Attraverso lo sviluppo di produgs si riesce infatti a modificare non
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Attraverso lo sviluppo di produgs si riesce infatti a modificare non
Scuola di dottorato in Scienze Molecolari-indirizzo Scienze Chimiche Progetto di Ricerca di Viviana Russo Sintesi e caratterizzazione di nuovi prodrugs derivati da composti naturali Generalità Negli ultimi anni, la modificazione chimica di composti di derivazione naturale sta suscitando estremo interesse come mezzo per sfruttarne al meglio le proprietà farmacologiche. Fra i maggiori limiti con cui la ricerca farmacologica e l'industria farmaceutica si scontrano vi sono appunto gli scarsi profili ADME (assorbimento, distribuzione, metabolismo, escrezione) e la tossicità del farmaco stesso o dei suoi metaboliti. Il profilo ADME descrive il cammino di un determinato composto all'interno dell'organismo successivamente alla sua somministrazione. Processi come la permeazione delle membrane cellulari, il trasporto nel circolo ematico e la metabolizzazione sono estremamente importanti non solo da un punto di vista tossicologico, ma anche da quello farmacodinamico. É necessario che il “farmaco” all'interno dell'organismo riesca a raggiungere i propri targets senza subire modificazioni che ne riducano l'attività, o che addirittura lo rendano tossico. È altrettanto importante che il farmaco mostri un buon assorbimento attraverso le membrane fosfolipidiche, requisito fondamentale per poter pensare ad una somministrazione enterale, in particolare per via orale, la quale aumenta appunto la “disponibilità” del paziente. L’approccio della sintesi di prodrugs, a partire da un comune precursore, o farmacoforo, mira quindi ad innalzare a livelli ottimali i profili farmacocinetici di questi composti naturali affinché possano venire somministrati senza subire trasformazioni. Attraverso lo sviluppo di produgs si riesce infatti a modificare reversibilmente il composto di partenza legandovi covalentemente entità chimiche (promoiety) non tossiche che, ad esempio in un composto scarsamente assorbito, possano aumentarne la lipofilicità favorendo così il suo assorbimento e la sua distribuzione in determinate regioni tissutali e organi. Ancora, la derivatizzazione dei composti di partenza può evitare o limitare il cosiddetto “effetto di primo passaggio” il cui artefice è il fegato che attraverso reazioni di natura metabolica spesso inattiva il farmaco mediante modificazioni della struttura chimica (ossidazioni, riduzioni, idrolisi, ecc). La modificazione dello scaffold può quindi considerarsi come una buona protezione delle funzioni responsabili dell'attività del farmaco; una volta raggiunto il target la protezione dovrebbe essere rimossa mediante l'azione di specifici enzimi liberando così il farmaco nella sua forma attiva [Fig.1] Il gruppo presso cui ho scelto di svolgere questo progetto di dottorato si occupa da anni, in collaborazione con l’Istituto di Neurescienze del CNR, dello sviluppo di prodrugs di polifenoili ed altri composti naturali bioattivi. Il progetto sarà quindi articolato in due fasi, la sintesi e la caratterizzazione chimica di una piccola libreria di nuovi derivati di composti naturali bioattivi di potenziale interesse per uso farmacologico o come integratori alimentari ed i successivi studi di attività in vitro ed in vivo condotti dal gruppo di ricerca del Dott. Zoratti del CNR. Figura 1 Schema elementare del comportamento di un profarmaco Progetto di Ricerca La prima fase del progetto riguarderà lo studio della letteratura e la scelta dei composti naturali su cui concentrare l’attenzione. Tra questi, è già stato individuato un interessante modello con cui iniziare, la Curcumina [Fig. 2], estratta dal rizoma della Curcuma Longa, le cui proprietà benefiche sono ormai note (antitumorali, antiossidanti, antiartritiche, antiinfiammatorie, antiamiloidee), ma la cui somministrazione allo stesso tempo è limitata da una serie di problemi. La Curcumina, se da una parte possiede infatti una lipofilicità che la rende idonea all’attraversamento di numerose membrane, tra cui la barriera emato encefalica, dall’altra non gode di una buona solubilità nei fluidi fisiologici ed è instabile a pH minori di 6,4. Questi fattori vanno ad impedirne l’assorbimento da parte dell’organismo. Sono da considerare inoltre le veloci reazioni di metabolizzazione che l’organismo stesso mette in atto sia a livello epatico che intestinale mediante le quali la Curcumina viene modificata ed eliminata per via biliare in circa venti minuti dalla somministrazione. Figura 2 Struttura di una molecola di Curcumina Identificati gli scaffolds da cui partire, il secondo step del progetto sarà incentrato sulla valutazione delle funzionalità chimiche da introdurre o modificare a seconda del tipo di comportamento che il prodrug dovrà possedere. Fra le possibilità che saranno prese in considerazione vi sono: - il coupling con gruppi adamantanici o con acido colico per aumentare l'assorbimento e cercare di favorire la distribuzione a livello cerebrale - l’inserimento di specifici amminoacidi (Alanina, Triptofano) per favorire l'interazione con i trasportatori presenti al livello della barriera emato-encefalica (BEE) - la funzionalizzazione con motivi zuccherini per aumentare la solubilità, il trasporto e il rilascio della forma attiva o per incentivare l'escrezione per via renale limitando la tossicità. I nuovi prodrugs sintetizzati saranno sottoposti a studi cinetici per valutarne la stabilità in mezzi acquosi a diverse condizioni di pH. Quelli in possesso delle caratteristiche di solubilità e stabilità idonee saranno quindi inoltrati al gruppo dell’IN-CNR per i saggi di bioattività in vitro ed in vivo. Sarà inoltre intrapreso uno studio per saggiare l’efficacia di nuovi polimeri a base di poliossazoline, sviluppati e forniti dal Dott. E. Benetti dell’Istituto ETH di Zurigo, come materiali innovativi per drug delivery, utilizzando alcuni dei composti che saranno sintetizzati durante questo progetto di dottorato.