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Dopo un lungo processo di maturazione, durato pro
LA PRATICA DELLA PERSPETTIVA D opo un lungo processo di maturazione, durato probabilmente una quindicina d’anni, Barbaro nel 1568 dà alle stampe La pratica della perspettiva nella bottega dei fratelli Camillo e Rutilio Borgominieri [Cat. 28-29], editori che si erano fatti conoscere sul mercato veneziano per l’alta qualità dei propri prodotti. L’opera, uscita perlomeno in cinque diverse varianti fra il 1568 e il 1569, viene dedicata da Barbaro all’amico Matteo Macigni, conosciuto durante gli anni padovani. Nella dedicatoria, oltre a ribadire il vincolo di amicizia fra i due e ricordare gli studi giovanili comuni, viene confermato il fatto che il lavoro impegnò Barbaro per molti anni. L’intenzione di Barbaro di pubblicare un trattato sulla pratica della prospettiva indirizzato agli artisti era infatti già stata delineata in un certo dettaglio nelle due edizioni del com- Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms It. IV, 41 (=3069): Scenografia pictoribus et scultoribus perutilis, c. 88r. mentario vitruviano (1566 e 1567). La Biblioteca Marciana attualmente possiede tre manoscritti relativi al trattato sulla prospettiva, tutti appartenenti alla biblioteca di Daniele [Cat. 25-27]. Nel ms It. IV, 39 (=5446) [Cat. 27] risulta possibile distinguere per lo meno tre diverse entità assemblate. In esso vengono presi in esame, in maniera estesa, temi inerenti alla geometria e alla prospettiva, che saranno poi presentati, in forma ridotta, nel volume edito. Vi si trovano numerosi disegni geometrici, da attribuirsi allo stesso Barbaro. Si tratta di una raccolta di appunti di studio e materiale in forma grezza poi selezionata, raffinata e sintetizzata in vista della pubblicazione. Il ms Lat. VIII, 41 (=3069) [Cat. 25] raccoglie materiali per un’edizione in lingua latina del trattato sulla prospettiva, mai data alle stampe, e numerosi disegni. Confrontando il materiale contenuto nel codice con l’edizione a stampa, risulta possibile seguire lo svolgimento della materia in maniera del tutto parallela. Il testo manoscritto si interrompe bruscamente con la descrizione del capitello ionico (Parte Quarta, Libro VIII), cioè a circa due terzi del materiale dato alle stampe. Dunque a un certo punto il progetto di realizzare le due versioni viene abbandonato da Barbaro, il quale dette la precedenza alla stesura in lingua italiana. Nella seconda parte del volume si trovano numerosi disegni. Il ms It. IV, 40 (=5447) [Cat. 26] è il prezioso menabò consegnato da Barbaro alle stampe. Vi compaiono testi e disegni manoscritti, ma anche numerose xilografie di prova ritagliate e incollate, istruzioni per lo stampatore, e segni a stilo fatti dal tipografo in preparazione per la stampa (che rispetta fedelmente questo manoscritto). Questi tre codici, unitamente all’edizione a stampa, costituiscono un corpus eccezionale che permette di studiare e cercare di comprendere il metodo di lavoro di Barbaro, e di seguire passo a passo le varie fasi di produzione di un libro illustrato nella Venezia del Cinquecento. Svariati, intanto, gli interessi scientifici di Daniele: l’attività degli anni cinquanta e sessanta è testimoniata dal ms De horologiis [Cat. 23]. Fabrizio Mordente gli dedica una rara incisione con lo sviluppo di uno strumento per il disegno [Cat. 24]. 185937_Biblio_Marciana_spiegoni.indd 6 03/12/15 16:22