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Sia pronta a staccare il dividendo
Mercati 10 Venerdì 19 Aprile 2013 IL GRUPPO SPECIALIZZATO IN SERVIZI DI PAGAMENTO NON REMUNERAVA GLI AZIONISTI DAL 2008 Sia pronta a staccare il dividendo Il gruppo guidato da Massimo Arrighetti è finalmente in fase di rilancio, dopo un anno nel quale il fatturato è aumentato del 4,5%, e l’ebitda è cresciuto di oltre il 20%. Acquisizioni allo studio di Stefania Peveraro Cementir punta a 1 mld di ricavi D I l 2012 è stato l’anno della svolta per Sia, la società guidata dall’amministratore delegato Massimo Arrighetti specializzata nelle tecnologie e nei servizi per i pagamenti elettronici e i mercati di capitali. «L’anno scorso si è chiuso con una crescita del fatturato consolidato di gruppo oltre le aspettative, a 348 milioni, in aumento del 4,5% dai 333 milioni del 2011 e con un ebitda che è addirittura aumentato di oltre il 20% a 94 milioni dai 78 milioni dell’anno prima», anticipa Arrighetti a MF-Milano Finanza, precisando che «già a fine 2012 abbiamo raggiunto l’obiettivo di Roe del piano industriale 2011-2013 fissato al 16%». Non solo. «In sede di assemblea degli azionisti il prossimo 3 maggio verrà anche annunciato il pagamento del primo dividendo da quattro anni a questa parte. E si tratterà di un dividendo importante, perché sostanzialmente andremo a pagare agli azionisti tutto quello che il gruppo non ha pagato in questi anni più un’ulteriore quota. Nel 2012, d’altra parte, l’utile netto ha registrato un balzo del 90% rispetto ai 21,5 milioni del 2011. In ogni caso, d’ora in poi la nostra politica sarà quella di pagare agli azionisti ogni anno un dividendo pari al 50% dell’utile netto», continua Arrighetti. L’ultimo dividendo pagato da Sia agli azionisti (circa 6 milioni) riguardava il bilancio 2008. Insomma, dopo le difficoltà del 2010 e del 2011, la cura Arrighetti ha funzionato e oggi Sia è in piena fase di rilancio, con parecchie nuove iniziative in canna e pronta a concludere altre acquisizioni, dopo quella del 49% del capitale della belga SinSYS nel luglio 2012 dal opo un 2012 con risultati in forte crescita e «un utile netto più che quadruplicato», Cementir guarda con ottimismo al 2012, indicando attese per un +10% del margine operativo lordo, che sarà così superiore a 150 milioni, e ricavi in aumento oltre quota un miliardo (da circa 976 milioni nel 2012). Lo ha indicato all’assemblea degli azionisti il presidente Francesco Caltagirone Jr. Il gruppo, che ha una solida presenza internazionale in 16 Paesi, teme «possibili criticità» solo in Italia per «nuove contrazioni del settore delle costruzioni» e in Egitto «dove rimane incerta l’evoluzione dello scenario politico-economico», indica la relazione sulla gestione al bilancio. L’indebitamento finanziario netto dovrebbe scendere «sotto 350 milioni nonostante gli investimenti industriali programmati di circa 73 milioni». Massimo Arrighetti socio Atos Worldline. «Quando ho preso il timone del gruppo l’idea di trovare un partner forte sembrava una necessità per poter restare sul mercato, invece siamo riusciti ad andare avanti da soli e oggi non solo non ne abbiamo bisogno, ma anzi siamo noi a essere soggetti attivi», ha commentato ancora Arrighetti. I buoni risultati del 2012 sono stati raggiunti lavorando sul fronte dei tagli dei costi, con un risparmio di circa il 20% (60 milioni), nonostante che nel frattempo il volume totale delle transazioni gestite da Sia nel 2012 sia aumentato del 13% rispetto al 2011 (+35% nel triennio) e si siano di conseguenza anche ridotti (-9%) i costi medi per transazione applicati ai clienti. Ma l’aumento della redditività è da ascrivere anche alla profonda riorganizzazione del gruppo, che da un insieme di fabbriche si è trasformato in una realtà organizzata per tipologia di clientela alla quale si rivolge e quindi alle banche, alle aziende e alla pubblica amministrazione. Tra i progetti più innovativi, Sia ha realizzato per prima in Italia un hub per i pagamenti con cellulare che garantisce la piena interoperabilità tra banche e operatori telefonici. Si tratta di un’infrastruttura aperta che attualmente già ospita alcune importanti iniziative pilota (con Vodafone, 3 Italia, Bnl-Bnp Paribas e Ubi Banca) alla quale nei prossimi mesi aderiranno anche altre istituzioni finanziarie e telco. (riproduzione riservata) Minozzi cresce ancora in Terna, ora è al 5,36% di Angela Zoppo en 21 operazioni sul capitale in poco più di un anno. Poi B una lunga pausa di quasi cinque mesi, interrotta il 9 aprile scorso, quando il consigliere e azionista Romano Minozzi ha ripreso la sua attività di inarrestabile rastrellatore di azioni Terna. Il patron di Iris Ceramica ha acquistato tre lotti di azioni, a 3,278 euro, pagando in totale poco meno di 500 mila euro. Nel frattempo il valore del titolo ha continuato ad apprezzarsi, e Minozzi ha dovuto sborsare circa 40 cent in più ad azione. Con lo shopping di primavera, il 78enne manager modenese si è portato al 5,358% del capitale della spa dei tralicci, praticamente il doppio Romano della partecipazione deteMinozzi nuta dal fondo BlackRock, che è del 2,73%. La quota riconducibile al consigliere TERNA azionista è detenuta anche quotazioni in euro indirettamente attraverso le 3,4 sue società: a Iris Ceramica fa capo l’1,69% del capita3,3 le, a Castellarano Fiandre 3,2 un altro 0,162%, a Finanziaria Ceramica Castellarano lo IERI 3,1 0,023% Da quando, a fine 3,4 € 2012, Iris Ceramica ha incor+1,92% 3,0 porato Ats Finanziaria, Canal18 gen ’12 18 apr ’13 fin, Domfin (la ex Fortifer) e Fincea, è diventata titolare anche delle azioni Terna di proprietà delle società incorporate. Ci sono poi 3 milioni di azioni detenute dalla moglie di Minozzi, Anna Maria Gatti. Un dettaglio curioso emerge dalla relazione sulla corporate governance: per il suo incarico di consigliere, nel 2012 Minozzi ha ricevuto un compenso modesto di circa 35 mila euro. Nell’azionariato del gruppo guidato da Flavio Cattaneo, intanto, è cresciuto anche il peso degli investitori attenti agli aspetti etici del business: sono 78 e detengono una quota del capitale pari all’11,8%.Anche i cosiddetti Sri (Socially responsible investors) hanno aumentato il loro peso da un anno all’altro. Oggi se ne contano 66, che rappresentano il 5,2% del flottante e l’8,4% delle azioni detenute dagli investitori istituzionali. (riproduzione riservata) Il gruppo controllato dai fondi Apax, Permira e Clessidra è al lavoro per sostituire le linee di credito bancarie con un high yield Sisal studia bond da 500 mln per rifinanziarsi di Stefania Peveraro S isal studia il rifinanziamento delle linee di credito con l’emissione di un bond da almeno 500 milioni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, i fondi di private equity (Apax, Permira e Clessidra) azionisti del gruppo specializzato in lotterie e scommesse avevano messo in conto di uscire dall’investimento quest’anno, ma le incertezze normative e regolamentari che in questo momento gravano sul settore hanno spostato in avanti il momento della cessione. E visto che Sisal ha una serie di linee di credito che scadono nel 2014, l’idea è quella di sfruttare questo momento particolarmente favorevole per gli emittenti di bond high yield e andare sul mercato già ora. Il debito che grava su Sisal Holding spa, la holding di Sisal spa, è stato originato in occasione del secondary buyout del gruppo a opera di Apax e Permira, che nel 2006 si sono affiancati a Clessidra, già presente nel capitale. In occasione del buyout Sisal era stata valutata 1,2 miliardi di euro e i fondi si erano finanziati per 990 milioni complessivi con 750 milioni di debito senior (5,5 volte l’ebitda), 85 milioni di second lien (6,4 volte) e 160 milioni di mezzanino (7,9 volte). A metà 2008 l’intero pacchetto è stato modificato e integrato, soprattutto in relazione alla durata degli affidamenti e ai tempi di rimborso e ora la maggior parte degli impegni scade tra il 2014 e il 2016. Il bilancio consolidato 2011 indicava nel dettaglio debiti a lungo termine verso le banche per 678 milioni e debiti verso la controllante Gaming Invest sarl per 395 milioni. A essere rifinanziate saranno soltanto le linee senior concesse dalle banche, mentre il finanziamento soci, che è di tipo Pik (Payment-in-kind e cioè capitalizza gli interessi a scadenza), resterà intatto. Quanto ai numeri del 2012, lo scorso weekend l’amministratore delegato Emilio Petrone ha dichiarato in un’intervista a La Stampa che Sisal ha chiuso l’anno con un giro d’affari complessivo in crescita a circa 14 miliardi di euro dai 13,3 miliardi del 2011, quando il gruppo aveva registrato circa 870 milioni di ricavi e un margine operativo lordo di 189,5 milioni. (riproduzione riservata)