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14_lezione - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche

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14_lezione - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
Orario lezioni.
Mercoledì, ore 16.00-18.00, aula AVILA, Corso Italia.
Giovedì, ore 18.00-20.00, aula AVILA, Corso Italia.
Venerdì, ore 16.00-18.00, aula AVILA, Corso Italia.
Sociologia dei processi
culturali
Sociologia della cultura
Prof. Luca Salmieri
Lezione 14
‘Consumo, identità, corpo’
Il corpo al centro delle relazioni sociali
Da sempre il corpo è al centro di tutte le relazioni sociali dato che è lo strumento
fisico dell’azione, ma è anche il luogo simbolico e comunicativo in cui viene
elaborata la conoscenza, il senso e il significato. Tuttavia, nel corso della storia
delle società occidentali, per lungo tempo, non solo al corpo si è attribuita
importanza soltanto per il versante fisico e non per quello simbolico e
comunicativo (in base ad una netta distinzione tra mente e corpo), ma tale
importanza è stata legata soprattutto a forme e strutture di repressione e
controllo di quelli che venivano considerati istinti negativi o aspetti deleteri della
natura umana.
Nel corso del Novecento si è assistito invece ad un rinnovato interesse da parte
della società verso il corpo non più inteso come elemento da reprimere e
controllare o come dimensione dell’esperienza umana da relegare in una zona
marginale quella privata, intima, domestica, ma come parte costitutiva del
nostro essere.
Così, soprattutto a partire dai valori post-materialisti e dai riferimenti culturali delle
culture giovanili e dei movimenti controculturali degli anni ‘60, la società
contemporanea ha recuperato il corpo come centro della consapevolezza degli
aspetti positivi legati alla natura. Ma non si tratta più di una natura pura, ma di
una natura culturalizzata.
Un secondo elemento della cultura contemporanea che ha contribuito al recupero
del corpo è la dimensione del desiderio: emerge il potenziale energetico che fa
del corpo la base della capacità umana di produrre, creare, trasformare la realtà.
Il corpo come strumento di relazione e comunicazione
Le relazioni sociali non si basano soltanto sulla comunicazione verbale, visiva,
iconica o audivisuale. Molte relazioni sociali e una parte di tutte le relazioni
sociali hanno una base ed una dimensione corporea.
A differenza delle culture tradizionali o di quelle del mondo asiatico, la cultura
occidentale ha per lungo tempo trasformato le relazioni umane in rapporti
di ruolo, cioè rapporti mentali regolati e influenzati da norme speciviche piuttosto
che rapporti da corpi regolati e influenzati da riti e rituali.
La sociologia ha riscoperto l’importanza del corpo nelle relazioni sociali
soprattutto grazie all’interesse di Goffman e dell’interazionismo sociale per le
questioni legate allo scambio simbolico, alle norme della vita quotidiana,
lasciando però scoperto il campo dell’esperienza corporea.
Per quanto riguarda la riscoperta dell’esperienza corporea, più che la sociologia
sono stati proprio i cambiamenti sociali più recenti (culture innovative,
femminismo, emancipazione, culture giovanili) a sviluppare una nuova
attenzione: spazio di proprietà personale che viene specializzato per favorire la
differenziazione individuale nell’universo della comunicazione, ma anche sempre
più oggetto di investimento sociale e pubblico da parte del mondo dei
consumi, del mondo della sanità e della medicina, del mondo della scienza e
delle biotecnologie. La riscoperta sociale dell’importanza del corpo passa anche
attraverso i cambiamenti che hanno portato a nuove forme di identità
personale che partono proprio dal corpo e dalla possibilità di trasformarlo o di
densificarlo di segni comunicativi per veicolare appartenenze e distinzioni.
Corpo e mercato
Il corpo e le varie rappresentazioni del corpo sono oggi all’interno di una
massiccia presenza culturale di oggettivazione del corpo, pradossalmente, in
comprensenza anche di una spiccata soggetivazione, legata alle esperienze, alle
pratiche e alle percezioni personali.
Il corpo inoltre rappresenta uno dei maggiori ambiti di consumo delle società
contemporanee: non solo come oggetto da cui deriverebbero i principali bisogni
di consumo (alimentazione, salute, benessere, cosmesi, sessualità, riproduzione
e via dicendo), ma anche come veicolo per colpire l’immaginario.
Anche in questo caso, assumono rilievo le capacità di conspevolezza da parte
degli individui nel sapere leggere le dinamiche di circolairtà tra il corpo
soggettivato e il corpo oggettivato.
Mente e corpo: ancora un dualismo?
Nonostante a livello sicientifico siano ormai innumerevoli i campi e i settori
disciplinari in cui è venuta meno l’idea di una distinzione nella realtà tra mente e
corpo, il linguaggio, non solo quello sociale, continua a fare riferimento a queste
due categorie, mente e corpo, come a due entità separate. In realtà cervello,
sistema nervoso, personalità e ambiente sociale si relazionano in forme di
connessione talemente strette da poter essere considerati come insimi di reti
comunicanti. Da questo punto di vista è ormai evidente che tra mente e organismo
non esistono rapporti causali, ma semmai legami di circolarità
Corpo e salute
Il corpo, non solo per gli aspetti legati al consumo e all’espansione dell’attenzione al
corpo come bene di mercato, è sempre più al centro della vita quotidiana. In
particolare, cresce l’attenzione per le cure nella vita sociale: cura del corpo, cura del
benessere, cura delle relazioni sociali.
Le relazioni sociali si trasformano in problemi del corpo, si moltiplicano gli interventi
terapeutici, aumenta la medicalizzazione, la diagnosi preventiva dei modi di essere
e di agire: spesso le persone ricorrono a pratiche di auto-etichettamento sulla scorta
di diagnosi che formulano grazie alla conoscenza diffusa della medicina e di altri
saperi una volta specifici, ma oggi in parte filtrati nel sapere sociale.
Ma soprattutto sono la vita e la morte, l’inizio e la fine del corpo che sono
definitivamente uscite da una supposta naturalità e appartengono ormai del tutto al
piano della tecnologia sociale e dei valori culturali: la nascita non è un destino, ma una
scelta, una programmazione, spesso un investimento tecnologico e sempre un
percorso medicalizzato. Anche la morte non ha più i caratteri dell’ineluttabilità
natuarale ma avviene in contesti e dentro apparati ipersociali, nel senso che
presentano un massiccio contorno di intervento sociale su quello che è anche un
affare privato. In questo modo la morte viene resa neutra, inserita in circuiti tecnici e
asettici, medici e farmacologici, sottratta alla socialità comune ed inserita in quella
degli esperti.
Si estende così l’intervento sanitario sul corpo e durante la vita delle persone.
Diventare vittime o interlocutori capaci di questi processi dipende dallavicinanza dei
soggetti al corpo vissuto, ma anche da disuguaglianze sociali di conoscenze.
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