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N°4 - 2005

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N°4 - 2005
pagina 2
VERBALE DELLA SEDUTA DEL
CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA C.N.D.A.
del 15 ottobre 2005
Sabato 15 Ottobre 2005, in Ravenna
nell’ufficio di via della Lirica 61, si è riunito
il Consiglio Direttivo della CNDA. Sono
presenti: Gentile, Presidente – Catani, Vice
Presidente – Alberto Ferrerio, Consigliere e
Segretario – Cavicchi, Andriotto, Moro,
Consiglieri – De Paoli, Tesoriere. Alle ore
10,08 il Presidente apre la seduta.
4.- Linee guida per l’organizzazione
delle trasferte internazionali. Vengono
discussi i testi elaborati da Andriotto e
Moro. Alla fine viene approvato un testo
definitivo che si allega al presente verbale,
di cui fa parte integrante. Ferme restando le
Norme per la Rappresentativa Nazionale
CNDA approvate dall’Assemblea 2005.
1.- Il Segretario comunica di aver ricevuto
la domanda d’ammissione alla CNDA
dell’Associazione “Compagnia Avancarica
Perugina”. La richiedente ha presentato
tutta la documentazione prescritta dallo
Statuto e consta di 11 Soci. Il Consiglio
unanime delibera l’ammissione della
Compagnia Avancarica Perugina (CAP) in
prova per l’anno 2006, riservandosi di
proporne l’ammissione definitiva all’Assemblea
del 2007.
5.- Contributi ai tiratori e premi di podio
per il Mondiale di Bordeaux 2006. Il
Consiglio delibera quanto segue:
ai tiratori che raggiungono il 96% del
Record Mondiale di categoria verranno
rimborsate le spese di alloggio, l’iscrizione
al Campionato e la tassa per la specialità
nella quale ha raggiunto il limite ai tiratori
che raggiungono il 90% del Record Mondiale
di categoria verrà rimborsata l’iscrizione al
Campionato e la tassa per la specialità
nella quale ha raggiunto il limite.
Tutti gli altri potranno partecipare a loro spese,
fermi restando obblighi e doveri prescritti
dalle Norme per la Rappresentativa Nazionale
CNDA, della normativa MLAIC e quanto
comunicato nella domanda di partecipazione.
Viene precisato che per il Tiro a Volo i limiti
corrispondenti al 96% del tiro a palla sono:
Manton O piattelli 42 – Manton R piattelli
46 – Lorenzoni O piattelli 44 – Lorenzoni R
piattelli 43.
La corrispondenza al 90% è, per tutte le
categorie, di piattelli 40.
Premi di podio per il Mondiale di Bordeaux:
per l’oro Euro 900,00 – per l’argento Euro
600,00 – per il bronzo Euro 300,00. Il
premio per le Squadre è di Euro 100,00
cadauno ai componenti le stesse, indipendentemente dalla posizione della Squadra.
2.- Commissione adeguamento Statuto ex
Assemblea del 19/03/2005. Adeguandosi a
quanto deliberato dall’Assemblea del 19
Marzo 2005, il Consiglio costituisce la
Commissione per l’adeguamento dello Statuto
composta dai tre Membri del Collegio dei
Probiviri Silvio Cuman-Gianluca BroiaRoberto Panzani integrandola, come prescritto
dalla delibera stessa, con due membri
estranei al Collegio nelle persone di Lino
Rinchiuso e Giorgio Cavicchi. Il Segretario
è incaricato di avvertirne gli interessati
invitandoli ad iniziare la loro attività di
revisione dello Statuto onde adeguarlo alla
normativa vigente.
3.- Trasferta a Bordeaux. Si delibera di
chiedere preventivo per l’alloggio alberghiero
per 50 camere con aria condizionata a
Bordeaux-Merignac, dato che la località
dista dal Poligono non più di 3 Chilometri.
Per la trasferta per la partecipazione al Grand
Prix de Bordeaux del 2/3/4 Giugno 2006 si
delibera di chiedere preventivo per un
pulmann da 54 posti da ridurre a 40,
modello Gran Turismo. Partenza da Roma
con soste lungo il percorso più adatto per
raccogliere i partecipanti. Periodo 1/5 giugno
o più secondo la necessità.
6 .- C a m p i o n a t o E u r o p e o 2 0 0 7 .
Successivamente alla prima accettazione,
la Sezione Brescia TSN ha rinunciato
alla proposta non essendo in grado di
adeguare in tempo il Poligono alla
normativa. Di conseguenza viene a cadere
l’ubicazione di Brescia per ospitare l’evento
nel 2007. Il Consiglio delibera di cercare
altra sede idonea.
pagina 3
7.- Situazione Euroarms. La CNDA ha
pienamente onorato gli obblighi derivanti
dal contratto di sponsorizzazione con tutti
gli sponsor, ma la Euroarms, dopo aver
sottoscritto il contratto di sponsorizzazione,
al ricevimento della fattura non l’ha pagata
facendo motivare il rifiuto dal suo legale
col pretesto che la CNDA non ha mantenuto
i suoi impegni verso di lei. Propone di pagare
la somma di Euro 3.900,00+IVA per il 2006
e far finire tutto lì. Il Consiglio delibera di dare
istruzione al legale CNDA per un’ingiunzione
di pagamento della somma dell’intero quadriennio della sponsorizzazione pattuita da
farsi entro il 20/10/2005. Dà incarico al
Segretario di richiedere alle Associazioni
aderenti la copia delle comunicazioni avute
dalla Euroarms.
8.- Ammissione alle gare CNDA di tiratori non
iscritti. Il Consiglio delibera di richiamare
tutte le Associazioni organizzatrici al rigoroso
controllo nel N° CNDA sulla scheda d’iscrizione,
che è obbligatorio. Il Tesoriere invierà alle
Società organizzatrici lo stampato dell’elenco
Tesserati CNDA in ordine alfabetico con
nome e cognome, Società e N° CNDA perché
possa essere completata la scheda d’iscrizione
al momento stesso.
Per chi non risulta tesserato CNDA, la tassa
d’iscrizione è di Euro 15,00 di cui 8,00 alla
Società e 7,00 alla CNDA. Il tiratore non andrà
in classifica né riceverà i premi. Questa norma
dovrà essere obbligatoriamente inserita nel
bando di gara. Il Segretario è incaricato di
farne avvertite le Società organizzatrici.
10.- Situazione economica. Il Tesoriere
relaziona sullo stato della contabilità
CNDA. Il Consiglio prende atto dello stato
positivo patrimoniale, che è in linea col
bilancio preventivo, e l’approva.
11.- Acquisto cellulari. Il Consiglio delibera
l’acquisto di 2/3 cellulari, uno dei quali
verrà attribuito al Responsabile Sportivo e
un altro al Tesoriere, con spese a carico
della CNDA.
12.- Finale di Campionato e Challenge
Italia/Francia. Si delibera che il Challenge
Italia/Francia, che per l’anno 2006 verrà
ospitato dall’Italia, venga disputato in
concomitanza con la Finale di Campionato.
Verrà contattato Alessandro Cesari per
l’organizzazione.
13.- Vicenda Smaniotto al Mondiale Long
Range di Bisley. Durante il Campionato
Mondiale Long Range 2005 a Bisley è stata
sottratta la Bandiera Italiana e un elemento
rimasto sconosciuto, penetrato abusivamente
nella camera del nostro tiratore Laurent
Smaniotto, ha urinato sulla sua cravatta
facente parte della divisa ufficiale. Si delibera
di richiedere al Delegato MLAIC per la Gran
Bretagna di deplorare il fatto e fare un
richiamo alle Nazioni partecipanti perché
ammoniscano i loro tiratori.
Null’altro essendo a deliberare e nessuno
avendo chiesto la parola, la seduta è tolta
alle ore 16,00.
Ravenna, 15 Ottobre 2005.
9.- Conto corrente postale CNDA. Tutti i
versamenti alla CNDA possono essere fatti
CNDA, il Presidente
anche sul c/c postale N° 64903603. Il CNDA, Il Segretario
Segretario è incaricato di darne avviso alle Alberto Ferrerio
Giovanni Gentile
Associazioni aderenti.
Per chi volesse inviare materiale da pubblicare
(articoli, foto, disegni, ecc...)
può scrivere, telefonare od inviare e-mail alla redazione:
Avancarica Magazine
c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61 - 48100 Ravenna
Tel. 0544.272252 - fax 0544.271417
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pagina 4
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Riproduzioni artigianali d’armi ad avancarica
La società Artax è il risultato di 30 anni di
esperienza armigera e della tradizione artigiana di
Renzo Lussignoli, coaudiuvato dal figlio Alessandro.
Lo studio, così come l’arte di riprodurre a mano armi
antiche ad avancarica pezzo a pezzo, è caratteristica
essenziale di questa azienda, la quale ha adottato le
tecniche più moderne abbinate all’utilizzo di modelli
e materiali di 1a scelta, ottenendo prodotti di grande
valore e fedelta di riproduzione. La scelta attenta dei
materiali, dall’acciao brunito delle canne al legno
massiccio delle calciature levigato e lucidato a mano,
così come la riproduzione perfetta del meccanismo di
sparo, collocano la produzione della Artax ad un
livello di qualità unico nel panorama attuale delle
aziende che si occupano della riproduzione di armi
ad avancarica.
ARTAX s.r.l.
Via VII, 3 (Quartiere Cesare Abba)
25100 BRESCIA - Italia
Tel. 030.3733314
pagina 6
MORTIMER TARGET PISTOL
“1753 H.W. Mortimer & Son London Gun
Makersw to His Majesty”
Cosa significa tutto ciò?
Nel XVIII° secolo, ai limiti della
periferia londinese, in una piccola
bottega artigiana verranno costruite
quei piccoli capolavori di meccanica
e stile che in seguito influenzeranno
lo stile europeo nella produzione
delle cosiddette “armi da pugno”.
Raffinatezza delle linee, alta
concezione della meccanica, profonda
conoscenza della balistica, così si
riassumeranno nei secoli successivi
le peculiarità dello stile inglese nella
produzione di pistole da duello.
Pistole dall’impugnatura minuta,
dall’inconfondibile curvatura di piega,
pistole che diverrano leader indiscussi
nelle loro categorie e che domineranno
lo stile di produzione dall’est all’ovest
del vecchio continente.
Caratteristica saliente di questa
tipologia d’arma è senza dubbio
la calciatura a mezz’asta, e nella
maggior parte dei casi l’assenza della
bindella sottocanna porta bacchetta
(ciò è la prova inconfutabile della
produzione cosiddetta “da duello”, in
quanto tutti gli attrezzi da caricamento,
bacchetta compresa, erano alloggiati
in appositi siti entro il cofanetto di
contenimento dell’arma).
Partendo dallo zigrino dalla
splendida foggia inglese sino ad
arrivare alla scodolatura tra la
mammella e la codetta (la volgarmente chiamata ”ramponatura”),
tutto in queste pistole era sintesi di
raffinatezza e di alto livello meccanico.
In relazione a questi canoni
nasce nel 1988, presso lo studio
tecnico della LUXOR in Brescia, la
replica della MORTIMER LONDON,
accuratizzata sino nei minimi dettagli
e riprodotta con maniacale cura
dall’ormai famoso maestro d’armi
Renzo Lussignoli, che ne attesta e
ne garantisce personalmente non
soltanto l’elevato design, ma
altrettanto le grandissime doti di
bilanciamento e precisione balistica
(non a caso sono stati veramente
parecchi i complimenti ricevuti dai
tiratori italiani e non che hanno
avuto la fortuna di possederne un
esemplare).
Oggi, dopo 15 anni dal suo
esordio, grazie alla nuova tecnologia
produttiva della ARTAX s.r.l., sempre
sotto il benestare dell’armaiolo di
cui sopra,l’arma in oggetto diventa
“per Tutti”; Renzo Lussignoli certifica
uno per uno gli esemplari prodotti,
oggi come allora, rilasciando l’idoneità
di prodotto eseguito a regola d’arte
(come del resto qualsiasi altra arma
che riporta l’ormai famoso logo della
ARTAX s.r.l.), garantendone l’elevato
standard qualitativo.
CARATTERISTICHE MECCANICHE:
SCATTO: Stecher monogrillo ad una
leva diretta di rinvio, regolabile
tramite l’ausilio di vite a passo
micrometrico.
pagina 7
CALCIATURA: In noce scelto nazionale
italiano, dalla conformazione ergonomica
e dal generoso raggio di curvatura
di piega atto al riempimento
palmare in qualsiasi zona d’impugno.
ORGANI DI MIRA: regolabili con
mirino ad inclinazione compensativa
18°00’00” regolabile in deriva,
tacca di mira con profilo ad “U”
regolabile in altezza.
ACCIARINO: Copia fedele del famoso
MORTIMER con pezzi meccanici
realizzati completamente al controllo
numerico (+/- 0.02 t) a molla con
spinta anteriore, interamente
lucidato a mano, con corsa del cane
ridotta per l’aumento della velocità
d’abbattimento.
CANNA: A profilo ottagonale, in
materiale antidilatazione, concepita
per l’ausilio di palla sferica, a peso
di volume bilanciato.
PISTOLA AVANCARICA “ MORTIMER “
DATI TECNICI
Lunghezza totale arma:
Lunghezza totale canna:
Peso totale arma:
Stecker:
Calibro:
Rigatura:
Proiettile:
Tipologia di innesco:
Calciatura:
Organi di collimazione:
Disciplina M.L.A.I.C.:
385mm
227 mm
1115 g
ad una leva diretta ad armamento a spinta
anteriore
.44” nominale (11.176 mm)
numero 6 righe,profondità 0.20 mm, passo
580 mm
sferico
percussione
noce scelto nazionale finitura ad olio/tampone
mirino a lamina regolabile in deriva; tacca di
mira regolabile in altezza
KUCHENREUTER
OPTIONAL
Incisione: a richiesta e fattura del committente
ARTAX s.r.l. - Riproduzioni artigianali d’armi ad avancarica
Via Industriale Trav. I n. 13 - 25060 CELLATICA (BS) Italia - Tel. 030.3733314
pagina 9
Vogliamo chiamarlo “Spaghetti C.A.S.”?
Ok, chiamiamolo così, dato che le caratteristiche intrinseche che lo contraddistinguono
si possono riassumere proprio in queste due parole: - “C.A.S.” acronimo di Cowboy
Action Shooting, sport che affonda le sue radici nell’epopea del vecchio West Americano
e fa dell’aspetto ludico uno dei suoi punti di forza; e “Spaghetti”, termine che in tutto
il mondo è sinonimo di Italia.
Ci si può riallacciare ai tempi d’oro degli Spaghetti Western quando registi italiani del
calibro di Sergio Leone,
cominciarono ad insegnare ai
cineasti americani come si
dovevano fare i film
western!!!!
Eh, certo! Fino a quel
periodo i grandi di Hollywood
avevano girato badando solo
allo spettacolo, dimenticando
quanto fosse importante la
minuziosa ricerca storica
riguardo tutto quello che
c’era nel vecchio West…..
Chi ha avuto modo di
osservare tanti piccoli
dettagli, si sarà sicuramente
reso conto della montagna
di anacronismi che molte
pellicole d’oltreoceano
sfoggiavano…
Convention US
Di italiano, nei western
americani dei tempi più
recenti, c’è ancora parecchio: un esempio per tutti, le armi dei cowboy.
Quanti sanno che la maggior parte delle armi in stile Old West vendute (nonché
apprezzatissime) negli USA e nel mondo sono prodotte in Italia?
Sono più di trent’anni che negli USA una società chiamata SASS (Single Action
Shooting Society) preserva,
perpetua e promuove il
“CAS” annoverando ormai
fra le sue affiliate numerose
società di tiro in tutto il
mondo che, nel rispetto
del suo regolamento, si
prefiggono gli stessi fini e
che conta ormai qualcosa
come oltre 69.000 soci.
C’era però qualcosa che
non tornava in tutto ciò:
l’Italia? dov’è?
L’Italia, principale produttore
e fornitore delle repliche
storiche delle armi, che in
queste competizioni si
contendono i vertici delle
classifiche, non aveva ancora
una sua realtà ufficiale,
ovvero, una società sportiva
Convention US
che portasse lo spirito del
continua a pag. 10
pagina 10
“CAS” alla portata dei
numerosi appassionati
italiani, in modo organico
ed efficiente.
Sono molti coloro che,
fin da bambini, sono
rimasti affascinati dal
mondo della Frontiera
Americana, ma che una
volta cresciuti sono stati
costretti ad accantonare
i “sogni” per dedicarsi
alla realtà quotidiana. Per
costoro, l’unica possibilità
per mantenere vivo il loro
“sogno”, è stato quello
di giocare al cowboy, un
po’ in solitudine nei propri
TSN, costretti a volte, a
sopportare i commenti
ironici di altri tiratori
Convention US
che evidentemente non
avevano ancora capito….
C’era bisogno di un qualcosa che potesse dare a questi appassionati lo spazio cui
legittimamente ambivano!
Nel 2004 si sono avute le prime timide avvisaglie, alcuni campionati monomarca che
per lo più erano impastoiati al tiro accademico anche a causa della carenza strutturale
(male atavico dell’Italia). Tra questi , però, spiccava il Trofeo Wild Wild West primo
fra tutti a inserire nel proprio calendario gare di “CAS”, anche se ancora in una veste
un po’ ingenua.
La joint-venture fra le aziende Pietta e Chiappa, è stata la base per lo sviluppo di
quell’idea e agli inizi del 2005 la nascita della Old West Shooting Society of Italy,
ormai chiamata familiarmente OWSS, ne è stata la concretizzazione, dando alla luce il
primo vero Campionato Italiano di gare in stile “CAS”, aperto alla partecipazione di tutte
le marche di armi rifacentesi all’epopea del West e delle loro repliche.
Collante e principale protagonista di questo campionato è stato lo “Spirit of
the Game” cioè quel
sano mix di competizione
e goliardia che ha fatto
in modo che ogni gara
sia stata anche un
evento quasi mondano,
oltre che di competizione
sportiva ad altissimo
livello.
Il Campionato OWSS
2005 parte un po’ in
sordina una mattina di
Marzo a Roma quando,
alcuni “personaggi”, che
sembravano appena usciti
da una puntata di Bonanza,
si sono dati appuntamento
per la prima gara; uomini
e donne che fra tintinnio
di speroni e cappelli a
larga tesa imbracciavano
Convention US fucili a leva e indossavano
pagina 11
Convention US
revolver a singola azione come non se ne
erano mai visti da quelle parti.
Faenza è stata la seconda tappa. Il piccolo
ma accogliente TSN locale, covo di cowboy
da lunga data, ha saputo supplire con
intelligenza e fantasia ai limiti strutturali.
La gara, caratterizzata da un forte agonismo,
si è svolta in quel clima di serenità che
caratterizza tutte le competizioni “CAS”
dove, al di fuori della linea di tiro, tutti sono
immancabilmente amici e compagnoni,
sempre pronti alla battuta e, perché no, a
una bella mangiata in allegria.
Per la cronaca ha vinto Morgan Hickman,
“Toscanaccio” dai “baffoni” alla Wyatt Earp
e dalla irresistibile simpatia, che ha messo
in riga tutti gli altri al filo di Arianna.
Il tam tam ha passato la notizia e così a Trevi (PG) nel locale TSN, immerso in un bosco
circondato dagli ulivi, la terza gara ha avuto come corollario il corso di tiro western
tenuto da Marte Zanette presidente in carica OWSS nonché istruttore di tiro di fama
internazionale.
Per la quarta gara, il numero sempre
crescente di soci OWSS e di appassionati si
è ritrovata a Treviso, dove nonostante la
pioggia battente, la gara si è svolta nel
migliore dei modi e il saloon allestito
all’interno della struttura ha offerto del
buon Chili (alla messicana).
Peculiarità della gara era l’esercizio unico in
cui i tiratori dovevano usare sia la sei colpi
che il fucile a leva per un totale di 50
cartucce sparate in rapida successione.
Clima e temperature nel lato opposto
d’Italia : la quinta gara svoltasi a Matera è
stata caratterizzata da un sole cocente che
Convention US
ha messo a dura prova (sto usando un
eufemismo) le capacità anche fisiche e di resistenza dei tiratori intervenuti, più che in
Italia, sembrava essere in Arizona.
Nel frattempo OWSS apriva una sua finestra sul web (www.owss.it) ed anche un
forum (www.forumfree.net/?c=64923) dove tutti i cowboy d’Italia possono
ritrovarsi per scambiarsi idee, opinioni, curiosità, battute e appuntamenti; molti degli
eventi extra campionato sono nati proprio
Finale
dalle discussioni aperte sul forum.
Tornati al nord per la sesta tappa, siamo
tornati sotto la pioggia, che pur non avendo
bagnato la gara di Montichiari (BS) l’ha
comunque condizionata riducendo il numero
di partecipanti. Un vero peccato perché gli
esercizi studiati da Marte Zanette per quella
gara sono stati molto coinvolgenti e quella
era la prima vera gara di CAS disputata
all’aperto in una cava adibita a poligono
dove i partecipanti, con il loro caratteristico
abbigliamento, si sono sfidati all’ultimo
pepper e in esercizi di precision e velocità
che hanno oltretutto incuriosito e coinvolto
i tiratori di “dinamico” che quel giorno
hanno condiviso il campo.
continua a pag. 12
pagina 12
Soave (VR) e Vittorio Veneto (TV), rispettivamente settima e ottava tappa, hanno il
loro fiore all’occhiello per la scenografia
allestita (a Soave sembrava veramente di
essere nel vecchio west dei cartoons data
la profusione di stupendi murales con cui
erano decorate le pareti del TSN e delle
linee di tiro) e per aver organizzato un
“side-match” con armi ad aria compressa
per i giovanissimi con lo scopo di coinvolgerli
e farli divertire (Vittorio Veneto); inutile
dire che i ragazzi non si sono certo fatti
pregare….
Nona e ultima gara prima della pausa estiva
ha visto come location il campo dell’OLD
GUNNERS SHOOTING CLUB a Toppo di
Travesio (PN) dove in cinque diversi esercizi, i tiratori hanno avuto modo di cimentarsi con
l’intero “range” delle armi ammesse alle gare CAS.
E’ stato un evento memorabile in quanto per la prima volta ad una gara western si sono
potuti ascoltare, tra i partecipanti, praticamente tutti gli accenti e le inflessioni dialettali del
nostro stivale nonché qualcuno di oltre
Finale di Toppo
confine…
Il mese di agosto ha visto riposare le sixshooters e l’OWSS cimentarsi in iniziative
correlate, prima fra tutte la partecipazione
ad un evento in memoria del grande Sergio
Leone tenutosi a Manziana, ridente località
a 50km da Roma, che con il cinema italiano,
anche quello western, ha un profondo legame.
La serata inaugurale ha visto una passerella
di personaggi legati al cinema italiano che
fra un brano e l’altro del concerto tenutosi
hanno omaggiato e sono stati omaggiati
dai presenti.
Grazie alla stupenda organizzazione di
Marco Fanciulli alias Nobody, la nutrita rappresentanza OWSS, ha avuto modo di
incontrare personaggi più o meno conosciuti al grande pubblico, che però hanno dato
al cinema western all’italiana un prezioso contributo; due nomi per tutti: Carlo Leva,
architetto e scenografo nonché il maggiore collezionista di cimeli del cinema italiano e
Alessandro Alessandroni, indimenticabile chitarra e fischio delle musiche di Ennio
Morricone che hanno accompagnato tanti
Finale di Toppo
film di successo diretti o prodotti da Sergio
Leone e che sono state tema portante del
concerto della serata d’apertura.
Ciliegina sulla torta, Giuliano Gemma ha
ricevuto dalle mani del nostro # 1 Alchimista
la membership onoraria alla OWSS con la
stella # 17 e l’alias di Ringo. Gemma ha
promesso che farà il possibile per partecipare
agli eventi OWSS quando gli impegni di
lavoro glielo permetteranno.
Settembre torna a far parlare le armi: a
Santarcangelo di Romagna in un’altra gara
condizionata dalla pioggia battente i nostri
cowboy si sono dati appuntamento in
massa nonostante le avverse condizioni
meteo. La gara, ridotta a soli due stage, è stata integrata da una sessione di shoot-off,
Finale di Toppo
pagina 13
Festa di Natale
Gruppo finalisti
divertente serie di duelli all’ultimo pepper ad eliminazione diretta dove il vincitore è
stato incoronato “pistola più veloce del west”.
Gli shoot-off non sono una novità, ma solitamente erano confinati durante la pausa
pranzo delle gare per i più desiderosi di fare un esercizio che quanto meno ricordasse
i famosi duelli visti in più di un film, oggi sono divenuti un appuntamento fisso in quasi
tutte le manifestazioni.
Ottobre è stato il mese di chiusura campionato e dove poteva svolgersi la gara “End of
Trail” se non a Toppo? Otto “bay” per sei differenti esercizi a tecnica mista, una per un
percorso ad aria compressa per i giovani, e una per chi curioso di provare le armi del
vecchio west non aveva coraggio di iscriversi alla gara.
Si è sparato con tutto lo “scibile”: revolver single action, fucile lever action, fucile a
pompa e doppiettone ! Esercizi dalla difficoltà crescente ed in diversi stili, “Modern”
“Gunfighter” “Duelist”, hanno veramente impegnato tutti i partecipanti garantendo a
tutti soddisfazione agonistica e divertimento. I costumi in stile western, “timidi” a
inizio campionato, sono diventati via via sempre più belli e accurati e le signore hanno
Festa di Natale
Festa di Natale
continua a pag. 14
pagina 14
Gara di Natale
Gara di Natale
avuto modo di scatenare la loro fantasia e abilità anche in questo campo oltre che sulle
linee di tiro e ai fornelli visto che le gare delle torte abbinate agli eventi di Toppo sono
risultate quantomai gradite e partecipate.
Alla fine un riconoscimento per tutti.
A campionato concluso l’attività dell’OWSS non si
ferma: la nomina del consiglio definitivo in carica per
otto anni ha visto la conferma di Marte Zanette come
presidente e l’entrata fra i consiglieri di quei soci
che più si sono distinti nell’attività promozionale e
organizzativa durante l’anno.
La gara di Natale “Gunfight at Trevi” tenutasi a Trevi
il 10 e 11 dicembre è la celebrazione di questo primo
anno di attività e l’occasione per un bilancio definitivo
che si è rivelato superiore alle aspettative. Fra
fumo di pistole e calici di prosecco, gli auguri che
ognuno si scambia in amicizia e serenità e la
volontà di proseguire insieme questo cammino verso
i vertici del tiro ludico in Italia… per ora…
Una squadra iscritta al campionato della CNDA è
solo il primo (raggiunto) di una serie di obiettivi che
OWSS si prefigge nel 2006; il mito resta sempre
l’America, una squadra per competere nelle gare
SASS, ai livelli dei campioni SASS che porti ancora
una volta in alto il tiro italiano.
Festa di Natale
Guardian Angel
OWSS# 7
Gara di Natale
Gara di Natale
pagina 15
La “Bourse aux
Armes” di Parigi
e di Lione
a cura di Paola Andrean Serafini
Bourse aux Armes di Parigi
Scorcio del salone
Bourse aux Armes di Parigi
Scorcio del salone
Bourse aux Armes di Lione
Vista parziale della sala
continua a pag. 16
pagina 16
Anche quest’anno ho partecipato all’edizione autunnale della Borse aux Armes di
Parigi, che non si è tenuta come al solito nello storico Pavillon Baltard, ma in un immobile
più moderno, l’Espace Jean Monnet a Rungis, sempre nella periferia sud di Parigi.
Due grandi saloni erano stati allestiti da collezionisti e commercianti che, orgogliosi dei
loro “pezzi” mi hanno permesso di fotografarli, spiegandomi anche alcuni particolari del
funzionamento, come la pistola di Victor Colette che ha un serbatoio sopra la canna da 20
colpi o la “rotovolver” del 1865 fabbricata in Francia con un cilindro girevole (tamburo)
radiale, verticale da 10 colpi o come la “presse-citron” ovvero spremi agrumi, così chiamata
perché per sparare bastava schiacciarla nel palmo della mano, come un limone.
Io sono un’appassionata di armi antiche e quindi cercavo pistole e fucili di alta epoca
o pezzi rari che non sono mancati, come un archibusetto a ruota bresciano del ‘600, o un
piccolo scavezzo non più grande di un pistolone, puffer germanici del XVII secolo, ma vi
assicuro che si poteva trovare di tutto, anche un Thompson, e poi spade, Katane, elmi, armi
miste (bianche e da fuoco contemporaneamente) cofanetti con pistole da duello completi di
ogni accessorio! I prezzi? Adeguati!
A Lione, lo spazio era meno vasto e quindi gli espositori meno numerosi, alcuni erano
gli stessi che avevo conosciuto a Parigi, ma avevano esposto pezzi diversi, evidentemente
per un mercato diverso! Qui il salone era uno solo, presso l’Espace Tête d’or, vicino all’area
universitaria, nella zona a nord-est della città. Anche qui mi hanno permesso di fotografare
pezzi importanti come una pistola da ufficiale superiore della guardia personale di
Josephine, la prima moglie di Napoleone, costruita da Devineau à Paris, un cofanetto con
quattro pistole a luminello: due a canna corta e due a canna lunga, completo di tutti gli
accessori e ancora i collari di importanti ordini cavallereschi come quello del Toson d’oro.
Insomma se volete vedere oggetti eccezionali dovete andarci!
Come saprete in Francia la legislazione sulle armi è più libera della nostra, quindi si
possono trovare fucili o pistole anche nei cosiddetti “mercatini delle pulci“ e a Lione ce n’è
uno ogni domenica mattina e i prezzi sono molto più convenienti!
Più che le descrizioni valgono le immagini ed io ve ne propongo solo alcune:
pistola box-lock con canne sovrapposte
scatola con due pistole a luminello
fabbricate a Parigi nel 1840
pepperbox a luminelli
puffer germanico del XVII secolo
pagina 17
Tanegashima o fucile giapponese
alcuni revolver
alcuni fucili
presse-citron
ovvero pistola spremi-limone!
la rotovolver
piccolo scavezzo
pistola di V. Colette
continua a pag. 18
pagina 18
collare del “Toson d’oro”
pistola da tasca da 5 colpi a
ripetizione fabbricata
a St. Etienne
le katane giapp
pistola dell’ufficiale superiore della guardia
personale di Josephine, moglie di Napoleone.
spada con revolver
revolver da “Apache”
scatola con 4 pistole, 2 a canna lunga e 2 a
canna corta, a percussione con accessori.
pistola a ruota bresciana del ‘600
pagina 19
UN SERPENTINO
LUNGO DUE SECOLI
ovvero il “Tanegashima”
di Roberto Vecchi
Galeotto fu quel naufragio della nave Portoghese presso l’isola di Kyùshù
che diede modo ai giapponesi di conoscere i primi Europei nel 1542, la
curiosità, la tecnologia, l’interesse commerciale, gli strani modi e soprattutto
quello strano oggetto che tra tuoni e fumi ammazzava a distanza.
E’ nel periodo Muromachi che i Portoghesi furono autorizzati a fondare
insediamenti navali per il nuovo commercio con il Giappone e proprio nell’isola
di Tanegashima che il governatore pagò in oro i primi due esemplari di fucili a
miccia che il mondo giapponese avesse visto. Da buon imprenditore giapponese
il governatore ne fece produrre delle coppie dai suoi fabbri. Un anno dopo, nella
Baia di Kumano c’era già una serie di fabbricanti che a loro volta potevano
insegnare ad altri. La realizzazione in proprio arrivò a 3000 pezzi a tutto il 1546,
migliorati in alcuni particolari, come la copertura girevole dello scodellino della
polvere e la serpe a scatto, caratteristica per le molle in ottone, rimase in uso
fino al XIX° sec.
Il tanegashima non ebbe il prestigio della spada vi fu un rifiuto quasi mistico
da parte della classe degli alti feudatari e anche da parte dei loro guerrieri, i
samurai, legati alle antiche tradizioni dell’arma bianca.
Per ragioni religiose e mistiche derivate dal shintoismo, nessuna parte di una
arma da fuoco, un oggetto di per sè sempre corrotto e vile, poteva essere
d’acciaio, la materia santificata alla spada, un oggetto di per sè sempre puro,
nobile e protetto da spiriti benigni ma gelosi; e per ciò i fucili a miccia erano di
legno, rame, ottone, bronzo e ferro dolce.
continua a pag. 20
pagina 20
Nonostante ciò interi reparti di archibugieri divennero comuni nelle ultime
decadi del 1500, mentre il primo uso su grande scala del tanegashima risale al
1549, ad opera del clan Shimazu.
Nel 1555, il clan Takeda ne aveva a disposizione 300, anche se non si era
ancora in grado di sfruttarne a fondo le potenzialità.
Nel 1575 a Nagashino, gli umili ashigaru (fanti, chiamati piedi leggeri) di Oda
Nabunaga con una scarica di fucileria fermano i cavalieri dei Takeda permettendone il massacro da parte dei loro commilitoni armati di lancia.
Col potere d’arresto del Tanegashima (in epoca più tarda, con canna rigata fu
chiamato teppo) i giorni dell’antico samurai stavano per finire, perché un
semplice fante, in poco tempo, poteva imparare ad usarlo con mortale efficacia.
L’archibugiere portava la miccia (ne servivano quasi due metri per un intero
giorno di fuoco) avvolta attorno al braccio sinistro, la polvere in una fiasca
pendente dagli attacchi delle spalline della corazza o alla cintola, assieme alle
pallottole conservate in una tasca di tessuto. La fiaschetta era in legno laccato
o coperto di pelle, di forma incurvata, con il tubo d’uscita chiuso da un tappo
d’osso. Esisteva, in epoca più tarda un contenitore (hayago) per cartucce già
preparate.
L’arma era tenuta in spalla o a tracolla con una corda ed ogni gruppo di
archibugieri, 30/50 uomini con ufficiale ogni dieci, aveva al seguito dei portatori
con scatole per la polvere da sparo e le pallottole, e bambù cavi contenenti le
bacchette calcapalle di ricambio.
Nel 1639, periodo Tokugawa il paese espulse e chiuse le porte agli stranieri,
per ben due secoli, nel 1853 dopo l’arrivo del commodoro Perry e dell’ammiraglio
Portiantin il Giappone negoziò la riapertura dei porti e finì l’isolamento.
Nel periodo d’isolamento la primitiva piastra a miccia venne portata il più
possibile vicino alla perfezione meccanica, il serpentino viene spinto in basso da
una molla quando si tira il grilletto, di forma sferica, la canna è di ottima
qualità dovuto all’esperienza dei maestri forgiatori sempre però in ferro “dolce”
spesso e decorata con ageminature in argento o altri metalli, e reca la firma del
fabbricante.
La canna è per solito a sezione ottagonale o rotonda con la decorazione
tutta seguente come un motivo pittorico, di soggetto naturalistico o fantasioso.
pagina 21
La maggior parte dei fucili sono lunghi circa 90-140 cm. Con tacca di mira
a forma di parallelepipedo tagliata o forata al centro, mirino vicino alla gioia di
bocca. La cassa e lunga tutto il fucile con il calcatoio inserito sotto la canna, il
calcio molto corto per appoggiarlo sulla guancia e non alla spalla, decorato con
simboli della famiglia feudale o numi protettori al samurai.
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pagina 22
...Lettera al Presidente...
A Giovanni Gentile-Presidente C.N.D.A.
Egregio Presidente,
dopo l’intercorsa conversazione telefonica, le invio
questa e-mail che riassume una mia personale
riflessione sulla situazione dell’avancarica alle mie
latitudini e ... non solo.
Vivo ormai da molti anni a Siracusa, ed essendo
appassionato di tiro a segno, (l’avancarica è arrivata
solo da qualche anno) sono a conoscenza di certe
questioni che osteggiano l’incremento dell’avancarica e
vorrei formulare qualche suggerimento costruttivo.
Dalla distribuzione geografica delle associazioni di
archibugieri, si evidenzia una concentrazione prioritaria
nel nord-centro Italia con una propaggine nel napoletano:
questa ultima compagnia è l’unica veramente attiva
del meridione, dato che quella siciliana non è ancora
decollata.
Immagino, e non sono il solo a pensarlo, le difficoltà
-e le spese- che debba sostenere ad esempio un tiratore
di Brescia per partecipare ad una gara a Caltanissetta
e viceversa, con “armi e bagagli” su e giù per la
penisola e ... settant’anni all’anagrafe!!!
Altra difficoltà consiste nel fatto che le gare ufficiali
sono da tenersi nei campi gestiti dall’UITS: ogni
Sezione dell’UITS è uno staterello a se stante ed il consiglio direttivo “legifera” come ritiene più opportuno.
Nella sezione TSN di Catania – il più grosso poligono
da Napoli in giù- il consiglio ha deliberato di vietare il
tiro ad avancarica perché (letteralmente) “non riesce
ad individuare un luogo idoneo”... mentre sappiamo
tutti perfettamente che a 25 metri su un terrapieno di
sabbia dove tira una 9x21, una .357, ma anche una
piccola .22, può tranquillamente tirare una .45 ad
avancarica. Qui, oltre a vietare espressamente, manifestando ignoranza crassa, traspare la malcelata
volontà di “relegare”, di “ghettizzare” l’avancarica in un
ipotetico “luogo” adducendo poi verbalmente la scusa
che non ci sono direttori di tiro per questo ipotetico
servizio! E’ gente che mente a se stessa e agli “ospiti
paganti” = ”soci iscritti al TSN”.
Sono ufficiosamente a conoscenza che vi sono state
richieste da parte degli iscritti, ma il decreto del
Consiglio Direttivo della Sezione di Catania parla
...chiaro.
Se il presidente dell’UITS volesse indagare in merito,
non avrebbe che da farsi mandare una copia di tale
delibera consiliare. Qualcuno diceva che l’albero si
riconosce dai frutti...
Viene spontaneo chiedermi se chi è appassionato di
tiro al piattello (Manton – Lorenzoni) si alleni in campi
UITS o in strutture federate con la FITAV? Oppure se
un tiratore Western con cartuccia metallica, non possa
trovare più consono allenarsi in un campo federato con
la FITDS? O anche chi vorrebbe tirare in Whitworth
Long Range non trovi vicino casa una bella linea a 300
metri in un campo FITDS / FITAV, già utilizzata per le
“gare con carabina per cacciatori” o per il bench rest?
Esiste una mappa delle strutture disponibili alternative al TSN con delle facility per l’archibugiere?
Il discorso statutario della CNDA con la dipendenza
diretta dall’UITS, credo personalmente sia una grandissima limitazione al crescere della Consociazione
stessa – date le premesse di cui sopra-.
Il contributo -ho letto i verbali- che l’UITS elargisce
alla CNDA sembra la paghetta settimanale al figlio
adolescente (mi perdoni, ma questa è la mia impressione...): serve a tenerlo buono; magari però un
genitore potrebbe aiutarlo a maturare, a crescere
meglio, interessandosi più costruttivamente a questo
figlio minore un po ... rachitico.
Il rapporto con l’UITS è vincolante o si può
bypassare? Si possono instaurare collaborazioni con
FITAV e FITDS? E con Assoamieri, CAB e UNUCI?
Dove mai si potrebbero conoscere fra di loro i
collezionisti di armi antiche, i possessori di repliche, gli
appassionati di tiro storico, ecc. ecc. se non nei campi
di tiro disseminati per la penisola? E non mi riferisco
unicamente a quelli dell’UITS, ma anche alle strutture
FITDS a FITAV.
Tornando al Sud, credo che l’interesse delle fabbriche
di repliche non sia solo quello di esportare in America
sotto altri marchi, ma sia anche quello di vendere in
patria: abbiamo fra le migliori industrie costruttrici di
repliche e una legislazione molto favorevole per la
replica monocolpo ad avancarica, (mentre è problematica quella degli Originali, dei revolver ecc).
Cosa faranno mai gli sponsor dell’avancarica per
vendere al sud le loro repliche? Mi risulta che ne hanno
venduto veramente poche: poche armi e ancora meno
accessori per il tiro!
Si potrebbe suggerire loro di inviare materiale
illustrato, VHS, CDROM, DVD ecc. ecc. a:
2 - i campi FITAV: frequentati soprattutto da tiratori
forniti di Porto Fucile per tiro al volo e per uso caccia:
in grado quindi di trasportare qualunque arma antica
o revolver;
3 - i campi FITDS: frequentati, forse più delle line UITS,
dagli sportivi del tiro dinamico e da chi ha necessità
di esercitarsi per difesa personale: idem come sopra;
4 - le sezioni del TSN: le bacheche sono sempre sotto
gli occhi di tutti e le segreterie possono fare copie agli
interessati (data la struttura formale e burocratizzata)
e dove il neofita privo di un porto d’armi potrebbe
acquistare e consumare in loco la polvere nera per
la sua pedana di mezz’ora per tirare i suoi 13 colpi
su due bersagli...che sarà mai di così difficile?
Un discorso a parte merita il sito Internet della
CNDA: manca un “forum” ove intavolare discussioni,
scambiarsi conoscenze ed esperienze, in definitiva un
sistema per conoscersi.
Si potrebbe richiedere alle associazioni sopra
menzionate di “linkare” verso il sito CNDA.
Le notizie possono andare a chiunque: ovviamente
credo che il tiratore di avancarica sarà sempre alquanto
superiore alla massa degli sparacchioni della domenica:
alla fine la pazienza, la costanza, la cura e il mantenimento dell’efficienza dell’arma, il costo degli originali, fanno sì
da selezionare nella fascia medio alta il vero archibugiere.
Quindi una selezione naturale... non una forzatura!
Vedo che nella stampa specializzata qualcosa si
muove e non mancano in ogni rivista almeno un paio
di pagine dedicate all’avancarica, oltre agli articoli
pubblicitari sulle repliche e... a qualche foto recente dei
capelli brizzolati di Pedersoli e ai trofei col suo nome.
Non manca sicuramente un mezzo di aggregazione:
sapere a chi rivolgersi per organizzarsi in associazioni
per l’avancarica: ...ovviamente alla CNDA...
Ma poi ... siamo sicuri che la CNDA voglia crescere
e realizzare gli obiettivi statutari ...???
Questa è la domanda che Le porgo Presidente, non
è l’ultima, è solo la prima in ordine di importanza alla
quale vorrei che mi rispondesse insieme alle altre.
Spero, come chi mi conosce personalmente, che
apprezzerà la mia franchezza.
Lungi da me l’idea di essere disfattista, vorrei essere
costruttivo e creare le basi per esserlo.
Con l’auspicio di poterLa conoscere de visu, in attesa
di una risposta, Le invio i più distinti saluti.
Siracusa, 10/11/2005
Sebastiano Leonardi
La risposta del Presidente nel prossimo numero.
pagina 23
COMPRO...VENDO...
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pagina 24
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(tutto il pubblicato) e Diana Armi dal 1972 al
2003, fascicoli perfetti. Collezione di cartoline a
soggetto venatorio. Cataloghi di armi.
dott. P. Raggi tel. 0544.590206 o.p.
Evento Storico per la Città di Parma
Inaugurazione del nuovo Poligono a
100mt.
Si è costituito in Parma l’Associazione Tiro a Segno col nome “Società dei Tiratori Parmensi”.
E’ questo l’articolo 1° dello Statuto che, nel 1879, fu poi
definitivamente approvato dall’assemblea dei soci il 3 Dicembre
1881.
Al successo dell’iniziativa contribuì in maniera importante,
l’entusiasmo trascinatore di Giuseppe Garibaldi che, sia in
occasione della sua visita a Parma nel 1862, sia con scritti vari a
personalità locali, sostenne appassionatamente l’istituzione di
una “Società di Tiro a Segno” nella nostra Città.
Con l’inaugurazione il 23 marzo 1862, e fu appunto Giuseppe
Garibaldi ad assumere la prima Presidenza onoraria del Sodalizio.
E sotto tanto auspicio, l’attività del tiro a segno sportivo nella
nostra Città proseguì in costante progresso.
Il 3 Dicembre 2005 a
125 anni di distanza, il
Presidente della Unione
Italiana Tiro a Segno Ernfried Obrist con a fianco il Presidente del
Sodalizio Parmense Arnaldo Bicocchi attorniati dalle più alte
Autorità Costituzionali, inaugurano il nuovo Poligono a 100 metri.
La struttura rinasce
sulle vecchie postazioni,
tutto ex novo in cemento
armato, racchiude n. 20
Linee
a
100
mt.
Insonorizzate e sicurezza
al 100% come da norme
vigenti.
Nuovo teatro dove si svolgeranno manifestazioni tipo:
gare “ex ordinanza”- “bench rest”- “campionato di avancarica” “campionato U.i.t.s.” Trofei e Campionati Europei.
Il manufatto più volte elogiato dai tiratori e visitatori, colma
una lacuna nell’ambito della Città ormai proiettata ai più alti
livelli Europei.
pagina 25
CARL PIRKO E L’ESERCITO
DI SUA MAESTA’
a cura di Roberto Vecchi
L’esercito Austriaco, che fu uno dei primi ad adottare l’arma rigata per la fanteria di
linea, nel 1859 non l’aveva ancora generalizzata; infatti, benché buona parte delle truppe
avessero in dotazione il Modello 1854 sistema “Lorenz”, un certo numero di reparti in linea
erano ancora armati con fucili a canna liscia mod. 1842 sistema “Console-Augustin”, cioè
con innesco a tubicino, che sparava le vecchie palle sferiche.
La collaborazione tra
Pirko e l’amministrazione
militare Austriaca avviene
dopo la registrazione nel
Registro Mercantile in data
10 Aprile 1849 siglando
le armi da lui prodotte con
le lettere “CP”.
Il monogramma verrà
inciso, da quel momento,
nelle armi destinate
all’esercito, solo in alcune
armi più rifinite e per usi
particolari con la firma
per esteso (Carl Pirko in
Wien), è probabile che la
firma “CP” sia stata
adottata per semplificare
l’operazione di punzonatura
di una produzione su larga
scala com’è quella militare;
il mutamento della K in C
può essere dovuto alla
necessità di non confondere le iniziali di Pirko con
la sigla identica di un altro
fabbricante.
Non sono riuscito ha sapere la quantità di armi militari prodotta dalla fucina di C.P. ma
in considerazione del movimento della II^ armata Imperiale-Regia in Italia in special modo
nel Lombardo-Veneto con 162.000 uomini e il III^ corpo d’armata che venne trasferito da
Vienna direttamente a Milano nel 1859, praticamente l’Armata Imperiale Austriaca era
sistemata tutta tra Pavia e Bereguardo, sulla sinistra del Ticino, con ben 5 Corpi d’armata
mentre il quartier generale si trovava a Pavia.
Considerando che gli armaioli del XIX sec. fornitori dell’esercito Asburgico erano circa 14, tra
questi ricordiamo i più famosi:
BENTZ, TH. SEDERL, FERD.
FRUWIRT, ZEILINGER, JG.JUST;
a Carl Pirko fu commissionato un discreto numero di
fucili per la fanteria e
pistole per la cavalleria.
Una buona percentuale di
fucili sono emersi proprio
nel Lombardo Veneto, zone
di Pavia, Milano,
Bergamo, Trento, Rovereto
e zona del Tirolo.
“Die Tiroler KaiserJager”
continua a pag. 26
pagina 26
adottarono nella Campagna
del 1859, il fucile M54
Sistema Lorenz molti usciti
dalle officine di C.P.
I modelli che troviamo tra le
mani della fanteria Austriaca
costruiti da Carl Pirko sono:
Carabina Jagerstutzen M
1854 (variante B) con l’alzo
scorrevole a mezza luna
montato a coda di rondine
sulla canna e regolabile da
300 a 1000 passi (225750mt.). Bacchetta cacciaballe inserita nel calcio.
Firmato “CP”
Fucile M1854 II° per la Fanteria, con alzo abbattibile del tipo a finestrella da 300 a 900 passi
(200-675mt.) in dotazione al terzo rango e ai sergenti. Firmato “CP”
Carabina Dornstutzen M1854, in dotazione alle truppe scelte dell’esercito Austriaco e
fanteria di montagna. Alzo scorrevole a mezza luna montato a coda di rondine sulla canna
e regolabile da 300 a 1200 passi (225-900mt.). Cacciaballe staccato dalla carabina,
trasportato a spalla, sistema Lorenz. Firmato “C.P.” alcuni più rifiniti e collaudati per la
precisione, firmati per esteso
“PIRKO IN WIEN”.
Pochi esemplari per
tiratori scelti, fucile mod.
1854 rifiniture meccaniche
eccezionali, dotato di “stecher”
firmato “C.P:”
Pistola: Cavallerie-Pistole M
1851 sistema “Augustin” con
anello per bretella sotto la
coccia o posteriore, calciatura a
fine canna, finimenti in ottone
o in ferro, firmata “CP”.
Pistola: Cavallerie Pistole M
1862 sistema “Lorenz” con
sicura al cane e anello sotto
la coccia.
Firmata “Pirko”.
Pur non essendo un
arma militare ma degna di
nota in quanto fa parte di
una piccola serie in dotazione alla Posta Imperiale, è la pistola di struttura militare calciata
fino alla bocca, canna liscia di cal. 16,9mm. Riporta la data 1836 sulla cartella è quindi
da considerare una delle
prime pistole Austriache a
percussione. Firmata “C.P.
K.K. POST ” inoltre le iniziali
“IW” che rimanderebbero ad
un’adozione dell’arma in ambito
militare nel 1850 forse a titolo
ausiliario.
...il quartier generale si trovava
a Pavia; si presume che
l’impegno di Pirko non fu
trascurabile.
pagina 27
SONO TORNATI !!!
Dopo un secolo e mezzo – in un arco di tempo che va da Pio IX a Benedetto XVI – sono
tornati i famosi “moschettieri papalini” ovvero i micheletti romani.
Sono sei i “magnifici” campioni italiani 2005 – delle categorie Miquelet R ed O –
Li presentiamo, di seguito, in ordine alfabetico:
BIANCHI Edoardo – detto “Dodi” – rinomato per la sua meticolosità ed accuratezza con la
quale prepara le cariche – praticamente va ad occhio di volta in volta – la sua misura è “quanto
basta” come i più raffinati gurmet.
Armato di moschetto Brown Bess – cal .75 – di Pedersoli.
CAPONE Massimo - detto “Aronne” per le sue cariche “loffie” - ovvero - il quantitativo di
polvere delle sue dosi è sempre al minimo sindacale.
Armato di 1777 AN IX – cal .69 - originale CERILLI Pasquale – detto “sniper” - per la sua precisione “estrinseca” – per lui ogni colpo è
una sorpresa - in quanto (quando parte) non si sa dove va a finire.
Armato di 1777 AN IX – cal .69 - originale CIRCI Sandro - detto “Ratzinger” (dal nome di Benedetto XVI) perche gli piace molto
pontificare - e le sue escursioni cultural politiche spaziano dal Papa alle streghe a Napoleone
Bonaparte ed immancabilmente finiscono con Berlusconi.
Armato di 1777 AN IX - cal .69 - originale e di 1777 AN IX – cal .69 – replica di Pedersoli FREZZOLINI Ernesto - detto “rombo di tuono” – per le sue divagazioni armoniche notturne –
Armato di moschetto Prussiano – cal .75 – replica di PedersoliVALERI Antonio – detto “Valerius” – molto saggio, equilibrato, elegante, bello, preciso,
rinomato per il suo parlare forbito. (Visto che l’articolo lo sto scrivendo io, mi concedo
qualche attributo in più).
Armato di 1777 AN IX – cal .69 - originale – e di Brown Bess – cal .75 – replica di Pedersoli Nessuno ha resistito al passaggio della squadra romana.
Le compagini Borboniche – Lombardovenete – Piemontesi – Toscane – si sono ritirate data la
soverchiante superiorità dei sei meravigliosi moschettieri.
Nel corso del campionato 2005, mentre le palle dei moschetti colpivano ripetutamente il
centro dei bersagli, pure l’antipapalino Ciceruacchio, da lassù, applaudiva e gridava:
“forza ARTA !!!”
VALERI Antonio – ARTA Roma
i “magnifici” campioni Miquelet O
i “magnifici” campioni Miquelet R
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Le armi Pedersoli e
le medaglie europee
La manifestazione internazionale della scorsa estate ha confermato quanto le
armi Pedersoli siano sinonimo di competitività e quale attenzione i campioni,
che ne sanno apprezzare le qualità balistiche e tecniche, dedichino a esse.
(a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli)
L’undicesima edizione del campionato europeo
di tiro con armi ad avancarica si è svolta a
Pforzheim, in Germania, dal 31 luglio al 7 agosto
sorsi e ancora una volta la Davide Pedersoli ha
potuto vantare la conquista di un considerevole
numero di medaglie. Pur non avendo uguagliato
il record delle trentuno medaglie del mondiale
di Batesville dello scorso anno, le ventisette
conquistate a Pforzheim assumono un valore
ancora più importante se si considera sia la
differenza rispetto a un evento mondiale sia la
presenza sul campo di numerose altre aziende
produttrici. Si è potuto assistere a un confronto
aperto e leale e ogni medaglia ottenuta con
un’arma Pedersoli è stata ancora di più
valorizzata.
Particolare del fucile Württembergischen, medaglia d’oro in Miniè e in Magenta.
Dieci medaglie d’oro, nove d’argento e otto di
bronzo, distribuite fra quindici specialità,
costituiscono un palmares estremamente
gratificante per l’azienda gardonese. In special
modo se si punta l’attenzione sui fucili Gibbs e
Württembergischen, quasi dei debuttanti nel
mondo della competizione agonistica e già
presenti sul podio, e sull’intramontabile Mortimer
a pietra focaia, imbattibile sulla distanza dei
50 metri e, nella versione con canna liscia, nel
tiro al piattello.
In tre specialità individuali i tiratori classificatisi
nelle prime tre posizioni hanno utilizzato armi
Pedersoli.
Due diversi allestimenti del fucile Gibbs, medaglia d’oro in Rigby e d’argento
nella Whitworth 15 colpi.
Nella Miquelet medaglia d’oro al tedesco Josef
Mayr con un moschetto An IX (96 punti e nuovo
record europeo), argento al norvegese
Dag-Magne Winge e bronzo al tedesco Holger
Rose, entrambi con un Brown Bess e con un
totale di 91 punti.
Nella nuova specialità Pedersoli oro al tedesco
Walter Massing, argento al francese Noel Risch
(stesso punteggio di 98 ma due millimetri in più,
complessivamente, nell’ampiezza della rosata di
Risch hanno fatto la differenza) e bronzo al
tedesco Holger Rose con 96 punti. Tutti e tre
hanno gareggiato imbracciando il fucile Mortimer
calibro .54.
Walter Massing con Pierangelo Pedersoli nel luglio 2004, in occasione della
vittoria nel campionato tedesco. Per il bravissimo tiratore il suo inseparabile
Bristlen cal. .35 medaglia d’oro in Vetterli e in Pforzheim.
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Nella Manton oro al tedesco Armin Grübl, argento all’inglese Richard Morris e bronzo all’italiano
Moreno Boni, tiratori inseparabili dal loro Mortimer calibro 12 a canna liscia. Quarantasette
piattelli per i primi due e appena uno in meno per l’italiano.
Nelle altre specialità individuali hanno conquistato l’oro il tedesco Josef Mayr con il fucile
Württembergischen nella Minié (96 punti con rosate, nei due bersagli, di 40 e 35 mm) e
ancora Walter Massing con il Bristlen calibro .35 nella Vetterli. Il punteggio di Massing, inutile
sottolinearlo, è stato di 100 punti, ma con rosate, e questo è giusto ricordarlo, di 23
e 18 millimetri.
Le medaglie d’argento sono andate alla tedesca Tordis-Arlett Nitsch che con il solito Bristlen
calibro .35 ha realizzato in Vetterli lo stesso punteggio di Massing (ma le rosate misuravano 24
millimetri su ogni bersaglio); al francese Jeremy Bedos con il Mortimer nella Lorenzoni (47
piattelli) e a Josef Mayr con il Gibbs nella Whitworth con 15 colpi tutti validi, specialità abituale
nel campionato nazionale in Germania e proposta in via sperimentale e con notevole successo,
visti i quarantasei partecipanti, anche nella competizione europea. Mayr ha totalizzato 145 punti
con ben undici 10 seguiti da tre 9 e da uno sfortunato otto, il colpo che gli ha impedito di mettere
al collo la medaglia d’oro.
Ancora una medaglia di bronzo è stata assegnata a Moreno Boni e al suo Mortimer nella
Lorenzoni (47 piattelli, come Bedos).
Per quanto riguarda le specialità a squadre i moschetti 1777 / An IX e Brown Bess hanno permesso
a Germania, Norvegia e Francia di occupare, nell’ordine, tutti e tre i gradini del podio nella
Halikko. Il punteggio dei tedeschi, con due armi Pedersoli su tre componenti la squadra, è stato
di 273 e ha fissato il nuovo record europeo di specialità.
Il moschetto Mod. 1777 / An IX ha conquistato la medaglia d’oro in Miquelet fissando il nuovo
record europeo. Protagonista anche nella specialità a squadre Halikko, dove ha contribuito alla
vittoria del team tedesco e a far registrare un ulteriore record europeo.
Le altre medaglie d’oro sono state conquistate dalla Germania nella specialità Magenta con il
Württembergischen (anche qui record europeo con 270 punti), nella Rigby con il Gibbs (291
punti e ancora un nuovo record), nella Pforzheim con il Bristlen (295 punti) e nella Hawker con
il Mortimer a canna liscia.
Argento, invece, per la Francia nella Lucca con il Mortimer rigato e per la Gran Bretagna nella
Fucile Mortimer Target a pietra focaia: anche a Pforzheim oro, argento e bronzo nella specialità
Pedersoli, più argento e bronzo nella Lucca. Ancora Mortimer, nella versione a canna liscia, sui
tre gradini del podio della specialità Manton e sui primi due della Hawker.
Hawker con il Mortimer liscio. Bronzo, infine, alla squadra spagnola nella Lucca con il Mortimer,
a quella della Repubblica Ceca nella Wogdon con la pistola Charles Moore e a quella italiana nella
Batesville con il Mortimer a percussione a canna liscia.
Il campionato europeo di Pforzheim ha confermato quindi i meriti sul campo di armi classiche
come i moschetti Brown Bess e Mod. 1777 nella Miquelet, il fucile Bristlen nella Vetterli e il
Mortimer a pietra focaia, sia nella versione a canna rigata che a canna liscia, nelle specialità
Pedersoli e Manton. Incoraggianti anche le affermazioni dei modelli Gibbs e Württembergischen,
da poco presenti nelle competizioni classiche del tiro ad avancarica e già anch’essi protagonisti.
Una cospicua serie di successi concretizzati anche dalle affermazioni nelle specialità a squadre.
Il vecchio Brown Bess riesce sempre a far parlare di sé: il celeberrimo moschetto si è fregiato
delle medaglie d’argento e di bronzo sia in Miquelet sia in Halikko.
La Davide Pedersoli, consapevole della validità delle proprie armi, ringrazia tutti i tiratori che le
hanno utilizzate sia in questa sia in precedenti competizioni internazionali, si congratula con i
campioni che ne hanno apprezzato le qualità balistiche e rinnova loro l’augurio per una serie di
successi ancora lunga e intensa.
F.A.P. F.LLI PIETTA & C snc - via Mandolossa, 102 - 25064 Gussago (Brescia)
tel. 030 37 37 098 - fax 030 37 37 100 - www.pietta.it e-mail:[email protected]
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