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La Questione della lingua negli anni Ottanta e Novanta

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La Questione della lingua negli anni Ottanta e Novanta
La Questione della lingua
negli anni Ottanta e Novanta
L’italiano contemporaneo
1. Alla ricerca di una definizione

Definitionsproblem des heutigen Italienischs → viele Sprachvarietäten, „die
unmöglich als verschiedene Formen einer einzigen Sprache (des
Italienischen) betrachtet werden könnten.“ (Lepschy, 5)

einige Merkmale des Standarditalienisch in Norditalien nicht vorhanden →
Beispiele:
→ stimmlose Affrikate [tsio]
→ stimmlose intervokalischen Sibilanten [kasa]
→ syntaktische Verdoppelung [a kkasa]

Esiste ormai un italiano comune, esiste un italiano nazionale, ma con certi
problemi, con qualche riserva e qualche limite. Il lessico generale, il lessico
tecnologico italiano, è uguale in tutta Italia, perché la cultura generale, la
cultura tecnologica, sono nate a livelli nazionali e internazionali, non hanno
evidentemente radici regionali come il lessico dei vecchi mestieri, le parole
dell’artigiano, o quelle della vita più umile e domestica. Cinquant’anni fa, di
decisamente comune, avevamo soprattutto «vocabolario nazionale per
discutere dell’immortalità dell’anima, per esaltare il valor civile, per
descrivere un tramonto, per scogliere un lamento su un amore perduto (E.
Peruzzi), per discorrere dei sentimenti più nobili ed elevati, ma non per
parlare dei legacci delle scarpe o di un certo tipo di pentola: non esisteva
una terminologia uguale in tutta Italia per designare le cose di tutti i giorni.
Per certi piccoli oggetti non abbiamo ancora una parola nazionale (…).”
(Beccaria 1992, 91)
Tullio De Mauro
Maria Corti
“Tutte le lingue del mondo sono investite (…) da
una «flusso di influssi reciproci e violenti che
vanno al di là (e questo è un fatto probabilmente
nuovo) della misura che si è verificata normalmente in altre epoche storiche. Voglio dire: i
linguisti non sono mai riusciti a spiegare ai
linguaioli, ai puristi, il concetto che era già della
linguistica dell’Ottocento e cioè che ogni lingua è
«meticcia  costitutivamente, per forza.”
“Si [ital. parlato] è irrobustito sociologicamente,
non si è arricchito, anzi si è un po’ impoverito, un
po’ standardizzato; gli italiani parlano con un
numero di parole infinitamente inferiore a quello
che potrebbero usare, che la lingua possiede, e
questo standard è l’effetto dei mass media da
una parte e anche della stessa tecnologia
dall’altra. (…) [Si] sono ridotti i regionalismi e
accentuata l’italianità. Una lingua più unitaria.”
Gianfranco Folena
Giovanni Nencioni
“[La] lingua appare sempre più farcita di cascami. È una lingua quasi sempre di riuso. Poiché il
grande patrimonio proverbiale è tramontato, si
serve di moduli ricalcati su titoli di successo, per
esempio: (…) [Si] rifà al inglese «è bello, come
in «Black is beautiful (…), per cui abbiamo
«Donna è bello, un calco del tutto estraneo alla
nostra tradizione, che distorce la nostra struttura
grammaticale (…). È vero che un’espressione
del genere ha un sapore marginale, quasi
scherzoso, pero è una delle manifestazioni di
quello che io chiamo italiano coloniale.”
“Le strutture portanti della lingua media che si va
formando, le strutture cioè che si modificano solo
nel correre lunghissimo del tempo, sono ancora
fiorentine. Ma fiorentine antiche (…). Oggi chi
parla in dialetto fiorentino dice «fussino, mentre
noi in italiano diciamo «fossero (…). A Milano io
non chiederei mai del cacio, ma del formaggio.
(…) Vuol dire che io sento che alcuni elementi
del vocabolario toscano si sono provincializzati,
e sono ormai elementi o dialettali o letterari. (…)
È che la vitalità sociale è passata ad altre
regione italiane. E non solo la vitalità sociale, ma
anche quella letteraria (…)”
L’italiano contemporaneo
2. Caratteristici dell’italiano contemporaneo
„Molti ottimisti hanno decantato in questi anni, in toni talvolta trionfalistici, gli
incrementi di padronanza sciolta, sicura, approfondita della lingua nazionale
da parte della stragrande maggioranza degli italiani. La realtà è che le
nuove generazioni non sanno più governare i periodi, maneggiare con
qualche disinvoltura la lingua, non conoscono che poche parole. La lingua
nazionale è più che mai lontana dal costituire un bene culturale ampiamente
diffuso.“ (Beccaria 1985, 9)

häufigste Phänomene (zit. nach Mengaldo 94/95):

gli-generalizzato

lui, lei, loro als Subjekt

Präpositionalkonstruktionen mit Partitiv

ci-ridondante-attualizzante con avere e altri verbi

dislocazione a sinistra / a destra

frase scissa

tipi ridondanti a me mi, di questo ne, nominativum pendens

che-polivalente

cosa-interrogativo

per cui-‘astratto’

prevalere di dato che su poiché, di perché su affinché, di come mai su
perché-interrogativo

uso di connettivi testuali

sostituzione del congiuntivo col indicativo

concordanza ad sensum

c’è con il plurale

espansione dei pronominali ‘affettivi’

niente con valore aggettivale
La Questione – Le
Premesse
Il pensiero gramsciano

erstmalig Questione della Lingua als Indiz für Beziehungen zwischen
sozialen Klassen betrachtet

in Nachkriegszeit publizierte „Quaderni del Carcere“ haben großen Einfluss
auf Intellektuelle

29. „Quaderno del Carcere“ – “Note per una introduzione allo studio della
grammatica”

geeignete Kanäle Sprachinnovationen und neue linguistische Modelle zu
verbreiten → Schule, Zeitung, Autoren, Theater, Kino, Radio, öffentliche
Versammlungen, Kommunikation zwischen Gesellschaftsschichten,
Dialekte

Verständlichkeit von Sprache: „Il segreto della chiarezza non stava nel
lessico né nella brevità delle frasi, ma negli snodi, nelle connessioni tra gli
argomenti, cioè nella struttura logica.”
→ untergebene Klassen können sich nur emanzipieren durch sich zu Eigen
machen der hegemonialen Kultur, da es nur eine Kultur gibt
→ Diskussion angemessen in der politischen Sprachdiskussion, aber in
anderen Bereichen nicht ganz adäquat
La nuova questione della lingua –
Pier Paolo Passolini

Zeit des „miracolo economico“

Unterstützer der Dialekte → Inspirationsquelle

Theorie bestehend aus 2 Komponenten


Marxismus (v.a. im Sinne Gramscis)

moderne linguistische Theorien
Ideen Gramscis mit anderen verbunden

insbes. Gianfranco Contini → Multilinguismo in ital. Literatur

Existenz von zwei parallelen und von einander verschiedenen Linien
→ beginnend mit Dante und „sperimentalismo linguistico“
→ beginnend mit Petrarca und monolinguismo

Pasolini vereinte beide Linien miteinander
1964 „Rinascita“ → „Nuove discussioni linguistiche“
1.
Analyse der Beziehung der Autoren des Novecento – italienische Sprache:

„piano alto / iperletterarietà“ (schwerfällige und auserwählte Sprache,
viele Archaismen oder Wörter die nur Literatursprache eigen)

„piano basso / dialetto“ (Dialekt genutzt als expressives und
realistisches Element genutzt, genutzt um Milieus zu beschreiben oder
Charakterisierung mehr Ausdruck zu geben)

einige bewegen sich frei zwischen beiden Stilen: dialektale Elemente
verbunden mit hohem Stilniveau → „linea serpentina“ ≙ multilinguismo
2. Ablehnung der „lingua media“

Identifizierung mit Bürgertum und Faschismus

Prinzip von Gramsci: Bürgertum war nicht in der Lage die Führung der
ital. Gesellschaft zu übernehmen und sie global zu repräsentieren

Rechtfertigung von Schriftstellern, die italiano medio schon benutzten
3. Sperimentalismo linguistico

nach Erfahrung Pasolinis abgeschlossen

Entstehung von italiano nazionale → aber italiano tecnologico in
nördlichen Industriezentren

neues Italienisch an neue herrschende Klasse gebunden →
neokapitalistisches Bürgertum

neues Italienisch = kommunikatives Mittel, aber inexpressiv!

großes Echo (u.a. Moravia, Eco, Calvino) → viele gegen Pasolini →
verneinen von Sprache als direkter Spiegel der aktuellen Vorgänge in der
Gesellschaft

1965 „La Fiera letteraria“→ Interviews zu Themen unificazione linguistica,
Einfluss der koiné regionali, linguaggi tecnologici, Literatursprache

gesamte Diskussion von O. Parlangeli veröffentlicht → „La nuova questione
della lingua“ (1971)

1976 „Contemporaneo“ → „Che lingua parli?“→ Diskussionsende
L’educazione linguistica

in 60ern zunehmende Bedeutung der Linguistik als Wissenschaft

Sprachstudien auch Einfluss auf Didaktik und Verständnis der Sprache die
Lehrer besaßen und vermittelten

1975 GISCEL → 10 Erziehungsprinzipien

beeinflusst von neuer linguistischer Kultur und Don Milani

"[La] lingua è uno strumento essenziale per formare il cittadino, solo il
buon possesso di essa garantisce il pieno godimento dei diritti in una
società civile.”

Schriften “toccano il tema della lingua, rivendicando il diritto del popolo
di comprendere la comunicazione della burocrazia e dei giornali,
denunciando l’oppressione di classe insita nella differenza linguistica
che separava i “borghesi” e i ricchi dai poveri figli del popolo, fino ad
abbracciare una prospettiva apertamente rivoluzionaria (…).”
(Marrazzini, 217)

Prinzipien u.a. (zit. nach Marrazzini):

centralità del linguaggio verbale

insegnamento inteso come qualcosa molto diverso dalla
rigida didattica tradizionale

indirizzando la nuova didattica verso lo sviluppo armonico
delle capacità espressive dell’individuo con speciale
attenzione alla lingua parlata

pedagogia tradizionale viene giudicata inefficace e
fuorviante, e accusata di badare solo alla produzione
scritta

affermazione della parzialità, inutilità e nocività
dell’insegnamento grammaticale → denuncia della
mancanza di strumenti adeguati


Schule gerät in Krise → Tendenzen Grammatik komplett abzuschaffen

Ablehnung von „matita rossa e blu“ → Symbol der Unterdrückung

Diskussion um Schulaufsatz als Inbegriff des bisherigen
Unterrichtssystem in der Vermittlung von Italienisch
►
Kreatives Schreiben, ohne Normen, Regeln und Kenntnisse, wird
angeregt
►
Folge: mangelnde Kompetenzen in Schriftsprache!
Heute:

e.g. „Servizio d’Italiano scritto“ (SIS)

Ergebnisse:“Manuale di Scrittura e Comunicazione“ und ”Manuale di
scrittura professionale“ (1997)
Le parole straniere


Gründe für Einfluss des Englischen:

“La lengua es compañera del imperio.” (Antonio Nibriha, 1492)

Sabatini: 3 Komponenten → Kultur, Mythos, Sprache / Struktur
Otto Jespersen → 7 Kriterien der Spracheffizienz (110)

Brevità delle forme

Relativa scarsità del repertorio di parole a disposizione

Regolarità della loro formazione

Semplicità della sintassi

Abbondante possibilità combinatoria delle parole

Riduzione o eliminazione dell’accordo e semplificazione delle reggenze

Ordine delle parole relativamente stabile

International english

Uneinigkeit über Anzahl von Fremdwörter im Italienisch

„Le parole straniere dello Zingarelli“(1997) → weniger als 2,5 %

Problem der Valutation: Ist Derivat von Fremdwort auch noch
Fremdwort?

Problem für Italienisch: von Englisch als Wissenschaftssprache verdrängt
→ extreme Wertminderung der Sprache trotz kulturellem Hintergrund

Fremdwörter meist nicht als sprachgefährdend angesehen → eher
Bereicherung für Sprache, da Zeichen von Sprachvitalität

lange Tradition der Puristen → Castellani → „purismo strutturale“
Anglizismen
Tullio De Mauro
Maria Corti
haben
Anglizismen
niedrige Frequenz
Reaktionen
beruhen auf Emotionen
Einfluss
von Englisch auf andere Sprachen =
globales Phänomen
Bereicherung
für Sprache
wachsender
Gebrauch von Fremdwörtern nur
vermeidbar durch bessere Sprachausbildung
möglich → finden von italienischem Äquivalent
weniger gebraucht → jetzt vor
Fachtermini
Trend
ständig Anglizismen zu verwenden ist
vorbei → in Medien meist nur wenn nötig
kein
statistisches Ansteigen von Anglizismen →
außer settori tecnici
wenn
englisches Wort effektiver, dann
Gebrauch in Ordnung auch wenn es schlimm
klingt
Gianfranco Folena
andere Fremdsprachenwellen → besser
angepasst, da Wörter auf griechischer oder
lateinischer Basis
Giovanni Nencioni
oft
besser Anglizismus
schon
richtige Aussprache nicht gekannt
schwer
italienisches Wort mit exakt gleicher
Bedeutung zu finden

eigenes Engagement fördern
für
sprachpflegende Strukturen zur Angleichung
von Terminologien
Modeerscheinung → von wenigen
benutzt
meist
benutzten und ihn falsch
aussprechen als “creare un mostro nostrano”
eigenes
Engagement, aber keine
Literatursprache
Italiano lingua selvaggio?

Ergebnisse der vorherigen Periode werden neu überdacht → durch neue
Lehrmethoden Lockerung der traditionellen Unterrichtsweise → Studenten
weniger fähig in Schriftsprache

Verbreitung des Italienischs unter Semicolti

Puristen nutzen Medien um ihre Theorien unters Volk zu bringen → e.g.
Cesare Marchi „Impariamo l’italiano“ (1984)

1982 Doxa: über 50% Italienisch in Familie

1985: Sigma widmet komplette Ausgabe dem Thema „Lingua selvaggia“ →
eröffnet von Gian Luigi Beccaria
Schule
Giovanni Nencioni
Maria Corti:
Schule
Bildungsexpansion
lehrt Sprache der Klassiker, aber nicht
gesprochenen Sprache
Gianfranco Folena
oft
wenig Lateinkenntnisse → Etymologien und
Neologismen nicht mehr erkannt oder
verstanden
Schüler
lernen keine Wortbildungsprozesse,
obwohl durch aktuelle Sprachvitalität sehr
wichtig
schlechte
Fremdsprachenkenntnis und -
vermittlung
Lehrer
oft nicht fähig Bedürfnisse der Schüler
umfassend zu erfüllen
ungleiche
Gewichtung der Bedeutung von
Sprechen und Schreiben → Studenten haben
sehr gute Sprechkompetenz, aber kaum
Kompetenzen in Schriftsprache
Tullio De Mauro
mangelnde Ausbildung
linguistischer
Kompetenzen und Umgang mit Textsorten
früher
oftmals kein direkter Kontakt mit Literatur
mangelnde Ausbildung
der Diktion → insbes.
Intonation
es
fehlen gute Lehrpläne für höhere Bildung
gute Ausbildung
in linguistischen Kompetenzen
beeinflusst Gefühl für Sprache
Dialekte
Giovanni Nencioni
Maria Corti
gegen
Pasolinis Theorie → technische
Phänomene in Sprache = Randerscheinungen;
Modeerscheinung; in einzelnen Sektoren

verschwinden, da sie mit kultureller
Entwicklung nicht mithalten können →
Pasolini
Viele

meiste Italienisierung im Norden → Süden
(inkl. Rom) noch provinziell

im Süden oft Italienisch nicht gekannt

im Industriedreieck “italiano interregionale
che si avvicina all’italiano nazionale”

Dialekt im Veneto → geografische und
geschichtliche Identität
Jugendliche empfinden durch
Dialektgebrauch Minderwertigkeit → nur noch
beim Spielen gebraucht.”
Gianfranco Folena
echte
Dialekte nur noch von wenigen
gesprochen → italiano semidialettale
keine
Lehrer, die Dialekt voll beherrschen
wenn
möglich Bilinguismus aufrechterhalten,
aber klare Trennung der linguistischen Systeme
gegen
„esercizi contaminatori tra lingua e
dialetto“ → regionale Aussprache ja, aber nicht
mehr
Tullio De Mauro

Dialekte erhaltenswert → „patrimonio
culturale di minoranze”
Purismus
Tullio De Mauro
Maria Corti
Migliorinis
statt
gegen
Versuche waren so gut wie erfolglos
französische Sprachpolitik von oben
Giovanni Nencioni
Purismus
gewisse
ist allen Literatursprachen eigen
auf perfekten Sprachgebrauch zu achten,
wichtiger lexikalische Verarmung der Sprache
aufzuhalten → wenn Wörter verschwunden,
dann für immer
Unordnung
in Sprache kann sich entwickelnde
Sprache bereichern → Kreativität
Berechtigung, da Sprache öffentliches
Gut
Purismus
= Möglichkeit der Sprachpflege, aber
wer soll Verantwortung haben?
→ Schule sollte moderaten Purismus vertreten
→ z.B. aufzeigen von ausgrenzenden Effekten
durch Gebrauch / Missbrauch von Fremdwörtern
Grammatik → dennoch des Purismus /
Konservativismus beschuldigt → Lähmung →
keiner würde Purismus der Accademia beachten
keine
Gianfranco Folena
gegen
französische Sprachpolitik von oben
Faschismus:
Tendenzen aufgegriffen aus 18
Jh.
schon
während Faschismus Tendenzen zur
Internationalisierung
dauerhafte
Ersetzungen erfolgen meist spontan
Öffentlichkeit und Medien
Maria Corti
Tullio De Mauro

Medien, Politiker und gebildete Personen
sollten auf ihren Sprachgebrauch achten
→ Vorbildfunktion, kurze Sätze
Medien
arbeiten gegen linguistische Einigung
→ Provinzialismus bei RAI
aber
auch keine komplette Auslöschung von
Akzent erwünscht
audiovisuelle und Printmedien nutzen
vorgefertigte Formeln und Strukturen
Gianfranco Folena
Giovanni Nencioni
Inkompetenz
Medien
der Lehrer → TV übernimmt
Sprachbildung
Sprache
Medien

vermitteln Autorität → Verbreitung von
Konsummodellen in jeglicher Hinsicht
Debatten
zeigen große Fortschritte der
linguistischen Einigung
falsche Aussprache
von Wörtern
haben livellierenden Einfluss auf
= Teil des Einigungsprozesses → dient
intranationaler Kommunikation und
Verständigung
Conclusione

lingua media ≠ lingua unitaria, sondern Auswahl italiani regionali, die
Zwischenposition zwischen Dialekt und Nationalsprache haben

tatsächliches italiano nazione = Merkmal von gebildeter Minderheit

lingua media in gesprochener Sprache verfestigt

Festigung von italiano parlato zu Ungunsten von italiano scritto

abnehmende Vertrautheit mit Schriftsprache = Folge von “pedagogia
dello spontaneismo degli anni ’70”

vorherrschen von italiano parlato hat Veränderungen in italiano scritto zur
Folge → lexikalisch, syntaktisch

Schreiben und Sprechen = unterschiedliche mentale Mechanismen →
Schriftsprache verliert durch Überbewertung der lingua parlata an
Exaktheit und Klarheit

während Einigungsprozess lexikalische und syntaktische Verarmung,
gleichzeitig Aufnahme vieler Fremdwörter (v.a. Anglizismen)

durch massiven Einfluss Frage nach Schutz der Sprache als öffentliches
Gut

weitgehend tolerante Haltung gegenüber Fremdwörtern

Purismus nicht gewünscht durch Erfahrungen im Faschismus

gegen französische Sprachpolitik
► Folge: Italienisch entwickelt sich weitgehend frei

durch englischen Einfluss Europäisierung von Italienisch

Englisch als neolingua internazionale → sehr einfach, aber für
internationalen Austausch ausreichend
Parlare chiaro e politicamente corretto

1993: unter Minister Sabino Cassese „Codice di stile delle comunicazioni
scritti ad uso delle pubbliche amministrazioni“ → 1997 Ergebnisse
veröffentlicht “Manuale di Stile. Strumenti per semplificare il linguaggio delle
amministrazioni pubbliche”

„La pubblicazione del Manuale di stile rappresenta un evento importante per
la pubblica amministrazione. Per la prima volta viene offerto alle
amministrazioni uno strumento pratico e di facile uso per rendere chiaro e
semplice il linguaggio burocratico. Le amministrazioni sono al servizio dei
cittadini. Devono quindi metterli in condizione di capire quali sono i propri
diritti e i propri doveri. Troppo spesso invece le norme, i regolamenti, le
circolari vengono scritti in un linguaggio oscuro e tecnicistico, più attento a
rispettare formalismi giuridici che a trasmettere disposizioni importanti per la
vita dei cittadini. Scrivere in maniera oscura e incomprensibile, spesso
ambigua, significa di fatto negare un diritto e ostacolare il rispetto delle
leggi. Significa, inoltre, ampliare in modo improprio la discrezionalità di chi
interpreta e attua le norme.”

innerhalb von „Manuale di Stile“ auch Hinweise zu geschlechtergerechter
Sprache
→ angelehnt an angelsächsische Sprachdiskussion
→ 1987 Alma Sabatini für Commissione Nazionale per la Parità e le Pari
Opportunità Tra Uomo e Donna „Il sessismo nella lingua italiana“

in letzten Jahren auch Diskussion um Wortwahl → öfter auch Zensur von
Wörtern (e.g. negro – extracommunitario – straniero)

“Non è di per sé falsa l’idea che attraverso il linguaggio si trasmettono
luoghi comuni e pregiudizi. L’eccesso dell’intervento sta nella pretesa di
raggiungere una lingua depurata da ogni alone ideologico o emozionale,
assolutamente asettica e oggettiva. Questa lingua non esiste (…). Le parole
adibite allo scopo di correggere i presunti pregiudizi linguistici, insomma, si
‘consumano’, assumendo via via la connotazione e l’aura negativa dei
termini che dovevano sostituire con vantaggio. (…) Per quanto in parte
comprensibile e giustificata (quando non raggiunge risibili eccessi nelle sue
pretese normative) la campagna per “parlar politicamente corretto” rischia
pur sempre, intervenendo sulle libere scelte individuali, di dar luogo a un
discutibile conformismo.” (Marrazzini)
Come si parlerà domani?
zit. nach Gaetano Berruto 1994
La situazione attuale

Bevölkerung nutzt Italienisch und Dialekt in unterschiedlicher Proportionen
→ große Minderheit kennt oder spricht kein Dialekt
→ sehr kleine Minderheit kennt oder spricht kein Italienisch

vorhandene Studien: Doxa (1974, 1982, 1988) und ISTAT(1987/88)

Doxa

Rückgang von Dialektgebrauch in Familie zu Gunsten von Italienisch

langsamer Anstieg von Zweisprachigkeit in Familie

auch außerhalb von Familie Zunahme von Italienisch als Umgangssprache

ISTAT

42 % nur Italienisch in Familie / 32 % nur Dialekt in Familie

mit zunehmendem Alter mehr Dialektgebrauch auch im Umgang mit
Fremden

südlichere Regionen größere Dialektaffinität
a) mantenimento dei dialetti
Dialekt noch stark genug Einfluss der Nationalsprache zu widerstehen


größter Teil der Expansion des Italienischs bereits passiert

Italienisch hat Höhepunkt seiner Schöpferkraft erreicht

Sprecher, die noch heute kein Italienisch sprechen oder familiäre / ingroup Situationen → weitgehend resistent gegenüber
Nationalsprache

letzter Kern der Dialektsprecher evtl. resistent als Reaktion auf
Zurückdrängung von Dialekt → u.a. Wiederentdeckung von Dialekten

funktionale Aufteilung von Dialektgebrauch und Hochsprache
•
wenig wahrscheinlich auf Grund vorhandener Dynamik in Sprache
•
Problem 1: Einfluss von politischem Regionalismus und damit
verbundener Dialektgebrauch nicht absehbar
•
Problem 2: Nicht beachten Vitalität von Sprache und Dialekt
b) trasfigurazione dei dialetti

Dialekte noch weit verbreitet genutzt, aber Form hat nichts mehr mit
traditionellem Lokaldialekt zu tun → “sono debitori nella loro struttura e
nel loro lessico dalla lingua nazionale, a cui sono in un certo senso
parassitari.“

mit “Aussterben” der älteren Generationen stirbt traditioneller Dialekt →
es bleibt Dialekt, der sehr nah am Italienisch

vor allem semicolti benutzen diese Formen

neuer Dialekt = widerstandsfähiger gegenüber Nationalsprache

Problem 1: Unterscheidung von Varietät der Hochsprache und anderem
linguistischem System

Problem 2: Aussprache noch nach dialektalen Regeln → Dialekt nah an
Italienisch, dennoch keine Varietät von Nationalsprache
c) morte dei dialetti

annähern der Dialekte an italiani regionali → dadurch lexikalische
Anreicherungen der Varietäten von Italienisch → niedrige Varianten
haben Dialekte vereinnahmt; alle sprachlichen Erfordernisse durch neue
Sprache abgedeckt

zentrale Fragen: Anzahl der heutigen Italienisch- bzw. Dialektsprecher
Wann ist ein Dialekt ausgestorben?

wenig Daten zum Status der Dialekte → einzig sicherer Fakt: Anreichung
der Dialekte durch Italienisch → scheinen weniger fähig eigenständig
neue Wörter zu schöpfen

Schemata basierend auf Doxa und ISTAT-Studien → hinzufügen von
Resistenzfaktor durch vereinzelt übrig gebliebene Sprecher

„In conclusione, il trend presente consente dunque di porre entro un
limite di tempo minimo di un tre quarti di secolo (quindi, nella prima parte
della seconda metà del secolo ventunesimo) e un limite di tempo
massimo di circa tre secoli e mezzo (quindi, attorno al 2350) il momento
in cui i dialetti, se moriranno, saranno morti.”
d) crescente differenziazione regionale

klare Trennung zwischen Regionen → Dialekttod – Dialektgebrauch

ISTAT → einzige Daten über Sprachverhalten in Regionen → „solo o
prevalentemente dialetto“:

aussterben, wo < 30% → dialetti galli-italici am gefährdesten
(Piemont, Valle d’Aosta, Lombardei, Ligurien, Emilia-Romagna,
Umbrien, Sardinien)

kompletter Dialekterhalt, evtl. flächenmäßige und soziale
Ausbreitung, wo > 50% ( Le Tre Venezie)

unbekannte Entwicklung wo 30-50%

Ablehnung von Dialekt (Marche, Abbruzzen, Apulien)

Fortbestehen von Dialekt (Molise, Kampanien, Basilikata,
Calabria, Sizilien)
Prognose

Bedarf von Verhaltensstudien mit regionalen und soziokulturellen
Indikatoren verschiedener Gruppen

„Fatte queste premesse cautelative, alla domanda ‘quale scenario, dei
quattro tracciate, è il più probabile?’ risponderei: due, tre e quattro sono più
probabili di uno. Fra essi, l’impressione personale è che il più probabile,
quello maggiormente autorizzato dalla situazione attuale, possa essere tutto
sommato il quarto scenario (che implica in parte, è ovvio, sia il terzo che il
primo): evoluzioni regionali anche molto diverse, con morte del dialetto
limitata a certe aree. Dal punto di vista puramente teorico della tipologia dei
repertori linguistici, lo scenario della morte generalizzata dei dialetti sarebbe
però quello privilegiato in termini di shift sociolinguistico, giacché
significherebbe il passaggio da dilalìa a polidialettismo, cioè al tipo di
distruzione di varietà più economico.”
Bibliografia
Beccaria,
Gian Luigi „Italiano. Antico e Nuovo.“
Beccaria, Gian Luigi „Italiano. Lingua selvaggia.“ in: Sigma 1985, 1-2
Berruto, Gaetano, „Scenario sociolinguistico per l‘Italia del Duemilla“ in:
Holtus, Günther / Radtke, Edgar „Sprachprognostik und das italiano di
domani.“
Bolelli, Tristano. „Lingua italiana cercasi.“
Bruni, Francesco. „Italiano. Elementi di Storia della lingua e della cultura.”
Cortelazzo, Michele A. „Italiano d‘oggi.“
Cortelazzo, Michele A. „L‘Italiano e le sue varietà: una situazione in
movimento.“ in: Lingua e Stile, 2001, 3
Fioritto, Alfredo. „Manuale di Stile.“
Lepschy, Guilio/ Lepschy, Anna. „Die italienische Sprache.“
Marrazzini, Claudio. „Da Dante alla lingua selvaggia.“
Mengaldo, Vicenzo. „Il Novecento.“
Sabatini, Alma. „Il sessismo nella lingua italiana.“
Todisco, Alfredo. „Ma che lingua parliamo?“
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