o ano de Noviciado
em Aparecida de São Manuel, SP. A Teologia
estudou em Roma, Itália, na Universidade
Urbaniana,com especialização em missiologia.
Foi ordenado padre no dia 10 de novembro de
1984, partindo no ano seguinte para as missões
de Moçambique, na África onde trabalhou por
18 anos. De volta ao Brasil em 2002, foi reitor
do Seminário Teológico do IMC, em São Paulo
e atuou no Centro de Animação Missionária, em
Cascavel, PR. Atualmente é pároco na paróquia
Nossa Senhora da Penha, região norte de São
Paulo.
A assembleia elegeu também os demais
membros da Direção Regional. Para o cargo
de Vice-Superior foi escolhido o padre Moisés
Facchini, 64, brasileiro, responsável pelo
Centro de Animação Missionária, em Cascavel,
PR, com uma longa experiência de missão na
Tanzânia. Os demais conselheiros são: padre
Giovanni Crippa, 52, italiano, pároco da
paróquia SS. Trindade em Feira de Santana,
BA; padre Jaime Antônio Dìaz Cadavid, 64,
colombiano, vigário paroquial em São Manual,
SP; e padre Cláudio Cobalchini, 59, brasileiro,
que já esteve nas missões da Venezuela e no
momento é pároco na paróquia São Paulo em
Cascavel, PR.
A nova Direção Regional tomará posse nos
próximos dias e conduzirá a Congregação no
Brasil por três anos.
39
da Casa Madre 10/2011
Santa Maria a Mare
Vita nelle Comunità
DON MATTEO DE NUJATRI
Renato Francesco Maizza
Con i giovani dell’oratorio Koinè della nostra
parrocchia Santuario di Santa Maria a Mare in
Fermo, finalmente abbiamo terminato il film di
“Don Matteo De Nujatri”, un lungometraggio
ispirato alla fiction di Don Matteo che parla di
uno dei tanti problemi che affliggono la nostra
società, il BULLISMO. Un messaggio che parla
ai giovani con un linguaggio giovanile. Partendo
sempre dal Vangelo, abbiamo riletto la realtà che
ci circonda, i fatti che ormai caratterizzano la
nostra quotidianità, soprattutto quella giovanile,
tutte quelle problematiche che coinvolgono i
giovani direttamente in prima persona, come ad
esempio il bullismo. La trama del film, infatti,
parla proprio di questo. Abbiamo visto come
si può passare dall’indifferenza alla presa di
posizione, riavvicinando così la Parola Viva di
Dio, lontana e fredda, alla vita di tutti i giorni.
È una nuova esperienza che ha visto impegnati
oltre ottanta giovani della parrocchia (e non solo)
sia come attori, che sceneggiatori, cameraman.
Abbiamo cercato di donare ai ragazzi la
possibilità di riscoprire e mostrare al mondo le
proprie capacità, quella parte di se stessi che,
per paura o per mancanza di appoggi, si tende
a nascondere, quasi dimenticandosi di averla.
Tutto è stato realizzato semplicemente con un
computer, una sola telecamera e nient’altro.
Diversi sono i posti dove ci hanno invitati
a proiettare il film, piazze, bar, centri sociali:
giovani che decidono anche d’estate di non
andare in vacanza e di continuare a lanciare
un messaggio ai ragazzi loro coetanei. Alla
proiezione è collegata la sensibilizzazione per la
costruzione di un Asilo a Pambazuko in kenya.
Prima di ogni proiezione c’è la presentazione
del progetto, quasi sempre fatta da padre
Emanuele Maggioni. Nella Diocesi di Fermo l’Oratorio Koinè dei
Missionari della Consolata assume sempre più
un aspetto giovanile e missionario. L’oratorio
è un cuore pulsante che vuole ascoltare le
esigenze dei giovani, sostenerli e accompagnarli
all’Incontro che darà poi un nuovo senso a tutti
gli altri incontri.
40
da Casa Madre 10/2011
P. Oyolo Omuhumbwa Vitalis, IMC
La paroisse s’appelle Bienheureux Joseph
Allamano, c’était une chapelle de la cathédrale
qui, avant l’arrivée des Consolata en mars2003,
était occupé par les dominicains, ensuite les
augustiniens et les abbés. Elle est située à 23 km
de Dungu et presque 198 Km d’Isiro. La paroisse
a 18 chapelles dont la plus éloignée est à 42 km
de la paroisse et la plus proche à 3 km, d’autres
sont dans la forêt qu’il suffit d’aller seulement à
pied pour y parvenir...
En ce qui concerne le transport, la population
ne se déplace qu’à vélo, surtout pour ceux qui
font leur commerce dans les villages lointains
pour vendre l’huile de palme.
Education. Nous avons ici à Mbengu une école
primaire construite en matériaux durables, et
l’institut construit en matériaux semi durables
mais qui pose souvent problème, nous espérons
que l’Etat nous prêtera main forte. La grande
difficulté que nous rencontrons est que nous
avons peu de gens qui se donnent aux études.
Jusque là nous n’avons enregistré qu’un gradué,
les autres qui finissent les études secondaires
préfèrent vaquer à d’autres occupations
Les parents ne savent pas l’importance de
l’éducation, ils préfèrent envoyer leurs enfants
faire le champ que d’aller étudier. Nous avons
également une crise des enseignants. Les élèves
qui finissent récemment la sixième, peut être
avec 50% ou plus, s’improvisent directement
professeurs de l’école secondaire, et avec ce
niveau intellectuel ils n’arrivent pas à procurer
un bon enseignement aux enfants, ce qui fait
que la crise intellectuelle ne fait que s’accentuer.
D’autres mêmes ayant finis la 4ème des
humanités se proposent déjà comme candidats
professeurs à l’école secondaire. Et ce qui est
encore plus grave c’est que la majorité de ces
da Casa Madre 10/2011
Mbengu
Situation socio-économique. La population
de Mbengu est constituée majoritairement
des autochtones «les Bangba», par rapport à
d’autres tribus qui viennent d’ailleurs comme
les «Zande», les «Yogo», les «Logo» et d’autres
encore. Beaucoup de gens dans ce territoire de
Mbengu sont des cultivateurs. Ils produisent
le riz, le manioc, le fufu (rarement), un peu de
pondu. Avant, nous avions une plantation de
café mais suite au problème de pillage beaucoup
d’entreprises et d’autres gérants étrangers sont
rentrés chez eux. A 700m de la paroisse, nous
avons un centre de santé qui jadis était un vieux
dépôt de café, modifié et entretenu par la suite
par les père Simon TSHIANI et le frère Wilson,
missionnaires de la Consolata, et c’est le seul
centre de santé qui nous reste dans le coin.
Ce centre qui est mal équipé, pose souvent un
problème des médicaments qui coûtent très
chers. Si quelqu’un tombe malade, il est obligé
de marcher encore 23 Km vers Dungu pour aller
à l’hôpital général de Dungu, qui parfois aussi a
le même problème de manque de médicaments.
D’autres, ayant déjà cette pensée de la sorcellerie
en tête, dès qu’ils tombent malade, ils préfèrent
commencer d’abord se faire soigner par des
produits traditionnels, le temps qu’ils aillent à
l’hôpital quand la situation s’aggrave, ça devient
trop tard .Un autre sérieux problème qui se pose
ici est celui de la sorcellerie, une forte sorcellerie
alors. La majorité de maladies qu’on trouve ici
sont dues aux problèmes familiaux, ce qui rend
la tâche un peu difficile au centre de santé.
Plusieurs trouvent la mort parce que leurs cas
n’avaient pas trouvé de solution, ce sont des
problèmes qu’il fallait plutôt traiter en famille.
Vita nelle Comunità
LA MISSION DE MBENGU
41
Mbengu
Vita nelle Comunità
enseignants donnent souvent leurs cours en
lingala, certains ne parviennent même pas à
faire une lecture en français. Et pour les élèves
c’est encore pire. Hormis toutes les difficultés
citées, il y a quand même un petit nombre
d’enfants qui ont la soif d’étudier mais les
parents manquent de moyens. Alors ces enfants
viennent parfois chercher de l’aide auprès
de nous, parce qu’ils payent:— Pour l’école
primaire: 1500 Fc par mois, ce qui fait 4500 Fc
ou 5 $par trimestre;— Pour l’école secondaire:
4500 Fc par mois, ce qui fait 13500 Fc ou15 $
par trimestre. Cet argent aide les enseignants
parce que le gouvernement de fois ne s’occupe
pas d’eux, ce qui fait qu’ils ne dépendent que
de la contribution des parents ou de ces frais.
A cause de la guerre et d’autres problèmes
d’insécurité qui avaient touché quelques coins
du territoire, beaucoup d’écoles qui étaient
dans plus ou moins 4 de nos chapelles ont dû
fermer, et cela a fait que beaucoup d’enfants
42
da Casa Madre 10/2011
ont fui pour venir se réfugier aux alentours de
la paroisse, formant ainsi un groupe avec ceux
qui ne veulent pas étudier. Ils sont plus ou
moins 100 enfants qui ont la soif d’étudier mais
à cause du manque de moyens ils restent chez
eux à la maison. Etant donné que cette situation
persiste toujours, nous lançons un appel aux
gens de bonne volonté de participer avec leurs
moyens pour que ces enfants qui veulent de
tout cœur étudier trouvent solution et soutien.
Certains enfants ayant perdu leurs parents ainsi
que d’autres familles, ne dépendent que du
soutien des bienfaiteurs et de bons samaritains
qui les reçoivent. Toutes ces personnes qui
se réfugient aux alentours de l’église suite à
l’insécurité dans leurs territoires peuvent être au
moins au nombre de 385.
Ir. Júlio Caldeira, IMC
Já fazem 3 meses que cheguei aqui na missão
de Palma Roja, em Putumayo (província de
Sucumbíos), em plena selva amazônica do
Equador, no limite com Colômbia e Peru...
Estamos vivendo em plena floresta amazônica
equatoriana, muito devastada pela exploração de
petróleo e pelo desmatamento incentivado pelo
governo para povoar a área... as pessoas que
vivem aqui são basicamente campesinos que
vieram nos últimos 30 anos e são provenientes
de várias partes do Equador (principalmente
das montanhas da Cordilheira dos Andes) e
da Colômbia (fugidos da guerrilha ou pelos
benefícios que tem esta região). Os indígenas
que vivem neste município são, na maioria, da
etnia Kichwa (se pronuncia kitchua) e vieram
como quase-escravos de grandes fazendeiros
e militares provenientes de outras regiões do
Equador e Peru. Aqui existe muita precariedade
no que se refere à saúde, educação, refugiados,
condições básicas de vida, etc... No entanto,
tem muito a nos ensinar sobre viver bem e em
harmonia consigo mesmo, com os outros e com
a natureza...
Algumas anedotas daqui: só temos luz elétrica
das 4h as 7h da manhã e depois das 15h às 22h;
a internet mais próxima está a mais de uma hora
(e é mais lenta que tartaruga... as vezes para
enviar um e-mail eu levo cerca de 5 minutos);
uma ligação telefônica para o Brasil custa quase
3 dólares (cerca de 5 reais); aqui não temos carro
(andamos de ônibus, carona em caminhonetes
Pastoralmente atuamos na Pastoral Indígenas:
a nível de Equador, da província de Sucumbíos,
de Consolata (Missionários e Missionárias
e Leigos missionários da Consolata) e, de
maneira especial, no acompanhamento a 23
comunidades indígenas Kichwas que estão
às margens dos rios San Miguel e Putumayo
(afluentes do rio Amazonas), sendo que
algumas estão a 4 horas em barco a motor de
onde vivemos... trabalhamos com a formação
de catequistas, organização e acompanhamento
de um grupo de jovens, visitas às famílias
e celebrações periódicas a cada dois meses,
ajudar na organização das comunidades
em seus aspectos de saúde, educação,
direitos humanos, etc... Outra atividade é o
acompanhamento da Pastoral de Fronteiras
nesta região entre Equador, Colômbia e Peru...
e, por fim, acompanhar aos jovens que iniciam
uma experiência de seminário chamado
propedêutico (neste momento são três)...
Nosso Vicariato de São Miguel de Sucumbíos
(identificado pela sigla ISAMIS) sofreu uma
grande tempestade a cerca de 7 meses com a
chegada da congregação ultraconservadora
Arautos do Evangelho como administradores...
no entanto, as pessoas não aceitaram seu
da Casa Madre 10/2011
Palma Roja
Em meio a tudo isso, nossa comunidade,
atualmente está composta por mim, pelos padres
Armando Olaya e Antônio Benitez, e pelos
seminaristas propedêutas Juan Pablo, Steven e
Danilo (todos colombianos)... Nossa vida diária
está dividida em momentos de oração, trabalhos
manuais (aqui plantamos arroz, mandioca,
banana, milho, melancia, repolho e outros
apropriados para o clima), estudos pessoais,
encontros comunitários e acompanhamento das
comunidades indígenas Kichwas que ficam nos
rios San Miguel e Putumayo...
e caminhões, caminhamos muito...) nem
empregada (fazemos tudo: cozinhar, lavar,
limpar...)...
Vita nelle Comunità
MINHAS NOTÍCIAS DEPOIS DE 3 MESES
EM SUCUMBÍOS - EQUADOR
43
Palma Roja
Vita nelle Comunità
projeto de Igreja que não levou em conta
toda a história que viveu esta gente e que
levou à construção de uma formosa e
organizada
Igreja-comunidade-ministerial
onde se valorizam e tem a participação todas
as vocações (sacerdotes, religiosos, leigos) e
que caminha com os “dois pés” (evangelização
e pastoral social), respeitando as diferenças
de raça (indígenas, negros, campesinos etc.)...
Depois de um tempo de resistência, há alguns
dias eles deixaram o Vicariato... e, agora, depois
da “tempestade” estamos avaliando os estragos
(atualmente existe uma profunda divisão na
igreja) e organizando para reconstruir melhor...
Dom Gonzalo López Marañón, bispo emérito
da província equatoriana de Sucumbíos,
entra no seu sexto dia de jejum e oração pela
reconciliação da província de Sucumbíos (“Para
curar feridas e reconciliar Sucumbíos”). Peço
vossas orações por nossa igreja de Sucumbíos.
Por agora é o que tenho por contar desta
vivencia que estou fazendo, que está sendo
alimentada por uma busca de conhecer este
povo, sua cultura e maneira de viver... digolhes que há muitos momentos de dificuldades,
mas outros que me fazem ver que Deus me
chamou para estar aqui... e que me dão uma
grande alegria... As pessoas pensam que todos
os brasileiros sabem sambar e jogar futebol
(então os que queiram vir por aqui, já comecem
a praticar... hehehehehe)....
Que Deus continue a lhe abençoar e iluminar...
Unidos na oração e na amizade...
44
da Casa Madre 10/2011
Patrick Mrosso, IMC
We thank God for the tireless work done by Aunt
Rachelle and Bernie, brothers Kidane and Patrick
and Fr. Cassiano and all our parishioners at St.
Martin de Porres (Woodlands-Pietermaritzburg)
for the support and encouragement they gave
us during our preparation for the youth camp.
It has never been easy to find a suitable date
for the camp. We tried several times in 2009, in
2010 but every time we made the plans there
was always one thing or another coming up, and
this would push us back to the drawing board.
Finally on 9th – 11th of September, 2011 it was
a dream come true when we managed to hold a
camp for our beloved Youth.
It was on Friday afternoon when we started our
Journey to Midmar Dam, the venue of the camp.
Midmar Dam is a beautiful and huge place for
picnic and camping. Initially, the dam was not at
Midmar but it was constructed to help supply
water to those living within its surrounding.
In spite of the many challenges that the present
day youth face, we thank God for the protection
and good health that he has given us and the
achievements we have made ever since we began
our ministry to the Youth. The camp brought
together a total of 36 participants (31 Youth, 2
Mothers, 2 Seminarians and 1 Priest). For the
sake of organization and easy coordination
at the camp, the youth were divided into four
groups in which each group was responsible
for an activity:- tent making, cooking, cleaning
and sports activities. In addition, we also had
good program that helped the Young people to
participate fully.
Vita nelle Comunità
WE GO!!!
Friday night was spared for socialization; it was
a night of fun and jokes. There were little drops
of rain but that did not dampen our spirits
especially given that for many youth this was
their first camp ever in their life.
da Casa Madre 10/2011
Merrivale
Saturday morning started with the prayer of the
Rosary, followed by breakfast and then to the
games that involved thinking capacity, creativity
and team work among the group members,
among the games ware; finding a name for
a group with explanation of the name for
example (T.O.G – Temple of Glory or K.F.C
– Kids For Christ, Disciples and A Pocket of
Oranges) others games were; filling the bucket
of water with a small dish with side holes, then
puzzle, feeding each other while lying down
with the heads facing opposite direction, it was
a mind tactic game that involved one’s thinking
capacity and the way of helping one another.
In the afternoon we had sports activities…we
go… we go… we go… this were the words of
Father Casiano which actually encourage the
Youth to be active and swimming was not an
option for those who like to swim and it was a
nice experience especially for those who don’t
like water because as part of the game, if you
watch others be alert your time will come and
you will be thrown in water.
45
Merrivale
On Sunday was another day which was set
aside for evaluation and celebration of the
Holy mass, after breakfast we requested each
Youth member to find an object of his or her
choice that he or she felt that would explain the
Youth Group, most of the symbols or objects
were flowers, grass, piece of Rock, tree with
braches, cell phone, sunglass, but apart from all
that the most touching was the symbol of water
which was repeated more than three times and
one of the explanation was: water brings life,
water brings unity, we can live without food but
we cannot live without water, so our group is
like this massive water (pointing to the dam)
water has two elements Hydrogen and Oxygen
(H2O) and therefore half of group members
are male and the other half are female and
therefore we are united like water (H2O) and
we have to strengthen this unity that we have
not only during this camp but as we go home
what we learn in spiritual aspect and in social
aspects must come together to form a person
who really can do the best in his or her life.
Vita nelle Comunità
After the evaluation we gave a time to prepare
ourselves for the celebration of the Holy Mass
46
did something wrong to you during these days
that we have been living together and the other
person says the same words and at the end
giving each other a hug. During the celebration
the emphasis was on the aspect of forgiveness
as the Gospel of the day stated: “Lord how
many times must I forgive the offenses of my brother
or sister? Seven times?” Jesus answered; “No, not
seven times, but seventy-seven times.” (Mt. 18:21-35).
Forgive the mistake of your friends, we can be
divine if we can learn how to forgive and forget
because God is full of mercy and compassion,
let’s remember all those we hurt and ask for
forgiveness, let’s go out and reconcile with the
person whom we are ready to forgive
All in all the camp was a time of socialization
and changing of environment for majority of
the Youth who participated in this camp and
it was time where they learnt how to work as a
team and not as individuals because everything
they did was arranged in groups and so the
saying, united we stand divided we fall made sense in
this camp because all of us, we were united in
one spirit and one mind and so we stand to the
closest day and we pack our things and here we
go back home.
at 12:00 and Father Casiano celebrated the mass
wit Brother Kidane as an Acolyte to help him
at the altar. And during the celebration we had
a time to ask for forgiveness from each person
whom we thought we had hurt with our many
unnecessary words, or if we bumped on each
other while swimming or during other sports
activities. This was a good sign because each
member at least showed an act of love towards
the other not because he or she offended the
person but It was a time to say forgive me if I
da Casa Madre 10/2011
Vitalis, IMC
Bravetta live to recount the persistent tradition.
This August we too, descending their not only
to taste and testify to their sweet memories but
also to live it and have our own tale.
After we had celebrated and attested to
the year’s knowledge claimed, to us quickly
came the affirmation that we better tune our
antennas read to depart. What to share to
this young stars of Platì knocked deep in
our hearts. We resolved to a series of little
meetings and useful researches. ‘Abbracciamo
il mondo’ shaped in as our precious theme for
this summer camp. Remaining in this fulcrum’s
orbit, we familiarized ourselves to each other
anchored on our Lady of Consolata and
Blessed Allamano’s dear intercessions. Selfawareness, trusting God and our neighbours
then openness as the first step to coexistence
punctuated other days. The other children’s
different realities over the globe including other
parts of Italy and lastly Peace and Unity closed
our sharing. Here, we demonstrated that we are
all one using St. Paul’s image of the body when
we dag out the necessity of co-existence.
da Casa Madre 10/2011
Platì
At table during the normal meal sharing of
the mid-day, at Bravetta international seminary,
the discussions of all kinds went on including
jokes of the day. When the famous bell rung,
normally for attention to practical and logistical
information of the day or the week for the smooth
running of the seminary, our ears stood erected.
Could we have been mistaken! ‘The second
years will be meeting briefly after a quarter past
four’ were the straight words from Padre Carlo,
our rector. It is here that we discovered that we
were to leave momentarily Rome for a diocese
of Locri-Gerace (RC) under the patronage of
Santa Maria di Polsi. Platì parish in the southern
based diocese of Italy rang into our minds
but first came the question, ‘ who are second
years?’, this joke at several tables quickly spread
like fire in a dry abandoned bush. Of course
we were no longer the second years after a real
month’s sweat of June at Rome based university.
We became really the prey of the day for our
predecessors had not left for the year of service
and so for their holidays. What was an opinion
had translated to an idea and subsequently into
a fact. Today several generations passing at
Vita nelle Comunità
AGAIN PLATÌ WELCOMES US WITH BOTH HANDS
47
Platì
Vita nelle Comunità
48
Why the mission here you may quickly wonder?
For ten counting years, our presence has not
been in vein. Not the steadily personnel shifts,
smooth spiritual growth, etc. The people of
Platì briefly summed them up as treasure
amidst them. These are different and particular
parties that have strengthened the Lords
kingdom among them. Allow me on this list to
highlight the seminarians at Bravetta without
undermining other parties involved. Strictly, the
wonderful experience we had continue engaging
my fresh memory. This logical conclusion even
leaves naked the fact that the inhabitants of
Platì too had an equal and full right to rip the
graces of our Lady of Consolata and hide
under the unending intercession of Allamano
like many others whose our presence is so dear
to them. Fortunately they siphoned her graces
already under different titles: Santa Maria
di Polsi, Madonna di Loreto and Madonna
del Soccorso at diocese and Parishes levels
respectively something we affirmed easily by
our very presence.
Eight of us together with our rector, padre
Carlo Biella left no stone unturned. We lived
with them the true consolation we profess
day after another. Attentive to the children,
we transmitted the same literally humbling
ourselves to a child’s language. Together with
the basic life’s teachings, gospel message
and values in our agenda list, we mounded
them and passed over in little plays, dances,
conversations, engaging questions while jokes
closed this sequence. These were the fruits
of the long time sharing and the meetings we
frequently held. We solidly cemented unity and
spirit of working together strengthened by
the fatherly watch of Padre Ettore Viada, the
parish priest and his immediate collaborator
padre Virgilio Panero. The two Consolata
priests far from their dioceses, Cuneo and
Turin respectively, received us with great and
unwavering love not because we were their
confreres but still because of warm welcoming
nature nurtured in their religious and priestly
call close to a half a century. Above all, their
flock is uniquely dressed up with the same.
Sending us off, they both expressed their deep
pleasure if we could extend a little but necessity
like the wedding bell was on our necks .
da Casa Madre 10/2011
This welcoming Christian community became
our point of departure to donate ourselves to
the young ones in Platì, the main parish and
in the two little parishes, Natile superiore and
Natile nuovo which took all of our afternoons.
We were friendly treated by the entire
population. Working with them, they quenched
our thirst and calmed our hunger too from
their generous hearts. Their faces suggested
a retained internal appreciation as the days
walked to their conclusion. Traversing the days,
each took a particular day coordinating the
activities. Through a thorough scrutiny from
the rest the day before, assuring them that really
our dear audience had food for their souls in a
clear and simple manner remained our golden
principle. At the end of each session the kids
demonstrated willingly the need to remain
with us for their great part of the day. Our
daily union with the Lord at the wee hour then
with the children before starting our activities
demystified fatigue of all sizes. Still also were
the local based animators and the sisters of
divine providence who tirelessly accompanied
us and collaborated too. Each day could not
end without going to the sister’s place. But her
we enjoyed carrying out our activities of the day
after the first part that was done in our parish
hall.
The most beautiful and meaningful basic
characteristics of a missionary and any human
person, is prayer and collaboration. With a lot
of admiration we articulated this treasure that
is often peripherally placed. The listening spirit
continued to animate our sharing and meetings.
No man will ever be an archipelago, we remain
social beings who are always in relations. Our
two confreres here evidenced this fact. It is
possible to live together despite our great and
Then came this day, the concluding one.
Coincidentally, His Lordship Giuseppe Fiorini
Morosini, OM the bishop of the catholic
diocese of Locri-Gerace was to administer the
Sacrament of Confirmation. Seeing us among
the packed congregation, he ordered us to stand
before them. Thanking us for what we had done
in this week, he challenged his flock and us too.
Thoughtful, the composed sixty five year old
Bishop opened the mouth, ‘ my fellow people of
Calabria, look at these young handsome men, all
from different parts of Africa except one from
Colombia. They have perhaps a hundred years of
evangelization and today they are here working
with your own children.’ The former Superior
General of the Order of Minims retorted. The
packed church had their shepherd. He engaged
them to substantiate their faith and shun away
from cheap perception of sacraments as mere
celebrations. Luckily enough no one blinked the
eye until the last homily’s word. This message
penetrated us like a sharp sword separating
fats from meat. Here I remembered dearly that
there is no autumn without winter just like there
is no salvation without the Holy cross.
Vita nelle Comunità
at times very sharp differences. These hosts
lived a leap into real inter-culturality that is
often trampled over in corridors of our society.
At table in the evenings we kicked off with a
symbolic prayer from different languages we
spoke since our teenage. Today we are too lazy
or other less keen to listen to the other. If we do
listen, strictly only our stringent opinions which
reveal how dangerously indifferent we are. Like
understanding that inteculturality is a basic need
and not a mere want, our mental categories
cannot allow. Fortunately, we were able to listen
from each other making our mission seductive
and attractive. Yes, ‘look how they love one
another’ was the public message covering
brought smiles of the multitude. The secret was
that we allowed constructive critics from each
other that sharpened our strategies. On the
other hand we quickly affirmed that working
with the young children is a great challenge.
We got annoyed, dissatisfied, amazed and even
doubting whether there is anything common
in the young stars but great joy finally rushed
in when the children realized and recollected
themselves. Truly, appetite comes only through
eating, the children over one hundred and thirty
only in Platì and over forty in Natile superiore
needed us even much more as we came to the
end.
Today we live a happy load. We tasted the
experience of our unique part of the already
and not yet mission. This arrested our
attention to yearn more for that day, a day we
shall be perpetually in the mission that God
has called us to and the week spent in Platì will
remain for us solely and solidly a brief day
perfectly lived in the missions.
Platì
49
da Casa Madre 10/2011
Roraima
Vita nelle Comunità
ALCUNE NOTIZIE DA RORAIMA
Autori Vari
1. I Missionari sono sempre più in difficoltà di
denaro per il loro stesso sostentamento e per
quello dei Seminaristi.
2. Ci scrive fratel Bruno: “Non sono ancora
andato nella sede della missione Camarà, sia
per la mia salute, sia per motivi di pioggia e la
strada è ancora praticamente intransitabile in
molti tratti. Ho visto e parlato con alcuni leaders
e Catechisti della regione, che sono o che erano
di passaggio qui in città, e pare che le attività
nei villaggi continuano, anche se lentamente,
a causa della molta pioggia. Grazie ai vostri
Progetti hanno messo i tubi e l’acqua arriva nel
villaggio di Camarà, e poi anche costruito in
parte cappelle, e chiedono altri aiuti. Per questo
ho comperato tegole, biciclette, Bibbie in lingua
Portoghese e in lingua Macuxi, tutte occasioni
e promozioni molto al di sotto del preventivo,
e nei prossimi giorni, secondo le possibilità,
acquisterò altre cose previste nel progetto per
i Catechisti”. Gli Indigeni sono molto provati
dalle recenti alluvioni, venute dopo un periodo
di grave siccità, e la fame nei villaggi è tanta.
3. Le Terre Indigene sono di nuovo in pericolo.
Scrive ancora fratel Bruno: “Il clima politico
locale è sempre molto difficile, ci sono forti
pressioni per ricominciare il processo circa la
Terra Indigena Raposa Serra do Sol (giornali,
TV...): noi speriamo che siano solo inutili
tentativi di persone molto ingiuste e disoneste
per reimpossessarsi di questa Terra Indigena”.
E fratel Zacquini: “In questo momento, nella
Terra Indigena Yanomami (TIY), demarcata
e omologata dal Governo Federale nel
1992, ossia ufficialmente protetta e destinata
all’usufrutto unicamente di questo popolo e di
parte del popolo Ye’kuana nel Brasile, ci sono
50
da Casa Madre 10/2011
almeno 35 piste di atterraggio clandestine,
che alimentano l’estrazione dell’oro, con
centinaia di garimpeiros, che vanno e vengono,
senza nessun controllo da parte delle autorità
competenti” . Secondo la deputata federale
Janete Capiberibe (PSB/AP) l’offensiva dei
garimpeiros è dovuta all’aumento del prezzo
dell’oro sui mercati internazionali. Attualmente
almeno millecinquecento cercatori d’oro
lavorano illegalmente nell’area Yanomami. “I
fiumi sono inquinati dal mercurio usato dai
cercatori d’oro; gli animali stanno morendo
e gli Indigeni si stanno ammalando, nel
completo disinteresse degli Organi federali”,
denuncia la deputata dando voce al Presidente
dell’Hutukara Associação Yanomami, lo storico
leader Yanomami Davi Kopenawa, cha anche
Roberto Giacone ed io abbiamo il piacere e
l’onore di conoscere personalmente. 4 - Regional Norte i° realiza seminário sobre
mudanças climáticas e justiça social No fim de semana de 26 a 28 de agosto, em
Manaus, Amazonas, no Salão Paroquial do
Santuário Nossa Senhora Aparecida, realizouse o Seminário Mudanças Climáticas e Justiça
Social.
Do evento, organizado pelo Regional Norte
I° da Conferencia Nacional dos Bispos CNBB participam cerca de noventa pessoas
das Dioceses e Prelazias do Regional, além
de representantes da Caritas do Norte,
movimentos sociais.
Após a saudação de Dom Mário Antonio,
Bispo auxiliar de Manaus, Vice-Presidente do
Regional Norte I, e Dom Alcimar, Bispo de
Ricas e interessantes foram as contribuições do
professor Antonio Ocimar Manzi, pesquisador
do INPA, sobre Mudanças Climáticas,
Aquecimento Global e de Lucia Ortiz, da
Organização Amigos da Terra, sobre a Redução
de Emissão por Desmatamento e Degradação,
Código Florestal e suas consequências para
Amazônia. Importante foi também a presença e
o grito dos povos indígenas de Davi Kopenawa
Yanomami denunciando a doença da Mãe Terra,
e a apresentação do trabalho de Preservação
dos Lagos dos Ribeirinhos por parte de Tânia
Freire(Itacoatiara) e Raimundo Pinheiro(Tefé).
Fortalecer nossa mística, nossa adesão
a Jesus Cristo e seu Reino, aprimorando
nossos conhecimentos, acompanhando e
fortalecendo as lideranças, as bases em suas
lutas, aprimorando as redes de comunicação
e nossa ação evangelizadora encarnada na
realidade amazônica com seus desafios, foi a
síntese de alguns dias de trabalho e reflexão que
deverá ser levado nas respectivas bases para ser
transformada em ações de vida e ciudadania.
Vita nelle Comunità
Alto Solimões, Bispo Referencial das Pastorais
Sociais, Ivo Poletto, assessor Nacional das
Pastorais Sociais e Coordenador do Fórum de
Mudanças Climáticas e Justiça Social fez uma
panorâmica dos fóruns com o tema mudanças
climáticos e justiça social realizados em varias
partes do Brasil. Na sua intervenção, Poletto
frisou a necessidade de debater, refletir e
trabalhar as grandes questões econômicas, as
causas e as políticas governamentais, os efeitos
sobre a Amazônia, seus povos. Trabalho esse
a ser colocado em rede e partilhado com as
outras realidades da nação brasileira.
Roraima
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da Casa Madre 10/2011
Arvaiheer
Vita nelle Comunità
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THE SHAPING OF HISTORY. RELIGIOUS PROFESSION
MONGOLIAN STYLE
P. Charles Karoki, IMC
It was the 15th of August 2011, and all roads led
to Arvaiheer. It was for sure a memorable day
in the history of the Consolata Missionaries in
Mongolia and indeed for the whole Institute.
This is the day when the Holy mother church
celebrates the assumption of our Blessed
Mother, but for us this year, the assumption it
was more than just a celebration. It was a special
moment of grace when for the first time in the
history of the Mongolian church a Consolata
Missionary took his perpetual profession in
this Blessed land of Chinggis Khan. It was a
great joy for our brother Pietro Paolo Turrone
(Br. Peter) who after years of preparations
said the final yes to follow the Lord closely in
the Consolata family.
The excitement of this day was as radiant as the
rising of the sun during summer in the face of
Peter. He face shone brightly, multifaceted by
his white spotless Alb, made in the traditional
Mongolian dressing style otherwise known as
Deel that told it all about the significance of
the day. As he read through the formula of
profession in Mongolian and then in Italian it
was even more difficult to hide his excitement
that summarized his desire and availability to
dedicate his life in Perfect Obedience, Chastity
and Poverty according to the Constitutions of
the Consolata Missionaries for Life.
The Joy of the day present in the heart of
Peter was also radiated to all of us Consolata
Missionaries who had gathered to congratulate
our brother and encourage him. There was
more joy in the faces of the few Christians and
friends from the community of Arvaiheer, who
had not witnessed such an event. They were
so attentive as our Local superior Fr. Giorgio
Marengo carefully and articulately explained
what religious profession meant in the life of
Peter and in life of the church as a community
of believers.
The day was divided into two significant
moments, the liturgy of the Eucharist, presided
da Casa Madre 10/2011
easy, taking care requires more attention. So let
us join together to make this a reality.
Together we wish our brother Peter the best of
God’s Blessings in his life as a full member of
the Consolata Institute and in unison we say…
Баярын мэнд хргэе! “Congratulations”!
In this event of history, a seed has been planted,
it is upon each and every one of us to make the
seed grow and bear more fruit, for planting is
Vita nelle Comunità
over by Fr. Giorgio and the refreshments which
followed the Eucharist. These two moments
were very significant underlining the religious life
as an act of generosity, not in material perishable
goods, but the generosity the whole person of
the missionary, dedicated for the service of
humanity for the sake of the Kingdom.
Arvaiheer
53
da Casa Madre 10/2011
Rivoli
La Villa Allamano di Rivoli
50 anni dopo
P. Francesco D’Acquarica, IMC
Sì, 50 anni fa, proprio come questa sera il
Superiore Generale di quegli anni, P. Domenico
Fiorina, inaugurava la riapertura della Casa di
Rivoli, dando a tutta la struttura l’appellativo di
“Villa Allamano”.
Il Dacasamadre del mese di ottobre 1961
riportava questa cronaca:
Vita nelle Comunità
Alla funzione di apertura, il Padre Superiore
Generale ha celebrato la S. Messa nell’antica
cappelletta, ricordando al Vangelo che, come in
quella casa il Ven.mo Fondatore aveva pensato
alla fondazione dell’Istituto e alla compilazione
delle Costituzioni, così coloro che d’ora
innanzi l’abiteranno dovranno pensare alla
propria santificazione e, nel medesimo tempo,
a procurare con il loro lavoro di Stampa nuove
54
da Casa Madre 10/2011
vocazioni alla Congregazione.
Anche questa sera il Superiore Generale, P.
Stefano Camerlengo con l’Arcivescovo di
Torino Mons. Cesare Nosiglia, ha inaugurato
la mostra permanente “Giuseppe Allamano,
Padre di Missionari e Missionarie”. Il Padre
Generale nel suo intervento ha ricordato che
“non abbiamo davanti solo una gloriosa storia
da raccontare, ma anche una grande storia da
costruire”.
Alle 18 ci siamo ritrovati con l’Arcivescovo
nella Parrocchia della Stella per la celebrazione
eucaristica. Il Celebrante commentando il
Vangelo della Liturgia ha richiamato lo spirito
missionario per tutti.
Ha così posto l’accento sull’importanza per ogni
cristiano della dimensione missionaria.
Alle 19.30 ci siamo portati nella nostra Villa
Allamano insieme all’Arcivescovo che ha tagliato
il nastro per inaugurare la mostra permanente.
Ideatore dell’esposizione è stato P. Giordano
Rigamonti che insieme ai Padri della Comunità
ne ha la responsabilità. E’ collocata con
eleganza nella parte destra di chi entra nel parco
completamente ripensato nella distribuzione
degli spazi e della vegetazione ed è allestita in
maniera armonica.
Si articola in quattro sezioni: Rivoli e la
fondazione; Metodo Allamano; Missione oggi;
Padre e Maestro. Si conclude con l’omaggio di
dolcetti e uva spina, proprio per sottolineare
l’umanità del Beato Allamano che sempre
aveva qualcosa da offrire a quanti andavano a
trovarlo.
Da ora in poi Villa Allamano si propone
come luogo di spiritualità per giovani e adulti,
occasione di educazione per scuole e classi di
catechismo. Per gruppi giovanili e parrocchie
sarà spazio di approfondimento dello spirito
missionario.
Abbiamo scelto la data del 17 settembre, festa
della Madonna della Stella, Patrona di Rivoli,
per sottolineare il legame tra l’Allamano, i suoi
Missionari e la Città di Rivoli. Fin dal 1904 nelle
“gite” che gli allievi missionari facevano quasi
ogni mercoledì da Torino a Rivoli, c’era sempre
il momento di preghiera o in qualche chiesa
di Rivoli o nell’incontro con il Fondatore in
questa Casa, sotto quel cedro che i diari della
Casa definiscono “l’aula magna di Rivoli”.
Vita nelle Comunità
“Perché ve ne state qui tutto il giorno a far niente
?” diceva il Vangelo. “Perché nessuno ci ha presi
a giornata” (Mt 20,6-7). Così il Vescovo si è fatto
interpellare da questo testo, dicendoci che il
Signore esce a tutte le ore, non sopportando che
qualcuno resti fuori della vigna. Ha commentato:
“Quante persone stanno fuori della comunità e
la comunità aspetta che siano loro a venire da
noi ? Quante famiglie ci chiedono il battesimo
dei figli ? Sono loro che sono venute a cercarci;
noi non siamo andati da loro. Questa è la
pastorale di una chiesa che aspetta che la gente
venga a chiedere qualcosa. Ma non è la parabola
del Signore. Il Signore esce fuori, va sulla piazza
a cercare. Non dice: E’ una vostra scelta… L’ho
detto tante volte durante il giorno: possibile che
non abbiate sentito che cercavo operai ?”.
Nota curiosa: al momento della benedizione,
mentre l’Arcivescovo con l’aspersorio
benediceva la Mostra, un forte temporale
preceduto da un tuono fragoroso, ci ha obbligati
a visitare la mostra sotto l’ombrello, ma non ha
impedito alla numerosa folla di accomodarsi
in quattro grandi gazebo per la seconda parte
della festa, consumando un simpatico buffet.
Rivoli
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da Casa Madre 10/2011
STD Mandla Makhanya, IMC
I just wanted to share with you some of my
joys that I have experienced this lovely month
of September, after the pope during the world
youth day announced that the next one is here
in Brasil Rio de Janeiro he gave the Youth Cross
and icone to the Brazilian youths which were
presenting us there, well since the Cross and
the icone of our lady were have they delayed
to come hahahaah, they just arrived here in
Brazil last week, then on Sunday we had a very
big celebration with all the youth of São Paulo
millions and millions of the youth were there,
the celebration started at 9am until 22h30pm,
then the procession with the Cross from
the stadium up to the cathedral, during the
celebration we heard famous Brazilian singers,
lot of activities then we closed with the mass
Vita nelle Comunità
São Polo
THE CROSS AND THE ICONE OF OUR LADY
ARE NOW IN BRAZIL
56
da Casa Madre 10/2011
which was celebrated by Cardinal Odilo, and all
the Bishops of Brazil. I seriously experienced
the moment of Joy and Happiness sing what
was the shame to the Jews and became our
victory and our salvation.
On Wednesday The cardinal celebrated another
Mass with all the seminarians and religious
people of São paulo this is where i heard a
chance of coming much close to the Cross and
the icone of our lady and venerate. I seriously
felt the presence of God and the joy of receiving
in my own hands the Cross which was sent by
the Holy father, Blessed João Ppaulo II in 1984
one year before i was born, and I received it 25
years later on the week of my Birthday!!!
Viviana Nunes
Durante los días 25 e 26 de Junio se juntaran
en la ciudad de Medellín cerca de 40 Laicos
Misioneros de la Consolata de diferentes
localidades de Colombia, acompañados por P.
Antonio Bonanomi (IMC) y la Hermana Rubiela
Orozco (MC). Sobre el tema “Así los quiero”, los
LMC reflexionaran el camino hecho hasta hoy
y profundizaran las exigencias que el carisma y
la espiritualidad de Allamano piden hoy al ramo
LMC.
Día 25, sábado, el encuentro empezó con el
compartir de cada comunidad sobre algunos
temas profundizados de los ensañamientos
y llamados expuestos en los varios capítulos
del libro “Así los quiero”. A estas reflexiones
sobre el Laicado Misionero de la Consolata
con los ojos puestos en el carisma Allamaniano,
se juntó el testimonio de Vivi y Copi (LMC
Portugal). Los principales puntos abordados
en este testimonio fueran la Vocación, la
Comunidad y la Misión, como elementos
fundamentales en el discernimiento vocacional
y en la concretización de la vivencia misionera.
Durante la Eucaristía, presidida por el P.
Guillermo y concelebrada por el P. Antonio
Bonanomi, se realizó la imposición del
crucifijo a ocho nuevos LMC’s que celebraban
el Compromiso LMC. P. Bonanomi, después
de haber hecho su primero envío de 3 laicas–
Chavela (Isabel), Helena (Mami) e Claudia hace 25 años, para la Misión de Solano en el
rio Caquetá (sur de Colombia), juntamente con P. Pepe Svanera (IMC) y P. Renzo Menegini
(IMC), dejó un mensaje muy concreta a estos
nuevos LMC’s: “Id al encuentro de los últimos,
de aquellos que son más vulnerables, vivan la
misión como una espiritualidad samaritana y,
por último, lleven y testimonien los verdaderos
valores”. Aide Gutierrez (Bogotá), a una semana
de celebrar 40 años, testimonia la importancia
de haber realizado este Compromiso LMC y
afirma ser una oportunidad de “replantar en
tierra fértil”.
El día terminó con más fiesta con el ritmo
Afrocolombiano proporcionado por la
comunidad LMC de Cali, totalmente dedicada a
esta pastoral.
LMC
VIII ASAMBLEA NACIONAL DE LOS LMC – COLOMBIA
El segundo y último día empezó con la oración
dedicada a Nuestra Señora de la Consolata,
seguida de testimonios y formaciones. El
primero tema fue presentado por la Hermana
Rubiela sobre “Lo que es la Espiritualidad?”.
En la continuación el LMC Juan Carlos
Osorio compartió su vivencia misionera en
Remolino del Caguán. Juan concluyó que
durante casi tres años lo que trabajó más fue el
sentido de responsabilidad -“nos convertimos
en verdaderos señales de consolación”, y la
vivencia entre el equipo de trabajo, sobre este
punto afirma que “cuando vamos en misión,
también vamos servir los nuestros compañeros
de trabajo, para con ellos también es necesario tener paciencia y tolerancia.” Y concluyó
compartiendo que hoy, lo que cambió en el fue
la madurez: “hoy vivo una vocación LMC más
madura”.
La mañana siguió con P. Bonanomi y el
tema “La espiritualidad de José Allamano”.
Empezando por la descripción del contexto
histórico y cultural que influenció Allamano,
seguido de una profunda descripción de la
persona José Allamano y el surgimiento
del carisma y espiritualidad que hoy buscan
vivir todas las misioneras y misioneros de la
Consolata. Este testimonio terminó con el
compartir de los 15 años de misión con los
pueblos indígenas de la selva colombiana.
Pro la tarde se siguieron con algunos trabajos
organizativos, seguidos de la celebración
eucarística donde se realizó el envío misionero
de tres LMC. Además de ser un momento muy
especial, este envío fue muy singular. Pedro
Cortés, un de los enviados y actual coordinador
nacional de los LMC, parte para la misión de S.
Vicente del Caguán por tiempo indeterminado.
Con 44 años de edad, Pedro comenta sobre esta
opción: “estoy a concretizar la opción radical
que hice hace 25 años cuando me comprometí
como LMC. Todo que hice hasta hoy fue
misión, y ahora que voy vivir con una nueva
comunidad continuo a pensar que nosotros
da Casa Madre 10/2011
57
somos nuestros únicos animadores por eso la
decisión de partir hace parte de ese esfuerzo de
continuar a me animar y a seguir la vocación que
Dios me dio – servir los últimos anunciando el
Evangelio.”
Los otros dos LMC’s enviados fueran la pareja
Maria Rosário e Juliano Uribe, que después de
50 años de matrimonio continúan a sentir el
llamado de Dios para servir los últimos en la
concretización de la vocación LMC.
Con muchos ritmos, muchas luces, muchos
colores y, sobretodo, con mucho espirito de
familia, fue así que terminó la asamblea.
LMC
Los LMC regresaran a sus comunidades y
misiones recordando el deseo del Beato José
Allamano: “ Los quiero así: generosos, firmes y
constantes en la vocación”.
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da Casa Madre 10/2011
Necrologio
QUI NOS PRAECESSERUNT
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P. Clemente Barlocco, IMC
Nato a Villa Cortese (MI) il 24 luglio 1928, frequentò le scuole medie a Legnano ed entrò in
ginnasio alla Certosa di Pesio. Trascorse il periodo del liceo a Cereseto e a Varallo Sesia, della
filosofia a Torino e della teologia a Roma. Dal 1952 al 1955 studiò infatti all’Università Urbaniana,
ottenendo la licenza in teologia al termine del curriculum.
Necrologio
Emise la professione religiosa il 1 novembre 1951 alla Certosa di Pesio e fu ordinato sacerdote a
Roma il 9 aprile 1955 da Mons. Ettore Cunial, Assistente ecclesiastico centrale dell’ASCI e membro
di diritto della Conferenza Internazionale dello Scautismo Cattolico.
Nel 1956 fu destinato al Kenya e dopo l’anno di studio d’inglese a Londra, fu viceparroco a Rocho,
addetto alla tipografia di Nyeri Mathari e parroco a Kiriani fino al 1963. Assunse poi il servizio di
Procuratore a Nyeri, di Amministratore al Nazareth Hospital, di Contabile Regionale a Nairobi e
di viceparroco a Maragua.
Tornato in Italia, nel 2002 fu superiore a Vittorio Veneto, Economo di Casa Madre a Torino e visse
per due anni nella Comunità di Cavi di Lavagna.
Ad Alpignano trascorse l’ultimo periodo della sua vita, morendo il 5 settembre nell’Ospedale di
Rivoli, per broncopolmonite.
Aveva 83 anni di età, di cui 59 di Professione religiosa e 56 di Sacerdozio.
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da Casa Madre 10/2011
Necrologio
P. Alessandro moreschi, imc
Nato il 15 ottobre 1944 a Malonno (Bs), entra giovane nel seminario minore di Benevagienna,
dove frequenta le scuole medie e ginnasiali. A Varallo Sesia compie gli studi liceali, a Rosignano
la filosofia e a Torino la teologia. Fu accolto nell’Istituto con la Professione Religiosa alla Certosa
di Pesio il 2 ottobre 1966 e fu ordinato Sacerdote a Malonno da Mons. Pietro Gazzoli, Vescovo
ausiliare di Brescia, il 31 dicembre 1972.
Trascorse un anno a Benevagienna come Vice Rettore, e poi fu destinato al Kenya, dove giunse
nel 1974, dopo aver studiato l’inglese a Cork in Irlanda. Svolse attività di animazione giovanile
a Gatanga e a Karatina, fino al 1979. Tornato in Italia svolse il ruolo di formatore e animatore a
Rovereto. Nel 1982 fu nominato Superiore a Porto San Giorgio e vi restò fino al 1985, anno in cui
fu destinato a Bevera per l’animazione missionaria.
Ripartì nuovamente per il Kenya nel 1986, dove si occupò di pastorale giovanile a Othaya, Sukuta
Marmar e Archer’s Post. Nel 1992 lo troviamo a Somerset (USA) per la predicazione dei Mission
appeals e a Pittsburg, come Superiore, dalla fine del 1992 aql 1996. Frequentò in questo periodo
l’Università di Pittsburg, ottenendo il Master in communication. Dal 1997 è a Karaba Wango,
ancora per la pastorale giovanile.
Negli ultimi due anni, fu destinato a San Valentino, e quando si ammalò, soggiornò a Torino e a
Malonno, dove è deceduto il 9 settembre, attorniato dall’affetto dei familiari. Riposa nel cimitero
di Malonno.
Aveva 66 anni di età, 43 di Professione Religiosa e 38 di Sacerdozio.
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da Casa Madre 10/2011
P. attilio lerda, imc
Necrologio
Nacque a Caraglio (Cn) il 10 novembre 1929 ed entrò giovanissimo nel Seminario Vescovile di
Cuneo, frequentandovi le scuole medie e il liceo. Accolto nell’Istituto alla Certosa di Pesio, dopo il
noviziato, emise la Professione Religiosa il 2 ottobre 1949 e nella stessa casa frequentò gli studi di
filosofia. Studiò teologia nella Casa Madre di Torino e il 28 giugno 1953 fu ordinato Sacerdote dal
Cardinal Maurilio Fossati. Studente al Politecnico di Torino in Scienze matematiche, vi ottenne
la laurea nel 1958. Insegnante ad Alpignano per due anni, fu poi Direttore del Ginnasio a Varallo
Sesia dal 1956 al 1960. Ritornato ad Alpignano, fu Direttore degli allievi fino al 1964, quando fu
nominato Direttore delle vocazioni adulte a Varallo Sesia, dove rimase fino al 1969.
Destinato alla Regione Kenya, dopo lo studio della lingua a Londra, fu insegnante e viceparroco a
Kevote, Preside a Sagana e incaricato della gioventù a Kyeni. Destinato all’Inghilterra nel 1980, dopo
un breve periodo di animazione missionaria, venne nominato formatore e superiore a Totteridge,
dove rimase fino al 1985. Per due anni (1985-1987) fu animatore missionario in Irlanda ed esercitò
il mandato di Superiore Delegato in Inghilterra-Irlanda dal 1987 al 1990. Dopo un anno come
superiore a Cavi di Lavagna, in Italia, venne ancora destinato al Kenya come animatore vocazionale
IMC, compito che svolse mirabilmente fino alla sua morte.
E’ deceduto nell’ospedale di Nairobi il 9 settembre 2011 per disfunzioni cardiache.
Aveva 81 anni di età, di cui 61 di Professione Religiosa e 58 di Sacerdozio.
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Necrologio
P. Tranquillo Lazzaro, IMC
Nato il 26 ottobre 1914 a Resana (Tv), frequentò le scuole elementari a Castelminio e le scuole medie
a Pederobba. Proseguì gli studi ginnasiali e il liceo a Torino e a Favria Canavese. Fece il noviziato
a Rosignano Monferrato ed emise la Professione Religiosa il 2 ottobre 1935. Frequentò la filosofia
e la teologia a Torino Casa Madre e il 29 giugno 1939 fu ordinato Sacerdote dal Cardinal Maurilio
Fossati, Arcivescovo di Torino. Destinato al Kenya, incominciò la missione come viceparroco
a Kaheti. Dal 1940 al 1944 fu internato di guerra a Koffienfontein, in Sud Africa. Ritornato in
Kenya dopo la guerra, fu viceparroco a Gekondi, parroco a Kerugoya e poi a Mugoiri, fino al
1958, anno in cui fu nominato istruttore dei catechisti a Mwengi fino al 1963. Ritornato in Italia,
fu Direttore del Seminario di Biadene, parroco a Palermo, Superiore della comunità di Milano, e di
nuovo Rettore nella Chiesa di San Matteo a Palermo, fino al 1980. Nominato Consigliere spirituale
a Bravetta, esercitò l’incarico dal 1980 al 1986. Divenne poi Cappellano delle Missionarie della
Consolata a Nepi per un decennio. Destinato alla comunità di Alpignano nel 2006, la sua salute, già
minata da varie e annose malattie, è peggiorata progressivamente.
E’ deceduto 17 settembre 2011, alle ore 02,20. I funerali sono stati celebrati lunedì 19 ed ora riposa
nel cimitero di Alpignano.
Aveva 96 anni di età, di cui 76 di Professione Religiosa e 72 di Sacerdozio.
63
da Casa Madre 10/2011
Confessionale, realizzato in 200 esemplari,
per la GMG di Madrid
Sommario
ANDRO’ AD AGITARMI SUGLI ALBERI?
(Giudici 9,9).............................2
GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA
LA SANTITÀ DEL CAFASSO (VIII)...4
L’ INSEGNAMENTO DEL FONDATORE
SULL’AUTORITÀ..........................7
RIFLESSIONE,
CONVIVENZA E PREGHIERA,
A SANTA MARIA MARE.................12
LINK..........................................14
Condoglianze a
P. Salvador Medina, IMC..........18
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA
settembre 2011........................19
grazie e saluto
a padre aquileo.......................20
Pe. Zintu: Um missionário que
regressa a casa......................22
REGIONE ETIOPIA ......................23
Fr. ANTHONY BELLAGAMBA: ETERNAL
REST.........................................27
LETTERA
DEL SUPERIORE REGIONALE.........29
Relación de la Región imc
Colombia-Equador
Asamblea regional 2011..........31
KENYA: HABEMUS JOYAM.............38
MISSIONÁRIOS DA CONSOLATA, NO
BRASIL, ELEGEM NOVA DIREÇÃO..39
DON MATTEO DE NUJATRI............40
LA MISSION DE MBENGU..............41
Sommario
MINHAS NOTÍCIAS DEPOIS DE 3
MESES EM SUCUMBÍOS EQUADOR...................................43
64
WE GO!!!....................................45
AGAIN PLATÌ WELCOMES US WITH
BOTH HANDS..............................47
ALCUNE NOTIZIE DA RORAIMA.....50
THE SHAPING OF HISTORY.
RELiGIOUS PROFESSION
MONGOLIAN STYLE......................52
La Villa Allamano di Rivoli 50
anni dopo................................54
da Casa Madre
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
Redazione: Segretariato Generale per al Missione
Supporto tecnico: Adriano Podestà
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
C/C postale 39573001 - Email: [email protected]
da Casa Madre 10/2011
THE CROSS AND THE ICONE OF OUR
LADY ARE NOW IN BRAZIL...........56
VIII ASAMBLEA NACIONAL DE LOS
LMC – COLOMBIA .......................57
necrologio..............................59
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