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QUI - 100 Anni Grande Guerra – Le Scuole per la Storia

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QUI - 100 Anni Grande Guerra – Le Scuole per la Storia
CONCORSO
100 ANNI LA GRANDE
GUERRA
Al fronte e nelle retrovie, l’Italia
durante la Prima Guerra
Mondiale .
Leggere e conoscere la nostra
Storia
• “ Eravamo nel 1915,anno immortale
che tutti i cuori italiani
ricorderanno in eterno…”
• Dal diario di Guido Tavarini ragazzo del”98
• morto a 20 anni per la Patria.
LA GUERRA RACCONTATA AI
BAMBINI
• “... viene chiamata "guerra mondiale", e
non già perché l'ha fatta tutto il mondo, ma
perché noi tutti, in seguito ad essa,
abbiamo perduto un mondo, il nostro
mondo.”
• (Joseph Roth, La cripta dei cappuccini)
Dalle pagine iniziali del diario di
Guido Tavarini
• Come ho passato la vita militare
• Eravamo nel 1915,anno immortale che tutti i cuori Italiani
ricorderanno in eterno,tutta la gioventù,quasi tutto il popolo si legeva
i giornali e si attendeva da un giorno all’altroa Dichiarazione di
guerra all’Austria,nostra infame nemica,che per tanti e tanti secoli
fece sentire il martirio della forca ai nostri più illustri patrioti,e per
tanti secoli si tenne sotto al tallone come schiavi,ma finalmente
stava per suonare da un momento all’altro,la campana della libertà e
questa non tardò a farsi sentire e la mattina del 24 Maggio ,data
indimenticabile,i nostri ministri inviavano al Governo Asburgo di
Vienna la Dichiarazione di Guerra,e nel frattempo stesso le nostre
valorose truppe varcavano i tanto odiati confini, abbattendo le
insegne che indicavano i confini,non erano quelli ma per la
prepotenza dell’infame governo Austriaco,bisognava tacere,ma
venne finalmente quel famoso giorno della riscossa e il fante Italiano
partiva andando veloce verso i confini naturali,che dovevano
segnare l’avvenire della nostra bella e cara patria,passarono due
anni di duri sacrifici,bagnando di puro sangue Italiano ogni palmo di
terreno strappato al nemico.
•
•
Eravamo alla fine del 98 e si avvicinava l’ora della mia partenza ,anch’io
dovevo dar manforte ai miei fratelli,e aiutare i compagni contendendo il
passo al nemico infame che ad ogni costo tentava di invadere la nostra
bella e cara patria,era una bella mattina di domenica del mese di Dicembre
anno 1916.
Di quelle giornate,dato la stagione cruda d’Inverno raramente venivano ma
quella giornata cos’ bella che il destino pareva avesse provveduto,il giornale
portava la famosa notizia ( sarà imminente la chiamata alle armi della
classe del 98 )fu una grande gioia che provai nel apprendere la bella
notizia,ma haimè ancora non potevo comprendere e non sapevo quali
durezze e quali amarezze esistevano nela vita militare,ancora giovane di
età non arrivavo a comprendere che significava allontanarsi dalla cara
famiglia,per andare chi sa dove,forse tanto lontano per non ritornare mai
più, ma a questo non ci pensavo,l’unica mia gioia era quella di andare
soldato,non comprendendo ancora quali dolori immensi avrei passato,di
fatti passarono ancora un paio di mesi di lunga attesa ,ma la mattina del 28
febbraio del 1917 un foglio da visita mi invitava per il 2 marzo a Massa o
pure al Distretto per la famosa visita,haimè stava per suonare l’ultimo giorno
della mia libertà,la borghesia svaniva,per chi sa quando ritornare,la bella
libertà che avevo goduto per 18 anni stava per tramontare,come il sole
quando la sera varca le montagne nel tramonto,in questi ultimi giorni non
mancai di fare la mie scampagnate,e qualche volta rincasando
allegro,a ora tarda unito ad un mio fedele amico di sventura Crudeli
Ferdinando lui pure appartenendo alla mia sfortunata
classe,finalmente venne la mattina del 2 marzo
•
e col treno delle dieci mi recai alla visita,arrivato che fui a Massa mi recai
subito alla caserma e dei primi passai la visita, onde con mio sommo
piacere e grandissima gioia mi fecero inabile alle fatiche di Guerra,il
principio andava bene, e con un biglietto che mi rilasciarono la mattina del 5
dovevo di nuovo presentarmi alla destinazione dei corpi,stava per suonare
l’ultima ora della mia libertà,ancora tre giorni passarono di divertimenti e la
mattina col treno mi recavo di nuovo a Massa,intanto a casa stavano
preparandomi il fagotto che avrebbe dovuto servirmi nella mia
partenza,stavi per andare in contro al destino ,avventurarmi in una vita
nuova ,ancora pochi giorni e poi avrei preso un treno per ignota
destinazione,arrivai a Massa al Forte S. Chiara,qua incominciai la mia
avventura,entrai e non potei più uscire,intanto era già verso le dodici e ero
ancora digiuno,per fare magra figura alla nuova visita per la destinazione
dei corpi a mezzogiorno smisero di visitare e andarono a mangiare io stavo
dentro rinchiuso unito a tanti altri della mia stessa classe,purchè si girasse
un po’ da una parte un po’ dall’ altra,non c’era nessun mezzo do poter
uscire dal castello,quindi c’era una cantina non aveva altro che vino pane
sardine e formaggio,all’ora mi decisi uscire a tutti i costi e incominciai a
mettere in pratica un po’ di scaltrezza. Dopo tanti stenti potei ottenere da
un mio amico un permesso che mi disse che se n’era servito anche
lui,certamente falso,infatti mi presentai alla porta d’uscita da quel
manicomio,che c’era la sentinella con baionetta in canna ,che incerta di
questo permesso stentava a lasciarmi passare, ma non esitai un
momento,tra la confusione mi slanciai di corsa giù per un cortiletto che si
trovava nell’interno della caserma e in pochi minuti potei raggiungere
piazza aranci,li trovai mio padre che era venuto per affari trovandosi
libero veniva a trovarmi per sapere l’esito della visita ma questa
l’avevo ancora passata,uniti ci recammo in una vicina osteria e si
mangiò qualche cosa e in attesa delle due che avrei dovuto ritornare al
• avvenne dopo aver girato un pò per la città il momento in
cui dovevo presentarmi e lasciando mio padre
riprendevo di nuovo la via del castello,giunsi verso le tre
ma siccome io come alfabeto ero quasi l’ultimo
appartenente al T e per questo dovetti aspettare,quasi
l’ultimo e verso la 6 unito ad una trentina di altri giovani
mi infardellarono e mi portarono in un'altra caserma
presso la passai la visita,mi fecero altezza 1.66 torace
86 ½ destinandomi al 41° reggimento fanteria,deposito
di Savona,provincia Genova ,allo stesso Regg. fu
destinato anche il mio amico Nando unito a suo fratello
Ettore,che per qualche mese stettimo uniti,parecchi
restarono rinchiusi,ma io alla meglio mi riuscì di
svignarmela e ritornai a casa a piedi per correndo la
ferrovia ,intanto avevo già la gavetta e una coperta il
giorno dopo 6 marzo di nuovo col treno alle 5
antimeridiane ritornai a Massa dopo aver baciato e
salutato per l’ultima volta i miei famigliari e parenti tutti e
la mattina del 7 marzo col tempo piovoso partimmo da
Massa diretti per Savona nostro distretto destinato…..
•
.......Appoggiato alla sbarra di ferro che è alla porta del vagone
stavo guardando attraverso la campagna le case e con lo sguardo
sempre fisso alla mia casa,ma il treno si allontanava sempre
più e la mia casa scompariva dai miei occhi nascondendosi
dietro ala grande vegetazione dietro al paese ma mentre i miei
occhi ancora bagnati di lacrime dal dolore nel dovermi allontanare
dai miei cari famigliari ancora una volta il mio cuore ebbe un fremito
di dolore nel dovermi allontanare dalle mia cara mamma e dai
miei parenti tutti e compagni,in quell’istante partivo,per
dove?....Nulla sapevo,facevo una strada mai fatta,sarei
ritornato?....Forse no,e mentre tutte queste idee si accatastavano
nel mio cervello mille pensieri invadevano la mia testa,stavo
rassegnandomi alla volontà del destino facendomi coraggio ma tutto
il dolore non era ancora finito,avevo fatto alcune centinaia di metri
sempre con lo sguardo rivolto il bel mare che tante e tante volte mi
aveva veduto passeggiare per la sua bella e splendida spiaggia
libero senza nessun comando,ma tutto ad un tratto un altro ostacolo
venne a intuzzare la passione che provavo in quei momenti,non era
ancora finito il martirio dell’allontanamento dalla famiglia,quando ad
un tratto comparve d’avanti ai miei occhi nascosta in mezzo
alla campagna,una casa rossa che tante volte aveva assistito e
ne era testimone del mio primo amore in quel momento di
angoscia …
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