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immaginazione nel bambino 2

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immaginazione nel bambino 2
Capitoli 4 e 5
Dott.ssa Chiara Deprà
[email protected]
L’immaginazione e la finzione possono portare
i bambini a confondere fantasia e realtà?
I compagni immaginari possono suscitare nel
bambino delle emozioni a valenza sia positiva
che negativa.
Simile a ciò che accade agli adulti quando
guardano un film.
Due ipotesi:
1) I bambini, sviati dalla loro immaginazione,
investirebbero le loro creazioni di uno status
di quasi realtà
2)
I bambini riconoscono che quello di cui
sentono la mancanza o di cui hanno paura è
un’entità immaginaria ma continuano
comunque a sentirsi impauriti o tristi.
Attraverso diverse ricerche vedremo quale di
queste ipotesi può essere accettata
Già dall’età prescolare i bambini comprendono
bene la differenza tra un oggetto reale e uno
che viene immaginato.
Questo giudizio di realtà non riguarda
solamente gli oggetti quotidiani emotivamente
neutri ma si estende alle creature insolite e
spaventose anche in situazioni più coinvolgenti
(in cui i b. potevano provare paura).
3 situazioni:
1.
2 immagini: 1- b. a cui era stato regalato un cane
2- b. che finge di avere un cane
Domande poste:
- Chi può accarezzare veramente il cane?
- Se voi andate a trovare quei bambini quale dei due cani potete accarezzare
veramente?
2.
3.
Fratello reale vs inventato
Coinvolti solo i bambini con un compagno immaginario
2 immagini: 1- gioco con l'amico dell’asilo
2-gioco con il compagno immaginario
Di quale amico si può veramente sentire la voce?
Conclusioni: i bambini tra i 3 e i 5 anni sanno distinguere
tra le proprietà di un’entità di fantasia e quelle di
un’entità reale (seconda ipotesi, slide 3)
(Ipotesi 1)
Nelle recenti teorie delle emozioni viene
assegnato un ruolo di primaria importanza al
processo di valutazione cognitiva (appraisal).
La situazione viene codificata in base ad una
serie di attributi fondamentali (probabilità di
perdita e di guadagno)
Sia gli stimoli reali che quelli immaginari
vengono trasmessi al sistema di valutazione
cognitiva
Reale? Immaginario? Possibile?
Evento
valutazione cognitiva
emozione
Per testare questa ipotesi verranno presi in
considerazione:
processi cognitivi
processi emotivi
esperimento finzione ed
emozione.ppt
aumento freq. card.
Viene tenuto in
di fronte al testo
considerazione
guardando un film
il punto di vista del
immaginiamo di
protagonista
trovarci in quella
situazione
Reazione di trasalimento
Queste reazioni sono più forti quando i soggetti
sono in una situazione che incute più paura,
quando devono rievocare delle frasi lette non
in modo passivo ma immaginarsi di trovarsi
nella situazione angosciante.
Collegamento a reazione di trasalimento.ppt
La consapevolezza da parte dell’adulto che le
esperienze descritte sono completamente
frutto della fantasia, non ne elimina l’influsso
sul sistema emotivo
Libri e film ci fanno provare delle emozioni ma
quando si pensa al fatto che non sono eventi
reali allora si attivano dei processi di controllo
che moderano il funzionamento dei sistemi di
valutazione cognitiva.
Reale? Immaginario? Possibile?
Evento
valutazione cognitiva
emozione
Esempio di ricerca con i bambini processi di
controllo.pptx
Come mai il nostro sistema emotivo è
predisposto a farsi attivare facilmente da
eventi e da entità immaginari?
2 ipotesi
1)
Ambito dei processi decisionali
2)
Ambito del linguaggio e della pragmatica
Quando si deve scegliere tra due condotte alternative è
utile avere la capacità di immaginare situazioni
ipotetiche e di valutare le reazioni emotive che
potrebbero suscitare.
(es. cambiare lavoro)
Le situazioni si possono valutare in modo: freddo e
razionale o con più coinvolgimento “viscerale”
Per prendere la decisione giusta non solo dobbiamo
conoscere ma anche sentire le diverse implicazioni.
Se non avessimo un sistema decisionale in cui il
prendere in considerazione una molteplicità di
possibili tipi di vita e di futuro attiva le nostre
emozioni, saremmo meno inclini a trascorrere tanto
tempo immersi in mondi di fantasia.
Il linguaggio serve non solo per parlare del “qui ed ora”
ma anche di eventi del passato o di cui non siamo
stati testimoni.
Più l’esperienza è intensa dal p.d.v. emotivo più c’è la
possibilità che venga raccontata e condivisa.
Il nostro coinvolgimento dipende dalle esperienze
pregresse
Il sistema alla base dell’acquisizione delle informazioni
è diretto principalmente all’elaborazione di
testimonianze fedeli, arricchite delle implicazioni
interpersonali ed emotive.
Lurija e Vygotskij affermano che il modo in cui
gli esseri umani pensano è profondamente
influenzato dall’ambiente storico e culturale
in cui vivono.
Una funzione psicologica viene acquisita prima
nel contesto della pratica sociale e solo
successivamente interiorizzata e impiegata in
modo autonomo dall’individuo.
Un’esposizione relativamente breve all’istruzione può
realizzare una trasformazione intellettiva nelle
modalità di ragionamento.
Due approcci che bambini ed adulti possono adottare
nei confronti di un ragionamento:
 Approccio empirico: soggetti senza istruzione
scolastica. Non sempre queste persone riescono a
fornire una risposta corretta sul piano logico, dipende
se le premesse del ragionamento sono compatibili
con la loro esperienza empirica.
 Approccio teorico o analitico: soggetti con almeno 3
anni di scolarizzazione. Queste persone si
concentrano sul problema così come è stato
formulato. Danno perciò sempre la risposta corretta.
L’istruzione serve per imparare a ragionare.
I problemi logici sono differenti dalle conversazioni
perché le loro implicazioni dipendono direttamente
dalle premesse.
Nella vita di tutti i giorni la comprensione è un
processo costruttivo non solo un’analisi delle
implicazioni di ciò che è formulato esplicitamente.
La scuola insegna ad utilizzare un pensiero di tipo
analitico. (Scribner)
Scribner
Senza supporto
dell’istruzione gli essere
umani rimarrebbero
bloccati nella loro
esperienza quotidiana.
L’approccio empirico è
quello che emerge
naturalmente
Harris
I b. anche quelli di età
prescolare non si
limitano ad un
approccio empirico ma
utilizzano anche quello
analitico.
L’istruzione serve per
un affinamento di
questa modalità di
pensiero.
I bambini nel gioco sospendono
temporaneamente la realtà e quindi
l’atteggiamento empirico.
Compito: risolvere una serie di problemi di
ragionamento usando l’immaginazione.
Es. Tutti i pesci vivono sugli alberi
Tot è un pesce
Tot vive nell’acqua?
Due modalità: oggettiva o enfatizzata come una
fiaba.
Nella seconda condizione: n° di risposte logiche
maggiore (4 e 6 anni). Forniscono inoltre delle
giustificazioni
Esperimento:
4 condizioni:- oggettiva
- intonazione (come nelle fiabe)
- pianeta (storia di un pianeta lontano)
- immaginazione (formare un’immagine
nella mente)
Gli atteggiamenti di finzione portano a favorire
un analogo atteggiamento psicologico, i
bambini sono indotti a considerare i problemi
come descrizioni di un mondo immaginario
che contiene eventi e creature che violano le
conoscenze abituali.
le considerazioni empiriche che interferiscono
con l’accettazione delle premesse vengono
sospese
Esperimento: serie di problemi.
Ad alcuni b. veniva detto di formarsi un’immagine
mentale della premessa maggiore incongruente.
Dopo una settimana questi bambini hanno prestazioni
migliori e hanno applicato spontaneamente
l’approccio utilizzato la prima volta.
3 tipologie di bambini:
Analitici, empirici, misti
Precisi + giustificazioni analitiche (date+ info)
Poco precisi + giustificazioni empiriche
Combinazione dei due tipi precedenti
(date+info)
3 ragioni per escludere questa ipotesi
- I b. vedono nello sperimentatore un
“cantastorie” o un “romanziere”
- Sia nel caso di premesse inventate che in
quelle non famigliari i b. non hanno
esperienze che possano creare disturbo e che
quindi debbano ignorarle.
- Difficoltà a spiegare i parallelismi tra effetto
dell’ istruzione e l’effetto dei segnali di
finzione
Un’ipotesi alternativa
La capacità dei bambini di accettare le premesse del
ragionamento può avere origine dalle condizioni
necessarie ed imposte dal gioco di finzione.
L’efficacia dei segnali di finzione è dovuta al fatto che
essi richiamano l’attenzione del bambino
sull’importanza di accettare le premesse introdotte
dall’interlocutore come punto di partenza
fondamentale per il dialogo successivo.
Esaminiamo i diversi segnali di finzione adottati
nell’esperimento:
 intonazione, pianeta lontano, immagine  i b.
considerano la premessa iniziale come
importante base di partenza, accettata come
vera in quel momento.

Oggettiva non si rendono conto che la
premessa è importante
Focus: sulla valutazione fornita dai bambini
riguardo la natura del dialogo e sulla codifica
della premessa
Esaminare l’efficacia di un segnale che mette in
evidenza la prima premessa senza però esortare
esplicitamente i bambini a concettualizzarla
come parte di un mondo di fantasia.
Prima sessione
Problemi presentati in una delle 4 modalità:
1)
No istruzioni
2)
Istruzione: usare l’immaginazione
3)
Istruz. 2 + “perché ti aiuterà a risolvere il problema”
4)
Istruzione: riflettere sulla prima premessa e su
quello che sarebbe accaduto se fosse stata vera
Seconda sessione (una settimana dopo)
Presentazione a tutti i bambini di altri problemi
presentati con una piccola introduzione
 Quando
i bambini si trovano di fronte ad una
serie di problemi simili, recuperano la
comprensione sviluppata in precedenza
riguardo al modo in cui trattare l’affermazione
iniziale del problema e applicano tale
comprensione ai nuovi problemi.
 La possibilità di riflettere sulla premessa
fondamentale aumenta le probabilità di
adottare un approccio analitico ai diversi tipi di
problemi
 Con le istruzioni i bambini modificano il loro
modo di interpretare il discorso adulto.
 Il
discorso adulto sarà considerato sempre più
come un contesto in cui verranno fornite
informazioni sul mondo che vanno al di là
della loro esperienza quotidiana o che non si
accordano con essa.
A scuola i bambini sono esposti sempre di più al
monologo didattico.
- Informazioni fornite in modo oggettivo
- Informazioni non direttamente verificabili
Quindi il b. le può percepire come ibridi
I bambini cominciano così a divenire recettivi di
informazioni che non hanno richiesto ma che
sono riportate in modo autorevole.
L’approccio analitico non è esclusivamente
prodotto dall’istruzione scolastica, i bambini
possono già adottarlo anche se sono restii a
farlo spontaneamente.
Le istruzioni li agevolano per arrivare ad una
comprensione duratura e stabile della natura
di un particolare tipo di dialogo.
A scuola i bambini cominciano a riconoscere
l’insegnante come un’autorità. Ciò che dice è
importante anche se appare bizzarro e non
plausibile.
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