Comments
Transcript
“Andremo fino in fondo!” - Giornale dell`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI La voce degli 8 Comuni l’Altopiano ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 268 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 17 MAGGIO 2008 ROANA “Andremo fino in fondo!” La Giunta di Gallio cambia i pezzi Stella:”Capisco la stanchezza degli assessori” Cocco: “In consiglio abbiamo toccato il fondo” ROTZO Accedere al Bostel ora si può pag. 16 ADUNATA DEGLI ALPINI Adunata di Bassano Cattedra Un architetto milanese vince il concorso di idee Si pensa già all’Hoga Zait pag. 2 SALUTE Focus sulla celiachia malattia in aumento pag. 13 Cristiano Nansala, reduce d’Abissinia, presente! pag. 10-11 pag. 5 SPORT SOLIDARIETA’ Rispaar strepitosi in “Tele digo da Bertigo” INLINE Vipers, tutti promossi! La squadra di B sale in A2 pag. 5 pag. 22- 23 ENEGO RIFIUTI STORIA Ai fratelli Caregnato il premio San Giuseppe d’oro Prepariamoci alla differenziata con lezioni di riciclo Il tabacco e il suo contrabbando a Enego pag. 17 pag. 6 pag.18-19 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 2 Consiglio e giunta comunali: chi va e chi entra Perdi due, ma prendi quattro GALLIO “Lo Stato ci è vicino, il nostro sì è unitario, sofferto, sentito. Ripartiamo con responsabilità reciproca, sempre con un solo ed unico interesse: la gente di Gallio”. Nella mia agenda conservo dal 2 giugno 2006 il foglio scritto a mano, con sotto una decina di firme, con il quale Antonella Stella, in occasione della visita a Gallio dell’onorevole Rosato, nella festa della Repubblica, ritirava le sue dimissioni date in seguito al grave attentato subito. C’era in quel foglio, nero su bianco, l’impegno del sindaco, della sua giunta, della sua lista ad andare avanti, con coraggio e determinazione, tutti uniti. Di fronte a queste parole, a questa responsabilità, presa in un momento durissimo della vita amministrativa del paese, le dimissioni prima di Loretta Munari e poi di Bruno Franco potrebbero dare l’idea di una promessa tradita. Antonella Stella ne parla con il cuore in mano: “Loretta e Bruno erano molto stanchi da parecchio tempo. Per me la loro decisione è stata un grande dolore e, non nascondo di aver pensato, e forse anche detto, che a questo punto era meglio chiudere tutto il 2 giugno di due anni fa. Un po’ abbandonata mi sono sentita, ma se una persona non se la sente più per stanchezza e vari motivi personali, credo sia giusto accettare la sua decisione e basta, soprattutto in un situazione in cui i delinquenti che mi hanno colpito sono ancora senza un volto. Quando il 2 giugno siamo andati su con l’onorevole Rosato, dopo che lui mi aveva rassicurato sulla presenza e l’attenzione dello Stato, ci siamo radunati tutti senza di lui e i miei amici-colleghi di amministrazione mi hanno detto: “Anto, decidi tu, noi facciamo quello che decidi tu”. Loretta ha detto “no, ragazzi, se diciamo così, lasciamo tutta la responsabilità sulle spalle di Antonella! Ognuno deve decidere per sé stesso, consapevole che potrebbe essere oggetto di minacce o altro….” A quel punto ho preso carta e penna, ho scritto di getto quella frase e tutti i presenti hanno firmato…. Riempiendomi il cuore di felicità e di commo- Dopo le dimissioni di Bruno Franco, Antonella Stella dice “Mi son sentita un po’ abbandonata, ma non posso che capire” – Il sindaco presenta le new entry che hanno accettato di impegnarsi per un anno di amministrazione denso di lavoro per cui i valori non si misurano in euro. Emanuela segafredo, 54 anni, detta Moretti, mi piace perché sa cosa vuol dire soffrire, sacrificarsi: da imprenditrice non ha avuto alcuna remora a passare a prendere in mano “pala e picco” per lavorare sodo come operaia manutentrice del verde. Anche lei non misura i valori in euro e quando è convinta di una cosa va fino in fondo senza se e senza ma, con fermezza e con il cuore. Luigildo, 44 anni, barista a Stoccaredddo, ha sostituito Loretta con grande timore, ma subito con grandissimo entusiasmo. Abbiamo fatto insieme un paio di incontri con il nostro ufficio turistico, che abbiamo creato dal nulla con una convenzione con il GOL guidato dal bravissimo Claudio Cuoco, e ora insieme stanno navigando alla grande e preparando un’estate a mio parere veramente bella. È un mito anche perché con la sua aria sorniona riesce sempre a zione. In quel momento la loro decisione mi ha ridato le ali e mi ha sollevato da un peso enorme, ma ora e sempre è giusto che chi non se la sente più di andare avanti, faccia la sua scelta. In fondo fare l’amministratore è solamente una piccolissima parte di quello che si può fare per gli altri, ci sono altri mille modi di essere presenti ed essere utili al prossimo, magari anche a quello più vicini, che si è dovuto giocoforza trascurare… Ho insistito forse anche troppo perché entrambi ci ripensassero, ma non posso che capire e ringraziarli ancora per quanto mi sono stati vicino e per quanto hanno sacrificato della loro vita per Gallio”. Se due se ne sono andati, ce ne son comunque quattro che hanno accettato d’impegnarsi: Osvaldo Schivo è subentrato in consiglio a Loretta Munari, Emanuela Segafredo prende invece il posto di Bruno Franco. Gli assessorati “vacanti” sono stati assegnati ad altre due persone: Luigildo Baù al turismo e Nicolò Munari ai lavori pubblici e al patrimonio. “Entrano a motori caldi, anzi caldissimi – dice Antonella Stella - in questi 4 anni, infatti, anche con i cosiddetti non eletti ci siamo sempre incontrati tutte le volte che come gruppo abbiamo discusso sulle decisioni da prendere, per cui è come se fossero sempre stati in consiglio o in giunta anche loro (anche loro erano su con tutti gli altri e hanno firmato il 2 giugno) e questa, visto anche come sono andate le cose credo sia stata una bella scelta. Tengo a sottolineare che, quando si è trattato di scegliere gli assessori, c’è stata una lotta furibonda…al contrario: tutti volevano che lo facesse l’altro, ritenendolo più all’altezza! Non ci siamo mai scannati per la “carena” e ognuno si è preso l’impegno che si sentiva. A me son rimasti urbanistica e edilizia privata…L’incarico di vicesindaco è andato a Gianni Rossi”. Ci presenta le new entry? “Osvaldo ha 57 anni, era impiegato alle poste. E’ andato in pensione poco prima di entrare in consiglio. E’ una persona a cui voglio molto bene e che stimo moltissimo: calma, pacata, intelligente, di buon senso e soprattutto di sanissimi e saldissimi principi, una persona fare le battute che sdrammatizzano la situazione al momento giusto. Anche lui “sa da dove viene”, è intelligente, acuto, concreto, ha una grandissima dignità e amore per il suo paese. Nicolò, 49 anni, artigiano, ha un cuore grande e generoso. Qualche anno fa ha rischiato brutto per un infarto e penso proprio che abbia ben chiaro in testa che cosa vale di più nella vita. Ha iniziato alla grande e con entusiasmo: un incontro con me e i due uffici che dovrà seguire, per fare il punto della situazione ed ha già preso in mano il timone della nave, che anche lui già conosceva abbastanza a fondo! Anche Nicolò è onesto, intelligente, posato e riflessivo quanto basta per fare gruppo; non si perde in ciance ed è abituato ad agire e a fare scelte di responsabilità. Due parole anche su Gianni: il grande saggio, con i suoi 62 anni, ma che dentro resta un ragazzino e sa ridere e far sorridere anche nei mo- menti di maggior tensione. Non penso sia necessario che lo descriva io: il maestro Gianni in Altopiano lo conoscono tutti e tutti i suoi scolari lo ricordano con immenso affetto per la correttezza e l’onestà con cui li ha seguiti. In poche parole è un puro di cuore, nel senso evangelico del termine, una persona che non farebbe mai del male a nessuno e che vorrebbe, se potesse, accontentare tutti. Probabilmente è quello che fra noi, proprio per questo soffre di più: bisogna rispettare la legge e non sempre il bene comune corrisponde al bene del singolo…”. L’amministrazione Stella non molla ed è decisa ad andare fino infondo. A Gallio si prosegue dunque con nuova energia: mancano circa dieci mesi alla fine del mandato e saranno intensissimi perché le cose importanti da portare a termine sono tante. Stefania Longhini “Andremo fino in fondo” Il consigliere di minoranza Pino Rossi l’aveva già dichiarato nelle ore successive alle dimissioni di Bruno Franco, ma la lista “Noi di Gallio” ha voluto anche ribadirlo con una lettera aperta ai cittadini che gira in questi giorni per il paese: ciò che sta succedendo è segno di sgretolamento della maggioranza. “Le dimissioni dell’assessore al turismo, del vice sindaco nonché assessore al patrimonio e lavori pubblici e nostro rappresentante in seno alla Comunità Montana, sono state passate come frutto di stanchezza – si legge nella lettera ma è evidente che i dimissionari hanno perso la stima dei colleghi, tanto che non si vedono più, come prima, assieme a loro. La situazione è perlomeno imbarazzante; sarebbe opportuno che gli ex assessori, che ringraziamo per l’impegno profuso, trovassero il coraggio di rendere noto a tutti, esplicitamente, il vero motivo di dissenso. Il risultato di questi ultimi quindici anni di amministrazione è sotto gli occhi di tutti e non c’è bisogno di alcun commento”. In merito a tali di- chiarazioni, il gruppo di maggioranza “Per Gallio, per continuare” tiene a fare alcune precisazioni e confermare il proprio impegno e la propria volontà di portare a termine il mandato. “Lo sgretolamento di cui si parla – dice il gruppo – è solo una supposizione personale di qualche rappresentante della minoranza. Se anche due assessori si sono dimessi, le loro scelte e le loro motivazioni devono essere rispettate e non fatte oggetto di chiacchere da bar, superficiali e a volte banali, come, purtroppo, a Gallio sta avvenendo troppo spesso. Il gruppo di maggioranza si è subito ricomposto con grande serenità con l’ingresso di altre persone atrettanto valide e stimate e non ha mai cessato i frequenti incontri per discutere, valutare e prendere decisioni sempre e solo in modo collegiale, col fermo intento di portare a compimento il mandato conferito dai cittadini. Ogni scelta fatta dal Sindaco è stata concertata e condivisa. In questi anni le amministrazioni hanno lavorato sodo, cercando sempre di andare incontro ai cittadini, di fare le scelte migliori e più giuste, consapevoli che non sempre il Bene Comune coincide con il bene di ogni singolo cittadino. Le opere realizzate e quelle in fase di realizzazione sono molte e non hanno bisogno di commenti o elencazioni: bastaandare a verificare, guardarsi attorno e, sinceramente, dare atto del lavoro svolto. “Ci spiace molto osservare – concludono i componenti della maggioranza – che ancora una volta qualcuno, speculando sulla volontà altrui, abbia solo cercato di colgiere l’occaisone per dare avvio alla campagna elettorale ed, auspicando chissaà quali catastrofi interne, avvia invece perso l’occasione del rispetto della dignità, della volontà esplicita e del lavoro di un gruppo di persone che fra tante difficoltà e ostacoli vuole andare fino in fondo e continuare nel solo interesse della gente di Gallio”. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 3 Via l’Ici sulla prima casaComuni con meno stanziamenti? Per gli amministratori locali il problema non sussiste: «Gli introiti mancanti saranno compensati dal governo» Il Cavaliere lo prometteva da tempo: «Aboliremo l’Ici sulla prima casa». Ed ora che Berlusconi è al governo ha ribadito il suo sogno di eliminare la tassa sugli immobili. Già ma questa tassa attualmente va a rifocillare gli erari comunali che verranno così a trovarsi con una fetta di introiti in meno non indifferente. Come affronteranno il problema gli amministratori? Semplice, non lo affronteranno perché lo Stato dovrà sopperire con nuovi introiti. «A parte il fatto che il problema ci colpisce relativamente – afferma il sindaco di Asiago Andrea Gios – per- ché, come tutte le località turistiche, l’incidenza della prima casa è bassa. Al comune di Asiago verrebbero a mancare circa 120 mila euro che comunque saranno compensati dal governo in qualche altra misura. Nel nostro comune gli indotti maggiori derivano dalle seconde case. E comunque se il governo non compensasse prima di noi sarebbero messi a tappeto decine di altri comuni non solo nel Veneto ma in tutta Italia». Del medesimo parere anche il primo cittadino di Roana Mario Porto. «Sicuramente, e per forza, il governo sostituirà l’Ici sulla prima casa con altri introiti. A Roana questa tassa ha un’incidenza di circa 160 mila euro sui 2 milioni e 400 mila complessivi. Diciamo che la cosa non ci tocca perché a questa abolizione subentrerà un “qualcosa” che andrà a compensare. Proviamo solo a pensare il comune di Roma o di Milano se venisse loro a mancare l’introito dell’Ici sulla prima casa. Staremo a vedere». Il dubbio che viene però è lecito. Se si abolisce una tassa per poi compensarla con qualche stratagemma non c’è una mano che dà e una che toglie? Luigi Frigo Bettinado Le scuole inizieranno il 22 settembre La Regione Veneto ha approvato il calendario scolastico per l’anno 2008/2009, omogeneo per tutti gli ordini di scuole del Veneto, Statali e Paritarie. L’inizio dell’attività didattica è fissato il 22 settembre 2008 (lunedì). Festività obbligatorie: tutte le domeniche; il 1° novembre, festa di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; il 1° gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, anniversario della Liberazione; il 1° maggio, festa del Lavoro; il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono. Vacanze scolastiche: da sabato 4 - festa di San Francesco, patrono d’Italia - a domenica 5 ottobre 2008; da mercoledì 24 dicembre 2008 a martedì 6 gennaio 2009 compresi (vacanze natalizie); da domenica 22 febbraio a mercoledì 25 febbraio 2009 compresi (carnevale e mercoledì delle Ceneri); da giovedì 9 aprile a martedì 14 aprile 2009 compresi (vacan- ze pasquali). Fine attività didattica: il 16 giugno 2009 (martedì). In relazione a sabato 4 ottobre, l’assessore Donazzan precisa che, da quasi 70 anni, una regione d’Italia svolge ad Assisi un pellegrinaggio che trova uno dei momenti salienti nell’offerta dell’olio che alimenta la lampada votiva della tomba del Santo. “Nel 2008 tale onore tocca al Veneto – sottolinea – e in relazione alla straordinarietà dell’evento si ritiene opportuno procedere alla sospensione dell’attività didattica nelle scuole della regione, statali e paritarie”. “La grande novità di quest’anno scolastico – dichiara l’Assessore Donazzan- è l’avere posticipato l’inizio delle scuole per venire incontro alla esigenza delle famiglie di poter godere di un periodo dedicato alle ferie con i propri figli che non ricadesse nell’alta stagione dai costi elevati e per potenziare la vocazione turistica del veneto ed inoltre per permettere che si effettuino i corsi di recupero così come segnalataci da molti insegnanti. Nel fissare tale articolazione e in particolare la fine dell’attività didattica, si è tenuto conto, sulla base delle pregresse esperienze, della possibile data d’inizio degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione superiore, la cui individuazione è in capo al Ministro della Pubblica Istruzione mediante ordinanza. Per le scuole primarie e secondarie le giornate di attività didattica tra le date d’inizio e di fine dell’anno scolastico 2008/2009 sono di conseguenza 204, non considerando la giornata del Santo Patrono. L’attività didattica avverrà, comunque, nel rispetto di almeno 200 giorni di frequenza e dell’equivalente monte ore annuale stabilito dalla normativa vigente e dai P.O.F. di riferimento”. Rimane eventualmente a disposizione delle Istituzioni Scolastiche un adeguato numero di giornate per la flessibilità interannuale (4 oppure 3 in caso la festa del Santo Patrono ricada in attività didattica), valutate anche le circostanze che possono intervenire nel corso dell’anno al fine del rispetto, in ogni caso, della frequenza minima. Sapor d’acqua natìa “Innamoratevi, vi prego!” Pestano a sangue ma poi fuggono. Scappano dalla città che li ha visti tristi registi di un’opera drammatica verso una terra in cui vivere da anonimi. Ma, vista l’impossibile follia di soffocare un dramma mortale, si costituiscono. Il massacro di Verona – ultimo in ordine di tempo – è l’ennesimo graffio ad una società che ci tiene a definirsi civile. Ad un’umanità che sul concetto di “diverso” ha firmato pagine di crudele terrore. Al di là delle indagini, persiste un interrogativo: “Com’è possibile?” Si dirà che sono bestie: questo ci aiuta a lavarci la coscienza, ma non a scoprire le stonature. S’invocherà l’ergastolo: difenderemo la sicurezza nostra, ma ci sfuggiranno pause rimaste incomprese. Non sono certo il simbolo della gioventù. Ma nemmeno più un caso isolato. Troppi casi isolati aprono una questione generale. Forse si mostra necessaria una riflessione che aiuti a difendere Abele cercando di recuperare Caino. Il Creatore si preoccupò pure di lui. Strane interferenze mi rendono sempre più convinto che alla base di tali nefandezze abiti una buona dose di “sbandata stupidità”. La quotidianità si sta appiattendo vergognosamente. E se un ragazzo si convince che il quotidiano della gente (il cui modello va a ruba nell’informazione) è l’unica aspirazione alla quale poter tendere, il danno è presto fatto: le idee più creative e feconde, l’originalità e la passione, il gusto della fatica e la sorpresa di una conquista andranno sempre più scemando. Impedendo di lasciare aperta una fessura verso l’alto. In teologia la chiamano “trascendenza”. Noi potremmo semplificarla chiamandola “affetto per la bellezza della vita”. Toppata questa fessura, il dinamismo e la vivacità creativa della giovinezza si bloccano. La capacità di riflessione si indebolisce. Il gusto del vivere si anestetizza. Ma quello che più impaurisce è il drastico impoverimento del pensiero: non si cerca più la riflessione. Ci s’innamora della superficialità. Anch’io sono convinto che non avessero intenzione di uccidere quei ragazzi. Perché, nell’atto omicida, avevano già compiuto il primo omicidio: non hanno voluto capire chi sono. L’hanno rifiutato, su invito della maggioranza, e si sono limitati ad essere uno del branco. Hanno scelto di non scegliere. Hanno acconsentito alle decisioni della massa: son diventati conformisti. Dal mio “osservatorio” di sacerdote – che condivide con loro la faticosa bellezza d’essere giovane – m’accorgo sempre più che il problema prioritario oggi non è l’indifferenza verso Dio. Ma la noncuranza verso gli interrogativi ultimi della vita. Da giovani è facile – anche se non è scusante – scambiare lo star bene con l’autentico vivere: ma questo non può durare un’esistenza intera. L’interiorità e l’affettività, a lungo andare, s’impoveriscono, s’inaridiscono, perdono prestanza. E, senz’accorgerci, diamo il cervello “in comodato d’uso” alla noia. Ma la noia è il disinteresse totale, una morte a rate. Stordisce la vita. E la si ammazza! Non credo che quegli omicidi rifiutino la vita: semplicemente si sono dis-affezionati a lei. Non è un problema di intelletto, ma di cuore. Che si risolve innamorandosi: di noi, della vita, del diverso! don Marco Pozza www.sullastradadiemmaus.net 8 Sabato 17 maggio 2008 ATTUALITA’ Si è tenuto nei giorni scorsi nella sede della Provincia a Vicenza un incontro tra l’assessore provinciale alla Viabilità, Costantino Toniolo, e gli assessori ai lavori pubblici di Asiago e Roana, Giampaolo Rigoni e Dario Frigo, nonché con l’assessore all’Agricoltura di Roana, Roberto Tortora, nel quale sono stati illustrati gli interventi di prossima realizzazione (già presentati a grandi linee sul nostro giornale qualche mese fa) sull’ex statale 349 del Costo. Con un piano di intervento per oltre 5 milioni di euro la Provincia intende mettere in sicurezza e adeguare la principale arteria viaria l’Altopiano 4 Traffico più sicuro e scorrevole sull’ex statale 349 del Costo L’assessore Toniolo ha illustrato gli interventi previsti sulla principale arteria che porta in Altopiano. Il via agli interventi probabile per la fine dell’estate 2009 che raggiunge l’Altopiano. I lavori, che probabilmente partiranno alla fine dell’estate 2009, prevedono l’allargamento di alcuni tratti stradali lungo la direttrice Tresché Conca – Asiago con la realizzazione anche di tre rotonde. Gli allargamenti interesseranno soprattutto il tratto TreschéCanove dove la strada presenta numerose strettoie e curve. Si realizzeranno dei ponti laterali per aumentare la sede stradale e anche il ponte sul torrente Ghelpack, subito prima dell’entrata nel territorio di Canove, sarà interessato dai lavori. Le rotonde invece saranno realizzate a Canove, all’incrocio con la strada per Cesuna, in prossimità del Municipio, e appena sotto la discesa della Gaiga, all’incrocio della contrada Mosele di fronte al Consorzio, con la realizzazione anche di un sottopassaggio pedonale per agevolare gli abitanti della contrada Mosele. Un terzo rondò alla francese, che avrà anche funzione di arredo, verrà fatto all’entrata La Comunità Montana premia il Caseificio Pennar Un vassoio d’argento come omaggio per l’attività ottuagenaria dell’azienda. “Blitz” inatteso e gradito di Giancarlo Bortoli, presidente della “Spettabile Reggenza dei 7 Comuni”, al Consiglio di Amministrazione di Asiago nell’incrocio tra Via Verdi e Viale Stazione (all’altezza del distributore di benzina). Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i presenti per questo accordo che ha visto una stretta collaborazione tra Provincia, Comune di Asiago e Comune di Roana per cercare di modernizzare una parte della viabilità altopianese. “Questo è il più grosso intervento sulla 349 dal 1974 quando venne allargato il Costo – spiega Dario Frigo – Con questi lavori, assieme all’allargamento della Fratellanza verso Bassano, con alcune rotonde già realizzate, e l’avvio a breve dell’adeguamento della strada che collega Foza ad Enego, la circolazione sull’Altopiano sarà molto più consona alle esigenze di oggi”. “Sarà garantita una scorrevolezza che va a favore non solo dei turisti, ma anche delle attività produttive locali che non si troveranno bloccati nel traf- fico come spesso accade soprattutto nei periodi di grande afflusso turistico” aggiunge Tortora. “Decisamente un’opera necessaria che andrà a favore di tutti – commenta Giampaolo Rigoni – Ciò però non toglie che nel futuro si dovrà per forza trovare una soluzione che devii il traffico dal centro di Asiago; una soluzione doverosa sia per i residenti di Asiago, sia per i nostri ospiti”. Gerardo Rigoni Lettera aperta al sindaco Andrea Gios risponde Ottant’anni compiuti, e portati così bene da meritare la medaglia. Anzi, il vassoio d’argento: con un “blitz” inatteso nei giorni scorsi il presidente della Comunità Montana “Spettabile Reggenza dei Sette Comuni”, Giancarlo Bortoli, ha fatto visita ai soci del Caseificio Pennar di Asiago, riuniti nella periodica assemblea del Consiglio di Amministrazione. Bortoli ha riconosciuto l’alto valore sociale ed economico per l’Altopiano dell’attività della società, di cui è recentemente ricorso l’ottuagenario, e durante la visita ha donato al caseificio un vassoio d’argento finemente lavorato con incisa la frase “Buon Compleanno Pennar”. Il Caseificio Pennar ha iniziato a collezionare medaglie e riconoscimenti sin dagli albori della propria storia. «Già nel 1930» spiega infatti il presidente Antonio Bortoli «il Pennar veniva premiato a Parigi con la medaglia d’oro all’esposizione internazionale “Du Bien Etre”, per il nostro Asiago Fresco. Allora era una produzione nuova, ma il nostro caseificio con una scelta coraggiosa impostò subito la propria produzione su di esso». Da allora, l’elenco dei premi e dei primi posti raggiunti nei concorsi internazionali dalla cooperativa agricola asiaghese è lunghissimo: gli ultimi, prestigiosi premi il Pennar li ha ottenuti appena pochi mesi fa, il 27 e 28 ottobre con la rassegna Caseus Veneti e con l’Olimpiade dei formaggi di montagna di Oberstdorf. Nella prima ha conseguito 4 medaglie d’oro e due d’argento con i propri formaggi, nella seconda ha conquistato l’oro olimpico con il “Gran Pennar” di montagna. Nelle precedenti olimpiadi il caseificio aveva ottenuto l’oro con l’Asiago Stravecchio DOP, l’Asiago Fresco DOP e con il Pennarone. Considerato tutto questo, il presidente della Comunità Montana ha deciso di dare un riconoscimento all’attività: «Un regalo inatteso, e molto gradito». «L’operosità del caseificio tiene alto il buon nome della pro- duzione agroalimentare altopianese ed è elemento importante per l’economia delle aziende dei soci e per i posti di lavoro che rappresenta», ha sottolineato il presidente di Confcooperative Vicenza, Alberto Chiodi. Lo stesso Giancarlo Bortoli, che nella visita è stato accompagnato dall’assessore all’Agricoltura della Comunità Montana Giampaolo Rigoni (Camplan), ha spiegato che «Con questo dono abbiamo voluto ringraziare i soci per il loro lavoro, che esprime in tutto e per tutto i valori del territorio dei Sette Comuni. Essendo lavoro agricolo e nei prati, presenta continui risvolti positivi in termini di manutenzione e conservazione dell’ambiente naturale del territorio dell’Altopiano». Il Caseificio Pennar conta circa 60 soci e lavora ben 250 ettolitri di latte al giorno, interamente prodotto nell’Altopiano, a cui d’estate si aggiunge anche il latte di quindici malghe del comprensorio. Carissimo Giovanni, ti ringrazio della tua lettera che hai spedito in relazione al contributo “Una tantum”, pubblicata in questo mese sul giornale “l’Altopiano”, perché mi fornisce l’occasione di poter spiegare ai lettori le motivazioni che sono state alla base dell’erogazione del contributo “Una tantum”. In primo luogo, si è voluto dare un segnale di vicinanza alle persone in stato di disagio, in particolare agli anziani, alle famiglie numerose con almeno quattro figli e ai nuclei familiari con soggetti disabili e/o invalidi civili. Io sono convinto che in alcuni casi sia importante anche un semplice sostegno “morale” un segno di vicinanza, consapevolezza e condivisione dei problemi che molte famiglie della nostra città affrontano quotidianamente. I servizi sociali, nell’elaborazione del bando “Una tantum”, hanno seguito criteri di studio sull’argomento in questione, previsti nelle varie normative di settore: legge quadro 328/ 2000, in materia di servizi sociali; regolamento comunale sulle prestazioni so- ciali e altre ancora, seguendo criteri obiettivi in tal senso, nonché confrontandosi con le altre Amministrazioni del territorio anch’esse impegnate sul fronte degli aiuti economici alle persone con determinate caratteristiche. Inoltre, si evidenzia, che le provvidenze economiche “Una tantum”, non rientrano nella programmazione stabile dei servizi sociali, pertanto i criteri di assegnazione, seguono una prassi più “flessibile” sempre nei limiti imposti dalla legge. In particolare, per le perone in stato di disabilità e/o invalidità civile, sono impegnate altre istituzioni, che erogano in forma continuativa, assegni, indennità e pensioni. A parità di contributo, si è previsto nel bando di avere fra i requisiti, un ISEE per la fascia dell’utenza anziana inferiore rispetto ai nuclei familiari con soggetti disabili e/o invalidi civili, questo perché potenzialmente un nucleo composto da anziani produce meno reddito, come anche rilevato nel corso di anni di esperienza in questa realtà. La finalità di concedere queste provvidenze economiche “Una tantum”, non è stata intesa in termini quantitativi, ma qualitativi e nell’attenzione verso una fascia della popolazione più ampia. Il nostro intendimento era soltanto quello di essere vicini alle famiglie, di dare loro un segnale dell’attenzione che l’Amministrazione Comunale ha nei loro confronti in un momento storico di particolari difficoltà, soprattutto economiche. Ci rendiamo conto del fatto che, purtroppo, il nostro contributo non risolve i loro problemi e siamo sicuri che le nostre scelte sono migliorabili. Ti assicuro che da parte nostra faremo il possibile per recuperare i fondi da finalizzare a progetti analoghi anche per il futuro e che, in tali occasioni, ci confronteremo con le associazioni presenti nel territorio e valuteremo attentamente i tuoi suggerimenti. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Andrea Gios 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano Cristiano Nansala, reduce d’Abissinia tra i protagonisti della sfilata “El Nansala gà sbancà l’adunata dei Alpini de Basan” Potrebbe essere sintetizzata in tal modo la giornata conclusiva dell’81^ adunata nazionale degli alpini di Bassano del Grappa. Sono stati giorni meravigliosi quelli vissuti dagli alpini e dai cittadini che hanno potuto essere presenti alle varie manifestazioni dell’adunata. Fin da Venerdì mattina sulla sommità della Cima Grappa e poi alla sera di Venerdì, con la sfilata della bandiera di guerra del 7° Reggimento Alpini in Viale delle Fosse seguito dal labaro dell’Associazione Nazionale Alpini e dai gonfaloni della Regione, della Provincia e dei Comuni Vicentini e Trevigiani (nella foto i Sindaci dei Comuni di Gallio e Rotzo con i loro gonfaloni accanto all’Onorevole Manuela Lanzarin, Sindaco di Rosà). Sabato poi una delegazione di Rotzo ha assicurato la sorveglianza del parcheggio di Cà Sette, alla periferia a Nord di Bassano, una distesa immensa di prati pianeggianti che poteva ospitare diverse migliaia di autovetture. Anche l’Altopiano ha assicurato la propria collaborazione per la riuscita dell’adunata, in un autentico spirito alpino. Domenica infine la grande sfilata degli 80.000 alpini per le Vie di Bassano. Uno dei momenti più commoventi ha visto come protagonista l’Alpino di Rotzo Dal Pozzo Cristiano, Classe 1913, soprannominato “Cristiano Nansala”, che si è visto tributare dai circa 400.000 spettatori assiepati lungo il percorso della sfilata innumerevoli applausi e segni di apprezzamento che gli hanno permesso di vivere una delle migliori giornate della sua vita. Il personale saluto del Presidente Nazionale Perona e del Comandante del Corpo degli Alpini lo Foto di Mattia Pivotto hanno reso così felice e orgoglioso che alla sorella che lo ha chiamato al telefono ha detto “Mi hanno regalato 10 anni di vita”. Ripercorriamo brevemente le fasi della sua lunga vita: profugo all’età di 3 anni a Grisignano di Zocco durante la prima guerra mondiale, ha combattuto in terra di Libia per tre anni nella campagna d’Africa quale volontario del Battaglione Imperia ed è stato reduce dell’Abissinia che gli è valso la croce al merito di guerra. L’8 settembre del 43 è stato fatto prigioniero nel campo di concentramento di Linz dove è rimasto fino al termine del conflitto quando è stato liberato dagli alleati. Dopo la guerra, poiché a Grisignano di Zocco il papà aveva acquistato dei terreni agricoli, si è dedicato al lavoro dei campi e si era sposato con Angelina Belfiore. Ma il pensiero di Rotzo non lo ha mai abbandonato e quando una sua zia è partita per l’Australia permettendogli di utilizzare la sua casa di Castelletto, non ci ha pensato neanche un minuto e si è trasferito a Rotzo dove ha avviato un’attività agricola assieme alla moglie. Nel periodo estivo Cristiano ha lavorato per diverse Ditte nella realizzazione di dighe in Piemonte ed in varie località per permettergli di mantenere la famiglia. Negli anni 60 ha incrementato la sua attività agricola dedicandosi con soddisfazione alla coltivazione della patata che da quegli anni è diventata un prodotto sempre più ricercato fino a raggiungere la notorietà dei nostri giorni. Tornando agli avvenimenti dell’adunata è utile sottolineare il grande numero degli alpini della Sezione Monte Ortigara di Asiago (se ne sono potuti contare circa 500) che hanno sfilato compatti tra gli applausi della gente con in testa la tabella con la scritta del Gruppo di Asiago, seguito dalla Banda Monte Lemerle di Cesura guidata dal Sindaco di Roana Mario Porto, quindi il gagliardetto della Sezione assieme al Presidente Massimo Bonomo, i Vice Presidenti Daniele Busa e il Maestro Guido Azzolini ai quali si è aggiunto l’alpino di Rotzo Lino Slaviero combattente in Grecia ed in Piemonte durante l’ultima guerra, classe 1918, che ha percorso a piedi tutto il tragitto della sfilata. Dietro a loro Cristiano Dal Pozzo accompagnato dal figlio alpino Gianni e dal Sindaco di Rotzo Matteo Dal Pozzo con alle loro spalle una bandiera tricolore con la scritta “1935 reduce Abissinia”. Subito dietro i Sindaci di Asiago Andrea Gios, di Gallio Antonella Stella, l’Assessore di Pedemonte Sartori ed il Vice Presidente della Comunità Montana Lucio Spagnolo. Quindi i componenti del Direttivo della Sezione ed infine il grande numero di Alpini altopianesi di tutti i paesi e contrade. Con il Gruppo di Marostica hanno sfilato anche il Sindaco di Lusiana Virgilio Boscardin e la Vice Sindaco di Conco Alberti. Con il Gruppo di Bassano hanno invece sfilato il Sindaco di Conco Roberto Trotto ed il Sindaco di Enego Igor Rodeghiero. La giornata è stata estenuante, in quanto l’attesa per la partenza del corteo si è protratta per diverse ore, ma al termine della sfilata si vedeva la soddisfazione negli occhi degli alpini che vi hanno preso parte e che hanno potuto apprezzare l’ottima organizzazione dell’evento. M.D.P. 5 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 6 Raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, un impegno importante a cui bisogna abituarsi Educare e informare, per favorire una cultura alla differenziazione e al recupero, ed evitare abbandoni incontrollati Raccolta dei rifiuti, argomento dagli aspetti molto vari, tanto vasto quanto complicato. Con questo numero del giornale diamo il via a una serie di articoli con testimonianze, proposte ed esempi di come sia necessario innanzitutto educare e sensibilizzare alla raccolta differenziata, al rispetto delle regole e alla tutela dell’ambiente. In vista della messa a punto di modifiche da parte dei comuni nel sistema della raccolta e smaltimento dei rifiuti, di cui si parla da tempo, vogliamo provare a dare un contributo per incentivare la cultura alla differenziazione e al riciclo, perché la necessità di adeguarsi a futuri obblighi e divieti possa essere recepita non come una scocciatura, bensì come un contributo necessario al miglioramento del domani nostro e dei nostri figli. Quali sono i materiali effettivamente riciclabili? Come devono essere trattati prima di collocarli negli appositi contenitori? Come si dividono le varie tipologie di ciò che quotidianamente buttiamo nel cestino? Cercheremo di dare delle risposte chiare e semplici a queste domande, girandole a chi di dovere e portando degli esempi concreti di quello che succede in comuni dove la raccolta differenziata funziona, e bene, da tempo. Immagini come quelle che pubblichiamo testimoniano come in alcuni casi manchi totalmente la volontà di rispettare i regolamenti comunali vigenti, mancando così anche di rispetto ai propri concittadini, non solo perché lo spettacolo offerto da cassonetti riempiti e circondati da cose vecchie e fuori uso è tutt’altro che piacevole, ma anche perchè che il volume delle stesse va a gravare sui costi di raccolta che vengono divisi poi fra tutti gli utenti. Generalizzando, possiamo ricordare che per disfarsi dei rifiuti ingombranti è necessario rivolgersi al proprio comune il quale darà le indicazioni necessarie perché ciò possa essere fatto secondo le regole e senza costi aggiuntivi per chi richiede il servizio. Entrando nello specifico di quanto documentato nelle foto, diciamo che sono stata scattate nel giro di cinque giorni, a partire da un venerdì mattina, nello stesso luogo, in una via poco lontana dal centro di Asiago. Nel cassonetto (già di sé piuttosto malconcio e privo da tempo del coperchio!) sono finiti, tra l’altro, un vecchio televisore e una ventola di raffreddamento per elettrodomestici; successivamente, un po’ alla volta, attorno ad esso sono apparsi tre materassi, delle reti in ferro, porte in legno, sedie in legno, pezzi di vecchi mobili, specchi, sacchi contenenti lana di vetro, rami da potatura d’albero. La mattina si poteva notare come fosse stato aggiunto qualcosa di nuovo, mentre una parte del materiale dei giorni precedente era sparito, presumibilmente raccolto durante la normale attività degli addetti ai rifiuti. Ma quale sarebbe stato il comportamento esatto da tenere per sbarazzarsi del materiale inopportunamente finito dove è stato fotografato? La risposta dovrebbe essere scontata, ma episodi come l’esempio che riportiamo non sono poi rari, per cui forse vale la pena di ribadire il tutto. Per questo ci siamo rivolti ad Etra, che gestisce i rifiuti per conto del Comune di Asiago. “Secondo le modalità attualmente in vigore – spiega Silvia Garziera, responsabile dell’ufficio comunicazione e ufficio stampa quasi tutti i rifiuti indicati potevano essere asportati con il servizio ingombranti. Si tratta di un’operazione su chiamata, che va richiesto alla ditta Erredierre (tel. 0424 463700) che effettua il servizio. Per ogni chia- mata è possibile asportare al massimo 1,5 mc di materiale o 4 pezzi. Non è previsto un addebito aggiuntivo per l’asporto degli ingombranti. Fanno eccezione le ramaglie derivanti da potature, per le quali non è attualmente previsto un servizio di raccolta specifico e possono essere pertanto conferite nei normali cassonetti per il rifiuto indifferenziato. Un’altra eccezione è la lana di vetro, quasi sicuramente un rifiuto di origine non domestica, per il quale è necessario richiedere un servizio di asporto rifiuti speciali non assimilati. Per questo è possibile chiedere un’offerta all’ufficio commerciale di Etra (tel. 049 8098215)”. “I rifiuti abban- donati, come giustamente è stato notato, non vengono lasciati a lungo sul territorio, per motivi di decoro e perché possono in alcuni casi facilitare ulteriori abbandoni. Il nostro personale li raccoglie e i costi di queste operazioni gravano indistintamente su tutti i cittadini. In alcuni rari casi è possibile reperire all’interno dei sacchi abbandonati dei riferimenti personali, con cui si risale all’interessato, al quale viene comminata la sanzione prevista”. Cogliamo l’occasione anche per chiedere se sono in vista dei cambiamenti nella gestione dei rifiuti. “Il comune di Asiago – rispondono da Etra - ha previsto di apportare delle modifiche al sistema di raccolta rifiuti, con l’obietti- vo di potenziare notevolmente la raccolta differenziata. Verranno pertanto incrementati i contenitori disponibili per i rifiuti riciclabili e verranno posizionati contenitori per la raccolta dell’umido. I contenitori per il rifiuto non riciclabile saranno rinnovati. Inoltre chi vorrà aderire al compostaggio domestico e quindi trattare nel proprio giardino l’umido e il verde avrà una riduzione sulla tariffa rifiuti”. Concludiamo qui, per questo numero, invitando chi volesse intervenire in qualche modo sull’argomento a mettersi in contatto con la nostra redazione. Silvana Bortoli 8 l’Altopiano Sabato 17 maggio 2008 Asiago, arriva la metropolitana. L’annuncio dato in diretta tv dal sindaco Gios intervistato dal TG3 Un’edizione speciale del TG3 Veneto che lascia a bocca aperta gli spettatori, rivelando innumerevoli scoop sul futuro dell’Altopiano, in primis per quanto riguarda la viabilità, per la quale si prevedono importanti, originali e futuristiche opere. Ma sarà tutto vero? Lo studio della RAI è quello vero, la giornalista è proprio lei, il sindaco è lui, in persona, la gente intervistata pure. Il divertimento è vero: Rispaar strepitosi, ancora una volta, ancora di più. Spettatori che rimangono a bocca aperta, non solo per le inaspettate notizie, soprattutto per lo spettacolo straordinario che il gruppo ancora una volta regala. La domanda che nasce spontanea con il susseguirsi negli anni di nuovi show “riusciranno a rinnovarsi, a proporre qualcosa che non ci si aspetta, a stupirci ancora?” ha una sola, precisa, risposta: “ci sono riusciti, eccome se ci sono riusciti!”. Con Tele digo da Bertigo, i Rispaar proseguono in quella che è stata la naturale evoluzione del loro spettacolo, da un insieme di numeri di varietà e cabaret, fino a una rappresentazione omogenea e sempre più professionale. Lo spunto, come si può immaginare dal titolo, è la televisione, presentata nella vita di una famiglia alle prese con la Prevista anche una linea sotterranea che porterà direttamente sulle piste della Val Gardena quotidianità. La televisione è viva, ma la televisione è vera? Quanto di ciò che ci racconta è la verità, e come riesce a modificare le nostre abitudini? A volte ci trae in inganno, ma altre volte sa trasmettere messaggi semplici ed efficaci, come quello che hanno voluto dare i Rispaar, che incredibilmente sono riusciti a proporci in modo spassosissimo temi di assoluta attualità che riguardano il nostro territorio. Ammirevole è soprattutto il modo in cui lo spettacolo è stato costruito e confezionato, i riferimenti a realtà personali e della collettività tanto semplici quanto divertenti, il coinvolgimento di protagonisti veri che con il loro mettersi a disposizione danno un valore aggiunto all’impegno e all’attività del gruppo. Avremo modo di soffermarmi sullo spettacolo e i suoi protagonisti, oltre che sul suo fine, in una prossima edizione del giornale, quel che ci preme aggiungere sono due parole su ciò che crediamo di poter definire l’unico neo dello show, e che ci è stato segnalato da più di un lettore: i pochi biglietti a disposizione al momento dell’apertura della prevendita, esauritisi nel giro di mezza giornata. I Rispaar ammettono che qualche disguido c’è stato, ma chiariscono che quando si è dato il via alla prevendita i biglietti disponibili erano quattrocento. Come succede da sempre, per poter mettere a frutto nel miglior modo possibile quello che è lo scopo principale del loro lungo e impegnativo lavoro, ovvero la raccolta di fondi a scopo benefico, viene chiesta la somma di sessanta euro a varie attività commerciali, che diventano sponsor dello spettacolo, ricevendo in cambio due biglietti con priorità di scelta della data e per l’acquisto di un terzo biglietto. Ad inizio prevendita succede poi, come capitato anche quest’anno, che molti di coloro che si mettono in fila ancora prima che si inizi a vendere i biglietti, ne richiedano una quantità consistente, tanto da esaurirli nel giro di poche ore. Coloro, tanti, che sono rimasti senza dovranno pazientare e aspettare le repliche autunnali dello show, quando all’apertura della prevendita saranno a disposizione tutti i posti della sala, dato che le serate sono interamente riservate al pubblico. Silvana Bortoli Robinson ucciso da una malattia congenita “Difficilmente si sarebbe potuto evitare la tragedia” Displasia aritmogena del ventricolo destro: è questo il nome della patologia che ha ucciso Darcy Robinson quella maledetta sera di fine settembre durante la partita inaugurale del campionato 2007/08 contro il Renon. Una serata che rimarrà per sempre nella memoria di quei 700 tifosi presenti all’Odegar per incitare i loro beniamini. Darcy era uno di quei beniamini che aveva conquistato il cuore della tifoseria giallorossa nei due anni precedenti con la sua decisione sotto balaustra e con la sicurezza in difesa. La patologia consiste nella lenta sostituzione del tessuto muscolare del ventricolo destro del cuore con tessuto fibro – adiposo, una degenerazione che va ad incidere sull’efficienza elettrica del cuore stesso. Dagli studi del Centro cardiopatie congenite e pediatriche dell’Università di Padova e da quelli della John Hopkins University negli Stati Uniti risulta che ad essere colpita dalla malattia è circa una persona su 1.500, in prevalenza uomo, e che spesso il primo sintomo della malattia è proprio l’infarto del miocardio tanto che questa patologia ha una mortalità del 30 – 35%. Chi si salva è perché ha manifestato altri sintomi prima come aritmie ventricolari, palpitazioni e sincope che permettono una diagnosi anche con l’elettrocardiogramma che evidenzia i segni caratteristici. Si poteva evitare la morte del 26enne italo canadese con il sogno di giocare nella nazionale azzurra? Nei test medici effettuati pochi giorni prima su Darcy è possibile che non fossero stati riscontrati dei segni premonitori di quello che poteva accadere? E’ questo che la Procura di Bassano dovrà appurare ora che ha acquisito la perizia medica dei due luminari, medici dell’ateneo di Padova, Gaetano Thiene e Sante Ferrara. La convinzione generale è comunque che essendo questa patologia tra le prime cause di morte improvvisa in giovani atleti in Italia poco si poteva fare per diagnosticarla prima della tragedia. “Facile con il senno di poi puntare dita accusatorie - è il laconico commento di un compagno di squadra di Darcy – Resta che abbiamo perso un buon amico ed un ottimo compagno di squadra”. Gerardo Rigoni 7 Il bomba-day ad Asiago Anche Asiago ha avuto il suo “bomba – day”, non così spettacolare come quelli con grande risonanza mediatica avvenuti recentemente a Vicenza e Padova, ma comunque Bomba day è stato. E che bomba! Un 220 mm di 90 cm, che i nostri vecchi descrivono come “un bel sifoloto”. Lunedì scorso gli operai impegnati nella posa delle tubature del teleriscaldamento giunti con lo scavo all’altezza della videoteca in via Matteotti si sono imbattuti nell’ordigno bellico. Subito sembrava che, per motivi di sicurezza, nel momento in cui la bomba veniva spostata, fosse necessario lo sgombero di tutta la zona, ma le rassicurazioni degli artificieri di Verona hanno scongiurato un’ipotesi che avrebbe recato grossi disagi alla popolazione e una spesa non indifferente per le casse del Comune. Con perizia gli artificieri hanno liberato l’ordigno dalla terra che lo ricopriva da oltre 90 anni, controllato lo stato e poi trasportato la bomba in una zona lontana per farla brillare. G.R. Ricette per la vita di coppia La conferenza di Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, alla Scuola per genitori Perché ci si affanna tanto per passione, dell’innamoramento blemi di coppia che poi emertrovare un partner e poi dopo e ci si accorge dei difetti del gono”. tutta quella fatica lentamente la partner – ha spiegato Rossi – Dalle tipologie delle coppie, coppia si sgonfia? E’ stato Sono le motivazioni che ci alle caratteristiche che questo il tema attorno al qua- spingono ad accoppiarci con contraddistinguono una cople ha ruotato la conferenza di quella precisa persona che pia sana, il perché si tradisce, Marco Rossi, psichiatra e spesso sono alla base dei pro- sono tutte tematiche affrontasessuologo divenuto te con capacità comunifamoso per la sua parcativa e ironia da Rossi tecipazione al proche ha saputo mantenegramma di MTV re un costante contatto Loveline, svoltasi al con il pubblico. Grillo Parlante lunedì “Evitate l’abitudine, la 12 maggio. La conferoutine, la noia veri nerenza, che fa parte del mici della coppia – ha ciclo “Scuola per Genispiegato Rossi conclutori” promossa dai Serdendo – E poi cercate di vizi Sociali dei Comuni ricreare ogni giorno le altopianesi con la colcaratteristiche che vi laborazione del progethanno fatto innamorare to Metanandar, deldi quella persona e i l’Associazione provincomportamenti adottati ciale degli Artigiani, durante la fase del cordella Comunità Montateggiamento e dell’innana e di numerosi sponmoramento”. sor. La prossima serata della “Ci si accoppia per il Scuola per Genitori si ternostro benessere, siarà il 27 maggio sempre mo convinti che con alle 20.30 alla sala Grillo “quella persona” la Parlante con i relatori Panostra vita sarà miglioola Scalari e Francesco re, ed è effettivamente Berto sul tema “Adesso Marco Rossi, sessuologo e psichiatra, è diventato famoso grazie al programma così fino a quando ascoltami ... l’importanza di MTV, Loveline passa il periodo della delle regole”. G.R. 8 Sabato 17 maggio 2008 ATTUALITA’ l’Altopiano 8 Bruxelles (e non solo...): una chance umana, culturale e professionale per i nostri giovani I frutti del progetto “I giovani incontrano l’Europa”, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Asiago Pagina a cura di Martina Rossi Il 28 aprile, trenta ragazzi di Asiago, fra studenti e lavoratori, sono volati a Bruxelles, alla volta del Parlamento Europeo, verso un nuovo e più ampio orizzonte culturale. A promuovere l’iniziativa, ancora una volta, è stato l’Assessorato alla Cultura di Asiago, nell’ambito del più ampio progetto “I giovani incontrano l’Europa”. L’itinerario di conoscenza ha coinvolto, negli anni, diverse mete, dall’Inghilterra al Galles, dalla Polonia al Belgio; il percorso, promosso a favore dei giovani del Comune di Asiago, ha avuto come pri- mo scopo quello di aiutare i nostri giovani ad uscire dagli schemi della nostra realtà per trovare stimoli nuovi, sia sul piano umano e culturale che su quello professionale. “L’iniziativa – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Roberto Rigoni – sta producendo i suoi frutti con l’intento preciso di far conoscere l’offerta culturale e professionale dell’Unione Europea, ampliando così gli orizzonti dei nostri giovani”. Le varie esperienze promosse in questi quattro anni, infatti, hanno consentito a diversi giovani, non solo studenti universitari e dell’Istituto Superiore, ma anche lavoratori, di potenziare le proprie co- noscenze linguistiche e di scoprire le proprie attitudini, ampliando anche le proprie prospettive professionali. Per esempio, la frequentazione del Trinity College di Totnes ha lasciato ai partecipanti ol- Qualche domanda all’Assessore alla cultura Roberto Rigoni Quali sono i presupposti e le finalità del progetto da lei ideato sull’Europa? “Il progetto “I giovani incontrano l’Europa”, attivato da quattro anni dal Comune di Asiago, rappresenta un importante percorso finalizzato a far comprendere ai nostri giovani le grandi opportunità che l’Unione Europea offre loro sia dal punto di vista lavorativo che da quello culturale. Le nostre iniziative sono tutte protese a rafforzare lo spirito di cittadinanza europea, a sviluppare la comunicazione fra i giovani di origine, lingua e costumi diversi ma pur sempre appartenenti ad un’unica grande entità Europea, oltre ad incentivare i nostri ragazzi alla mobilità, per contribuire ad una formazione sul piano umano e professionale aperta a tutte le possibilità che lo scambio di esperienze può offrire e creando, al contempo, occasioni di amicizia tese a favorire i contatti fra giovani coetanei, per migliorare la loro competenza linguistica e la conoscenza delle altre culture”. Quali sono i risultati sino a qui conseguiti? “Questo progetto ci ha dato grande soddisfazione poiché sta ottenendo i suoi primi risultati: da quest’anno, alcuni nostri ragazzi svolgeranno esperienze di lavoro in Galles ed in Inghilterra grazie al supporto fornito dai nostri referenti all’estero, altri hanno manifestato l’interesse di svolgere esperienze di stage presso la sede regionale del Veneto a Bruxelles e questo ci gratifica in quanto è testimonianza viva che i nostri sforzi in questa direzione stanno producendo ottimi risultati grazie anche a tutta una serie di collegamenti che, nel corso degli anni, siamo riusciti a concretizzare”. L’Europa è una realtà sempre più vicina per i nostri giovani… “Non dobbiamo dimenticarci che, oggi più che mai, l’Europa, grazie anche ai voli aerei a basso costo ed alle sempre più efficaci modalità di comunicazione, apre ai giovani degli scenari strepitosi garantendo loro di accrescere le conoscenze e di acquisire maggiori professionalità utili sotto il profilo dell’inserimento lavorativo. Ogni anno il nostro Comune stanzia risorse per un soggiorno studio di due settimane nel Regno Unito per 10 giovani che hanno così l’opportunità di frequentare un corso di inglese intensivo e di vivere in famiglia a spese del Comune, abbiamo, inoltre, consolidato il nostro rapporto di gemellaggio con il college gallese di Carmarthan dove, annualmente inviamo 12 studenti. In ciò sta la forza del nostro progetto che punta ad accrescere le già molteplici iniziative tese a coinvolgere i giovani in questo affascinante percorso”. Quali possono essere i vantaggi sotto il profilo dell’inserimento lavorativo dei giovani? “In questi 4 anni di amministrazione, abbiamo favorito una serie di investimenti a favore dei giovani proprio al fine di far acquisire loro quelle competenze, anche linguistiche, idonee a garantire una maggiore facilità di inserimento lavorativo. E’ evidente come una discreta padronanza della lingua inglese rappresenti, al giorno d’oggi, una maggiore facilitazione per un inserimento lavorativo ad ogni livello. Il nostro principale obiettivo è stato quello di spronare i ragazzi a compiere sempre maggiori esperienze di lavoro e di studio all’estero al fine di far sviluppare una maggiore apertura mentale nella consapevolezza che l’Unione Europea può aprire loro importanti scenari sotto il profilo culturale ed occupazionale”. tre che un importante bagaglio umano anche un più concreto attestato che è andato ad arricchire il loro curriculum. L’esperienza nel College di Carmarthan in Galles, invece, ha prodotto ancora più rigogliosi frutti: c’è chi, reduce dall’irripetibile esperienza, ha deciso di proporsi come stagista o, addirittura, di cercare un lavoro nella ridente cittadina. Se l’esperienza proposta qualche mese fa di visita al campo di concentramento di Auschwitz ha permesso ai ragazzi di avvicinarsi alla storia passata (e che non deve ripetersi), quella appena conclusa a Bruxelles li ha proiettati verso il futuro, passando per un presente non ancora ben conosciuto: l’Unione Europea. I trenta partecipanti hanno potuto vedere la rappresentazione della realtà locale nell’ambito dell’UE, proprio in quella che potremmo a ragione considerare la nostra capitale del presente e del futuro, pur nel rispetto di quella nazionale: la sempre ridente Roma. Nella prima giornata il gruppo ha visitato la città, sicuramente molto bella, ma anche controversa; sebbene unisca i destini di 27 nazioni, Bruxelles soffre di divisioni interne e conflitti anche aspri tra la comunità Fiamminga e la Vallone. Nella seconda giornata, i trenta asiaghesi hanno incontrato, nella nuova sede, la delegazione veneta, presieduta dal Dottor Gianlorenzo Martini. A differenza degli altri paesi, l’Italia ha aperto in grave ritardo sedi istituzionali, ma il Veneto ha saputo recuperare velocemente il tempo perduto: si tratta di uffici che collaborano a stretto contatto con le istituzioni e che cercano di fare da tramite con le aziende, gli enti e le organizzazioni venete. L’ultimo colloquio è avvenuto con altri rappresentanti del Veneto, con l’intento di dare una panoramica sulle concrete possibilità di lavoro nella sede europea; la prospettiva è stata naturalmente quella delle opportunità formative (master, stages, tirocini) e occupazionali. Ovviamente, il titolo di studio e la conoscenza delle lingue sono fattori determinanti in questo tipo di attività. I settori di attività in cui la Sede di Bruxelles attualmente opera sono quelli dell’agricoltura, dell’ambiente, della cultura, dell’immigrazione, delle politiche sociali, della ricerca e innovazione, della sanità e dei trasporti. La Sede partecipa inoltre ai lavori del Comitato delle Regioni. I ragazzi hanno compreso l’importanza di Bruxelles come centro di idee e, più concretamente, di finanziamenti. Anche in questa occasione, alcuni ragazzi hanno iniziato a considerare l’eventualità, prima loro sconosciuta o remota, di poter intraprendere uno stage e, forse, una carriera, proprio nel fulcro d’Europa, che hanno visitato con curiosità e diligenza, ma anche con il divertimento che è proprio di tutti i ragazzi, entrando nell’ottica di una configurazione non più frammentata ma unitaria e verso il principio di mobilità, che, specialmente a partire dal nuovo millennio, ha portato progressivamente a più veloci mezzi di comunicazione e anche di spostamento. Il viaggio, per i ragazzi, è stato motivo di orgoglio, nel vedere la nostra realtà rappresentata anche in Europa, ma anche un momento solenne, in quanto hanno potuto toccare con mano (nel vero senso del termine, dato che sono riusciti con intraprendenza a visitare anche i banchi del parlamento, dove hanno scattato anche qualche foto) le funzioni dell’Unione Europea anche da un punto di vista più strettamente politico. Alcuni sono rimasti piacevolmente colpiti nel poter constatare che la realtà di Bruxelles è molto cosmopolita, ordinata, pulita e... ricca. Oltre a scoprire l’organizzazione meticolosa del Parlamento Europeo, i trenta ragazzi hanno scoperto anche di stare bene insieme, tanto che si trovano periodicamente per una pizza.Intanto le iniziative proseguono: il quattordici di questo mese sono partiti altri ragazzi alla volta del Galles. “L’itinerario di conoscenza dell’Europa da noi promosso – ha orgogliosamente dichiarato l’Assessore Rigoni – sta per essere avviato anche da altri Comuni altopianesi, che hanno trovato il progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura di Asiago molto attento alle risorse e alle opportunità rivolte ai giovani”. Secondo tutti i partecipanti, questa è un’iniziativa positiva a trecentosessanta gradi, che sperano venga proseguita anche negli anni a venire. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 9 Claudia, la ragazza più in dell’Ipsia ATTUALITA’ Una classe di normodotati impegnata in una sfida: diversabilizzarsi, ovvero diventare abili in cose che si fanno poco come capire gli altri, diventare loro, provare i loro sentimenti. In questa conquista gli alunni della III A/T dell’Ipsia hanno avuto un’insegnante speciale: Claudia, ragazza disabile che attraverso la sua presenza a scuola ha fatto imparare a tutti qualcosa che non si trova sui libri, ma che è la vita ad insegnare. “Senza Claudia noi saremo rimasti una classe di normodotati gravi, cioè persone che si danno importanza perché hanno queste o quelle abilità. Ma siamo anche handicappati quando crolla il nostro castello di carte e scopriamo di avere paura della diversità e imbarazzo per il disabile”. E’ una delle belle e importanti riflessioni, dei tanti pensieri che gli studenti di questa classe del settore meccanico hanno maturato in un lavoro fatto in classe con l’insegnante d’italiano Silvia Borgo e poi comunicato a tutti gli altri del- I ragazzi della terza A, settore meccanico, protagonisti di un bellissimo e significativo lavoro sulla disabilità che hanno voluto presentare in una lezione spettacolo alla quale ha partecipato anche il giornalista Gian Antonio Stella la scuola attraverso una lezione-spettacolo proposta in una inconsueta assemblea d’istituto tenutasi al Grillo Parlante di Asiago. Il copione dello spettacolo è stato composto dopo un lavoro di studio su due testi “La bambina, il pugile e il canguro” di Gian Antonio Stella, “Una vita imprudente” di Claudio Imprudente, sul film “L’ottavo Giorno” e naturalmente stando insieme a Claudia, osservandola, trovando nella sua semplicità e nella sua spontaneità meravigliose lezioni di vita. Tutta la classe si è impegnata a leggere, riflettere, discutere, condividere, suggerire, ideare e musicare le parole. “I ragazzi sono stati meravigliosi – dice Silvia Borgo – la stesura iniziale del copione fatta da me è stata totalmente stravolta da loro, l’hanno reso Chemical Wedding, è l’ora dell’esordio Nuova (ed unica) cover band di Bruce Dickinson: la prima serata il 24 maggio Non è bastato un anno per poter far conoscere, attraverso il nostro giornale, la fiorente attività musicale del nostro piccolo Altopiano: ogni tanto arriva qualche proposta nuova che andrà ad animare le nostre serate. E’ proprio questo il caso dei The Chemical Wedding (titolo di una canzone di Bruce Dickinson dedicata a Aleister Crowley, simbolo indiscusso di magia, esoterismo e satanismo) che, presto, oltre a proporci una novità, sempre ben gradita nel nostro spesso monotono tran tran altopianese, ci faranno conoscere un genere musicale poco noto ai più, dandoci l’opportunità di arricchire la nostra cultura musicale, assaporando piacevolmente il gusto di sonorità nuove. Il gruppo, come suggerisce il titolo di una sua nota canzone, si propone infatti di eseguire un fedele tributo a Bruce Dickinson, cantante degli Iron Maiden, proponendo i brani della sua carriera da solista. La scelta è assolutamente singolare: pare infatti che, in Italia, non esista ancora una cover band ufficiale che renda omaggio al celebre cantante, considerato una delle più belle voci al mondo. Il progetto è nato dall’idea e dalla passione di due noti chitarristi asiaghesi, Andrea Mosele (Bestion) e Giovanni Rigoni (Vis). Il repertorio valorizza senz’altro gli arrangiamenti delle due chitarre e, dunque, anche i mo potuto assaggiare le doti canore durante l’Altopiano in Musica, dove si è esibito con il suo primo gruppo, i Sick Minds (tribute band Iron Maiden). La squadra, inizialmente partita con l’intento di divertirsi, si è subito rivelata vincente; così lo scopo è diventato quello di esibirsi anche nei locali altopianesi e della pianura e, perché no, di poter aspirare a diventare la tribute band ufficiale di Bruce Dickinson. Il genere prescelto sicuramente indica una ricerca elaborata e complessa, che, solitamente, si dirige verso un pubblico di nicchia. Avremo l’opportunità di sentirli il 24 maggio, al Khéllar Pub, in una serata dal doppio appuntamento: prima, i 4th Dimention (già presentati dalla nostra rubrica musicale), poi il loro esplosivo esordio. Per il gruppo, questa prima serata rappresenta un’incognita, proprio per la scelta, se vogliamo un po’ sofisticata, del repertorio, ma Bruce Dickinson i cinque musicisti assicurano che ci sarà un bel sound all’insegna dell’heavy metal, ma anche di meravigliose ballate. I The Chemical Wedding, che hanno registrato anche un cd di cover e che in futuro sono intenzionati a comporre anche musica propria, ci aspettano per il loro esordio il 24 maggio; nel frattempo, è possibile visitare la loro pagina My Space (http:// w w w. m y s p a c e . c o m / thechimicalwedding) Martina Ross i nostri due musicisti, tra i più stimati e conosciuti dell’Altopiano e non solo: il primo per anni chitarrista dei Dar Orken, il secondo parte di una delle band storiche e più fruttuose del territorio, i Reethma. Alla batteria non poteva che esserci Fabio Mosele, compagno di suonate e di divertimento sia di Andrea (nei Dar Orken) che di Giovanni, con cui ha condiviso vent’anni di musica, culminati nel disco che hanno inciso con i Reethma. I tre hanno deciso di coinvolgere nel progetto, come bassista, Nicola Benetti (Tata), il nuovo talento delle quattro corde altopianesi. Mancava il cantante: una scelta molto ardua, data l’importanza della voce nei brani prescelti, una voce inimitabile che non cadesse nel caricaturale; ecco che i quattro musicisti hanno puntato su Jonathan Pablo Berretta, cantante di cui abbia- proprio ed è stato bello vedere come loro stessi esigevano qualità dal lavoro”. Ospite speciale della lezione spettacolo è stato lo scrittore Gian Antonio Stella che ha risposto a varie domande dei ragazzi. “Attraverso questo libro, il più difficile da scrivere tra tutti quelli che ho pubblicato – ha detto tra l’altro il giornalista – ho tentato di far passare una lezione: l’handicap è un peso che può essere portato con gioia e allegria. Questo mondo non capisce quale tesoro rappresenta chi è diverso da noi e che laddove c’è più diversità c’è anche più ricchezza. Ritengo fondamentale coinvolgere il più possibile nella società chi è quasi perfetto”. Anche la famiglia di Claudia è stata coinvolta nello spettacolo e al termine, Ornella, sorella della nostra protagonista, ha letto i pensieri che ci pare significativo riportare integralmente qui a fianco. “La scuola e i ragazzi – è il commento conclusivo della preside Maria Giovanna Rettore - sono in grado di fare cose bellissime, positive e importanti. E questo lavoro è uno splendido esempio”. Stefania Longhini Cara Claudia, ripenso alla mia forte emozione il giorno che ti ho visto per la prima volta fuori dalla sala parto, quando ho intuito – ancor prima che le infermiere in evidente imbarazzo potessero dirmi qualcosa- che saresti stata una persona specialmente diversa. La definizione scientifica della tua sindrome sembrava non lasciare spazio a dubbi e speranze. Che cosa avrebbe significato tutto ciò per la tua famiglia ancora non era chiaro, l’unica cosa evidente pareva il fatto che tu avessi fatto ingresso in questo mondo col piede sbagliato. Sono stati tempi difficili quelli iniziali, caratterizzati dall’incertezza: del resto la paura del nuovo, del diverso, spaventa tutti e la tua famiglia ha affrontato così scenari nuovi che si stavano aprendo. Ma tu che ne sapevi di tutti questi pensieri e del chiasso attorno alla tua nascita, eri piccola e fragile e ascoltavi nella tua carrozzina la musica dei Beatles. A noi è piaciuto il suggerimento di chi ci invitata ad affrontare la nuova realtà con ottimismo, a trattarti normalmente come ogni altro bambino in crescita, da correggere e incoraggiare con i sì e no del caso, da stimolare secondo le inclinazioni naturali e soprattutto da amare… Fortunatamente non siamo stati soli; pensando al tuo prossimo 18esimo compleanno abbraccio nel mio ricordo e ringrazio tutte le persone che hanno creduto in te, che hanno dedicato un po’ del loro tempo per insegnarti qualcosa e darti nuovi stimoli. Non da ultimi tutti gli insegnanti e operatori che hanno insistito per farti arrivare ai molti traguardi che hai raggiunto, come ad esempio a chi si è emozionato visibilmente accompagnandoti all’esame di terza media, orgogliosa delle tue tesine…. E’ stato questo atteggiamento di amore e accoglienza a farti forse arrivare fin qui da parte soprattutto di molte persone adulte, visto che i tuoi seri problemi di salute non hanno favorito i rapporti con i tuoi coetanei. C’è stato qualche momento di difficoltà e tristezza nel cammino: un giorno sei tornata da scuola e ci hai chiesto che cosa significhi la parola handicappato, che qualcuno aveva riferito a te ed eri molto agitata. Noi ti abbiamo spiegato che la parola indica una persona in difficoltà. Tu hai allora riflettuto un po’ sulla questione e sei giunta alla conclusione che il termine non si riferiva a te, bensì ad esempio ad un tuo amico cieco in seguito ad un incidente o alla tua vicina di casa che non parla più per via di una paralisi. La tua famiglia ti augura di incontrare sempre persone disposte a fermarsi e a conoscerti senza pregiudizi, alle quali poter regalare un po’ della tua allegria e delle tue battute, tu che hai superato molti scogli e hai affrontato e affronti numerosi problemi di salute. Cara sorella, mi piace sempre averti con me perché con te si ride comunque: sei genuina, hai battute pronte in ogni occasione, spesso molto acute e capti l’umore delle persone con la tua sensibilità e sai condividere il loro stato d’animo. Con te si può essere se stessi, con te non ci sono segreti e si deve essere pronti a tutto, perché tu non hai peli sulla lingua; il tuo mondo è semplice, non ci sono titoli ed etichette, con te anche il dottore più specializzato diventa un po’ più umano. Tu vivi intensamente e con tanta emozione anche le piccole cose, tu ti ricordi sempre delle persone a te care e le riempi di disegni e pensierini. Grazie perché ti si può rendere felice anche solo con un gelato, con un invito a cena o una gita! Oggi goditi questa festa che ti vede anche un po’ protagonista con la tua simpatia; un grazie sentito a chi l’ha voluta e ci ha creduto, le prof.sse Borgo e Polato, alla preside e agli studenti e a tutti coloro che hanno lavorato per realizzarla! Ornella Forte 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 10 Clima ancora incandescente in consiglio ROANA “Abbiamo toccato il fondo, un consiglio comunale così non si è mai visto”. E’ il commento del consigliere indipendente Antonella Cocco dopo la seduta svoltasi martedì 6 maggio. Un consiglio comunale teso fin dalle prime battute dove la consigliera, ex assessore all’Edilizia Pubblica, ha contestato l’approvazione del verbale della seduta precedente dove si indicava che la Cocco era presente in commissione edilizia nelle sedute del 14 settembre 2005 e 1 giugno 2006 quando si è parlato dell’assunzione di iniziativa pubblica da parte del Comune della lottizzazione Masiere 2. La Cocco, con documenti alla mano, ha dimostrato che non Antonella Cocco: “Abbiamo toccato il fondo”. Intanto tra i cittadini c’è chi si chiede se non sia il caso di chiudere anzitempo con questa amministrazione era stata presente alle due sedute, mentre nella prima era presente il sindaco Mario Porto che invece aveva dichiarato di non sapere nulla della pratica. “Quindi il sindaco non può non sapere di cosa si tratta come sostenuto in consiglio – spiega la Cocco – Qui siamo di fronte ad una di queste due cose: o il sindaco non sa cosa sta presentando in consiglio, e nemmeno gli assessori visto che la delibera è stata discussa anche in Giunta, oppure fa finta di non sapere, entrambe situazioni gravi che vanno a danneggiare i cittadini che non vengono informati correttamente su cosa viene deciso” Il clima si è riscaldato anco- ra di più quando il responsabile dell’Ufficio Tecnico, arch. Marco Farro, ha relazionato nuovamente sulla lottizzazione contesa azzittendo a un certo punto la Cocco che contestava le sue dichiarazioni. “Un funzionario comunale non può permettersi di azzittire un consigliere in consiglio comunale – ha sbotta- to il capogruppo di minoranza, Davide Bolzon, intervenendo in difesa della Cocco – O il sindaco riprende in mano le redini della situazione, oppure è meglio chiudere qua questa sera”. Ad aggiungere legna sul fuoco poi la discussione sulla cessione di capacità edificatoria comunale a Mezzaselva, delibera poi ri- tirata per una lettera dei regolieri che contestavano la regolarità dell’operazione, argomento oggetto anche di una lettera anonima inviata alla Procura che avrebbe aperto un’indagine conoscitiva sulla pratica. “Una delibera viziata da varie irregolarità – commenta Bolzon – Sia perché relazionata dall’assessore al Patrimonio, quando invece è di pertinenza dell’Urbanistica, e quindi del sindaco, sia perché non viene data una spiegazione su dove vada a finire la cubatura ceduta, sia perché il regolamento comunale prevede la cessione diretta di cubatura comunale solo in casi eccezionali, per particelle sotto i 15 mila euro di valore e a persona privata (condizioni non presenti in questa delibera)”. Il clima incandescente della politica roanese è oramai discussione quotidiana tra i residenti delle sei frazioni. Molti si dichiarano logorati dalla situazione creata e si chiedono se non è il caso di chiudere questa amministrazione anzitempo con un commissariamento che permetterebbe anche lo svolgersi della prossima campagna elettorale in un clima più sereno con al centro le problematiche reali del paese e non le beghe politiche con accuse e controaccuse che danneggiano solamente gli abitanti di Roana. Gerardo Rigoni mezz’ora...può cambiarti la vita!” Ha esordito. C’è da aggiungere, che l’esercizio aerobico, implica una respirazione profonda, cosa che il fumatore, non può certo sperare di mettere in pratica, quindi poco alla volta, per aumentare le sue prestazioni, gli vien voglia di ridurre se non di smettere il vizio. I disordini alimentari inoltre, comportano grossi rischi tra i quali il diabete e l’obesità, altre due patologie che a cascata, coinvolgono e danneggiano il sistema cardio-circolatorio, dove scaricano gli effetti negativi, anche l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’iperglicemia. Come si vede, è una catena, che porta inevitabilmente al collasso del sistema. Uno degli alibi per non fare attività,che la De Sforza, si sente riferire più di frequente dai pazienti ai quali fa riabilitazione, è: “Non ho tempo...!” La sua risposta? “Trovatelo!” Tout court. Il corpo umano è una macchina perfetta: necessita dei giusti nutrienti, di tutela, di attività, proprio come un motore, che se sta fermo o maltrattato, si danneggia. Ecco dove un’attività soft e alla portata di tutti, come il Nordic Walking, può avere funzione preventiva e terapeutica. “Due passi per il cuore”, progetto cui la Dott.ssa De Sforza e il Dottor Apolloni, hanno attivamente collaborato, è il perfetto metronomo per testare l’evoluzione nell’arco delle 10 settimane (40 ore, fra corso e pratica libera), suggerite da “NordWalk”, cui i partecipanti si sono sottoposti. In breve, i tests effettuati hanno dimostrato come, praticamente nessuno ha risentito di dolori muscolari e crampi, tutti hanno migliorato la postura e la scioltezza delle articolazioni, tutti hanno socializzato e tratto beneficio psicologico dalla pratica in compagnia e a contatto con la natura. Tutto con 10 euro (questa la quota di iscrizione all’Associazione Norwalk, atta a coprire il costo assicurativo e l’uso dei bastoncini). Ah, e i pochi euro del costo dei bastoncini, per chi voglia continuare la pratica e risulta, ne siano stati venduti parecchi... (Info: www.norwalk.it - 348/ 7817707) Beppa Rigoni Scit Tutti i benefici del Nordic Walking Avviato per il secondo anno a Roana il progetto “Due passi per il cuore” - Presentati in un incontro in municipio i vantaggi di una disciplina sportiva praticabile da tutti La sera del 30 aprile nel Municipio di Roana, davanti ad un pubblico attento e coinvolto, Monica Segafredo e Giambattista Carli (promotori dell’iniziativa), hanno presentato il secondo anno di sperimentazione e monitoraggio della pratica della disciplina del Nordic Walking nel nostro territorio. Relatori, oltre al Presidente del Consorzio Turistico, Domenico De Guio, sportivo ed istruttore di Nordic Walking, il nostro Primario di Medicina, Dott. Enzo Apolloni, cardiologo (altro appassionato sportivo e ciclista) e la Dott.ssa Anna Sartori De Sforza, fisioterapista. Presente, oltre ai due promotori, quasi tutto lo staff di istruttori di Nordic Walking: Marco Carli, Edoardo Leoni, Arianna Vescovi e Gigliola Segafredo. Lo scopo della serata era divulgativo, informativo in merito ai risultati registrati lo scorso anno e “commerciale”, se così si vuol dire, perchè a fine serata si sono date al pubblico ulteriori informazioni, per il corso che parte...e che ha avuto un buon riscontro fra i presenti. (Il corso che è partito il giorno 6 maggio – prossima uscita domenica 18 - ha visto una sessantina di presenze, mentre il precedente tenutosi in novembre 2007, 42...30% in più!). Monica e Giambattista hanno illustrato cosa implichi il Nordic Walking, come lo si pratichi, quale sia l’attrezzatura idonea, quali i benefici a livello fisico e psicologico e quale lo spirito giusto per affrontarlo: semplicemente, la voglia di muoversi, di stare in compagnia, di godere appieno della natura e di implementare con piccoli accorgimenti, la performance...Posizione eretta, spalle rilassate, passi lunghi, braccia bilanciate, alternanza dell’apertura delle mani sui bastoncini quando esse arrivano all’altezza della coscia, per poi essere riafferrati nella spinta verso terra, in un continuo fluire che facendo da pompa, stimola la circolazione periferica ed il ritorno venoso al cuore. No, farlo non è macchinoso, è di una semplicità unica e dopo un po’ diviene del tutto naturale. Certo è necessaria la presenza e la formazione da parte degli istruttori, non ci si può improvvisare. Il Nordic Walking è una disciplina sportiva a costo e impatto ambientale zero, praticabile a tutte le età, in gruppo o in solitaria, tanto ti fa compagnia il battito del cuore, sempre costante, mai in affaticamento. Dopo un bel giro, torni a casa che sei più riposato di quando sei partito, ma carico, perchè l’ossigenazione, il rilassamento e la “prova” hanno il potere di innalzare la serotonina, stabilizzare l’umore e dare una forte sensazione di benessere. Il Dottor Apolloni ha dato delle indicazioni chiare e forti circa le cattive abitudini alimentari, l’abuso di fumo e alcool e la mancanza di esercizio fisico, situazioni che potremmo definire “ad assetto variabile” (oltre alle imprescindibili condizioni costanti: sesso ed età): tutti questi aspetti assommati indicono ad una prematura degenerazione del sistema cardiocircolatorio, portando inevitabilmente come conseguenze: patologie cardiache, vascolari, cerebrali, diabetiche, accorciando la vita o condizionandone fortemente la qualità. Se poi si aggiunge la familiarità verso alcune di queste patologie, il risultato è certo...Tutti questi fattori assieme, danno una sentenza disastrosa; già eliminandone qualcuno, si re- stringe la forbice e il rischio cala. E se qualche cattiva abitudine, la si smette? Ben venga, il flusso negativo verrà interrotto, ma buona parte del danno è fatta! A quel punto che fare? Intervenire con terapia farmacologica e chirurgica: esistono ottime tecniche per allargare le arterie ostruite e a rischio di trombosi, infarto e ictus. Una è quella del palloncino inserito con sonde in arteria allo scopo di dilatarla (ma il risultato è limitato nel tempo), l’altra è inserire una rete, che va a riparare il vaso in modo più stabile, essendo medicata con farmaci ricostruttivi che incidono sulle piastrine del sangue ( le cellule che servono a rimarginare le ferite e quindi bloccano il sanguinamento). Perseverare nelle cattive abitudini testè citate, porta non solo a gravi patologie, ma anche a danni cardiaci irreversibili, fino al collasso delle valvole e alla morte del muscolo cardiaco stesso. Quindi Enzo Apolloni, il cardiologo, lo sportivo (testimonianza vivente di ciò che asserisce), insiste su: sane abitudini, no a fumo ed alcool, alimentazione corretta e attività fisica! Quanto e come farla, è spettato alla Dott.ssa Sartori De Sforza, anche lei figura dal fisico asciutto e scattante...sano, in poche parole! “Fare attività fisica in modo saltuario e scostante, non apporta particolari benefici, anzi; farla in modo sistematico, da tre a cinque volte la settimana per almeno 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 11 Progetto Cattedra, ecco le idee migliori ROANA Presentati i risultati del concorso di idee indetto dall’assemblea dei sindaci dell’Altopiano per la progettazione dell’Istituto Europeo per le politiche della Montagna che si realizzerà nell’ex stalla modello “Cattedra” a Canove. Ad aggiudicarsi il primo posto è stato l’arch. Giorgio Santagostino di Milano con una prospettiva futura dell’istituto razionale, fatta di linee pulite, fattibile e soprattutto realizzabile in più stralci. La commissione giudicatrice, composta dal segretario del Comune di Roana Augusto Paccanaro, dai designati dell’ordine degli architetti di Vicenza, Alessandro Zaffagnini e Mario Battalliard, dal designato dell’ordine degli ingegneri di Vicenza Giorgio Morandi e dal geometra dell’ufficio tecnico dei lavori pubblici di Roana Gabriele Valente, sé stata impegnata per oltre un mese per valutare i 54 prospetti arrivati per parteci- Presentati i risultati del concorso di idee indetto per la progettazione dell’Istituto Europeo per le politiche della montagna che dovrebbe essere realizzato presso l’ex stalla modello di Canove pare al concorso. Sul podio anche Luca Barcella di Carobbo degli Angeli e Silvia Dalla Costa di Venezia. Una menzione speciale è andata anche a Giuseppe Panozzo di Vicenza, Duccio Antonio Dinale di Marostica e Michele Vassallo di Caserta che saranno rimborsati della spesa per le idee presentate. Ora spetta all’assemblea dei sindaci affidare l’incarico del progetto esecutivo che andrà molto probabilmente al vincitore. Il progetto dell’Istituto Europeo dovrà comprendere numerose strutture, sia ricettive sia didattiche, tra cui degli alloggi, una sala mensa, una reception nonché delle aule, una biblioteca, una sala conferenze e zone adibite a laboratori a disposizione delle Università. Il tutto per dare la maggior completezza ad un’idea che vuole dare spazio a tutte quelle strutture ed enti preposte allo studio di politiche economiche, sociali, agroalimentari ed ambientali a favore della montagna per permettere ai montanari di continuare a vivere in montagna. E mentre è stato già disposto di esporre tutti i prospetti presentati per i mesi estivi nella sala riunioni del centro polifunzionale di Cesuna, il presidente dell’assemblea dei sindaci, il sindaco Mario Porto, ha già preso contatti per reperire i finanziamenti europei necessari per eseguire il primo stralcio quando il progetto esecutivo sarà pronto. Gerardo Rigoni La terza edizione di Hoga Zait E’ tempo di Hoga Zait, letteralmente di “tempo alto”, “tempo bello”, quello che ben si concilia con l’allegria e la festa. Insomma è tempo di programmazione, per l’organizzazione della festa più attesa dell’estate. La terza edizione dell’Hoga Zait, l’ormai famoso Festival Cimbro dell’Altopiano, si svolgerà infatti nel territorio del Comune di Roana dal 10 al 20 luglio 2008. Alla manifestazione di quest’anno che ha ricevuto il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Vicenza, della Comunità Montana “Spettabile Reggenza dei Sette Comuni” e il sostegno dell’Istituto di Cultura Cimbra di Roana, parteciperà anche il Comune di Rotzo. La kermesse organizzata dal Comune di Roana, vedrà protagonisti i volontari delle sei Associazioni Turistiche Pro Loco del Comune di Roana e di Rotzo, l’Istituto di Cultura Cimbra di Roana e la società Archeidos che gestisce il parco archeologico del Bostel. La partecipazione quest’anno anche delle Comunità di Luserna, Cansiglio e Lessinia, definirà i confini geografici di una etnia limitata a pochi chilometri quadrati di territorio. Il calendario degli eventi si annuncia come sempre ricco di iniziative, che cercheranno di coniugare cultura e tradizioni con l’indispensabile turismo. Fiabe e leggende ambientate nel suggestivo scenario di grotte e anfiteatri naturali, documentari, film, appuntamenti culturali, escursioni guidate nei luoghi della leggenda, concerti, sfilate in costume, il Processo alla Strega, falò propiziatori e fiaccolate. Ce n’è davvero per tutti i gusti e per tutti gli esperti di viaggi con la fantasia. Le feste di paese, tutte rigorosamente ispirate a tradizioni e leggende cimbre, si concentreranno durante i fine settimana del Festival, mentre le altre giornate della manifestazione saranno dedicate alla didattica, ai bambini, alla cultura intesa come apprendimento di antichi saperi e trasmissione di patrimonio di conoscenze. E’ il momento per gli ultimi ritocchi organizzativi prima della festa. Per sapere dove, come e quando partecipare al Festival Cimbro www.comune.roana.vi.it/ Giovanni Rattini Enrico Fabris alla Partita del Cuore Immagine inconsueta quella offerta da Rai Uno lunedì 12 maggio: Enrico Fabris impegnato in un evento sportivo, questa volta senza indossare i suoi fedeli pattini dalla lama lunga, bensì con un paio di scarpe con tacchetti da calciatore, sceso in campo con la maglia numero 13 nella Partita del Cuore 2008. Opposta alla nazionale cantanti, la squadra “Unica” con campioni attuali ed ex di vari sport. Lo scopo dell’incontro, che ha visto la partecipazione sia come protagonisti che come spettatori di un grandissimo numero di personaggi popolari del mondo della musica, della televisione, del calcio e di altre discipline sportive, è stato quello di raccogliere fondi da devolvere a scopo benefico alla Fondazione Roma e alla Fondazione Parco della Mistica. Enrico è stato in campo per tutto il primo tempo, trovandosi a contrastare, tra l’altro, personaggi del calibro di Maradona e Ramazzotti e giocando nella stessa compagine di Conti, Amendola, Zico. Fra i protagonisti della manifestazione anche Francesco Totti, Marco Materazzi, Andrea Dovizioso, Gianni Moranti, Paolo Belli, Raul Bova, Pupo, Fabrizio Frizzi e tantissimi altri. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 12 ATTUALITA’ Si chiude il programma Leader Plus 16 azioni realizzate nel piano di sviluppo locale, un totale di 7 milioni di investimenti sul territorio con un lavoro importante svolto dall’ufficio diretto da Francesco Manzardo Progetti di qualità finalizzati allo sviluppo della montagna vicentina, realizzati grazie ad una significativa sinergia tra pubblico e privato con investimenti nei settori turistico, commerciale, agricolo, ambientale, dell’energia e della cooperazione. Circa 7 milioni di euro d’investimento, poco più della metà dei quali, 3 milioni 840 mila euro, finanziati dalla comunità europea. Questo è quanto si è potuto realizzare tra il 2002 e il 2007 grazie al programma europeo di sviluppo delle aree rurali Leader Plus che ha coinvolto tutti i comuni, ben 36, compresi nelle sei comunità montane del vicentino. I progetti sono stati elaborati e seguiti nella loro realizzazione dal GAL “Montagna vicentina” nel quale sono rappresentate tutte le forze istituzionali ed economiche presenti nel territorio: Artigiani, Commercianti, Coldiretti ed Industriali, oltre a tutte le comunità montane, alla Provincia, alla Camera di Commercio, al Consorzio Turistico “Vicenza è” e “Asiago 7 Comuni”, all’Università di Pado- va Facoltà di Agraria e al CURA (Consorzio Universitario per la ricerca applicata . Questi i componenti del consiglio: Agostino Bonomo (Associazione Artigiani) presidente; Giovanni Gasparini (Comunità Montana Astico Brenta) vicepresidente; Giancarlo Bortoli (Comunità Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni), Enzo Benetti (Commercianti), Valentino Barbierato (Associazione Industriali), Dino Panozzo (Coldiretti), Giovanni Pietro Dalla Costa (Comunità Montana Agno Chiampo), Galdino Zanchetta (Provincia), Franco Paganin (Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni). Il collegio sindacale è composto da: Giuliano Campanella, Fabrizio Benetti e Carlo Stefani. Vero motore del GAL che ha seguito lo sviluppo dei progetti in ogni piccolo particolare e ha permesso, con impegno, costanza e professionalità, la realizzazione di tutti gli obiettivi è progetti relativi all’ambiente 806.133 euro, per il settore energia 795.223 euro e per la cooperazione 2.156.352,94 euro. Tra i progetti più significativi: la certificazione ambientale Emas per 8 comuni dell’area e il marchio di qualitàambiente per un significativo numero di aziende operanti nel settore turistico, dell’accoglienza e della ristorazione; la valorizzazione delle aree naturalistiche; la realizzazione di materiale e l’organizzazione di eventi per la promozione turistica del territorio; gli aiuti e gli investimenti per in agricoltura per la trasformazione dei prodotti; percorsi per la riqualificazione delle aziende e del tessuto commerciale. “Al di là della qualità dei progetti, senz’altro importante – sottolinea il presidente del Gal Da sinistra: Claudio Cuoco, Francesco Manzardo e Francesco Strazzabosco stato il gruppo operativo diretto da Francesco Lanzardo, con Francesco Strazzabosco addetto alla segreteria e alle procedure pubbliche, Claudio Cuoco, incaricato all’animazione territoriale e Sergio Oro che ha curato la registrazione informatica dei dati. In diverse occasioni ci si è avvalsi della collaborazione di Franco Chemello, Giuseppe Fincati e della compianta Anna Maria Rasotto. Le azioni previste dal Piano di sviluppo locale erano 16 ed hanno coinvolto 27 beneficiari tra enti pubblici e aziende private. Nel campo turistico sono stati investiti 2.897.319 euro, nell’agricoltura 957.959 euro, nel commercio 98.298 euro, per Montagna vicentina Agostino Bonomo - credo che il vero valore aggiunto portato sul territorio sia l’aver introdotto e insegnato un nuovo modo di lavorare e di progettare. I soggetti coinvolti hanno dovuto imparare a progettare e lavorare insieme, su un tavolo comune, scambiandosi esperienze, studiando e rispettando le necessità di ognuno, trovando i punti d’incontro su cui insistere per il bene di tutto il territorio”. “Tutte le azioni inoltre – puntualizza il direttore del Gal Montagna Vicentina Francesco Manzardo – sono state progettate con il particolare metodo chiamato bottom up. I progetti di sviluppo non sono cioè stati calati dall’alto, ma nascono direttamente dal territorio chiamato, attraverso le varie categorie economiche e le istituzioni, ad esprimere i propri punti di forza e di debolezza, ad individuare le proprie reali esigenze e a cercare risposte adeguate”. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 13 Celiachìa, casi in aumento in Altopiano SALUTE Considerata malattia rara oggi è diventata di frequente riscontro - Si tratta di una forma di intolleranza-allergia al glutine che si contrasta con una dieta molto attenta Celiachia, un termine che probabilmente molti di noi hanno sentito per la prima volta guardando la tv, dove negli ultimi anni si è parlato di questa malattia, presentando le testimonianze dirette di persone note che ne sono state colpite, e che parlandone hanno inteso dare il proprio contributo alla conoscenza della stessa. Una parola che con il passare del tempo si sente pronunciare più frequentemente, scoprendo che la malattia riguarda un numero di persone più consistente di quanto si possa immaginare. Infatti la celiachia, fino a poco tempo fa considerata malattia rara, oggi è diventata di frequente riscontro, tanto da stimare che ne soffra una persona ogni 150/200 (ma secondo qualche ricercatore fino ad anche 1/ 100 !). La celiachia è una forma di intolleranza-allergia permanente al glutine, sostanza proteica presente in molti cereali, come grano, orzo, farro, segale, avena. L’idea di informarsi per saperne di più e parlarne attraverso il giornale nasce da una serie di informazioni recepite negli ultimi tempi, che hanno portato casualmente a conoscenza di come anche in Altopiano ci sia un numero di celiaci più alto di quanto si potesse pensare. Per gli affetti dalla malattia, dietro a un’esistenza per tanti versi normale, visto che la malattia di per sé è facilmente contrastabile, c’è però una situazione impegnativa sotto il profilo socio culturale, dato che pone una serie di problemi psicologici e pratici con cui celiaci e i loro familiari devono fare i conti. Il veto di consumare alimenti comuni come pane, pasta, pizza, biscotti e focacce richiede una educazione alimentare ed una consapevolezza a cui molte persone non sono abituate. La Gastroenterologia dell’Ospedale di Bassano unico centro della A.S.L. 3 riconosciuto dalla Regione per la certificazione della malattia che dà diritto a quantitativo mensile di alimenti per celiaci. Per poter dare una risposta in merito alle domande che ci siamo posti sulla celiachia e sulla sua diffusione per quanto riguarda nello specifico il nostro territorio, abbiamo incontrato il dottor Gaetano Mastropaolo, primario del reparto di Gastroenterologia dell’ospedale di Bassano del Grappa, che molto gentilmente si è reso disponibile a darci le informazioni richieste. Innanzitutto gli abbiamo chiesto come ci si può accorgere di essere intolleranti al glutine. “Ci sono molte manifestazioni, la più importante, ma non la più frequente, è la perdita di peso associata o meno a diarrea, e, nei bambini, un ritardo nello sviluppo; negli adulti il sospetto frequentemente nasce dall’anemia da carenza di ferro, perché nei celiaci il ferro non viene più assorbito. La celiachia si presenta sia nei bambini che negli adulti; compare di solito fino ai 40, 50 anni ma in alcuni casi la diagnosi è fatta in età più avanzata”. - Come viene fatta la diagnosi? “Quando il medico di famiglia sospetta che i disturbi lamentati dal proprio paziente possano derivare dalla celiachia richiede un semplice prelievo di sangue. Il test sul sangue è molto valido, ma se il test è positivo, per formulare la diagnosi precisa è necessaria una gastroscopia con un prelievo del duodeno (biopsia) la cui analisi al microscopio conferma la diagnosi. I pazienti dell’Altopiano possono sottoporsi all’esame presso l’ospedale di Asiago, ma va specificato che lo stesso deve essere effettuato con l’idea precisa di ricerca della malattia. Infatti le biopsie nel duodeno non vengono fatte normalmente nel corso di una gastroscopia eseguita per altre ragioni. Vorrei anche sottolineare che banali disturbi di tipo digestivo non sono un sintomo della celiachia e non bisogna vivere con il timore di avere questa intolleranza: il test sul Il dottor Gaetano Mastropaolo sangue va fatto quando effettivamente il medico di medicina generale o lo specialista ne ravvedono la necessità”. Dal 2005 presso l’ospedale di Bassano è attivo l’Ambulatorio dedicato alla celiachia, a cura del dottor Stefano Andrea Grassi, per seguire i pazienti e fare da consulenza per le famiglie. I celiaci sono geneticamente predisposti alla malattia, per cui vengono controllati anche i loro familiari (almeno quelli di primo grado: genitori e fratelli di bambini malati o figli di adulti in cui viene fatta la diagnosi). L’ambulatorio specializzato è aperto due volte al mese e lavora in stretto contatto anche l’Anatomia Patologica, il Laboratorio Analisi e il servizio di Dietologia. Dopo aver definita e verificata la certezza della diagnosi, viene data priorità assoluta all’educazione ed informazione al paziente, considerando che il soggetto celiaco deve essere una persona colta e motivata e che non può essere motivata se non viene informata. Infine viene gestito il monitoraggio nel tempo di tutte le problematiche concernenti la malattia e le patologie associate. Dai dati fornitici risulta come circa il 10- 15% di tutti i casi di celiachia segnalati/identificati/sospettatati che arrivano all’osservazione dell’Ambu- latorio non vengano poi confermati dallo stesso. - Ma coloro che soffrono di celiachia possono guarire? “E’come per una qualsiasi allergia – risponde il dottor Mastropaolo – devono evitare per sempre l’esposizione alla sostanza verso cui sono sensibili: tolto il contatto con il glutine il soggetto è libero da malattia. Solo seguendo strettamente la dieta senza glutine le alterazioni regrediscono ed i sintomi e le manifestazioni della malattia migliorano abbastanza rapidamente. Chi non risponde bene alla dieta senza glutine probabilmente commette degli errori nella alimentazione, anche involontari.”. - Cosa può succedere se il celiaco mangia ugualmente alimenti contenenti glutine? “Sicuramente continuerà ad avere i sintomi ed i problemi, talvolta seri, che lo hanno portato alla diagnosi, ma non c’è una risposta definitiva. Sappiamo che la celiachia si associa a problemi di tiroide, diabete, al linfoma intestinale che si sospetta possa insorgere se, a lungo andare, non si evitano i cibi vietati”. - E’ necessario eseguire dei controlli periodici? “No, se non per verificare attraverso semplici controlli ematici che il paziente segua la dieta. L’attività dell’Ambulatorio del dottor Grassi è molto importante come sostegno alla famiglia, che si trova ad affrontare una situazione difficile da gestire, perché il glutine, al di là di quelli che sono i cibi che contengono farina facilmente individuabili, è contenuto in tantissimi altri alimenti, usato come addensante in un’infinità di prodotti. Se a casa ci si gestisce bene, è la vita sociale a presentare grosse difficoltà, con il rischio, soprattutto per bambini e ragazzi, di sentirsi diversi. Non si può gustare una pizza con gli amici; al ristorante, nella mense scolastiche, è necessario informarsi non solo sul fatto che i cibi non contengano glutine, ma che non vengano in nessun modo in contatto con cibi vietati. Con l’aumento dei celiaci, dovuto probabilmente alla maggiore attenzione nelle diagnosi che ha portato a scoprire un crescente numero di ammalati, aumenta anche la proposta alimentare specifica per coloro che devono mangiare senza glutine. Esistono tantissimi prodotti, dal pane, alla pasta, alla pizza, alle merendine, ai gelati. Allo stesso tempo ristoratori, albergatori, gestori di mense, si stanno sensibilizzando al problema, prevedendo l’inserimento di piatti appositi, sicuri. Il Servizio Sanitario Nazionale corrisponde ad ogni paziente certificato la somma di circa cento euro mensili da spendere per l’acquisto, in farmacia, di prodotti agglutinati. La Gastroenterologia dell’Ospedale di Bassano è l’unico centro della A.S.L. 3 riconosciuto dalla Regione per la certificazione che dà diritto a beneficiare della suddetta somma. L’Associazione Italiana Celiaci mediante il proprio sito internet e le proprie riviste offre tutte le informazioni possibili, con prontuari dietetici e indirizzi utili”. Presso l’ospedale di Bassano nuove diagnosi di malattia celiaca sono formulate quasi settimanalmente e nell’ultimo anno si è registrato un costante aumento di nuovi casi sul nostro territorio, dove verosimilmente la sensibilizzazione degli operatori sanitari ha prodotto importanti cambiamenti. Silvana Bortoli Conoscere bene la malattia per affrontarla nel giusto modo Una testimonianza diretta sulla celiachia ci viene da Anna Zanotto, asiaghese, mamma di due bambini celiaci, di 14 e 9 anni. “La mia primogenita – racconta – all’età di un anno ha cominciato a manifestare i sintomi classici dell’intolleranza: perdeva peso, presentava gonfiore all’addome. Ci è voluto un po’ di tempo prima che venisse individuata la malattia, e intanto mia figlia peggiorava. E’ stato un parente medico a intuire che si potesse trattare di celiachia, consigliandomi di fare tutti gli accertamenti relativi. Quando è nato suo fratello, all’età di un anno si è deciso di sottoporlo al test, risultato negativo. Per lui la celiachia si è poi manifestata a cinque anni, in maniera del tutto diversa rispetto alla sorella: era spesso stanco, poco energico, diceva si avere male alle ossa, finché un giorno, per una banalissima caduta da fermo, si è fratturato la tibia. L’episodio mi ha subito allarmata, ben sapendo che la malattia può presentarsi in vari modi. Infatti i successivi accertamenti hanno confermato i miei sospetti”. Anna si tiene costantemente informata sull’evoluzione di quelle che sono le conoscenze sulla ma- lattia, e spesso si batte per far capire quanta attenzione bisogna prestare perché a un ammalato non vengano dati cibi contenenti glutine. Non lo fa solo per i suoi figli, ma anche per sensibilizzare altra gente sul problema. “Parlandone si viene a conoscenza di storie molto diverse, ci si rende conto di quanti risvolti possa avere la malattia, di come ci sia gente che non sa di essere ammalata perché soffre di una forma silente, oppure collega i disturbi di cui soffre ad altro. C’è chi tende a nascondersi, mentre affrontando l’argomento ci si rende conto di quanta gente ne sia colpita e di come sia necessario conoscerla bene per affrontarla. I miei figli sono bambini sani, se si rispetta la dieta non ci sono problemi; all’inizio provavo una certa ansia, il timore di fare degli errori, poi col tempo in famiglia ci siamo ben adattati a tutto ciò che la malattia comporta. Loro sono abituati a chiedere cosa c’è in un determinato cibo, sia anche una semplice caramella, e sanno di non poter accettare quello che viene loro offerto, se solo c’è il sospetto che ci possa essere del glutine. Adeguarsi alla dieta per la bambina è risultato più facile, visto che non ha conosciuto i gusti dei prodotti che le sono vietati, mentre il bimbo fino a 5 anni ha mangiato tutto normalmente e si ricorda certi sapori. Sono stati fatti passi da gigante per quanto riguarda gli alimenti riservati ai celiaci, c’è di tutto, e i sapori sono migliorati molto rispetto a un tempo”. “Quello che è più problematico – conclude Anna – è uscire a pranzo o cena e soprattutto andare in vacanza: o si sceglie di soggiornare in appartamento, oppure, trovato un albergo con menù per celiaci, ci si va per anni. Qui da noi ho chiesto in tantissime pizzerie di adeguarsi per poter offrire la pizza per celiaci, dando anche delle indicazioni su cosa è necessario fare, so che al Centro Rendola si stanno attrezzando, e credo che questo farà piacere a molti” I responsabili del Centro Rendola da noi sentiti confermano che si stanno attrezzando per poter proporre la pizza specifica per celiaci. “Stiamo valutando con molta attenzione – dicono - tutti gli aspetti che riguardano questo nuovo servizio che vorremmo proporre al più presto, garantendo tutta la sicurezza necessaria”. . S.B. 8 l’Altopiano Sabato 17 maggio 2008 14 “Vedito bocia, la vita xè come la Rogasion” Vivere la Rogazione rispettandone significati e tradizione, se n’è parlato molto anche quest’anno. Ma è possibile far capire a chi non li conosce i valori di questo appuntamento comunitario? Chi si è fermato nei giorni attorno a quello della Rogazione a guardare la vetrina del negozio di Chiara Carli Müller, in centro ad Asiago, ha potuto recepire in modo improvviso e intenso le emozioni e i sentimenti di chi ha voluto condividere con i suoi compaesani ricordi intimi e indelebili. La sensibilità di artista e l’attaccamento profondo alle proprie radici ci hanno regalato un’esposizione che nello spazio limitato di una piccola vetrina racconta la storia di una famiglia, che è anche una parte della storia della Rogazione. E se poco o nulla può trasmettere la pubblicazione sul giornale dell’immagine della vetrina, tanto, tantissimo, dicono le immagini con cui Chiara ha dato vita a un variopinto documento, che non ha mancato di commuovere coloro che hanno riconosciuto in esse anche chi, anno dopo anno, non è più tornato a un appuntamento considerato irrinunciabile. Foto storiche, ognuna con la data apposta sul retro, che appartenevano ai nonni di Chia- Mario e Vito Carli Müller alla Rogazione 1998 La vetrina del negozio di Chiara Carli Müller ra e che oggi lei custodisce assieme a quelle più recenti, che, a sua volta ama scattare e conservare. In quelle più vecchie, tra cui una di famiglia del 1870, si è potuto notare come un tempo la gente per la rogazione si vestisse con l’abito della festa, giacca e cravatta per gli uomini, gli abiti migliori per le donne. Tante le immagini della famiglia scattate durante le varie tappe della Rogazione e nel corso degli anni: i nonni, papà Vito e mamma Mariarina, lo zio Mario, che oggi non ci sono più, e sono stati esposti perché potessero ugual- La Momento di pausa (1961) mente far sentire la loro presenza. Anche Alberto, il più giovane dei fratelli di Chiara che lavora e vive in America e che quest’anno non ha proprio potuto tornare per la Rogazione, è stato messo in bella evidenza “perché anche lui ci fosse”. Tra le immagini, l’ingrandimento della foto scattata da Chiara alla lunga processione dello scorso anno, e poi, in vetrina, hanno trovato posto il cappello che apparteneva a papà Vito colmo di uova colorate, la piccozza che Chiara usava da bambina, fatta alla Salca ai tempi in cui vi lavorava papà, il foulard che distingue i componenti del coro. E un ritaglio di foglio con un discorso in dialetto che in tantissimi si sono fermati a leggere, e rileggere. “Vedito bocia, la Vita xe come la Rogasion: entusiasmante, fadigosa, qualche volta no se sa che Santo ciamare. Se parte dala Cesa col Battesimo, e se riva in Cesa par el funerale, proprio come el Giro del Mondo: anca questo fa parte della Vita che el Signore se gà donà. Quando se xe sovani, gavimo l’entusiasmo come quando se parte la mattina; dopo arriva le prime fadighe, come quando se passa la costa del Kaberlaba. Prima o poi, par tutti, riva anca el Monte B, e la fadiga xè tanta, ma ringrasiemo el Signore de aver tanti amici visin che se fa coraio. E finalmente dopo tanta fadiga, se riva in Cesa, e sembra de essere rivai in Paradiso”. “Sono parole lasciate in eredità dai Müller – spiega Chiara – che zio Mario aveva detto a Mirco, un giovane amico, quando questi stava soffrendo per la grave malattia del padre, ricoverato all’ospedale nella stessa stanza di mio papà”. Che la rogazione sia un tema tanto caro alla famiglia, ricorrente nei momenti di dolorose perdite, lo testimoniano anche le parole scritte da Alberto per l’ultimo saluto a zio Mario, qualche mese fa: “…la Rogazione, momento apice per la nostra famiglia. Momento di ritrovo dopo lungo tempo, momento di passione per la vita, momento di preghiera per chi non c’è più, e di riflessione che viene trasmesso da generazioni e ti permette di vedere durante il percorso anche chi se n’è già andato da tempo nella casa di Dio”. “Credo che più che recriminare su come viene vissuta da alcuni la rogazione – dice Chiara – sarebbe necessario spiegare e sensibilizzare chi viene da fuori o chi, seppur del posto, non ha comunque avuto la fortuna di vedersi tramandare i valori di questo nostro appuntamento, come invece è stato per me e miei fratelli Cristiano, Andrea e Alberto, e per i nostri figli. Per noi la rogazione ha sempre voluto dire ritrovarsi in famiglia, partire insieme da via Ecchelen per recarci davanti al Duomo, e poi incam- La Foto di famiglia (1870) minarci per ultimi, chiudendo la processione con il “coro degli uomini della piazza”, le cui litanie venivano intonate da mio nonno Tan Müller, che da bambina mi teneva per mano e mi portava con sé, mentre mamma cantava le litanie nel “coro delle donne” assieme a zia Franca. Quando è mancato il nonno il suo posto di “capo coro” è stato preso da papà; sei anni fa quando è mancato anche papà, è toccato a zio Mario, e quest’anno la sua eredità è stata raccolta da Cristiano, il maggiore dei miei fratelli. Da piccoli, perché potessimo rinfrescarci la voce, i nonni ci preparavano le caramelle all’anice e i “moretti di Gallio”, dividendole in dicias- La Rogazione 2008 sette cartocci, quanti eravamo noi nipoti. Trovo molto toccante la partenza perché…manca sempre qualcuno; emozionante è anche la tappa al Lazzaretto, quando si canta davanti alla chiesetta, ma l’entrata in Chiesa alla sera è il culmine delle emozioni, mi fa venir la pelle d’oca! Chi si ferma fuori non può assaporare nella sua completezza questo evento”. Chiara conclude questo suo raccontare rivolgendo un pensiero affettuoso a zia Modesta “che non sta bene, ma spero si rimetta presto e che mi aspetto di rivedere puntuale alla finestra il prossimo anno, al passaggio della Rogazione davanti alla sua abitazione”. Silvana Bortoli Una giornata meravigliosa, non solo per il bel tempo, ma anche per la massiccia partecipazione di gente e la magica atmosfera che sempre si respira in questa occasione. Ci riferiamo alla Grande Rogazione di Asiago del 3 maggio 2008. Come sempre c’è chi si è preso la briga di contare quanti si sono messi in cammino. Dal conteggio eseguito da Giampaolo Soldà sotto la contrada Ave, con inizio passaggio alle ore 10,25 e con fine passaggio alle ore 11,58, risulta che c’erano ben 2472 persone. Ringraziamo Amerigo Baù che ci ha inviato questa foto e questi dati. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 15 La “Festa della Fortaja” in località Holl TRADIZIONI La “fortaja coi sponsoi” è il piatto tipico che accompagna la festa annuale in località Holl a Camporovere. Assieme alla ricorrenza del patrono S. Giovanni Battista che si tiene a giugno, quella che cade nel giorno dell’Ascensione è la più importante occasione di ritrovo per gli abitanti della frazione roanese. La tradizione vuole che sia un momento di condivisione paesana, con la recita del rosario, la benedizione delle auto, la messa, la merenda sui prati, la preparazione delle uova colorate, i giochi popolari. Quest’anno è stato allestito anche il nuovo tendone, attrezzato con tavoli e panche, e con la cucina, dove Inaugurato il nuovo palatenda della Pro Camporovere sono state sgusciate circa trecento uova, per preparare ben centoquaranta frittate con le spugnole, prelibato fungo di stagione, gustate fino a sera dai numerosi partecipanti all’evento. Il tempo è stato favorevole allo svolgersi del programma messo a punto dalla locale Pro Loco, che prevedeva anche la premiazione di un piccolo concorso riservato ai bambini, invitati a preparare uova colorate e dipinte, o composizioni con le stesse. Fra queste particolarmente apprezzata la creazione di Thomas Berthod che con uova di due misure, qualche piuma, stecchini di legno e ritagli di cartone e stoffa ha composto una simpatica gallina. E’ una festa che si rinnova di anno in anno da molto tempo, questa dell’Ascensione all’Oel, come documenta fotograficamente il libro “Camporovere – Immagini e ricordi” nato da una ricerca di Luca Pancrazio e Gilberto Cera, che pubblica immagini risalenti al 24 maggio del 1927. Nello stesso si parla anche della storia della Cappella, eretta a Camporovere per onorare la Madonna. Vi si legge, tra l’altro: “4 ottobre 1936. Si è svolta oggi solennemente la festa del 1° centenario della Cappella dell’Immacolata in località Furar. Un secolo fa, nel 1836, venne a infestare il nostro Gli artisti della Rogazione Gli “artisti della Rogazione” preparano splendide uova colorate con l’utilizzo di erbe, fiori, cartine colorate. Ma c’è anche chi, poco incline alle tecniche della tradizione, sceglie colori e pennelli, con i quali ha maggior dimestichezza. E nascono inimmaginabili capolavori, come quello immortalato nelle foto che pubblichiamo: sulla limitata superficie di un uovo di tacchino, leggermente più grande di quelli di gallina, trovano posto, con dovizia di particolari, due caprioli, un camoscio e un muflone, due urogalli, due marmotte e una poiana, contornati da pini, mughi, rocce e rododendri. Veramente suggestivo questo paesaggio alpino con lo sfondo dell’Ortigara e dei monti vicini, tutto in miniatura, dipinto su una base così inusuale! Cristina e Davide…OGGI SPOSI!!! Com’è ‘sta storia che girano copie taroccate del nostro giornale? Chi saranno mai i giornalisti e i grafici che hanno divulgato lo scorso 10 maggio un’edizione particolare de l’Altopiano con in copertina la foto di due futuri sposi? Sicuramente un gruppo di amici fantasiosi e burloni che hanno scelto un modo originale (ma non sono stati i primi!) per festeggiare le nozze di ….! Eh, ragazzi, quasi perfetta la copertina, che anticipa gli argomenti trattati, con le sponsorizzazioni della ditta della famiglia di lui e quella dove lavora lei, ma l’occhio attento e allenato dei nostri “correttori di bozze” si è subito accorto che manca qualcosa di fondamentale: i nomi degli sposi! Ma vogliamo rimediare noi, grazie alla nostra decennale esperienza ci è voluto un nonnulla per scoprirli: sono Cristina Costa e Davide Mosele, che da quel possiamo intuire si stanno ora godendo la luna di miele alle Mauritius. Auguroni da tutta la redazione de l’Altopiano, quello vero! E si sposa anche la Sara Eh sì, da quando si è laureata e ha trovato lavoro, chi l’ha più vista! Ora che vive a Verona e che si sposa poi... addio per sempre ad una valida collaboratrice del nostro giornale. Beh, c’est la vie! Facciamo tantissimi auguri a Sara Fracaro (figlia del Carletto Commercialista e della dottoressa Daniela Polato) e a Paolo Pertile (figlio dell’Elio forestale e della Fernanda) che sabato 17 maggio alle 15.30 nel duomo di Asiago convolano a giuste nozze. Tanta felicità e una vita…da prima pagina. Con tutto il cuore da tutti noi della redazione. Altopiano il “morbo asiatico”, e a Camporovere per impegnare il patrocinio della Madonna in tali frangenti, di decise l’erezione di un Capitello in onore della Madre di Dio. Tale capitello di cui sussiste tuttora l’anno sopra l’altare, nel 1900 venne ampliato con una costruzione ottagonale e dedicato all’Immacolata di Lourdes. Distrutta quasi totalmente dalla guerra, la cappella risorse nel 1922. ed ebbe la sua benedizione nell’ottobre del 1922. Oggi, domenica del Rosario, il popolo di Camporovere giustamente volle ricordare e festeggiare il primo centenario con grande solennità. Don Giuseppe Rebeschini per la circostanza compose un bellissimo inno alla Madonna che, alle stampe, venne distribuito alle famiglie come ricordo della celebrazione”. Tornando alla festa di domenica 4 maggio, soddisfazione per la buona riuscita è stata espressa dal presidente della Pro Loco di Camporovere, Giandomenico Cera. “Ora ci prepariamo a mettere a punto il programma estivo – commenta – già predisposto con date e appuntamenti. A giugno si svolgerà la festa di San Giovanni Battista che si articolerà in quattro momenti: domenica 22 alle 10.30 al Palatenda Santa Messa con il Coro parrocchiale, a seguire aperitivo e stuzzichini offerti dalla Pro Loco; martedì 24, ricorrenza del patrono, alle ore 20.30 al Palatenda “Tomboltrok” e serata di musica con Manuel e Luca; venerdì 27 alle ore 21 Gara di bocce, 9° Memorial Sergio Bonato; domenica 29 sagra paesana con menù tipico e l’orchestra R.K.E., dalle 18.30, sempre al Palatenda”. Silvana Bortoli 8 l’Altopiano Sabato 17 maggio 2008 16 ROTZO Un nuovo accesso al Bostel Comune e Comunità Montana hanno acquisito un terreno attraverso il quale è ora nuovamente possibile raggiungere il sito archeologico con mezzi motorizzati Il sito archeologico del Bostel, dallo scorso autunno privato di una via di accesso ai mezzi motorizzati per l’interclusione del fondo nel quale si transitava, è ritornato accessibile grazie all’interessamento del Comune di Rotzo e della Comunità Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni che hanno acquisito un terreno adiacente al Bostel attraverso il quale è possibile raggiungere la sommità della collina. Viene in tal modo assicurato ai proprietari dei fondi agricoli della zona un passaggio per poter lavorare la terra mediante il taglio dell’erba e la coltivazione delle patate. L’operazione è stata portata a termine in brevissimo tempo in quanto i lavori di sistemazione della vecchia strada vicinale che il Comune di Rotzo sta eseguendo richiedono più tempo del previsto e pertanto vi era la necessità di trovare un pas- saggio alternativo a tale strada. Avuta la disponibilità alla cessione da parte del proprietario del fondo e grazie ad un contributo che la Comunità Montana ha ottenuto dalla Regione per l’area archeologica, si è deciso di acquisire questo altro terreno che unito agli altri già in proprietà alla Comunità Montana vede la stessa titolare di circa tre ettari di terreno nella zona. “L’aver trovato tale soluzione – spiega il sindaco di Rotzo Matteo Dal Pozzo - è importante anche per la garanzia di un accesso in caso di necessità o di emergenza per i fruitori del sito archeologico garantendo la possibilità anche ad eventuali mezzi di soccorso di arrivare in loco. Altro importante aspetto rimane quello che non era possibile per delle pubbliche Amministrazioni rimanere vittime di uno sgarbo di carattere anche politico che privava il prestigioso sito archeologico di un accesso autonomo”. Rapporti tra gli enti territoriali, se n’è discusso al Palazzon LUSIANA Bella l’idea dei portacicche, ma ogni tanto svuotiamoli! L’Amministrazione comunale ha disposto la collocazione in più punti del centro di cestini in ghisa per raccogliere rifiuti e in modo particolare le cicche delle sigarette. I contenitori vengono svuotati dai dipendenti comunali una volta alla settimana, ma alcuni portacicche, soprattutto nella piazza centrale, sono colmi di mozziconi e non forniscono una bella immagine ai turisti che passeggiano per le vie centrali di Lusiana. Bisognerebbe che i contenitori venissero svuotati più spesso perché con le cicche i cittadini abbandonano anche fazzoletti di carta e altre cianfrusaglie. In più quando piove si riempiono di acqua fornendo un’immagine poco decorosa. Si è tenuta al Palazzon la tavola rotonda organizzata dal gruppo “Laboratorium, che ha promosso una serie di incontri di formazione civica e politica. Il tema in discussione era: “Rapporti tra enti territoriali: Comune, Comunità montana, Provincia, Regione, Consorzi anche in relazione alle rispettive competenze (viabilità, economia, ambiente)”. Relatori sono stati il consigliere della Regione Raffaele Grazia e il presidente della comunità montana di Breganze Gianantonio Gasparini. E’ intervenuto il sindaco di Lusiana Virgilio Boscardin che ha osservato: “Bisogna ricreare qualcosa di nuovo perché c’è una netta frattura tra il Palazzo e la piazza. Ci vuole una forte passione politica come collante tra tutte le istituzioni, come indicato dal trend delle direttive europee”. Di rimando Gianantonio Gasparini ha sottolineato: “Oggi i tempi sono cambiati anche per fare gli amministratori: la gente non vuole più chiacchiere, vuole fatti concreti. E’ cambiato il rapporto tra cittadini e amministratori. Anche la politica è cambiata completamente. Bisogna tornare al sistema che vedeva l’elettore scegliere senza dare la preferenza a qualcuno”. Raffele Grazia ha ripreso l’argomento affermando: “Oggi il cittadino esprime il suo consenso per un simbolo senza sapere perché”. Gasparini, rimettendo a fuoco i rapporti tra enti ha aggiunto: “Con la Regione i rapporti sono abbastanza buoni, ma con Roma sono difficili, ci vogliono amicizie e riferimenti ben precisi per ottenere qualcosa”. Riportando l’asse della discussione sulle autonomie locali ha osservato che nella riorganizzazione delle 356 comunità montane del Veneto alcune dovrebbero sparire, anche quella di Breganze che tra l’altro gestisce il catasto che quindi dovrebbe tornare ai comuni. Il calendario di incontri proseguirà il 22 maggio al cinema Comunale di Piazzetta Acqui. Il tema sul tavolo sarà: “Sindaco, Giunta, Consiglio, Segretario, tecnici responsabili di settore: funzioni e responsabilità”. Relatori: Luigi Petris consulente amministrativo e il segretario comunale di Camisano vicentino Costanzo Bonsanto. Egidio Zampese Il terreno acquistato sul quale si può transitare Comitato già al lavoro per la Festa dell’Emigrante a Velo Si pensa già al programma della 39.a edizione della Giornata degli emigranti che quest’anno è stata fissata per domenica 3 agosto. Il Comitato per la salvaguardia di Velo ha già predisposto i lavori di ristrutturazione per il cambio di destinazione d’uso del fabbricato ex caseificio sociale che viene utilizzato per vari servizi nel periodo della festa dell’emigrante. Nelle modifiche da apportare all’ex latteria è previsto il ricavo di uno spazio per ospitare le strutture in ferro che sostengono il tendone entro cui, in caso di cattivo tempo, si svolge la messa e il concerto della banda. Per quest’anno gli organizzatori (l’Ente Vicentini nel modo, il Comune e il Comitato) sono intenzionati ad assegnare la “Lusiana targa d’oro 2008" al gruppo promotore della realizzazione della chiesa dell’Emigrante. Per il prossimo anno, in occasione del quarantennale di inaugurazione del tempio (la festa si svolse per la prima volta il 3 agosto 1969) è in programma la realizzazione di una pubblicazione con la storia della chiesa. Nella foto, la struttura che ospita annualmente il palatenda e sullo sfondo l’ex caseificio sociale che verrà in parte ristrutturato per creare locali di servizio alla festa annuale dell’Emigrante. Egidio Zampese Nella foto, il sindaco Boscardin, Gasparini, Grazia e Trivellato alla tavola rotonda del Palazzon. Fede e folklore per la festa della Madonna del Lazzaretto Quattro giorni di religione e folclore per l’annuale festa della Madonna del Lazzaretto a Campana di Lusiana. Il programma della parrocchia e della pro loco prevede venerdì 23 alle 20,30 il pellegrinaggio delle parrocchie di Valle di Sopra, Covolo e Conco. Sabato 24, mattina, al santuario si recheranno in pellegrinaggio i fedeli di Laverda e Mure. Domenica 25 viene celebrata la “Festa della rosa” con l’Aido, con la messa accompagnata, alle 11,30 dalla corale; alle 14, 30 si snoderà dal santuario a Campana la processione con la statua della Vergine accompagnata dalla banda “Ronzani”; alle 18 verrà celebrata una messa accompagnata dal coro piccoli e giovani di Lusiana. Lunedì 26 maggio alle 10,30 sarà celebrata una messa per le scuole lusianesi e alle 20 in pellegrinaggio si recheranno al tempio le parrocchie di Laverda e Salcedo. Il programma folcloristico prevede l’apertura dello spaccio in tutti e quattro i giorni, musica proposta dal dj “Malga”, giochi popolari e l’estrazione di una sottoscrizione il cui ricavato sarà devoluto ai lavori di abbellimento della chiesa votiva del Lazzaretto. Egidio Zampese 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 17 Sagra del primo maggio a Fosse di Enego ENEGO Anche quest’anno puntuale, a Fosse di Enego, è stata organizzata l’attesa Sagra del 1°maggio, giorno in cui ricorre la festività del S. Giuseppe Lavoratore patrono della chiesa di Fosse, che culmina con la premiazione del S. Giuseppe d’oro, riconoscimento che tocca ad un eneghese di nascita, che si è distinto nel mondo grazie alla professione. Nel corso della stessa cerimonia inoltre, come ormai è consuetudine, sono state conferite alcune borse di studio, messe a disposizione dalla Coldiretti, per gli studenti, delle scuole medie inferiori e superiori, che nel corso del passato anno scolastico si sono distinti. Quest’anno il premio per migliore studente è toccato a tre belle ed intelligenti ragazze: Jessica Peruzzo, Angela Rossi e Stefania Doro, che hanno saputo spendere bene due parole per ringraziare e rivolgere un augurio ed un invito a tutti i ragazzi di Enego affinché sappiano, anche con il loro contributo, valorizzare il paese. Infine è stato premiato lo sportivissimo Gino Ceccato, reduce dai Mondiali Master americani di sci di fondo, dove a 56 anni è riuscito a conquistare due splendidi bronzi; un sano modello ed esempio per i giovani, come hanno sottolineato anche il Presidente del GSBassano, di cui Ceccato è glorioso portacolori, e Il San Giuseppe d’oro ai fratelli Caregnato, artigiani piastrellisti l’Assessore allo Sport di Enego Davide Dalla Costa. La serata del 30 aprile invece, è stata dedicata alla storia del territorio, o meglio alla preistoria, impeccabile relatore e intrattenitore il prof. Giampaolo Dalmeri, vice direttore del Museo di Scienze Naturali di Trento e responsabile della sezione paleontologia umana e preistoria, ma ormai di casa ad Enego. A Dalmeri si devono lo studio e la valorizzazione della Grotta di Ernesto e la scoperta del Riparo Dalmeri, sito archeologico unico in Europa nel suo genere, che ha permesso agli studiosi di fare scoperte assolutamente rivoluzionarie e preziose per poter scrivere un’ulteriore e più approfondita pagina sul periodo compreso tra i 13000 ed i 9000 anni fa. Ma veniamo alla 9^ edizione, del S. Giuseppe d’oro, ed ai premiati. Il designato viene scelto ogni anno da una commissione costituita da rappresentanti dell’amministrazione comunale di Enego, dai rappresentanti delle professioni e dai rappresentanti del SELE, il Sodalizio Emigranti Lavoratori Eneghesi, e questa volta la scelta è caduta su due fratelli che si sono distinti nella loro professione di artigiani piastrellisti: Giustiziano e Bruno Caregnato, classe 1934 e 39. A presentarli, tessendo le dovute lodi, oltre al Presidente degli artigiani di Bassano, Efrem Merlo, quello di Enego Ernesto Peruzzo ed il Sindaco Igor Rodeghiero. Due artigiani che non solo hanno svolto per tanti anni il loro lavoro con onestà precisione e riconosciuta bra- vura, ma che hanno sempre dimostrato una generosità particolare, che ormai è diventata una dote rara, la generosità nell’insegnare il proprio sapere. Anche grazie a loro, Enego è ancora oggi riconosciuto come il paese dei bravi artigiani, impegnati nell’edilizia. I fratelli Giusti e Brunetto del Doma, come sono affettuosamente conosciuti da adulti e più giovani, hanno insegnato la loro arte, i loro segreti, sempre generosamente, crescendo una vera e propria scuola di piastrellisti, riconosciuti come abilissimi artigiani. Sono stati i veri maestri, generosi, attenti, precisi e laboriosi, hanno seminato il loro sapere e ancora oggi quel sapere sa dare i suoi frutti, lo riconoscono i tanti: Gino, Ivo, Giovanni, Antonio, Attilio, Isidoro, abili piastrellisti che ancora oggi fanno riconoscere il valore degli artigiani eneghesi. Giustiniano e Bruno sono nati nella piana di Marcèsina, in uno, degli adesso famosi casoni, per l’esattezza veniva definita fiaschetteria all’epoca, adesso la chiamiamo rifugio, ma quando il padre Chicchi del Doma e la moglie Rita la gestivano, era una sorta di osteria, frequentata per lo più dai malghesi e dai cavallari, i boscaioli, che si servivano ancora dei cavalli perché i mezzi meccanici erano rari; e per mantenere la grande famiglia anche Chicchi del Doma era cavallaro. Giustiniano e Bruno, ultimi di nove fratelli, hanno sempre dato una mano in famiglia, come era consuetudine all’epoca, e quindi nascono come cavallari, poi le difficoltà dei tempi li portarono ad emigrare, nella vicina, ma pur sempre lontanissima Svizzera, a Losanna, ed è lì che impararono quella che diventerà la loro vera e soddisfacente professione. A metà degli anni ’60 rientrano ad Enego ed iniziano a lavorare in proprio come piastrellisti, in breve si fanno conoscere per professionalità bravura e serietà in tutto il Veneto e, nel ’71 svolgono un lavoro che li consacrerà definitivamente come veri mae- stri: viene loro affidata la pavimentazione dell’ intero ospedale di Cittadella. A ruota seguirono l’ospedale di S. Candido (8000 mq di pavimentazione), quello di Vipiteno (18.000 mq), di Bressanone (40.000 mq) e tra i più grandi e rinomati alberghi dell’Alto Adige. Un vero crescendo, che tuttavia non li ha mai resi aridi nei confronti dei tanti apprendisti che li seguivano proprio da Enego. Tanta conoscenza, tanto generosamente seminata, che tuttavia non è andata ai loro figli maschi, nessuno dei quali ha seguito le orme paterne; ma se è vero che bisogna seminare per raccogliere, Giusti e Brunetto possono stare tranquilli, perché meglio di come l’hanno fatto non potevano seminare! Concluse le premiazioni, un avvenimento certo non meno importante per tutta Enego e la sua gente, è stata la benedizione della nuova ambulanza, e soprattutto del nuovo gruppo di giovani volontari, che dopo aver superato l’esame per soccorritori è entrato a far parte dell’Associazione Monte Lisser, i volontari dell’ambulanza che proprio il primo di maggio hanno festeggiato il loro primo lustro di operatività. Stefania Simi 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 18 Il tabacco: coltivazione e contrabbando Anche per molte famiglie eneghesi è stato per anni fonte di sostentamento. Si coltivava in terrazzamenti nella zona alta, sopra Cismon, Valstagna, Costa, nelle frazioni eneghesi, ora disabitate o quasi, dei Cippoli o Valgoda Il tabacco, la sua coltivazione: faccio mente locale e ricordo che le ho viste anch’io le meravigliose foglie che crescevano nei campi lungo la Valsugana, e in un attimo, riaffiorano i ricordi dei racconti. La prima domanda che mi pongo, guardandomi in giro e scoprendo che quella coltivazione sembra ormai dimenticata, è: “Non si coltiva più il tabacco, ma da quando?” Si cerca in giro, si prova a chiedere qua e là, e pare impossibile quanto riemerge, il tabacco è stato non solo per anni, ma per secoli sostentamento non solo delle famiglie della Valsugana, ma anche un fondamentale aiuto per le popolazioni che, a causa della vita difficile in montagna, vivevano arroccate nei paesetti sovrastanti il Brenta. Anche qui in alcune zone, il tabacco si coltivava, ma più che altro si contrabbandava. Sentendo parlare di contrabbando, ci si sente tuffati in un mondo distante, salvo poi scoprire che così non è, che la fame, quella vera, spingeva a questo commercio illegale, anche solo i nostri padri, e che i contrabbandieri di quei giorni, che solo apparentemente ci appaiono distanti, sono ancora in piena salute e felici di poter raccontare le loro avventure di gioventù! Tabacco, per molti anni, per molte persone, è stato sinonimo di vita, ma anche di enormi fatiche, tribolazioni, umiliazioni. Sopravvivere grazie al tabacco, significava però lottare quotidianamente contro tutto e tutti, in primis contro la natura che qui si era espressa con terra in forte pendenza, significava lottare contro la prepotenza di leggi assurde,vessatorie, regole che mortificavano ancora di più la povera gente già provata da mille ristrettezze e difficoltà. Per fortuna però, era ancora sana, viva, forte, quella componente del vivere comune che era la solidarietà; proprio in virtù di questa molte famiglie riuscirono ad aggirare gli stenti, a sopravvivere e a sfamare dal nonno all’ultimo nato. La vita ed il lavoro soprattutto si svolgevano grazie al contributo comune. Solo così e con tanta tenacia l’uomo è riuscito, nei secoli, a conquistare la terra da coltivare, abilità e astuzia hanno portato alla costruzione delle masiere, i terrazzamenti che hanno addomesticato i pendii, e che per anni hanno accolto proprio la coltivazione del pregiato tabacco. Anche nella zona alta, sopra Cismon, Valstagna, Costa, nelle frazioni eneghesi, ora disabitate o quasi, dei Cippoli o Valgoda, sempre con lo stesso sistema del terrazzamento (qui le chiamano vanée) si coltivava tabacco e naturalmente molto altro. Era terra buona, l’esposizione era favorevolissima; montagna, ma molto soleggiata, tanto che, gli anziani ancora oggi ricordano con grande nostalgia la generosità della terra dei Cippoli, di quei terreni rubati alla pendenza, la saporitissima frutta che cresceva negli alberi, le pesche straordinarie e persino le angurie! Naturalmente “veniva bene” anche il tabacco, ma non se ne coltivava molto, conveniva scendere a prendere quello di Costa ad esempio….conveniva? Mi sono affacciata, da quelle zone, non lo faccia chi pensa di soffrire, anche solo un po’ di vertigini: si è a picco sulla Valsugana. Lo chiarisce un aneddoto che mi racconta spesso un caro amico cresciuto proprio ai Cippoli: “Quando era domenica ci si appollaiava in cima a degli speroni di roccia per assistere alle partite di calcio che venivano giocate sul campo di Cismon. Siamo vivi per miracolo – aggiunge incredulo lui stesso ripensando ai quei giorni - se scivolavamo, ci saremo fermati solo sul quel campo, più o meno, un migliaio di metri più in basso! Eppure all’epoca i sentieri che collegavano le zone alte a quelle in riva al Brenta, per quanto ripidi erano molto battuti, e in prevalenza era il tabacco che favoriva e alimentava questo traffico! Numerose erano le strade che mettevano in comunicazione il Canale del Brenta con le zone alte, erano appunto le strade del tabacco, dei contrabbandieri, che oggi si possono ripercorrere, scoprendo itinerari bellissimi. Ricordi di contrabbandiere Le donne raccontano: le storie di Sirota e di Maria Bussolaro Il contrabbando, come si diceva conosceva diverse vie, nelle zone alte, di Enego, i contrabbandieri non mancavano, e soprattutto c’è da notare che a lasciare un segno sono state soprattutto le donne. Dietro alle loro storie, fatte di coraggio di racconti quasi eroici, c’era spesso la forza della disperazione, fatta di fame, miseria, figli piccoli da sfamare, quando andava bene mariti lontani, emigrati per lavorare, o al peggio lutti da dimenticare per andare avanti. Una signora che ha più di 100 anni mi raccontava che quando era piccina, 5, 6 anni i suoi genitori la facevano scendere in Valsugana, sempre naturalmente per i sentieri da brivido, affinché andasse a trovare una zia, in realtà il vero pretesto era un altro, la bimba era il corriere del tabacco. La zia infatti, come ricorda ancora l’anziana signora, le legava sotto la veste una cintura alla quale era appesa una certa quantità di foglie di tabacco, e la bambina con il suo non indifferente carico, che rappresentava il fabbisogno di sigarette e di tabacco da sniffare di tutta la famiglia, e non solo, doveva risalire. Tra coloro che esercitavano il commercio abusivo di tabacco, tra gli anni 40, e 50, la più famosa è sicuramente la Sirota, una signora che abitava a Valgoda e che faceva la spola fra Cismon e appunto il suo paese. Percorsi, come si diceva, che richiedevano una certa abilità e resistenza, soprattutto quando si risaliva, inoltre questi sentieri li dovevano percorrere di notte, oppure velocemente per eludere la sorveglianza continua dei finanzieri. Insomma non era uno scherzo. Maria Bussolaro con i figli La Sirota, era una donna di corporatura media e piuttosto piccola di statura, aveva dieci figli ed era vedova, sfamare tutte quelle bocche e riuscire a farlo quotidianamente era l’impresa sicuramente più ardua per lei. Come si diceva, scendeva e saliva lungo i pendii che fronteggiano Valgoda, in discesa andava anche bene, non portava pesi, la faccenda si complicava in salita, in quanto si imbottiva letteralmente di foglie di tabacco, si ricopriva il petto, il ventre, le gambe. Un giorno, durante un viaggio di ritorno, le guardie riuscirono a fermarla e la condussero ad Enego nella casa dei finanzieri. Lì le diedero da bere, la cena e la fecero dormire, naturalmente prima di tutto le fecero depositare tutto il tabacco che teneva nascosto addosso. Alla mattina successiva, senza far parole, gli stessi finanzieri le misero in mano due borse di tabacco già tagliato e la lasciarono andare. Sapevano che quel commercio significava semplicemente sopravvivere per la Sirota e le sue dieci creature! Un’altra donna coraggiosa è stata senza dubbio la Maria Bussolaro, che si è dedicata, a questo punto è d’obbligo definirla, l’arte del contrabbando del tabacco, quando aveva poco più di venti anni. Decisamente più giovane della Sirota, ha sfidato la legge a metà degli anni ’40, e anche lei ha vissuto tante esperienze che ora riempiono i suoi vivaci raccon- Maria Bussolaro ti. Conoscendola non si fatica a credere sia stata una contrabbandiera, con tutto il coraggio che una tale attività richiedeva, perché ancora oggi, malgrado i suoi 87 anni, è tenace, sveglia, coraggiosa e molto, molto dinamica e attiva. Anche Maria, che con la sua famiglia abitava ai Cippoli, ha fatto di necessità virtù, perché anche la sua famiglia era in forti ristrettezze, e in periodo di guerra e negli anni subito dopo la sua fine, la miseria era pesante. Così Maria, che aveva uno spirito indipendente, una tenacia ed un’intraprendenza che ai giorni attuali le farebbero fare scintille come manager, convinse una cugina ed un’amica a seguirla nei suoi traffici, che avrebbero permesso di aiutare un po’ le famiglie. Il percorso per Maria e le sue amiche era quello che portava a Costa, lì prendevano il tabacco già tagliato, circa 7, 8 Kg, e ritornavano a casa. Quindi, lo seccavano un altro po’, in genere per una notte ed un giorno grazie al calore del fuoco. Dopo averlo ben seccato, lo dividevano facendo pacchettini da 250 o 500 gr, lo impacchettavano su carta raccolta un po’ ovunque, quindi prima che il sole sorgesse, intorno alle 4 del mattino, dopo aver riempito la doppia fodera del cappotto, si incamminavano verso Primolano, dove prendevano il treno per Trento. “Lì – ricorda Maria - lo smercio era buono soprattutto appena finita la guer- ra, perché la città era tutta un cantiere, piena di operai che erano appunto i preziosi clienti. Nel giro di uno o due giorni il carico veniva venduto e le tre ragazze potevano tornare a casa”. “Un giorno – continua la simpatica Maria – uno dei miei fratelli decise di provare anche lui l’avventura del contrabbando, per dare una mano alla magra economia familiare. Contro il parere dei miei genitori, che sostenevano che nessuno in famiglia aveva il mio coraggio, e che mio fratello non ci avrebbe saputo fare , gli imbottimmo le gambe di tabacco e partimmo. Una volta in città, decidemmo di camminare non tutti vicini, giusto per non attirare l’attenzione, ma mio fratello ad un certo punto si fermò terrorizzato, in un attimo i pacchetti di tabacco che teneva nascosti lungo tutti i pantaloni, caddero a terra”. Ride ancora Maria ricordando l’episodio e soprattutto la paura di suo fratello, che giurò che avrebbe provato di tutto, ma non avrebbe mai più tentato la strada del contrabbando. Un altro episodio, che da’ l’idea del carattere forte di questa coraggiosa “imprenditrice”, Maria lo racconta sempre divertita. Un giorno toccò anche lei l’esperienza dell’arresto. “Le mie amiche tremavano tutte – ricorda – io invece, l’unica con il documento, venni interrogata. Parlai a ruota libera per non so quanto tempo, ore, raccontai di essere orfana di avere 6 fratelli piccoli da mantenere, insomma parlai così tanto che alla fine, sfinite, le guardie mi lasciarono andare addirittura con il mio carico di tabacco, cosa che invece le mie amiche dovettero lasciare in questura. Mesi più tardi, arrivò a casa una lettera dal tribunale di Bassano, dovevo presentarmi! Chiamai subito a raccolta le mie compagne, dovevo assolutamente ricostruire ciò che avevo raccontato il giorno che ero stata fermata, facendo tutto quel teatro, non mi ricordavo più nulla, ne avevo dette così tante…..Anche quella volta mi andò bene, il giudice mi credette, o fece finta di farlo, orfana e responsabile di tanti fratelli e mi lasciò andare rivolgendomi un augurio per il mio futuro!” Dopo la parentesi del contrabbando, Maria trovò ad Enego un buon lavoro, che le piaceva e che per molti anni, a differenza di tutte le sue coetanee, le fece rimandare la scelta di un moroso, era carina e quindi contesa, e poi di una data per le nozze; troppo indipendente Maria, da sempre, per seguire la comune strada. Purtroppo il destino non fu generoso, restò vedova dopo solo 3 anni di matrimonio, con due figli piccini, ma la sua tenacia la aiutò ancora una volta a rimboccarsi le maniche e a ricominciare. Stefania Simi 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 19 Foto tratte dal sito www.comunitamontanadelbrenta.vi.it La coltivazione del tabacco, nei secoli scorsi e fino al secondo dopoguerra fu l’attività principale, nella valle del Brenta. Una coltura che richiede una lunga lavorazione, e in questi posti ha richiesto, come si è visto anche un notevole lavoro per quanto riguarda la preparazione del terreno. Il tabacco arrivò in queste zone nel lontano 1600, una pianta che proveniva dall’America e che ben presto trovò grande diffusione, fornendo tabacco da fumo, ma anche da fiuto, attività quest’ultima, che fino a tempi recenti, non era disdegnata soprattutto dalle donne. Sembra che il primo tentativo di semina lo fecero dei frati nella zona di Campese, e quella tradizione e l’uso del tabacco da parte dei frati si perpetuò per secoli, proprio un sacerdote mi ricordava che anche in tempi recenti, alcuni i frati, mentre confessavano, si fermavano un attimo per tabaccare! La terra della valle del Brenta, opportunamente sistemata, con muri a secco per formare gli ormai caratteristici terrazzamenti, si dimostrò zona favorevolissima ad accogliere la coltivazione di questa pianta appartenente alla famiglia delle solanacee. Legata al tabacco, quasi da subito, a causa degli atteggiamenti vessatori dei vari stati, che si riservarono sempre il monopolio del commercio di questa pianta, si sviluppò l’attività del contrabbando, cosa che permetteva alle famiglie non di raggiungere la ricchezza, ma semplicemente un’ entrata per sopravvivere. I paesi lungo il Brenta offrivano il clima e l’esposizione più adatti per la crescita e la lavorazione delle preziose foglie. Inoltre gli anfratti naturali, le grotte, favorivano l’attività illegale, ottimi nascondigli, per tabacco e contrabbandieri. Un ulteriore fattore che, da sempre favoriva commerci di ogni tipo e natura, era dato dal fatto che queste terre, vicine al Brenta, come le corrispondenti nelle zone alte, dei Sette Comuni, si trovavano in territorio di confine. Fin dal tempo in cui queste zone erano controllate dalla Serenissima, la Repubblica di Venezia, sul tabacco esisteva un dazio sull’importazione e veniva posta massima attenzione su tutto ciò che riguardava la semina, quindi l’impianto e naturalmente la vendita privata. Sempre Venezia cercò ad un certo punto, fin dall’inizio del 1700, di proibire la coltivazione del tabacco.Ma i decreti ebbero sempre breve durata, perché la coltivazione riprendeva sempre, come riprendeva sem- Storia del Tabacco pre il contrabbando, malgrado fossero previste pesanti punizioni. D’altra parte era l’unico modo per poter aggirare le assurde regole sul monopolio del tabacco. Anche l’Austria dopo Venezia, nel 1800, riconobbe dei privilegi a queste terre, ma la coltivazione del tabacco restava comunque sotto attenta sorveglianza dei dominatori, come avvenne in seguito, durante la dominazione francese. Ritornato al potere l’impero austriaco, questo allargò, ufficialmente, la possibilità di coltivare tabacco, anche ai paesi situati nella sponda sinistra del Brenta, come S. Nazario e Cismon, che lessero tale decisione come una vera e propria grazia! Ma purtroppo non andò sempre così bene, l’ altalenanza delle situazioni continuò. Ad un certo punto Vienna, in considerazione dell’aumentata produzione di tabacco, decise di dimezzare i prezzi, provocando scompiglio lungo il Brenta e naturalmente dando un massiccio incremento all’attività di contrabbando. Questa situazione venne modificata dopo circa un lustro, ma nel 1848 in seguito i moti rivoluzionari, l’Austria impose nuovamente il suo potere, e punì i tanti patrioti di queste zone, sospendendo ogni privilegio. A Regno d’Italia costituito, le cose non andarono molto meglio, regole ingiuste e norme fiscali pesanti da parte della Regia dei Tabacchi ovvero il Monopolio di Stato, continuarono a vessare i coltivatori delle preziose foglie, e ancora una volta, naturalmente, si incrementò il contrabbando.Tasse e regole che soffocavano, continuarono ad incombere anche nel corso degli anni 20 del 900, e si dovette arrivare al 1970 perché la vendita del tabacco fosse liberalizzata, ovvero ogni coltivatore poteva scegliere di vendere la propria produzione al Monopolio o ad altri Enti.Da allora in poi la coltivazione di tabacco ha comunque perso la sua importanza, per un decennio ancora è stata un entrata secondaria per molte famiglie, e piano piano è sfumata in un puro hobby, d’altra parte l’economia è decisamente cambiata come del resto le opportunità di lavoro. I lavori per la semina, iniziavano in primavera, ad ogni titola- re di concessione veniva affidata una quantità precisa di semi, dalla capienza dei diversi misurini, si potevano ottenere dalle nove alle ventimila piantine. Venivano messi a dimora i semi e venivano protetti con rami o coperte per favorire la crescita delle piantine. Certo prima di accogliere i semi, il terreno veniva lavorato e livellato con cura, poi si doveva provvedere alla concimazione e cosa più importante all’irrigazione, e l’acqua con fatiche non indifferenti veniva portata su naturalmente dal Brenta. Una volta germogliate le piantine, a giugno, queste venivano trapiantate , e ogni terrazzamento otteneva un numero di licenza. Un numero preciso di piantine veniva assegnato per ogni appezzamento, ne veniva lasciava qualcuna in più per dare la possibilità di sostituire quelle che morivano. Quindi se avanzavano piantine, “le rimesse”, venivano chiamate, dovevano essere distrutte, altrimenti il tabacchicoltore avrebbe dovuto pagare una sanzione. Barare non era semplice, anche se i sistemi naturalmente venivano escogitati, ma passava, inesorabile, un capozona della Regia a fare la conta. Un altro lavoro controllato a vista dagli addetti al Monopolio, era l’asportazione e la distruzione delle foglie che crescevano più basse e quindi di minor valore. Grazie a questa pratica le foglie che restavano sulla pianta crescevano più rigogliose, e anche queste venivano attentamente contate dagli emissari dello Stato, sempre naturalmente per evitare che il coltivatore potesse trattenere per se merce da contrabbandare. Alla fine, il numero di foglie che venivano consegnate, doveva coincidere con quello segnato dal funzionario, se i conti non tornavano il contadino doveva risarcire lo Stato. Il tabacco veniva raccolto a fine settembre, veniva fatto prima macerare in pile, poi riunite 2 o 3 foglie venivano stese sopra dei bastoni(smussi), per farle essiccare. Queste operazioni avvenivano per lo più nelle soffitte, e nelle stanze molto areate, ed era necessario più o meno un mese per raggiungere la giusta essicazione. A questo punto il tabacco ritornava nelle mani del Monopolio di Stato, e …..in quelle dei contrabbandieri! Grazie a Elio a Mario Masoi a Maria Bussolaro e a don Andrea Stevanin che hanno messo a mia disposizione i loro ricordi d’infanzia e gioventù. Stefania Simi 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 20 STORIA LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA Santa Zita torna ad unire La carta dei diritti personali – parte prima È fissata per domenica 17 agosto l’apertura al pubblico della storica chiesetta di Santa Zita in Vezzena, un’icona del passato torna a splendere, testimonianza di intesa tra i popoli, tra passato e presente, tra guerra e pace “Abbandonata dall’incuria, sconsacrata e ridotta a solo qualche rudere, la chiesa di santa Zita a Vezzena, è stata ricostruita a novant’anni dalla sua inaugurazione avvenuta il 15 agosto 1917 alla presenza dell’imperatore Carlo d’Asburgo. E ciò perché, le bellezze naturali dell’Altopiano delle Vezzene non coprano, per sempre, il dolore di oltre 100 mila morti di assurdi combattimenti fra l’esercito austro-ungarico e quello italiano”. Questi richiami sono tratti dal libro scritto dal giornalista Marco Zeni e impreziosito da numerose foto (molte delle quali inedite) sulla prima guerra mondiale scattate lungo la piana del Basson e dintorni. A rendere possibile la ricostruzione sono stati i generosi alpini, della sezione di Trento, i Kaiserschützen e le penne nere delle sezioni vicentine, nel campo allestito dal nucleo volontari degli alpini della Protezione civile. Lavori che hanno rispettato in tutto e per tutto il primitivo progetto dell’architetto boemo Albert Erlebach, ora rielaborato dall’ingegnere trentino Pierluigi Coradello. La volontà di ricostruzione è partita nella sede della sezione Ana di Trento, il 7 novembre 1996 e autorizzata dalla Parrocchia (titolare della chiesetta) e dall’Amministrazione Comunale di Luserna con il contributo anche del Comune di Levico Terme, coinvolto catastalmente e donatore del terreno. La chiesa di santa Zita era stata eretta sui resti di una precedente cappella alpina del 1660 dedicata a san Giovanni non molto distante da un capitello votivo, collocato in prossimità di un quadrivio a Monterovere. “Con tutta probabilità - scrive Marco Zeni – la santa (protettrice delle domestiche e dei fornai) era molto radicata fra gli abitanti e gli abituali frequentatori degli Altipiani di Lavarone e Folgaria, giusto quindi che oggi torni ad unire il territorio delle Vezzene, sia sul versante trentino che quello veneto”. I sanguinosi scontri del Basson avvenuti il 24 e 25 agosto del 1915 avevano indotto le autorità militari ad erigere nelle adiacenze un cimitero con oltre 200 caduti italiani e circa 500 austriaci. Grazie anche a questi trascorsi, nella prossima estate, gli alpini trentini i cui padri e nonni compirono il loro dovere sul fronte avverso, ricorderanno a passo Vezzena, vincitori e vinti affratellati da un anelito di pace e di concordia. La cappella sarà inoltre munita di una nuova campana donata dalla famiglia austriaca Spielmann la cui fusione ha animato una emozionante cerimonia tenutasi in aprile a Innsbruck. Alla manifestazione era presente una delegazione trentina degli alpini, Sieghard Camper funzionario della regione Trentino Alto Adige, il sindaco di Luserna, Luigi Nicolussi Castellan, tra i promotori dell’opera, l’assessore Roberto Vettorazzi in rappresentanza del sindaco di Levico Terme, l’assessore Maria Pace per il Comune di Lavarone, unitamente all’Abate vescovo di Innsbruck che ha benedetto la campana appena fusa presso l’antica fonderia Grassmayr. La consegna ufficiale della chiesetta è fissata per domenica 17 agosto, per l’occasione il Comune di Luserna allestirà una mostra fotografica della pieve, con immagini storiche e relative alla sua ricostruzione. Fu costruita dagli austriaci nella Prima Guerra “Arrivati a Santa Zita, arrivati a casa”. Questo il vecchio detto degli altopianesi che ritornavano dal Trentino con il carrettino a mano o con gerla in spalla negli anni Venti e Trenta dopo aver lavorato o fatto piccolo commercio con i vicini della Provincia di Trento. Un detto che significava che dal passo Vezzena la strada era in discesa, la salita finita, in poco tempo si ritornava tra i propri paesi. La chiesetta di Santa Zita, che si trova al passo Vezzena, era stata costruita dall’esercito austroungarico in un momento di calma del fronte nel 1917, appena conclusa la Strafexpedition, per dare una risposta alle necessità spirituali dei soldati. Dal diario del progettista di allora tenente Erlebach, recuperato attraverso una ricerca e consegnato dai parenti, risulta che i lavori della chiesetta iniziarono il 15 maggio 1917 e l’inaugurazione avvenne il 15 agosto del 1917, festa dell’Assunzione, sotto il patrocinio dell’imperatrice Zita, consorte di Carlo Francesco Giuseppe di Asburgo Lorena successore di Francesco Giuseppe, morto il 21 novembre 1916. La chiesetta sorgeva sui resti di una cappella alpina del 1660 dedicata a San Giovanni e non lontano da un capitello dedicato alla Santa stessa. L’imperatore Carlo D’Asburgo in persona ha inaugurato il tempio che poi divenne anche il primo riposo di centinaia di vittime della Grande Guerra nel cimitero che gli si sviluppò attorno. Finita la guerra, l’edificio era stato abbandonato diventando però un punto di riferimento per gli altopianesi che tornavano da lavori stagionali che spesso si fermavano la notte su giacigli improvvisati all’interno della navata della piccola chiesa. Sul finire degli anni ’40 Santa Zita fu completamente demolita e della costruzione non rimanevano che i pochi gradini che salivano sul sagrato e qualche accenno di mura perimetrali nei prati di Vezzena. L’idea di ricostruire la chiesetta risale al 1996 da un incontro tra Franco Cantarutti, già capogruppo di Borgo Valsugana, ed il maggiore Georg Eineder dei Kaiserschutzen, entrambi desiderosi di erigere un segno di pace in una delle zone dove furono combattute tra le più sanguinose battaglie della Prima Guerra Mondiale. Gerardo Rigoni Principi preziosi a cui non possiamo rinunciare In questo articolo vorrei scostarmi un po’ dal mio stile usuale per proporvi una serie di spunti di riflessione che a mio parere sono straordinariamente utili per “imparare” a vivere meglio. Si tratta di una sorta di carta dei diritti della persona che prescinde dai numerosi “dictat” interni che sovente, a causa di un’educazione rigida o di esperienze dolorose, siamo soliti ascoltare incondizionatamente. I doveri e le credenze che abbiamo introiettato grazie a modelli culturali nevrotici ci impediscono di realizzare la nostra unicità e di seguire la nostra indole unica ed irripetibile. Siamo immersi in una serie di leggi morali che solo in apparenza servono a farci vivere meglio; in realtà mortificano la nostra intima essenza e tentano inutilmente di proteggerci da mali peggiori. Vi invito quindi a leggere con relativa calma l’elenco che segue e di soffermarsi su ogni principio. Scoprirete quanto è difficile essere liberi da condizionamenti e nello steso tempo potrete scorgere nuove prospettive esistenziali finora non considerate. Cercherò brevemente di commentare le frasi che ritengo particolarmente utili per un cammino di crescita personale. La carta può essere utilizzata nei momenti in cui ci si sente sopraffatti da problemi o da conflitti interiori, con probabili benefici dal punto di vista della motivazione a cambiare rotta. 1. Ho il diritto di chiedere ciò che voglio. Avolte ci dimentichiamo che avere bisogni è quanto di più naturale portiamo in grembo. 2. Ho il diritto di dire di no. Esentati i doveri legati a responsabilità che ci siamo scelti, probabilmente gli altri “devo” sono forzature esasperanti che andrebbero più possibile sostituiti da “voglio”. 3. Ho il diritto di esprimere le mie emozioni, siano esse positive o negative. Molte volte crediamo che esprimere correttamente il nostro disagio agli altri sia comunque offensivo o lesivo della nostra immagine. Purtroppo (o per fortuna) noi possiamo essere solo quello che siamo. Tanto vale non nascondersi, anche perché gli altri hanno difficoltà simili o paragonabili alle nostre. 4. Ho il diritto di cambiare idea. Chi ha detto che bisogna essere coerenti a tutti i costi? Meglio sapere fare dietrofront quando è motivato, a testa alta, spiegando le nostre ragioni. 5. Ho il diritto di sbagliare e non devo essere perfetto. Vedi punto 3. 6. Ho il diritto di perseguire i miei valori e ciò in cui credo. Quante volte rinunciamo a qualcosa perché non ci sentiamo in diritto di farlo? Crediamo, sbagliando, di togliere spazio ad altri, di essere egoisti, di non perseguire il principio di altruismo e umiltà. Non credo sia la posizione corretta. Meglio nutrirci di ciò di cui abbiamo bisogno, assecondando la nostra indole, senza violare i diritti altrui; solo allora potremo davvero essere pronti a donarci agli altri, soddisfatti di noi stessi. 7. Ho il diritto di stabilire le mie priorità. Le persone passive spesso rinunciano ai propri desideri mettendo in prima fila le esigenze altrui. Eppure, ogni persona dovrebbe poter sentirsi libera di perseguire i suoi obiettivi personali e stabilire un piano strategico per raggiungerli. Creare delle priorità significa avere un ordine interno che rende più efficiente il nostro vivere quotidiano e garantisce il rispetto del nostro benessere. 8. Ho il diritto di non sentirmi responsabile per le azioni, sentimenti o comportamenti degli altri. Vi siete mai sentiti a disagio anche quando la colpa era del vostro interlocutore? Questo succede a tutti, spesso senza rendercene conto. È nostro diritto invece distinguere le responsabilità altrui dalle nostre e non farci influenzare dagli altri quando ingiustamente ci caricano di emozioni negative quali rabbia e ansia, o quando attribuiscono a noi il fatto che non sono felici. 9. Ho il diritto di aspettarmi onestà dagli altri. Chi parte da questo presupposto, affronta le persone con ottimismo prudente e fiducia. Questo è il primo passo verso rapporti soddisfacenti. Altrimenti, è facile ritenere l’altro un nemico e una minaccia al nostro benessere; con questo atteggiamento, rischiamo di realizzare proprio ciò che temiamo. 10. Ho il diritto di arrabbiarmi con le persone che amo. Vi sembra impossibile? Allora ragionate in modo dicotomico (bianco o nero). In ogni persona c’è del buono e del cattivo. Se ci difendiamo dai com- portamenti che ci fanno arrabbiare comunicando cosa non va aiutiamo l’altro a essere migliori. 11. Ho il diritto di dire “non lo so”. Siamo umani, non macchine. Non possiamo avere sempre la risposta pronta. Abbiamo necessità di pensare. Prendiamo tempo e distanza da chi ci incalza, perché non sta rispettando i nostri ritmi. 12. Ho il diritto di non giustificarmi e scusarmi sempre per il mio comportamento. Quante volte diciamo scusa inutilmente? Davvero ci comportiamo così male da doverci giustificare? Molto spesso le scuse non sono sentite o sono una forma di dipendenza dall’altro in modo da non perderlo. Dipendere dagli altri toglie diritti a noi stessi. Affrontiamo i nostri errori con onestà senza renderci schiavi di rapporti mortificanti. 13. Ho il diritto di prendere decisioni in base ai miei sentimenti. Usate sempre prima la ragione? Tendete ad essere poco istintivi e controllati? Allora state rinunciando alla libertà. Il sentimento ci fa sentire vivi e ci permette di scommettere su noi stessi e su gli altri con maggiore fiducia rispetto alla ragione. 14. Ho il diritto di essere felice. Questa frase, così lapidaria e potente, chiude questa prima parte. Provate solo a pensare quante volte non ci crediamo o non auto affermiamo il nostro diritto di stare bene. Da oggi possiamo cambiare, magari proprio partendo da questo elenco di principi che avrà un seguito nel prossimo numero de L’Altopiano. Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale – Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 21 Gemellaggi, alla scoperta della Germania e dei tedeschi Aprile è stato anche per le scuole dell’Altopiano un mese dedicato ai gemellaggi. Anch’io con la mia scuola, ho partecipato ad uno scambio culturale... C’è da sapere che il Corradini è da sempre gemellato con 3 cittadine del Baden-Württemberg: Villingen-Schweningen, Balingen e Rottweil. Balingen, però, partecipa solo ad anni alterni allo scambio...e questo era l’anno no. Di conseguenza, per la settimana del gemellaggio, era stato organizzato che la ultrastramitica 4^B sarebbe stata ospite degli studenti di Villingen insieme alla 2^C, mentre la 2^B avrebbe risieduto a Rottweil, a circa 25 chilometri. E qui ci serve un minutino per riepilogare le impressioni (i pregiudizi?) pre-scambio... Cercando in Internet, tutto il popolo femminile della 4^B si era autobenedetto per essere stato assegnato a corrispondenti di Villingen, vista la massiva presenza di negozi di abbigliamento a basso costo...Pimkie, H&M e così via...insomma, il paradiso. Da aggiungere, poi, la pista ghiacciata vicinissima...Ma un giorno funesto è arrivata la conferma che per me e altre due ragazze della mia classe il paradiso aveva chiuso le sue porte: a Villingen non c’era più posto! E dovendo scegliere tra chi estraniare dai propri compagni e confinare a Rottweil, la professoressa ha optato per le più grandicelle, per lasciare unite “quelle di seconda, poverette, è il primo scambio per loro, lasciatele tutte insieme...” Anche lì sono seguite le ricerche in Internet, ma né Google né YahooAnwers hanno saputo darci l’illusione della presenza dei negozi sopracitati...una sola parola vagava nelle nostre menti nei giorni precedenti la partenza: HELP! A questo si aggiungeva il fatto che la famiglia presso cui ero ospite era interamente vegetariana...e mia madre non riesce a farmi mangiare nè frutta nè verdura dall’età di 3 anni. L’ironia della sorte... Il giorno della partenza, sabato 5 aprile, era già cominciato bene: un litigio “diplomatico” di prima mattina con quelle di seconda per avere i posti in fondo (ma non è sempre stato che i più vecchi AUTOMATICAMENTE hanno la supremazia sui posti in autobus? Ah, le nuove generazioni...), la vendetta da parte di queste ultime che hanno cantato dalle 6.40 alle 16.59 tutta la discografia di Tiziano Ferro, di High School Musical e, dulcis in fundo, dei Pooh... Dopo aver passato una giornata a fare autoscatti in autobus, negli autogrill, addosso ai pali della luce e in genere in qualsiasi luogo dove fosse ammessa una fotocamera, verso le 18 siamo arrivati a Rottweil, con un leggero ritardo dovuto all’immancabile “mal di corriera” della sfortunata di turno. C’est la vie! Salutando a malincuore i compagni di viaggio destinati a proseguire il viaggio per Villingen, noi “rottweiliane” siamo scese verso i corrispondenti. La mia mi aveva avvisato via e-mail che non ci sarebbe stata e che mi avrebbe accompagnata a casa sua il professor Achtert, amico di famiglia e responsabile dello scambio; così, dopo un po’, sono arrivata scortata alla mia residenza tedesca, una villetta trifamiliare in un quartiere molto tranquillo, ma sempre vicino al centro. La sera dell’arrivo, la mia corrispondente non l’ho vista perchè era a un concerto dal pomeriggio, quindi sono uscita con la sua vicina di casa, Constanz, che mi ha fatto conoscere l’ART...si tratta di un centro giovanile gestito autonomamente, nato come stanza di ritrovo che due compagnie di amici, unendosi, hanno ottenuto nel 2005 per le loro serate... ora l’Art ha non solo il proprio sito internet, ma anche i baristi, i dj, le band e tutto lo staff che organizza gli eventi. Il bello di tutto questo è proprio il fatto che è gestito completamente dagli stessi ragazzi che poi, la mattina, ti ritrovi tra i banchi di scuola: la società dei giovani tedeschi è un mondo a parte, con le proprie regole, in cui gli adulti non sono previsti. Ciò non significa che si sentano liberi di comportarsi da fuorilegge, anzi, probabilmente questa autonomia dà loro la possibilità di crescere più in fretta. E infatti hanno molto più spirito di iniziativa e sono sempre attivi socialmente: partecipano con slancio a gruppi di difesa dell’ambiente e degli animali (sempre gestiti in modo autonomo), concerti di beneficenza, hanno stand alimentari alle fiere...insomma, degli adulti non sanno che farsene. Inoltre, contrariamente alle mie funeste aspettative, la musica che ascoltano non è solo dei Tokio Hotel!Già all’Art avevo avuto la mia bella dose di The Kooks e Killers, ma il meglio è arrivato la mattina dopo, quando ho conosciuto di persona la mia corrispondente...in pratica la mia versione bionda! Mi sono illuminata solo a guardare tra i suoi scaffali: c’erano Arctic Monkeys, Babyshambles e altri indie-rockers tedeschi mai sentiti, ma che il mio lettore mp3 ha accolto con molto piacere... La domenica era dedicata all’ “ambientamento” con la famiglia tedesca, con cui dovevamo passare tutto il giorno...probabilmente il più traumatico, perchè si doveva ancora impostare la mente sulla modalità “parlotedesco-e-non-dialetto-veneto”, quindi la formulazione di ogni frase ri- chiedeva circa mezza giornata anche per i più bravi. Annette, la mia corrispondente, aveva programmato il circo per il pomeriggio; nessuna delle due ne andava pazza, ma almeno ci siamo ritrovate con altre tedesche che a loro volta ospitavano quelle di seconda. Quando si è all’estero, si cerca per forza un appiglio a qualcosa che ci faccia sentire più a casa: anche se non conoscevo nessuna delle italiane sedute vicino a me, ho subito fatto amicizia con loro e in tutta la settimana ho legato sempre di più, scoprendo addirittura che per certi versi mi trovavo bene con loro tanto quanto con quelle della mia classe... Il lunedì mattina è stato il turno della scuola, e lì abbiamo avuto modo di stupirci: in Germania non esiste la scuola media e, di conseguenza, dopo 4 anni di elementari i bambini decidono già a quale tipologia di istituto superiore indirizzarsi, tra Gymnasium, Realschule e Hauptschule. (detta breve, rispettivamente per studenti con voti alti, con voti medi, e infine per chi non ha grande interesse a studiare). Quindi per noi è stato strano vedere i bambini di 10 anni girare per gli stessi corridoi dei maturandi 18enni (compresi i gettonatissimi baristi dell’ART!), abituate come siamo al nostro sistema scolastico. Da subito, assistendo alle lezioni, abbiamo notato che: 1) Partecipano MOOOLTO di più (eppure studiano di meno a casa!): probabilmente è anche dovuto al fatto che con i professori hanno un rapporto meno formale, ma pur sempre rispettoso. Essenzialmente, non sono intimoriti da qualcuno che ha una scala di valutazione che va dallo 0 all’ 8 ed è pronto ad infierire al minimo errore o a un intervento sbagliato. 2) Si trasferiscono quasi ad ogni ora in aule diverse a seconda della materia. Aule ATTREZZATE, si intende. E alla fine di ogni lezione c’è una pausa di 5 minuti per spostarsi. 3) In classe fanno quello che vogliono! Mangiano, scrivono qualcos’altro...Se qualcuno non segue, il professore non richiama più di tanto. Che si arrangino, in pratica. Questa è forse l’unica cosa negativa...però, intanto, parlano l’inglese e conoscono la storia, la matematica e altre materie molto meglio di noi... Lo stesso giorno è seguito il giretto guidato per Rottweil, con il professor Achtert (le iscrizioni al fans club sono aperte!) e in compagnia del “freddo ladro” che ci ha seguite per tutta la settimana...beh, non so quanto vi interessi sapere delle chiese e dei monumenti, ma sappiate che ci sono dei bar italiani che meritano! :-) E la Hauptstrasse è bellissima, perchè tutte le case sono dipinte di colori diversi e hanno ancora le insegne in caratteri corsivi e dorati... Quasi dimenticavo la battutona di Achtert mostrandoci il suo posto preferito: “Beh, ecco, e se volete suicidarvi, potete farlo da questo ponte o da un altro che dopo vi mostro...” Il pomeriggio Annette doveva fare la babysitter, così, pensando che mi sentissi sola, mi ha proposto di uscire con il suo ragazzo Claudius, a bere un cappuccino. Situazione imbarazzante perchè l’avevo visto solo una volta, e dopo mezz’ora che gli raccontavo i primi 17 anni della mia vita non si sapeva più di cosa parlare...ma poi a noi si è unito l’amico quasi rasta Benny e ci siamo messi a fare autoscatti senza senso! E fuori dal bar, Claudius, che gira sempre con una biciclettina minuscola da BMX acrobatico, mi chiede “Andate anche voi con queste bici in Italia?”, intendendo se anche qui esiste il BMX, e io “No, in genere giriamo con biciclette più grandi”...credo che da quel momento mi abbia odiata! Il giorno dopo era in programma la gita al lago di Costanza con tutti gli altri che risiedevano a Villingen...finalmente un po’ di italiano! Ci siamo scambiati le prime impressioni e abbiamo concordato nel dire che il distacco tra ospitato e ospitante è molto meno sentito in Germania che altrove. Ad esempio, ad alcuni è capitato di partecipare a un battesimo o ad altre cerimonie di parenti quasi come un membro temporaneo della famiglia tedesca... La cosa più bella da fare a Costanza è sicuramente andare in battello, anche con il freddo; sarei stata ore a fissare il lago e il panorama che si vedeva oltre l’acqua...Lo stesso che ha ispirato molte poesie della poetessa Annette von Droste-Hülschoff, da cui prende il nome il Gymnasium delle nostre corrispondenti. A fare da guardia al castello della poetessa c’era Markus, un uomo vestito da templare armato di spada...più che il castello e il lago, è stato lui il protagonista delle foto! Sembrava Prezzemolo di Gardaland...tutti che si mettevano in posa accanto a lui con la spada sfoderata...e alla fine, al ritrovo per il ritorno, due ragazze sono arrivate in ritardo perchè erano tornate indietro a regalargli i biscotti! Mercoledì è stato il turno di Tübingen, famosa per la facoltà di Teologia di cui Ratzinger è stato professore. E’ una città veramente incantevole, con il centro sopravvissuto alla seconda guerra mondiale e quindi ancora in vecchio stile, senza dimenticare gli edifici variopinti sulla riva del Neckar che hanno anch’essi le inserzioni di legno. Nell’ora che ci era stata data a disposizione come “tempo libero”, io e la mia amica Mary abbiamo optato per lo shopping a formazione compatta, perchè si sa che girare per negozi in due è molto meno dispersivo che in 10...peccato che poi ci siamo perse! Davanti a uno dei milioni di negozi, Mary ha visto un ragazzo con un cane e l’ha salutato, lui ha ricambiato per poi domandare: “Verlaufen?”(=”perse?”)...e lei: “Ehmbè, si, un po’” in italiano, naturalmente!Ma il meglio è arrivato giovedì, con la gita a Stoccarda, prevista per tutto il giorno...abbiamo visitato il Mercedes-Benz Museum, bellissimo anche per chi di auto non se ne intende, per poi dedicarci allo shopping nella Königstrasse...ma due ore e mezza per tutti quei negozi erano praticamente un delitto!Sempre a formazione compatta, io e Mary ci siamo perse DI NUOVO mentre ci dirigevamo al luogo di ritrovo, la Stadtgalerie, galleria d’arte moderna...ma questa volta eravamo accompagnate da altre nostre compagne, e ci siamo quasi più divertite a cercare la strada che per il resto...scenetta divertente della giornata: quasi arrivati alla Stadtgalerie, Max si accorge di aver perso l’ombrello e ripercorre tutta la chilometrica Königstrasse per poi scoprire solo in fondo che...era nella borsa dello shopping!Dopo la visita alla galleria, ultima tappa della giornata, siamo tornati rispettivamente a Rottweil e Villingen...però Annette aveva un appuntamento dal dentista e quindi mi aveva lasciato le chiavi di casa, chiedendomi “sai tornare da me, vero?” e io “ma certo, figurati!”...e ci sono tornata così in fretta che mi sono trovata sul cellulare mille chiamate senza risposta da lei, preoccupata che fossi stata rapita dagli UFO...in realtà avevo solo preso la strada più lunga e più labirintica :-) Una cosa che ho notato facendo il percorso da sola, è che le regole della strada sono decisamente più rispettate in Germania: tanto per fare un esempio, con il rosso non passa nessuno (e neanche con il giallo, se è per quello), e i pedoni non sono sottomessi all’arbitraria volontà degli automobilisti come qui. Mi spiego meglio: tutte le volte che mi fermavo ad aspettare il mio turno di passare in corrispondenza delle strisce pedonali, le auto inchiodavano, anche se magari erano a venti metri. E pensare che qui passo anche per maleducata se non ringrazio con un cenno della mano il “magnanimo” automobilista che con aria seccata mi concede il legittimo diritto di attraversare la strada sulle strisce... Il venerdì, giorno precedente al ritorno in Italia, già c’era aria di rimpianto. Per la mattina era prevista la scuola con le corrispondenti, mentre per il pomeriggio eravamo invitati al municipio per il saluto del sindaco, con tanto di bretzel e succo d’arancia attorno al tavolo consiliare...Ci hanno anche regalato l’orsetto ricordo di Rottweil, che io ho battezzato Konrad in onore del fratello di Annette e che tuttora campeggia orgoglioso sulla mia borsa. Ancora una volta, per tornare a casa ero da sola, perchè la mia iperattiva corrispondente aveva equitazione...ma sapete una cosa? Non c’è niente di meglio di girare da soli in una città straniera, andare a negozi parlando un’altra lingua e sentirsi parte di una realtà che fino a pochi giorni prima era temuta. Veramente, gente, varrebbe la pena di andare in gemellaggio anche solo per questo! Infine, il venerdì sera, siamo tornate all’Art...abbiamo cantato come matte, fatto foto, conosciuto nuova gente (tra cui ricordiamo Florian, già conosciuto in Internet e ritrovato proprio all’ART...adesso in suo onore ho chiamato così il mio panda di peluche)...e qualcuna si è anche dovuta accollare la responsabilità di trascinare a casa la corrispondente ubriaca! (Bea, sarai per sempre il nostro idolo!). Sabato mattina si respirava la stessa atmosfera del viaggio di andata, segnata dalla totale assenza del desiderio di partire e di lasciare le nostre amiche. Come ogni volta, infatti, solo verso la fine ci eravamo legate alle nostre corrispondenti...Appena è arrivato l’autobus davanti alla scuola, ecco che sono cominciate le crisi di pianto per tutte...Credo che Annette abbia dovuto mettere a stendere la sua giacca dopo l’ottava volta che la abbracciavo in lacrime! Quindi, se siete preoccupati di partire, di lasciare per una settimana le vostre abitudini e la vostra lingua madre...beh, lasciate da parte le paranoie, perchè alla fine non vorrete più tornare! Iceskater 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 22 HOCKEY INLINE Foto di Carlo Dal Sasso Gios assieme a Marobin Edoardo Chiesa in azione Serie B: Asiago Vipers “B” promossi in Serie A2! Ancora un successo per la società altopianese: a Trieste la matricola ottiene il “pass” per la A2! Stesi Riccione (4-2) e Massa (7-2). Promossi! Ancora una volta! Nell’ultimo numero era stato celebrato il salto di categoria, dalla A2 alla A1, degli Asiago Black Vipers ed ora ci risiamo. Stavolta tocca alla formazione più “giovane”, almeno in fatto di militanza nei campionati, gli Asiago Vipers “B”. Una squadra all’esordio assoluto nelle competizioni nazionali, ma concepita e poi ritoccata per andare lontano, fino ad arrampicarsi in cima alla vetta A2. Organico ampio ed eterogeneo, giusto mix di esperienza, freschezza e con quel tocco di rosa dato da alcune ragazze in forza alle Pink Vipers. Esame superato a pieni voti e così, anche il prossimo anno, Asiago sarà rappresentato in ogni serie dell’inline nazionale. Mica male, eh? Una stagione da debuttanti, all’inizio un po’ allo sbaraglio, ma poi vissuta da protagonisti, anche dopo quell’esordio shock di Bassano (ko 16-2) che ha, forse, segnato una svolta nelle strategie. Da allora un costante miglioramento fino a chiudere la regular season al secondo posto alle spalle del Verona: 13 vittorie (inclusi i due derbyssimi), solo 3 sconfitte ed il miglior attacco del girone (110 reti!). Qualificati per la “Final Eight”. A Trieste, lo scorso weekend, l’ultimo capitolo di questa piccola, grande impresa sportiva. Formazione quasi tipo, vista l’assenza di alcuni “pezzi da novanta” che hanno contribuito non poco al raggiungimento del traguardo. Ci si è giocato tutto, o quasi, nei 40’ di un quarto di finale senza futuro, andato in scena nel vecchio impianto “Foschiatti” della città giuliana dove la superficie di gioco è eufemisticamente proibitiva. Capitan Francesco Rigoni e compagni hanno faticato molto, finendo per due volte a rincorrere i Corsari Riccione, primi classificati nel girone “B”. Asiago ha avuto il merito di non perdere la lucidità e di raddrizzare l’incontro con un micidiale uno-due assestato da Riccardo Marobin e Francesco Gios; quest’ultimo nel finale ha poi blindato la qualificazione alla sfida-promozione siglando il 4-2. << La prima partita è stata senza dubbio il momento più difficile – racconta il tecnico Luca Forte – perché non riuscivamo ad ambientarci su quel campo. Abbiamo commesso alcune ingenuità, come nell’occasione del 2-1, ma poi siamo riusciti a reagire, portando L’esultanza del capitano Francesco Rigoni a casa la vittoria più importante >>. Già, perché superando il turno i Vipers “B” si erano guadagnati una doppia occasione di conquistare la promozione. E’ bastata la prima. Altra pista, la “Pikelc”, altra superficie, altra squadra. Tutto è girato per il meglio e per il Massa non c’è stato proprio nulla da fare (7-2). Giulio Gatti, Francesco Rigoni e Francesco Gios hanno scavato un profondo solco già nel primo tempo; nel secondo, invece, Asiago ha controllato, rimpinguando il bottino (ancora due volte capitan Rigoni, Filippo Rigoni e Gatti). Le considerazioni finali spettano ancora al coach, quasi per caso, Luca Forte. La sua “carriera” in panchina, infatti, è iniziata proprio quando si è infortunato in pista contro il Sacile. << E’ stata una bella esperienza, ma la ritengo conclusa, perché con troppi amici all’interno non è semplice trovare il giusto equilibrio nelle scelte da compiere. Pensando alla “Final Eight”, un po’ per scelta, un po’ per forza, mi è dispiaciuto lasciar fuori alcuni giocatori che avevano dato tanto durante l’anno, Pink incluse, ma l’idea era di non fare una gita a Trieste e quindi di provare a vincere. Seppur a malincuore, dunque, qualche sacrificio è stato necessario e per questo va ringraziato chi ha accettato di buon grado le scelte. Una bella soddisfazione, in particolare perché in questo gruppo hanno trovato posto un po’ tutti e questa squadra ha fatto riscoprire la passione per l’hockey a chi, forse, l’aveva messa in un angolo. Da elogiare anche lo spirito di giocatori come Marobin. E’ stata una stagione impegnativa, dove ognuno ha dato il proprio contributo: dai giovani, importantissimi per dare brio, effervescenza e polmoni soprattutto nelle fasi finali del campionato, alle Pink Vipers, che hanno avuto meno spazio, ma si sono spesso sacrificate per la causa comune anche solo prendendo parte alle trasferte per consentire il numero minimo di under 23. Senza dimenticare chi non ha potuto essere presente per impegni di lavoro alle finali o a chi ci ha seguito ed aiutato anche da fuori o come Luca Longhini, che, una volta infortunatosi, è stato un prezioso compagno nella ge- stione della squadra. In pista, se dovessi fare due nomi su tutti direi: Edoardo Chiesa, portiere che ci ha dato tranquillità per tutto l’anno (comunque ben supportato anche da Fabrizio Mosele) e Francesco Rigoni, il nostro terminale più efficace, ma anche ottimo playmaker. Un giocatore sprecato in questa categoria. Mi auguro possa avere la voglia di osare un po’ di più e provare a mettersi in gioco in una serie che gli compete >>. Serie B “Final Eight” @ Trieste. Sabato 10 maggio:Asiago-Riccione 4-2; Massa-Novi 6-5; VeronaPiacenza 2-3; Monleale-Rhegium 50 a tavolino. Domenica 11 maggio: Piacenza-Monleale 1-11; AsiagoMassa 7-2; spareggio promozione Piacenza-Massa 1-2. Monleale, Asiago e Massa promossi in A2. Stefano Angonese Asiago Pink Vipers: sognando la “Final Six”. Nel girone di semifinale affronteranno lo Spinea campione in carica ed il Padova. E’ iniziato il conto alla rovescia. Tra due settimane le Asiago Pink Vipers daranno l’assalto alla “Final Six” del campionato italiano. Quest’anno, dunque, l’impegno raddoppia, perché per entrare tra le magnifiche sei dell’inline rosa servirà superare un gironcino di semifinale in programma nei giorni 1 o 2 giugno. Le rosanero, che in queste settimane stanno intensificando allenamenti ed amichevoli, sono state inserite nel girone “B” ed affronteranno le campionesse d’Italia dello Spinea ed il Padova, al debutto assoluto. Le pri- Nazionale Verso i Mondiali Ai raduni di preparazione pioggia di convocazioni per gli atleti altopianesi Parla sempre altopianese la nazionale italiana di hockey inline, che si appresta ad affrontare l’avventura mondiale. Una lista composta da 33 nomi di possibili azzurri segnalati, come si legge nel comunicato ufficiale della FIHP, dal commissario tecnico Angelo Roffo in vista della serie di raduni di preparazione al Mondiale di Düsseldorf (Germania) in programma dal 5 al 12 luglio prossimi. Un terzo dei giocatori selezionati sono del nostro Altopiano, spartiti tra Asiago Vipers Tegola Canadese (5), Caoduro Vicenza (3) ed Edera Trieste (3). Questo l’elenco completo dei giocatori preconvocati. Asiago Vipers Tegola Canadese: Gianluca Canei, Enrico Dorigatti, Claudio Mantese, Andrea Comencini, Alexander Egger, Cristiano Sartori, Gianluca Tomasello, Riccardo Mosele, Luca Rigoni, Sergio Rigoni. Caoduro Diavoli Vicenza: Fabio Rigoni, Luca Roffo, Giacomo Petrone, Andreas Huber, Michele Ciresa. me due classificate accedono alla “Final Six” (7/8 giugno). Nel gruppo “A” figurano Torino, Monleale e Piacenza; mentre nel gruppo “C” Massa, Catania, Empoli e Reggio Calabria. A breve saranno stabilite le sedi di gioco. Milano 24: Thomas Commisso, Paolo De Luca, Andrea Molteni, Matteo Molteni, Patrick Frizzera, Patrick Bona, Christopher Zagni. Edera Trieste: Jean Baptiste Dell’Olio, Diego Riva, Franco Vellar, Michael Corradin, Fabio Armani, Jason Trinetti. Empoli: Andrea Melotto, Walter Widmann. Polet Trieste: Stefano Cavalieri. Forlì: Stefano Antinori. Arezzo: Enrico Chelodi. Il programma dei raduni: non ancora comunicate le sedi, anche se Asiago, teatro del raduno premondiale di un anno fa, potrebbe essere confermata per ospitare una parte dello stage della nazionale. Le date: 11-14 giugno; 20-24 giugno; 28 giugno-3 luglio; poi la partenza dei 16 azzurri per Düsseldorf. 8 l’Altopiano Sabato 17 maggio 2008 23 HOCKEY INLINE Settore giovanile Asiago Vipers: finalmente belli! La Tegola Canadese sbanca Milano (2-6) con una partita perfetta e domenica 18 maggio potrebbe conquistare la quinta finale consecutiva “Partita perfetta”. La miglior sintesi per uno dei migliori Asiago della stagione. In gara uno della semifinale playoff con il Milano 24, finalmente, si sono rivisti i veri Vipers, quelli tanto invocati dopo le tutt’altro che convincenti prestazioni nei quarti di finale con il Civitavecchia. << Finora non siamo riusciti ad esprimerci come sappiamo, ma in questa settimana di preparazione ho rivisto la tensione e l’elettricità giuste, quelle delle sfide importanti >>. Così aveva detto Luca Rigoni, attaccante dei Vipers, alla vigilia dell’insidiosa trasferta di Milano. Sensazione giusta, perché Asiago non ha sbagliato quasi niente, dominando per lunghi tratti l’incontro (finito con un eloquente 6-2) ed esibendo tutta la qualità di un organico che trova la sua forza nel gruppo, esaltata dalle individualità. Ma tra i Vipers e la quinta finale scudetto consecutiva c’è di mezzo ancora il Milano 24 degli ex, su tutti i gemelli Molteni, tutt’altro che rassegnato e pronto a metterla giù dura in una gara 2 in programma a Bassano domenica 18 maggio (ore 20.45) assolutamente e pericolosamente aperta ad ogni soluzione. << Guai a pensare che la serie sia in discesa – ammonisce il presidente Fabio Forte – perché pensarlo significa già complicarsi la vita da soli. Se abbassia- mo ritmo ed intensità contro questa squadra son dolori e la “bella” (eventualmente in programma a Bassano mercoledì 21 maggio alle ore 20.45) sarebbe più vicina. Lavoreremo anche sull’aspetto mentale, cercando di tenere alto il livello di guardia e contestualmente quello di umiltà, grinta e coesione che ci hanno sorretto nel primo confronto >>. Tra i protagonisti di gara uno Gianluca Stella, chiamato a dover sostituire il portiere titolare Jure Penko in licenza matrimoniale. Per lui un’ottima prova, ma soprattutto la fiducia del tecnico Cristian Rela che lo ha preferito all’esperto Gianluca Canei. << Sono felice – esordisce Nuoto Altopiano Il botto di fine stagione Chiusura di stagione col botto per la NuotoAltopiano.AVillafranca (Vr), infatti, il “prospect” Gabriele Carli, classe ’98, ha sfoderato l’ennesima prestazione super nella categoria esordienti “B” conquistando il 1° posto finale nei 50 metri stile libero, nonostante fosse il più giovane tra i concorrenti. A completare la festa altopianese anche i piazzamenti di Franco Pesavento (5°) e di Alessandro Stella (9°). Il trio allenato da Manuela Pentassuglia si è poi cimentanto sui 50 metri farfalla, ottenendo piazzamenti positivi: 7° posto per Gabriele Carli, 8° posto per Franco Pesavento e 9° per Alessandro Stella. << Non possiamo che essere soddisfatti – esordisce Angelo Roffo, direttore della piscina di Canove – visto che l’annata si era aperta con interessanti prospettive e si è conclusa rispettandole in pieno, sia per quanto concerne la crescente “voglia di nuoto”, con il numero dei praticanti salito ormai ad oltre 60 (dagli 8 ai 18 anni), sia per i risultati conseguiti dai nostri ragazzi, a testimonianza che questa disciplina sull’Altopiano può avere un futuro, eccome. Merito anche di Manuela Pentassuglia, che ha saputo allenare i giovani atleti con professionalità e competenza, trasmettendo, però, anche emozioni, passione e quel pizzico di divertimento indispensabili per creare un ambiente di lavoro ideale. Adesso i ragazzi, accompagnati dai genitori, da Manuela e da alcuni dirigenti della società, andranno in Tunisia per uno stage-vacanza di una settimana. Un’esperienza importante, già sperimentata con successo l’anno scorso in Puglia. Al rientro progressivamente inizierà la preparazione “a secco”, che quest’estate potrà avvalersi di nuovi e preziosi strumenti come quelli forniti dalla nuova struttura in fase di completamento: una palestra ed un centro benessere, situati nel seminterrato della piscina, che saranno inaugurati l’1 luglio prossimo >>. Stefano Angonese Stella – perché penso di aver giocato bene contro una delle squadre più forti del campionato, ma anche per la fiducia concessami dall’allenatore. In tutta sincerità non pensavo di scendere in pista a Milano, anche se ero pronto, lo devo essere sempre, soprattutto mentalmente. I miei compagni mi hanno aiutato molto e per questo li ringrazio. Ho iniziato sventando le prime conclusioni ed è stato tutto più semplice. Il momento più delicato è stato nel secondo tempo, quando ho ricevuto una bastonata sul collo, faticavo un po’ a respirare, ma alla fine è andata bene. Ora tornerà Jure (Penko), uno dei portieri più forti in assoluto, e toccherà al coach decidere. In ogni caso cercherò di farmi trovare pronto se dovessi essere ancora chiamato in causa >>. Infine un telegramma in vista di gara due: << Quando ci scontriamo con formazioni di alto livello diamo il massimo; mentre quando incrociamo quelle meno attrezzate come nei quarti di finale rendiamo meno e ci adattiamo troppo agli avversari. Comunque, se giochiamo con l’intensità e la mentalità di gara uno sarà davvero dura per tutti fare risultato contro di noi, questo è sicuro >>. Stefano Angonese PLAY-OFF la situazioneSemifinali (al meglio delle tre partite) domenica 18 maggio (ore 20) Edera Trieste – Vicenza (Trieste conduce la serie 1-0); (ore 20.45) Asiago Vipers – Milano 24. Eventuale gara 3 20/ 21 maggio. Finale (al meglio delle cinque partite): 25 maggio; 27 maggio; 1 giugno; event. 3 giugno e 7 giugno. Nota: le date potrebbero subire variazioni per esigenze televisive. nella foto: Gianluca Stella Nel weekend gli juniores a caccia della finale tricolore Tempo di playoff anche nell’inline giovanile. Gli juniores diretti da Giacomo Petrone, dopo aver dettato legge nel girone VenetoFriuli (nove successi ed un solo pari), si apprestano a vivere un fine settimana ad alta intensità. A Trieste, nell’impianto “Pikelc”, i “boce terribili”, unica formazione giovanile vicentina rimasta in lizza per il titolo nazionale, tenteranno di ottenere il lasciapassare per la finale scudetto. Capitan Giulio Gatti e compagni sono stati inseriti nel gruppo “B” con la temibile Molinese ed il Palermo. Solo la prima classificata accederà alla finale di Sacile del 25 maggio. Il programma: sabato 17 maggio ore 15.15 Asiago Vipers-Palermo; domenica 18 maggio ore 10.30 Palermo-Molinese; ore 14.00 Asiago VipersMolinese. Luca Rigoni 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 24 Volley Cesuna maschile CHIUSA L’ESPERIENZA IN 2^ DIVISIONE SPORT Campionato di 2^ divisione maschile terminato anche per il Caseificio Pennar Cesuna con la trasferta dello scorso mercoledì 7 a Schio. Dopo aver salutato il pubblico di casa nel match testa-coda con lo Zaitex Povolaro di sabato 3 maggio che ha visto prevalere gli ospiti per 3 a 0, con il solo terzo set a rendere accattivante il gioco e smuovere gli animi sopiti del pubblico, Cesuna impegnato contro lo Schio Sport srl in una partita che ha rappresentato un po’ il sunto del percorso nel campionato. Solita partenza sottotono che determina una continua rincorsa dell’avversario di turno e set che termina 25 a 20 per i padroni di casa; con il secondo set arriva anche la grinta e l’orgoglio di dare quel che basta per vincere il set 23 a 25 per il Cesuna. I seguenti set sono fin troppo condizionati dalla carente ricezione che non consente di costruire schemi d’attacco incisivi. Il risultato finale di 3 a 1 per lo Schio, nel portare gli ultimi determinanti punti salvezza ai locali, relega il Cesuna al solitario ultimo posto in classifica che riporta la squadra in 3^ Divisione. Che il campionato era difficile si sapeva, infatti la squadra non ha mai nascosto che l’obiettivo di questo primo anno in 2^ Divisione fosse proprio la salvezza. Del resto la squadra era in buona parte rinnovata con tanti giovani alla prima esperienza; a complicare il cammino si sono aggiunti gli innumerevoli infortuni che hanno compromesso la stabilità del gioco. Ora viene il momento di una profonda riflessione Grande successo delle Finali Provinciali U13 femminili tenutesi al Palazzetto dello sport sulle prospettive future per poter, dopo la pausa estiva, ripartire con la speranza di poter raccogliere i frutti di quanto seminato finora; sarà anche l’occasione per integrare l’organico con nuove leve spinte dal desiderio di affrontare questo sport che amalgama potenza, coordinazione, equilibrio, orientamento, destrezza, capacità di analisi, senso tattico, ecc… doti necessarie in situazioni estremamente variabili come quelle che si susseguono continuamente nella pallavolo. Torneo Città di Vicenza U18. Dopo aver fermato la capolista costringendola al tie-break, il PnP Cesuna, acquisita la necessaria sicurezza, trova anche la prima vittoria nella sfida dello scorso 30 aprile contro l’U.S. Summano, attuale seconda forza del torneo, mettendo in campo una ritrovata compattezza di squadra. Anche questa volta è al tie-break che si decidono le sorti del match ma dal momento del cambio campo sul 7 a 8, cambia anche la determinazione che al ritmo dell’incitamento del pubblico aggiunge punto su punto fino a portarsi sul 15 a 10. Un’ulteriore iniezione di fiducia per la squadra in vista della stretta finale del torneo dove può raccogliere ancora significativi punti. Torneo Braccio di Ferro. Prosegue la striscia positiva dell’U13 in questa seconda fase che l’ha vista vittoriosa anche nelle ultime partite disputate al Palazzetto di Roana; il 1° maggio la squadra trova un utile pareggio (formula valida solo per le giovanili) 2 a 2 contro il San Nazario e sempre nella sfida interna di sabato 10 ha la meglio, 3 a 0, sugli ospiti della Pallavolo Malo. Dopo questi risultati le Black Yellow sono ormai a ridosso della capolista Belvedere già costretta al pareggio nella scontro diretto. Cammino intricato invece per l’U12 inserita nel girone d’eccellenza dopo aver conquistato la vetta del girone nella prima fase: nella trasferta di Arzignano di sabato 10 contro l’U.S. Castello risente fin troppo delle prime avvisaglie d’estate, accen- tuate dall’attività in palestra, ritrovandosi a dover subire la seconda sconfitta consecutiva dopo ben 10 risultati positivi. Si presenta sicuramente benvenuta la prossima partita in casa di sabato 17 alle 18,30, Palazzetto dello Sport di Roana, dove la temperatura più mite aiuterà anche a rinfrescare le idee. Intanto un pubblico delle grandi occasioni ha fatto da comparsa alle finali provinciali U13 femminili per le quali la Federazione Vicentina ha delegato l’organizzazione alla P.G.S. Pallavolo Cesuna. Sfide avvincenti che hanno visto prevalere la Pallavolo Bassano al tie-break, 3 a 2 nella partita per il 3° posto, contro il Volley Cassola, mentre nell’incontro per il 1° posto il Volley PoianaSossano si è imposto 3 a 0 sulla formazione della Pallavolo Arzignano. L’organizzazione di questi eventi ed il continuo interesse rivolto dalla P.G.S Pallavolo Cesuna al settore giovanile, incoraggiano la società, in tempo di Dichiarazione dei Redditi, a richiedere ai contribuenti il loro apporto attraverso la sottoscrizione della scheda del 5 per mille indicando nello spazio dedicato alle Associazioni di Promozione Sociale il seguente numero: 93011530248 relativo al Codice fiscale del Volley Cesuna, con l’occasione il Presidente Maurizio Magnabosco ringrazia quanti in questi anni hanno creduto al progetto formativo-educativo che è alla base dell’attività della società. Un secondo posto di categoria che vale il podio Al Rally Sprint Trentino inaspettato risultato dei neo rallysti Rigoni - Santaguida Iniziata quasi per scherzo, la prima avventura rallystica di Davide Rigoni e Ivan Santaguida si è conclusa con un inaspettato secondo posto di categoria, e un ventiseiesimo assoluto su un totale di ottantadue concorrenti. Come avevamo raccontato nella scorsa edizione del giornale, i due si erano conosciuti esattamente due anni fa in ospedale, ricoverati entrambi in seguito a brutti incidenti in moto, qui avevano scoperto la passione comune per le auto e i rally, ed era pian pian nata l’idea, una volta ben ristabiliti, di iscriversi a una gara, concretizzata con la partecipazione al Rally SprintTrentino. “Lo scopo principale – ribadiscono – era quello di divertirci realizzando un sogno coltivato fin da piccoli, pur impegnandoci per fare bene. Quando, alla fine della prima prova cronometrata, ci siamo resi conto di aver realizzato un ottimo tempo, a soli tre secondi dai favoritissimi di classe Brunello/Bortolaso, abbiamo deciso di dare il tutto per tutto, riuscendo nelle prove successive a far sempre meglio”. L’esaltante risultato dei neo rallysti è arrivato grazie alla notevole grinta del pilota, e alla precisione del navigatore, che, nonostante la vettura non fosse al top, sono riusciti ad emergere su equipaggi con molta più esperienza di loro. Entusiasta tutta la schiera di amici-tifosi-appassionati, primo su tutti Remigio Baù, “zio” di tanti rallysti altopianesi, che non ha mancato di consigliare secondo la propria lunga esperienza i due giovani debuttanti. “La guida grintosa e pulita di Rigoni, navigato da un ottimo Santaguida, e la grande passione di entrambi – ha commentato Remigio – hanno dato vita a una coppia ideale, rivelatasi una sicura promessa di questo sport. Tenuta sapientemente a bada dal pilota, anche la vettura Clio Williams 2000, molto nervosa, ha potuto dare il suo miglior rendimento”. E se la partecipazione a un rally era stata ipotizzata dai due come un’esperienza singola, senza pretese e probabilmente da terminare dopo aver soddisfatto la voglia di provare, il risultato ottenuto lascia presupporre che i due vorranno riprovarci. “Nei rally – continuano – più che in altri sport, Ivan Santaguida e Davide Rigoni l’esperienza resta la chiave del successo: non giri sempre sulla stessa strada, ma devi far fronte a circostanze sempre diverse. Ecco perché più corri e più impari a districarti in situazioni imprevedibili”. “Abbiamo intenzione di correre ancora – ammettono – magari al rally di Schio o di Bassano del Grappa. Se interpretato con criteri di massima sportività, schietta amicizia e lealtà questo sport sa regalare straordinarie gioie, facendoti divertire e conoscere nuove persone”. Non possono mancare i ringraziamenti dei due per tutti coloro che li hanno sostenuti, chi con consigli, chi con importante e determinante aiuto pratico e chi per tifarli, affrontando lunghi spostamenti per esser presenti ad ogni prova. “Grazie in particolare a Massimo e Francesco, anche loro piloti del Team Sèkele, a Michael, Jacopo, Chiara Alfred, Mario. E poi – conclude Davide – vorrei chiedere scusa a mia madre e a Paola, la mia ragazza, visto che non ho saputo mantenere la promessa fatta loro che sarei…andato piano!” Silvana Bortoli 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 25 CALCIO L’A.C. Canove vince in Belgio il 41° torneo internazionale di Pentecoste E’ tornata vittoriosa dal Belgio la squadra del Canove calcio che nello scorso week end ha partecipato al Torneo internazionale di Liegi, giunto alla sua 41^ edizione. Fra i partecipanti quattro squadre francesi, una spagnola, una dall’isola de La Réunion (situata ad est del Madagascar), il Canove e quella di casa dell’ Ougrée. E’ dal lontano 1975 che varie compagini altopianesi partecipano a questa manifestazione sportiva con la speranza di farla propria, senza mai riuscirci. Ci tentarono per primi i giocatori della Riviera di Roana, mentre negli ultimi anni è stata una rappresentativa dei 7 Comuni a portarsi in Belgio, arrivando per 2 volte in finale. Quest’anno finalmente, sotto un caldo pazzesco e un sole cocente, è arrivata la tanto attesa vittoria. Dopo aver sconfitto sabato pomeriggio nella prima partita gli spagnoli dell’Arenas per 2 a 1 con reti di Bryan Italia e Federico Pertile, nel secondo incontro, disputatosi domenica mattina, altra vittoria per 1 a zero sui francesi del Thillay, grazie al gol segna- to ancora da Bryan Italia. Domenica pomeriggio la sfida con il Kaysersberg che valeva la finale è terminata in parità 2 a 2 (reti di Federico Pertile e Alessandro Benetti), decisa poi ai rigori con il 5° e decisivo tiro messo a segno dal portiere Giorgio Baù. La finale di domenica pomeriggio contro i francesi del SC Case è stata una vera e propria battaglia che ha visto strepitose parate di Giorigio Baù e la rete della vittoria messa a segno con un bel colpo di testa da Alessandro Benetti, e con la palma di migliore in campo al giovane Cesare Azzolini. Grande festa quindi negli spogliatoi e nel dopo partita per la gioia anche di tutti i conterranei che da anni vivono in Belgio. In serata si sono tenute le premiazioni, con il capitano Federico Pertile premiato quale miglior difensore del torneo e, grazie alla prestazione di tutto il reparto, anche la coppa della miglior difesa, infine la coppa del primo posto, sollevata dopo tanti anni dal direttore sportivo Sergio Martina. Il grande trofeo verrà rimesso in palio il prossimo anno, e già il gruppo al completo ha espresso la voglia di tornare a Liegi per provare a mantenerlo. Questa la compagine al completo della squadra aggiudicatasi il Torneo Internazionale: Giorgio Baù e Emanuele Campoli (portieri); Thomas Baù, Federico Pertile, Michele Dal Santo, Marco Fracaro (difensori); Andrea Panozzo, Cesare Azzolini, Thomas Rebeschini, Marco Slaviero, Michele Mosele, Leonardo Peron, Claudio Fabris, Mirco Carli (centrocampisti); Alessandro Benetti, Francesco Pertile, Bryan Italia(attaccanti); Gianluca Covolo (allenatore); Fabio Rebeschini (presidente); Mirco Italia (massaggiatore); Sergio Martina (d.s.); e Riccardo Fazi, nominato per ultimo ma ritenuto molto importante perchè con foto e video ha immortalato tutti i momenti della trasferta. La dirigenza dell’A.C. Canove porge un ringraziamento particolare all’Asiago Hockey, all’A.C. Gallio , a Stefano Frigo e Desio per la avere reso disponibili i furgoni per la trasferta. S.B. Il Lusiana Conco punta al salto in Prima Il quinto posto in classifica conquistato dal Lusiana Conco nell’ultima gara di campionato è stato il lasciapassare per l’accesso ai play-off del girone E di Seconda categoria. Con il 2 a 0 rifilato al Lugo Calvene, i ragazzi di Roberto Sartori si sono assestati a quota 50 punti in graduatoria che valgono la quarta posizione in classifica. Domenica dovranno sostenere il confronto con il Costabissara, terzo in graduatoria con 57 punti all’attivo. Si giocherà a Costabissara e in caso di parità a passare al turno successivo saranno i padroni di casa. Se a vincere l’incontro sarà il Lusiana Conco, la partita successiva lo vedrà di scena sul proprio campo dove incontrerà la formazione qualificata in un altro girone e in caso di vittoria dei lusianesi sarebbe garantito il passaggio in Prima categoria. Una categoria in cui il Lusiana Conco era arrivato in passato dopo aver vinto campionato e trofeo Veneto di Seconda e dove è rimasto per anni prima di retrocedere nuovamente in Seconda. “L’occasione è di quelle da non perdere - afferma il diret- tore sportivo Marino Xausa – e con i ranghi al completo per il rientro di importanti pedine squalificate e infortunate metteremo sul terreno di gioco tutte le nostre risorse per centrare questo importante obiettivo che riporterà il Lusiana Conco in una categoria più consona alle sue potenzialità tecnico-atletiche”. Mobilitata per lo spareggio di Costabissara è anche la tifoseria che sosterrà i biancorossoazzurri in questa prossima e altre sfide decisive per la promozione alla categoria superiore. E.Z. LA SFIDA DEI PLAY OFF E’ ASIAGO CALCIO – ZANE’ Dopo aver meritatamente sconfitto per 1 a 0 il Marano , in occasione dell’ultimo turno di campionato giocato domenica 4 maggio allo stadio A. Zotti, con rete realizzata su rigore dal capitano Pupa Arjan, domenica scorsa il campionato e’ rimasto fermo in quanto si e’ disputata la gara decisiva tra le prime due squadre classificate, ovvero il Recoaro ed il Giavenale,squadra quest’ultima che aveva agguantato la testa della classifica proprio nell’ultimo turno di campionato. Dopo che i tempi regolamentari sono finiti in parità, nei tempi supplementari ha avuto la meglio il Recoaro, che accede così di diritto alla categoria superiore, relegando il Giavenale agli incontri pericolosissimi di playoff, in cui incontrera’ la compagine del Marano. L’ Asiago Calcio si sta adeguatamente preparando a questi ultimi e decisivi incontri che lo vedranno opposto alla Zanè, una squadra molto ben equilibrata che ha sconfitto l’Asiago in casa nelle prime giornate del campionato, mentre invece il risultato e’ stato successivamente ribaltato nella gara disputata a Zanè, dove l’Asiago e’ invece riuscito a vincere per 1 a 0.Il risultato delle gare giocate nel corso del campionato parla perciò di completa parità, e ciò evidenzia la delicatezza delle due partite che vedranno impegnato l’Asiago, che non avrà la possibilità di sbagliare alcunché, perché non ci potran- Da sinistra Roberto Rigoni, Denis Baù e Davide Rigoni no essere ulteriori prove di appello. Per conoscere il clima che si respira in questi giorni ad Asiago abbiamo sentito il bomber della squadra, Davide Rigoni, che con i suoi 10 gol ha dato un rilevante contribuito nel trascinare la squadra verso i play-off: “Dopo aver fatto la trafila nelle varie squadre giovanili dell’Asiago, lo scorso anno ho giocato nel Thiene; è stata senza dubbio un’esperienza molto interessante e formativa, che mi e’ stata di grande giovamento per quest’annata, in cui sono riuscito a concretizzare al meglio tutte le occasioni che mi sono state offerte. Domenica sarà una gara molto delicata, ma siamo un gruppo che, ancorché molto giovane, è molto compatto e deciso a fare risultato.” Un altro pilastro offensivo e’ Roberto Rigoni, attaccante guizzante che ci sottolinea: “Sarà molto importante giocare con molta intelligenza tattica la prima partita casalinga, evitando di andare all’assalto con il grave rischio di essere trafitti in contropiede; oltretutto in que- sto frangente della stagione, dopo un campionato così lungo e combattuto, vincerà la squadra atleticamente più fresca preparata, che saprà sfruttare al meglio le occasioni che si presenteranno nel corso dei due match”. Nel frattempo le squadre giovanili dell’Asiago, dopo aver terminato i rispettivi campionati, stanno partecipando in questo mese di maggio ai numerosi tornei organizzati in relazione alle singole categorie di appartenenza; per esempio i pulcini anni ’97 e ’98 sono attualmente impegnati a Pove del Grappa nel “ TORNEO TOPOLINO “, un torneo molto importante che vede la partecipazione di molte squadre, sono 32 in tutto, tra cui spiccano molte compagini blasonate come Vicenza e Cittadella; successivamente parteciperanno, sabato 31 maggio, ad Altavilla Vicentina al “Torneo Citta’ di Vicenza” , in cui affronteranno anche il Vicenza.Vi aspettiamo perciò numerosi domenica 18 maggio alle ore 16 allo stadio A. Zotti per sostenere calorosamente i nostri ragazzi in questa decisiva sfida. Alessandro Cunico La squadra Pulcini partecipante al Torneo Topolino 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 26 “Grazie ai nostri giovani che cercano giustizia” Cercare giustizia. Quella giustizia. Volerla quasi toccare, vedere, sentire. Annusare. Cercarla nel proprio cuore. Spogliarsi della meschinità. Pensarla nei volti noti. Terribili nomi e luoghi che riecheggiano nelle pagine dei rotocalchi. Nel buio della ‘ndrangheta. Nella voragine di cosa nostra. Nei meandri della mafia tutta. Che si confonde col potere dei potenti. Quei potenti che non “servono”. A nessuno. Ma che sanno farsi “servire”. E pensi siano cose lontane da noi. Potenti che hanno rifugi nascosti e bui ed escono solo la notte. Che mandano i loro uomini - cani, invisibili e super armati, con volti butterati e baffuti a terrorizzare le città sfuggendo viscidamente alla legge e all’ordine. E poi, un piccolo gruppo di ragazzi organizza una giornata di riflessioni, incontri e una cena della legalità. In quell’occasione fanno davvero fare bella figura a tutto l’Altopiano. Ai genitori, al comune che li ospita e alla scuola. Quei giovani, che con il loro lavoro, mesi di lavoro, hanno dimostrato che proprio loro, di cui si scrive solo se vincono una medaglia o se combinano qualche danno, sono capaci di cose grandi. Meravigliose e nuove. Semplici e disarmanti. Come una cena. Come quella di martedì 22 aprile. Che non c’è mai stata sull’Altopiano una cena “così”. Ma come? Si sarà chiesto qualcuno leggendo i manifesti. Una cena della legalità! In Altopiano? Si sta bene così bene qui che se non fosse per qualche furto dei soliti extracomunitari, naturalmente per non incolpare i soliti tossici nostrani e imparentati, sarebbe quasi un paradiso, dimenticando però gli attentati. In uno volevano uccidere uno dei nostri sindaci e nell’altro hanno bruciato una macchina. Forse abbiamo dimenticato? Forse abbiamo anche pensato che se l’erano cercata? Non i nostri ragazzi. No. Quei ragazzi riescono a portare ai loro coetanei e a noi adulti, di cui qualcuno si è giustamente “preoccupato per loro”, un prete scomodo e scortato. Scortato e scomodo. Che ti dice che è bene avere gli occhi aperti per cercare giustizia. Che la mafia non è solo giornali, telegiornali, rifugi e stragi. Ma che la maschera della compiacenza e della connivenza è nascosta nella normalità delle nostre tranquille cittadine. Seduta negli uffici “giusti”. Elegante e prestigiosa, ben pagata e comunitaria. Questa è la vera ragnatela della mafia. E su questa rete ramifica, sopravvive, cementifica e si riproduce. Anche sull’Altopiano. Strano. Pensavamo di essere al sicuro. Perlomeno lontani. E invece, alla cena successiva, “detta della legalità”, con molte “Persone” presenti, scopri che esistono cooperative di giovani che lavora- no le terre e gestiscono edifici sequestrati alla mafia! Giovani! Come i nostri giovani che con coraggio e da soli ci hanno portato Don Luigi Ciotti, la sua scorta, le associazioni Libera e Avviso Pubblico e Salvatore! Salvatore. Giovane laureato presidente della cooperativa Pio La Torre “Libera Terra”, che lavora proprio le terre di Corleone. Proprio quelle. Quelle famose. Dove tutto è difficile. Dove è la stessa mafia che a volte crea l’antimafia. I nostri giovani: Giada, Elisa, Andrea, Andrea G., Michele, Melania, Maria, Federico, Martina, Jessica, Ilaria, Mattia, Enrico, Giulio, Elena, Mara, Amir, Nicola, Matteo. Liberi cuori e occhi aperti. Che hanno dato lustro a tutto l’Altopiano. Nessuno vi farà un manifesto per questa “impresa” ma penso sia giusto ringraziarvi, ringraziarvi per non esservi fermati ai soliti pregiudizi, per avere capito più di noi adulti, l’importanza di continuare a parlare di giustizia e di legalità. Grazie. Grazie. Grazie. Un dono che è speranza. Una cena che è legalità. Una giornata di incontri. Gratuiti. Generosi. Sereni nella pesantezza degli argomenti trattati. Pochi politici e molte Persone. Persone che “servono”. Un segno per la cittadinanza che se vuole è attiva, cosciente e capace. Una giornata che si è trasformata in un abbraccio solidale a quanti in Altopiano hanno subito intimidazioni, conosciute o sconosciute, plateali o subdole e a quanti lottano quotidianamente contro l’alcool, distruttore di famiglie e di figli, e contro la droga, espressione viva e reale della mafia e della illegalità. Grazie. Grazie anche a nome di questi. Gianni Bordin Oscurato il grande fratello fiscale “Che baccano in piazza a Gallio!” Oscurato il grande fratello fiscale in nome della privacy. Perché le dichiarazioni dei redditi pur essendo pubbliche non possono essere diffuse on line; ne va della dignità e della sicurezza della persona. Così il garante che non disconosce l’utilità e persino le ovvie finalità dell’operazione ma ne contesta il mezzo di diffusione, in rete telematica appunto. E poiché le informazioni al riguardo potrebbero essere assicurate altrimenti, consultando gli elenchi trasmessi ai Comuni o tramite TV e giornali, c’è da chiedersi in che consista allora la conclamata diversità di trattamento. Detenzione, manifestazione e diffusione possono avvenire con qualsiasi mezzo anche diverso dalla rete e dunque i pericoli paventati, al di là della loro plausibilità, non possono considerarsi superati con la misura adottata. La divulgazione che garantisce trasparenza e controllo deve semmai essere assicurata con tutti i mezzi offerti dalle tecnologie più moderne. In fondo si tratta di dichiarazioni rese dagli interessati e dunque corrispondenti alle posizioni di chi le ha formulate. Dichiarazioni, ancora, indirizzate sì ad un ufficio, ma da rendere pubbliche mediante appositi elenchi. Non si tratta dunque di si- Nel paese di Gallio sta diventando un’abitudine diffondere musica con altoparlanti a volume intollerabile, come scopo la promozione turistica. Chi come me abita in centro (occupo da qualche anno un appartamento in condominio Italia per uso turistico) non tuazioni private ricadenti sotto le garanzie della persona ma di rapporti, sempre pubblici, di cittadinanza. Essere contribuenti comporta esposizione, visibilità e conseguentemente responsabilità politiche; in questa qualità si è tutti dei personaggi pubblici, soggetti per definizione a conoscibilità. Dovrebbero perciò sentirsi onorati non certo offesi o danneggiati dalla divulgazione delle dichiarazioni rese al fisco. E se è solo nel nostro paese che avviene una tale diffusione, dovremo andare finalmente orgogliosi di primeggiare in un’operazione di democrazia e di progresso civile. Semmai, e questa volta sì, la privacy viene gravemente violata dalle telecamere che ci controllano in ogni luogo, via, piazza, passaggio, androne. Piuttosto, la sicurezza richiede la schedatura di tutti, grandi e piccoli, senza alcun controllo dell’utilizzo, detenzione e manipolazione dei dati raccolti? E che dire poi dei movimenti contabili spiati con un sistema vessatorio e sproporzionato (assegni non trasferibili, libretti di risparmio eliminati) in contrasto con i più elementari criteri di riservatezza. Si saprà che ci si è rivolti a uno psichiatra o ad un matrimonialista: con la completa tracciabilità dei pagamenti si potrà ricostruire tutta una vita privata. Privacy. Dunque per scoraggiare le evasioni fiscali degli operatori economici si sottopone alla gogna chiunque si rivolga a loro e non volete che si conosca quanto loro pagano al fisco? Sono queste le incongruenze che il recente intervento del Garante ha messo in evidenza: si oscura ciò che invece va reso pubblico per ovvie ragioni di trasparenza, mentre si ignorano situazioni di pericolose invasioni della riservatezza. Vicenza, lì 09 maggio 2008 Giovanni Bertacche [email protected] riesce in casa a conversare, ascoltare la tv, leggere… Le piazze di Gallio sono piccole e i fenomeni di eco e rimbombo sono inevitabili. Il turista che viene in montagna cerca tranquillità, richiede infrastrutture e servizi di qualità in equilibrio con il territorio (vedi i numerosi articoli in proposito pubblicati dal giornale l’Altopiano). Si evitino quindi manifestazioni “fracassone” e si cerchi di ridurre l’inquinamento acustico (già pesante per il traffico normale, mancando a Gallio una circonvallazione). Maria Isabella Casara In memoria di Giacomo Rigoni (Tolla) Giacomo Rigoni (Tolla) è nato ad Asiago il 6 aprile 1935 ed è morto improvvisamente , mentre stava sciando (fondo) il 13 gennaio 2008 a Kitimat (Canada). La moglie Sandra e la figlia Maddalena lo vogliono ricordare sulle pagine del nostro giornale per tutti quelli che in Altopiano lo conoscevano. Giacomo è emigrato in Canada nel 1955, all’età di 20 anni, e insieme a suo fratello Gino ha lavorato per molti anni in una fonderia. Poco tempo dopo anche i fratelli Tony e Cristiano li hanno raggiunti. Il 13 ottobre 1990, in un incidente stradale, abbiamo perso nostro figlio Albert, di soli 19 anni (che, come stabilito dalla Corte, non aveva nessuna colpa). Dopo questo triste evento, Giacomo ha dovuto lasciare il lavoro per motivi di salute. La morte di nostro figlio ci ha distrutti e ci sono voluti diversi anni prima di cominciare a vivere con un po’ di serenità. Giacomo ed io siamo stati instancabili sostenitori della ristrutturazione e sistemazione del cimitero di Kitimat, che era in condizio- ni pietose. Al consiglio municipale del 10 marzo 2008 è stata letta al sindaco, ai consiglieri e al pubblico presente “a nome di Giacomo” una presentazione che egli stesso aveva finito di scrivere tre giorni prima della sua morte. La sala era strapiena di gente venuta per ascoltare le ultime parole scritte da Giacomo e per onorare il suo ricordo. Troviamo un po’ di consolazione nella speranza che padre e figlio siano adesso insieme. Anche al cimitero riposano uno accanto all’altro. Vi amiamo Giacomo e Albert e ci mancate tanto. Per sempre nel nostro cuore. Sandra Rigoni “Plebs” (moglie e mamma), Maddalena Rigoni (figlia e sorella) e il nipote Jordan. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano l’Altopiano a cura di Giovanni Dalle Fusine Da sabato 17 a venerdì 30 maggio Il Sole alla metà di maggio sorge alle 4.45 e tramonta alle 19.40 Sabato 17. S. Pasquale Baylon. È il 138° giorno dell’anno, mancano 228 giorni alla fine del 2008. Domenica 18. SS. Trinità – S. Felice. Lunedì 19. SS. Ivo e Celestino. Martedì 20. S. Bernardino da Siena. Luna piena alle ore 03,12 Mercoledì 21. SS. Vittorio e Elena. Giovedì 22. SS. Rita da Cascia e Giulia. Venerdì 23. S. Desiderio. Sabato 24. S. Maria Ausiliatrice. Domenica 25. Corpus Domini – S. Urbano. Lunedì 26. S. Filippo Neri. Martedì 27. S. Agostino. Mercoledì 28. S. Emilio. Ultimo quarto di Luna alle ore 03.58 Giovedì 29. S. Massimo. Venerdì 30. Sacro Cuore di Gesù. Curiosità legate a questo periodo dell’anno: 24 maggio 1915: l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria, ma già nel pomeriggio del 23 la motobarca che portava la comunicazione dello stato di guerra al distaccamento di Foce Aussa fu fatta segno a tiri dalla dogana austriaca di Porto Buso. La tradizione vuole che il primo colpo di fucile della Grande Guerra sia stato sparato alle 22,40 dello stesso giorno dal finanziere Pietro Dall’Acqua, di guardia col collega Costantino Carta al ponte confinario di Brazzano (vicino a Cormons), sul torrente Judrio, contro una pattuglia di genieri nemici, costretti così a desistere dal tenta- la gotta. Dall’infusione delle foglie, lentamente seccate al sole, si può ricavare una gradevole bevanda simile al tè. Sognare fragole sembra significhi l’arrivo di un guadagno inaspettato, o anche un aiuto a sorpresa da qualcuno. Al lotto vi si abbina il numero 20. tivo di far saltare l’opera. Per quanto riguarda l’artiglieria la prima granata del conflitto mondiale volò sui cieli dell’Altopiano di Asiago, sparata dal Forte Verena alle ore 4,00 del 24 maggio. Nei successivi 20 mesi di guerra l’Esercito Italiano avrebbe sparato nell’arco di tutto il fronte 11.181.135 proiettili, compresi tra il piccolo 37 mm ed il grande da 305. Erbe e frutti d’inizio estate: basta un vaso posto sui davanzali, purché riparato dall’aria ancora fresca della notte e ben in vista ai già caldi raggi del sole, per veder prendere colore al rosso frutto delle piantine di fragola. Tutte le varietà coltivate appartengono al genere “Fragaria”, i fiori son bianchi con 5 petali, i frutti dolci e carnosi. Il grande medicobotanico Linneo affermava che la fragola è un ottimo rimedio contro Un santo per volta: 27 maggio Sant’Agostino di Canterbury. La Gran Bretagna, evangelizzata fin dai tempi apostolici (il primo missionario a sbarcarvi sarebbe stato, secondo la leggenda, Giuseppe di Arimatea), era ricaduta nell’idolatria in seguito all’invasione dei Sassoni nel quinto e nel sesto secolo. Quando il re del Kent, Etelberto, sposò la principessa cristiana Berta, figlia del re di Parigi, questa domandò che fosse eretta una chiesa e che alcuni sacerdoti cristiani vi celebrassero i santi riti. Appresa la notizia, il papa S. Gregorio Magno giudicò maturi i tempi per l’evangelizzazione dell’isola. La missione fu affidata al priore del monastero benedettino di S. Andrea sul Celio, Agostino, la cui dote precipua non doveva essere il coraggio, ma in compenso era tanto umile e docile. Partito da Roma alla testa di quaranta monaci nel 597, fece tappa nell’isola di Lerino. Le notizie sul temperamento bellicoso dei Sassoni lo spaventarono al punto che se ne tornò a Roma a pregare il papa di mutargli programma. Per incoraggiarlo, Gregorio lo nominò abate e poco dopo, quasi ad invogliarlo al passo decisivo, appena giunto in Gallia, lo fece consacrare vescovo. Il santo missionario morì il 26 maggio del 604 e fu sepolto a Canterbury nella chiesa che porta il suo nome. Due proverbi due De armakot ist a bia der doat, von viel galobet, von hoame galiebt. (trad: La povertà è come la morte, da molti lodata, da nessuno amata). Bear gilet voar, hat denne a laichta arbot. (trad: Chi anticipa il prezzo, ha poscia cattivo lavoro). Domenica 18 maggio Gallio: OMV – Via Kemplen, 2 Domenica 25 maggio Sasso di Asiago: TOTAL – Via Chiesa Treschè Conca: AGIP – Via Campiello, 56 Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. Sabato 17 maggio 2008 L’Altopiano srl - Società unipersonale Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 349 - 6548872 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini Hanno collaborato: Virginia Gianello, Aurora Carli, don Marco Pozza, Alessandro Cunico, Ilario De Guio, Matteo Dal Pozzo, Beppa Rigoni Scit Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Verona - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova Punto Sport Gallio cerca commessi (maschio e femmina) a tempo indeterminato. Gli interessati possono telefonare al n. 0424 658897 o rivolgersi direttamente in negozio Negozio di Asiago offre lavoro per i fine settimana, i giorni festivi, il mese di agosto e i periodi natalizi e pasquale. Gli interessati possono telefonare allo 0424 460660 Negozio di calzature cerca commessa, età minima 20 anni. Telefonare al n. 0424 464041. Ragazza 26enne offresi come baby sitter. Per informazioni telefonare al 340.0022229 Dalle ore 8.45 di sabato 17 alle ore 8.45 di sabato 24 maggio GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari 34 Dalle ore 8.45 di sabato 24 alle ore 8.45 di sabato 31 maggio ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato – Via Matteotti 27 ARIETE Se Siete in attesa di novità entusiasmanti e avete già intravisto il settore nel quale le vorreste, potete incominciare a porre le premesse di un cambiamento positivo, che via maggiore sicurezza per l’avvenire. I cambiamenti potranno infatti riguardare sia l’amore che il lavoro, sta quindi a voi scegliere come e dove canalizzare gli influssi uraniani, che non deludono mai. TORO Potendo scegliere, cominciate con ciò che avete trascurato e che oggi richiede maggiore attenzione, risolvendo un problema di cuore o di soldi, che reclama la vostra presenza. L’amore, se non tutto va proprio come desiderate, può essere trascurato in attesa di una schiarita imminente, che non dovrete però sollecitare. Intanto potete occuparvi di voi stessi. GEMELLI Se vorrete dare ascolto al destino, non vi mancheranno le occasioni di selezionare tra tutto quello che succede intorno a voi, l’essenziale: vi adeguerete così ai suggerimenti di Saturno e di Marte, che indicano il coraggio e la prudenza come le qualità più adeguate alle attuali necessità. Potete regolarvi scegliendo l’amore o il lavoro, a seconda dell’urgenza. CANCRO Potete mettere a frutto le vostre migliori qualità, come l’ottimismo e la capacità di stabilire rapporti felici sia sul piano affettivo, sia nelle amicizie. Guardandovi attorno con selettività saprete bene come muovervi, scegliendo con cura quello che vi sta più a cuore e rinunciando al resto. Negli adempimenti quotidiani potete concentrarvi su ciò che è più urgente. LEONE Con il vostro giudizio, quasi infallibile, siete in grado di stroncare chi vi contraddice. Evitare però di sbandierare il vostro successo con chi non ha la vostra capacità dialettica, perché sarete oggetto di una invidia feroce, che non sapreste come gestire. Nel lavoro siete a grado di portare a termine un confronto ben iniziato ma, ahimè, lasciato a metà. VERGINE Contando sul favore di Venere e di Mercurio sarete in grado di far fronte in modo costruttivo a un problema di soldi e di affetti, scegliendo con cura il momento e le parole giuste per agire. L’amore potrà darvi maggiore sicurezza se, a vostra volta, saprete convincere il partner a fidarvi di voi. Nei rapporti di lavoro non perdete d’occhio l’equilibrio di bilancio. BILANCIA Potete tuttora contare sulla presenza di Giove nel vostro segno, che facilita sia l’amore che la finanza, senza ignorare, se vi interessa, la forma fisica, recuperando bellezza ed energia. Una indagine approfondita su alcuni particolari che finora vi erano sfuggiti vi darà una comprensione completa di un problema che finalmente siete in grado di risolvere. SCORPIONE Nessun ostacolo si frappone ai vostri progetti, specialmente nella vita di relazione, che potrebbe essere rinnovata con il recupero di un rapporto in crisi, oppure con una coraggiosa decisione di cambiare rotta. Potrete anche occuparvi di gestire al meglio la vostra immagine, che può recuperare smalto e incisività, specie se sono in ballo questioni di principio. SAGITTARIO E’ arrivato il momento di agire con sicurezza, basandovi su un’attenta valutazione degli aspetti pratici di ciò che vi sta a cuore, specialmente se si tratta di problemi d’amore che hanno un riscontro finanziario. Il compito di Saturno e Marte è quello di indicarvi che dovete affrontare con coraggio l’eliminazione di ogni spreco, sia che si tratti di affetti che nel campo del denaro. CAPRICORNO Volendo sfruttare un destino propizio, potete affrettarvi a cogliere i frutti di quello che avete seminato nel recente passato. L’amore è il favorito del momento, grazie a Venere e Mercurio che rendono facile una perfetta comprensione con il partner, migliorando così anche la forma fisica. Nel lavoro e negli studi non c’è bisogno di sacrificarsi. ACQUARIO Se siete alla ricerca di novità, il destino vi elargisce qualche piccola ma stuzzicante occasione da vivere con il vostro abituale buongusto, ma senza sbandierare un successo che potrebbe essere effimero, specie negli incontri d’amore, imprevisti quanto piacevoli. Nel lavoro potrete ottenere qualcosa in più scegliendo il momento giusto per chiedere. PESCI Potete affrontare allegramente un problema che finora avete saggiamente schivato per mancanza di argomenti validi. Se nel mirino c’è la vita di relazione potrete serenamente ricomporre un rapporto in crisi, iniziarne uno nuovo di zecca, o decidere di passare qualche settimana in solitaria meditazione. In tutti i casi fate leva sul vostro solito coraggio. 8 Sabato 17 maggio 2008 l’Altopiano 28