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La mia cassa malati non vuole pagarmi le cure

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La mia cassa malati non vuole pagarmi le cure
C1ATTUALITÀ
IL CAFFÈ 17 luglio 2011
10
@ www.santesuisse.ch
www.fibromyalgia.it
La storia
L’inghippo sanitario
“La mia cassa malati non vuole pagarmi le cure”
A Lucia, 48 anni, affetta da fibromialgia, la Supra rifiuta un ricovero in clinica
PATRIZIA GUENZI
4-5mila franchi. Una cifra tutto sommato molto contenuta per una cura
che, invece, a Lucia serve molto per
riuscire a convivere con questa gravissima malattia cronica e degenerativa. “È chiaro che se si aspettano
che io guarisca possono farlo in
eterno! - sottolinea - . Non si guarisce
dalla fibromialgia. Ma un periodo di
terapia intensiva mi aiuta a tenere
sotto controllo i numerosi disturbi.
Cosa che non riesco a fare andando
un paio di volte la settimana da paziente esterno. Sia chiaro, non sono
contenta nemmeno io di chiudermi
S
poco a lavorare. “Sono arrabbiata.
Faccio fatica a pagare la cassa malati. E se poi nemmeno mi coprono
le cure cosa pago a fare?!”.
Intanto, al danno s’aggiunge la
beffa. La Supra scrive consigliandole di fare un soggiorno di benessere in un hotel, a sue spese, e loro
avrebbero rimborsato 25 franchi al
giorno. “Purtroppo avere una cassa
malati non è sufficiente. Lo scriva:
serve anche una buona copertura
legale con un avvocato che ti difenda da ingiustizie del genere”.
[email protected]
La reazione
“Troppo giovane per negarle la fisioterapia”
C
Foto d’archivio
e pensate che pagare il
premio della cassa malati e avere in mano quattro certificati medici significhi il riconoscimento delle prestazioni
di cura vi sbagliate di grosso. Chiedetelo a Lucia, quarantottenne del
bellinzonese, da una dozzina di anni
affetta da fibromialgia, una gravissima sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità, mal di schiena e dolori diffusi. Come ogni anno, anche
lo scorso gennaio i suoi medici curanti le sottoscrivono un certificato
per un soggiorno di due-tre settimane in una clinica di riabilitazione.
Ma questa volta Lucia ha una sorpresa… E ha deciso di raccontare la
sua vicenda al Caffè.
“La mia cassa malati, la Supra, si rifiuta di pagare perché, mi scrive, non
ne trarrei alcun beneficio”, spiega.
Chiede quindi più volte di essere visitata da un loro specialista per una
verifica. “Non l’hanno mai fatto. Si
sono limitati a guardare le carte,
tutto qua”. Abbiamo provato a interpellare la Supra per una reazione. Il
responsabile dell’incartamento di
Lucia era assente, idem la sua segretaria.
Insomma, comprensibile la delusione di Lucia che ogni mese paga
un premio di oltre 450 franchi. Anche perché l’importo per il trattamento in clinica si aggira attorno ai
tre settimane in una clinica. Ma purtroppo devo farlo”.
Infatti, la salute di Lucia va peggiorando. “Oltre alla fibromialgia devo
fare i conti con edemi alle ginocchia, la cervicale e dolori reumatici
diffusi in tutto il corpo”, spiega. Anche sul fronte economico la situazione non è rosea. Prima della malattia Lucia lavorava a metà tempo,
poi ha dovuto smettere. Percepisce
una piccola rendita di invalidità,
mentre il marito è operaio in una
fabbrica. La coppia ha due, uno
adolescente, l’altro ha iniziato da
he il portafogli delle casse malati fatichi sempre più ad aprirsi per i pazienti non è una novità. Da tempo, prestazioni una volta riconosciute senza alcun problema, non lo sono più. Inoltre, a poco a poco, vengono tagliati i rimborsi di alcuni mezzi ausiliari, come gli occhiali, gli apparecchi
acustici per gli anziani. Gli occhi di Didier Burkhalter, ministro della sanità svizzero, si sono già posati
anche sulle stampelle e sembra stia seriamente valutando l’ipotesi di “tagliare” anche quelle. Il caso di
Lucia (vedi articolo sopra) è emblematico di un atteggiamento vieppiù presente negli assicuratori malattia a cui i cittadini pagano fior di premi, con la speranza di garantirsi la copertura dei costi sanitari. Anche perché nessuno si diverte a cadere malato. “Non
si spiega una decisione del genere per una paziente
così giovane. Inoltre, la Lamal prevede il pagamento
di queste cure - commenta Franco Denti, presidente
dell’Ordine dei medici del cantone -. Ma se proprio la
cassa malati si rifiuta almeno visiti la signora”.
Certo, i risparmi sono anche comprensibili. L’obiettivo è importante: contenere i costi - sempre maggiori - della sanità, evitare sprechi e inutili spese. Ma
di questo passo è facile scivolare nel razionamento
delle cure. Il discorso non è nuovo. Tempo fa si è tornati a parlare dell’esosità di alcuni pazienti, soprattutto oncologici, e della possibilità ad un certo punto
di interrompere le cure. Per non dire dei medicamenti. Il Caffè recentemente ha raccontato la vicenda di Sanaë, giovane mamma affetta da un grave
linfoma, che deve pagare di tasca propria i farmaci.
p.g.
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