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“Andremo fino in fondo!” - Giornale dell`Altopiano

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“Andremo fino in fondo!” - Giornale dell`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
La voce degli
8 Comuni
l’Altopiano
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 268 - ANNO XI - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 17 MAGGIO 2008
ROANA
“Andremo fino
in fondo!”
La Giunta di Gallio cambia i pezzi
Stella:”Capisco la stanchezza degli assessori”
Cocco: “In
consiglio
abbiamo
toccato il
fondo”
ROTZO
Accedere al
Bostel ora si può
pag. 16
ADUNATA DEGLI ALPINI
Adunata di Bassano
Cattedra
Un architetto
milanese vince
il concorso
di idee
Si pensa già
all’Hoga Zait
pag. 2
SALUTE
Focus sulla
celiachia
malattia in
aumento
pag. 13
Cristiano Nansala, reduce
d’Abissinia, presente!
pag. 10-11
pag. 5
SPORT
SOLIDARIETA’
Rispaar strepitosi in
“Tele digo da Bertigo”
INLINE
Vipers, tutti
promossi! La
squadra di B
sale in A2
pag. 5
pag. 22- 23
ENEGO
RIFIUTI
STORIA
Ai fratelli
Caregnato il
premio San
Giuseppe
d’oro
Prepariamoci alla differenziata
con lezioni di riciclo
Il tabacco
e il suo
contrabbando
a Enego
pag. 17
pag. 6
pag.18-19
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
2
Consiglio e giunta comunali: chi va e chi entra
Perdi due, ma prendi quattro
GALLIO
“Lo Stato ci è vicino, il nostro
sì è unitario, sofferto, sentito.
Ripartiamo con responsabilità
reciproca, sempre con un solo
ed unico interesse: la gente di
Gallio”. Nella mia agenda conservo dal 2 giugno 2006 il foglio scritto a mano, con sotto
una decina di firme, con il quale
Antonella Stella, in occasione
della visita a Gallio dell’onorevole Rosato, nella festa della
Repubblica, ritirava le sue dimissioni date in seguito al grave attentato subito. C’era in
quel foglio, nero su bianco,
l’impegno del sindaco, della
sua giunta, della sua lista ad
andare avanti, con coraggio e
determinazione, tutti uniti. Di
fronte a queste parole, a questa responsabilità, presa in un
momento durissimo della vita
amministrativa del paese, le dimissioni prima di Loretta
Munari e poi di Bruno Franco
potrebbero dare l’idea di una
promessa tradita. Antonella
Stella ne parla con il cuore in
mano: “Loretta e Bruno erano molto stanchi da parecchio tempo. Per me la loro
decisione è stata un grande
dolore e, non nascondo di
aver pensato, e forse anche
detto, che a questo punto
era meglio chiudere tutto il
2 giugno di due anni fa. Un
po’ abbandonata mi sono
sentita, ma se una persona
non se la sente più per stanchezza e vari motivi personali, credo sia giusto accettare la sua decisione e basta, soprattutto in un situazione in cui i delinquenti che
mi hanno colpito sono ancora senza un volto. Quando il 2 giugno siamo andati
su con l’onorevole Rosato,
dopo che lui mi aveva rassicurato sulla presenza e l’attenzione dello Stato, ci siamo radunati tutti senza di lui
e i miei amici-colleghi di amministrazione mi hanno detto: “Anto, decidi tu, noi facciamo quello che decidi tu”.
Loretta ha detto “no, ragazzi, se diciamo così, lasciamo
tutta la responsabilità sulle
spalle di Antonella! Ognuno
deve decidere per sé stesso,
consapevole che potrebbe
essere oggetto di minacce o
altro….” A quel punto ho
preso carta e penna, ho
scritto di getto quella frase
e tutti i presenti hanno firmato…. Riempiendomi il
cuore di felicità e di commo-
Dopo le dimissioni di Bruno Franco, Antonella Stella dice “Mi son sentita
un po’ abbandonata, ma non posso che capire” – Il sindaco presenta le new entry che
hanno accettato di impegnarsi per un anno di amministrazione denso di lavoro
per cui i valori non si misurano in euro. Emanuela
segafredo, 54 anni, detta
Moretti, mi piace perché sa
cosa vuol dire soffrire, sacrificarsi: da imprenditrice non
ha avuto alcuna remora a passare a prendere in mano “pala
e picco” per lavorare sodo
come operaia manutentrice
del verde. Anche lei non misura i valori in euro e quando
è convinta di una cosa va fino
in fondo senza se e senza ma,
con fermezza e con il cuore.
Luigildo, 44 anni, barista a
Stoccaredddo, ha sostituito
Loretta con grande timore, ma
subito con grandissimo entusiasmo. Abbiamo fatto insieme un paio di incontri con il
nostro ufficio turistico, che abbiamo creato dal nulla con
una convenzione con il GOL
guidato dal bravissimo Claudio Cuoco, e ora insieme stanno navigando alla grande e
preparando un’estate a mio
parere veramente bella. È un
mito anche perché con la sua
aria sorniona riesce sempre a
zione. In quel momento la
loro decisione mi ha ridato
le ali e mi ha sollevato da
un peso enorme, ma ora e
sempre è giusto che chi non
se la sente più di andare
avanti, faccia la sua scelta.
In fondo fare l’amministratore è solamente una piccolissima parte di quello che
si può fare per gli altri, ci
sono altri mille modi di essere presenti ed essere utili
al prossimo, magari anche
a quello più vicini, che si è
dovuto giocoforza trascurare… Ho insistito forse anche
troppo perché entrambi ci ripensassero, ma non posso
che capire e ringraziarli ancora per quanto mi sono stati
vicino e per quanto hanno
sacrificato della loro vita
per Gallio”.
Se due se ne sono andati, ce
ne son comunque quattro che
hanno accettato d’impegnarsi: Osvaldo Schivo è subentrato
in consiglio a Loretta Munari,
Emanuela Segafredo prende
invece il posto di Bruno Franco. Gli assessorati “vacanti”
sono stati assegnati ad altre
due persone: Luigildo Baù al
turismo e Nicolò Munari ai lavori pubblici e al patrimonio.
“Entrano a motori caldi,
anzi caldissimi – dice
Antonella Stella - in questi 4
anni, infatti, anche con i cosiddetti non eletti ci siamo
sempre incontrati tutte le volte che come gruppo abbiamo discusso sulle decisioni
da prendere, per cui è come
se fossero sempre stati in consiglio o in giunta anche loro
(anche loro erano su con tutti
gli altri e hanno firmato il 2
giugno) e questa, visto anche
come sono andate le cose credo sia stata una bella scelta.
Tengo a sottolineare che,
quando si è trattato di scegliere gli assessori, c’è stata
una lotta furibonda…al contrario: tutti volevano che lo
facesse l’altro, ritenendolo
più all’altezza! Non ci siamo
mai scannati per la “carena”
e ognuno si è preso l’impegno che si sentiva. A me son
rimasti urbanistica e edilizia
privata…L’incarico
di
vicesindaco è andato a
Gianni Rossi”.
Ci presenta le new entry?
“Osvaldo ha 57 anni, era impiegato alle poste. E’ andato in
pensione poco prima di entrare
in consiglio. E’ una persona a
cui voglio molto bene e che stimo moltissimo: calma, pacata,
intelligente, di buon senso e soprattutto di sanissimi e
saldissimi principi, una persona
fare le battute che
sdrammatizzano la situazione
al momento giusto. Anche lui
“sa da dove viene”, è intelligente, acuto, concreto, ha una
grandissima dignità e amore
per il suo paese. Nicolò, 49
anni, artigiano, ha un cuore
grande e generoso. Qualche
anno fa ha rischiato brutto per
un infarto e penso proprio che
abbia ben chiaro in testa che
cosa vale di più nella vita. Ha
iniziato alla grande e con entusiasmo: un incontro con me
e i due uffici che dovrà seguire, per fare il punto della situazione ed ha già preso in
mano il timone della nave, che
anche lui già conosceva abbastanza a fondo! Anche Nicolò
è onesto, intelligente, posato e
riflessivo quanto basta per
fare gruppo; non si perde in
ciance ed è abituato ad agire
e a fare scelte di responsabilità. Due parole anche su
Gianni: il grande saggio, con i
suoi 62 anni, ma che dentro
resta un ragazzino e sa ridere
e far sorridere anche nei mo-
menti di maggior tensione. Non
penso sia necessario che lo descriva io: il maestro Gianni in
Altopiano lo conoscono tutti e
tutti i suoi scolari lo ricordano
con immenso affetto per la correttezza e l’onestà con cui li
ha seguiti. In poche parole è
un puro di cuore, nel senso
evangelico del termine, una
persona che non farebbe
mai del male a nessuno e
che vorrebbe, se potesse,
accontentare tutti. Probabilmente è quello che fra
noi, proprio per questo soffre di più: bisogna rispettare la legge e non sempre il
bene comune corrisponde
al bene del singolo…”.
L’amministrazione Stella
non molla ed è decisa ad
andare fino infondo. A
Gallio si prosegue dunque
con nuova energia: mancano circa dieci mesi alla fine
del mandato e saranno intensissimi perché le cose
importanti da portare a termine sono tante.
Stefania Longhini
“Andremo fino in fondo”
Il consigliere di minoranza
Pino Rossi l’aveva già dichiarato nelle ore successive alle dimissioni di Bruno
Franco, ma la lista “Noi di
Gallio” ha voluto anche ribadirlo con una lettera aperta ai cittadini che gira in questi giorni per il paese: ciò che
sta succedendo è segno di
sgretolamento della maggioranza. “Le dimissioni dell’assessore al turismo, del
vice sindaco nonché assessore al patrimonio e lavori
pubblici e nostro rappresentante in seno alla Comunità
Montana, sono state passate come frutto di stanchezza – si legge nella lettera ma è evidente che i dimissionari hanno perso la stima
dei colleghi, tanto che non si
vedono più, come prima, assieme a loro. La situazione
è perlomeno imbarazzante;
sarebbe opportuno che gli
ex assessori, che ringraziamo per l’impegno
profuso, trovassero il coraggio di
rendere noto a
tutti, esplicitamente, il vero motivo
di dissenso.
Il risultato di questi ultimi quindici
anni di amministrazione è sotto
gli occhi di tutti e
non c’è bisogno di
alcun commento”.
In merito a tali di-
chiarazioni, il gruppo di maggioranza “Per Gallio, per
continuare” tiene a fare alcune precisazioni e confermare il proprio impegno e la
propria volontà di portare a
termine il mandato. “Lo
sgretolamento di cui si parla
– dice il gruppo – è solo una
supposizione personale di
qualche rappresentante della minoranza. Se anche due
assessori si sono dimessi, le
loro scelte e le loro motivazioni devono essere rispettate e non fatte oggetto di
chiacchere da bar, superficiali e a volte banali, come,
purtroppo, a Gallio sta avvenendo troppo spesso. Il
gruppo di maggioranza si è
subito ricomposto con grande serenità con l’ingresso di
altre persone atrettanto valide e stimate e non ha mai
cessato i frequenti incontri
per discutere, valutare e
prendere decisioni sempre e
solo in modo collegiale, col
fermo intento di portare a
compimento il mandato conferito dai cittadini. Ogni scelta fatta dal Sindaco è stata
concertata e condivisa. In
questi anni le amministrazioni hanno lavorato sodo, cercando sempre di andare incontro ai cittadini, di fare le
scelte migliori e più giuste,
consapevoli che non sempre
il Bene Comune coincide con
il bene di ogni singolo cittadino. Le opere realizzate e quelle in fase di realizzazione sono
molte e non hanno bisogno di
commenti o elencazioni:
bastaandare a verificare, guardarsi attorno e, sinceramente,
dare atto del lavoro svolto.
“Ci spiace molto osservare –
concludono i componenti della maggioranza – che ancora
una volta qualcuno, speculando sulla volontà altrui, abbia
solo cercato di colgiere
l’occaisone per dare avvio alla
campagna elettorale
ed,
auspicando
chissaà quali catastrofi interne, avvia
invece perso l’occasione del rispetto della
dignità, della volontà
esplicita e del lavoro
di un gruppo di persone che fra tante difficoltà e ostacoli vuole andare fino in fondo e continuare nel
solo interesse della
gente di Gallio”.
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
3
Via l’Ici sulla prima
casaComuni con
meno stanziamenti?
Per gli amministratori locali il problema non sussiste:
«Gli introiti mancanti saranno compensati dal governo»
Il Cavaliere lo prometteva da
tempo: «Aboliremo l’Ici sulla prima casa». Ed ora che
Berlusconi è al governo ha
ribadito il suo sogno di eliminare la tassa sugli immobili.
Già ma questa tassa attualmente va a rifocillare gli erari
comunali che verranno così
a trovarsi con una fetta di
introiti in meno non indifferente.
Come affronteranno il problema gli amministratori?
Semplice, non lo affronteranno perché lo Stato dovrà sopperire con nuovi introiti.
«A parte il fatto che il problema ci colpisce relativamente – afferma il sindaco
di Asiago Andrea Gios – per-
ché, come tutte le località turistiche, l’incidenza della prima casa è bassa. Al comune
di Asiago verrebbero a mancare circa 120 mila euro che
comunque saranno compensati dal governo in qualche
altra misura. Nel nostro comune gli indotti maggiori derivano dalle seconde case. E
comunque se il governo non
compensasse prima di noi
sarebbero messi a tappeto
decine di altri comuni non
solo nel Veneto ma in tutta
Italia».
Del medesimo parere anche
il primo cittadino di Roana
Mario Porto.
«Sicuramente, e per forza, il
governo sostituirà l’Ici sulla
prima casa con altri introiti.
A Roana questa tassa ha
un’incidenza di circa 160 mila
euro sui 2 milioni e 400 mila
complessivi. Diciamo che la
cosa non ci tocca perché a
questa abolizione subentrerà
un “qualcosa” che andrà a
compensare. Proviamo solo
a pensare il comune di Roma
o di Milano se venisse loro a
mancare l’introito dell’Ici sulla prima casa. Staremo a vedere».
Il dubbio che viene però è
lecito. Se si abolisce una tassa per poi compensarla con
qualche stratagemma non
c’è una mano che dà e una
che toglie?
Luigi Frigo Bettinado
Le scuole inizieranno il 22 settembre
La Regione Veneto ha approvato il calendario scolastico per l’anno 2008/2009,
omogeneo per tutti gli ordini
di scuole del Veneto, Statali
e Paritarie.
L’inizio dell’attività didattica
è fissato il 22 settembre 2008
(lunedì). Festività obbligatorie: tutte le domeniche; il 1°
novembre, festa di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata
Concezione; il 25 dicembre,
Natale; il 26 dicembre; il 1°
gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, anniversario della Liberazione; il 1° maggio, festa del
Lavoro; il 2 giugno, festa
nazionale della Repubblica;
la festa del Santo Patrono.
Vacanze scolastiche: da sabato 4 - festa di San Francesco, patrono d’Italia - a domenica 5 ottobre 2008; da
mercoledì 24 dicembre 2008
a martedì 6 gennaio 2009
compresi (vacanze natalizie);
da domenica 22 febbraio a
mercoledì 25 febbraio 2009
compresi (carnevale e mercoledì delle Ceneri); da giovedì 9 aprile a martedì 14
aprile 2009 compresi (vacan-
ze pasquali). Fine attività didattica: il 16 giugno 2009
(martedì).
In relazione a sabato 4 ottobre, l’assessore Donazzan
precisa che, da quasi 70 anni,
una regione d’Italia svolge ad
Assisi un pellegrinaggio che
trova uno dei momenti salienti
nell’offerta dell’olio che alimenta la lampada votiva della
tomba del Santo. “Nel 2008
tale onore tocca al Veneto –
sottolinea – e in relazione alla
straordinarietà dell’evento si
ritiene opportuno procedere
alla sospensione dell’attività
didattica nelle scuole della regione, statali e paritarie”. “La
grande novità di quest’anno
scolastico – dichiara l’Assessore Donazzan- è l’avere posticipato l’inizio delle scuole per
venire incontro alla esigenza
delle famiglie di poter godere
di un periodo dedicato alle ferie con i propri figli che non
ricadesse nell’alta stagione
dai costi elevati e per potenziare la vocazione turistica del
veneto ed inoltre per permettere che si effettuino i corsi
di recupero così come segnalataci da molti insegnanti. Nel
fissare tale articolazione e in
particolare la fine dell’attività didattica, si è tenuto conto, sulla base delle pregresse
esperienze, della possibile
data d’inizio degli esami di
Stato conclusivi dei corsi di
studio di istruzione superiore,
la cui individuazione è in capo
al Ministro della Pubblica
Istruzione mediante ordinanza. Per le scuole primarie e
secondarie le giornate di attività didattica tra le date d’inizio e di fine dell’anno scolastico 2008/2009 sono di conseguenza 204, non considerando la giornata del Santo Patrono. L’attività didattica avverrà, comunque, nel rispetto di
almeno 200 giorni di frequenza e dell’equivalente monte
ore annuale stabilito dalla normativa vigente e dai P.O.F. di
riferimento”. Rimane eventualmente a disposizione delle Istituzioni Scolastiche un adeguato numero di giornate per la
flessibilità interannuale (4 oppure 3 in caso la festa del Santo Patrono ricada in attività didattica), valutate anche le circostanze che possono intervenire nel corso dell’anno al fine
del rispetto, in ogni caso, della
frequenza minima.
Sapor d’acqua natìa
“Innamoratevi, vi prego!”
Pestano a sangue ma
poi fuggono. Scappano
dalla città che li ha visti
tristi registi di un’opera
drammatica verso una
terra in cui vivere da
anonimi. Ma, vista l’impossibile follia di soffocare un dramma mortale, si costituiscono. Il
massacro di Verona –
ultimo in ordine di tempo – è l’ennesimo graffio ad una società che
ci tiene a definirsi civile. Ad
un’umanità che sul concetto
di “diverso” ha firmato pagine di crudele terrore. Al di là
delle indagini, persiste un interrogativo: “Com’è possibile?” Si dirà che sono bestie: questo ci aiuta a lavarci
la coscienza, ma non a scoprire le stonature. S’invocherà l’ergastolo: difenderemo la
sicurezza nostra, ma ci sfuggiranno pause rimaste incomprese. Non sono certo il simbolo della gioventù. Ma nemmeno più un caso isolato.
Troppi casi isolati aprono una
questione generale. Forse si
mostra necessaria una riflessione che aiuti a difendere
Abele cercando di recuperare Caino.
Il Creatore si preoccupò pure
di lui.
Strane interferenze mi rendono sempre più convinto che
alla base di tali nefandezze
abiti una buona dose di “sbandata
stupidità”.
La
quotidianità si sta appiattendo vergognosamente. E se
un ragazzo si convince che il
quotidiano della gente (il cui
modello va a ruba nell’informazione) è l’unica aspirazione alla quale poter tendere, il
danno è presto fatto: le idee
più creative e feconde, l’originalità e la passione, il gusto
della fatica e la sorpresa di
una conquista andranno sempre più scemando. Impedendo di lasciare aperta una fessura verso l’alto. In teologia
la chiamano “trascendenza”.
Noi potremmo semplificarla
chiamandola “affetto per la
bellezza della vita”. Toppata
questa fessura, il dinamismo
e la vivacità creativa della
giovinezza si bloccano. La
capacità di riflessione si indebolisce. Il gusto del vivere
si anestetizza. Ma quello che
più impaurisce è il drastico
impoverimento del pensiero:
non si cerca più la riflessione. Ci s’innamora della superficialità. Anch’io sono
convinto che non avessero
intenzione di uccidere quei
ragazzi. Perché, nell’atto
omicida, avevano già compiuto il primo omicidio: non
hanno voluto capire chi
sono. L’hanno rifiutato, su
invito della maggioranza, e
si sono limitati ad essere uno
del branco. Hanno scelto di
non scegliere. Hanno acconsentito alle decisioni della
massa: son diventati conformisti.
Dal mio “osservatorio” di
sacerdote – che
condivide con loro la
faticosa bellezza
d’essere giovane –
m’accorgo sempre
più che il problema
prioritario oggi non è
l’indifferenza verso
Dio. Ma la noncuranza verso gli interrogativi ultimi della vita. Da giovani è
facile – anche se
non è scusante –
scambiare lo star bene con
l’autentico vivere: ma questo
non può durare un’esistenza
intera. L’interiorità e
l’affettività, a lungo andare,
s’impoveriscono, s’inaridiscono, perdono prestanza. E,
senz’accorgerci, diamo il cervello “in comodato d’uso” alla
noia. Ma la noia è il disinteresse totale, una morte a rate.
Stordisce la vita. E la si ammazza!
Non credo che quegli omicidi rifiutino la vita: semplicemente si sono dis-affezionati
a lei. Non è un problema di
intelletto, ma di cuore.
Che si risolve innamorandosi: di noi, della vita, del diverso!
don Marco Pozza
www.sullastradadiemmaus.net
8
Sabato 17 maggio 2008
ATTUALITA’
Si è tenuto nei giorni scorsi
nella sede della Provincia a
Vicenza un incontro tra l’assessore provinciale alla Viabilità, Costantino Toniolo, e gli
assessori ai lavori pubblici di
Asiago e Roana, Giampaolo
Rigoni e Dario Frigo, nonché
con l’assessore all’Agricoltura di Roana, Roberto Tortora,
nel quale sono stati illustrati gli
interventi di prossima realizzazione (già presentati a grandi
linee sul nostro giornale qualche mese fa) sull’ex statale
349 del Costo. Con un piano
di intervento per oltre 5 milioni
di euro la Provincia intende
mettere in sicurezza e adeguare la principale arteria viaria
l’Altopiano
4
Traffico più sicuro e scorrevole
sull’ex statale 349 del Costo
L’assessore Toniolo ha illustrato gli interventi previsti sulla principale arteria
che porta in Altopiano. Il via agli interventi probabile per la fine dell’estate 2009
che raggiunge l’Altopiano. I
lavori, che probabilmente partiranno alla fine dell’estate
2009, prevedono l’allargamento di alcuni tratti stradali
lungo la direttrice Tresché
Conca – Asiago con la realizzazione anche di tre rotonde.
Gli allargamenti interesseranno soprattutto il tratto TreschéCanove dove la strada presenta numerose strettoie e curve.
Si realizzeranno dei ponti laterali per aumentare la sede stradale e anche il ponte sul torrente Ghelpack, subito prima
dell’entrata nel territorio di
Canove, sarà interessato dai
lavori. Le rotonde invece saranno realizzate a Canove, all’incrocio con la strada per
Cesuna, in prossimità del Municipio, e appena sotto la discesa della Gaiga, all’incrocio della
contrada Mosele di fronte al
Consorzio, con la realizzazione anche di un sottopassaggio
pedonale per agevolare gli abitanti della contrada Mosele.
Un terzo rondò alla francese,
che avrà anche funzione di
arredo, verrà fatto all’entrata
La Comunità Montana
premia il Caseificio Pennar
Un vassoio d’argento come omaggio per l’attività ottuagenaria
dell’azienda. “Blitz” inatteso e gradito di Giancarlo Bortoli, presidente della
“Spettabile Reggenza dei 7 Comuni”, al Consiglio di Amministrazione
di Asiago nell’incrocio tra Via
Verdi e Viale Stazione (all’altezza del distributore di benzina).
Grande soddisfazione è stata
espressa da tutti i presenti per
questo accordo che ha visto
una stretta collaborazione tra
Provincia, Comune di Asiago
e Comune di Roana per cercare di modernizzare una parte della viabilità altopianese.
“Questo è il più grosso intervento sulla 349 dal 1974 quando venne allargato il Costo –
spiega Dario Frigo – Con questi lavori, assieme all’allargamento della Fratellanza verso
Bassano, con alcune rotonde
già realizzate, e l’avvio a breve dell’adeguamento della
strada che collega Foza ad
Enego, la circolazione
sull’Altopiano sarà molto più
consona alle esigenze di oggi”.
“Sarà garantita una scorrevolezza che va a favore non solo
dei turisti, ma anche delle attività produttive locali che non
si troveranno bloccati nel traf-
fico come spesso accade soprattutto nei periodi di grande
afflusso turistico” aggiunge
Tortora.
“Decisamente un’opera necessaria che andrà a favore
di tutti – commenta Giampaolo
Rigoni – Ciò però non toglie
che nel futuro si dovrà per forza trovare una soluzione che
devii il traffico dal centro di
Asiago; una soluzione doverosa sia per i residenti di Asiago,
sia per i nostri ospiti”.
Gerardo Rigoni
Lettera aperta al sindaco
Andrea Gios risponde
Ottant’anni compiuti, e portati così bene da meritare la
medaglia. Anzi, il vassoio
d’argento: con un “blitz” inatteso nei giorni scorsi il presidente della Comunità Montana “Spettabile Reggenza
dei Sette Comuni”, Giancarlo
Bortoli, ha fatto visita ai soci
del Caseificio Pennar di
Asiago, riuniti nella periodica assemblea del Consiglio di
Amministrazione. Bortoli ha
riconosciuto l’alto valore sociale ed economico per
l’Altopiano dell’attività della
società, di cui è recentemente
ricorso l’ottuagenario, e durante la visita ha donato al
caseificio un vassoio d’argento finemente lavorato con incisa la frase “Buon Compleanno Pennar”. Il Caseificio
Pennar ha iniziato a collezionare medaglie e riconoscimenti
sin dagli albori della propria
storia. «Già nel 1930» spiega
infatti il presidente Antonio
Bortoli «il Pennar veniva premiato a Parigi con la medaglia
d’oro all’esposizione internazionale “Du Bien Etre”, per il
nostro Asiago Fresco. Allora
era una produzione nuova, ma
il nostro caseificio con una
scelta coraggiosa impostò subito la propria produzione su
di esso». Da allora, l’elenco
dei premi e dei primi posti raggiunti nei concorsi internazionali dalla cooperativa agricola
asiaghese è lunghissimo: gli
ultimi, prestigiosi premi il
Pennar li ha ottenuti appena
pochi mesi fa, il 27 e 28 ottobre con la rassegna Caseus
Veneti e con l’Olimpiade dei
formaggi di montagna di
Oberstdorf. Nella prima ha
conseguito 4 medaglie d’oro e
due d’argento con i propri formaggi, nella seconda ha conquistato l’oro olimpico con il
“Gran Pennar” di montagna.
Nelle precedenti olimpiadi il
caseificio aveva ottenuto l’oro
con l’Asiago Stravecchio
DOP, l’Asiago Fresco DOP e
con il Pennarone. Considerato tutto questo, il presidente
della Comunità Montana ha
deciso di dare un riconoscimento all’attività: «Un regalo
inatteso, e molto gradito».
«L’operosità del caseificio tiene alto il buon nome della pro-
duzione agroalimentare
altopianese ed è elemento importante per l’economia delle
aziende dei soci e per i posti di
lavoro che rappresenta», ha
sottolineato il presidente di
Confcooperative Vicenza, Alberto Chiodi.
Lo stesso Giancarlo Bortoli,
che nella visita è stato accompagnato dall’assessore all’Agricoltura della Comunità
Montana Giampaolo Rigoni
(Camplan), ha spiegato che
«Con questo dono abbiamo
voluto ringraziare i soci per il
loro lavoro, che esprime in tutto e per tutto i valori del territorio dei Sette Comuni. Essendo lavoro agricolo e nei prati,
presenta continui risvolti positivi in termini di manutenzione
e conservazione dell’ambiente naturale del territorio
dell’Altopiano».
Il Caseificio Pennar conta circa 60 soci e lavora ben 250
ettolitri di latte al giorno, interamente
prodotto
nell’Altopiano, a cui d’estate
si aggiunge anche il latte di
quindici malghe del
comprensorio.
Carissimo Giovanni, ti ringrazio della tua lettera che
hai spedito in relazione al
contributo “Una tantum”,
pubblicata in questo mese
sul giornale “l’Altopiano”,
perché mi fornisce l’occasione di poter spiegare ai
lettori le motivazioni che
sono state alla base
dell’erogazione del contributo “Una tantum”.
In primo luogo, si è voluto
dare un segnale di vicinanza alle persone in stato di
disagio, in particolare agli
anziani, alle famiglie numerose con almeno quattro
figli e ai nuclei familiari
con soggetti disabili e/o
invalidi civili.
Io sono convinto che in alcuni casi sia importante
anche un semplice sostegno “morale” un segno di
vicinanza, consapevolezza
e condivisione dei problemi che molte famiglie della
nostra città affrontano
quotidianamente.
I servizi sociali, nell’elaborazione del bando “Una
tantum”, hanno seguito
criteri di studio sull’argomento in questione, previsti nelle varie normative di
settore: legge quadro 328/
2000, in materia di servizi
sociali; regolamento comunale sulle prestazioni so-
ciali e altre ancora, seguendo criteri obiettivi in
tal senso, nonché confrontandosi con le altre Amministrazioni del territorio
anch’esse impegnate sul
fronte degli aiuti economici alle persone con determinate caratteristiche.
Inoltre, si evidenzia, che
le provvidenze economiche “Una tantum”, non
rientrano nella programmazione stabile dei servizi sociali, pertanto i criteri di assegnazione, seguono una prassi più
“flessibile” sempre nei limiti imposti dalla legge.
In particolare, per le
perone in stato di
disabilità e/o invalidità
civile, sono impegnate
altre istituzioni, che erogano in forma continuativa, assegni, indennità e
pensioni.
A parità di contributo, si
è previsto nel bando di
avere fra i requisiti, un
ISEE per la fascia
dell’utenza anziana inferiore rispetto ai nuclei
familiari con soggetti
disabili e/o invalidi civili, questo perché potenzialmente un nucleo composto da anziani produce meno reddito, come
anche rilevato nel corso
di anni di esperienza in
questa realtà.
La finalità di concedere
queste provvidenze economiche “Una tantum”,
non è stata intesa in termini quantitativi, ma
qualitativi e nell’attenzione verso una fascia della
popolazione più ampia.
Il nostro intendimento
era soltanto quello di essere vicini alle famiglie,
di dare loro un segnale
dell’attenzione che l’Amministrazione Comunale
ha nei loro confronti in
un momento storico di
particolari difficoltà, soprattutto economiche.
Ci rendiamo conto del
fatto che, purtroppo, il
nostro contributo non risolve i loro problemi e siamo sicuri che le nostre
scelte sono migliorabili.
Ti assicuro che da parte
nostra faremo il possibile per recuperare i fondi
da finalizzare a progetti
analoghi anche per il futuro e che, in tali occasioni, ci confronteremo con
le associazioni presenti
nel territorio e valuteremo attentamente i tuoi
suggerimenti.
Resto a disposizione per
ulteriori chiarimenti.
Andrea Gios
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
Cristiano Nansala, reduce d’Abissinia
tra i protagonisti della sfilata
“El Nansala gà sbancà
l’adunata dei Alpini de
Basan”
Potrebbe essere sintetizzata in tal modo la giornata
conclusiva dell’81^ adunata nazionale degli alpini di
Bassano del Grappa. Sono
stati giorni meravigliosi
quelli vissuti dagli alpini e
dai cittadini che hanno potuto essere presenti alle
varie manifestazioni dell’adunata. Fin da Venerdì
mattina sulla sommità della Cima Grappa e poi alla
sera di Venerdì, con la sfilata della bandiera di guerra del 7° Reggimento Alpini in Viale delle Fosse seguito dal labaro dell’Associazione Nazionale Alpini e
dai gonfaloni della Regione, della Provincia e dei
Comuni Vicentini e
Trevigiani (nella foto i Sindaci dei Comuni di Gallio e
Rotzo con i loro gonfaloni
accanto all’Onorevole
Manuela Lanzarin, Sindaco di Rosà). Sabato poi una
delegazione di Rotzo ha
assicurato la sorveglianza
del parcheggio di Cà Sette, alla periferia a Nord di
Bassano, una distesa immensa di prati pianeggianti
che poteva ospitare diverse migliaia di autovetture.
Anche l’Altopiano ha assicurato la propria collaborazione per la riuscita dell’adunata, in un autentico
spirito alpino. Domenica
infine la grande sfilata degli 80.000 alpini per le Vie
di Bassano. Uno dei momenti più commoventi ha
visto come protagonista
l’Alpino di Rotzo Dal Pozzo Cristiano, Classe 1913,
soprannominato “Cristiano
Nansala”, che si è visto tributare dai circa 400.000
spettatori assiepati lungo il
percorso della sfilata innumerevoli applausi e segni di
apprezzamento che gli hanno permesso di vivere una
delle migliori giornate della
sua vita. Il personale saluto del Presidente Nazionale Perona e del Comandante del Corpo degli Alpini lo
Foto di Mattia Pivotto
hanno reso così felice e orgoglioso che alla sorella che
lo ha chiamato al telefono
ha detto “Mi hanno regalato 10 anni di vita”.
Ripercorriamo brevemente
le fasi della sua lunga vita:
profugo all’età di 3 anni a
Grisignano di Zocco durante la prima guerra mondiale, ha combattuto in terra di
Libia per tre anni nella campagna d’Africa quale volontario del Battaglione Imperia
ed
è
stato
reduce
dell’Abissinia che gli è valso
la croce al merito di guerra.
L’8 settembre del 43 è stato
fatto prigioniero nel campo di
concentramento di Linz dove
è rimasto fino al termine del
conflitto quando è stato liberato dagli alleati. Dopo la
guerra, poiché a Grisignano
di Zocco il papà aveva acquistato dei terreni agricoli, si
è dedicato al lavoro dei campi e si era sposato con
Angelina Belfiore. Ma il pensiero di Rotzo non lo ha mai
abbandonato e quando una
sua zia è partita per l’Australia permettendogli di utilizzare la sua casa di
Castelletto, non ci ha pensato neanche un minuto e si
è trasferito a Rotzo dove ha
avviato un’attività agricola
assieme alla moglie. Nel
periodo estivo Cristiano ha
lavorato per diverse Ditte
nella realizzazione di dighe
in Piemonte ed in varie località per permettergli di
mantenere la famiglia. Negli anni 60 ha incrementato
la sua attività agricola dedicandosi con soddisfazione
alla coltivazione della patata
che da quegli anni è diventata un prodotto sempre più ricercato fino a raggiungere la
notorietà dei nostri giorni.
Tornando agli avvenimenti
dell’adunata è utile sottolineare il grande numero degli
alpini della Sezione Monte
Ortigara di Asiago (se ne
sono potuti contare circa
500) che hanno sfilato compatti tra gli applausi della gente con in testa la tabella con
la scritta del Gruppo di
Asiago, seguito dalla Banda
Monte Lemerle di Cesura
guidata dal Sindaco di Roana
Mario Porto, quindi il
gagliardetto della Sezione
assieme al Presidente Massimo Bonomo, i Vice Presidenti Daniele Busa e il
Maestro Guido Azzolini ai
quali si è aggiunto l’alpino
di Rotzo Lino Slaviero combattente in Grecia ed in Piemonte durante l’ultima
guerra, classe 1918, che ha
percorso a piedi tutto il tragitto della sfilata. Dietro a
loro Cristiano Dal Pozzo
accompagnato dal figlio alpino Gianni e dal Sindaco di
Rotzo Matteo Dal Pozzo con
alle loro spalle una bandiera
tricolore con la scritta “1935
reduce Abissinia”. Subito dietro i Sindaci di Asiago Andrea Gios, di Gallio Antonella
Stella, l’Assessore di
Pedemonte Sartori ed il Vice
Presidente della Comunità
Montana Lucio Spagnolo.
Quindi i componenti del
Direttivo della Sezione ed
infine il grande numero di
Alpini altopianesi di tutti i
paesi e contrade. Con il
Gruppo di Marostica hanno
sfilato anche il Sindaco di
Lusiana Virgilio Boscardin e
la Vice Sindaco di Conco
Alberti. Con il Gruppo di
Bassano hanno invece sfilato il Sindaco di Conco Roberto Trotto ed il Sindaco di
Enego Igor Rodeghiero. La
giornata è stata estenuante,
in quanto l’attesa per la partenza del corteo si è protratta per diverse ore, ma al termine della sfilata si vedeva
la soddisfazione negli occhi
degli alpini che vi hanno preso parte e che hanno potuto
apprezzare l’ottima organizzazione dell’evento.
M.D.P.
5
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
6
Raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, un
impegno importante a cui bisogna abituarsi
Educare e informare, per favorire una cultura alla differenziazione e al recupero, ed evitare abbandoni incontrollati
Raccolta dei rifiuti, argomento dagli aspetti molto
vari, tanto vasto quanto
complicato. Con questo numero del giornale diamo il via
a una serie di articoli con testimonianze, proposte ed
esempi di come sia necessario innanzitutto educare e
sensibilizzare alla raccolta
differenziata, al rispetto delle regole e alla tutela dell’ambiente. In vista della messa a
punto di modifiche da parte
dei comuni nel sistema della
raccolta e smaltimento dei
rifiuti, di cui si parla da tempo, vogliamo provare a dare
un contributo per incentivare
la
cultura
alla
differenziazione e al riciclo,
perché la necessità di adeguarsi a futuri obblighi e divieti possa essere recepita
non come una scocciatura,
bensì come un contributo necessario al miglioramento del
domani nostro e dei nostri figli. Quali sono i materiali effettivamente riciclabili?
Come devono essere trattati
prima di collocarli negli appositi contenitori? Come si dividono le varie tipologie di ciò
che quotidianamente buttiamo nel cestino? Cercheremo
di dare delle risposte chiare
e semplici a queste domande, girandole a chi di dovere
e portando degli esempi concreti di quello che succede in
comuni dove la raccolta differenziata funziona, e bene,
da tempo.
Immagini come quelle che
pubblichiamo testimoniano
come in alcuni casi manchi
totalmente la volontà di rispettare i regolamenti comunali vigenti, mancando così
anche di rispetto ai propri
concittadini, non solo perché
lo spettacolo offerto da
cassonetti riempiti e circondati da cose vecchie e fuori
uso è tutt’altro che piacevole, ma anche perchè che il
volume delle stesse va a gravare sui costi di raccolta che
vengono divisi poi fra tutti gli
utenti. Generalizzando, possiamo ricordare che per disfarsi dei rifiuti ingombranti
è necessario rivolgersi al proprio comune il quale darà le
indicazioni necessarie perché ciò possa essere fatto
secondo le regole e senza
costi aggiuntivi per chi richiede il servizio. Entrando nello
specifico di quanto documentato nelle foto, diciamo
che sono stata scattate nel
giro di cinque giorni, a partire da un venerdì mattina,
nello stesso luogo, in una via
poco lontana dal centro di
Asiago. Nel cassonetto (già
di sé piuttosto malconcio e
privo da tempo del coperchio!) sono finiti, tra l’altro,
un vecchio televisore e una
ventola di raffreddamento
per elettrodomestici; successivamente, un po’ alla volta,
attorno ad esso sono apparsi
tre materassi, delle reti in
ferro, porte in legno, sedie in
legno, pezzi di vecchi mobili,
specchi, sacchi contenenti
lana di vetro, rami da
potatura d’albero. La mattina si poteva notare come
fosse stato aggiunto qualcosa di nuovo, mentre una parte del materiale dei giorni
precedente era sparito,
presumibilmente raccolto
durante la normale attività
degli addetti ai rifiuti. Ma
quale sarebbe stato il comportamento esatto da tenere
per sbarazzarsi del materiale inopportunamente finito
dove è stato fotografato? La
risposta dovrebbe essere
scontata, ma episodi come
l’esempio che riportiamo non
sono poi rari, per cui forse
vale la pena di ribadire il tutto. Per questo ci siamo rivolti
ad Etra, che gestisce i rifiuti
per conto del Comune di
Asiago. “Secondo le modalità attualmente in vigore –
spiega Silvia Garziera, responsabile dell’ufficio comunicazione e ufficio stampa quasi tutti i rifiuti indicati potevano essere asportati con
il servizio ingombranti. Si
tratta di un’operazione su
chiamata,
che
va
richiesto alla ditta Erredierre
(tel. 0424 463700) che effettua il servizio. Per ogni chia-
mata è possibile asportare al
massimo 1,5 mc di materiale
o 4 pezzi. Non è previsto un
addebito aggiuntivo per
l’asporto degli ingombranti.
Fanno eccezione le ramaglie
derivanti da potature, per le
quali non è attualmente previsto un servizio di raccolta
specifico e possono essere
pertanto conferite nei normali
cassonetti per il rifiuto
indifferenziato. Un’altra eccezione è la lana di
vetro, quasi sicuramente un
rifiuto di origine non domestica, per il quale è necessario richiedere un servizio di
asporto rifiuti speciali non
assimilati. Per questo è
possibile chiedere
un’offerta all’ufficio
commerciale di Etra (tel. 049
8098215)”. “I rifiuti abban-
donati, come giustamente è
stato notato, non vengono lasciati a lungo sul territorio, per
motivi di decoro e perché
possono in alcuni casi facilitare ulteriori abbandoni. Il
nostro personale li raccoglie
e i costi di queste operazioni
gravano indistintamente su
tutti i cittadini. In alcuni rari
casi è possibile reperire all’interno dei sacchi abbandonati dei riferimenti personali,
con cui si risale all’interessato, al quale viene comminata la sanzione prevista”.
Cogliamo l’occasione anche
per chiedere se sono in vista
dei cambiamenti nella gestione dei rifiuti. “Il comune di
Asiago – rispondono da Etra
- ha previsto di apportare
delle modifiche al sistema di
raccolta rifiuti, con l’obietti-
vo di potenziare notevolmente la raccolta differenziata.
Verranno pertanto incrementati i contenitori disponibili per
i rifiuti riciclabili e verranno
posizionati contenitori per la
raccolta dell’umido. I contenitori per il rifiuto non
riciclabile saranno rinnovati.
Inoltre chi vorrà aderire al
compostaggio domestico e
quindi trattare nel proprio
giardino l’umido e il verde
avrà una riduzione sulla tariffa rifiuti”.
Concludiamo qui, per questo
numero, invitando chi volesse intervenire in qualche
modo sull’argomento a mettersi in contatto con la nostra
redazione.
Silvana Bortoli
8
l’Altopiano
Sabato 17 maggio 2008
Asiago, arriva la metropolitana.
L’annuncio dato in diretta tv dal
sindaco Gios intervistato dal TG3
Un’edizione speciale del TG3
Veneto che lascia a bocca aperta
gli spettatori, rivelando innumerevoli scoop sul futuro
dell’Altopiano, in primis per
quanto riguarda la viabilità, per
la quale si prevedono importanti, originali e futuristiche opere.
Ma sarà tutto vero? Lo studio
della RAI è quello vero, la giornalista è proprio lei, il sindaco è
lui, in persona, la gente intervistata pure. Il divertimento è vero:
Rispaar strepitosi, ancora una
volta, ancora di più. Spettatori
che rimangono a bocca aperta,
non solo per le inaspettate notizie, soprattutto per lo spettacolo
straordinario che il gruppo ancora una volta regala. La domanda che nasce spontanea con il
susseguirsi negli anni di nuovi
show “riusciranno a rinnovarsi,
a proporre qualcosa che non ci
si aspetta, a stupirci ancora?” ha
una sola, precisa, risposta: “ci
sono riusciti, eccome se ci sono
riusciti!”. Con Tele digo da
Bertigo, i Rispaar proseguono in
quella che è stata la naturale evoluzione del loro spettacolo, da un
insieme di numeri di varietà e
cabaret, fino a una rappresentazione omogenea e sempre più
professionale. Lo spunto, come
si può immaginare dal titolo, è la
televisione, presentata nella vita
di una famiglia alle prese con la
Prevista anche una linea
sotterranea che porterà
direttamente sulle piste
della Val Gardena
quotidianità. La televisione è
viva, ma la televisione è vera?
Quanto di ciò che ci racconta è la
verità, e come riesce a modificare
le nostre abitudini? A volte ci trae
in inganno, ma altre volte sa trasmettere messaggi semplici ed
efficaci, come quello che hanno
voluto dare i Rispaar, che incredibilmente sono riusciti a proporci
in modo spassosissimo temi di
assoluta attualità che riguardano
il nostro territorio. Ammirevole è
soprattutto il modo in cui lo spettacolo è stato costruito e confezionato, i riferimenti a realtà personali e della collettività tanto
semplici quanto divertenti, il
coinvolgimento di protagonisti
veri che con il loro mettersi a disposizione danno un valore aggiunto all’impegno e all’attività
del gruppo. Avremo modo di
soffermarmi sullo spettacolo e i
suoi protagonisti, oltre che sul
suo fine, in una prossima edizione del giornale, quel che ci preme
aggiungere sono due parole su
ciò che crediamo di poter definire l’unico neo dello show, e che
ci è stato segnalato da più di un
lettore: i pochi biglietti a disposizione al momento dell’apertura
della prevendita, esauritisi nel giro
di mezza giornata. I Rispaar ammettono che qualche disguido
c’è stato, ma chiariscono che
quando si è dato il via alla
prevendita i biglietti disponibili
erano quattrocento. Come succede da sempre, per poter mettere a frutto nel miglior modo possibile quello che è lo scopo principale del loro lungo e impegnativo lavoro, ovvero la raccolta di
fondi a scopo benefico, viene
chiesta la somma di sessanta euro
a varie attività commerciali, che
diventano sponsor dello spettacolo, ricevendo in cambio due biglietti con priorità di scelta della
data e per l’acquisto di un terzo
biglietto. Ad inizio prevendita
succede poi, come capitato anche quest’anno, che molti di coloro che si mettono in fila ancora
prima che si inizi a vendere i biglietti, ne richiedano una quantità consistente, tanto da esaurirli
nel giro di poche ore. Coloro, tanti,
che sono rimasti senza dovranno pazientare e aspettare le repliche autunnali dello show, quando all’apertura della prevendita
saranno a disposizione tutti i posti della sala, dato che le serate
sono interamente riservate al
pubblico.
Silvana Bortoli
Robinson ucciso da una malattia congenita
“Difficilmente si sarebbe potuto evitare la tragedia”
Displasia aritmogena del
ventricolo destro: è questo il
nome della patologia che ha ucciso Darcy Robinson quella maledetta sera di fine settembre
durante la partita inaugurale del
campionato 2007/08 contro il
Renon. Una serata che rimarrà
per sempre nella memoria di quei
700 tifosi presenti all’Odegar per
incitare i loro beniamini. Darcy
era uno di quei beniamini che
aveva conquistato il cuore della tifoseria giallorossa nei due
anni precedenti con la sua decisione sotto balaustra e con la
sicurezza in difesa.
La patologia consiste nella lenta sostituzione del tessuto muscolare del ventricolo destro del
cuore con tessuto fibro – adiposo, una degenerazione che
va ad incidere sull’efficienza
elettrica del cuore stesso. Dagli
studi del Centro cardiopatie
congenite e pediatriche dell’Università di Padova e da quelli della John Hopkins University
negli Stati Uniti risulta che ad
essere colpita dalla malattia è
circa una persona su 1.500, in
prevalenza uomo, e che spesso
il primo sintomo della malattia è
proprio l’infarto del miocardio
tanto che questa patologia ha
una mortalità del 30 – 35%. Chi
si salva è perché ha manifestato altri sintomi prima come
aritmie ventricolari, palpitazioni e sincope che permettono
una diagnosi anche con l’elettrocardiogramma
che
evidenzia i segni caratteristici. Si poteva evitare la morte
del 26enne italo canadese con
il sogno di giocare nella nazionale azzurra? Nei test medici effettuati pochi giorni prima su Darcy è possibile che
non fossero stati riscontrati dei
segni premonitori di quello che
poteva accadere? E’ questo che
la Procura di Bassano dovrà appurare ora che ha acquisito la
perizia medica dei due luminari,
medici dell’ateneo di Padova,
Gaetano Thiene e Sante
Ferrara. La convinzione generale è comunque che essendo
questa patologia tra le prime
cause di morte improvvisa in
giovani atleti in Italia poco si
poteva fare per diagnosticarla
prima della tragedia. “Facile
con il senno di poi puntare
dita accusatorie - è il laconico
commento di un compagno di
squadra di Darcy – Resta che
abbiamo perso un buon amico
ed un ottimo compagno di squadra”.
Gerardo Rigoni
7
Il bomba-day ad Asiago
Anche Asiago ha avuto il
suo “bomba – day”, non
così spettacolare come quelli
con grande risonanza
mediatica avvenuti recentemente a Vicenza e Padova,
ma comunque Bomba day è
stato. E che bomba! Un 220
mm di 90 cm, che i nostri
vecchi descrivono come “un
bel sifoloto”.
Lunedì scorso gli operai impegnati nella posa delle tubature del teleriscaldamento
giunti con lo scavo all’altezza della videoteca in via
Matteotti si sono imbattuti
nell’ordigno bellico. Subito
sembrava che, per motivi di
sicurezza, nel momento in
cui la bomba veniva spostata, fosse necessario lo
sgombero di tutta la zona,
ma le rassicurazioni degli
artificieri di Verona hanno
scongiurato un’ipotesi che
avrebbe recato grossi disagi alla popolazione e una
spesa non indifferente per le
casse del Comune. Con perizia gli artificieri hanno liberato l’ordigno dalla terra che
lo ricopriva da oltre 90 anni,
controllato lo stato e poi trasportato la bomba in una
zona lontana per farla brillare.
G.R.
Ricette per la vita di coppia
La conferenza di Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, alla Scuola per genitori
Perché ci si affanna tanto per passione, dell’innamoramento blemi di coppia che poi emertrovare un partner e poi dopo e ci si accorge dei difetti del gono”.
tutta quella fatica lentamente la partner – ha spiegato Rossi – Dalle tipologie delle coppie,
coppia si sgonfia? E’ stato Sono le motivazioni che ci alle caratteristiche che
questo il tema attorno al qua- spingono ad accoppiarci con contraddistinguono una cople ha ruotato la conferenza di quella precisa persona che pia sana, il perché si tradisce,
Marco Rossi, psichiatra e spesso sono alla base dei pro- sono tutte tematiche affrontasessuologo divenuto
te con capacità comunifamoso per la sua parcativa e ironia da Rossi
tecipazione al proche ha saputo mantenegramma di MTV
re un costante contatto
Loveline, svoltasi al
con il pubblico.
Grillo Parlante lunedì
“Evitate l’abitudine, la
12 maggio. La conferoutine, la noia veri nerenza, che fa parte del
mici della coppia – ha
ciclo “Scuola per Genispiegato Rossi conclutori” promossa dai Serdendo – E poi cercate di
vizi Sociali dei Comuni
ricreare ogni giorno le
altopianesi con la colcaratteristiche che vi
laborazione del progethanno fatto innamorare
to Metanandar, deldi quella persona e i
l’Associazione provincomportamenti adottati
ciale degli Artigiani,
durante la fase del cordella Comunità Montateggiamento e dell’innana e di numerosi sponmoramento”.
sor.
La prossima serata della
“Ci si accoppia per il
Scuola per Genitori si ternostro benessere, siarà il 27 maggio sempre
mo convinti che con
alle 20.30 alla sala Grillo
“quella persona” la
Parlante con i relatori Panostra vita sarà miglioola Scalari e Francesco
re, ed è effettivamente
Berto sul tema “Adesso
Marco Rossi, sessuologo e psichiatra, è
diventato famoso grazie al programma
così fino a quando
ascoltami ... l’importanza
di MTV, Loveline
passa il periodo della
delle regole”.
G.R.
8
Sabato 17 maggio 2008
ATTUALITA’
l’Altopiano
8
Bruxelles (e non solo...): una chance umana,
culturale e professionale per i nostri giovani
I frutti del progetto “I giovani incontrano l’Europa”, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Asiago
Pagina a cura di
Martina Rossi
Il 28 aprile, trenta ragazzi di
Asiago, fra studenti e lavoratori, sono volati a Bruxelles, alla volta del Parlamento Europeo, verso un nuovo
e più ampio orizzonte culturale.
A promuovere l’iniziativa,
ancora una volta, è stato
l’Assessorato alla Cultura di
Asiago, nell’ambito del più
ampio progetto “I giovani incontrano l’Europa”.
L’itinerario di conoscenza ha
coinvolto, negli anni, diverse
mete, dall’Inghilterra al Galles, dalla Polonia al Belgio; il
percorso, promosso a favore dei giovani del Comune di
Asiago, ha avuto come pri-
mo scopo quello di aiutare i
nostri giovani ad uscire dagli
schemi della nostra realtà per
trovare stimoli nuovi, sia sul
piano umano e culturale che
su quello professionale.
“L’iniziativa – ha dichiarato
l’Assessore alla Cultura Roberto Rigoni – sta producendo i suoi frutti con l’intento preciso di far conoscere
l’offerta culturale e professionale dell’Unione Europea, ampliando così gli
orizzonti dei nostri giovani”.
Le varie esperienze promosse in questi quattro anni, infatti, hanno consentito a diversi giovani, non solo studenti
universitari e dell’Istituto Superiore, ma anche lavoratori,
di potenziare le proprie co-
noscenze linguistiche e di scoprire le proprie attitudini, ampliando anche le proprie prospettive professionali. Per
esempio, la frequentazione
del Trinity College di Totnes
ha lasciato ai partecipanti ol-
Qualche domanda all’Assessore
alla cultura Roberto Rigoni
Quali sono i presupposti e le finalità del
progetto da lei ideato sull’Europa?
“Il progetto “I giovani incontrano l’Europa”, attivato da quattro anni dal Comune
di Asiago, rappresenta un importante percorso finalizzato a far comprendere ai nostri giovani le grandi opportunità che
l’Unione Europea offre loro sia dal punto
di vista lavorativo che da quello culturale.
Le nostre iniziative sono tutte protese a rafforzare lo spirito di cittadinanza europea,
a sviluppare la comunicazione fra i giovani di origine, lingua e costumi diversi ma
pur sempre appartenenti ad un’unica grande entità Europea, oltre ad incentivare i
nostri ragazzi alla mobilità, per contribuire ad una formazione sul piano umano e
professionale aperta a tutte le possibilità
che lo scambio di esperienze può offrire e
creando, al contempo, occasioni di amicizia tese a favorire i contatti fra giovani
coetanei, per migliorare la loro competenza linguistica e la conoscenza delle
altre culture”.
Quali sono i risultati sino a qui
conseguiti?
“Questo progetto ci ha dato grande soddisfazione poiché sta ottenendo i suoi primi risultati: da quest’anno, alcuni nostri ragazzi svolgeranno esperienze di lavoro
in Galles ed in Inghilterra
grazie al supporto fornito dai nostri referenti all’estero, altri hanno
manifestato l’interesse
di svolgere esperienze
di stage presso la sede
regionale del Veneto a
Bruxelles e questo ci
gratifica in quanto è
testimonianza viva che
i nostri sforzi in questa direzione stanno producendo ottimi risultati grazie anche
a tutta una serie di collegamenti che, nel corso degli anni,
siamo riusciti a concretizzare”.
L’Europa è una realtà
sempre più vicina per i nostri giovani…
“Non dobbiamo dimenticarci che, oggi più
che mai, l’Europa, grazie anche ai voli aerei a basso costo ed alle sempre più efficaci
modalità di comunicazione, apre ai giovani
degli scenari strepitosi garantendo loro di
accrescere le conoscenze e di acquisire maggiori professionalità utili sotto il profilo dell’inserimento lavorativo. Ogni anno il nostro Comune stanzia risorse per un soggiorno studio di due settimane nel Regno Unito
per 10 giovani che hanno così l’opportunità di frequentare un corso di inglese intensivo e di vivere in famiglia a spese del Comune, abbiamo, inoltre, consolidato il nostro
rapporto di gemellaggio con il college
gallese di Carmarthan dove, annualmente
inviamo 12 studenti. In ciò sta la forza del
nostro progetto che punta ad accrescere le
già molteplici iniziative tese a coinvolgere i
giovani in questo affascinante percorso”.
Quali possono essere i vantaggi sotto il
profilo dell’inserimento lavorativo dei
giovani?
“In questi 4 anni di amministrazione, abbiamo favorito una serie di investimenti a
favore dei giovani proprio al fine di far
acquisire loro quelle competenze, anche
linguistiche, idonee a garantire una maggiore facilità di inserimento lavorativo. E’
evidente come una discreta padronanza della lingua inglese rappresenti, al giorno d’oggi, una maggiore facilitazione per un inserimento lavorativo ad ogni
livello. Il nostro principale
obiettivo è stato quello di
spronare i ragazzi a
compiere sempre
maggiori esperienze di lavoro e di
studio all’estero al
fine di far sviluppare
una maggiore apertura
mentale nella consapevolezza che l’Unione Europea può aprire loro importanti scenari sotto il
profilo culturale ed
occupazionale”.
tre che un importante bagaglio umano anche un più concreto attestato che è andato
ad arricchire il loro
curriculum. L’esperienza
nel College di Carmarthan in
Galles, invece, ha prodotto
ancora più rigogliosi frutti: c’è
chi, reduce dall’irripetibile
esperienza, ha deciso di proporsi come stagista o, addirittura, di cercare un lavoro
nella ridente cittadina.
Se l’esperienza proposta
qualche mese fa di visita al
campo di concentramento di
Auschwitz ha permesso ai
ragazzi di avvicinarsi alla storia passata (e che non deve
ripetersi), quella appena conclusa a Bruxelles li ha proiettati verso il futuro, passando per un presente non ancora ben conosciuto: l’Unione Europea.
I trenta partecipanti hanno
potuto vedere la rappresentazione della realtà locale nell’ambito dell’UE, proprio in
quella che potremmo a ragione considerare la nostra capitale del presente e del futuro, pur nel rispetto di quella nazionale: la sempre ridente Roma.
Nella prima giornata il gruppo ha visitato la città, sicuramente molto bella, ma anche
controversa; sebbene unisca
i destini di 27 nazioni, Bruxelles soffre di divisioni interne e conflitti anche aspri tra
la comunità Fiamminga e la
Vallone.
Nella seconda giornata, i
trenta asiaghesi hanno incontrato, nella nuova sede, la delegazione veneta, presieduta
dal Dottor Gianlorenzo
Martini. A differenza degli
altri paesi, l’Italia ha aperto
in grave ritardo sedi istituzionali, ma il Veneto ha saputo
recuperare velocemente il
tempo perduto: si tratta di
uffici che collaborano a stretto contatto con le istituzioni e
che cercano di fare da tramite con le aziende, gli enti e
le organizzazioni venete.
L’ultimo colloquio è avvenuto con altri rappresentanti del
Veneto, con l’intento di dare
una panoramica sulle concrete possibilità di lavoro nella
sede europea; la prospettiva
è stata naturalmente quella
delle opportunità formative
(master, stages, tirocini) e
occupazionali. Ovviamente, il
titolo di studio e la conoscenza delle lingue sono fattori
determinanti in questo tipo di
attività. I settori di attività in
cui la Sede di Bruxelles attualmente opera sono quelli
dell’agricoltura, dell’ambiente, della cultura, dell’immigrazione, delle politiche sociali,
della ricerca e innovazione,
della sanità e dei trasporti. La
Sede partecipa inoltre ai lavori del Comitato delle Regioni.
I ragazzi hanno compreso
l’importanza di Bruxelles
come centro di idee e, più
concretamente,
di
finanziamenti. Anche in
questa occasione, alcuni
ragazzi hanno iniziato a
considerare l’eventualità,
prima loro sconosciuta o
remota, di poter intraprendere uno stage e, forse, una
carriera, proprio nel fulcro
d’Europa, che hanno visitato con curiosità e diligenza,
ma anche con il divertimento che è proprio di tutti i
ragazzi, entrando nell’ottica
di una configurazione non
più frammentata ma unitaria e verso il principio di
mobilità, che, specialmente
a partire dal nuovo millennio, ha portato progressivamente a più veloci mezzi di
comunicazione e anche di
spostamento.
Il viaggio, per i ragazzi, è
stato motivo di orgoglio, nel
vedere la nostra realtà rappresentata anche in Europa, ma anche un momento
solenne, in quanto hanno
potuto toccare con mano
(nel vero senso del termine, dato che sono riusciti
con intraprendenza a visitare anche i banchi del parlamento, dove hanno scattato anche qualche foto) le
funzioni dell’Unione Europea anche da un punto di
vista più strettamente politico. Alcuni sono rimasti
piacevolmente colpiti nel
poter constatare che la realtà di Bruxelles è molto
cosmopolita, ordinata, pulita e... ricca. Oltre a scoprire l’organizzazione meticolosa del Parlamento Europeo, i trenta ragazzi hanno
scoperto anche di stare
bene insieme, tanto che si
trovano periodicamente per
una pizza.Intanto le iniziative proseguono: il quattordici di questo mese sono
partiti altri ragazzi alla volta del Galles.
“L’itinerario di conoscenza dell’Europa da noi
promosso – ha orgogliosamente dichiarato l’Assessore Rigoni – sta per essere avviato anche da altri
Comuni altopianesi, che
hanno trovato il progetto
promosso dall’Assessorato alla Cultura di Asiago
molto attento alle risorse
e alle opportunità rivolte
ai giovani”.
Secondo tutti i partecipanti, questa è un’iniziativa
positiva a trecentosessanta
gradi, che sperano venga proseguita anche negli anni a
venire.
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
9
Claudia, la ragazza più in dell’Ipsia
ATTUALITA’
Una classe di normodotati impegnata in una sfida:
diversabilizzarsi, ovvero diventare abili in cose che si
fanno poco come capire gli
altri, diventare loro, provare i
loro sentimenti. In questa
conquista gli alunni della III
A/T dell’Ipsia hanno avuto
un’insegnante speciale: Claudia, ragazza disabile che attraverso la sua presenza a scuola ha fatto imparare a tutti
qualcosa che non si trova sui
libri, ma che è la vita ad insegnare.
“Senza Claudia noi saremo rimasti una classe di
normodotati gravi, cioè persone che si danno importanza perché hanno queste o
quelle abilità. Ma siamo anche handicappati quando
crolla il nostro castello di carte e scopriamo di avere paura
della diversità e imbarazzo per
il disabile”.
E’ una delle belle e importanti
riflessioni, dei tanti pensieri
che gli studenti di questa
classe del settore meccanico
hanno maturato in un lavoro
fatto in classe con l’insegnante d’italiano Silvia Borgo e poi
comunicato a tutti gli altri del-
I ragazzi della terza A, settore meccanico, protagonisti di un bellissimo e significativo
lavoro sulla disabilità che hanno voluto presentare in una lezione spettacolo alla
quale ha partecipato anche il giornalista Gian Antonio Stella
la scuola attraverso una lezione-spettacolo proposta in una
inconsueta assemblea d’istituto tenutasi al Grillo Parlante di
Asiago.
Il copione dello spettacolo è
stato composto dopo un lavoro di studio su due testi “La
bambina, il pugile e il canguro” di Gian Antonio Stella,
“Una vita imprudente” di Claudio Imprudente, sul film “L’ottavo Giorno” e naturalmente
stando insieme a Claudia, osservandola, trovando nella sua
semplicità e nella sua spontaneità meravigliose lezioni di
vita. Tutta la classe si è impegnata a leggere, riflettere, discutere, condividere, suggerire, ideare e musicare le parole.
“I ragazzi sono stati meravigliosi – dice Silvia Borgo – la
stesura iniziale del copione
fatta da me è stata totalmente
stravolta da loro, l’hanno reso
Chemical Wedding, è l’ora dell’esordio
Nuova (ed unica) cover band di Bruce Dickinson: la prima serata il 24 maggio
Non è bastato un anno per poter far conoscere, attraverso il
nostro giornale, la fiorente attività musicale del nostro piccolo Altopiano: ogni tanto arriva
qualche proposta nuova che
andrà ad animare le nostre serate.
E’ proprio questo il caso dei The
Chemical Wedding (titolo di
una canzone di Bruce
Dickinson dedicata a Aleister
Crowley, simbolo indiscusso di
magia, esoterismo e satanismo)
che, presto, oltre a proporci una
novità, sempre ben gradita nel
nostro spesso monotono tran
tran altopianese, ci faranno conoscere un genere musicale
poco noto ai più, dandoci l’opportunità di arricchire la nostra
cultura musicale, assaporando
piacevolmente il gusto di
sonorità nuove. Il gruppo, come
suggerisce il titolo di una sua
nota canzone, si propone infatti di eseguire un fedele tributo
a Bruce Dickinson, cantante degli Iron Maiden, proponendo i brani della sua
carriera da solista. La scelta è assolutamente singolare: pare infatti che, in Italia, non esista ancora una
cover band ufficiale che
renda omaggio al celebre
cantante, considerato una
delle più belle voci al mondo. Il progetto è nato dall’idea e dalla passione di
due noti chitarristi
asiaghesi, Andrea Mosele
(Bestion) e Giovanni
Rigoni (Vis). Il repertorio
valorizza senz’altro gli arrangiamenti delle due chitarre e, dunque, anche i
mo potuto assaggiare le doti
canore durante l’Altopiano in
Musica, dove si è esibito con il
suo primo gruppo, i Sick Minds
(tribute band Iron Maiden). La
squadra, inizialmente partita
con l’intento di divertirsi, si è
subito rivelata vincente; così lo
scopo è diventato quello di esibirsi anche nei locali altopianesi
e della pianura e, perché no, di
poter aspirare a diventare la
tribute band ufficiale di Bruce
Dickinson. Il genere prescelto
sicuramente indica una ricerca
elaborata e complessa, che, solitamente, si dirige verso un
pubblico di nicchia. Avremo
l’opportunità di sentirli il 24
maggio, al Khéllar Pub, in una
serata dal doppio appuntamento: prima, i 4th Dimention (già
presentati dalla nostra rubrica
musicale), poi il loro esplosivo
esordio. Per il gruppo, questa
prima serata rappresenta un’incognita, proprio per la scelta,
se vogliamo un po’ sofisticata, del repertorio, ma
Bruce Dickinson
i cinque musicisti assicurano che ci sarà un bel
sound
all’insegna
dell’heavy metal, ma anche
di meravigliose ballate. I
The Chemical Wedding,
che hanno registrato anche un cd di cover e che
in futuro sono intenzionati a comporre anche musica propria, ci aspettano
per il loro esordio il 24
maggio; nel frattempo, è
possibile visitare la loro
pagina My Space (http://
w w w. m y s p a c e . c o m /
thechimicalwedding)
Martina Ross i
nostri due musicisti, tra i più stimati e conosciuti dell’Altopiano
e non solo: il primo per anni chitarrista dei Dar Orken, il secondo parte di una delle band storiche e più fruttuose del territorio, i Reethma. Alla batteria non
poteva che esserci Fabio
Mosele, compagno di suonate
e di divertimento sia di Andrea
(nei Dar Orken) che di Giovanni, con cui ha condiviso
vent’anni di musica, culminati
nel disco che hanno inciso con
i Reethma. I tre hanno deciso di
coinvolgere nel progetto, come
bassista, Nicola Benetti (Tata),
il nuovo talento delle quattro
corde altopianesi.
Mancava il cantante: una scelta molto ardua, data l’importanza della voce nei brani prescelti,
una voce inimitabile che non
cadesse nel caricaturale; ecco
che i quattro musicisti hanno
puntato su Jonathan Pablo
Berretta, cantante di cui abbia-
proprio ed è stato bello vedere come loro stessi esigevano
qualità dal lavoro”.
Ospite speciale della lezione
spettacolo è stato lo scrittore
Gian Antonio Stella che ha risposto a varie domande dei
ragazzi.
“Attraverso questo libro, il
più difficile da scrivere tra
tutti quelli che ho pubblicato
– ha detto tra l’altro il giornalista – ho tentato di far passare una lezione: l’handicap è un
peso che può essere portato
con gioia e allegria. Questo
mondo non capisce quale tesoro rappresenta chi è diverso da noi e che laddove c’è
più diversità c’è anche più ricchezza. Ritengo fondamentale coinvolgere il più possibile
nella società chi è quasi perfetto”. Anche la famiglia di
Claudia è stata coinvolta nello spettacolo e al termine,
Ornella, sorella della nostra
protagonista, ha letto i pensieri che ci pare significativo
riportare integralmente qui a
fianco. “La scuola e i ragazzi
– è il commento conclusivo
della preside Maria Giovanna
Rettore - sono in grado di fare
cose bellissime, positive e importanti. E questo lavoro è
uno splendido esempio”.
Stefania Longhini
Cara Claudia, ripenso alla mia forte emozione il giorno che ti ho
visto per la prima volta fuori dalla sala parto, quando ho intuito
– ancor prima che le infermiere in evidente imbarazzo potessero
dirmi qualcosa- che saresti stata una persona specialmente diversa. La definizione scientifica della tua sindrome sembrava
non lasciare spazio a dubbi e speranze. Che cosa avrebbe significato tutto ciò per la tua famiglia ancora non era chiaro, l’unica
cosa evidente pareva il fatto che tu avessi fatto ingresso in
questo mondo col piede sbagliato. Sono stati tempi difficili quelli
iniziali, caratterizzati dall’incertezza: del resto la paura del nuovo, del diverso, spaventa tutti e la tua famiglia ha affrontato così
scenari nuovi che si stavano aprendo. Ma tu che ne sapevi di
tutti questi pensieri e del chiasso attorno alla tua nascita, eri
piccola e fragile e ascoltavi nella tua carrozzina la musica dei
Beatles. A noi è piaciuto il suggerimento di chi ci invitata ad
affrontare la nuova realtà con ottimismo, a trattarti normalmente
come ogni altro bambino in crescita, da correggere e incoraggiare con i sì e no del caso, da stimolare secondo le inclinazioni
naturali e soprattutto da amare…
Fortunatamente non siamo stati soli; pensando al tuo prossimo
18esimo compleanno abbraccio nel mio ricordo e ringrazio tutte
le persone che hanno creduto in te, che hanno dedicato un po’
del loro tempo per insegnarti qualcosa e darti nuovi stimoli. Non
da ultimi tutti gli insegnanti e operatori che hanno insistito per
farti arrivare ai molti traguardi che hai raggiunto, come ad esempio a chi si è emozionato visibilmente accompagnandoti all’esame di terza media, orgogliosa delle tue tesine…. E’ stato questo
atteggiamento di amore e accoglienza a farti forse arrivare fin
qui da parte soprattutto di molte persone adulte, visto che i tuoi
seri problemi di salute non hanno favorito i rapporti con i tuoi
coetanei. C’è stato qualche momento di difficoltà e tristezza nel
cammino: un giorno sei tornata da scuola e ci hai chiesto che
cosa significhi la parola handicappato, che qualcuno aveva riferito a te ed eri molto agitata. Noi ti abbiamo spiegato che la
parola indica una persona in difficoltà. Tu hai allora riflettuto un
po’ sulla questione e sei giunta alla conclusione che il termine
non si riferiva a te, bensì ad esempio ad un tuo amico cieco in
seguito ad un incidente o alla tua vicina di casa che non parla
più per via di una paralisi.
La tua famiglia ti augura di incontrare sempre persone disposte
a fermarsi e a conoscerti senza pregiudizi, alle quali poter regalare un po’ della tua allegria e delle tue battute, tu che hai superato
molti scogli e hai affrontato e affronti numerosi problemi di salute. Cara sorella, mi piace sempre averti con me perché con te si
ride comunque: sei genuina, hai battute pronte in ogni occasione,
spesso molto acute e capti l’umore delle persone con la tua sensibilità e sai condividere il loro stato d’animo. Con te si può essere
se stessi, con te non ci sono segreti e si deve essere pronti a tutto,
perché tu non hai peli sulla lingua; il tuo mondo è semplice, non ci
sono titoli ed etichette, con te anche il dottore più specializzato
diventa un po’ più umano. Tu vivi intensamente e con tanta emozione anche le piccole cose, tu ti ricordi sempre delle persone a te
care e le riempi di disegni e pensierini. Grazie perché ti si può
rendere felice anche solo con un gelato, con un invito a cena o una
gita! Oggi goditi questa festa che ti vede anche un po’ protagonista con la tua simpatia; un grazie sentito a chi l’ha voluta e ci ha
creduto, le prof.sse Borgo e Polato, alla preside e agli studenti e a
tutti coloro che hanno lavorato per realizzarla!
Ornella Forte
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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Clima ancora incandescente in consiglio
ROANA
“Abbiamo toccato il fondo, un
consiglio comunale così non si
è mai visto”. E’ il commento
del consigliere indipendente
Antonella Cocco dopo la seduta svoltasi martedì 6 maggio.
Un consiglio comunale teso fin
dalle prime battute dove la
consigliera, ex assessore all’Edilizia Pubblica, ha contestato l’approvazione del verbale della seduta precedente
dove si indicava che la Cocco
era presente in commissione
edilizia nelle sedute del 14 settembre 2005 e 1 giugno 2006
quando si è parlato dell’assunzione di iniziativa pubblica da
parte del Comune della
lottizzazione Masiere 2. La
Cocco, con documenti alla
mano, ha dimostrato che non
Antonella Cocco: “Abbiamo toccato il fondo”. Intanto tra i cittadini c’è chi
si chiede se non sia il caso di chiudere anzitempo con questa amministrazione
era stata presente alle due sedute, mentre nella prima era
presente il sindaco Mario Porto che invece aveva dichiarato di non sapere nulla della pratica.
“Quindi il sindaco non può non
sapere di cosa si tratta come
sostenuto in consiglio – spiega la Cocco – Qui siamo di
fronte ad una di queste due
cose: o il sindaco non sa cosa
sta presentando in consiglio,
e nemmeno gli assessori visto che la delibera è stata discussa anche in Giunta, oppure fa finta di non sapere,
entrambe situazioni gravi che
vanno a danneggiare i cittadini che non vengono informati correttamente su cosa
viene deciso”
Il clima si è riscaldato anco-
ra di più quando il responsabile dell’Ufficio Tecnico,
arch. Marco Farro, ha
relazionato nuovamente sulla lottizzazione contesa
azzittendo a un certo punto
la Cocco che contestava le
sue dichiarazioni.
“Un funzionario comunale
non può permettersi di
azzittire un consigliere in consiglio comunale – ha sbotta-
to il capogruppo di minoranza, Davide Bolzon, intervenendo in difesa della Cocco
– O il sindaco riprende in
mano le redini della situazione, oppure è meglio chiudere qua questa sera”.
Ad aggiungere legna sul fuoco poi la discussione sulla
cessione di capacità
edificatoria comunale a
Mezzaselva, delibera poi ri-
tirata per una lettera dei
regolieri che contestavano la
regolarità dell’operazione,
argomento oggetto anche di
una lettera anonima inviata
alla Procura che avrebbe
aperto un’indagine conoscitiva sulla pratica.
“Una delibera viziata da varie irregolarità – commenta
Bolzon – Sia perché
relazionata dall’assessore al
Patrimonio, quando invece è
di pertinenza dell’Urbanistica, e quindi del sindaco, sia
perché non viene data una
spiegazione su dove vada a
finire la cubatura ceduta, sia
perché il regolamento comunale prevede la cessione diretta di cubatura comunale
solo in casi eccezionali, per
particelle sotto i 15 mila euro
di valore e a persona privata
(condizioni non presenti in
questa delibera)”. Il clima incandescente della politica
roanese è oramai discussione quotidiana tra i residenti
delle sei frazioni. Molti si dichiarano logorati dalla situazione creata e si chiedono se
non è il caso di chiudere questa
amministrazione
anzitempo
con
un
commissariamento che permetterebbe anche lo svolgersi della prossima campagna
elettorale in un clima più sereno con al centro le
problematiche reali del paese e non le beghe politiche
con accuse e controaccuse
che danneggiano solamente
gli abitanti di Roana.
Gerardo Rigoni
mezz’ora...può cambiarti la
vita!” Ha esordito. C’è da
aggiungere, che l’esercizio
aerobico, implica una respirazione profonda, cosa che il
fumatore, non può certo sperare di mettere in pratica,
quindi poco alla volta, per aumentare le sue prestazioni, gli
vien voglia di ridurre se non
di smettere il vizio. I disordini
alimentari inoltre, comportano grossi rischi tra i quali il
diabete e l’obesità, altre due
patologie che a cascata, coinvolgono e danneggiano il sistema cardio-circolatorio,
dove scaricano gli effetti negativi, anche l’ipertensione,
l’ipercolesterolemia,
l’iperglicemia. Come si vede,
è una catena, che porta inevitabilmente al collasso del
sistema. Uno degli alibi per
non fare attività,che la De
Sforza, si sente riferire più di
frequente dai pazienti ai quali fa riabilitazione, è: “Non ho
tempo...!” La sua risposta?
“Trovatelo!” Tout court. Il
corpo umano è una macchina perfetta: necessita dei giusti nutrienti, di tutela, di attività, proprio come un motore, che se sta fermo o maltrattato, si danneggia.
Ecco dove un’attività soft e
alla portata di tutti, come il
Nordic Walking, può avere
funzione preventiva e
terapeutica. “Due passi per
il cuore”, progetto cui la
Dott.ssa De Sforza e il Dottor
Apolloni, hanno attivamente
collaborato, è il perfetto
metronomo per testare l’evoluzione nell’arco delle 10 settimane (40 ore, fra corso e
pratica libera), suggerite da
“NordWalk”, cui i partecipanti si sono sottoposti. In
breve, i tests effettuati hanno dimostrato come, praticamente nessuno ha risentito
di dolori muscolari e crampi, tutti hanno migliorato la
postura e la scioltezza delle articolazioni, tutti hanno
socializzato e tratto beneficio psicologico dalla pratica in compagnia e a contatto con la natura. Tutto
con 10 euro (questa la quota di iscrizione all’Associazione Norwalk, atta a coprire il costo assicurativo e
l’uso dei bastoncini). Ah, e i
pochi euro del costo dei bastoncini, per chi voglia continuare la pratica e risulta, ne
siano stati venduti parecchi...
(Info: www.norwalk.it - 348/
7817707)
Beppa Rigoni Scit
Tutti i benefici del Nordic Walking
Avviato per il secondo anno a Roana il progetto “Due passi per il cuore” - Presentati
in un incontro in municipio i vantaggi di una disciplina sportiva praticabile da tutti
La sera del 30 aprile nel
Municipio di Roana, davanti
ad un pubblico attento e coinvolto, Monica Segafredo e
Giambattista Carli (promotori
dell’iniziativa), hanno presentato il secondo anno di
sperimentazione
e
monitoraggio della pratica
della disciplina del Nordic
Walking nel nostro territorio.
Relatori, oltre al Presidente
del Consorzio Turistico,
Domenico De Guio, sportivo
ed istruttore di Nordic
Walking, il nostro Primario di
Medicina, Dott. Enzo
Apolloni, cardiologo (altro
appassionato sportivo e ciclista) e la Dott.ssa Anna
Sartori De Sforza, fisioterapista. Presente, oltre ai due
promotori, quasi tutto lo staff
di istruttori di Nordic Walking:
Marco Carli, Edoardo Leoni, Arianna Vescovi e Gigliola
Segafredo.
Lo scopo della serata era divulgativo, informativo in merito ai risultati registrati lo
scorso anno e “commerciale”, se così si vuol dire,
perchè a fine serata si sono
date al pubblico ulteriori informazioni, per il corso che
parte...e che ha avuto un
buon riscontro fra i presenti.
(Il corso che è partito il giorno 6 maggio – prossima uscita domenica 18 - ha visto
una sessantina di presenze,
mentre il precedente tenutosi in novembre 2007,
42...30% in più!).
Monica e Giambattista hanno illustrato cosa implichi il
Nordic Walking, come lo si
pratichi, quale sia l’attrezzatura idonea, quali i benefici a
livello fisico e psicologico e
quale lo spirito giusto per affrontarlo: semplicemente, la
voglia di muoversi, di stare in
compagnia, di godere appieno
della natura e di implementare con piccoli accorgimenti, la performance...Posizione
eretta, spalle rilassate, passi
lunghi, braccia bilanciate, alternanza dell’apertura delle
mani sui bastoncini quando
esse arrivano all’altezza della coscia, per poi essere
riafferrati nella spinta verso
terra, in un continuo fluire
che facendo da pompa, stimola la circolazione periferica ed il ritorno venoso al cuore. No, farlo non è macchinoso, è di una semplicità unica e dopo un po’ diviene del
tutto naturale. Certo è necessaria la presenza e la formazione da parte degli istruttori, non ci si può improvvisare. Il Nordic Walking è una
disciplina sportiva a costo e
impatto ambientale zero, praticabile a tutte le età, in gruppo o in solitaria, tanto ti fa
compagnia il battito del cuore, sempre costante, mai in
affaticamento. Dopo un bel
giro, torni a casa che sei più
riposato di quando sei partito, ma carico, perchè
l’ossigenazione, il rilassamento e la “prova” hanno il potere di innalzare la
serotonina, stabilizzare
l’umore e dare una forte sensazione di benessere.
Il Dottor Apolloni ha dato
delle indicazioni chiare e forti circa le cattive abitudini alimentari, l’abuso di fumo e
alcool e la mancanza di esercizio fisico, situazioni che potremmo definire “ad assetto
variabile” (oltre alle imprescindibili condizioni costanti:
sesso ed età): tutti questi
aspetti assommati indicono
ad una prematura degenerazione
del
sistema
cardiocircolatorio, portando
inevitabilmente come conseguenze: patologie cardiache,
vascolari,
cerebrali,
diabetiche, accorciando la
vita o condizionandone fortemente la qualità. Se poi si
aggiunge la familiarità verso
alcune di queste patologie, il
risultato è certo...Tutti questi
fattori assieme, danno una
sentenza disastrosa; già eliminandone qualcuno, si re-
stringe la forbice e il rischio
cala. E se qualche cattiva
abitudine, la si smette? Ben
venga, il flusso negativo verrà interrotto, ma buona parte del danno è fatta! A quel
punto che fare? Intervenire con terapia farmacologica
e chirurgica: esistono ottime
tecniche per allargare le arterie ostruite e a rischio di
trombosi, infarto e ictus. Una
è quella del palloncino inserito con sonde in arteria allo
scopo di dilatarla (ma il risultato è limitato nel tempo),
l’altra è inserire una rete, che
va a riparare il vaso in modo
più stabile, essendo medicata con farmaci ricostruttivi
che incidono sulle piastrine
del sangue ( le cellule che
servono a rimarginare le ferite e quindi bloccano il
sanguinamento). Perseverare nelle cattive abitudini testè
citate, porta non solo a gravi
patologie, ma anche a danni
cardiaci irreversibili, fino al
collasso delle valvole e alla
morte del muscolo cardiaco
stesso. Quindi Enzo Apolloni,
il cardiologo, lo sportivo (testimonianza vivente di ciò
che asserisce), insiste su:
sane abitudini, no a fumo ed
alcool, alimentazione corretta e attività fisica!
Quanto e come farla, è spettato alla Dott.ssa Sartori De
Sforza, anche lei figura dal
fisico
asciutto
e
scattante...sano, in poche
parole! “Fare attività fisica in modo saltuario e scostante, non apporta particolari benefici, anzi; farla
in modo sistematico, da tre
a cinque volte la settimana
per
almeno
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
11
Progetto Cattedra, ecco le idee migliori
ROANA
Presentati i risultati del concorso di idee indetto dall’assemblea
dei
sindaci
dell’Altopiano per la progettazione dell’Istituto Europeo
per le politiche della Montagna che si realizzerà nell’ex
stalla modello “Cattedra” a
Canove. Ad aggiudicarsi il primo posto è stato l’arch. Giorgio Santagostino di Milano con
una prospettiva futura dell’istituto razionale, fatta di linee
pulite, fattibile e soprattutto
realizzabile in più stralci. La
commissione giudicatrice,
composta dal segretario del
Comune di Roana Augusto
Paccanaro, dai designati dell’ordine degli architetti di
Vicenza,
Alessandro
Zaffagnini e Mario Battalliard,
dal designato dell’ordine degli
ingegneri di Vicenza Giorgio
Morandi e dal geometra dell’ufficio tecnico dei lavori pubblici di Roana Gabriele Valente, sé stata impegnata per oltre un mese per valutare i 54
prospetti arrivati per parteci-
Presentati i risultati del concorso di idee indetto per la progettazione dell’Istituto Europeo per le
politiche della montagna che dovrebbe essere realizzato presso l’ex stalla modello di Canove
pare al concorso. Sul podio anche Luca Barcella di Carobbo
degli Angeli e Silvia Dalla Costa di Venezia. Una menzione
speciale è andata anche a Giuseppe Panozzo di Vicenza,
Duccio Antonio Dinale di
Marostica e Michele Vassallo
di Caserta che saranno rimborsati della spesa per le idee
presentate. Ora spetta all’assemblea dei sindaci affidare
l’incarico del progetto esecutivo che andrà molto probabilmente al vincitore. Il progetto
dell’Istituto Europeo dovrà
comprendere numerose strutture, sia ricettive sia didattiche,
tra cui degli alloggi, una sala
mensa, una reception nonché
delle aule, una biblioteca, una
sala conferenze e zone adibite
a laboratori a disposizione delle
Università. Il tutto per dare la
maggior completezza ad un’idea
che vuole dare spazio a tutte quelle strutture ed enti preposte allo
studio di politiche economiche,
sociali, agroalimentari ed ambientali a favore della montagna per
permettere ai montanari di continuare a vivere in montagna.
E mentre è stato già disposto di
esporre tutti i prospetti presentati per i mesi estivi nella sala riunioni del centro polifunzionale di
Cesuna, il presidente dell’assemblea dei sindaci, il sindaco
Mario Porto, ha già preso contatti per reperire i finanziamenti
europei necessari per eseguire il
primo stralcio quando il progetto
esecutivo sarà pronto.
Gerardo Rigoni
La terza edizione di Hoga Zait
E’ tempo di Hoga Zait, letteralmente di “tempo alto”,
“tempo bello”, quello che ben
si concilia con l’allegria e la
festa. Insomma è tempo di
programmazione, per l’organizzazione della festa più attesa dell’estate.
La terza edizione dell’Hoga
Zait, l’ormai famoso Festival
Cimbro dell’Altopiano, si
svolgerà infatti nel territorio
del Comune di Roana dal 10
al 20 luglio 2008.
Alla manifestazione di quest’anno che ha ricevuto il
patrocinio della Regione
Veneto, della Provincia di
Vicenza, della Comunità Montana “Spettabile Reggenza dei
Sette Comuni” e il sostegno
dell’Istituto di Cultura Cimbra
di Roana, parteciperà anche
il Comune di Rotzo.
La kermesse organizzata dal
Comune di Roana, vedrà protagonisti i volontari delle sei
Associazioni Turistiche Pro
Loco del Comune di Roana e
di Rotzo, l’Istituto di Cultura
Cimbra di Roana e la società
Archeidos che gestisce il parco archeologico del Bostel.
La partecipazione quest’anno
anche delle Comunità di
Luserna, Cansiglio e Lessinia,
definirà i confini geografici di
una etnia limitata a pochi chilometri quadrati di territorio.
Il calendario degli eventi si annuncia come sempre ricco di
iniziative, che cercheranno di
coniugare cultura e tradizioni
con l’indispensabile turismo.
Fiabe e leggende ambientate
nel suggestivo scenario di
grotte e anfiteatri naturali,
documentari, film, appuntamenti culturali, escursioni guidate nei luoghi della
leggenda, concerti, sfilate
in costume, il Processo alla
Strega, falò propiziatori e
fiaccolate.
Ce n’è davvero per tutti i
gusti e per tutti gli esperti
di viaggi con la fantasia.
Le feste di paese, tutte rigorosamente ispirate a tradizioni e leggende cimbre,
si concentreranno durante i fine settimana del
Festival, mentre le altre giornate della manifestazione saranno dedicate alla didattica, ai
bambini, alla cultura intesa
come apprendimento di antichi saperi e trasmissione di patrimonio di conoscenze.
E’ il momento per gli ultimi ritocchi organizzativi prima della festa. Per sapere dove,
come e quando partecipare al
Festival Cimbro
www.comune.roana.vi.it/
Giovanni Rattini
Enrico Fabris alla Partita del Cuore
Immagine inconsueta quella offerta da Rai Uno lunedì 12 maggio: Enrico Fabris impegnato in un evento sportivo, questa volta senza indossare i suoi fedeli pattini dalla lama lunga,
bensì con un paio di scarpe con tacchetti da calciatore, sceso in campo con la maglia
numero 13 nella Partita del Cuore 2008. Opposta alla nazionale cantanti, la squadra “Unica” con campioni attuali ed ex di vari sport. Lo scopo dell’incontro, che ha visto la partecipazione sia come protagonisti che come spettatori di un grandissimo numero di personaggi popolari del mondo della musica, della televisione, del calcio e di altre discipline
sportive, è stato quello di raccogliere fondi da devolvere a scopo benefico alla Fondazione
Roma e alla Fondazione Parco della Mistica. Enrico è stato in campo per tutto il primo
tempo, trovandosi a contrastare, tra l’altro, personaggi del calibro di Maradona e Ramazzotti
e giocando nella stessa compagine di Conti, Amendola, Zico. Fra i protagonisti della manifestazione anche Francesco Totti, Marco Materazzi, Andrea Dovizioso, Gianni Moranti,
Paolo Belli, Raul Bova, Pupo, Fabrizio Frizzi e tantissimi altri.
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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ATTUALITA’
Si chiude il programma Leader Plus
16 azioni realizzate nel piano di sviluppo locale, un totale di 7 milioni di investimenti
sul territorio con un lavoro importante svolto dall’ufficio diretto da Francesco Manzardo
Progetti di qualità finalizzati allo
sviluppo della montagna
vicentina, realizzati grazie ad
una significativa sinergia tra
pubblico e privato con investimenti nei settori turistico, commerciale, agricolo, ambientale,
dell’energia e della cooperazione. Circa 7 milioni di euro d’investimento, poco più della metà
dei quali, 3 milioni 840 mila
euro, finanziati dalla comunità
europea. Questo è quanto si è
potuto realizzare tra il 2002 e il
2007 grazie al programma europeo di sviluppo delle aree rurali Leader Plus che ha coinvolto tutti i comuni, ben 36,
compresi nelle sei comunità
montane del vicentino. I progetti sono stati elaborati e seguiti nella loro realizzazione dal
GAL “Montagna vicentina” nel
quale sono rappresentate tutte
le forze istituzionali ed economiche presenti nel territorio:
Artigiani, Commercianti,
Coldiretti ed Industriali, oltre a
tutte le comunità montane, alla
Provincia, alla Camera di Commercio, al Consorzio Turistico
“Vicenza è” e “Asiago 7 Comuni”, all’Università di Pado-
va Facoltà di Agraria e al
CURA (Consorzio Universitario per la ricerca applicata . Questi i componenti del consiglio:
Agostino Bonomo (Associazione Artigiani) presidente; Giovanni Gasparini
(Comunità Montana
Astico
Brenta)
vicepresidente; Giancarlo
Bortoli (Comunità Montana Spettabile Reggenza dei
Sette Comuni), Enzo
Benetti (Commercianti),
Valentino Barbierato (Associazione Industriali),
Dino Panozzo (Coldiretti),
Giovanni Pietro Dalla Costa (Comunità Montana
Agno Chiampo), Galdino
Zanchetta (Provincia),
Franco Paganin (Consorzio
Turistico Asiago 7 Comuni).
Il collegio sindacale è composto da: Giuliano Campanella,
Fabrizio Benetti e Carlo Stefani.
Vero motore del GAL che ha
seguito lo sviluppo dei progetti
in ogni piccolo particolare e ha
permesso, con impegno, costanza e professionalità, la realizzazione di tutti gli obiettivi è
progetti relativi all’ambiente 806.133
euro, per il settore
energia 795.223 euro
e per la cooperazione 2.156.352,94
euro.
Tra i progetti più significativi:
la
certificazione ambientale Emas per 8
comuni dell’area e il
marchio di qualitàambiente per un significativo numero di
aziende operanti nel
settore turistico, dell’accoglienza e della
ristorazione;
la
valorizzazione delle
aree naturalistiche; la
realizzazione di materiale e l’organizzazione di eventi
per la promozione turistica del
territorio; gli aiuti e gli investimenti per in agricoltura per la
trasformazione dei prodotti;
percorsi per la riqualificazione
delle aziende e del tessuto commerciale.
“Al di là della qualità dei progetti, senz’altro importante –
sottolinea il presidente del Gal
Da sinistra: Claudio Cuoco, Francesco
Manzardo e Francesco Strazzabosco
stato il gruppo operativo diretto da Francesco Lanzardo, con
Francesco Strazzabosco addetto alla segreteria e alle procedure pubbliche, Claudio Cuoco, incaricato all’animazione
territoriale e Sergio Oro che ha
curato la registrazione informatica dei dati.
In diverse occasioni ci si è
avvalsi della collaborazione di
Franco Chemello, Giuseppe
Fincati e della compianta Anna
Maria Rasotto.
Le azioni previste dal Piano di
sviluppo locale erano 16 ed hanno coinvolto 27 beneficiari tra
enti pubblici e aziende private.
Nel campo turistico sono stati
investiti 2.897.319 euro, nell’agricoltura 957.959 euro, nel
commercio 98.298 euro, per
Montagna vicentina Agostino
Bonomo - credo che il vero valore aggiunto portato sul territorio sia l’aver introdotto e insegnato un nuovo modo di lavorare e di progettare. I soggetti coinvolti hanno dovuto
imparare a progettare e lavorare insieme, su un tavolo comune, scambiandosi
esperienze, studiando e rispettando le necessità di
ognuno, trovando i punti
d’incontro su cui insistere
per il bene di tutto il territorio”.
“Tutte le azioni inoltre –
puntualizza il direttore del
Gal Montagna Vicentina
Francesco Manzardo – sono
state progettate con il particolare metodo chiamato
bottom up. I progetti di sviluppo non sono cioè stati
calati dall’alto, ma nascono
direttamente dal territorio
chiamato, attraverso le varie categorie economiche e
le istituzioni, ad esprimere i
propri punti di forza e di debolezza, ad individuare le
proprie reali esigenze e a
cercare risposte adeguate”.
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
13
Celiachìa, casi in aumento in Altopiano
SALUTE
Considerata malattia rara oggi è diventata di frequente riscontro - Si tratta di una forma
di intolleranza-allergia al glutine che si contrasta con una dieta molto attenta
Celiachia, un termine che probabilmente molti di noi hanno
sentito per la prima volta guardando la tv, dove negli ultimi
anni si è parlato di questa malattia, presentando le testimonianze dirette di persone note che ne sono state colpite, e
che parlandone hanno inteso dare il proprio contributo alla
conoscenza della stessa. Una parola che con il passare del
tempo si sente pronunciare più frequentemente, scoprendo
che la malattia riguarda un numero di persone più consistente di quanto si possa immaginare. Infatti la celiachia, fino a
poco tempo fa considerata malattia rara, oggi è diventata di
frequente riscontro, tanto da stimare che ne soffra una persona
ogni 150/200 (ma secondo qualche ricercatore fino ad anche 1/
100 !). La celiachia è una forma di intolleranza-allergia permanente al glutine, sostanza proteica presente in molti cereali, come
grano, orzo, farro, segale, avena. L’idea di informarsi per saperne di più e parlarne attraverso il giornale nasce da una serie
di informazioni recepite negli ultimi tempi, che hanno portato
casualmente a conoscenza di come anche in Altopiano ci sia un
numero di celiaci più alto di quanto si potesse pensare. Per gli
affetti dalla malattia, dietro a un’esistenza per tanti versi normale, visto che la malattia di per sé è facilmente contrastabile, c’è
però una situazione impegnativa sotto il profilo socio culturale,
dato che pone una serie di problemi psicologici e pratici con cui
celiaci e i loro familiari devono fare i conti. Il veto di consumare
alimenti comuni come pane, pasta, pizza, biscotti e focacce richiede una educazione alimentare ed una consapevolezza a cui
molte persone non sono abituate.
La Gastroenterologia dell’Ospedale di Bassano unico centro della A.S.L. 3 riconosciuto dalla Regione
per la certificazione della malattia che dà diritto a quantitativo mensile di alimenti per celiaci.
Per poter dare una risposta
in merito alle domande che
ci siamo posti sulla celiachia
e sulla sua diffusione per
quanto riguarda nello specifico il nostro territorio, abbiamo incontrato il dottor
Gaetano Mastropaolo, primario del reparto di
Gastroenterologia dell’ospedale di Bassano del Grappa,
che molto gentilmente si è
reso disponibile a darci le informazioni
richieste.
Innanzitutto gli abbiamo
chiesto come ci si può
accorgere di essere intolleranti al glutine. “Ci sono
molte manifestazioni, la più
importante, ma non la più frequente, è la perdita di peso
associata o meno a diarrea,
e, nei bambini, un ritardo nello sviluppo; negli adulti il sospetto frequentemente nasce dall’anemia da carenza
di ferro, perché nei celiaci il
ferro non viene più assorbito. La celiachia si presenta
sia nei bambini che negli
adulti; compare di solito fino
ai 40, 50 anni ma in alcuni
casi la diagnosi è fatta in età
più avanzata”.
- Come viene fatta la diagnosi?
“Quando il medico di famiglia sospetta che i disturbi
lamentati dal proprio paziente
possano derivare dalla
celiachia richiede un semplice prelievo di sangue. Il test
sul sangue è molto valido, ma
se il test è positivo, per formulare la diagnosi precisa è
necessaria una gastroscopia
con un prelievo del duodeno
(biopsia) la cui analisi al microscopio conferma la diagnosi.
I
pazienti
dell’Altopiano possono sottoporsi all’esame presso
l’ospedale di Asiago, ma va
specificato che lo stesso
deve essere effettuato con
l’idea precisa di ricerca della malattia. Infatti le biopsie
nel duodeno non vengono
fatte normalmente nel corso di una gastroscopia eseguita per altre ragioni. Vorrei anche sottolineare che
banali disturbi di tipo digestivo non sono un sintomo della celiachia e non bisogna
vivere con il timore di avere
questa intolleranza: il test sul
Il dottor Gaetano Mastropaolo
sangue va fatto quando effettivamente il medico di
medicina generale o lo specialista ne ravvedono la necessità”.
Dal 2005 presso l’ospedale
di Bassano è attivo l’Ambulatorio dedicato alla celiachia,
a cura del dottor Stefano
Andrea Grassi, per seguire i
pazienti e fare da consulenza per le famiglie. I celiaci
sono geneticamente predisposti alla malattia, per cui
vengono controllati anche i
loro familiari (almeno quelli
di primo grado: genitori e fratelli di bambini malati o figli
di adulti in cui viene fatta la
diagnosi). L’ambulatorio specializzato è aperto due volte
al mese e lavora in stretto
contatto anche l’Anatomia
Patologica, il Laboratorio
Analisi e il servizio di
Dietologia. Dopo aver definita e verificata la certezza
della diagnosi, viene data
priorità assoluta all’educazione ed informazione al paziente, considerando che il soggetto celiaco deve essere una
persona colta e motivata e
che non può essere motivata
se non viene informata. Infine viene gestito il
monitoraggio nel tempo di
tutte le problematiche concernenti la malattia e le
patologie associate. Dai dati
fornitici risulta come circa il
10- 15% di tutti i casi di
celiachia segnalati/identificati/sospettatati che arrivano
all’osservazione dell’Ambu-
latorio non vengano poi confermati dallo stesso.
- Ma coloro che soffrono
di celiachia possono guarire?
“E’come per una qualsiasi
allergia – risponde il dottor
Mastropaolo – devono evitare per sempre l’esposizione
alla sostanza verso cui sono
sensibili: tolto il contatto con
il glutine il soggetto è libero
da malattia. Solo seguendo
strettamente la dieta senza
glutine le alterazioni
regrediscono ed i sintomi e
le manifestazioni della malattia migliorano abbastanza rapidamente. Chi non risponde
bene alla dieta senza glutine
probabilmente commette degli errori nella alimentazione,
anche involontari.”.
- Cosa può succedere se
il celiaco mangia ugualmente alimenti contenenti
glutine?
“Sicuramente continuerà ad
avere i sintomi ed i problemi,
talvolta seri, che lo hanno
portato alla diagnosi, ma non
c’è una risposta definitiva.
Sappiamo che la celiachia si
associa a problemi di tiroide,
diabete, al linfoma intestinale che si sospetta possa insorgere se, a lungo andare,
non si evitano i cibi vietati”.
- E’ necessario eseguire
dei controlli periodici?
“No, se non per verificare
attraverso semplici controlli
ematici che il paziente segua
la dieta. L’attività dell’Ambulatorio del dottor Grassi è
molto importante come sostegno alla famiglia, che si
trova ad affrontare una situazione difficile da gestire, perché il glutine, al di là di quelli
che sono i cibi che contengono farina facilmente
individuabili, è contenuto in
tantissimi altri alimenti, usato come addensante in un’infinità di prodotti. Se a casa
ci si gestisce bene, è la vita
sociale a presentare grosse
difficoltà, con il rischio, soprattutto per bambini e ragazzi, di sentirsi diversi. Non si
può gustare una pizza con gli
amici; al ristorante, nella
mense scolastiche, è necessario informarsi non solo sul
fatto che i cibi non contengano glutine, ma che non vengano in nessun modo in contatto con cibi vietati. Con
l’aumento dei celiaci, dovuto
probabilmente alla maggiore
attenzione nelle diagnosi che
ha portato a scoprire un crescente numero di ammalati,
aumenta anche la proposta
alimentare specifica per coloro che devono mangiare
senza glutine. Esistono tantissimi prodotti, dal pane, alla
pasta, alla pizza, alle
merendine, ai gelati. Allo
stesso tempo ristoratori, albergatori, gestori di mense, si
stanno sensibilizzando al problema, prevedendo l’inserimento di piatti appositi, sicuri. Il Servizio Sanitario Nazionale corrisponde ad ogni
paziente certificato la somma di circa cento euro mensili da spendere per l’acquisto, in farmacia, di prodotti
agglutinati. La Gastroenterologia
dell’Ospedale di Bassano è l’unico centro della A.S.L. 3 riconosciuto dalla Regione per
la certificazione che dà diritto a beneficiare della suddetta somma. L’Associazione
Italiana Celiaci mediante il
proprio sito internet e le proprie riviste offre tutte le informazioni possibili, con
prontuari dietetici e indirizzi
utili”.
Presso l’ospedale di Bassano
nuove diagnosi di malattia
celiaca sono formulate quasi
settimanalmente e nell’ultimo
anno si è registrato un costante aumento di nuovi casi
sul nostro territorio, dove verosimilmente
la
sensibilizzazione degli operatori sanitari ha prodotto importanti cambiamenti.
Silvana Bortoli
Conoscere bene la malattia per
affrontarla nel giusto modo
Una testimonianza diretta sulla
celiachia ci viene da Anna
Zanotto, asiaghese, mamma di
due bambini celiaci, di 14 e 9 anni.
“La mia primogenita – racconta – all’età di un anno ha cominciato a manifestare i sintomi classici dell’intolleranza: perdeva
peso, presentava gonfiore all’addome. Ci è voluto un po’ di tempo prima che venisse individuata la malattia, e intanto mia
figlia peggiorava. E’ stato un
parente medico a intuire che
si potesse trattare di celiachia,
consigliandomi di fare tutti gli
accertamenti relativi. Quando
è nato suo fratello, all’età di
un anno si è deciso di sottoporlo al test, risultato negativo. Per lui la celiachia si è poi
manifestata a cinque anni, in
maniera del tutto diversa rispetto alla sorella: era spesso
stanco, poco energico, diceva
si avere male alle ossa, finché
un giorno, per una banalissima
caduta da fermo, si è fratturato
la tibia. L’episodio mi ha subito allarmata, ben sapendo che
la malattia può presentarsi in
vari modi. Infatti i successivi
accertamenti hanno confermato i miei sospetti”. Anna si
tiene costantemente informata sull’evoluzione di quelle che
sono le conoscenze sulla ma-
lattia, e spesso si batte per far
capire quanta attenzione bisogna
prestare perché a un ammalato
non vengano dati cibi contenenti
glutine. Non lo fa solo per i suoi
figli, ma anche per sensibilizzare
altra gente sul problema. “Parlandone si viene a conoscenza
di storie molto diverse, ci si rende conto di quanti risvolti possa
avere la malattia, di come ci sia
gente che non sa di essere ammalata perché soffre di una forma silente, oppure collega i disturbi di cui soffre ad altro. C’è
chi tende a nascondersi, mentre
affrontando l’argomento ci si
rende conto di quanta gente ne
sia colpita e di come sia necessario conoscerla bene per affrontarla. I miei figli sono bambini sani, se si rispetta la dieta
non ci sono problemi; all’inizio
provavo una certa ansia, il timore di fare degli errori, poi
col tempo in famiglia ci siamo
ben adattati a tutto ciò che la
malattia comporta. Loro sono
abituati a chiedere cosa c’è in
un determinato cibo, sia anche
una semplice caramella, e sanno di non poter accettare quello che viene loro offerto, se
solo c’è il sospetto che ci possa essere del glutine. Adeguarsi alla dieta per la bambina è risultato più facile, visto
che non ha conosciuto i gusti dei
prodotti che le sono vietati, mentre il bimbo fino a 5 anni ha mangiato tutto normalmente e si ricorda certi sapori. Sono stati
fatti passi da gigante per quanto riguarda gli alimenti riservati ai celiaci, c’è di tutto, e i
sapori sono migliorati molto rispetto a un tempo”. “Quello
che è più problematico – conclude Anna – è uscire a pranzo o cena e soprattutto andare in vacanza: o si sceglie di
soggiornare in appartamento,
oppure, trovato un albergo con
menù per celiaci, ci si va per
anni. Qui da noi ho chiesto in
tantissime pizzerie di adeguarsi
per poter offrire la pizza per
celiaci, dando anche delle indicazioni su cosa è necessario
fare, so che al Centro Rendola
si stanno attrezzando, e credo
che questo farà piacere a
molti” I responsabili del Centro Rendola da noi sentiti
confermano che si stanno attrezzando per poter proporre la pizza specifica per
celiaci. “Stiamo valutando
con molta attenzione – dicono - tutti gli aspetti che riguardano questo nuovo servizio che
vorremmo proporre al più presto, garantendo tutta la sicurezza necessaria”. .
S.B.
8
l’Altopiano
Sabato 17 maggio 2008
14
“Vedito bocia, la vita
xè come la Rogasion”
Vivere la Rogazione rispettandone significati e tradizione, se n’è
parlato molto anche quest’anno.
Ma è possibile far capire a chi
non li conosce i valori di questo
appuntamento comunitario? Chi
si è fermato nei giorni attorno a
quello della Rogazione a guardare la vetrina del negozio di Chiara
Carli Müller, in centro ad Asiago,
ha potuto recepire in modo improvviso e intenso le emozioni e
i sentimenti di chi ha voluto condividere con i suoi compaesani
ricordi intimi e indelebili. La sensibilità di artista e l’attaccamento
profondo alle proprie radici ci
hanno regalato un’esposizione
che nello spazio limitato di una
piccola vetrina racconta la storia
di una famiglia, che è anche una
parte della storia della Rogazione.
E se poco o nulla può trasmettere la pubblicazione sul giornale
dell’immagine della vetrina, tanto, tantissimo, dicono le immagini con cui Chiara ha dato vita a
un variopinto documento, che
non ha mancato di commuovere
coloro che hanno riconosciuto
in esse anche chi, anno dopo
anno, non è più tornato a un appuntamento considerato irrinunciabile. Foto storiche, ognuna
con la data apposta sul retro, che
appartenevano ai nonni di Chia-
Mario e Vito Carli Müller alla Rogazione 1998
La vetrina del negozio di Chiara Carli Müller
ra e che oggi lei custodisce assieme a quelle più recenti, che, a
sua volta ama scattare e conservare. In quelle più vecchie, tra cui
una di famiglia del 1870, si è potuto notare come un tempo la
gente per la rogazione si vestisse con l’abito della festa, giacca
e cravatta per gli uomini, gli abiti
migliori per le donne. Tante le
immagini della famiglia scattate
durante le varie tappe della
Rogazione e nel corso degli anni:
i nonni, papà Vito e mamma
Mariarina, lo zio Mario, che oggi
non ci sono più, e sono stati
esposti perché potessero ugual-
La Momento di pausa (1961)
mente far sentire la loro presenza. Anche Alberto, il più giovane
dei fratelli di Chiara che lavora e
vive in America e che quest’anno non ha proprio potuto tornare per la Rogazione, è stato messo in bella evidenza “perché anche lui ci fosse”. Tra le immagini,
l’ingrandimento della foto scattata da Chiara alla lunga processione dello scorso anno, e poi, in
vetrina, hanno trovato posto il
cappello che apparteneva a papà
Vito colmo di uova colorate, la piccozza che Chiara usava da bambina, fatta alla Salca ai tempi in
cui vi lavorava papà, il foulard che
distingue i componenti del coro.
E un ritaglio di foglio con un discorso in dialetto che in tantissimi si sono fermati a leggere, e rileggere. “Vedito bocia, la Vita xe
come la Rogasion: entusiasmante, fadigosa, qualche volta no se
sa che Santo ciamare. Se parte
dala Cesa col Battesimo, e se
riva in Cesa par el funerale, proprio come el Giro del Mondo:
anca questo fa parte della Vita
che el Signore se gà donà. Quando se xe sovani, gavimo l’entusiasmo come quando se parte la
mattina; dopo arriva le prime
fadighe, come quando se passa
la costa del Kaberlaba. Prima o
poi, par tutti, riva anca el Monte B, e la fadiga xè tanta, ma
ringrasiemo el Signore de aver
tanti amici visin che se fa coraio.
E finalmente dopo tanta fadiga,
se riva in Cesa, e sembra de essere rivai in Paradiso”. “Sono
parole lasciate in eredità dai
Müller – spiega Chiara – che zio
Mario aveva detto a Mirco, un
giovane amico, quando questi
stava soffrendo per la grave malattia del padre, ricoverato all’ospedale nella stessa stanza di
mio papà”. Che la rogazione sia
un tema tanto caro alla famiglia,
ricorrente nei momenti di dolorose perdite, lo testimoniano anche
le parole scritte da Alberto per
l’ultimo saluto a zio Mario, qualche mese fa: “…la Rogazione,
momento apice per la nostra famiglia. Momento di ritrovo dopo
lungo tempo, momento di passione per la vita, momento di
preghiera per chi non c’è più, e
di riflessione che viene trasmesso da generazioni e ti permette
di vedere durante il percorso
anche chi se n’è già andato da
tempo nella casa di Dio”.
“Credo che più che recriminare
su come viene vissuta da alcuni
la rogazione – dice Chiara – sarebbe necessario spiegare e
sensibilizzare chi viene da fuori o
chi, seppur del posto, non ha
comunque avuto la fortuna di
vedersi tramandare i valori di
questo nostro appuntamento,
come invece è stato per me e miei
fratelli Cristiano, Andrea e Alberto, e per i nostri figli. Per noi la
rogazione ha sempre voluto dire
ritrovarsi in famiglia, partire insieme da via Ecchelen per recarci
davanti al Duomo, e poi incam-
La Foto di famiglia (1870)
minarci per ultimi, chiudendo la
processione con il “coro degli
uomini della piazza”, le cui litanie
venivano intonate da mio nonno
Tan Müller, che da bambina mi
teneva per mano e mi portava con
sé, mentre mamma cantava le litanie nel “coro delle donne” assieme a zia Franca. Quando è
mancato il nonno il suo posto di
“capo coro” è stato preso da
papà; sei anni fa quando è mancato anche papà, è toccato a zio
Mario, e quest’anno la sua eredità è stata raccolta da Cristiano,
il maggiore dei miei fratelli. Da piccoli, perché potessimo rinfrescarci la voce, i nonni ci preparavano
le caramelle all’anice e i “moretti
di Gallio”, dividendole in dicias-
La Rogazione 2008
sette cartocci, quanti eravamo noi
nipoti. Trovo molto toccante la
partenza perché…manca sempre
qualcuno; emozionante è anche
la tappa al Lazzaretto, quando si
canta davanti alla chiesetta, ma
l’entrata in Chiesa alla sera è il
culmine delle emozioni, mi fa venir la pelle d’oca! Chi si ferma
fuori non può assaporare nella
sua completezza questo evento”. Chiara conclude questo suo
raccontare rivolgendo un pensiero affettuoso a zia Modesta “che
non sta bene, ma spero si rimetta
presto e che mi aspetto di rivedere puntuale alla finestra il prossimo anno, al passaggio della
Rogazione davanti alla sua abitazione”.
Silvana Bortoli
Una giornata meravigliosa, non
solo per il bel tempo, ma anche
per la massiccia partecipazione
di gente e la magica atmosfera
che sempre si respira in questa occasione. Ci riferiamo alla
Grande Rogazione di Asiago
del 3 maggio 2008. Come sempre c’è chi si è preso la briga
di contare quanti si sono messi in cammino. Dal conteggio
eseguito da Giampaolo Soldà
sotto la contrada Ave, con inizio passaggio alle ore 10,25 e
con fine passaggio alle ore
11,58, risulta che c’erano ben
2472 persone. Ringraziamo
Amerigo Baù che ci ha inviato
questa foto e questi dati.
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
15
La “Festa della Fortaja” in località Holl
TRADIZIONI
La “fortaja coi sponsoi” è il piatto
tipico che accompagna la festa annuale in località Holl a Camporovere.
Assieme alla ricorrenza del patrono S. Giovanni Battista che si tiene
a giugno, quella che cade nel giorno dell’Ascensione è la più importante occasione di ritrovo per gli
abitanti della frazione roanese. La
tradizione vuole che sia un momento di condivisione paesana, con la
recita del rosario, la benedizione
delle auto, la messa, la merenda sui
prati, la preparazione delle uova
colorate, i giochi popolari. Quest’anno è stato allestito anche il
nuovo tendone, attrezzato con tavoli e panche, e con la cucina, dove
Inaugurato il nuovo palatenda della Pro Camporovere
sono state sgusciate circa trecento uova, per preparare ben
centoquaranta frittate con le
spugnole, prelibato fungo di stagione, gustate fino a sera dai numerosi partecipanti all’evento. Il
tempo è stato favorevole allo svolgersi del programma messo a punto dalla locale Pro Loco, che prevedeva anche la premiazione di un
piccolo concorso riservato ai bambini, invitati a preparare uova colorate e dipinte, o composizioni con
le stesse. Fra queste particolarmente apprezzata la creazione di
Thomas Berthod che con uova di
due misure, qualche piuma, stecchini di legno e ritagli di cartone e
stoffa ha composto una simpatica
gallina. E’ una festa che si rinnova
di anno in anno da molto tempo,
questa dell’Ascensione all’Oel,
come documenta fotograficamente
il libro “Camporovere – Immagini e
ricordi” nato da una ricerca di Luca
Pancrazio e Gilberto Cera, che pubblica immagini risalenti al 24 maggio
del 1927. Nello stesso si parla anche
della storia della Cappella, eretta a
Camporovere per onorare la Madonna. Vi si legge, tra l’altro: “4 ottobre 1936. Si è svolta oggi solennemente la festa del 1° centenario
della Cappella dell’Immacolata in
località Furar. Un secolo fa, nel
1836, venne a infestare il nostro
Gli artisti della Rogazione
Gli
“artisti
della
Rogazione” preparano
splendide uova colorate con
l’utilizzo di erbe, fiori, cartine colorate. Ma c’è anche
chi, poco incline alle tecniche della tradizione, sceglie
colori e pennelli, con i quali
ha maggior dimestichezza. E
nascono inimmaginabili capolavori, come quello immortalato nelle foto che pubblichiamo: sulla limitata superficie di un uovo di tacchino, leggermente più grande
di quelli di gallina, trovano
posto, con dovizia di particolari, due caprioli, un camoscio e un muflone, due
urogalli, due marmotte e una
poiana, contornati da pini,
mughi, rocce e rododendri.
Veramente suggestivo questo
paesaggio alpino con lo
sfondo dell’Ortigara e dei
monti vicini, tutto in miniatura, dipinto su una base così
inusuale!
Cristina e Davide…OGGI SPOSI!!!
Com’è ‘sta storia che girano copie taroccate del
nostro giornale? Chi saranno mai i giornalisti e i
grafici che hanno divulgato lo scorso 10 maggio
un’edizione particolare de l’Altopiano con in copertina la foto di due futuri sposi? Sicuramente un
gruppo di amici fantasiosi e burloni che hanno scelto un modo originale (ma non sono stati i primi!) per
festeggiare le nozze di ….! Eh, ragazzi, quasi perfetta la copertina, che anticipa gli argomenti trattati,
con le sponsorizzazioni della ditta della famiglia di
lui e quella dove lavora lei, ma l’occhio attento e
allenato dei nostri “correttori di bozze” si è subito
accorto che manca qualcosa di fondamentale: i nomi
degli sposi! Ma vogliamo rimediare noi, grazie alla
nostra decennale esperienza ci è voluto un nonnulla per scoprirli: sono Cristina Costa e Davide Mosele,
che da quel possiamo intuire si stanno ora godendo la luna di miele alle Mauritius. Auguroni da tutta
la redazione de l’Altopiano, quello vero!
E si sposa anche la Sara
Eh sì, da quando si è laureata e ha trovato lavoro,
chi l’ha più vista! Ora che vive a Verona e che si
sposa poi... addio per sempre ad una valida collaboratrice del nostro giornale. Beh, c’est la vie! Facciamo tantissimi auguri a Sara Fracaro (figlia del
Carletto Commercialista e della dottoressa Daniela
Polato) e a Paolo Pertile (figlio dell’Elio forestale e
della Fernanda) che sabato 17 maggio alle 15.30 nel
duomo di Asiago convolano a giuste nozze. Tanta
felicità e una vita…da prima pagina. Con tutto il
cuore da tutti noi della redazione.
Altopiano il “morbo asiatico”, e
a Camporovere per impegnare il
patrocinio della Madonna in tali
frangenti, di decise l’erezione di
un Capitello in onore della Madre di Dio. Tale capitello di cui
sussiste tuttora l’anno sopra l’altare, nel 1900 venne ampliato con
una costruzione ottagonale e dedicato all’Immacolata di Lourdes.
Distrutta quasi totalmente dalla
guerra, la cappella risorse nel
1922. ed ebbe la sua benedizione
nell’ottobre del 1922. Oggi, domenica del Rosario, il popolo di
Camporovere giustamente volle
ricordare e festeggiare il primo
centenario con grande solennità.
Don Giuseppe Rebeschini per la
circostanza compose un bellissimo inno alla Madonna che,
alle stampe, venne distribuito
alle famiglie come ricordo della celebrazione”. Tornando
alla festa di domenica 4 maggio, soddisfazione per la buona riuscita è stata espressa dal
presidente della Pro Loco di
Camporovere, Giandomenico
Cera. “Ora ci prepariamo a mettere a punto il programma estivo – commenta – già predisposto con date e appuntamenti. A
giugno si svolgerà la festa di
San Giovanni Battista che si articolerà in quattro momenti: domenica 22 alle 10.30 al
Palatenda Santa Messa con il
Coro parrocchiale, a seguire
aperitivo e stuzzichini offerti
dalla Pro Loco; martedì 24, ricorrenza del patrono, alle ore
20.30 al Palatenda “Tomboltrok”
e serata di musica con Manuel
e Luca; venerdì 27 alle ore 21
Gara di bocce, 9° Memorial Sergio Bonato; domenica 29 sagra
paesana con menù tipico e l’orchestra R.K.E., dalle 18.30, sempre al Palatenda”.
Silvana Bortoli
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l’Altopiano
Sabato 17 maggio 2008
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ROTZO
Un nuovo accesso al Bostel
Comune e Comunità Montana hanno acquisito un terreno attraverso il quale è
ora nuovamente possibile raggiungere il sito archeologico con mezzi motorizzati
Il sito archeologico del Bostel,
dallo scorso autunno privato di
una via di accesso ai mezzi motorizzati per l’interclusione del
fondo nel quale si transitava, è
ritornato accessibile grazie all’interessamento del Comune
di Rotzo e della Comunità
Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni che hanno acquisito un terreno adiacente al Bostel attraverso il
quale è possibile raggiungere la sommità della collina.
Viene in tal modo assicurato
ai proprietari dei fondi agricoli
della zona un passaggio per
poter lavorare la terra mediante il taglio dell’erba e la coltivazione delle patate. L’operazione è stata portata a termine in
brevissimo tempo in quanto i
lavori di sistemazione della
vecchia strada vicinale che il
Comune di Rotzo sta eseguendo richiedono più tempo del
previsto e pertanto vi era la
necessità di trovare un pas-
saggio alternativo a tale strada. Avuta la disponibilità alla
cessione da parte del proprietario del fondo e grazie ad un contributo che la Comunità Montana ha ottenuto dalla Regione per
l’area archeologica, si è deciso
di acquisire questo altro terreno
che unito agli altri già in proprietà alla Comunità Montana vede
la stessa titolare di circa tre ettari di terreno nella zona. “L’aver
trovato tale soluzione – spiega
il sindaco di Rotzo Matteo Dal
Pozzo - è importante anche per
la garanzia di un accesso in caso
di necessità o di emergenza per
i fruitori del sito archeologico
garantendo la possibilità anche
ad eventuali mezzi di soccorso di
arrivare in loco. Altro importante
aspetto rimane quello che non
era possibile per delle pubbliche
Amministrazioni rimanere vittime
di uno sgarbo di carattere anche
politico che privava il prestigioso
sito archeologico di un accesso
autonomo”.
Rapporti tra gli enti territoriali,
se n’è discusso al Palazzon
LUSIANA
Bella l’idea dei
portacicche, ma ogni
tanto svuotiamoli!
L’Amministrazione comunale ha
disposto la collocazione in più
punti del centro di cestini in ghisa per raccogliere rifiuti e in modo
particolare le cicche delle sigarette. I contenitori vengono
svuotati dai dipendenti comunali
una volta alla settimana, ma alcuni portacicche, soprattutto
nella piazza centrale, sono colmi
di mozziconi e non forniscono
una bella immagine ai turisti che
passeggiano per le vie centrali
di Lusiana. Bisognerebbe che i
contenitori venissero svuotati
più spesso perché con le cicche
i cittadini abbandonano anche
fazzoletti di carta e altre
cianfrusaglie. In più quando piove si riempiono di acqua fornendo un’immagine poco decorosa.
Si è tenuta al Palazzon la tavola rotonda organizzata dal
gruppo “Laboratorium, che
ha promosso una serie di incontri di formazione civica
e politica. Il tema in discussione era: “Rapporti tra enti
territoriali: Comune, Comunità montana, Provincia, Regione, Consorzi anche in relazione alle rispettive competenze (viabilità, economia, ambiente)”. Relatori
sono stati il consigliere della Regione Raffaele Grazia e
il presidente della comunità
montana di Breganze
Gianantonio Gasparini. E’
intervenuto il sindaco di
Lusiana Virgilio Boscardin
che ha osservato: “Bisogna
ricreare qualcosa di nuovo
perché c’è una netta frattura tra il Palazzo e la piazza.
Ci vuole una forte passione
politica come collante tra
tutte le istituzioni, come indicato dal trend delle
direttive europee”. Di rimando
Gianantonio
Gasparini ha sottolineato:
“Oggi i tempi sono cambiati
anche per fare gli amministratori: la gente non vuole
più chiacchiere, vuole fatti
concreti. E’ cambiato il rapporto tra cittadini e amministratori. Anche la politica è
cambiata completamente.
Bisogna tornare al sistema
che vedeva l’elettore scegliere senza dare la preferenza a qualcuno”.
Raffele Grazia ha ripreso l’argomento affermando: “Oggi
il cittadino esprime il suo
consenso per un simbolo
senza sapere perché”.
Gasparini, rimettendo a fuoco i rapporti tra enti ha aggiunto: “Con la Regione i
rapporti sono abbastanza
buoni, ma con Roma sono
difficili, ci vogliono amicizie
e riferimenti ben precisi per
ottenere qualcosa”. Riportando l’asse della discussione sulle autonomie locali ha
osservato
che
nella
riorganizzazione delle 356
comunità montane del
Veneto alcune dovrebbero
sparire, anche quella di
Breganze che tra l’altro gestisce il catasto che quindi
dovrebbe tornare ai comuni.
Il calendario di incontri proseguirà il 22 maggio al cinema Comunale di Piazzetta
Acqui. Il tema sul tavolo
sarà: “Sindaco, Giunta, Consiglio, Segretario, tecnici responsabili di settore: funzioni e responsabilità”.
Relatori: Luigi Petris consulente amministrativo e il segretario comunale di
Camisano
vicentino
Costanzo Bonsanto.
Egidio Zampese
Il terreno acquistato sul quale si può transitare
Comitato già al lavoro per la
Festa dell’Emigrante a Velo
Si pensa già al programma
della 39.a edizione della Giornata degli emigranti che quest’anno è stata fissata per
domenica 3 agosto. Il Comitato per la salvaguardia di Velo
ha già predisposto i lavori di
ristrutturazione per il cambio
di destinazione d’uso del fabbricato ex caseificio sociale
che viene utilizzato per vari
servizi nel periodo della festa
dell’emigrante. Nelle modifiche da apportare all’ex latteria è previsto il ricavo di uno
spazio per ospitare le strutture in ferro che sostengono il
tendone entro cui, in caso di
cattivo tempo, si svolge la
messa e il concerto della banda.
Per quest’anno gli organizzatori (l’Ente Vicentini nel modo,
il Comune e il Comitato) sono
intenzionati ad assegnare la
“Lusiana targa d’oro 2008" al
gruppo promotore della realizzazione della chiesa dell’Emigrante. Per il prossimo anno,
in
occasione
del
quarantennale di inaugurazione del tempio (la festa si svolse per la prima volta il 3 agosto 1969) è in programma la
realizzazione di una pubblicazione con la storia della chiesa.
Nella foto, la struttura che
ospita annualmente il
palatenda e sullo sfondo l’ex
caseificio sociale che verrà in
parte ristrutturato per creare
locali di servizio alla festa annuale dell’Emigrante.
Egidio Zampese
Nella foto, il sindaco
Boscardin, Gasparini, Grazia
e Trivellato alla tavola rotonda del Palazzon.
Fede e folklore per la festa
della Madonna del Lazzaretto
Quattro giorni di religione
e folclore per l’annuale festa della Madonna del
Lazzaretto a Campana di
Lusiana. Il programma della parrocchia e della pro
loco prevede venerdì 23
alle 20,30 il pellegrinaggio
delle parrocchie di Valle di
Sopra, Covolo e Conco. Sabato 24, mattina, al santuario si recheranno in pellegrinaggio i fedeli di
Laverda e Mure. Domenica
25 viene celebrata la “Festa della rosa” con l’Aido,
con la messa accompagnata, alle 11,30 dalla corale;
alle 14, 30 si snoderà dal
santuario a Campana la
processione con la statua
della Vergine accompagnata dalla banda “Ronzani”;
alle 18 verrà celebrata una
messa accompagnata dal
coro piccoli e giovani di
Lusiana. Lunedì 26 maggio
alle 10,30 sarà celebrata
una messa per le scuole
lusianesi e alle 20 in pellegrinaggio si recheranno al tempio le parrocchie di Laverda e
Salcedo. Il programma
folcloristico prevede l’apertura dello spaccio in tutti e quattro i giorni, musica proposta
dal dj “Malga”, giochi popolari e l’estrazione di una sottoscrizione il cui ricavato sarà
devoluto ai lavori di abbellimento della chiesa votiva del
Lazzaretto. Egidio Zampese
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
17
Sagra del primo maggio a Fosse di Enego
ENEGO
Anche quest’anno puntuale, a
Fosse di Enego, è stata organizzata l’attesa Sagra del 1°maggio,
giorno in cui ricorre la festività
del S. Giuseppe Lavoratore patrono della chiesa di Fosse, che
culmina con la premiazione del S.
Giuseppe d’oro, riconoscimento
che tocca ad un eneghese di nascita, che si è distinto nel mondo
grazie alla professione.
Nel corso della stessa cerimonia
inoltre, come ormai è consuetudine, sono state conferite alcune
borse di studio, messe a disposizione dalla Coldiretti, per gli studenti, delle scuole medie inferiori
e superiori, che nel corso del passato anno scolastico si sono distinti. Quest’anno il premio per
migliore studente è toccato a tre
belle ed intelligenti ragazze:
Jessica Peruzzo, Angela Rossi e
Stefania Doro, che hanno saputo spendere bene due parole per
ringraziare e rivolgere un augurio ed un invito a tutti i ragazzi di
Enego affinché sappiano, anche
con il loro contributo, valorizzare
il paese. Infine è stato premiato
lo sportivissimo Gino Ceccato,
reduce dai Mondiali Master americani di sci di fondo, dove a 56
anni è riuscito a conquistare due
splendidi bronzi; un sano modello ed esempio per i giovani, come
hanno sottolineato anche il Presidente del GSBassano, di cui
Ceccato è glorioso portacolori, e
Il San Giuseppe d’oro ai fratelli
Caregnato, artigiani piastrellisti
l’Assessore allo Sport di Enego
Davide Dalla Costa.
La serata del 30 aprile invece, è
stata dedicata alla storia del territorio, o meglio alla preistoria, impeccabile relatore e intrattenitore
il prof. Giampaolo Dalmeri, vice
direttore del Museo di Scienze
Naturali di Trento e responsabile della sezione paleontologia
umana e preistoria, ma ormai di
casa ad Enego. A Dalmeri si devono lo studio e la valorizzazione
della Grotta di Ernesto e la scoperta del Riparo Dalmeri, sito archeologico unico in Europa nel
suo genere, che ha permesso agli
studiosi di fare scoperte assolutamente rivoluzionarie e preziose per poter scrivere un’ulteriore
e più approfondita pagina sul
periodo compreso tra i 13000 ed
i 9000 anni fa. Ma veniamo alla
9^ edizione, del S. Giuseppe
d’oro, ed ai premiati. Il designato
viene scelto ogni anno da una
commissione costituita da rappresentanti dell’amministrazione
comunale di Enego, dai rappresentanti delle professioni e dai
rappresentanti del SELE, il Sodalizio Emigranti Lavoratori
Eneghesi, e questa volta la scelta è caduta su due fratelli che si
sono distinti nella loro professione di artigiani piastrellisti: Giustiziano e Bruno Caregnato, classe
1934 e 39. A presentarli, tessendo le dovute lodi, oltre al Presidente degli artigiani di Bassano,
Efrem Merlo, quello di Enego
Ernesto Peruzzo ed il Sindaco
Igor Rodeghiero. Due artigiani
che non solo hanno svolto per
tanti anni il loro lavoro con onestà precisione e riconosciuta bra-
vura, ma che hanno sempre dimostrato una generosità particolare, che ormai è diventata una
dote rara, la generosità nell’insegnare il proprio sapere.
Anche grazie a loro, Enego è ancora oggi riconosciuto come il
paese dei bravi artigiani, impegnati nell’edilizia.
I fratelli Giusti e Brunetto del
Doma, come sono affettuosamente conosciuti da adulti e più
giovani, hanno insegnato la loro
arte, i loro segreti, sempre generosamente, crescendo una vera
e propria scuola di piastrellisti,
riconosciuti come abilissimi artigiani. Sono stati i veri maestri, generosi, attenti, precisi e laboriosi, hanno seminato il loro sapere
e ancora oggi quel sapere sa dare
i suoi frutti, lo riconoscono i tanti: Gino, Ivo, Giovanni, Antonio,
Attilio, Isidoro, abili piastrellisti
che ancora oggi fanno riconoscere il valore degli artigiani
eneghesi.
Giustiniano e Bruno sono nati
nella piana di Marcèsina, in uno,
degli adesso famosi casoni, per
l’esattezza veniva definita
fiaschetteria all’epoca, adesso la
chiamiamo rifugio, ma quando il
padre Chicchi del Doma e la moglie Rita la gestivano, era una
sorta di osteria, frequentata per
lo più dai malghesi e dai cavallari,
i boscaioli, che si servivano ancora dei cavalli perché i mezzi
meccanici erano rari; e per mantenere la grande famiglia anche
Chicchi del Doma era cavallaro.
Giustiniano e Bruno, ultimi di
nove fratelli, hanno sempre dato
una mano in famiglia, come era
consuetudine all’epoca, e quindi nascono come cavallari, poi le
difficoltà dei tempi li portarono
ad emigrare, nella vicina, ma pur
sempre lontanissima Svizzera, a
Losanna, ed è lì che impararono
quella che diventerà la loro vera
e soddisfacente professione.
A metà degli anni ’60 rientrano
ad Enego ed iniziano a lavorare
in proprio come piastrellisti, in
breve si fanno conoscere per professionalità bravura e serietà in
tutto il Veneto e, nel ’71 svolgono un lavoro che li consacrerà
definitivamente come veri mae-
stri: viene loro affidata la
pavimentazione dell’ intero ospedale di Cittadella.
A ruota seguirono l’ospedale di
S. Candido (8000 mq di
pavimentazione), quello di
Vipiteno (18.000 mq), di
Bressanone (40.000 mq) e tra i più
grandi e rinomati alberghi dell’Alto Adige.
Un vero crescendo, che tuttavia
non li ha mai resi aridi nei confronti dei tanti apprendisti che li
seguivano proprio da Enego.
Tanta conoscenza, tanto generosamente seminata, che tuttavia
non è andata ai loro figli maschi,
nessuno dei quali ha seguito le
orme paterne; ma se è vero che
bisogna seminare per raccogliere, Giusti e Brunetto possono stare tranquilli, perché meglio di
come l’hanno fatto non potevano seminare! Concluse le
premiazioni, un avvenimento certo non meno importante per tutta Enego e la sua gente, è stata la
benedizione della nuova ambulanza, e soprattutto del nuovo
gruppo di giovani volontari, che
dopo aver superato l’esame per
soccorritori è entrato a far parte
dell’Associazione Monte Lisser,
i volontari dell’ambulanza che
proprio il primo di maggio hanno
festeggiato il loro primo lustro di
operatività.
Stefania Simi
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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Il tabacco: coltivazione e contrabbando
Anche per molte famiglie eneghesi è stato per anni fonte di sostentamento.
Si coltivava in terrazzamenti nella zona alta, sopra Cismon, Valstagna,
Costa, nelle frazioni eneghesi, ora disabitate o quasi, dei Cippoli o Valgoda
Il tabacco, la sua coltivazione: faccio mente locale e ricordo che
le ho viste anch’io le meravigliose foglie che crescevano nei campi
lungo la Valsugana, e in un attimo, riaffiorano i ricordi dei racconti. La prima domanda che mi pongo, guardandomi in giro e
scoprendo che quella coltivazione sembra ormai dimenticata, è:
“Non si coltiva più il tabacco, ma da quando?”
Si cerca in giro, si prova a chiedere qua e là, e pare impossibile
quanto riemerge, il tabacco è stato non solo per anni, ma per
secoli sostentamento non solo delle famiglie della Valsugana, ma
anche un fondamentale aiuto per le popolazioni che, a causa della
vita difficile in montagna, vivevano arroccate nei paesetti sovrastanti il Brenta. Anche qui in alcune zone, il tabacco si coltivava,
ma più che altro si contrabbandava.
Sentendo parlare di contrabbando, ci si sente tuffati in un mondo
distante, salvo poi scoprire che così non è, che la fame, quella
vera, spingeva a questo commercio illegale, anche solo i nostri
padri, e che i contrabbandieri di quei giorni, che solo apparentemente ci appaiono distanti, sono ancora in piena salute e felici di
poter raccontare le loro avventure di gioventù!
Tabacco, per molti anni, per molte persone, è stato sinonimo di
vita, ma anche di enormi fatiche, tribolazioni, umiliazioni.
Sopravvivere grazie al tabacco, significava però lottare quotidianamente contro tutto e tutti, in primis contro la natura che qui si
era espressa con terra in forte pendenza, significava lottare contro
la prepotenza di leggi assurde,vessatorie, regole che mortificavano ancora di più la povera gente già provata da mille ristrettezze e
difficoltà. Per fortuna però, era ancora sana, viva, forte, quella
componente del vivere comune che era la solidarietà; proprio in
virtù di questa molte famiglie riuscirono ad aggirare gli stenti, a
sopravvivere e a sfamare dal nonno all’ultimo nato. La vita ed il
lavoro soprattutto si svolgevano grazie al contributo comune. Solo
così e con tanta tenacia l’uomo è riuscito, nei secoli, a conquistare la terra da coltivare, abilità e astuzia hanno portato alla costruzione delle masiere, i terrazzamenti che hanno addomesticato i
pendii, e che per anni hanno accolto proprio la coltivazione del
pregiato tabacco. Anche nella zona alta, sopra Cismon, Valstagna,
Costa, nelle frazioni eneghesi, ora disabitate o quasi, dei Cippoli o
Valgoda, sempre con lo stesso sistema del terrazzamento (qui le
chiamano vanée) si coltivava tabacco e naturalmente molto altro.
Era terra buona, l’esposizione era favorevolissima; montagna, ma
molto soleggiata, tanto che, gli anziani ancora oggi ricordano con
grande nostalgia la generosità della terra dei Cippoli, di quei terreni
rubati alla pendenza, la saporitissima frutta che cresceva negli
alberi, le pesche straordinarie e persino le angurie! Naturalmente
“veniva bene” anche il tabacco, ma non se ne coltivava molto,
conveniva scendere a prendere quello di Costa ad
esempio….conveniva?
Mi sono affacciata, da quelle zone, non lo faccia chi pensa di
soffrire, anche solo un po’ di vertigini: si è a picco sulla Valsugana.
Lo chiarisce un aneddoto che mi racconta spesso un caro amico
cresciuto proprio ai Cippoli: “Quando era domenica ci si appollaiava
in cima a degli speroni di roccia per assistere alle partite di calcio
che venivano giocate sul campo di Cismon. Siamo vivi per miracolo – aggiunge incredulo lui stesso ripensando ai quei giorni - se
scivolavamo, ci saremo fermati solo sul quel campo, più o meno,
un migliaio di metri più in basso!
Eppure all’epoca i sentieri che collegavano le zone alte a quelle in
riva al Brenta, per quanto ripidi erano molto battuti, e in prevalenza era il tabacco che favoriva e alimentava questo traffico!
Numerose erano le strade che mettevano in comunicazione il Canale
del Brenta con le zone alte, erano appunto le strade del tabacco,
dei contrabbandieri, che oggi si possono ripercorrere, scoprendo
itinerari bellissimi.
Ricordi di contrabbandiere
Le donne raccontano: le storie di Sirota e di Maria Bussolaro
Il contrabbando, come si diceva conosceva diverse vie, nelle zone alte, di Enego, i contrabbandieri non mancavano, e
soprattutto c’è da notare che a
lasciare un segno sono state
soprattutto le donne.
Dietro alle loro storie, fatte di
coraggio di racconti quasi eroici, c’era spesso la forza della
disperazione, fatta di fame,
miseria, figli piccoli da sfamare, quando andava bene mariti
lontani, emigrati per lavorare,
o al peggio lutti da dimenticare
per andare avanti.
Una signora che ha più di 100
anni mi raccontava che quando era piccina, 5, 6 anni i suoi
genitori la facevano scendere
in Valsugana, sempre naturalmente per i sentieri da brivido,
affinché andasse a trovare una
zia, in realtà il vero pretesto era
un altro, la bimba era il corriere del tabacco. La zia infatti,
come ricorda ancora l’anziana
signora, le legava sotto la veste una cintura alla quale era
appesa una certa quantità di
foglie di tabacco, e la bambina
con il suo non indifferente carico, che rappresentava il
fabbisogno di sigarette e di tabacco da sniffare di tutta la famiglia, e non solo, doveva risalire.
Tra coloro che esercitavano il
commercio abusivo di tabacco, tra gli anni 40, e 50, la più
famosa è sicuramente la Sirota,
una signora che abitava a
Valgoda e che faceva la spola
fra Cismon e appunto il suo
paese. Percorsi, come si diceva, che richiedevano una certa
abilità e resistenza, soprattutto
quando si risaliva, inoltre questi sentieri li dovevano percorrere di notte, oppure velocemente per eludere la sorveglianza continua dei finanzieri.
Insomma non era uno scherzo.
Maria Bussolaro
con i figli
La Sirota, era una donna di corporatura media e piuttosto piccola di statura, aveva dieci figli
ed era vedova, sfamare tutte
quelle bocche e riuscire a farlo
quotidianamente era l’impresa
sicuramente più ardua per lei.
Come si diceva, scendeva e saliva lungo i pendii che fronteggiano Valgoda, in discesa andava anche bene, non portava pesi,
la faccenda si complicava in
salita, in quanto si imbottiva letteralmente di foglie di tabacco,
si ricopriva il petto, il ventre, le
gambe.
Un giorno, durante un viaggio
di ritorno, le guardie riuscirono
a fermarla e la condussero ad
Enego nella casa dei finanzieri.
Lì le diedero da bere, la cena e
la fecero dormire, naturalmente prima di tutto le fecero depositare tutto il tabacco che teneva nascosto addosso. Alla mattina successiva, senza far parole, gli stessi finanzieri le misero in mano due borse di tabacco già tagliato e la lasciarono andare. Sapevano che quel
commercio significava semplicemente sopravvivere per la
Sirota e le sue dieci creature!
Un’altra donna coraggiosa è stata senza dubbio la Maria
Bussolaro, che si è dedicata, a
questo punto è d’obbligo definirla, l’arte del contrabbando del
tabacco, quando aveva poco più
di venti anni.
Decisamente più giovane della
Sirota, ha sfidato la legge a metà
degli anni ’40, e anche lei ha
vissuto tante esperienze che ora
riempiono i suoi vivaci raccon-
Maria Bussolaro
ti. Conoscendola non si fatica
a credere sia stata una contrabbandiera, con tutto il coraggio
che una tale attività richiedeva,
perché ancora oggi, malgrado
i suoi 87 anni, è tenace, sveglia, coraggiosa e molto, molto
dinamica e attiva.
Anche Maria, che con la sua
famiglia abitava ai Cippoli, ha
fatto di necessità virtù, perché
anche la sua famiglia era in forti
ristrettezze, e in periodo di guerra e negli anni subito dopo la
sua fine, la miseria era pesante.
Così Maria, che aveva uno spirito indipendente, una tenacia
ed un’intraprendenza che ai
giorni attuali le farebbero fare
scintille come manager, convinse una cugina ed un’amica a
seguirla nei suoi traffici, che
avrebbero permesso di aiutare
un po’ le famiglie.
Il percorso per Maria e le sue
amiche era quello che portava
a Costa, lì prendevano il tabacco già tagliato, circa 7, 8 Kg, e
ritornavano a casa. Quindi, lo
seccavano un altro po’, in genere per una notte ed un giorno grazie al calore del fuoco.
Dopo averlo ben seccato, lo dividevano facendo pacchettini da
250 o 500 gr, lo impacchettavano su carta raccolta un po’
ovunque, quindi prima che il
sole sorgesse, intorno alle 4 del
mattino, dopo aver riempito la
doppia fodera del cappotto, si
incamminavano
verso
Primolano, dove prendevano il
treno per Trento. “Lì – ricorda
Maria - lo smercio era buono
soprattutto appena finita la guer-
ra, perché la città era tutta un
cantiere, piena di operai che erano appunto i preziosi clienti.
Nel giro di uno o due giorni il
carico veniva venduto e le tre
ragazze potevano tornare a
casa”.
“Un giorno – continua la simpatica Maria – uno dei miei fratelli decise di provare anche lui
l’avventura del contrabbando,
per dare una mano alla magra
economia familiare. Contro il
parere dei miei genitori, che sostenevano che nessuno in famiglia aveva il mio coraggio, e
che mio fratello non ci avrebbe saputo fare , gli imbottimmo le gambe di tabacco e partimmo.
Una volta in città, decidemmo
di camminare non tutti vicini,
giusto per non attirare l’attenzione, ma mio fratello ad un
certo punto si fermò terrorizzato, in un attimo i pacchetti di
tabacco che teneva nascosti
lungo tutti i pantaloni, caddero
a terra”. Ride ancora Maria ricordando l’episodio e soprattutto la paura di suo fratello, che
giurò che avrebbe provato di
tutto, ma non avrebbe mai più
tentato la strada del contrabbando.
Un altro episodio, che da’ l’idea
del carattere forte di questa
coraggiosa “imprenditrice”,
Maria lo racconta sempre divertita. Un giorno toccò anche
lei l’esperienza dell’arresto. “Le
mie amiche tremavano tutte –
ricorda – io invece, l’unica con
il documento, venni interrogata. Parlai a ruota libera per non
so quanto tempo, ore, raccontai di essere orfana di avere 6
fratelli piccoli da mantenere, insomma parlai così tanto che
alla fine, sfinite, le guardie mi
lasciarono andare addirittura
con il mio carico di tabacco,
cosa che invece le mie amiche
dovettero lasciare in questura.
Mesi più tardi, arrivò a casa una
lettera dal tribunale di Bassano,
dovevo presentarmi!
Chiamai subito a raccolta le mie
compagne, dovevo assolutamente ricostruire ciò che avevo raccontato il giorno che ero
stata fermata, facendo tutto
quel teatro, non mi ricordavo
più nulla, ne avevo dette così
tante…..Anche quella volta mi
andò bene, il giudice mi credette, o fece finta di farlo, orfana e responsabile di tanti fratelli e mi lasciò andare rivolgendomi un augurio per il mio
futuro!”
Dopo la parentesi del contrabbando, Maria trovò ad Enego
un buon lavoro, che le piaceva e che per molti anni, a differenza di tutte le sue coetanee, le fece rimandare la scelta di un moroso, era carina e
quindi contesa, e poi di una
data per le nozze; troppo indipendente Maria, da sempre,
per seguire la comune strada.
Purtroppo il destino non fu
generoso, restò vedova dopo
solo 3 anni di matrimonio, con
due figli piccini, ma la sua tenacia la aiutò ancora una volta a rimboccarsi le maniche e
a ricominciare.
Stefania Simi
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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Foto tratte dal sito www.comunitamontanadelbrenta.vi.it
La coltivazione del tabacco, nei secoli scorsi e fino al secondo dopoguerra fu l’attività principale, nella valle del Brenta.
Una coltura che richiede una lunga lavorazione, e in questi
posti ha richiesto, come si è visto anche un notevole lavoro
per quanto riguarda la preparazione del terreno.
Il tabacco arrivò in queste zone nel lontano 1600, una pianta
che proveniva dall’America e che ben presto trovò grande
diffusione, fornendo tabacco da fumo, ma anche da fiuto,
attività quest’ultima, che fino a tempi recenti, non era disdegnata soprattutto dalle donne.
Sembra che il primo tentativo di semina lo fecero dei frati
nella zona di Campese, e quella tradizione e l’uso del tabacco da parte dei frati si perpetuò per secoli, proprio un sacerdote mi ricordava che anche in tempi recenti, alcuni i frati,
mentre confessavano, si fermavano un attimo per tabaccare!
La terra della valle del Brenta, opportunamente sistemata,
con muri a secco per formare gli ormai caratteristici
terrazzamenti, si dimostrò zona favorevolissima ad accogliere la coltivazione di questa pianta appartenente alla famiglia
delle solanacee. Legata al tabacco, quasi da subito, a causa
degli atteggiamenti vessatori dei vari stati, che si riservarono
sempre il monopolio del commercio di questa pianta, si sviluppò l’attività del contrabbando, cosa che permetteva alle
famiglie non di raggiungere la ricchezza, ma semplicemente
un’ entrata per sopravvivere. I paesi lungo il Brenta offrivano il clima e l’esposizione più adatti per la crescita e la lavorazione delle preziose foglie. Inoltre gli anfratti naturali, le
grotte, favorivano l’attività illegale, ottimi nascondigli, per tabacco e contrabbandieri. Un ulteriore fattore che, da sempre
favoriva commerci di ogni tipo e natura, era dato dal fatto
che queste terre, vicine al Brenta, come le corrispondenti
nelle zone alte, dei Sette Comuni, si trovavano in territorio di
confine.
Fin dal tempo in cui queste zone erano controllate dalla Serenissima, la Repubblica di Venezia, sul tabacco esisteva un
dazio sull’importazione e veniva posta massima attenzione
su tutto ciò che riguardava la semina, quindi l’impianto e naturalmente la vendita privata. Sempre Venezia cercò ad un
certo punto, fin dall’inizio del 1700, di proibire la coltivazione
del tabacco.Ma i decreti ebbero sempre breve durata, perché la coltivazione riprendeva sempre, come riprendeva sem-
Storia del Tabacco
pre il contrabbando, malgrado fossero previste pesanti punizioni. D’altra parte era l’unico modo per poter aggirare le
assurde regole sul monopolio del tabacco. Anche l’Austria
dopo Venezia, nel 1800, riconobbe dei privilegi a queste terre, ma la coltivazione del tabacco restava comunque sotto
attenta sorveglianza dei dominatori, come avvenne in seguito, durante la dominazione francese.
Ritornato al potere l’impero austriaco, questo allargò, ufficialmente, la possibilità di coltivare tabacco, anche ai paesi
situati nella sponda sinistra del Brenta, come S. Nazario e
Cismon, che lessero tale decisione come una vera e propria
grazia! Ma purtroppo non andò sempre così bene, l’
altalenanza delle situazioni continuò.
Ad un certo punto Vienna, in considerazione dell’aumentata
produzione di tabacco, decise di dimezzare i prezzi, provocando scompiglio lungo il Brenta e naturalmente dando un
massiccio incremento all’attività di contrabbando. Questa
situazione venne modificata dopo circa un lustro, ma nel 1848
in seguito i moti rivoluzionari, l’Austria impose nuovamente il
suo potere, e punì i tanti patrioti di queste zone, sospendendo
ogni privilegio.
A Regno d’Italia costituito, le cose non andarono molto meglio, regole ingiuste e norme fiscali pesanti da parte della
Regia dei Tabacchi ovvero il Monopolio di Stato, continuarono a vessare i coltivatori delle preziose foglie, e ancora una
volta, naturalmente, si incrementò il contrabbando.Tasse e
regole che soffocavano, continuarono ad incombere anche
nel corso degli anni 20 del 900, e si dovette arrivare al 1970
perché la vendita del tabacco fosse liberalizzata, ovvero ogni
coltivatore poteva scegliere di vendere la propria produzione
al Monopolio o ad altri Enti.Da allora in poi la coltivazione di
tabacco ha comunque perso la sua importanza, per un decennio ancora è stata un entrata secondaria per molte famiglie, e piano piano è sfumata in un puro hobby, d’altra parte
l’economia è decisamente cambiata come del resto le opportunità di lavoro.
I lavori per la semina, iniziavano in primavera, ad ogni titola-
re di concessione veniva affidata una quantità precisa di semi,
dalla capienza dei diversi misurini, si potevano ottenere dalle
nove alle ventimila piantine. Venivano messi a dimora i semi
e venivano protetti con rami o coperte per favorire la crescita delle piantine. Certo prima di accogliere i semi, il terreno
veniva lavorato e livellato con cura, poi si doveva provvedere alla concimazione e cosa più importante all’irrigazione, e
l’acqua con fatiche non indifferenti veniva portata su naturalmente dal Brenta. Una volta germogliate le piantine, a giugno, queste venivano trapiantate , e ogni terrazzamento otteneva un numero di licenza. Un numero preciso di piantine
veniva assegnato per ogni appezzamento, ne veniva lasciava
qualcuna in più per dare la possibilità di sostituire quelle che
morivano. Quindi se avanzavano piantine, “le rimesse”, venivano chiamate, dovevano essere distrutte, altrimenti il
tabacchicoltore avrebbe dovuto pagare una sanzione. Barare non era semplice, anche se i sistemi naturalmente venivano escogitati, ma passava, inesorabile, un capozona della
Regia a fare la conta. Un altro lavoro controllato a vista dagli
addetti al Monopolio, era l’asportazione e la distruzione delle
foglie che crescevano più basse e quindi di minor valore.
Grazie a questa pratica le foglie che restavano sulla pianta
crescevano più rigogliose, e anche queste venivano attentamente contate dagli emissari dello Stato, sempre naturalmente
per evitare che il coltivatore potesse trattenere per se merce
da contrabbandare.
Alla fine, il numero di foglie che venivano consegnate, doveva coincidere con quello segnato dal funzionario, se i conti
non tornavano il contadino doveva risarcire lo Stato. Il tabacco veniva raccolto a fine settembre, veniva fatto prima
macerare in pile, poi riunite 2 o 3 foglie venivano stese sopra
dei bastoni(smussi), per farle essiccare. Queste operazioni
avvenivano per lo più nelle soffitte, e nelle stanze molto areate,
ed era necessario più o meno un mese per raggiungere la
giusta essicazione. A questo punto il tabacco ritornava nelle
mani del Monopolio di Stato, e …..in quelle dei contrabbandieri!
Grazie a Elio a Mario Masoi a Maria Bussolaro e a don
Andrea Stevanin che hanno messo a mia disposizione i loro
ricordi d’infanzia e gioventù.
Stefania Simi
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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STORIA
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Santa Zita torna ad unire
La carta dei diritti personali – parte prima
È fissata per domenica 17 agosto l’apertura al pubblico della storica chiesetta di
Santa Zita in Vezzena, un’icona del passato torna a splendere, testimonianza di
intesa tra i popoli, tra passato e presente, tra guerra e pace
“Abbandonata dall’incuria,
sconsacrata e ridotta a solo
qualche rudere, la chiesa di
santa Zita a Vezzena, è stata
ricostruita a novant’anni dalla sua inaugurazione avvenuta il 15 agosto 1917 alla presenza dell’imperatore Carlo
d’Asburgo. E ciò perché, le
bellezze
naturali
dell’Altopiano delle Vezzene
non coprano, per sempre, il
dolore di oltre 100 mila morti
di assurdi combattimenti fra
l’esercito austro-ungarico e
quello italiano”. Questi richiami sono tratti dal libro scritto
dal giornalista Marco Zeni e
impreziosito da numerose foto
(molte delle quali inedite) sulla
prima guerra mondiale scattate
lungo la piana del Basson e dintorni. A rendere possibile la ricostruzione sono stati i generosi alpini, della sezione di Trento,
i Kaiserschützen e le penne nere
delle sezioni vicentine, nel campo allestito dal nucleo volontari
degli alpini della Protezione civile. Lavori che hanno rispettato
in tutto e per tutto il primitivo
progetto dell’architetto boemo
Albert Erlebach, ora rielaborato
dall’ingegnere trentino Pierluigi
Coradello. La volontà di ricostruzione è partita nella sede della
sezione Ana di Trento, il 7 novembre 1996 e autorizzata dalla
Parrocchia (titolare della
chiesetta) e dall’Amministrazione Comunale di Luserna con il
contributo anche del Comune di
Levico Terme, coinvolto
catastalmente e donatore del terreno. La chiesa di santa Zita era
stata eretta sui resti di una precedente cappella alpina del 1660
dedicata a san Giovanni non
molto distante da un capitello
votivo, collocato in prossimità di
un quadrivio a Monterovere. “Con
tutta probabilità - scrive Marco Zeni
– la santa (protettrice delle domestiche e dei fornai) era molto radicata fra gli abitanti e gli abituali frequentatori degli Altipiani di
Lavarone e Folgaria, giusto quindi
che oggi torni ad unire il territorio
delle Vezzene, sia sul versante
trentino che quello veneto”. I sanguinosi scontri del Basson avvenuti il 24 e 25 agosto del 1915 avevano indotto le autorità militari ad
erigere nelle adiacenze un cimitero
con oltre 200 caduti italiani e circa
500 austriaci. Grazie anche a questi
trascorsi, nella prossima estate, gli
alpini trentini i cui padri e nonni
compirono il loro dovere sul fronte avverso, ricorderanno a passo Vezzena, vincitori e vinti
affratellati da un anelito di pace e
di concordia. La cappella sarà
inoltre munita di una nuova campana donata dalla famiglia austriaca Spielmann la cui fusione
ha animato una emozionante cerimonia tenutasi in aprile a Innsbruck.
Alla manifestazione era presente
una delegazione trentina degli alpini, Sieghard Camper funzionario
della regione Trentino Alto Adige,
il sindaco di Luserna, Luigi
Nicolussi Castellan, tra i promotori
dell’opera, l’assessore Roberto
Vettorazzi in rappresentanza del sindaco di Levico Terme, l’assessore
Maria Pace per il Comune di
Lavarone, unitamente all’Abate
vescovo di Innsbruck che ha benedetto la campana appena fusa
presso l’antica fonderia Grassmayr.
La consegna ufficiale della chiesetta
è fissata per domenica 17 agosto,
per l’occasione il Comune di
Luserna allestirà una mostra fotografica della pieve, con immagini
storiche e relative alla sua ricostruzione.
Fu costruita dagli austriaci
nella Prima Guerra
“Arrivati a Santa Zita, arrivati a
casa”. Questo il vecchio detto
degli altopianesi che ritornavano dal Trentino con il carrettino
a mano o con gerla in spalla negli
anni Venti e Trenta dopo aver lavorato o fatto piccolo commercio con i vicini della Provincia di
Trento. Un detto che significava
che dal passo Vezzena la strada
era in discesa, la salita finita, in
poco tempo si ritornava tra i propri paesi.
La chiesetta di Santa Zita, che si
trova al passo Vezzena, era stata
costruita
dall’esercito
austroungarico in un momento
di calma del fronte nel 1917, appena conclusa la Strafexpedition,
per dare una risposta alle necessità spirituali dei soldati. Dal diario del progettista di allora tenente Erlebach, recuperato attraverso una ricerca e consegnato dai
parenti, risulta che i lavori della
chiesetta iniziarono il 15 maggio
1917 e l’inaugurazione avvenne
il 15 agosto del 1917, festa dell’Assunzione, sotto il patrocinio
dell’imperatrice Zita, consorte di
Carlo Francesco Giuseppe di
Asburgo Lorena successore di
Francesco Giuseppe, morto il 21
novembre 1916.
La chiesetta sorgeva sui resti di
una cappella alpina del 1660 dedicata a San Giovanni e non lontano da un capitello dedicato alla
Santa stessa. L’imperatore Carlo
D’Asburgo in persona ha inaugurato il tempio che poi divenne
anche il primo riposo di centinaia di vittime della Grande Guerra
nel cimitero che gli si sviluppò
attorno. Finita la guerra, l’edificio era stato abbandonato diventando però un punto di riferimento per gli altopianesi che tornavano da lavori stagionali che
spesso si fermavano la notte su
giacigli improvvisati all’interno
della navata della piccola chiesa.
Sul finire degli anni ’40 Santa Zita
fu completamente demolita e della costruzione non rimanevano
che i pochi gradini che salivano
sul sagrato e qualche accenno di
mura perimetrali nei prati di
Vezzena. L’idea di ricostruire la
chiesetta risale al 1996 da un incontro tra Franco Cantarutti, già
capogruppo di Borgo Valsugana,
ed il maggiore Georg Eineder dei
Kaiserschutzen, entrambi desiderosi di erigere un segno di pace
in una delle zone dove furono
combattute tra le più sanguinose battaglie della Prima Guerra
Mondiale.
Gerardo Rigoni
Principi preziosi a cui non
possiamo rinunciare
In questo articolo vorrei scostarmi
un po’ dal mio stile usuale per proporvi una serie di spunti di riflessione che a mio parere sono straordinariamente utili per “imparare” a
vivere meglio. Si tratta di una sorta
di carta dei diritti della persona che
prescinde dai numerosi “dictat” interni che sovente, a causa di
un’educazione rigida o di esperienze dolorose, siamo soliti ascoltare
incondizionatamente. I doveri e le
credenze che abbiamo introiettato
grazie a modelli culturali nevrotici
ci impediscono di realizzare la nostra unicità e di seguire la nostra
indole unica ed irripetibile. Siamo
immersi in una serie di leggi morali
che solo in apparenza servono a
farci vivere meglio; in realtà mortificano la nostra intima essenza e tentano inutilmente di proteggerci da
mali peggiori. Vi invito quindi a leggere con relativa calma l’elenco che
segue e di soffermarsi su ogni principio. Scoprirete quanto è difficile
essere liberi da condizionamenti e
nello steso tempo potrete scorgere
nuove prospettive esistenziali finora
non considerate. Cercherò brevemente di commentare le frasi che
ritengo particolarmente utili per un
cammino di crescita personale. La
carta può essere utilizzata nei momenti in cui ci si sente sopraffatti
da problemi o da conflitti interiori,
con probabili benefici dal punto di
vista della motivazione a cambiare
rotta.
1. Ho il diritto di chiedere ciò che
voglio. Avolte ci dimentichiamo che
avere bisogni è quanto di più naturale portiamo in grembo. 2. Ho il
diritto di dire di no. Esentati i doveri legati a responsabilità che ci
siamo scelti, probabilmente gli altri
“devo” sono forzature esasperanti
che andrebbero più possibile sostituiti da “voglio”. 3. Ho il diritto
di esprimere le mie emozioni, siano esse positive o negative. Molte
volte crediamo che esprimere correttamente il nostro disagio agli altri sia comunque offensivo o lesivo della nostra immagine. Purtroppo (o per fortuna) noi possiamo essere solo quello che siamo. Tanto
vale non nascondersi, anche perché gli altri hanno difficoltà simili o
paragonabili alle nostre. 4. Ho il
diritto di cambiare idea. Chi ha
detto che bisogna essere coerenti
a tutti i costi? Meglio sapere fare
dietrofront quando è motivato, a
testa alta, spiegando le nostre ragioni. 5. Ho il diritto di sbagliare e
non devo essere perfetto. Vedi punto 3. 6. Ho il diritto di perseguire i
miei valori e ciò in cui credo. Quante volte rinunciamo a qualcosa perché non ci sentiamo in diritto di farlo? Crediamo, sbagliando, di togliere spazio ad altri, di essere egoisti,
di non perseguire il principio di altruismo e umiltà. Non credo sia la
posizione corretta. Meglio nutrirci
di ciò di cui abbiamo bisogno,
assecondando la nostra indole,
senza violare i diritti altrui; solo allora potremo davvero essere pronti a donarci agli altri, soddisfatti di
noi stessi. 7. Ho il diritto di stabilire le mie priorità. Le persone
passive spesso rinunciano ai propri desideri mettendo in prima fila le
esigenze altrui. Eppure, ogni persona dovrebbe poter sentirsi libera
di perseguire i suoi obiettivi personali e stabilire un piano strategico
per raggiungerli. Creare delle priorità significa avere un ordine interno che rende più efficiente il nostro
vivere quotidiano e garantisce il rispetto del nostro benessere. 8. Ho
il diritto di non sentirmi responsabile per le azioni, sentimenti o
comportamenti degli altri. Vi siete mai sentiti a disagio anche quando la colpa era del vostro
interlocutore? Questo succede a
tutti, spesso senza rendercene conto. È nostro diritto invece distinguere le responsabilità altrui dalle
nostre e non farci influenzare dagli
altri quando ingiustamente ci caricano di emozioni negative quali rabbia e ansia, o quando attribuiscono a noi il fatto che non sono felici.
9. Ho il diritto di aspettarmi onestà dagli altri. Chi parte da questo
presupposto, affronta le persone
con ottimismo prudente e fiducia.
Questo è il primo passo verso rapporti soddisfacenti. Altrimenti, è facile ritenere l’altro un nemico e una
minaccia al nostro benessere; con
questo atteggiamento, rischiamo di
realizzare proprio ciò che temiamo.
10. Ho il diritto di arrabbiarmi
con le persone che amo. Vi sembra
impossibile? Allora ragionate in
modo dicotomico (bianco o nero).
In ogni persona c’è del buono e del
cattivo. Se ci difendiamo dai com-
portamenti che ci fanno arrabbiare
comunicando cosa non va aiutiamo l’altro a essere migliori. 11. Ho
il diritto di dire “non lo so”. Siamo umani, non macchine. Non possiamo avere sempre la risposta pronta. Abbiamo necessità di pensare.
Prendiamo tempo e distanza da chi
ci incalza, perché non sta rispettando i nostri ritmi. 12. Ho il diritto di
non giustificarmi e scusarmi sempre per il mio comportamento.
Quante volte diciamo scusa inutilmente? Davvero ci comportiamo
così male da doverci giustificare?
Molto spesso le scuse non sono
sentite o sono una forma di dipendenza dall’altro in modo da non
perderlo. Dipendere dagli altri toglie diritti a noi stessi. Affrontiamo
i nostri errori con onestà senza renderci schiavi di rapporti mortificanti. 13. Ho il diritto di prendere decisioni in base ai miei sentimenti.
Usate sempre prima la ragione?
Tendete ad essere poco istintivi e
controllati? Allora state rinunciando alla libertà. Il sentimento ci fa
sentire vivi e ci permette di
scommettere su noi stessi e su
gli altri con maggiore fiducia rispetto alla ragione. 14. Ho il
diritto di essere felice. Questa
frase, così lapidaria e potente,
chiude questa prima parte. Provate solo a pensare quante volte non ci crediamo o non auto
affermiamo il nostro diritto di
stare bene. Da oggi possiamo
cambiare, magari proprio partendo da questo elenco di principi che avrà un seguito nel prossimo numero de L’Altopiano.
Stefano Rigoni,
Psicologo Psicoterapeuta
Cognitivo
Comportamentale –
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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Gemellaggi, alla scoperta della Germania e dei tedeschi
Aprile è stato anche per le scuole dell’Altopiano un mese dedicato ai
gemellaggi. Anch’io con la mia scuola, ho partecipato ad uno scambio
culturale... C’è da sapere che il Corradini è da sempre gemellato con 3
cittadine del Baden-Württemberg: Villingen-Schweningen, Balingen e
Rottweil. Balingen, però, partecipa solo ad anni alterni allo scambio...e
questo era l’anno no. Di conseguenza, per la settimana del gemellaggio,
era stato organizzato che la ultrastramitica 4^B sarebbe stata ospite degli
studenti di Villingen insieme alla 2^C, mentre la 2^B avrebbe risieduto a
Rottweil, a circa 25 chilometri. E qui ci serve un minutino per riepilogare le
impressioni (i pregiudizi?) pre-scambio...
Cercando in Internet, tutto il popolo femminile della 4^B si era autobenedetto
per essere stato assegnato a corrispondenti di Villingen, vista la massiva
presenza di negozi di abbigliamento a basso costo...Pimkie, H&M e così
via...insomma, il paradiso. Da aggiungere, poi, la pista ghiacciata
vicinissima...Ma un giorno funesto è arrivata la conferma che per me e altre
due ragazze della mia classe il paradiso aveva chiuso le sue porte: a Villingen
non c’era più posto! E dovendo scegliere tra chi estraniare dai propri
compagni e confinare a Rottweil, la professoressa ha optato per le più
grandicelle, per lasciare unite “quelle di seconda, poverette, è il primo
scambio per loro, lasciatele tutte insieme...”
Anche lì sono seguite le ricerche in Internet, ma né Google né YahooAnwers
hanno saputo darci l’illusione della presenza dei negozi sopracitati...una
sola parola vagava nelle nostre menti nei giorni precedenti la partenza:
HELP! A questo si aggiungeva il fatto che la famiglia presso cui ero ospite
era interamente vegetariana...e mia madre non riesce a farmi mangiare nè
frutta nè verdura dall’età di 3 anni. L’ironia della sorte...
Il giorno della partenza, sabato 5 aprile, era già cominciato bene: un litigio
“diplomatico” di prima mattina con quelle di seconda per avere i posti in
fondo (ma non è sempre stato che i più vecchi AUTOMATICAMENTE
hanno la supremazia sui posti in autobus? Ah, le nuove generazioni...), la
vendetta da parte di queste ultime che hanno cantato dalle 6.40 alle 16.59
tutta la discografia di Tiziano Ferro, di High School Musical e, dulcis in
fundo, dei Pooh...
Dopo aver passato una giornata a fare autoscatti in autobus, negli autogrill,
addosso ai pali della luce e in genere in qualsiasi luogo dove fosse ammessa una fotocamera, verso le 18 siamo arrivati a Rottweil, con un leggero
ritardo dovuto all’immancabile “mal di corriera” della sfortunata di turno.
C’est la vie!
Salutando a malincuore i compagni di viaggio destinati a proseguire il
viaggio per Villingen, noi “rottweiliane” siamo scese verso i corrispondenti. La mia mi aveva avvisato via e-mail che non ci sarebbe stata e che mi
avrebbe accompagnata a casa sua il professor Achtert, amico di famiglia e
responsabile dello scambio; così, dopo un po’, sono arrivata scortata alla
mia residenza tedesca, una villetta trifamiliare in un quartiere molto tranquillo, ma sempre vicino al centro.
La sera dell’arrivo, la mia corrispondente non l’ho vista perchè era a un
concerto dal pomeriggio, quindi sono uscita con la sua vicina di casa,
Constanz, che mi ha fatto conoscere l’ART...si tratta di un centro giovanile
gestito autonomamente, nato come stanza di ritrovo che due compagnie
di amici, unendosi, hanno ottenuto nel 2005 per le loro serate... ora l’Art ha
non solo il proprio sito internet, ma anche i baristi, i dj, le band e tutto lo
staff che organizza gli eventi. Il bello di tutto questo è proprio il fatto che è
gestito completamente dagli stessi ragazzi che poi, la mattina, ti ritrovi tra
i banchi di scuola: la società dei giovani tedeschi è un mondo a parte, con
le proprie regole, in cui gli adulti non sono previsti. Ciò non significa che si
sentano liberi di comportarsi da fuorilegge, anzi, probabilmente questa
autonomia dà loro la possibilità di crescere più in fretta.
E infatti hanno molto più spirito di iniziativa e sono sempre attivi socialmente: partecipano con slancio a gruppi di difesa dell’ambiente e degli
animali (sempre gestiti in modo autonomo), concerti di beneficenza, hanno stand alimentari alle fiere...insomma, degli adulti non sanno che farsene. Inoltre, contrariamente alle mie funeste aspettative, la musica che ascoltano non è solo dei Tokio Hotel!Già all’Art avevo avuto la mia bella dose
di The Kooks e Killers, ma il meglio è arrivato la mattina dopo, quando ho
conosciuto di persona la mia corrispondente...in pratica la mia versione
bionda! Mi sono illuminata solo a guardare tra i suoi scaffali: c’erano
Arctic Monkeys, Babyshambles e altri indie-rockers tedeschi mai sentiti,
ma che il mio lettore mp3 ha accolto con molto piacere...
La domenica era dedicata all’ “ambientamento” con la famiglia tedesca,
con cui dovevamo passare tutto il giorno...probabilmente il più traumatico, perchè si doveva ancora impostare la mente sulla modalità “parlotedesco-e-non-dialetto-veneto”, quindi la formulazione di ogni frase ri-
chiedeva circa mezza giornata anche per i più bravi.
Annette, la mia corrispondente, aveva programmato il circo per il pomeriggio; nessuna delle due ne andava pazza, ma almeno ci siamo ritrovate con
altre tedesche che a loro volta ospitavano quelle di seconda. Quando si è
all’estero, si cerca per forza un appiglio a qualcosa che ci faccia sentire più
a casa: anche se non conoscevo nessuna delle italiane sedute vicino a me,
ho subito fatto amicizia con loro e in tutta la settimana ho legato sempre di
più, scoprendo addirittura che per certi versi mi trovavo bene con loro
tanto quanto con quelle della mia classe...
Il lunedì mattina è stato il turno della scuola, e lì abbiamo avuto modo di
stupirci: in Germania non esiste la scuola media e, di conseguenza, dopo 4
anni di elementari i bambini decidono già a quale tipologia di istituto
superiore indirizzarsi, tra Gymnasium, Realschule e Hauptschule. (detta
breve, rispettivamente per studenti con voti alti, con voti medi, e infine per
chi non ha grande interesse a studiare). Quindi per noi è stato strano
vedere i bambini di 10 anni girare per gli stessi corridoi dei maturandi 18enni
(compresi i gettonatissimi baristi dell’ART!), abituate come siamo al nostro
sistema scolastico.
Da subito, assistendo alle lezioni, abbiamo notato che:
1) Partecipano MOOOLTO di più (eppure studiano di meno a casa!): probabilmente è anche dovuto al fatto che con i professori hanno un rapporto
meno formale, ma pur sempre rispettoso. Essenzialmente, non sono intimoriti da qualcuno che ha una scala di valutazione che va dallo 0 all’ 8 ed
è pronto ad infierire al minimo errore o a un intervento sbagliato.
2) Si trasferiscono quasi ad ogni ora in aule diverse a seconda della materia.
Aule ATTREZZATE, si intende. E alla fine di ogni lezione c’è una pausa di
5 minuti per spostarsi.
3) In classe fanno quello che vogliono! Mangiano, scrivono
qualcos’altro...Se qualcuno non segue, il professore non richiama più di
tanto. Che si arrangino, in pratica. Questa è forse l’unica cosa negativa...però,
intanto, parlano l’inglese e conoscono la storia, la matematica e altre materie molto meglio di noi...
Lo stesso giorno è seguito il giretto guidato per Rottweil, con il professor
Achtert (le iscrizioni al fans club sono aperte!) e in compagnia del “freddo
ladro” che ci ha seguite per tutta la settimana...beh, non so quanto vi
interessi sapere delle chiese e dei monumenti, ma sappiate che ci sono dei
bar italiani che meritano! :-) E la Hauptstrasse è bellissima, perchè tutte le
case sono dipinte di colori diversi e hanno ancora le insegne in caratteri
corsivi e dorati... Quasi dimenticavo la battutona di Achtert mostrandoci il
suo posto preferito: “Beh, ecco, e se volete suicidarvi, potete farlo da
questo ponte o da un altro che dopo vi mostro...”
Il pomeriggio Annette doveva fare la babysitter, così, pensando che mi
sentissi sola, mi ha proposto di uscire con il suo ragazzo Claudius, a bere
un cappuccino. Situazione imbarazzante perchè l’avevo visto solo una
volta, e dopo mezz’ora che gli raccontavo i primi 17 anni della mia vita non
si sapeva più di cosa parlare...ma poi a noi si è unito l’amico quasi rasta
Benny e ci siamo messi a fare autoscatti senza senso! E fuori dal bar,
Claudius, che gira sempre con una biciclettina minuscola da BMX
acrobatico, mi chiede “Andate anche voi con queste bici in Italia?”, intendendo se anche qui esiste il BMX, e io “No, in genere giriamo con biciclette
più grandi”...credo che da quel momento mi abbia odiata!
Il giorno dopo era in programma la gita al lago di Costanza con tutti gli altri
che risiedevano a Villingen...finalmente un po’ di italiano! Ci siamo scambiati le prime impressioni e abbiamo concordato nel dire che il distacco tra
ospitato e ospitante è molto meno sentito in Germania che altrove. Ad
esempio, ad alcuni è capitato di partecipare a un battesimo o ad altre
cerimonie di parenti quasi come un membro temporaneo della famiglia
tedesca...
La cosa più bella da fare a Costanza è sicuramente andare in battello, anche
con il freddo; sarei stata ore a fissare il lago e il panorama che si vedeva
oltre l’acqua...Lo stesso che ha ispirato molte poesie della poetessa Annette von Droste-Hülschoff, da cui prende il nome il Gymnasium delle
nostre corrispondenti. A fare da guardia al castello della poetessa c’era
Markus, un uomo vestito da templare armato di spada...più che il castello
e il lago, è stato lui il protagonista delle foto! Sembrava Prezzemolo di
Gardaland...tutti che si mettevano in posa accanto a lui con la spada
sfoderata...e alla fine, al ritrovo per il ritorno, due ragazze sono arrivate in
ritardo perchè erano tornate indietro a regalargli i biscotti!
Mercoledì è stato il turno di Tübingen, famosa per la facoltà di Teologia di
cui Ratzinger è stato professore. E’ una città veramente incantevole, con il
centro sopravvissuto alla seconda guerra mondiale e quindi ancora in
vecchio stile, senza dimenticare gli edifici variopinti sulla riva del Neckar
che hanno anch’essi le inserzioni di legno. Nell’ora che ci era stata data a
disposizione come “tempo libero”, io e la mia amica Mary abbiamo optato
per lo shopping a formazione compatta, perchè si sa che girare per negozi
in due è molto meno dispersivo che in 10...peccato che poi ci siamo perse!
Davanti a uno dei milioni di negozi, Mary ha visto un ragazzo con un cane
e l’ha salutato, lui ha ricambiato per poi domandare:
“Verlaufen?”(=”perse?”)...e lei: “Ehmbè, si, un po’” in italiano,
naturalmente!Ma il meglio è arrivato giovedì, con la gita a Stoccarda,
prevista per tutto il giorno...abbiamo visitato il Mercedes-Benz Museum,
bellissimo anche per chi di auto non se ne intende, per poi dedicarci allo
shopping nella Königstrasse...ma due ore e mezza per tutti quei negozi
erano praticamente un delitto!Sempre a formazione compatta, io e Mary ci
siamo perse DI NUOVO mentre ci dirigevamo al luogo di ritrovo, la
Stadtgalerie, galleria d’arte moderna...ma questa volta eravamo accompagnate da altre nostre compagne, e ci siamo quasi più divertite a cercare la
strada che per il resto...scenetta divertente della giornata: quasi arrivati alla
Stadtgalerie, Max si accorge di aver perso l’ombrello e ripercorre tutta la
chilometrica Königstrasse per poi scoprire solo in fondo che...era nella
borsa dello shopping!Dopo la visita alla galleria, ultima tappa della giornata, siamo tornati rispettivamente a Rottweil e Villingen...però Annette aveva un appuntamento dal dentista e quindi mi aveva lasciato le chiavi di
casa, chiedendomi “sai tornare da me, vero?” e io “ma certo, figurati!”...e ci
sono tornata così in fretta che mi sono trovata sul cellulare mille chiamate
senza risposta da lei, preoccupata che fossi stata rapita dagli UFO...in
realtà avevo solo preso la strada più lunga e più labirintica :-) Una cosa che
ho notato facendo il percorso da sola, è che le regole della strada sono
decisamente più rispettate in Germania: tanto per fare un esempio, con il
rosso non passa nessuno (e neanche con il giallo, se è per quello), e i
pedoni non sono sottomessi all’arbitraria volontà degli automobilisti come
qui. Mi spiego meglio: tutte le volte che mi fermavo ad aspettare il mio
turno di passare in corrispondenza delle strisce pedonali, le auto inchiodavano, anche se magari erano a venti metri. E pensare che qui passo anche
per maleducata se non ringrazio con un cenno della mano il “magnanimo”
automobilista che con aria seccata mi concede il legittimo diritto di attraversare la strada sulle strisce...
Il venerdì, giorno precedente al ritorno in Italia, già c’era aria di rimpianto.
Per la mattina era prevista la scuola con le corrispondenti, mentre per il
pomeriggio eravamo invitati al municipio per il saluto del sindaco, con
tanto di bretzel e succo d’arancia attorno al tavolo consiliare...Ci hanno
anche regalato l’orsetto ricordo di Rottweil, che io ho battezzato Konrad in
onore del fratello di Annette e che tuttora campeggia orgoglioso sulla mia
borsa. Ancora una volta, per tornare a casa ero da sola, perchè la mia
iperattiva corrispondente aveva equitazione...ma sapete una cosa? Non
c’è niente di meglio di girare da soli in una città straniera, andare a negozi
parlando un’altra lingua e sentirsi parte di una realtà che fino a pochi giorni
prima era temuta. Veramente, gente, varrebbe la pena di andare in gemellaggio
anche solo per questo!
Infine, il venerdì sera, siamo tornate all’Art...abbiamo cantato come matte,
fatto foto, conosciuto nuova gente (tra cui ricordiamo Florian, già conosciuto in Internet e ritrovato proprio all’ART...adesso in suo onore ho
chiamato così il mio panda di peluche)...e qualcuna si è anche dovuta
accollare la responsabilità di trascinare a casa la corrispondente ubriaca!
(Bea, sarai per sempre il nostro idolo!).
Sabato mattina si respirava la stessa atmosfera del viaggio di andata,
segnata dalla totale assenza del desiderio di partire e di lasciare le nostre
amiche. Come ogni volta, infatti, solo verso la fine ci eravamo legate alle
nostre corrispondenti...Appena è arrivato l’autobus davanti alla scuola,
ecco che sono cominciate le crisi di pianto per tutte...Credo che Annette
abbia dovuto mettere a stendere la sua giacca dopo l’ottava volta che la
abbracciavo in lacrime!
Quindi, se siete preoccupati di partire, di lasciare per una settimana le
vostre abitudini e la vostra lingua madre...beh, lasciate da parte le paranoie,
perchè alla fine non vorrete più tornare!
Iceskater
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
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HOCKEY INLINE
Foto di Carlo Dal Sasso
Gios assieme a Marobin
Edoardo Chiesa in azione
Serie B: Asiago Vipers “B” promossi in Serie A2!
Ancora un successo per la società altopianese: a Trieste la matricola ottiene il “pass” per la A2! Stesi Riccione (4-2) e Massa (7-2).
Promossi! Ancora una volta!
Nell’ultimo numero era stato celebrato il salto di categoria, dalla
A2 alla A1, degli Asiago Black
Vipers ed ora ci risiamo.
Stavolta tocca alla formazione più
“giovane”, almeno in fatto di militanza nei campionati, gli Asiago
Vipers “B”. Una squadra all’esordio assoluto nelle competizioni
nazionali, ma concepita e poi ritoccata per andare lontano, fino
ad arrampicarsi in cima alla vetta
A2. Organico ampio ed eterogeneo, giusto mix di esperienza, freschezza e con quel tocco di rosa
dato da alcune ragazze in forza
alle Pink Vipers.
Esame superato a pieni voti e
così, anche il prossimo anno,
Asiago sarà rappresentato in
ogni serie dell’inline nazionale.
Mica male, eh?
Una stagione da debuttanti, all’inizio un po’ allo sbaraglio, ma
poi vissuta da protagonisti, anche dopo quell’esordio shock di
Bassano (ko 16-2) che ha, forse,
segnato una svolta nelle strategie. Da allora un costante miglioramento fino a chiudere la regular
season al secondo posto alle
spalle del Verona: 13 vittorie (inclusi i due derbyssimi), solo 3
sconfitte ed il miglior attacco del
girone (110 reti!). Qualificati per
la “Final Eight”.
A Trieste, lo scorso weekend, l’ultimo capitolo di questa piccola,
grande impresa sportiva.
Formazione quasi tipo, vista l’assenza di alcuni “pezzi da novanta” che hanno contribuito non
poco al raggiungimento del traguardo. Ci si è giocato tutto, o
quasi, nei 40’ di un quarto di finale senza futuro, andato in scena
nel
vecchio
impianto
“Foschiatti” della città giuliana
dove la superficie di gioco è
eufemisticamente proibitiva.
Capitan Francesco Rigoni e compagni hanno faticato molto, finendo per due volte a rincorrere
i Corsari Riccione, primi classificati nel girone “B”. Asiago ha
avuto il merito di non perdere la
lucidità e di raddrizzare l’incontro con un micidiale uno-due assestato da Riccardo Marobin e
Francesco Gios; quest’ultimo nel
finale ha poi blindato la qualificazione alla sfida-promozione siglando il 4-2. << La prima partita è stata senza dubbio il momento più difficile – racconta il
tecnico Luca Forte – perché non
riuscivamo ad ambientarci su
quel campo. Abbiamo commesso alcune ingenuità, come nell’occasione del 2-1, ma poi siamo riusciti a reagire, portando
L’esultanza del capitano
Francesco Rigoni
a casa la vittoria più importante >>.
Già, perché superando il turno i
Vipers “B” si erano guadagnati
una doppia occasione di conquistare la promozione. E’ bastata la
prima. Altra pista, la “Pikelc”, altra superficie, altra squadra. Tutto è girato per il meglio e per il
Massa non c’è stato proprio nulla da fare (7-2). Giulio Gatti, Francesco Rigoni e Francesco Gios
hanno scavato un profondo solco già nel primo tempo; nel secondo, invece, Asiago ha controllato, rimpinguando il bottino
(ancora due volte capitan Rigoni,
Filippo Rigoni e Gatti).
Le considerazioni finali spettano
ancora al coach, quasi per caso,
Luca Forte. La sua “carriera” in
panchina, infatti, è iniziata proprio quando si è infortunato in
pista contro il Sacile.
<< E’ stata una bella esperienza,
ma la ritengo conclusa, perché
con troppi amici all’interno non è
semplice trovare il giusto equilibrio nelle scelte da compiere. Pensando alla “Final Eight”, un po’
per scelta, un po’ per forza, mi è
dispiaciuto lasciar fuori alcuni
giocatori che avevano dato tanto durante l’anno, Pink incluse,
ma l’idea era di non fare una gita
a Trieste e quindi di provare a
vincere. Seppur a malincuore,
dunque, qualche sacrificio è stato necessario e per questo va ringraziato chi ha accettato di buon
grado le scelte. Una bella soddisfazione, in particolare perché in
questo gruppo hanno trovato
posto un po’ tutti e questa squadra ha fatto riscoprire la passione per l’hockey a chi, forse, l’aveva messa in un angolo. Da elogiare anche lo spirito di giocatori
come Marobin. E’ stata una stagione impegnativa, dove ognuno ha dato il proprio contributo:
dai giovani, importantissimi per
dare brio, effervescenza e polmoni
soprattutto nelle fasi finali del
campionato, alle Pink Vipers, che
hanno avuto meno spazio, ma si
sono spesso sacrificate per la
causa comune anche solo prendendo parte alle trasferte per consentire il numero minimo di under
23. Senza dimenticare chi non ha
potuto essere presente per impegni di lavoro alle finali o a chi ci
ha seguito ed aiutato anche da
fuori o come Luca Longhini, che,
una volta infortunatosi, è stato
un prezioso compagno nella ge-
stione della squadra. In pista, se
dovessi fare due nomi su tutti direi: Edoardo Chiesa, portiere che
ci ha dato tranquillità per tutto
l’anno
(comunque
ben
supportato anche da Fabrizio
Mosele) e Francesco Rigoni, il
nostro terminale più efficace, ma
anche ottimo playmaker. Un giocatore sprecato in questa categoria.
Mi auguro possa avere la voglia di
osare un po’ di più e provare a mettersi in gioco in una serie che gli
compete >>.
Serie B “Final Eight” @ Trieste.
Sabato 10 maggio:Asiago-Riccione
4-2; Massa-Novi 6-5; VeronaPiacenza 2-3; Monleale-Rhegium 50 a tavolino. Domenica 11 maggio:
Piacenza-Monleale 1-11; AsiagoMassa 7-2; spareggio promozione
Piacenza-Massa 1-2. Monleale,
Asiago e Massa promossi in A2.
Stefano Angonese
Asiago Pink Vipers:
sognando la “Final Six”.
Nel girone di semifinale affronteranno lo Spinea campione in carica ed il Padova.
E’ iniziato il conto alla rovescia.
Tra due settimane le Asiago
Pink Vipers daranno l’assalto
alla “Final Six” del campionato
italiano.
Quest’anno, dunque, l’impegno
raddoppia, perché per entrare tra
le magnifiche sei dell’inline rosa
servirà superare un gironcino di
semifinale in programma nei
giorni 1 o 2 giugno.
Le rosanero, che in queste settimane stanno intensificando
allenamenti ed amichevoli, sono
state inserite nel girone “B” ed
affronteranno le campionesse
d’Italia dello Spinea ed il Padova, al debutto assoluto. Le pri-
Nazionale
Verso i Mondiali
Ai raduni di preparazione pioggia di
convocazioni per gli atleti altopianesi
Parla sempre altopianese la nazionale italiana di hockey inline, che si
appresta ad affrontare l’avventura
mondiale. Una lista composta da
33 nomi di possibili azzurri segnalati, come si legge nel comunicato
ufficiale della FIHP, dal commissario tecnico Angelo Roffo in vista
della serie di raduni di preparazione
al Mondiale di Düsseldorf (Germania) in programma dal 5 al 12 luglio
prossimi.
Un terzo dei giocatori selezionati
sono del nostro Altopiano, spartiti
tra Asiago Vipers Tegola Canadese (5), Caoduro Vicenza (3) ed Edera Trieste (3).
Questo l’elenco completo dei giocatori preconvocati. Asiago Vipers
Tegola Canadese: Gianluca Canei,
Enrico Dorigatti, Claudio Mantese,
Andrea Comencini, Alexander
Egger, Cristiano Sartori, Gianluca
Tomasello, Riccardo Mosele, Luca
Rigoni, Sergio Rigoni. Caoduro
Diavoli Vicenza: Fabio Rigoni,
Luca Roffo, Giacomo Petrone,
Andreas Huber, Michele Ciresa.
me due classificate accedono
alla “Final Six” (7/8 giugno).
Nel gruppo “A” figurano Torino, Monleale e Piacenza; mentre nel gruppo “C” Massa, Catania, Empoli e Reggio Calabria.
A breve saranno stabilite le sedi
di gioco.
Milano 24: Thomas Commisso,
Paolo De Luca, Andrea Molteni,
Matteo Molteni, Patrick Frizzera,
Patrick Bona, Christopher Zagni.
Edera Trieste: Jean Baptiste Dell’Olio, Diego Riva, Franco Vellar,
Michael Corradin, Fabio Armani,
Jason Trinetti. Empoli: Andrea
Melotto, Walter Widmann. Polet
Trieste: Stefano Cavalieri. Forlì:
Stefano Antinori. Arezzo: Enrico
Chelodi.
Il programma dei raduni: non ancora comunicate le sedi, anche se
Asiago, teatro del raduno
premondiale di un anno fa, potrebbe essere confermata per ospitare
una parte dello stage della nazionale. Le date: 11-14 giugno; 20-24
giugno; 28 giugno-3 luglio; poi la
partenza dei 16 azzurri per
Düsseldorf.
8
l’Altopiano
Sabato 17 maggio 2008
23
HOCKEY INLINE
Settore giovanile
Asiago Vipers: finalmente belli!
La Tegola Canadese sbanca Milano (2-6) con una partita perfetta e domenica
18 maggio potrebbe conquistare la quinta finale consecutiva
“Partita perfetta”. La miglior
sintesi per uno dei migliori
Asiago della stagione.
In gara uno della semifinale
playoff con il Milano 24, finalmente, si sono rivisti i veri
Vipers, quelli tanto invocati
dopo le tutt’altro che convincenti prestazioni nei quarti di
finale con il Civitavecchia.
<< Finora non siamo riusciti ad esprimerci come
sappiamo, ma in questa
settimana di preparazione
ho rivisto la tensione e
l’elettricità giuste, quelle
delle sfide importanti >>.
Così aveva detto Luca
Rigoni, attaccante dei
Vipers, alla vigilia dell’insidiosa trasferta di Milano.
Sensazione giusta, perché
Asiago non ha sbagliato quasi
niente, dominando per lunghi
tratti l’incontro (finito con un
eloquente 6-2) ed esibendo
tutta la qualità di un organico
che trova la sua forza nel
gruppo, esaltata dalle individualità.
Ma tra i Vipers e la quinta
finale scudetto consecutiva
c’è di mezzo ancora il Milano 24 degli ex, su tutti i gemelli Molteni, tutt’altro che
rassegnato e pronto a metterla giù dura in una gara 2 in
programma a Bassano domenica 18 maggio (ore
20.45) assolutamente e pericolosamente aperta ad ogni
soluzione.
<< Guai a pensare che la
serie sia in discesa – ammonisce il presidente Fabio
Forte – perché pensarlo significa già complicarsi la
vita da soli. Se abbassia-
mo ritmo ed intensità contro questa squadra son dolori e la “bella” (eventualmente in programma a
Bassano mercoledì 21
maggio alle ore 20.45) sarebbe più vicina. Lavoreremo anche sull’aspetto mentale, cercando di tenere
alto il livello di guardia e
contestualmente quello di
umiltà, grinta e coesione
che ci hanno sorretto nel
primo confronto >>.
Tra i protagonisti di gara uno
Gianluca Stella, chiamato a
dover sostituire il portiere titolare Jure Penko in licenza
matrimoniale. Per lui un’ottima prova, ma soprattutto la
fiducia del tecnico Cristian
Rela che lo ha preferito all’esperto Gianluca Canei.
<< Sono felice – esordisce
Nuoto Altopiano
Il botto di fine stagione
Chiusura di stagione col botto per
la NuotoAltopiano.AVillafranca
(Vr), infatti, il “prospect” Gabriele
Carli, classe ’98, ha sfoderato
l’ennesima prestazione super nella categoria esordienti “B” conquistando il 1° posto finale nei
50 metri stile libero, nonostante
fosse il più giovane tra i concorrenti. A completare la festa
altopianese anche i piazzamenti
di Franco Pesavento (5°) e di
Alessandro Stella (9°).
Il trio allenato da Manuela
Pentassuglia si è poi cimentanto
sui 50 metri farfalla, ottenendo
piazzamenti positivi: 7° posto per
Gabriele Carli, 8° posto per Franco Pesavento e 9° per Alessandro Stella.
<< Non possiamo che essere
soddisfatti – esordisce Angelo
Roffo, direttore della piscina di
Canove – visto che l’annata si
era aperta con interessanti
prospettive e si è conclusa rispettandole in pieno, sia per
quanto concerne la crescente “voglia di nuoto”, con il
numero dei praticanti salito
ormai ad oltre 60 (dagli 8 ai
18 anni), sia per i risultati conseguiti dai nostri ragazzi, a testimonianza che questa disciplina sull’Altopiano può avere un futuro, eccome. Merito
anche
di
Manuela
Pentassuglia, che ha saputo
allenare i giovani atleti con
professionalità e competenza,
trasmettendo, però, anche
emozioni, passione e quel pizzico di divertimento indispensabili per creare un ambiente
di lavoro ideale. Adesso i ragazzi, accompagnati dai genitori, da Manuela e da alcuni dirigenti della società, andranno in Tunisia per uno
stage-vacanza di una settimana. Un’esperienza importante, già sperimentata con successo l’anno scorso in
Puglia. Al rientro progressivamente inizierà la preparazione “a secco”, che quest’estate potrà avvalersi di
nuovi e preziosi strumenti
come quelli forniti dalla nuova struttura in fase di
completamento: una palestra
ed un centro benessere, situati nel seminterrato della
piscina, che saranno inaugurati l’1 luglio prossimo
>>.
Stefano Angonese
Stella – perché penso di
aver giocato bene contro
una delle squadre più forti
del campionato, ma anche
per la fiducia concessami
dall’allenatore. In tutta sincerità non pensavo di scendere in pista a Milano, anche se ero pronto, lo devo
essere sempre, soprattutto
mentalmente. I miei compagni mi hanno aiutato molto
e per questo li ringrazio.
Ho iniziato sventando le
prime conclusioni ed è stato tutto più semplice. Il momento più delicato è stato
nel secondo tempo, quando ho ricevuto una
bastonata sul collo,
faticavo un po’ a
respirare, ma
alla fine è andata bene. Ora tornerà Jure (Penko),
uno dei portieri più
forti in assoluto, e
toccherà al coach decidere. In ogni caso cercherò di farmi trovare pronto se dovessi essere ancora
chiamato in causa >>.
Infine un telegramma in vista
di gara due: << Quando ci
scontriamo con formazioni
di alto livello diamo il massimo; mentre quando incrociamo quelle meno attrezzate come nei quarti di finale rendiamo meno e
ci adattiamo troppo
agli avversari. Comunque, se giochiamo
con l’intensità e la
mentalità di gara uno
sarà davvero dura
per tutti fare risultato contro di noi, questo è sicuro >>.
Stefano Angonese
PLAY-OFF
la situazioneSemifinali
(al meglio delle tre partite)
domenica 18 maggio (ore
20) Edera Trieste –
Vicenza (Trieste conduce
la serie 1-0); (ore 20.45)
Asiago Vipers – Milano
24. Eventuale gara 3 20/
21 maggio.
Finale (al meglio delle
cinque partite): 25 maggio; 27 maggio; 1 giugno; event. 3 giugno e 7
giugno.
Nota: le date potrebbero
subire variazioni
per esigenze televisive.
nella foto:
Gianluca Stella
Nel weekend gli
juniores a
caccia della
finale tricolore
Tempo di playoff anche
nell’inline giovanile. Gli
juniores diretti da Giacomo
Petrone, dopo aver dettato
legge nel girone VenetoFriuli (nove successi ed un
solo pari), si apprestano a
vivere un fine settimana ad
alta intensità. A Trieste, nell’impianto “Pikelc”, i “boce
terribili”, unica formazione
giovanile vicentina rimasta
in lizza per il titolo nazionale, tenteranno di ottenere il
lasciapassare per la finale
scudetto. Capitan Giulio
Gatti e compagni sono stati
inseriti nel gruppo “B” con
la temibile Molinese ed il
Palermo. Solo la prima classificata accederà alla finale di Sacile del 25 maggio.
Il programma: sabato 17
maggio ore 15.15 Asiago
Vipers-Palermo; domenica
18 maggio ore 10.30 Palermo-Molinese; ore 14.00
Asiago VipersMolinese.
Luca Rigoni
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
24
Volley Cesuna maschile
CHIUSA L’ESPERIENZA IN 2^ DIVISIONE
SPORT
Campionato di 2^ divisione
maschile terminato anche
per il Caseificio Pennar
Cesuna con la trasferta
dello scorso mercoledì 7 a
Schio. Dopo aver salutato
il pubblico di casa nel
match testa-coda con lo
Zaitex Povolaro di sabato
3 maggio che ha visto prevalere gli ospiti per 3 a 0,
con il solo terzo set a rendere accattivante il gioco e
smuovere gli animi sopiti
del pubblico, Cesuna impegnato contro lo Schio Sport
srl in una partita che ha rappresentato un po’ il sunto
del percorso nel campionato.
Solita
partenza
sottotono che determina
una continua rincorsa dell’avversario di turno e set
che termina 25 a 20 per i
padroni di casa; con il secondo set arriva anche la
grinta e l’orgoglio di dare
quel che basta per vincere
il set 23 a 25 per il Cesuna.
I seguenti set sono fin troppo condizionati dalla carente ricezione che non
consente di costruire schemi d’attacco incisivi. Il risultato finale di 3 a 1 per lo
Schio, nel portare gli ultimi
determinanti punti salvezza ai locali, relega il Cesuna
al solitario ultimo posto in
classifica che riporta la
squadra in 3^ Divisione.
Che il campionato era difficile si sapeva, infatti la
squadra non ha mai nascosto che l’obiettivo di questo primo anno in 2^ Divisione fosse proprio la salvezza. Del resto la squadra
era in buona parte rinnovata con tanti giovani alla prima esperienza; a complicare il cammino si sono aggiunti gli innumerevoli infortuni che hanno compromesso la stabilità del gioco. Ora viene il momento
di una profonda riflessione
Grande successo delle Finali Provinciali U13 femminili tenutesi al Palazzetto dello sport
sulle prospettive future per
poter, dopo la pausa estiva,
ripartire con la speranza di
poter raccogliere i frutti di
quanto seminato finora;
sarà anche l’occasione per
integrare l’organico con
nuove leve spinte dal desiderio di affrontare questo
sport che amalgama potenza, coordinazione, equilibrio,
orientamento, destrezza,
capacità di analisi, senso
tattico, ecc… doti necessarie in situazioni estremamente variabili come quelle che si susseguono continuamente nella pallavolo.
Torneo Città di Vicenza
U18. Dopo aver fermato la
capolista costringendola al
tie-break, il PnP Cesuna,
acquisita la necessaria sicurezza, trova anche la prima vittoria nella sfida dello
scorso 30 aprile contro
l’U.S. Summano, attuale
seconda forza del torneo,
mettendo in campo una ritrovata compattezza di
squadra. Anche questa volta è al tie-break che si decidono le sorti del match ma
dal momento del cambio
campo sul 7 a 8, cambia anche la determinazione che
al ritmo dell’incitamento del
pubblico aggiunge punto su
punto fino a portarsi sul 15
a 10. Un’ulteriore iniezione di fiducia per la squadra
in vista della stretta finale
del torneo dove può raccogliere ancora significativi
punti.
Torneo Braccio di Ferro.
Prosegue la striscia positiva dell’U13 in questa seconda fase che l’ha vista
vittoriosa anche nelle ultime partite disputate al
Palazzetto di Roana; il 1°
maggio la squadra trova un
utile pareggio (formula valida solo per le giovanili) 2
a 2 contro il San Nazario e
sempre nella sfida interna
di sabato 10 ha la meglio, 3
a 0, sugli ospiti della
Pallavolo Malo. Dopo questi risultati le Black Yellow
sono ormai a ridosso della
capolista Belvedere già costretta al pareggio nella
scontro diretto. Cammino
intricato invece per l’U12
inserita nel girone d’eccellenza dopo aver conquistato la vetta del girone nella
prima fase: nella trasferta
di Arzignano di sabato 10
contro l’U.S. Castello risente fin troppo delle prime
avvisaglie d’estate, accen-
tuate dall’attività in palestra, ritrovandosi a dover
subire la seconda sconfitta
consecutiva dopo ben 10 risultati positivi. Si presenta
sicuramente benvenuta la
prossima partita in casa di
sabato 17 alle 18,30,
Palazzetto dello Sport di
Roana, dove la temperatura più mite aiuterà anche a
rinfrescare le idee.
Intanto un pubblico delle
grandi occasioni ha fatto da
comparsa alle finali provinciali U13 femminili per le
quali la Federazione
Vicentina ha delegato l’organizzazione alla P.G.S.
Pallavolo Cesuna. Sfide avvincenti che hanno visto
prevalere la Pallavolo
Bassano al tie-break, 3 a 2
nella partita per il 3° posto,
contro il Volley Cassola,
mentre nell’incontro per il
1° posto il Volley PoianaSossano si è imposto 3 a 0
sulla formazione della
Pallavolo Arzignano.
L’organizzazione di questi
eventi ed il continuo interesse rivolto dalla P.G.S
Pallavolo Cesuna al settore giovanile, incoraggiano
la società, in tempo di Dichiarazione dei Redditi, a
richiedere ai contribuenti
il loro apporto attraverso
la sottoscrizione della
scheda del 5 per mille indicando nello spazio dedicato alle Associazioni di
Promozione Sociale il seguente
numero:
93011530248 relativo al
Codice fiscale del Volley
Cesuna, con l’occasione il
Presidente
Maurizio
Magnabosco ringrazia
quanti in questi anni hanno creduto al progetto
formativo-educativo che è
alla base dell’attività della società.
Un secondo posto di
categoria che vale il podio
Al Rally Sprint Trentino inaspettato risultato dei neo rallysti Rigoni - Santaguida
Iniziata quasi per scherzo, la prima avventura rallystica di Davide Rigoni e Ivan Santaguida si è
conclusa con un inaspettato secondo posto di categoria, e un
ventiseiesimo assoluto su un totale di ottantadue concorrenti.
Come avevamo raccontato nella
scorsa edizione del giornale, i due
si erano conosciuti esattamente
due anni fa in ospedale, ricoverati entrambi in seguito a brutti
incidenti in moto, qui avevano
scoperto la passione comune per
le auto e i rally, ed era pian pian
nata l’idea, una volta ben ristabiliti, di iscriversi a una gara,
concretizzata con la partecipazione al Rally SprintTrentino. “Lo
scopo principale – ribadiscono –
era quello di divertirci realizzando un sogno coltivato fin da piccoli, pur impegnandoci per fare
bene. Quando, alla fine della prima prova cronometrata, ci siamo resi conto di aver realizzato
un ottimo tempo, a soli tre secondi dai favoritissimi di classe
Brunello/Bortolaso, abbiamo
deciso di dare il tutto per tutto,
riuscendo nelle prove successive a far sempre meglio”. L’esaltante risultato dei neo rallysti è
arrivato grazie alla notevole grinta del pilota, e alla precisione del
navigatore, che, nonostante la
vettura non fosse al top, sono riusciti ad emergere su equipaggi
con molta più esperienza di loro.
Entusiasta tutta la schiera di
amici-tifosi-appassionati, primo
su tutti Remigio Baù, “zio” di tanti
rallysti altopianesi, che non ha
mancato di consigliare secondo
la propria lunga esperienza i due
giovani debuttanti. “La guida
grintosa e pulita di Rigoni, navigato da un ottimo Santaguida, e
la grande passione di entrambi
– ha commentato Remigio –
hanno dato vita a una coppia ideale, rivelatasi una sicura promessa di questo sport. Tenuta
sapientemente a bada dal pilota,
anche la vettura Clio Williams
2000, molto nervosa, ha potuto
dare il suo miglior rendimento”.
E se la partecipazione a un rally
era stata ipotizzata dai due come
un’esperienza singola, senza pretese e probabilmente da terminare dopo aver soddisfatto la
voglia di provare, il risultato ottenuto lascia presupporre che i due
vorranno riprovarci. “Nei rally –
continuano – più che in altri sport,
Ivan Santaguida e Davide Rigoni
l’esperienza resta la chiave del
successo: non giri sempre sulla
stessa strada, ma devi far fronte
a circostanze sempre diverse.
Ecco perché più corri e più impari a districarti in situazioni imprevedibili”. “Abbiamo intenzione di correre ancora – ammettono – magari al rally di Schio o
di Bassano del Grappa. Se interpretato con criteri di massima sportività, schietta amicizia
e lealtà questo sport sa regalare
straordinarie gioie, facendoti divertire e conoscere nuove persone”. Non possono mancare i
ringraziamenti dei due per tutti
coloro che li hanno sostenuti, chi
con consigli, chi con importante
e determinante aiuto pratico e chi
per tifarli, affrontando lunghi
spostamenti per esser presenti
ad ogni prova. “Grazie in particolare a Massimo e Francesco,
anche loro piloti del Team
Sèkele, a Michael, Jacopo, Chiara Alfred, Mario. E poi – conclude Davide – vorrei chiedere
scusa a mia madre e a Paola, la
mia ragazza, visto che non ho
saputo mantenere la promessa
fatta loro che sarei…andato piano!”
Silvana Bortoli
8
Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
25
CALCIO
L’A.C. Canove vince in Belgio il 41°
torneo internazionale di Pentecoste
E’ tornata vittoriosa dal Belgio la
squadra del Canove calcio che
nello scorso week end ha partecipato al Torneo internazionale di
Liegi, giunto alla sua 41^ edizione. Fra i partecipanti quattro
squadre francesi, una spagnola,
una dall’isola de La Réunion (situata ad est del Madagascar), il
Canove e quella di casa dell’
Ougrée.
E’ dal lontano 1975 che varie
compagini altopianesi partecipano a questa manifestazione sportiva con la speranza di farla propria, senza mai riuscirci. Ci tentarono per primi i giocatori della
Riviera di Roana, mentre negli
ultimi anni è stata una rappresentativa dei 7 Comuni a portarsi in
Belgio, arrivando per 2 volte in
finale. Quest’anno finalmente,
sotto un caldo pazzesco e un
sole cocente, è arrivata la tanto
attesa vittoria. Dopo aver sconfitto sabato pomeriggio nella
prima partita gli spagnoli
dell’Arenas per 2 a 1 con reti di
Bryan Italia e Federico Pertile,
nel secondo incontro, disputatosi domenica mattina, altra vittoria per 1 a zero sui francesi
del Thillay, grazie al gol segna-
to ancora da Bryan Italia.
Domenica pomeriggio la sfida
con il Kaysersberg che valeva
la finale è terminata in parità 2 a
2 (reti di Federico Pertile e Alessandro Benetti), decisa poi ai
rigori con il 5° e decisivo tiro
messo a segno dal portiere Giorgio Baù. La finale di domenica
pomeriggio contro i francesi del
SC Case è stata una vera e propria battaglia che ha visto strepitose parate di Giorigio Baù e
la rete della vittoria messa a segno con un bel colpo di testa
da Alessandro Benetti, e con la
palma di migliore in campo al
giovane Cesare Azzolini. Grande festa quindi negli spogliatoi
e nel dopo partita per la gioia
anche di tutti i conterranei che
da anni vivono in Belgio. In
serata si sono tenute le
premiazioni, con il capitano Federico Pertile premiato quale
miglior difensore del torneo e,
grazie alla prestazione di tutto
il reparto, anche la coppa della
miglior difesa, infine la coppa
del primo posto, sollevata
dopo tanti anni dal direttore
sportivo Sergio Martina. Il grande trofeo verrà rimesso in palio
il prossimo anno, e già il gruppo al completo ha espresso la
voglia di tornare a Liegi per
provare a mantenerlo.
Questa la compagine al completo della squadra aggiudicatasi
il Torneo Internazionale: Giorgio Baù e Emanuele Campoli
(portieri); Thomas Baù, Federico Pertile, Michele Dal Santo,
Marco Fracaro (difensori); Andrea Panozzo, Cesare Azzolini,
Thomas Rebeschini, Marco
Slaviero, Michele Mosele,
Leonardo Peron, Claudio Fabris,
Mirco Carli (centrocampisti);
Alessandro Benetti, Francesco
Pertile, Bryan Italia(attaccanti);
Gianluca Covolo (allenatore);
Fabio Rebeschini (presidente);
Mirco Italia (massaggiatore); Sergio Martina (d.s.); e Riccardo
Fazi, nominato per ultimo ma ritenuto molto importante perchè
con foto e video ha immortalato
tutti i momenti della trasferta. La
dirigenza dell’A.C. Canove porge un ringraziamento particolare
all’Asiago Hockey, all’A.C. Gallio
, a Stefano Frigo e Desio per la
avere reso disponibili i furgoni
per la trasferta.
S.B.
Il Lusiana Conco punta al salto in Prima
Il quinto posto in classifica conquistato dal Lusiana Conco nell’ultima gara di campionato è
stato il lasciapassare per l’accesso ai play-off del girone E di
Seconda categoria. Con il 2 a 0
rifilato al Lugo Calvene, i ragazzi di Roberto Sartori si sono assestati a quota 50 punti in
graduatoria che valgono la
quarta posizione in classifica.
Domenica dovranno sostenere
il confronto con il Costabissara,
terzo in graduatoria con 57 punti
all’attivo. Si giocherà a
Costabissara e in caso di parità
a passare al turno successivo
saranno i padroni di casa. Se a
vincere l’incontro sarà il
Lusiana Conco, la partita successiva lo vedrà di scena sul
proprio campo dove incontrerà
la formazione qualificata in un
altro girone e in caso di vittoria
dei lusianesi sarebbe garantito
il passaggio in Prima categoria.
Una categoria in cui il Lusiana
Conco era arrivato in passato
dopo aver vinto campionato e
trofeo Veneto di Seconda e dove
è rimasto per anni prima di retrocedere nuovamente in Seconda. “L’occasione è di quelle
da non perdere - afferma il diret-
tore sportivo Marino Xausa – e
con i ranghi al completo per il
rientro di importanti pedine
squalificate e infortunate metteremo sul terreno di gioco tutte le nostre risorse per centrare
questo importante obiettivo che
riporterà il Lusiana Conco in
una categoria più consona alle
sue potenzialità tecnico-atletiche”. Mobilitata per lo spareggio di Costabissara è anche la
tifoseria che sosterrà i
biancorossoazzurri in questa
prossima e altre sfide decisive
per la promozione alla categoria
superiore. E.Z.
LA SFIDA DEI PLAY OFF E’
ASIAGO CALCIO – ZANE’
Dopo aver meritatamente sconfitto per 1 a 0 il Marano , in occasione dell’ultimo turno di
campionato giocato domenica 4
maggio allo stadio A. Zotti, con
rete realizzata su rigore dal capitano Pupa Arjan, domenica
scorsa il campionato e’ rimasto
fermo in quanto si e’ disputata
la gara decisiva tra le prime due
squadre classificate, ovvero il
Recoaro ed il Giavenale,squadra
quest’ultima che aveva agguantato la testa della classifica proprio nell’ultimo turno di
campionato.
Dopo che i tempi regolamentari
sono finiti in parità, nei tempi
supplementari ha avuto la meglio il Recoaro, che accede così
di diritto alla categoria superiore, relegando il Giavenale agli
incontri pericolosissimi di playoff, in cui incontrera’ la compagine del Marano.
L’ Asiago Calcio si sta adeguatamente preparando a questi
ultimi e decisivi incontri che lo
vedranno opposto alla Zanè,
una squadra molto ben equilibrata che ha sconfitto l’Asiago
in casa nelle prime giornate del
campionato, mentre invece il
risultato e’ stato successivamente ribaltato nella gara disputata a Zanè, dove l’Asiago e’
invece riuscito a vincere per 1 a
0.Il risultato delle gare giocate
nel corso del campionato parla
perciò di completa parità, e ciò
evidenzia la delicatezza delle due
partite che vedranno impegnato l’Asiago, che non avrà la
possibilità di sbagliare
alcunché, perché non ci potran-
Da sinistra Roberto Rigoni,
Denis Baù e Davide Rigoni
no essere ulteriori prove di appello.
Per conoscere il clima che si respira in questi giorni ad Asiago
abbiamo sentito il bomber della
squadra, Davide Rigoni, che
con i suoi 10 gol ha dato un rilevante contribuito nel trascinare
la squadra verso i play-off:
“Dopo aver fatto la trafila nelle
varie squadre giovanili
dell’Asiago, lo scorso anno ho
giocato nel Thiene; è stata senza dubbio un’esperienza molto
interessante e formativa, che mi
e’ stata di grande giovamento
per quest’annata, in cui sono
riuscito a concretizzare
al meglio tutte le occasioni che
mi sono state offerte. Domenica sarà una gara molto delicata,
ma siamo un gruppo che,
ancorché molto giovane, è molto compatto e deciso a fare risultato.”
Un altro pilastro offensivo e’
Roberto Rigoni, attaccante guizzante che ci sottolinea: “Sarà
molto importante giocare con
molta intelligenza tattica la prima partita casalinga, evitando
di andare all’assalto con il grave rischio di essere trafitti in
contropiede; oltretutto in que-
sto frangente della stagione,
dopo un campionato così lungo e combattuto, vincerà la
squadra atleticamente più fresca
preparata, che saprà sfruttare al
meglio le occasioni che si presenteranno nel corso dei due
match”. Nel frattempo le squadre giovanili dell’Asiago, dopo
aver terminato i rispettivi campionati, stanno partecipando in
questo mese di maggio ai numerosi tornei organizzati in relazione alle singole categorie di
appartenenza; per esempio i
pulcini anni ’97 e ’98 sono attualmente impegnati a Pove del
Grappa nel “ TORNEO
TOPOLINO “, un torneo molto
importante che vede la partecipazione di molte squadre, sono
32 in tutto, tra cui spiccano molte
compagini blasonate come
Vicenza e Cittadella; successivamente parteciperanno, sabato 31
maggio, ad Altavilla Vicentina al
“Torneo Citta’ di Vicenza” , in
cui affronteranno anche il
Vicenza.Vi aspettiamo perciò numerosi domenica 18 maggio alle
ore 16 allo stadio A. Zotti per sostenere calorosamente i nostri ragazzi in questa decisiva sfida.
Alessandro Cunico
La squadra Pulcini partecipante al Torneo Topolino
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
26
“Grazie ai nostri giovani che cercano giustizia”
Cercare giustizia. Quella giustizia. Volerla quasi toccare,
vedere, sentire. Annusare.
Cercarla nel proprio cuore.
Spogliarsi della meschinità.
Pensarla nei volti noti. Terribili nomi e luoghi che
riecheggiano nelle pagine dei
rotocalchi. Nel buio della
‘ndrangheta. Nella voragine
di cosa nostra. Nei meandri
della mafia tutta. Che si confonde col potere dei potenti.
Quei potenti che non “servono”. A nessuno. Ma che sanno farsi “servire”. E pensi
siano cose lontane da noi.
Potenti che hanno rifugi nascosti e bui ed escono solo la
notte. Che mandano i loro
uomini - cani, invisibili e super
armati, con volti butterati e
baffuti a terrorizzare le città
sfuggendo viscidamente alla
legge e all’ordine. E poi, un
piccolo gruppo di ragazzi organizza una giornata di riflessioni, incontri e una cena della legalità. In quell’occasione fanno davvero fare bella
figura a tutto l’Altopiano. Ai
genitori, al comune che li
ospita e alla scuola. Quei giovani, che con il loro lavoro,
mesi di lavoro, hanno dimostrato che proprio loro, di cui
si scrive solo se vincono una
medaglia o se combinano
qualche danno, sono capaci
di cose grandi. Meravigliose
e nuove. Semplici e disarmanti. Come una cena.
Come quella di martedì 22
aprile. Che non c’è mai stata sull’Altopiano una cena
“così”. Ma come? Si sarà
chiesto qualcuno leggendo i
manifesti. Una cena della legalità! In Altopiano? Si sta
bene così bene qui che se non
fosse per qualche furto dei
soliti extracomunitari, naturalmente per non incolpare i
soliti tossici nostrani e imparentati, sarebbe quasi un paradiso, dimenticando però gli
attentati. In uno volevano
uccidere uno dei nostri sindaci e nell’altro hanno bruciato una macchina. Forse
abbiamo dimenticato? Forse
abbiamo anche pensato che
se l’erano cercata? Non i
nostri ragazzi. No. Quei ragazzi riescono a portare ai
loro coetanei e a noi adulti,
di cui qualcuno si è giustamente “preoccupato per
loro”, un prete scomodo e
scortato. Scortato e scomodo. Che ti dice che è bene
avere gli occhi aperti per cercare giustizia. Che la mafia
non è solo giornali, telegiornali, rifugi e stragi. Ma che
la maschera della compiacenza e della connivenza è
nascosta nella normalità delle nostre tranquille cittadine.
Seduta negli uffici “giusti”.
Elegante e prestigiosa, ben
pagata e comunitaria. Questa è la vera ragnatela della
mafia. E su questa rete ramifica,
sopravvive,
cementifica e si riproduce.
Anche sull’Altopiano.
Strano. Pensavamo di essere al sicuro. Perlomeno lontani. E invece, alla cena successiva, “detta della legalità”,
con molte “Persone” presenti, scopri che esistono cooperative di giovani che lavora-
no le terre e gestiscono edifici sequestrati alla mafia!
Giovani! Come i nostri giovani che con coraggio e da
soli ci hanno portato Don
Luigi Ciotti, la sua scorta, le
associazioni Libera e Avviso
Pubblico e Salvatore! Salvatore. Giovane laureato presidente della cooperativa Pio
La Torre “Libera Terra”, che
lavora proprio le terre di
Corleone. Proprio quelle.
Quelle famose. Dove tutto è
difficile. Dove è la stessa
mafia che a volte crea
l’antimafia.
I nostri giovani: Giada, Elisa,
Andrea, Andrea G., Michele, Melania, Maria, Federico,
Martina, Jessica, Ilaria,
Mattia, Enrico, Giulio, Elena,
Mara, Amir, Nicola, Matteo.
Liberi cuori e occhi aperti.
Che hanno dato lustro a tutto l’Altopiano. Nessuno vi
farà un manifesto per questa “impresa” ma penso sia
giusto ringraziarvi, ringraziarvi per non esservi fermati ai
soliti pregiudizi, per avere
capito più di noi adulti, l’importanza di continuare a parlare di giustizia e di legalità.
Grazie. Grazie. Grazie.
Un dono che è speranza.
Una cena che è legalità. Una
giornata di incontri. Gratuiti.
Generosi. Sereni nella pesantezza degli argomenti trattati. Pochi politici e molte Persone. Persone che “servono”. Un segno per la cittadinanza che se vuole è attiva,
cosciente e capace.
Una giornata che si è trasformata in un abbraccio solidale a quanti in Altopiano hanno subito intimidazioni, conosciute o sconosciute, plateali
o subdole e a quanti lottano
quotidianamente contro l’alcool, distruttore di famiglie e
di figli, e contro la droga,
espressione viva e reale della mafia e della illegalità. Grazie. Grazie anche a nome di
questi.
Gianni Bordin
Oscurato il grande fratello fiscale “Che baccano in piazza a Gallio!”
Oscurato il grande fratello fiscale in nome della privacy. Perché le dichiarazioni dei redditi pur essendo pubbliche non possono
essere diffuse on line; ne
va della dignità e della sicurezza della persona.
Così il garante che non disconosce l’utilità e persino le ovvie finalità dell’operazione ma ne contesta il mezzo di diffusione, in rete telematica appunto. E poiché le informazioni al riguardo potrebbero essere assicurate altrimenti, consultando gli elenchi trasmessi ai Comuni o
tramite TV e giornali, c’è
da chiedersi in che consista allora la conclamata diversità di trattamento. Detenzione, manifestazione e
diffusione possono avvenire con qualsiasi mezzo anche diverso dalla rete e
dunque i pericoli paventati,
al di là della loro plausibilità, non possono considerarsi superati con la misura
adottata. La divulgazione
che garantisce trasparenza
e controllo deve semmai
essere assicurata con tutti
i mezzi offerti dalle tecnologie più moderne. In fondo si tratta di dichiarazioni
rese dagli interessati e dunque corrispondenti alle posizioni di chi le ha formulate. Dichiarazioni, ancora,
indirizzate sì ad un ufficio,
ma da rendere pubbliche
mediante appositi elenchi.
Non si tratta dunque di si-
Nel paese di Gallio sta diventando un’abitudine diffondere musica con altoparlanti a
volume intollerabile, come
scopo la promozione turistica.
Chi come me abita in centro
(occupo da qualche anno un
appartamento in condominio
Italia per uso turistico) non
tuazioni private ricadenti
sotto le garanzie della persona ma di rapporti, sempre pubblici, di cittadinanza. Essere contribuenti
comporta esposizione, visibilità e conseguentemente
responsabilità politiche; in
questa qualità si è tutti dei
personaggi pubblici, soggetti per definizione a
conoscibilità. Dovrebbero
perciò sentirsi onorati non
certo offesi o danneggiati
dalla divulgazione delle dichiarazioni rese al fisco. E
se è solo nel nostro paese
che avviene una tale diffusione, dovremo andare finalmente orgogliosi di primeggiare in un’operazione
di democrazia e di progresso civile. Semmai, e questa
volta sì, la privacy viene
gravemente violata dalle telecamere che ci controllano in ogni luogo, via, piazza, passaggio, androne.
Piuttosto, la sicurezza richiede la schedatura di tutti, grandi e piccoli, senza
alcun controllo dell’utilizzo,
detenzione e manipolazione
dei dati raccolti? E che dire
poi dei movimenti contabili
spiati con un sistema vessatorio e sproporzionato
(assegni non trasferibili, libretti di risparmio eliminati) in contrasto con i più elementari criteri di riservatezza. Si saprà che ci si è rivolti a uno psichiatra o ad
un matrimonialista: con la
completa tracciabilità dei
pagamenti si potrà ricostruire tutta una vita privata.
Privacy. Dunque per scoraggiare le evasioni fiscali
degli operatori economici si
sottopone alla gogna chiunque si rivolga a loro e non
volete che si conosca quanto loro pagano al fisco? Sono
queste le incongruenze che
il recente intervento del
Garante ha messo in evidenza: si oscura ciò che invece
va reso pubblico per ovvie
ragioni di trasparenza, mentre si ignorano situazioni di
pericolose invasioni della riservatezza. Vicenza, lì 09
maggio 2008
Giovanni Bertacche
[email protected]
riesce in casa a conversare,
ascoltare la tv, leggere…
Le piazze di Gallio sono piccole e i fenomeni di eco e
rimbombo sono inevitabili. Il
turista che viene in montagna
cerca tranquillità, richiede
infrastrutture e servizi di qualità in equilibrio con il territorio (vedi i numerosi articoli in
proposito pubblicati dal giornale l’Altopiano). Si evitino
quindi
manifestazioni
“fracassone” e si cerchi di
ridurre l’inquinamento acustico (già pesante per il traffico normale, mancando a
Gallio una circonvallazione).
Maria Isabella Casara
In memoria di Giacomo Rigoni (Tolla)
Giacomo Rigoni
(Tolla) è nato ad
Asiago il 6 aprile
1935 ed è morto
improvvisamente ,
mentre stava sciando (fondo) il 13 gennaio 2008 a Kitimat
(Canada). La moglie Sandra e la figlia Maddalena lo
vogliono ricordare
sulle pagine del nostro giornale per tutti quelli che in
Altopiano lo conoscevano.
Giacomo è emigrato in Canada nel 1955, all’età
di 20 anni, e insieme a suo
fratello Gino ha lavorato per
molti anni in una fonderia.
Poco tempo dopo anche i fratelli Tony e Cristiano li hanno raggiunti. Il 13 ottobre
1990, in un incidente stradale, abbiamo perso nostro figlio Albert, di soli 19 anni
(che, come stabilito dalla
Corte, non aveva nessuna
colpa). Dopo questo triste
evento, Giacomo ha dovuto
lasciare il lavoro per motivi
di salute. La morte di nostro
figlio ci ha distrutti e ci sono
voluti diversi anni prima di cominciare a vivere con un po’
di serenità. Giacomo ed io
siamo stati instancabili sostenitori della ristrutturazione e
sistemazione del cimitero di
Kitimat, che era in condizio-
ni pietose. Al consiglio municipale del
10 marzo 2008 è
stata letta al sindaco, ai consiglieri e al
pubblico presente
“a nome di Giacomo” una presentazione che egli stesso aveva finito di
scrivere tre giorni
prima della sua
morte. La sala era
strapiena di gente
venuta per ascoltare le ultime parole
scritte da Giacomo
e per onorare il suo
ricordo. Troviamo
un po’ di consolazione nella
speranza che padre e figlio
siano adesso insieme. Anche
al cimitero riposano uno accanto all’altro. Vi amiamo
Giacomo e Albert e ci mancate tanto. Per sempre nel
nostro cuore.
Sandra Rigoni “Plebs”
(moglie e mamma),
Maddalena Rigoni (figlia e
sorella) e il nipote Jordan.
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Sabato 17 maggio 2008
l’Altopiano
l’Altopiano
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 17 a venerdì 30 maggio
Il Sole alla metà di maggio sorge alle 4.45 e tramonta alle 19.40
Sabato 17. S. Pasquale Baylon. È il
138° giorno dell’anno, mancano 228
giorni alla fine del 2008.
Domenica 18. SS. Trinità – S. Felice.
Lunedì 19. SS. Ivo e Celestino.
Martedì 20. S. Bernardino da Siena.
Luna piena alle ore 03,12
Mercoledì 21. SS. Vittorio e Elena.
Giovedì 22. SS. Rita da Cascia e
Giulia.
Venerdì 23. S. Desiderio.
Sabato 24. S. Maria Ausiliatrice.
Domenica 25. Corpus Domini – S.
Urbano.
Lunedì 26. S. Filippo Neri.
Martedì 27. S. Agostino.
Mercoledì 28. S. Emilio. Ultimo
quarto di Luna alle ore 03.58
Giovedì 29. S. Massimo.
Venerdì 30. Sacro Cuore di Gesù.
Curiosità legate a questo periodo
dell’anno:
24 maggio 1915: l’Italia dichiara
guerra all’Austria-Ungheria, ma già
nel pomeriggio del 23 la motobarca
che portava la comunicazione dello stato di guerra al distaccamento
di Foce Aussa fu fatta segno a tiri
dalla dogana austriaca di Porto
Buso. La tradizione vuole che il primo colpo di fucile della Grande Guerra sia stato sparato alle 22,40 dello
stesso giorno dal finanziere Pietro
Dall’Acqua, di guardia col collega
Costantino Carta al ponte
confinario di Brazzano (vicino a
Cormons), sul torrente Judrio, contro una pattuglia di genieri nemici,
costretti così a desistere dal tenta-
la gotta. Dall’infusione delle foglie,
lentamente seccate al sole, si può
ricavare una gradevole bevanda
simile al tè. Sognare fragole sembra
significhi l’arrivo di un guadagno
inaspettato, o anche un aiuto a sorpresa da qualcuno. Al lotto vi si
abbina il numero 20.
tivo di far saltare l’opera.
Per quanto riguarda l’artiglieria la
prima granata del conflitto mondiale volò sui cieli dell’Altopiano di
Asiago, sparata dal Forte Verena
alle ore 4,00 del 24 maggio. Nei successivi 20 mesi di guerra l’Esercito
Italiano avrebbe sparato nell’arco
di tutto il fronte 11.181.135 proiettili, compresi tra il piccolo 37 mm ed il
grande da 305.
Erbe e frutti d’inizio estate: basta
un vaso posto sui davanzali, purché riparato dall’aria ancora fresca
della notte e ben in vista ai già caldi
raggi del sole, per veder prendere
colore al rosso frutto delle piantine
di fragola. Tutte le varietà coltivate
appartengono al genere “Fragaria”,
i fiori son bianchi con 5 petali, i frutti dolci e carnosi. Il grande medicobotanico Linneo affermava che la
fragola è un ottimo rimedio contro
Un santo per volta: 27 maggio Sant’Agostino di Canterbury. La
Gran Bretagna, evangelizzata fin dai
tempi apostolici (il primo missionario a sbarcarvi sarebbe stato, secondo la leggenda, Giuseppe di
Arimatea), era ricaduta nell’idolatria in seguito all’invasione dei
Sassoni nel quinto e nel sesto secolo. Quando il re del Kent,
Etelberto, sposò la principessa cristiana Berta, figlia del re di Parigi,
questa domandò che fosse eretta
una chiesa e che alcuni sacerdoti
cristiani vi celebrassero i santi riti.
Appresa la notizia, il papa S.
Gregorio Magno giudicò maturi i
tempi per l’evangelizzazione dell’isola. La missione fu affidata al
priore del monastero benedettino
di S. Andrea sul Celio, Agostino, la
cui dote precipua non doveva essere il coraggio, ma in compenso
era tanto umile e docile. Partito da
Roma alla testa di quaranta monaci nel 597, fece tappa nell’isola
di Lerino. Le notizie sul temperamento bellicoso dei Sassoni lo
spaventarono al punto che se ne
tornò a Roma a pregare il papa di
mutargli programma. Per incoraggiarlo, Gregorio lo nominò abate
e poco dopo, quasi ad invogliarlo al passo decisivo, appena giunto in Gallia, lo fece consacrare
vescovo. Il santo missionario
morì il 26 maggio del 604 e fu sepolto a Canterbury nella chiesa
che porta il suo nome.
Due proverbi due
De armakot ist a bia der doat,
von viel galobet, von hoame
galiebt. (trad: La povertà è come
la morte, da molti lodata, da nessuno amata). Bear gilet voar,
hat denne a laichta arbot. (trad:
Chi anticipa il prezzo, ha poscia
cattivo lavoro).
Domenica 18 maggio
Gallio: OMV – Via Kemplen, 2
Domenica 25 maggio
Sasso di Asiago: TOTAL – Via Chiesa
Treschè Conca: AGIP – Via Campiello, 56
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle
Poste n.3 36012 Asiago
Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere
devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si
riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o
non accettare eventuali testi di cattivo gusto.
Sabato 17 maggio 2008
L’Altopiano srl - Società unipersonale
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presso il tribunale di Bassano del Grappa
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Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni,
Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini
Hanno collaborato:
Virginia Gianello, Aurora Carli, don Marco Pozza,
Alessandro Cunico, Ilario De Guio, Matteo Dal Pozzo,
Beppa Rigoni Scit
Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano
Foto: Foto Verona - Archivio Giornale
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
Punto Sport Gallio cerca commessi
(maschio e femmina) a tempo indeterminato.
Gli interessati possono telefonare al n. 0424
658897 o rivolgersi direttamente in negozio
Negozio di Asiago offre lavoro per i fine
settimana, i giorni festivi, il mese di agosto
e i periodi natalizi e pasquale. Gli interessati
possono telefonare allo 0424 460660
Negozio di calzature cerca
commessa, età minima 20 anni.
Telefonare al n. 0424 464041.
Ragazza 26enne offresi come baby sitter.
Per informazioni telefonare
al 340.0022229
Dalle ore 8.45 di sabato 17
alle ore 8.45 di sabato 24 maggio
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del
dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari 34
Dalle ore 8.45 di sabato 24
alle ore 8.45 di sabato 31 maggio
ASIAGO: Farmacia Rossi del
dr. Adelchi Zuccato – Via Matteotti
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ARIETE
Se Siete in attesa di novità entusiasmanti e avete già intravisto il
settore nel quale le vorreste, potete incominciare a porre le premesse
di un cambiamento positivo, che via maggiore sicurezza per l’avvenire. I cambiamenti potranno infatti riguardare sia l’amore che il lavoro, sta quindi a voi scegliere come e dove canalizzare gli influssi
uraniani, che non deludono mai.
TORO
Potendo scegliere, cominciate con ciò che avete trascurato e che
oggi richiede maggiore attenzione, risolvendo un problema di cuore
o di soldi, che reclama la vostra presenza. L’amore, se non tutto va
proprio come desiderate, può essere trascurato in attesa di una schiarita imminente, che non dovrete però sollecitare. Intanto potete occuparvi di voi stessi.
GEMELLI
Se vorrete dare ascolto al destino, non vi mancheranno le occasioni
di selezionare tra tutto quello che succede intorno a voi, l’essenziale: vi adeguerete così ai suggerimenti di Saturno e di Marte, che
indicano il coraggio e la prudenza come le qualità più adeguate alle
attuali necessità. Potete regolarvi scegliendo l’amore o il lavoro, a
seconda dell’urgenza.
CANCRO
Potete mettere a frutto le vostre migliori qualità, come l’ottimismo e
la capacità di stabilire rapporti felici sia sul piano affettivo, sia nelle
amicizie. Guardandovi attorno con selettività saprete bene come
muovervi, scegliendo con cura quello che vi sta più a cuore e rinunciando al resto. Negli adempimenti quotidiani potete concentrarvi
su ciò che è più urgente.
LEONE
Con il vostro giudizio, quasi infallibile, siete in grado di stroncare chi
vi contraddice. Evitare però di sbandierare il vostro successo con
chi non ha la vostra capacità dialettica, perché sarete oggetto di una
invidia feroce, che non sapreste come gestire. Nel lavoro siete a
grado di portare a termine un confronto ben iniziato ma, ahimè,
lasciato a metà.
VERGINE
Contando sul favore di Venere e di Mercurio sarete in grado di far
fronte in modo costruttivo a un problema di soldi e di affetti, scegliendo con cura il momento e le parole giuste per agire. L’amore
potrà darvi maggiore sicurezza se, a vostra volta, saprete convincere il partner a fidarvi di voi. Nei rapporti di lavoro non perdete
d’occhio l’equilibrio di bilancio.
BILANCIA
Potete tuttora contare sulla presenza di Giove nel vostro segno,
che facilita sia l’amore che la finanza, senza ignorare, se vi interessa, la forma fisica, recuperando bellezza ed energia. Una indagine
approfondita su alcuni particolari che finora vi erano sfuggiti vi
darà una comprensione completa di un problema che finalmente
siete in grado di risolvere.
SCORPIONE
Nessun ostacolo si frappone ai vostri progetti, specialmente nella
vita di relazione, che potrebbe essere rinnovata con il recupero di
un rapporto in crisi, oppure con una coraggiosa decisione di cambiare rotta. Potrete anche occuparvi di gestire al meglio la vostra
immagine, che può recuperare smalto e incisività, specie se sono
in ballo questioni di principio.
SAGITTARIO
E’ arrivato il momento di agire con sicurezza, basandovi su un’attenta valutazione degli aspetti pratici di ciò che vi sta a cuore,
specialmente se si tratta di problemi d’amore che hanno un riscontro finanziario. Il compito di Saturno e Marte è quello di indicarvi
che dovete affrontare con coraggio l’eliminazione di ogni spreco,
sia che si tratti di affetti che nel campo del denaro.
CAPRICORNO
Volendo sfruttare un destino propizio, potete affrettarvi a cogliere
i frutti di quello che avete seminato nel recente passato. L’amore è
il favorito del momento, grazie a Venere e Mercurio che rendono
facile una perfetta comprensione con il partner, migliorando così
anche la forma fisica. Nel lavoro e negli studi non c’è bisogno di
sacrificarsi.
ACQUARIO
Se siete alla ricerca di novità, il destino vi elargisce qualche piccola
ma stuzzicante occasione da vivere con il vostro abituale buongusto, ma senza sbandierare un successo che potrebbe essere effimero, specie negli incontri d’amore, imprevisti quanto piacevoli.
Nel lavoro potrete ottenere qualcosa in più scegliendo il momento
giusto per chiedere.
PESCI
Potete affrontare allegramente un problema che finora avete saggiamente schivato per mancanza di argomenti validi. Se nel mirino
c’è la vita di relazione potrete serenamente ricomporre un rapporto
in crisi, iniziarne uno nuovo di zecca, o decidere di passare qualche settimana in solitaria meditazione. In tutti i casi fate leva sul
vostro solito coraggio.
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l’Altopiano
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