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20 intervista Quattro chiacchiere con Alessandro Bursese – Gruppo Logistico LDI Un’etica per la logistica Maurizio Peruzzi Come si gestisce un positivo passaggio generazionale? Come si diventa uno dei principali operatori logistici nazionali a totale capitale italiano? Come si conciliano i valori etici e morali con la fredda logica del business? Alessandro Bursese ci dimostra come prima della tecnica contino cuore e passione e che imprenditori non si nasce, ma si diventa… L a maggior parte delle imprese ha seri problemi nel passaggio dalla prima alla seconda generazione. Quasi nessuna arriva alla terza. Lei è l’eccezione alla regola? La risposta la avremo solo tra qualche anno: il passaggio generazionale non è come staccare e riattaccare la spina. Deve essere graduale e non traumatico, pensato, progettato e attuato con determinazione e altrettanto spirito collaborativo all’interno della famiglia. Qual è l’errore da non commettere? Mai pensare di imitare le orme del padre: siamo persone con sensibilità, cultura, formazione diverse, figli di epoche differenti. Il mondo cambia ed è necessario adeguare l’impresa ai tempi nuovi. E da che parte si comincia? Dall’essere se stessi trovando la propria, autonoma strada senza avere la pretesa di cambiare tutto e subito. Il passaggio generazionale fallisce per due motivi: perché si continuano a fare le stesse cose di prima con zero capacità innovativa oppure perché si pretende di attuare una rottura improvvisa tra il prima e il dopo, snaturando i punti di forza dell’impresa senza che sia ancora maturo un nuovo equilibrio. 020-4 CHIACCHIERE.indd 20 Alessandro Bursese, al vertice del Gruppo Logistico LDI: “uno dei lavori più importanti di un operatore logistico è la gestione dei rapporti umani. L’errore principale che si possa commettere è chiudersi in ufficio. L’azienda deve vedere l’imprenditore come una figura di riferimento, partecipe di tutti i problemi” Qual è la prima cosa che ha pensato il primo giorno che ha messo piede in azienda? Lo voglio fare? Sono convinto che questa sia la mia strada? Queste persone che vedo in ufficio e in magazzino sono davvero coloro di cui mi voglio prendere la responsabilità? Posso pensare di passare i prossimi dieci, venti, trent’anni e passa nella logistica? La risposta è stata positiva ma non era affatto scontata. Molti si ritrovano a fare gli imprenditori per forza o per caso. Lei invece… La massima soddisfazione è raggiungere i risultati grazie alla collaborazione di tutti. Uno dei lavori più importanti di un operatore logistico è la gestione dei rapporti umani. L’errore principale che si possa commettere è chiudersi in ufficio. L’azienda deve vedere l’imprenditore come una figura di riferimento, partecipe di tutti i problemi. Infatti ho notato che la porta del suo ufficio è spalancata. Desidero che chiunque si senta libero di entrare. Desidero che chiunque lavori qui dentro si senta in diritto di conoscere le strategie aziendali. Io voglio percepire l’umore delle mie persone, conoscere i loro sogni, coltivare le loro ambizioni. Tutto ciò è molto più importante che studiare i processi gestionali, che pur ci sono e seguiamo con cura. La sua azienda si è dotata di una struttura manageriale? Manager provenienti da realtà esterni sono fondamentali perché ci portano esperienze e punti di vista differenti. Abbiamo inserito nell’impresa dirigenti preparati sia sotto il profilo della formazione che delle esperienze di lavoro. Questo apporto è determinante per il successo del Gruppo. Lei ha detto di voler conoscere i sogni delle persone. Ma lei che sogno ha? Voglio vivere con serenità le mie responsabilità perché credo che sia impossibile gestire un’azienda avvertendola come un peso. Io sogno di raggiungere i traguardi che mi sono posto grazie ad una totale integrità etica, personale e aziendale. Qual è il traguardo cui sta lavorando in questo momento? L’internazionalizzazione dell’impresa, il che non significa aprire cento filiali nel mondo. La globalizzazione ci ha insegnato che per essere internazionali non è necessario essere fisicamente presenti ovunque ma è obbligatorio tessere una rete con partner capaci di presidiare, ciascuno nel suo ruolo, punti strategici della supply chain. In pratica? Il punto di partenza è il cliente. Il 90% dei nostri clienti produce e/o vende all’estero. Per questo abbiamo individuato un partner forte a livello internazionale che ci consente da un lato di mantenere la nostra autonomia, dall’altro di avere accesso alla sua rete internazionale. Il nostro Gruppo non lavora su standard ripetitivi ma fa della personalizzazione del servizio un punto di forza. Ci serviva un’infrastruttura fisica mondiale capace di accompagnare la nostra capacità di offerta personalizzata. E chi sarebbe questo partner? Ogni cosa a suo tempo. In questo momento posso dire che stiamo collaborando con loro 22/03/12 09.20 intervista 21 “Voglio vivere con serenità le mie responsabilità perché credo che sia impossibile gestire un’azienda avvertendola come un peso. Io sogno di raggiungere i traguardi che mi sono posto grazie ad una totale integrità etica, personale e aziendale” Carta d’identità e cognome: Alessandro Bursese • Nome anagrafici e personali: Alessandro Bursese è • Dati nato a Roma il 4 marzo 1974, è sposato, con un figlio. di studi: Laurea in Economia e Commercio • Curriculum presso la Terza Università di Roma: “ma mi sembra che sia passato un secolo” professionale: Alessandro Bursese ha • Attività percorso l’intera sua carriera professionale all’interno dell’impresa di famiglia, il Gruppo Logistico LDI creato dal padre Giuseppe. Dopo aver percorso l’intero “cursus honorum” ha assunto la piena responsabilità imprenditoriale. Attività extralavorativa: la casa, la famiglia, il “buen retiro” sui Castelli Romani da cui, comunque “la mattina, quando mi alzo, vedo l’azienda in mezzo alla pianura”. • da circa un anno e che presso il nostro polo di Santa Palomba è attiva la loro filiale di Roma. Contestualmente entro la fine del 2012 presso lo stesso polo inaugureremo il nuovo magazzino doganale dove avvieremo anche la costruzione di una nuova piattaforma di 12mila metri quadri coperti. Come vive la concorrenza dei grandi operatori logistici multinazionali? Voi siete una delle poche realtà a totale capitale italiano. Il problema delle grandi multinazionali della logistica è che spesso mal si conciliano con le esigenze della committenza nazionale, che chiede in primo luogo personalizzazione del servizio e flessibilità. Nella maggior parte dei casi, necessariamente, un grande operatore logistico deve puntare invece a standardizzare le procedure. Beh, anche voi potete essere considerati un “grande operatore logistico”. Certamente, ma il nostro modello di business parte dalle esigenze del cliente e su quelle elabora un servizio su misura, non viceversa, non fa calare dall’alto standard e procedure. Inoltre un’azienda italiana come la nostra conosce alla perfezione i vincoli burocratici e i problemi tipici del nostro Paese. E sa come affrontarli. Lei mi sta dicendo che è dura spiegare ad un manager olandese o tedesco certi bizantismi nostrani? Non solo. Spesso ci troviamo a lavorare con imprese famigliari come la nostra, imprenditori che vivono i nostri stessi problemi: capirsi è più facile. Ma perché l’Italia non ha saputo sviluppare imprese logistiche in grado di competere sui mercati internazionali? Il nostro sistema economico ha vissuto una sorta di colonizzazione per la nostra incapacità di pensare in grande. La mentalità italiana è fortemente individualistica, la nostra storia è quella dei mille Comuni e staterelli: magari ciascuno bello e ricco a livello locale ma incapace di contare qualcosa a livello internazionale e inoltre non si ha mai il coraggio di rinunciare ad un briciolo dei propri diritti nell’interesse del paese. Come se ne esce? Con una rivolta culturale e morale. Per decenni molti imprenditori hanno visto le loro aziende come macchine per fare soldi a beneficio personale e non come strumenti di produzione di ricchezza da ridistribuire. Io penso che un’azienda debba porsi in primo luogo la questione della crescita delle persone, del rigore etico e morale, del rispetto dell’ambiente e della restituzione al territorio di una parte di quanto si è ricevuto. Occorre empatia verso l’azienda. Gli utili vanno reinvestiti e non incamerati a beneficio personale o per speculazioni finanziarie. Quindi siamo di fronte ad un problema etico? Non solo. Un’ulteriore difficoltà deriva dalla ridotta dimensione media delle nostre imprese e questo accade a causa di una mentalità distorta che suggerisce di rimanere piccoli perché in tal modo si Veduta aerea del polo logistico del Gruppo Logistico LDI a Santa Palomba, alle porte di Roma: 210mila metri quadri di cui 80mila coperti. È già in programma entro il 2012 un ampliamento di 12mila metri quadri coperti e l’attivazione di un nuovo magazzino doganale 020-4 CHIACCHIERE.indd 21 pensa di rischiare meno controlli, meno contestazioni sindacali, che sia più facile licenziare. Poi dobbiamo considerare l’arretratezza del sistema-Paese: noi abbiamo cinque/sei risorse impegnate a gestire i rapporti con la Pubblica Amministrazione e ad affrontare le criticità che spetterebbe ad altri risolvere, dalle strade alle fognature eccetera. Infine l’Italia è un Paese dove una causa civile dura anni e quindi il disonesto campa sulle spalle dell’onesto. Eppure negli ultimi mesi sono piovuti una serie di provvedimenti di “modernizzazione”. A me pare di aver vissuto almeno per ora in un Paese a dittatura legislativa, dove vengono fatte norme impossibili da rispettare o, peggio ancora, grida manzoniane magari dotate di interno senso logico ma con nessuna possibilità di applicazione stante l’assoluta carenza di controlli. Si riferisce ai costi minimi? I costi minimi sono solo un esempio. Si tratta di un sistema che complica la vita, che potrebbe sussistere solo in presenza di controlli certi e severi. Una grande azienda committente, come la nostra, ha tutto l’interesse ad affidarsi ad autotrasportatori che garantiscano qualità, efficienza e sicurezza. Ma altri? Una micro-azienda può affidarsi al primo che passa, lucrando sulla disperazione altrui. Il risultato è la presenza sul mercato di tariffe reali indecenti, impossibili da rispettare se non violando le norme. Ma il mercato non cerca solo il minor costo? Il cliente fa il suo mestiere e guarda spesso solo il prezzo. Ma il prezzo – e noi ne siamo la prova vivente – si può raggiungere anche contemperando onestà e qualità. E come? Insegnando al cliente la differenza tra servizi scadenti e servizi di qualità. Costruendo procedure su misura e facendone percepire i vantaggi. Dimostrando, calcolatrice alla mano, come la qualità paghi anche in termini di costo. Suggerendo nuovi servizi, nuove prassi utili ad ottimizzare la supply chain. Ma quando vi trovate di fronte a quei tender “chiusi”, fatti solo di fogli excel da compilare, dove qualcun altro ha già previsto tutto? Un tender può essere la porta di accesso al cliente che, giustamente, per selezionare i potenziali fornitori mette in campo le sue procedure. Non possiamo pretendere che il mondo giri secondo i nostri desideri. Ma quello che capita regolarmente, nella nostra esperienza, è che dopo qualche mese di collaborazione diventa possibile rimettersi a tavolino per ragionare insieme individuando nuove strade, migliorative rispetto all’esistente. Mi fa un esempio? Il cliente chiede un costo al metro quadro e valuta che i metri quadri necessari siano mille. Acquisiamo il cliente in una mera “Il nostro modello di business parte dalle esigenze del cliente e su quelle elabora un servizio su misura, non viceversa: non fa calare dall’alto standard e procedure. Inoltre un’azienda italiana come la nostra conosce alla perfezione i vincoli burocratici e i problemi tipici del nostro Paese. E sa come affrontarli” 22/03/12 09.20 22 intervista E allora? Abbiamo creato un servizio che con nostro personale raggiunge i punti vendita di un cliente ed esegue tutte le funzioni che, in precedenza, venivano svolte da più soggetti. Inoltre i nostri operatori certificano fotograficamente le proprie attività immettendole immediatamente in rete a disposizione del cliente. Il tutto moltiplicato per mille, duemila, tremila punti vendita. Un controllo sistematico delle reti di vendita… Con un solo contatto risolvi tutte le esigenze, dalle più basiche alle più sofisticate. logica di prezzo. Un anno dopo gli dimostriamo che non gli servono mille metri ma settecento. Risparmio: 30%. Inoltre in quei settecento metri può adottare procedure diverse che gli permettono risparmi ulteriori. A quel punto è ben contento di riconoscerci un aumento commisurato ai risparmi e vantaggi ottenuti grazie all’ottimizzazione dei processi. Perché in Italia l’outsourcing logistico non è così sviluppato come altrove? Permane una mancanza di fiducia da parte della committenza. Fortunatamente il clima sta cambiando: il magazzino è sempre più percepito come generatore di valore e il “logistico” come un professionista capace di iniettare nella supply chain robuste dosi di efficienza. Mi da una sua definizione di logistica? Molta inventiva, tanta fantasia, pazienza, dedizione, elasticità mentale. Le tecnicità vengono dopo. La logistica propone un numero di variabili tendente all’infinito e per questo la flessibilità è determinante. Il processo logistico muta costantemente nel tempo ed è obbligato a migliorare i processi, in caso contrario deperisce e muore. La logistica richiede un’enorme apertura mentale anche perché si confronta con settori diversi e bisogna saper entrare in empatia con ciascun settore. Quanto conta l’IT? L’IT è uno degli strumenti principali per creare flessibilità e servizio. Lo diamo talmente per scontato che ne parliamo poco. Il CED è l’autentico cervello aziendale: il Gruppo Logistico LDI vi dedica cinque persone a tempo pieno perché l’IT coincide con la gestione della informazioni e la logistica, prima dei prodotti, gestisce informazioni. Lei parla spesso di innovazione. Mi fa l’ultimo esempio concreto? Si stanno diffondendo sul territorio reti con Logistica, purché integrata e su misura Il Gruppo Logistico LDI viene fondato da Giuseppe Bursese nel 1979 come “Laziale Distribuzione” a Pomezia, a pochi chilometri a sud di Roma. Dopo un breve inizio come società di spedizioni diventa un vero e proprio operatore logistico in grado di offrire una sempre più vasta gamma di servizi integrati che vanno dal trasporto alla distribuzione, dalla preparazione delle spedizioni al trace & tracking, dalla gestione degli stock e dei resi alle lavorazioni particolari. L’autentico punto di forza è la capacità di elaborare ed offrire servizi personalizzati con particolare presidio dei comparti ICT, editoriale, bancario, promozionale, oggettistica e arredo, farmaceutico, fashion e archiviazione dei documenti. Il Gruppo conta su 11 strutture logistiche distribuite sull’intero territorio nazionale ed equivalenti a circa 300mila metri quadri coperti e su 15 piattaforme distributive capaci di gestire circa 615mila spedizioni/anno per 930mila quintali. Fiore all’occhiello il polo logistico di Santa Palomba (80mila metri quadri coperti realizzati tra il 2007 e il 2008) cui si aggiungeranno presto ulteriori 12mila metri di nuova edificazione. Il sito di riferimento è www.logd.it. “Per decenni molti imprenditori hanno visto le loro aziende come macchine per fare soldi a beneficio personale e non come strumenti di produzione di ricchezza da ridistribuire. Io penso che un’azienda debba porsi la questione della crescita delle persone, del rigore etico e morale, del rispetto dell’ambiente e della restituzione al territorio di una parte di quanto si è ricevuto” migliaia di punti vendita con esigenze molto complesse e articolate: per esempio i distributori di carburante che forniscono anche servizi tipici del retail o della ristorazione, le reti dei fornitori di servizi telefonici allargati e così via. Reti con elevate problematiche di comunicazione interna, di reportistica, di logistica e di immagine esterna. E quindi? Su queste reti di prassi intervengono più soggetti con compiti apparentemente diversi e inconciliabili. Cito in ordine sparso: consegna e ritiro prodotti, consegna e posizionamento di materiale promozionale, verifica delle dotazioni di sicurezza a cominciare dagli estintori, raccolta di informazioni tramite interviste al gestore, installazione e manutenzione di apparecchiature e così via. Il tutto genera costi elevati, basti pensare ai tempi e oneri per gli spostamenti. Questo è solo un esempio di offerta innovativa, oggi già attiva con cinque clienti di rilievo nazionale. Un sistema nuovo, flessibile, scalabile, esito di una felice fusione tra tecnologia e formazione del personale. Per finire la nostra domanda di rito: quale è il suo maggior pregio professionale? E il peggior difetto? Sono sempre fisicamente presente, in azienda, presso i clienti, accanto ai miei uomini, ovunque. Ci metto la faccia. Il difetto? Sono disordinato, non oso farle vedere cosa c’è nei cassetti della mia scrivania e per un logistico, il cui mestiere è tenere tutto sotto controllo, non è il massimo. Ma se mi chiede dove ho messo una pratica gliela trovo subito… Grazie. Copyright Il Giornale della Logistica marzo 2012 WAREHOUSE MANAGEMENT ON DEMAND LEGGI IL CODICE E GUARDA IL FILMATO DI SIDEUP www.sideupreply.eu 020-4 CHIACCHIERE.indd 22 @logistics Reply S.r.l. – Via Castellanza, 11 – 20151 Milano Tel. +39 02 53576 1 – E-mail: [email protected] 22/03/12 09.21