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mucca cabannina sopravvissuta nel tempo

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mucca cabannina sopravvissuta nel tempo
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Il Giornale della Fontanabuona e dell’Aveto
Dicembre– Gennaio 11 / 12
STORIA E CULTURA CONTADINA
MUCCA CABANNINA
SOPRAVVISSUTA NEL TEMPO
OGGI IN PROVINCIA DI GENOVA
VIVONO SOLAMENTE DUECENTO ESEMPLARI
AVETO - Alla confluenza dei
fiumi Aveto e Bozale sorge il
piccolo paese di Cabanne, da
cui la mucca Cabannina trae
il nome, in quanto suo principale, se non “unico”, centro di
allevamento e di diffusione.
La conformazione del territorio è quella tipica della zona
appenninica: le pendici dei
monti sono ricche di boschi di
castagno e faggio, con piccole
radure e scarse zone coltivabili, per lo più rese disponibili
grazie a opere di terrazzamenti. Cabanne, fin dall’antichità,
ha costituito uno snodo importante per i commerci da e
per Piacenza, poiché nel suo
territorio passano le vie che
mettono in comunicazione la
Val Fontanabuona, l’Alta Val
Trebbia e il versante piacentino. La sua ampia piana
derivata dal prosciugamento
ad opera dei monaci benedettini di Villa Cella nel XIV secolo fu utilizzata da questo
periodo per l’agricoltura e
l’allevamento, dall’importante
famiglia dei Della Cella.
In questo contesto si svilup-
pò la razza della mucca Cabannina.
Recenti indagini sul dna
hanno mostrato evidenti collegamenti con l’antenato di
tutti i bovini moderni, il bos
primigenius, del quale ha
mantenuto le caratteristiche
lattifere e l’adattamento al
territorio.
L’allevamento prevede il pascolo in aree impervie e arbustive. La Cabannina è infatti
stata allevata per la sua capacità di utilizzare le spontanee risorse del territorio con
scarsissime interazioni esterne e, nonostante ciò, produrre un latte di buona qualità.
Oggi l’allevamento prevede
l’affidamento al pascolo: all’inizio della stagione primaverile le vacche vengono condotte nelle aree più impervie,
mentre a valle viene tagliato
il fieno, e, successivamente,
vengono pascolati i ricacci.
Purtroppo nel corso della
storia, la razza Cabannina è
stata messa a dura prova,
specialmente dagli inizi del
Novecento, quando si è teso a
sostituire tale razza con altre
più produttive, come la Bruna, a favorire incroci tra le
diverse specie bovine – 1963,
con la legge n. 126; è inoltre
mutato lo stile di vita nelle
valli appenniniche, dove già
nel dopoguerra era iniziato
l’abbandono delle terre e l’emigrazione verso la città, e si
era sviluppata una forma di
allevamento intensivo.
La situazione migliora nel
1985, quando la razza Cabannina ottiene un riconoscimento
ufficiale
con
il
“Registro anagrafico delle popolazioni autoctone e gruppi
etnici a limitata diffusione”:
questo ha significato la difesa
di tale razza e il riconoscimento di tutte le sue caratteristiche, che la contraddistinguono dagli altri bovini.
Oggi, nell’intera Provincia di
Genova, sopravvivono poco
più di 200 bovini di razza
Cabannina.
È stata definita una razza a
duplice attitudine per la produzione di carne e latte, ma
quest’ultimo è sicuramente il
suo prodotto migliore. E allora perché non recarsi a Cabanne, per degustare un bel
“toccu du cabanin”?
Questo formaggio dalla pasta
compatta ed elastica, dal colore paglierino, che evoca
all’olfatto il profumo di burro,
fieno, nocciola e miele, e dal
gusto saporito… Basta sognare, andiamo ad assaggiare,
con la speranza che questa
vacca e il suo formaggio possano essere un buon punto di
partenza per la rispresa di
questa terra.
Foto tratta dal sito internet www. Terre di portofino.
Eu.
Greta Paronuzzi
SANTO STEFANO
INSEGUENDO
I SEGRETI
E LE TRACCE
DEL LUPO
IL MAGNIFICO CARNIVORO
E’ RECENTEMENTE
TORNATO AD ABITARE
IL PARCO DELL’AVETO
SANTO STEFANO D’AVETO - Una
gita suggestiva alla scoperta
del lupo, tornato a vivere nel
territorio del Parco. Appuntamento il 4 dicembre con
un'escursione che porterà i
partecipanti alla conoscenza
del comportamento e della
biologia del lupo nel Parco e
di tutti gli aspetti storici, ecologici e culturali scaturiti dal
difficile rapporto con l'uomo
e con le sue attività. Punto di
ritrovo:ore 9.30 presso il Castello di S. Stefano d'Aveto,
rientro all ore 16 circa. Difficoltà media e costo 10 euro.
Per informazioni e prenotazioni telefonare al Parco
dell'Aveto.
Foto unamontagna d’accoglienza.it.
V.L
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