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sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa

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sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa
Capitolo I
19
Descritti minuziosamente dal Manzoni nella postura, nell’abbigliamento
vistoso, nel ricco armamentario con il quale andavano in giro (“intorno al
capo una reticella verde che cadeva sull’omero sinistro, terminata in una
gran nappa”, ampi calzoni, una cintura alla quale erano attaccate due pistole, un coltellaccio fuori dal taschino e a completamento una grossa spada con l’impugnatura lavorata e lucente), i bravi erano sgherri al servizio
dei signorotti di campagna che tra il Cinquecento e il Seicento popolavano la Lombardia e altre zone dell’Italia settentrionale. Rappresentavano il
braccio armato del loro padrone e le efferatezze da loro perpetrate erano
tali da rendere necessarie le “gride”, ampiamente descritte dal Manzoni
in questo capitolo. Gride che vengono fedelmente riportate dall’autore e
che, sebbene interrompano la narrazione, hanno la funzione di ribadire il
carattere di romanzo storico dell’opera e, anche, di rendere più evidente
l’impotenza della legge dell’epoca dinanzi ai soprusi dei prepotenti.
Probabilmente il termine “bravo” deriva dal latino “pravus”, che significa
cattivo, malvagio, e che si ritrova nello spagnolo “bravo”, con il significato
di violento e selvaggio.
sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa troppo evidente; ma
quel che più dispiacque a don Abbondio fu il dover accorgersi (…) che
l’aspettato era lui”.
Apostrofandolo con tono aggressivo, uno dei due gli intima di
non celebrare le nozze di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella né, come previsto, il giorno dopo, né mai. A queste parole
il povero don Abbondio oppone sterili balbettii e frasi ossequiose, tentando di sottrarsi all’imperiosa richiesta senza, tuttavia,
offendere in alcun modo i due disonesti figuri. Quando questi
ultimi gli porgono ironicamente gli ossequi del loro padrone
don Rodrigo – “signore noto per non minacciare invano” –,
don Abbondio acquista immediata consapevolezza della gravità
della situazione e del pericolo che incombe su di lui qualora si rifiutasse di eseguire quello che è stato riferito come un consiglio,
ma che è a tutti gli effetti un ordine perentorio. A questo punto
la sua già debole resistenza si tramuta in uno sgomento “disposto sempre all’ubbidienza”, dopo di che, dilaniato dall’incertezza
e dal timore, prosegue il cammino verso casa, pensando ad uno
stratagemma per convincere Renzo a rimandare il matrimonio
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