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3.20 Il dopoguerra in Italia e l`avvento del fascismo

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3.20 Il dopoguerra in Italia e l`avvento del fascismo
Il dopoguerra in Italia
e l’avvento del fascismo
La crisi del dopoguerra
• Passati gli entusiasmi, anche i paesi
vincitori come l’Italia sono in difficoltà
• finanziarie:
 Forte indebitamento estero
 conseguente debolezza monetaria: inflazione
e svalutazione.
• economiche:
 Riconversione della produzione
dall’economia di guerra a quella di pace.
Agitazione sociale
• Il dopoguerra vede un incremento della
conflittualità sociale e degli scioperi:
 L’esperienza del fronte ha favorito il maturare
di una “coscienza di classe” tra i proletari;
 il numero degli iscritti a leghe e sindacati
cresce radicalmente;
 l’inflazione spinge alla lotta per adeguare i
salari al costo della vita;
 i contadini chiedono (e occupano) le terre
promesse dopo Caporetto.
La reazione borghese
• Proprietari e industriali guardano con
preoccupazione al nuovo “clima”:
 Vorrebbero mantenere i vantaggi sociali ed
economici di cui hanno goduto durante la
guerra (che per molti è stato un ricco affare).
 Sentono l’esigenza di un potere forte per far
fronte alla “minaccia bolscevica”
• Di fronte al nuovo potere sindacale anche
gli industriali si organizzano: nel 1919
nasce la Confindustria.
Lo scontento dei ceti medi
• La piccola-media borghesia:
 subisce gli effetti dell’inflazione su stipendi e
risparmi;
 è turbata dai disordini sociali e dalla
debolezza del governo;
 dopo aver ricoperto ruoli di responsabilità in
guerra fatica a rientrare nella vita civile;
 Sinceramente interventista, è delusa dei
risultati delle trattative di pace e dalla “vittoria
mutilata”.
Linea Wilson
Confine 1915
Fiume
L’impresa di Fiume
• Nel settembre del 1919, d’Annunzio,
insieme a volontari e reparti insubordinati
dell’esercito occupa Fiume che gli alleati
intendevano assegnare alla Jugoslavia.
• Il governo Italiano, presieduto da Nitti,
succeduto a Orlando dopo la crisi di
Versailles, non interviene.
Fiume resta in mano ai dannunziani.
Novità politiche del 1919
• In gennaio Don Luigi Sturzo, con il
consenso del papa, fonda il Partito
Popolare (partito cattolico ma autonomo
rispetto alla Chiesa).
• In marzo Mussolini a Milano fonda il
Movimento dei Fasci di Combattimento,
con un programma in cui convivono
istanze rivoluzionarie e nazionalismo.
Il Programma di San Sepolcro (23 marzo 1919)
PER IL PROBLEMA POLITICO NOI VOGLIAMO:
a) Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed
eleggibilità per le donne. b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati
abbassato a 25 anni.c) L'abolizione del Senato. d) La convocazione di una assemblea Nazionale per la
durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato. […]
PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO:
a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto
ore di lavoro. b) Minimi di paga. c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento
tecnico dell'industria […] f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità
e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:
a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il
disarmo generale. b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi. c) Una politica estera
nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel
mondo.
PER IL PROBLEMA FINANZIARIO, NOI VOGLIAMO:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia forma di vera
espropriazione parziale di tutte le ricchezze. b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle
congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività
per la Nazione e un privilegio di pochi. c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro
dell'85% per cento dei profitti di guerra. d) La gestione cooperativa della produzione agricola e la
concessione della terra ai contadini.
Elezioni politiche del 1919
• Sono le prime che si svolgono con il
sistema proprozionale, che premia i
partiti di massa.
• La camera risulta suddivisa in tre “poli”
(liberali, popolari e socialisti) senza che
alcuna forza possieda la maggioranza.
• Ne deriverà una forte instabilità politica
(6 governi tra 1919 e 1922).
I governi del dopoguerra
ottobre 1917 – giugno 1919
giugno 1919 – maggio 1920
maggio 1920 – giugno 1920
giugno 1920 – luglio 1921
luglio 1921 – febbraio 1922
febbraio 1922 – agosto 1922
agosto 1922 – ottobre 1922
ottobre 1922 – luglio 1943
Orlando
Nitti I
Nitti II
Giolitti V
Bonomi I
Facta I
Facta II
Mussolini
Il quinto governo Giolitti
• Nel 1920 Giolitti è chiamato al governo
per far fronte ad una situazione sociale
sempre più difficile.
• I contrasti tra metalmeccanici e
imprenditori portano in autunno alle
occupazioni delle fabbriche.
• Ispirate dai socialisti del gruppo di “Ordine
nuovo” (leader: Gramsci), favorevole alla
costituzione dei consigli di fabbrica.
La debolezza socialista
• Le idee di Ordine nuovo non hanno però
successo nel PSI
• dove prevale una posizione ribellistica,
di astratta contrapposizione alle forze
borghesi, incapace di attuare una concreta
strategia rivoluzionaria.
• Nel congresso di Livorno del 1921 la
sinistra (Gramsci, Bordiga) si separa:
nasce il Partito Comunista, aderente alla
Komintern (nata nel 1919).
I successi di Giolitti
• Il governo si mantiene neutrale ed offre
una mediazione tra operai e imprenditori
che porta alla fine delle occupazioni.
• Giolitti abolisce il prezzo politico del
pane, ma introduce tassa di successione
e nominatività dei titoli.
• Col trattato di Rapallo (1920) con la
Jugoslavia Fiume diviene città libera ed è
sgomberata dai dannunziani.
Il fallimento
• Ma le mediazioni giolittiane sembrano
debolezza a gran parte dell’opinione
pubblica:
 sia agli imprenditori, che avrebbero voluto
dal governo l’uso della forza
 sia al ceto medio, preoccupato per il
diffondersi dei sovversivi.
• Dal 1920, abbandonate le velleità
rivoluzionarie, il movimento fascista si fa
difensore delle loro esigenze.
Il fascismo nelle campagne
• A partire dalle campagne emiliane, i
fascisti organizzano “squadre d’azione”
che attaccano leghe, cooperative,
amministrazioni socialiste.
• Le azioni ottengono l’appoggio e il
finanziamento dei possidenti ma anche di
piccoli proprietari, stanchi del potere
acquisito dalle organizzazioni “rosse”.
Da un testo scolastico del 1938:
“Intanto il movimento e la sua audacia aggressiva si
estendono a tutta l’Italia [...] Nella lotta quotidiana e
incessante i sovversivi [...] sono dapprima costretti alla
difensiva, poi il Fascismo ne tronca gli scioperi e ne
conquista le posizioni e in molte provincie assume i poteri,
sostituendosi ai rossi e alle autorità dello Stato, impotenti
a difendere l'osservanza della legge.
Lo squadrismo […] si dà ben presto[…] una gerarchia e un
ordinamento militare, con le denominazioni romane di
squadre, manipoli, centurie, coorti, legioni e con l’assunzione
dei simboli, dei distintivi, dei canti, della camicia nera e del
berretto o elmo degli « arditi » e si arma, oltre che del
celebre manganello, di bombe a mano, di rivoltelle e di
mitragliatrici.”
“All’interno, occupazione delle fabbriche da parte degli
operai, scioperi, violenza, anarchia; lo Stato impotente a
farsi obbedire. Ma il Fascismo, colla bellezza e santità dei
suoi ideali e col fascino e l’impeto della sua azione
ardimentosa, raccoglie sotto i suoi gagliardetti numerose
falangi di ex combattenti, di intellettuali, di studenti, di
cittadini, appartenenti alla borghesia urbana, di industriali, di
gruppi di operai, (nazionalisti, liberali, e perfino comunisti) e
oppone sempre più vigorosamente la forza contro la
violenza, organizza il lavoro di volontari contro gli
scioperi nei pubblici servizi, moltiplica le spedizioni
punitive contro i giornali sovversivi, contro le
organizzazioni e assume le difesa dello Stato, sostituendosi alle
autorità costituite impotenti e imbelli.”
E. Barilli, L’Italiano Nuovo, Manuale di Cultura Fascista
Lo squadrismo dilaga
• Le azioni dimostrative, di intimidazione e
punitive si diffondono anche nelle città,
praticamente impunite a causa della
connivenza delle forze dell’ordine.
• Lo stesso Giolitti mira ad utilizzare i
fascisti per i suoi fini trasformistici e, per le
elezioni del 1921, offre loro posto nelle
liste liberali.
• 35 fascisti entrano così in Parlamento.
Da antipartito a partito
• Mentre si susseguono i deboli governi
Bonomi e Facta, incapaci di contenere le
violenze, Mussolini intuisce la possibilità
della conquista del potere.
• Al congresso di Roma del 1921 il
movimento rinuncia all’impostazione
repubblicana e anticlericale, si trasforma in
Partito Nazionale Fascista e aspira
apertamente al governo.
La marcia su Roma
• Al congresso di Napoli del 1922 i fascisti
decidono di portare le proprie “milizie” a
Roma per ottenere il governo.
• Il re rifiuta di fare intervenire l’esercito
contro le squadre che il 28 ottobre
entrano pacificamente nella capitale
• e chiama Mussolini (che era a Milano) a
sostituire il dimissionario Facta.
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