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La famosa volontà di Massimo Bontempelli

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La famosa volontà di Massimo Bontempelli
Brani letterari
Autore
© Studio Arcobaleno Multimedia - Anno 2014
Titolo opera
La scacchiera davanti allo specchio
Titolo brano
La famosa volontà
Autore
Testo del brano
Massimo Bontempelli
Appena il Re m'ebbe detto a quel modo, il mio primo impulso fu di dargli un
pugno. Ne spiego subito il perché. Nella mia ancor breve vita, m'era accaduto
non so quante volte di sentirmi dire e ripetere quella frase: - Con la volontà si
riesce a tutto - . Me l'ero sentita dire, e ripetere: dai miei genitori, dai parenti
più prossimi dei miei genitori, dagli amici dei miei genitori e dei loro parenti, dai
miei maestri. E qualche volta l'avevo anche letta nei libri di scuola, o nei libri
che mi regalavano. Ora quella frase mi aveva sempre messo in gran furore,
oppure in grande malinconia. Non avevo mai osato contraddire, ma pensavo:
<<Se fosse vero che con la Volontà si riesce a tutto, io riuscirei, che ne ho tanta
voglia, a cogliere le mele dell'albero del giardino di faccia alla scuola, dove c'è
un muro di cinta alto tre volte più di me, con su infissi per giunta una quantità
di cocci di vetro; riuscirei a volar fuori dalla finestra e andarmene fin dove
c'è il mare; riuscirei a mangiare tutte le conserve di frutta che sono in dispensa
senza che mi facessero male come m'è accaduto una volta che ne ho pur
mangiati due soli vasetti, e ce n'erano cinque; riuscirei a imparare le mie lezioni
senza perder tanto tempo a studiarle; riuscirei ad aver subito diciotto anni >>.
Queste erano tutte le cose di cui avevo grandissima volontà, ma non bastava.
Ogni mio lettore s'è accorto, come io capissi a rovescio quella famosa frase
della Volontà, che è una verità sacrosanta. Soltanto molti anni più tardi l'ho
capita a dovere. Ma in quel tempo, mentre me la dicevano come un
incoraggiamento, essa invece non riusciva che a scoraggiarmi. È facile dunque
pensare come rimasi male quando me la sentii tutt'a un tratto buttare in faccia
dal Re Bianco, ch'era riflesso nello specchio, e che non era mio genitore, né
parente o amico dei genitori, né maestro, né libro di scuola o di lettura: niente.
Gli avrei dato, come ho detto, un pugno.
Me ne trattenni, un poco forse per rispetto alla maestà regale, un po' perché
m'accorsi senz'altro che dando un pugno a lui avrei rotto lo specchio, cosa che
m'era stato precisamente raccomandato di non fare.
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