1.6 - Esercizi 1.6.1 - Esercizio 1 Una gru sollevatrice deve sollevare
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1.6 - Esercizi 1.6.1 - Esercizio 1 Una gru sollevatrice deve sollevare
CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE 1.6 - Esercizi 1.6.1 - Esercizio 1 Una gru sollevatrice deve sollevare 10 tonnellate ad una velocità V2 di 0.25 m/s. Il gancio è montato su una carrucola a singola puleggia. Un capo del cavo di sollevamento è ancorato al carrello della gru e l'altro è avvolto in un tamburo di 25 cm di diametro. Il tamburo è comandato in rotazione da un ingranaggio con rapporto di riduzione 45 a 1 [Fig.1.6.1.1]. Fig.1.6.1.1 - Gru sollevatrice Si può supporre che l'intero meccanismo abbia un rendimento η = 60%. Determinare: • la potenza PN e la velocità di targa ΩN del motore • la coppia frenante esercitata dal motore quando esso rallenta la discesa del carico a 0.3 m/s a) Calcolo della potenza del motore. La potenza meccanica necessaria per il sollevamento del peso è data da Pmecc = Fp V2 = 10000 ⋅ 9 . 8 ⋅ 0. 25 = 24500 W (1.6.1.1) Tenendo conto del rendimento (η = Putile/Pprodotta) occorre prevedere un motore di potenza di: P 24500 PN = mecc = = 40833 W η 0. 6 (1.6.1.2) b) calcolo della velocità nominale del motore Il rapporto di riduzione 45:1 significa che la velocità Ω1 dopo il riduttore (verso il carico) è 45 volte più piccola di quella dell'albero motore, ΩN. Osservando la Fig.1.6.1.2 è facile inoltre rendersi conto che la velocità periferica del tamburo avvolgitore è doppia rispetto alla velocità del carico. 34 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE fisso l 1 l1 h 2h V1 l 2 -h l 2 h Carico 1 V2 = 2 V1 Fig.1.6.1.2 - Velocità di sollevamento e velocità di avvolgimento La velocità angolare del tamburo avvolgitore risulta dunque: V 2 V2 2 ⋅ 0. 25 = = 4 rad / s Ω1 = 1 = 0.125 r r (1.6.1.3) La velocità nominale del motore risulta pertanto: Ω N = 45 ⋅ Ω2 = 45 ⋅ 4 = 180 rad / s (1.6.1.4) e la coppia vale: TN = PN ΩN = 40833 180 = 227 Nm (1.6.1.5) c) calcolo della coppia frenante Si può impostare un bilancio delle potenze; la potenza meccanica sviluppata dal carico durante la discesa, calcolata con la (1.6.1.1) sostituendo a V2 la velocità di discesa (0.3 m/s), vale Pmecc, f = Fp V2 = 10000 ⋅ 9 . 8 ⋅ 0. 3 = 29400 W (1.6.1.6) Ora è il carico ad imporre il movimento, per cui le perdite vanno considerate in senso inverso; la potenza elettrica risulta allora PNf = η ⋅ Pmecc, f = 0. 6 ⋅ 29400 = 17640 W (1.6.1.7) La velocità del motore (negativa, rispetto alla precedente) si calcola come : 2 ⋅ 0. 3 V Ω Nf = Ω1f ⋅ 45 = 1f ⋅ 45 = ⋅ 45 = 216 rad / s 0.125 r (1.6.1.8) La coppia sviluppata dal motore è infine data dal rapporto tra la potenza sviluppata dal motore e la sua velocità: TNf = PNf Ω Nf = 17640 216 = 81. 6 Nm (1.6.1.9) 35 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Si può a questo punto svolgere una considerazione a proposito dei due punti di funzionamento P1 e P2, relativi rispettivamente al caso del sollevamento e della discesa frenata. Tali punti sono per semplicità riportati nel diagramma coppia-velocità in Fig.1.6.1.3: Fig.1.6.1.3 - Punti di funzionamento in sollevamento e in frenatura Nel dimensionare l'azionamento, ci sono due effettivamente due possibilità; la prima consiste nel considerare ΩNf = 216 rad/s come velocità base, alla quale deve essere possibile ottenere comunque la massima coppia richiesta durante qualunque funzionamento (dunque, T=227 Nm); in questo caso l'azionamento avrebbe un convertitore dimensionato per una potenza di circa 49 KW, sicuramente esuberante per l'applicazione in oggetto, dato che nessuno dei due punti di funzionamento previsti richiedono contemporaneamente massima velocità e coppia. Vi è allora una seconda possibilità, che consiste nell'assumere ΩN = 180 rad/s come velocità base, alla quale l'azionamento deve erogare la coppia di 227 Nm (punto P1); si può poi prevedere un deflussaggio, con una curva tale da poter erogare una coppia ridotta (81.6 Nm) ad una velocità superiore a quella base (216 rad/s). In questo caso, il convertitore andrebbe dimensionato per una potenza di circa 40.8 KW, con evidente vantaggio economico, a dimostrazione dell'efficacia e dell'opportunità del funzionamento in deflussaggio in particolari applicazioni industriali. 1.6.2 - Esercizio 2 Si consideri il meccanismo riportato in Fig.1.6.2.1. Il momento d'inerzia del motore è JN = 1 Kgm2; il cambio ha un rapporto di riduzione 10:1 ed il suo momento d'inerzia Jr, riferito al motore, è pari a 0.2 Kgm2. Il tamburo dell'argano ha un raggio r = 0.3 m ed un momento d'inerzia Jtamb=3 Kgm2. Il carico ha massa Mp= 1000 Kg. Fig.1.6.2.1 - Meccanismo di sollevamento 36 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Assumendo che gli alberi di trasmissione ed il cavo siano anelastici, calcolare l'inerzia equivalente del motore e del meccanismo1, riferita all'albero motore. Nel caso in esame, si può pensare che al momento d'inerzia proprio del tamburo si sovrapponga quello del peso che, per l'ipotesi di anelasticità del cavo, può essere riportato sulla circonferenza del tamburo stesso (punto P di Fig.1.6.2.1). Il momento d'inerzia del peso è dunque: J P = M P ⋅ r 2 = 1000 ⋅ 0. 32 = 90 Kgm2 (1.6.2.1) che si somma a quello del tamburo, formando il momento d'inerzia complessivo J1c = JP+Jtamb=93 Kgm2 (1.6.2.2) Se si suppone che il cambio sia privo di perdite, la potenza meccanica viene tutta trasmessa, quindi vale la relazione τ Nω N = τ1ω1 dove τN e τ1 sono rispettivamente la coppia sviluppata dal motore e la coppia trasmessa al tamburo dell'argano. Per un carico puramente inerziale, la coppia è legata alla velocità di rotazione dalla relazione d ω1 τ1 = J1c dt dove con J1c si è indicato il momento d'inerzia complessivo appena calcolato. Detto n = ωN/ω1 il rapporto di riduzione del cambio, dalle relazioni appena scritte si ottiene: τN b g d ωN n ωN = J1c ω1 dt ⇒ τN = J1c d ω N dωN = J Nc 2 dt n dt da cui rimane provato che il momento d'inerzia riportato al motoreErrore. Il segnalibro non è definito. JNc è pari al momento d'inerzia del carico diviso per il quadrato del rapporto del riduttore. Il momento d'inerzia complessivo del carico riportato al motore vale 93 J J Nc = 12c = = 0. 93 Kgm2 100 n (1.6.2.3) Ad esso vanno sommati i momenti d'inerzia propri del motore e del cambio per ottenere il risultato cercato: Consideriamo un corpo rigido C formato da N punti materiali, in rotazione con velocità ω. L'energia cinetica totale è: 1 N 1 E c = ∑ M i v2i i =1 2 mentre la velocità scalare del punto i-esimo, distante ri dall'asse di rotazione, è vi = ri ω, avendo indicato con ω la velocità del corpo in rotazione. Sostituendo si ottiene: N 1 1 N 1 E c = ∑ M i ri2 ω 2 = ( ∑ M i ri2 ) ω 2 = I ω 2 2 i =1 2 i =1 2 La quantità I, caratteristica del corpo, viene definita momento di inerzia del corpo rispetto all'asse di rotazione considerato. 37 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE J Nt = J N + J r + J Nc = 1 + 0. 2 + 0. 93 = 2.13 Kgm2 (1.6.2.4) 1.6.3 - Esercizio 3 Un motore a corrente continua ad eccitazione indipendente ha una tensione d'armatura che può essere variata da 0 a 600V. Alla tensione di armatura nominale la velocità del motore è di 1600 rpm. Si trascurino tutte le perdite. • • • Qual'è la corrente di armatura quando la coppia di carico è 420 Nm (con la tensione d'armatura fissata a 600V) ? Se si mantiene ancora costante la tensione di armatura e si riduce la corrente di campo fino ad ottenere una velocità di 4000 rpm, che coppia può esercitare il motore ? Qual'è la specifica di potenza per l'alimentatore del motore ? a) Calcolo della corrente di armatura. Se si trascurano le perdite, la potenza meccanica trasmessa al carico coincide con la potenza elettrica assorbita dal motore. Si ha dunque: P T ⋅ Ω 420 1600 Ia = N = = 2 π = 117 . 3 A Ua Ua 600 60 (1.6.3.1) b) Calcolo della coppia. Il motore viene in tal caso fatto funzionare nel tratto a potenza costante, dunque si ha: P U I 600 ⋅ 117 . 3 T= N = a a = 60 = 168 Nm Ω Ω 4000 ⋅ 2 π (1.6.3.2) c) Calcolo della specifica di potenza. La potenza nominale del motore è PN=70.37kW; l'alimentatore andrà comunque sovradimensionato, perché in generale la parte di potenza sopporta peggio i transitori termici rispetto a quella meccanica. 1.6.4 - Esercizio 4 Un motore a corrente continua a magneti permanenti ruota a vuoto alla velocità di 400 rad/s quando è alimentato a 200V. Sapendo che la resistenza Ra del circuito indotto è di 0.2 Ω tracciare la caratteristica meccanica e valutare la velocità quando il motore sviluppa una coppia di 20 Nm. a) Caratteristica meccanica e punto di funzionamento Si richiama per praticità l'equazione meccanica a regime per un motore in c.c. funzionante a tensione impressa (1.4.6): 38 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE U − KeΦΩ T = Ke Φ a Ra Innanzitutto occorre ricavare la costante KeΦ, utilizzando la (1.4.8): (1.6.4.1) 200 V K eΦ = U a Ω0 = = 0. 5 Vs/rad 400 rad / s (1.6.4.2) Sostituendo i dati numerici forniti dal testo del problema si ottiene l'equazione della caratteristica meccanica D1: T = 500 - 1.25 Ω (retta D1) (1.6.4.3) In Fig.1.3.2 se ne dà una rappresentazione grafica: T [Nm] 500 400 300 200 100 20 Nm ω [rad/s] 100 200 300 400 384 rad/s Fig.1.6.4.1 - Caratteristica meccanica del motore c.c b) Calcolo della velocità La velocità corrispondente ad una coppia di 20 Nm si ottiene invertendo la (1.6.4.1): Ω= Ua Ke Φ − RaT bKeΦ g2 = 384 rad/s (1.6.4.4) come riportato ancora in Fig.1.6.4.1. 1.6.5 - Esercizio 5 Un motore a corrente continua ad eccitazione indipendente ha i seguenti dati di targa: • • • PN = 40 KW UN = 250V ΩN = 120.42 rad/s (1150 rpm) Esso viene usato in un azionamento per il controllo di velocità, costituito da un regolatore di tipo proporzionale, secondo lo schema a blocchi seguente: 39 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Fig.1.6.5.1 - Schema a blocchi dell'azionamento di velocità La corrente di eccitazione è mantenuta costante ad un valore per cui KeΦ=1.95 Vs/rad. La resistenza di armatura vale Ra=0.089 Ω e il coefficiente di attrito viscoso vale B=0.275 Nms/rad. La dinamo tachimetrica, usata per trasdurre la velocità del motore, è caratterizzata da una costante KtΩ=10V/1000 rpm ed il guadagno del regolatore P (che congloba anche il guadagno del convertitore) vale Kpω=200. • Determinare il valore del riferimento Ωrif necessario per portare il motore a lavorare alla velocità nominale a vuoto; • Mantenendo costante tale riferimento, determinare la velocità alla quale il motore girerà se gli si applica la coppia nominale • Se il motore fosse alimentato con tensione di armatura costante Ua=240V (ovvero non ci fosse il sistema di retroazione) determinare la velocità a vuoto e quella al carico nominale. a) Determinazione del riferimento Alla velocità nominale, la tensione di retroazione vale: Ωt = 10 1150 = 11.50 V 1000 (1.6.5.1) Se si fa l'ipotesi di trascurare le perdite meccaniche e le perdite nel ferro di rotore, la potenza di targa, che si suppone essere in genere la potenza meccanica generata, coincide con la potenza utile2; ricordando di esprimere la velocità nominale in rad/s, la coppia nominale vale allora: P 40000 60 TN = N = = 332. 2 Nm ΩN 1150 2 π (1.6.5.2) La coppia nominale è bilanciata da una coppia di carico, formata da una componente di attrito viscoso e da una componente costante TL3 che vale: 2 Non è sempre chiaro a che potenza si riferisca il dato di targa dei motori. Per chiarezza, si ricorda che la potenza elettrica generata UaIa, diminuita delle perdite RaIa2 per effetto Joule nell'avvolgimento, è la potenza elettromeccanica, o potenza meccanica generata Pem=KeΦIaΩ. Se da questa si tolgono le perdite meccaniche dovute all'attrito dei cuscinetti e all'attrito viscoso per la ventilazione, e le perdite nel ferro di rotore, che possono essere ancora assimilate a potenza meccanica, si ottiene la potenza utile, o potenza resa PN. 3 Si può pensare ad un montacarichi, che ha sempre una coppia d'attrito viscoso, a cui si può sommare un peso (coppia costante al variare della velocità). 40 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE TL = TN - B ΩN = 332.2 - 0.275 120.4 = 299 Nm (1.6.5.3) Dato che si considera sempre una situazione a regime, la funzione di trasferimento tra velocità d'uscita e tensione di armatura risulta semplificata, come è evidenziato anche dai blocchi di Fig.1.6.5.1. Si trova facilmente che vale la relazione: b b gb g 1. 95 0. 089 ⋅ 0. 275 Ω Ke Φ R a B = 0.5095 rad / Vs = = 2 Ua 1 + KeΦ R a B 1 + 1. 95 2 0. 089 ⋅ 0. 275 b g g (1.6.5.4) Quindi alla velocità nominale ΩN=120.4 rad/s e con TL = 0 la tensione di armatura vale: Ua = 120. 4 = 236. 3 V 0.5095 (1.6.5.5) Il riferimento di velocità (che è una tensione) risulta allora: Ω rif = Ω t + Ua 236. 3 = 11. 50 + = 12 . 68 V K pω 200 (1.6.5.6) b) Si può ora ridisegnare lo schema a blocchi di Fig.1.6.5.1 per calcolare la risposta del sistema (a regime, ma si potrebbe studiare anche il caso più generale) ad un gradino di coppia. In questo caso si annulla Ωrif (mentre prima, per il calcolo della (1.6.5.3), si ammetteva di annullare TL) perché, data la linearità del sistema, si può applicare la sovrapposizione degli effetti. Fig.1.6.5.2 - Schema a blocchi per la risposta alla coppia di carico Tale schema può essere ridisegnato come in Fig.1.6.5.3, dopo aver risolto l'anello nella catena di retroazione: Fig.1.6.5.3 - Schema a blocchi semplificato Per esso la funzione di trasferimento è la seguente: 41 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Ω 1B Ra = = − TL 1 + KeΦ K pω K tΩ + KeΦ 1 BRa R a B + KeΦ K pω K tΩ + KeΦ ib g d d (1.6.5.7) i La (1.6.5.7) indica che, com'è intuitivo, ad un riferimento di coppia di carico positivo corrisponde a regime un valore di velocità negativo. Sostituendo i valori di cui si dispone si ottiene: Ω= −299 ⋅ 0. 089 j = - 0.648 rad / s = - 6.188 rpm e (1.6.5.8) 0. 089 ⋅ 0. 275 + 1. 95 200 ⋅ 95.49 ⋅ 10-3 + 1. 95 Applicando il principio di sovrapposizione degli effetti si ha allora: Ω = 1150 − 6.188 ≈ 1144 rpm (1.6.5.9) c) Le equazioni del motore in corrente continua a regime sono le seguenti: Ua = R aIa + KeΦΩ T = BΩ + TL = KeΦIa Da esse si ottiene con qualche passaggio: Ω= b g b g Ra BΩ + TL U K Φ − R a BΩ − R aTL Ua RI U R aT Ua = a e − aa = a − = − 2 2 2 K e Φ Ke Φ Ke Φ Ke Φ Ke Φ Ke Φ KeΦ b g F R B I U K Φ−R T = G J G J b g K Φ H K bK Φg Ω 1+ a a e a L 2 2 e e → Ω= Ua KeΦ − RaTL bK Φg+ R B 2 e b g (1.6.5.10) a Sostituendo (con TL= 0) i valori conosciuti si può calcolare la velocità a vuoto nel caso di tensione di armatura costante: ΩT L =0 = 1. 95 ⋅ 250 b1. 95g+ 0. 089 ⋅ 0. 275 2 = 127 . 4 rad / s = 1216 rpm (1.6.5.11)4 A carico nominale (TL= 299 Nm) si ha invece, sempre dalla (1.6.5.10): Ω T =T = L N 1. 95 ⋅ 250 − 299 ⋅ 0. 089 b1. 95g2 + 0. 089 ⋅ 0. 275 = 120. 4 rad / s = 1150 rpm (1.6.5.12) Si può osservare che con la retroazione la precisione del controllo di velocità nel passaggio da vuoto a carico passa da (1216 - 1150) = 66 rpm a (1150-1144) = 6 rpm, dunque migliora di un fattore di circa 10. 1.6.6 - Esercizio 6 4 E' ovvio che alimentando il motore alla tensione nominale si ottenga, con TL=0, una velocità più alta della nominale, perchè viene a mancare la c.d.t. sulla resistenza di fase dovuta alla corrente nominale. 42 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Si consideri un motore in c.c. ad eccitazione indipendente, con costante di coppia e f.e.m KeΦ = 0.5 Vs/rad, resistenza di armatura Ra= 1.25 Ω e induttanza d'armatura La=2 mH; il momento di inerzia totale (del motore e del carico, riportato al motore) è J=0.03 Kgm2 ed il coefficiente d'attrito viscoso totale è B=0.2 Nms/rad. Si suppone che la trasmissione del moto sia anelastica, e si alimenta il motore a tensione impressa con tensione d'armatura Ua1= 50V. Una volta raggiunta la condizione di funzionamento a regime, si effettua una variazione a gradino della tensione d'armatura, portandola al valore Ua2= 100V. • Si disegnino le caratteristiche meccaniche nei due casi e si calcolino le velocità e le coppie di funzionamento nei due punti di lavoro (che saranno indicati con P1 e P2). • Si definiscano gli andamenti della velocità e della coppia in funzione del tempo nel primo mezzo secondo di transizione da P1 a P2. a) Caratteristiche meccaniche e punti di funzionamento a regime Si richiama per praticità l'equazione meccanica a regime per un motore in c.c. funzionante a tensione impressa (1.4.6): U − KeΦΩ T = Ke Φ a Ra (1.6.6.1) Sostituendo i dati numerici forniti dal testo del problema si ottengono le equazioni di due rette, D1 e D2: T = 20 - 0.2 Ω T = 40 - 0.2 Ω (retta D1) (retta D2) (1.6.6.2) (1.6.6.3) La retta relativa al carico meccanico è invece data da: T = B Ω = 0.2 Ω (1.6.6.4) Dalle intersezioni della retta di carico con le (1.6.6.2) e (1.6.6.3) si ottengono direttamente le coordinate dei punti di lavoro, P1 = (50,10) e P2 = (100,20); la situazione è riportata in Fig.1.6.6.1. Fig.1.6.6.1 - Caratteristiche statiche del motore in c.c. b) Calcolo del comportamento transitorio 43 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE La costante di tempo elettrica vale (cfr.1.5.5) τa=La/Ra=1.6 ms, mentre la costante di tempo meccanica vale τm = J/B = 150 ms. Si può pertanto ritenere di essere nelle ipotesi delineate nel par.I.8, per cui si può pensare che a seguito della variazione di tensione la caratteristica meccanica diventi istantaneamente quella rappresentata dalla curva D2; il nuovo punto di funzionamento diventa (Ω,T)=(50,30). Dunque al carico inerziale è applicato un gradino di coppia di 20 Nm (Fig.1.6.6.1); tale gradino provocherà un aumento della velocità e si ridurrà di ampiezza nel tempo, sia perché diminuisce la coppia prodotta dal motore sia perchè al crescere della velocità aumenta anche la coppia di carico. La Fig.1.6.6.2 rappresenta tramite uno schema a blocchi l'azionamento, in esame: Sistema meccanico Sistema elettrico 1 coppia 1 + Sum1 tensione 1 Ra 1/(Ra) KeF Ke Φ 1 Jt.s+Bt 1/(B+sJ) 2 velocita KeF Ke Φ Fig.1.6.6.2 - Schema a blocchi Simulink® per lo studio del transitorio Si noti che l'ipotesi di considerare distinte le dinamiche del sistema elettrico e meccanico che coesistono nel motore equivale ad omettere l'induttanza di armatura; una variazione a gradino della tensione d'armatura diventa una variazione a gradino della coppia; la velocità meccanica non influenza il transitorio elettrico che porta alla produzione di tale variazione di coppia. La funzione di trasferimento tra tensione d'armatura ua e velocità ω si ottiene dalla (1.5.3) ponendo La=0, e particolarizzandola con i dati numerici forniti dal problema: Ke Φ 1 1 2 Ke Φ R a B + Ke Φ Ω s Ra B + sJ = = 1 1 2 Ua s JR a 1+ Ke Φ 1+ s Ra B + sJ 2 R a B + Ke Φ bg bg b g F H b gIK = 1 F I 1 + 0. 075s G G J b gJ H K (1.6.6.5) Considerando di applicare un gradino di tensione di 50 V ed antitrasformando si ottiene infine: bg e j ω t = 50 1 − e− t / 0.075 rad/s La velocità ha dunque un andamento esponenziale con costante di tempo pari a 75 ms; in 0.5s si può ritenere che essa raggiunga la nuova situazione di regime, in P2. La funzione di trasferimento che lega tensione d'armatura e coppia si ottiene osservando la Fig.1.6.6.2: 44 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE bg= Ωbg 0. 2 b 1 + 0.15 sg s b = B + sJ g 1 + 0. 075 s Ua bg s Ua bg s T s (1.6.6.6) Anche in questo caso, considerando di applicare un gradino di tensione (50/s) ed antitrasformando si ottiene: bg e j τ t = 10 1 − e− t / 0.075 + 20 e− t / 0.075 = 10 + 10 e− t / 0.075 Nm (1.6.6.7) La coppia prodotta dal motore, partendo come già accennato da un incremento di 20 Nm (istante iniziale) giunge a regime ad un incremento, sempre rispetto all'istante iniziale, di 10 Nm, necessario per vincere l'aumentato attrito viscoso. Ci si può poi chiedere quanto pesi l'approssimazione fatta per lo studio dell'azionamento; la Fig. 1.6.6.3 riporta gli andamenti di velocità e coppia nel caso considerato, confrontandolo con una simulazione effettuata senza trascurare la induttanza di armatura. DINAMICA ELETTRICA E MECCANICA Una terza simulazione mostra invece gli andamenti delle grandezze meccaniche per una induttanza di armatura 10 volte più 40 grande, e quindi costanti di tempo elettrica 20 e meccanica che differiscono di circa un La=20mH fattore 10. Con l'induttanza proposta dal 0 problema, non si vedono differenze 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 significative rispetto al caso approssimato. t [s] Diverso è il caso con induttanza 20 La=0 [Nm] sensibilmente maggiore; la creazione di 15 coppia in seguito all'applicazione di un La=2mH 10 gradino di tensione è un esponenziale La=20mH abbastanza lento, come mostra la 5 Fig.1.6.6.3 in basso. Durante tale 0 transitorio elettrico la velocità riesce a 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 variare e lo influenza. Viene a cadere la t [s] separazione tra le dinamiche sopra Fig.1.6.6.3 - Influenza della induttanza di armatura nel transitorio ipotizzata, e la risposta di velocità ha l'andamento di un sistema del secondo ordine, come descritto dalla (1.5.3). 60 [rad/s] La=0 La=2mH 1.6.7 - Esercizio 7 Ricavare un circuito elettrico equivalente per il motore in corrente continua, comprensivo del carico in condizioni dinamiche. Si particolarizzi poi tale circuito con i valori di seguito riportati, relativi ad un motore in c.c. Clifton DH2250B1 , di piccola potenza: • • • • Resistenza di armatura Ra= 1 Ω Induttanza di armatura La= 46 mH Costante di fcem e di coppia KeΦ = 0.55 Vs/rad Momento di inerzia del motore e del carico J = 0.93 Kgm2 45 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE • Coefficiente d'attrito B = 36*10-6 Nms • Coppia d'attrito costante TL=11.2*10-3 Nm Le equazioni che determinano la dinamica di un motore in corrente continua sono state ricavate nel paragrafo 1.1, e vengono di seguito riportate per comodità: di ua = R aia + La a + ea (1.6.7.1) dt dω KeΦia = Bω + J + τ L( ω) (1.6.7.2) dt La prima equazione è relativa al circuito di armatura, che rappresenta dunque già una parte del circuito elettrico equivalente cercato, come mostra la Fig.1.6.7.1: ia Ra La + + KeΦ ω ua Fig.1.6.7.1 - Circuito elettrico d'armatura E' di interesse trovare un equivalente formale di tipo "elettrico" anche per l'equazione meccanica (1.6.7.2); da questa, osservando che la coppia di carico è costante, ovvero τ(ω)=TL, si ha subito: J dω dt = KeΦia − Bω − TL (1.6.7.3) da cui si ottiene, esplicitando la generica dipendenza della velocità dal tempo: ω( t ) = 1 J t ∫ ( KeΦia − Bω − TL ) dt (1.6.7.4) 0 Si può ora sostituire tale espressione della velocità nella formula della forza controelettromotrice ea = KeΦω, che è rappresentata dal generatore dipendente in Fig.1.6.7.1. Si ottiene subito 2 Bω T I bg KJeΦ 0t bKeΦia − Bω − TL gdt = bKeJΦ g 0t F − L Jdt ia − G H K eΦ K eΦ K ea = K e Φ ω t = z z (1.6.7.5) La funzione integranda è dimensionalmente una corrente; si riconosce facilmente che si tratta dell'espressione della corrente che scorre in un condensatore C= J (1.6.7.6) ( KeΦ) 2 Detta ic tale corrente si ha: 46 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Bω − Ke Φ Bω i a = ic + + Ke Φ ic = ia − τL Ke Φ τL Ke Φ (1.6.7.7) (1.6.7.8) Ciascun termine a secondo membro della (1.6.7.8) rappresenta un ramo in parallelo, tutti aventi ai loro capi la tensione KeΦω. E' possibile allora intuire che elementi circuitali possano essere inseriti nel circuito equivalente in costruzione. Per il secondo addendo si ha, ad esempio: 2 b Ke Φ g FBω I = FBω I = B = R G HKeΦ JK G HKeΦ JK ea Ke Φ ω (1.6.7.9) e l'ultima uguaglianza ad un elemento resistivo R è giustificata dal fatto che la corrente attraverso quel ramo è proporzionale alla tensione applicata con costante di proporzionalità (KeΦ)2/B. Analogamente, si riconosce che l'ultimo addendo della (1.6.7.8) è una corrente costante indipendente dalla tensione ai suoi capi, ed è pertanto modellizzabile come un generatore di corrente costante: I= TL (1.6.7.10) KeΦ Il circuito equivalente cercato è dunque il seguente: ia + ua Ra La ic J ( K e Φ) 2 B K eΦ ( K e Φ) 2 B TL K eΦ Fig.1.6.7.2 - Circuito elettrico equivalente in regime dinamico Il circuito equivalente rispecchia quello che viene visto da un convertitore che alimenta il motore in corrente continua, compreso il carico meccanico. Dato che non è sempre facile avere a disposizione un carico meccanico a parametri variabili per effettuare misure e tarature, il circuito si propone come una valida alternativa "da laboratorio". Si possono ora particolarizzare le espressioni (1.6.7.6), (1.6.7.9) e (1.6.7.10) con i valori numerici forniti all'inizio dell'esercizio; si trova R = 8400 Ω C = 30000 μF I = 20 mA Una difficoltà intrinseca di questo modo di procedere è legata, come appare evidente, alla possibile difficoltà di reperire componenti elettronici dei valori necessari. 47 CAPITOLO 1 - P OTORE A CORRENTE CONTINUA AD ECCITAZIONE INDIPENDENTE Si può ovviare all'inconveniente introducendo opportuni fattori di scala. Un esempio, che qui sarà solo accennato, consiste nel porre KeΦ' = 10 KeΦ ed imporre nella equazione (1.6.7.1) di mantenere invariata la tensione d'armatura ua. Da queste due scelte, del tutto arbitrarie, discendono una serie di fattori di scala per tutte le grandezze presenti nelle (1.6.7.1) e (1.6.7.2), che portano infine ad avere valori più ragionevoli per il circuito equivalente sopra ricavato. 48