Comments
Description
Transcript
l` esame obiettivo in ortopedia
L’ ESAME OBIETTIVO IN ORTOPEDIA L’ esame obiettivo rappresenta una delle tappe fondamentali nella diagnosi e quindi nella terapia di qualsiasi patologia; tuttavia, in ambito ortopedico, il legame con altri momenti diagnostici quali un’ attenta anamnesi del paziente e dell’ eventuale trauma e la diagnostica strumentale, che trae dall’ esame obiettivo delle preziose indicazioni, è ancora più inscindibile. I momenti salienti di un preciso ed attento esame obiettivo di tipo ortopedico possono essere così riassunti: Ispezione intesa anche come valutazione dell’ atteggiamento Palpazione Misurazioni e valutazione della motilità Semeiotica del segmento in valutazione Valutazione di eventuali deficit vascolo-nervosi Dopo avere valutato l’ atteggiamento del paziente o del segmento che, in condizioni fisiologiche, è definito indifferente, mentre in situazioni patologiche, causa anchilosi dolore contratture, è definito obbligato; nell’ ispezione viene valutata la normale morfologia del segmento corporeo in esame. Pertanto vengono annotate deviazioni nei vari piani quali varismo e valgismo, procurvazione e recurvazione, intra ed extrarotazione, scoliosi iperlordosi e ipercifosi, supinazione e pronazione. Vengono altresì osservate la presenza di eventuali reperti quali ecchimosi, edemi, aree eritematose, ferite che possono aiutare l’ esaminatore nella comprensione della dinamica traumatica o ad identificare la sede della sintomatologia. Nella effettuazione della palpazione è requisito fondamentale la conoscenza anatomica della struttura in esame, onde potere riconoscere i vari reperi anatomici così da ricondurre a precise strutture il riscontro obiettivo. Vengono inoltre raccolti dati relativi al tono-trofismo muscolare, alla temperarura cutanee, alla presenza di versamenti articolari e non, alle dimensioni, consistenza e mobilità di eventuali neoformazioni. Nell’ esame degli arti risulta fondamentale la misurazione completa dei 2 segmenti onde accertare eventuali dismetrie. I reperi usualmente utilizzati per la misurazione dell’ arto superiore sono: il trochite omerale e l’ epicondilo per la misurazione del braccio; l’ epicondilo e lo stiloide radiale per quella dell’ avambraccio. I reperi dell’ arto inferiore sono la spina iliaca antero-superiore e la rima articolare mediale del ginocchio per la misurazione della coscia; l’ emirima articolare mediale ed il malleolo interno per la gamba. La misurazione va effettuata prima per l’ intero arto quindi per i singoli segmenti. Oltre alla misurazione di eventuali dismetrie segmentarie, a livello articolare vengono valutate la mobilità delle singole articolazioni, appurando così la presenza di eventuali deficit dovuti a impedimenti meccanici quali la perdita dei normali rapporti articolari o a contratture antalgiche, rapportando i valori ottenuti a quelli fisiologici riportati successivamente unitamente alle principali manovre di semiotica ortopedica. Proseguendo nella valutazione l’ esaminatore dovrà ponderare la presenza di eventuali deficit vascolo-nervosi da ricondurre all’evento traumatico o alla patologia ortopedica in atto oppure a concomitanti patologie. Ecco perciò l’ importanza dell’ attento esame dei riflessi nervosi osteoarticolari, dei vari tipi di sensibilità nervosa, della presenza o meno dei polsi arteriosi, del decorso dei principali fasci vacolo-nervosi. Esistono infine alcuni accorgimenti fondamentali nella esecuzione di un accurato esame obiettivo che sono: - è essenziale mettere a nudo completamente la parte da esaminare - le articolazioni portanti dovrebbero essere esaminate con il paziente in piedi e in posizione seduta - è necessario esaminare sempre le articolazioni a monte e a valle di quella sintomatica - si possono mettere in evidenza sottili modificazioni se si confronta sempre l’ articolazione controlaterale. Di seguito vengono analizzati i singoli distretti osteo-muscolari riportando i fisiologici valori di motilità articolare, i principali gruppi muscolari con le relative innervazioni e le principali manovre di semiotica ortopedica. LE MANI E I POLSI Movimenti: Polso: Estensione: 70° (C 6,7) m. estensore lungo e breve radiale del carpo, m. estensore ulnare del carpo (N. Radiale) Flessione: 80° m. flessore radiale del carpo (N. Mediano), m. flessore ulnare del carpo (N. Ulnare) Deviazione radiale: 20° Deviazione ulnare: 30°Mano: Estensione delle dita: MCF 30°, IFP: 0°, IFD: 5°: m. estensore comune delle dita, dell’ indice e del V dito ( N. Radiale) Flessione delle dita: (C8) - IFP: 110° m. flessore superficiale delle dita (N. Mediano) - IFP: 90° m. flessore profondo delle dita (N. Mediano) - MCF: 90° 2 m. lombricali mediali (N. Ulnare). 2 m. lombricali laterali (N. Ulnare) Adduzione delle dita: (T1) m. interossei palmari (N. Ulnare) Abduzione delle dita: (T1) m. interossei dorsali, abduttore del V dito (N. Ulnare) Estensione del pollice: - MCF 50°, m. estensore breve del pollice - IF 5°, m. estensore lungo del pollice (N. Radiale) Flessione del pollice: - MCF 50°, m. flessore breve del pollice (N. Mediano e Ulnare) - IF 5°, m. flessore lungo del pollice ( N. Mediano) Abduzione: 70°, m. abduttore breve e lungo del pollice (N. Mediano) Adduzione: m. adduttore del pollice (N. Ulnare) Tenosinovite di de Quervain: - Test di Finkelstein: il pollice viene flesso attraverso la superficie palmare del polso e poi viene formato il pugno. la mano è poi deviata verso il lato ulnare, provocando dolore distalmente al processo stiloideo del radio. I GOMITI Movimenti: Flessione: 135° m. brachiale, m. bicipite (C 5,6) Estensione: 0-5° m. tricipite (C7-8) Supinazione: m. bicipite, m. supinatore Pronazione: m. pronatore rotondo e pronatore quadrato. LA SPALLA Movimenti: Adduzione:45°, m. gran pettorale, m. gran dorsale Abduzione: 180°, m. deltoide, m. sopraspinato (C 5,6) Rotazione interna: 55°, m. sottoscapolare, m. gran pettorale Rotazione esterna: m. piccolo rotondo, m. sopraspinato, m. sottospinato Flessione: 90°, m. deltoide, m. coracobrachiale Estensione: 50°, m. gran dorsale, m. gran rotondo, m. deltoide Patologie a carico della cuffia dei rotatori: - Arco doloroso: all’ abduzione del braccio il paziente riferisce dolore tra i 60° e 120° e nei casi di estese rotture tale movimento è impedito - Segni di conflitto acromion-claveare: esistono numerose manovre cliniche (segno di Neer, di Jobe, di Yocum etc.) in cui l’esaminatore cerca di accentuare l’ “impigment” tra trochite omerale e acromion con relativo trauma a carico delle strutture interposte (cuffia e borse) - Segno di Neer: l’ esaminatore è posto dietro al paziente che è seduto. La rotazione della scapola è bloccata con uma mano, mentre l’ altra solleva il braccio del soggetto in avanti, producendo una flessione anteriore e abduzione che creano un conflitto tra il trchite ed il bordo antero-inferiore dell’ acromion. - Segno di Yergason: a paziente seduto con il gomito flesso a 90°, una ulteriore flessione effettuata contro resistenza causerà un vivo dolore localizzato in corrispondenza del capo lungo del bicipite identificandone una sofferenza. L’ ANCA Movimenti: Estensione: 5°-20°, m. grande gluteo (S1) Flessione:120°, m. ileopsas (L1,2,3) Abduzione: 60° m. gluteo medio (L5) Adduzione: m. adduttore lungo (L2, 3, 4 N. Otturatorio) IL GINOCCHIO Movimenti: Estensione:0-5° m. quadricipite (L 2,3,4) Flessione: 135° m. bicipite (S1), m. semimenbranoso (L5), m. semitendinoso (L5) Tests Speciali: Segni di lassità legamentosa: - Cassetto antero-posteriore: a paziente supino con il ginocchio da esaminare flesso a circa 90° con il piede appoggiato al lettino, impugnando la parte prossimale della tibia con ambo le mani si cerca di provocare una traslazione anteriore (Leg. crociato anteriore) e posteriore (Leg. crociato posteriore) della gamba indice di una eventuale lassità legamentosa. - Test di Lachman: a paziente supino impugnando contemporaneamente con le mani sia il femore distale sia la tibia prossimale si sollecita la traslazione della tibia sul femore a ginocchio lievemente flesso sul piano antero-posteriore per la valutazione dei 2 Leg. crociati - Stess in varo-valgo: a paziente supino vengono valutati i 2 legamenti collaterali mediale e laterale, sollecitando una deviazione mediale e laterale della tibia impugnata con una mano dall’ esaminatore a livello sovramalleolare e mantenendo il femore fisso con l’ altra mano. La manovra va ripetuta a completa estensione e a 30° di flessione del ginocchio. Segni Meniscali: - Digitopressione delle emirime articolari: paziente supino con il ginocchio flesso a circa 90° si effettua una digitopressione dell’ emirima mediale e laterale dell’ articolazione femoro-tibiale in corrispondenza dei 2 menischi, alla ricerca di dolorabilità, segno di sospetta lesione meniscale. - Test di McMurray: a paziente supino, si sollecita la gamba in intra ed extrarotazione mantenendo il ginocchio in massima flessione. In caso di patologia meniscale si desta dolorabilità associata a volte a sensazione di scatto in corrispondenza dell’ emirima mediale o laterale. - Test di Appley: a paziente prono con ginocchio flesso a 90° in caso di patologia meniscale, si causa dolore localizzato alla emirima articolare corrispondente esercitando una intra o extrarotazione della gamba mantenendo contemporaneamente una modica pressione sulla pianta del piede. Segni di patologia a carico dell’ articolazione femoro-rotulea: - segno della raspa: a paziente supino con il ginocchio esteso, si imprime alla rotula un movimento di “va e vieni” sia in direzione prossimo-distale sia latero-mediale: Il movimento provoca una sensazione di una pialla rugosa accompagnata da dolore retrorotuleo nei soggetti in cui esiste un attrito femoro-rotuleo. IL PIEDE E LA CAVIGLIA Movimenti: Dorsiflessione della caviglia: 15° m. tibiale ant., m. estensore lungo dell’ alluce, estensore lungo delle dita (L4,5) Flessione plantare: 55° m. gastrocnemio, soleo, peroneo lungo e breve (S1, 2) Inversione: 35° m. tibiale ant. (L4, 5) Eversione: 25° m. peroneo lungo e breve (S 1) IL RACHIDE Movimenti: Flessione anteriore: il paziente dovrebbe essere capace di appoggiare il mento sul torace Flessione laterale: 30° sia a destra sia a sinistra Estensione: 30° il paziente dovrebbe essere capace di guardare il soffitto Rotazione: 80° sia a destra sia a sinistra (linea della spalla) Segni di sofferenza radicolare: - Test di Lasegue: a paziente supino , si flettono anca e ginocchio a 90°, estendendo quindi la gamba sulla coscia si provoca così una trazione sul nervo sciatico. - Test di Valleix: a paziente prono si effettuano delle pressioni in corrispondenza del decorso del nervo sciatico (recione glutea, colletto del perone, malleolo esterno) provocando dolore. - Manovra di Valsalva: il paziente viene invitato ad un’ espirazione forzata a glottide chiusa con un relativo aumento della pressione endorachidea. - Segno di Wasserman: a paziente prono con ginocchio flesso a 90° viene sollecitato lo stiramento delle radici del nervo femorale iperestendendo l’anca. - Segno di Dandy: a paziente supino con ginocchio esteso viene saggiata la validità della flessione dorsale dell’ alluce contro resistenza, che risulta ipovalida nei casi positivi. - Valutazione dei riflessi osteotendinei: la valutazione di alcuni riflessi nervosi localizzati all’ arto inferiore può indicare una sofferenza (ipo- ed iper-riflessia) nervosa come: il riflesso rotuleo (L4), il riflesso achilleo (S1) ed il riflesso