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Untitled - Aracne editrice
A10 645 Maria Carosella Fairylandia personaggi e luoghi delle terre incantate saggi di onomastica e toponomastica fantastica Prefazione di Ugo Vignuzzi A Federico, Alessandro e Ilaria Copyright © MMX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A-B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978-88-548-3426-2 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: luglio 2010 Indice 7 Prefazione 13 Introduzione 23 N el nome delle Winx. Mappa dei personaggi e dei luoghi dell’Universo Magico 1. Nomi trasparenti, 27 – 1.1. Nomi alludenti a una qualità, una caratteristica, una materia, un luogo o un possesso, 29 – 1.1.1. La trasparenza negata: il rapporto tra età e conoscenza, 36 – 1.1.2. Trasparenza “interna” e trasparenza “esterna”: il ruolo delle altre lingue, 39 – 1.2. Nomi legati al Mondo della Natura, 50 – 2. Nomi mitologici ed esoterici, 55 – 3. Nomi fonosimbolici, 61 – 4. Nomi simili a quelli reali, 63 – 4.1. Verisimiglianza reale e presunta: il ruolo della morfologia, 66 75 Nomi stregati e nomi fatati nel magico mondo di Fairy Oak 1. La magia della Natura: fitonomastici stregati e fitotoponomastici, 78 – 1.1. Zoonomastici e Zootoponomastici, 87 – 2. Nomi alludenti a una caratteristica, 88 – 3. Nomi fonosimbolici, 90 – 4. Onomaturgia metamagica: dal fairyonimo comune al fairytoponimo, 92 – 5. Ipocoristici, soprannomi e nomi scioglilingua, 93 – 6. Nomi verisimili, 99 – 7. Dinamiche della traduzione: Fairy Oak in castigliano (e basco), 101 5 6 Fairylandia 105 T rilli & Co. I nomi dei personaggi magici e dei luoghi incantati nella filmografia d’animazione 1. Onomaturgia del Regno fatato, 106 – 1.1. Le fate “elementali”, 114 – 1.1.1. Le fate della Terra, 115 – 1.1.2. Le fate dell’Aria, 119 – 1.1.3. Le fate dell’Acqua, 121 – 1.1.4. Le fate del Fuoco, 122 – 1.2. Fate delle stagioni, 123 – 1.3. Fatine “specializzate”, 125 – 1.4. Fate Madrine, Fate Custodi e Fate Guida, 126 – 1.4.1. Fate Regine, 130 – 1.4.2. Fate punitrici e Fate ammonitrici, 131 – 1.5. Fate cattive, 132 – 1.6. Altri esseri magici legati alla Natura, 133 – 1.7. Toponomastica del Regno fatato, 137 – 2. Witchlandia. Strategie dei nomi stregati, 146 – 2.1. Streghe e maghe, 146 – 2.1.1. Streghe e maghe cattive, 147 – 2.1.1.1. Streghe matrigne, 147 – 2.1.1.2. Altre streghe, 151 – 2.1.2. Streghe e maghe buone, 155 – 2.2. Maghi e stregoni, 156 – 2.2.1. Maghi e stregoni cattivi, 158 – 2.2.2. Maghi e stregoni buoni, 161 – 2.3. Nomi di animali stregati, 164 – 2.4. Toponomastica dei luoghi stregati, 165 – 3. Mitolandia, 167 – 3.1. Creature legate alla Natura, 168 – 3.2. Creature legate al Mare, 172 – 3.3. Altre creature mitologiche, 178 – 3.4. Animali mitologici e fantastici, 180 Prefazione Le fiabe/favole, e più in generale i racconti per l’infanzia, osservati nella prospettiva storico-linguistica italiana, sono stati oggetto recentemente di un bel saggio di Laura Ricci (L’italiano per l’infanzia, in Lingua e identità. Una storia sociale dell’italiano, a cura di P. Trifone, Roma, Carocci, nuova ed., 2009, pp. 323-50), che ha messo acutamente a fuoco la funzione che questa “letteratura di genere” ha svolto e continua a svolgere, dall’Ottocento ai giorni nostri, nei processi di alfabetizzazione/italianizzazione: ma se, anche per i loro aspetti ed effetti linguistici, il pensiero corre immediatamente a Pinocchio o a Cuore (per altro emergenti da una fitta schiera di opere di autori e autrici, di minor fortuna ma dal punto di vista letterario perfino più blasonati, come ad esempio De Marchi o Capuana), meno immediata può essere per molti l’associazione con le calviniane Fiabe italiane del 1956 programmaticamente (ri)scritte in un “italiano moderno”; per non parlare poi delle ricadute modellizzanti dei cartoons e delle altre serie di fiction televisive “per ragazzi” su intere generazioni di telealfabeti, a partire almeno dalla metà degli anni ’70. Non è davvero un caso allora che una giovane ma già valorosa studiosa di linguistica italiana, Maria (per gli amici Rosaria) Carosella – formatasi sul campo su tutt’altro versante, quello “duro e puro” della teoria fonologica soprattutto in àmbito italiano meridionale (nel suo importante volume sul vocalismo tonico in area garganica si dà sistemazione, a parere di chi scrive definitiva, del fenomeno variamente denominato isocronia o isocronismo sillabico, 7 8 Fairylandia ovvero differenziazione vocalica sillabica che la studiosa ha puntualizzato, in termini teorici del tutto sottoscrivibili, come differenziazione vocalica per posizione, quella, grosso modo, per cui milanesi, pescaresi e baresi dicono béne ma vèrde) –, abbia rivolta la sua attenzione a questa “fonte di linguaggio” (per riprendere un’espressione assai pregnante degli anni ’80 di Raffaele Simone) indagata da una angolatura di ricerca anch’essa particolarmente frequentata in questi ultimi anni, quella dell’onomastica (ivi compresa l’indagine sulle denominazioni di luogo) “fizionale” (com’è invalso denominarla in questi ultimi anni, ovviamente su modello angloamericano…), nello specifico “fantastica”, con una fioritura di studi sia in termini di analisi onomaturgica sia per quanto concerne le strategie traduttologiche. L’interesse per questo tipo di produzione ha certamente ricevuto un notevole impulso dall’uscita di opere che hanno conquistato un posto d’onore nella narrativa per ragazzi (e non solo) contemporanea mondiale come la saga del maghetto Harry Potter prodotta dalla penna della Rowling o la tolkieniana trilogia del Signore degli Anelli tornata alla ribalta grazie alla recente versione cinematografica. Sulla scia di questi grandi successi anche in Italia sono uscite numerose saghe fantasy: tra quelle di maggior successo le serie del Mondo Emerso e della Draconiana Sofia nate dalla fantasia di Licia Troisi, quelle che vedono come protagonisti rispettivamente Nina, Geno e Morga della scrittrice Moony Witcher (cfr. nel nostro vol. p. 77), e quella di Fairy Oak, scritta da Elisabetta Gnone, che racconta le storie delle streghette gemelle Vaniglia e Pervinca e degli altri abitanti del villaggio della Quercia fatata; proprio quest’ultima è oggetto di studio del saggio Nomi stregati e nomi fatati nel magico mondo di Fairy Oak (qui alle pp. 75-104, anche con attenzione alla traduzioni in castigliano; il contributo era già apparso in forma Introduzione Fate, streghe, maghi e folletti popolano da sempre i racconti e le storie destinati ai più piccoli1, per questo molti dei loro nomi appartengono all’immaginario fantastico di intere generazioni2. Chi non ricorda infatti la 1. Sulla genesi delle fiabe e delle favole più famose cfr. il repertorio di T. Dekker-J. van der Kooi-T. Meder, Dizionario delle fiabe e delle favole. Origini, sviluppo, variazioni, ed. ital. a cura di F. Tempesti, Bruno Mondadori, Milano 2001; per le fiabe italiane cfr. invece G.P. Caprettini-C. Carlevaris-A. Perissinotto-P. Osso, Dizionario della fiaba. Simboli, personaggi, storie delle fiabe regionali italiane, Meltemi, Roma 1998 e R. Aprile, Indice delle fiabe popolari italiane di magia, Olschki, Firenze 2000. 2. Taluni sono divenuti addirittura oggetto di processi antonomastici: è quanto è accaduto, ad esempio, al fairyonimo Fata Morgana slittato a significare il ‘fenomeno di rifrazione per cui un’immagine appare sospesa nell’aria’ per via della consuetudine che la fata aveva di rivelarsi in questo modo, oppure a Peter Pan ispiratore del nome della ‘sindrome psicologica in cui versano gli adulti che continuano ad avere atteggiamenti adolescenziali’; ma anche i nomi comuni di alcune creature magico-fantastiche o mitologiche hanno acquisito un valore antonomastico come è accaduto a fata, che ha oggi il significato di ‘donna bellissima e affascinante’ ed ha assunto un’accezione ancora più particolare nella locuzione mani di fata ‘persona con grande attitudine al cucito e al ricamo’, oppure a strega che vale ormai genericamente ‘donna brutta (e spesso anche vecchia)’, che nella locuzione colpo della strega ‘dolore acuto della zona lombare che provoca impossibilità ad assumere postura eretta’ richiama la posizione ricurva attribuita tradizionalmente a questa figura, o ancora a ninfa ‘donna giovane e molto bella, spesso ispiratrice di opere artistiche’ e al derivato ninfetta ‘ragazzina precoce sessualmente e con atteggiamenti provocanti’. Il fenomeno interessa però, in generale, parecchi protagonisti di opere letterarie, teatrali o cinematografiche come evidenzia, ad esempio, A. Pastore nel saggio Onomastica e ‘Cenerentola’, in M.G. Arcamone-G. Baroni-D. Bremer (a cura di), L’incanto del nome, ETS, Pisa 2002, pp. 107-15 a proposito 13 14 Fairylandia collodiana Fata Turchina di Pinocchio oppure le disneyane Smemorina, la fata madrina di Cenerentola, Trilli, la fatina amica di Peter Pan e Malefica, la terribile strega della Bella addormentata nel bosco? di Cinderella/Cenerentola che grazie alla traduzione semantico-etimologica contenente sempre la base cenere ha assunto in molti Paesi il significato di ‘fanciulla costretta ai lavori più umili’; sul costrutto italiano fare l’Otello ‘comportarsi da uomo geloso’ si veda invece il contributo di N. La Fauci, Nomi propri, luoghi comuni, in M.G. Arcamone-D. Bremer-D. De Camilli-B. Porcelli (a cura di), Atti del XXII Congresso internazionale di Scienze Onomastiche (Pisa, 28 agosto-4 settembre 2005), ETS, Pisa 2007, vol. I, pp. 605-13. Tra le tante forme che appartengono ormai al nostro patrimonio linguistico si possono citare, ad esempio, fantozziano ‘atteggiamento ossequioso e servile simile a quello del ragionier Fantozzi’ dal personaggio creato negli anni Settanta dall’attore Paolo Villaggio, essere un Paperone ‘essere molto ricco’ come lo zio del disneyano Paperino, ed anche effetto Paperino ‘disturbo relativo alla ricezione meccanica del linguaggio verbale percepito come più accelerato e acuto di quanto sia stato emesso’ collegato alla caratteristica voce stridula e starnazzante del personaggio. Sulla presenza dei nomi dei protagonisti dei comics (fumetti e cartoni) nel patrimonio linguistico collettivo e sulla conseguente creazione di figure antonomastiche cfr. G. Garzone, I nomi dei personaggi nei cartoni animati di Walt Disney nella prospettiva traduttologica, in «Rivista Italiana di Onomastica», XIII/1 (2007), pp. 151-66, a p. 165; sulla creazione di deonimici forgiati sui nomi di attori cfr. E. Picchiorri, Maciste non è un travoltino: attori e personaggi cinematografici nelle formazioni deonimiche, in «Rivista Italiana di Onomastica», XIV/1 (2008), pp. 83-8. Sul rapporto tra antroponimia e “tipi” umani nelle fiabe grimmiane cfr. invece M. Menegazzi, I nomi propri nei Kinder-und Hausmärken dei fratelli Grimm, in «Il Nome nel testo», VIII (2006), pp. 531-9 e D. Bremer, Formazione delle parole e onomastica letteraria di lingua tedesca: la traduzione dei nomi parlanti, in E. Papa (a cura di), Da Torino a Bari. Atti delle giornate di studio di Onomastica (Torino, 28-29 aprile 2006) – Atti delle giornate di studio di Onomastica (Bari, 25-26 maggio 2006), Edizioni dell’Orso, Alessandria 2007, pp. 133-49. In generale sullo slittamento dal nome proprio “letterario” al nome comune cfr., tra gli altri, G. D’Acunti, I nomi di persona, in L. Serianni-P. Trifone (a cura di), Storia della lingua italiana, vol. II. Scritto e parlato, Einaudi, Torino 1994, pp. 795-857, alle pp. 851-7. Introduzione 15 Nonostante l’avanzare dell’era tecnologica le creature magiche e fantastiche sono presenti anche nella narrativa e nella filmografia d’animazione più recente; anzi, negli ultimi anni, hanno abbandonato i ruoli marginali e le sporadiche apparizioni per diventare protagoniste, ritagliandosi un posto del tutto speciale: si è assistito infatti a una sorta di bonaria invasione, una fairymania3 che non ha risparmiato nessun Paese, Italia compresa4. Tutti e tre i saggi presentati in questo volume hanno come scopo l’analisi dei nomi delle creature magiche e fantastiche (fairyonimi) e dei luoghi incantati (fairytoponimi) attraverso l’individuazione dei meccanismi che sottostanno alla creazione onomaturgica, e vogliono porsi 3. Come noto Fairy Tales sono definite in area anglosassone le storie che hanno come protagoniste le creature magiche e fantastiche; un sinonimo più moderno è fairystories (cfr. Oxford English Dictionary [OED], versione on-line, s.v. fairystory). 4. Innumerevoli i racconti, i romanzi o le storie animate a loro dedicati. Ricca di titoli la collana Disney fairies che ha per protagoniste la fatina Trilli e le sue amiche della Radura incantata a cui sono associati anche quattro DVD Home-video: Trilli (2008), Trilli e il tesoro perduto (2009), Trilli e il grande salvataggio (in uscita a fine 2010) e Trilli e l’avventura in inverno [titolo provvisorio] (in uscita a fine 2011); moltissimi ormai anche i romanzi della serie Milla & Sugar di P. Bat (Piemme, Milano 2005-); bellissimi i libri illustrati della collana Le Fate dei Fiori ideata da C.M. Barker (nel lontano 1923, edita in Italia da Fabbri); la fata Elina, con le sembianze di Barbie, è invece la protagonista della serie DVD Home-video Barbie Fairytopia (Mattel Entertainment, 2004-2007). Tra i tanti racconti editi negli ultimi anni che vedono come protagoniste fate e streghe ricordiamo solo H. Bichonnier, Pizzicamì Pizzicamè e la strega, trad. G. Lughi, Emme Edizioni, Trieste 2005; S. Ruiz Mignone, La strega di Natale, Interlinea, Novara 2007; M. Lavagetto (a cura di), Racconti di Orchi, di Fate e di Streghe. La fiaba letteraria in Italia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2008; S. Fabri, Streghe, sirene e cavalieri, Giunti Junior, Firenze 2008; A. Silverini, Nebbia di streghe, Falzea Editore, Reggio Calabria 2008; R. Dahl, Le streghe, trad. F. Lazzarato, Salani, Firenze 2008; A. Sala, Isotta strega farlocca, Paoline Editoriale, Roma 2009; M. Rossi, Oscuro e la strega, Bohem Press, Trieste 2009. 16 Fairylandia come tasselli di una più ampia indagine volta a delineare le dinamiche di formazione di questo tipo di nomi fizionali5 sia nella letteratura fantastica e nella filmografia (latu sensu) animata made in Italy dedicate all’infanzia e alla primissima adolescenza sia nelle versioni italiane dei film d’animazione6 – evidenziando, in questo caso, le scelte traduttologiche in termini di mantenimento, di traslitterazione letterale o di nuova creazione –. I primi due contributi, Nel nome delle Winx. Mappa dei personaggi e dei luoghi dell’Universo Magico (alle pp. 23-74) e Nomi stregati e nomi fatati nel magico mondo di Fairy Oak (alle pp. 75-104), ampliano e aggiornano saggi già apparsi in altre sedi con titoli diversi (rispettivamente I nomi magici nella letteratura fantastica per bambine: il caso delle Winx, in P. D’Achille-E. Caffarelli (a cura di), Lessicografia e Onomastica 2. Giornate internazionali di Studio, Università degli Studi Roma Tre, Roma, 14-16 febbraio 2008, [Quaderni Internazionali di RIOn 3], SER, Roma 2008, pp. 631-41 e I nomi magici della saga di Fairy Oak, in «Rivista Italiana di Onomastica», XV/1, 2009, pp. 113-23), mentre il terzo, Trilli & Co. I nomi dei personaggi magici e dei luoghi incantati nella filmografia d’animazione (alle pp. 105-84), è inedito. Tutti e tre i corpora analizzati si configurano come affini per genere, target d’utenza e lingua, ma, al contempo, come diversi a livello tipologico a garanzia del confronto. La disamina dei materiali ha permesso di rilevare una serie di dinamiche comuni come la trasparenza del rapporto tra nome e referente/concetto/mondo di riferimento, il ricorso alla mitologia e ad àmbiti gnoseologici cultural5. Sulla denominazione dei personaggi nelle opere d’invenzione cfr., tra gli altri, G. D’Acunti, cit., alle pp. 838-50 e M. Viezzi, Denominazioni proprie e traduzione, LED, Milano 2004, alle pp. 32-41. 6. Come ben noto quasi tutti di produzione statunitense.