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TEATRO DEI
DUE MARI
Tindari, 1 giugno 2009
LE TROIANE
da Euripide e Seneca
Ivana Monti - Ecuba
Emanuela Trovato - Cassandra
Cloris Brosca - Andromaca
Federica Di Martino – Elena
Massimo Reale- araldo Taltibio e Menelao
Regia di Federico Magnano di San Lio
Rivive nella tragedia di Ecuba l’antico dolore delle
donne, che, se c’è una guerra, sono sempre vinte. Le
donne che coltivano la vita con pazienza sacra e la
vedono stracciata e sprecata non solo dall’orgoglio e
dalla cupidigia dei guerrieri,
ma anche dall’indifferenza degli dei.
La distruzione di Troia è stata compiuta e le
principesse troiane attendono di conoscere il loro
destino, di sapere a quale eroe greco
sono state destinate:
Cassandra, la profetessa mai ascoltata e creduta quando
aveva predetto i lutti che si sarebbero abbattuti sul suo
popolo e sulla sua famiglia, ora, in preda ad un raptus di
lucida follia, dice di poter essere finalmente felice,
poiché tutto si è concluso, tutte le lacrime ormai sono
state versate e lei, vergine incontaminata per volere di
Apollo, andrà schiava-concubina di Agamennonne che
però la sposerà in segreto, per non inimicarsi Febo.
Andromaca, la sposa una volta felice di Ettore, ora sa
di dover andare schiava del figlio di Achille, quel Pirro
tanto più crudele del padre che non aveva esitato di
uccidere presso gli altari il re Priamo, dopo avere
massacrato davanti ai suoi occhi il figlio, il piccolo
Polite che, come lui, aveva cercato
vano scampo presso l’altare.
Ha già pianto l’uccisione di Ettore e lo scempio che del
cadavere aveva fatto Achille.
Ma, come se questo non bastasse, ella proverà il dolore
più grande che una madre possa mai provare, le verrà
strappato dal seno il piccolo Astianatte, quel figlio che
aveva generato da Ettore, unica speranza per una
rinascita di Troia, l’unico erede maschio
di tanti eroi troiani, uccisi dai greci.
Ecuba andrà invece schiava di Ulisse, che lei odia più di
tutti gli altri perché sa che è stato proprio lui l’artefice
dell’inganno del cavallo. Il suo dolore è sconfinato, ne
conosce ormai tutte le più atroci sfumature, ma il più
tremendo le toccherà proprio quando le verrà
consegnato il corpicino massacrato del piccolo
Astianatte, quel suo nipotino così inerme che ha fatto
temere tanto i forti greci che, per ucciderlo, non si sono
fermati dal compiere un gesto disumano: strapparlo al
petto della madre e gettarlo dalla rocca del palazzo
reale. Ora la nonna dovrà dargli degna sepoltura dove
farà scrivere un epitaffio che suonerà nei secoli ad onta
per i “forti” greci che hanno avuto “paura di un bimbo
ancora infante”. Questo sarà il suo ultimo dolore,
perché non chiuderà la sua vita schiava di Ulisse, con lei
gli dei sono stati “clementi”: cadrà dalla nave dell’eroe
greco appena vi sarà salita e sarà mutata in uno scoglio,
posto davanti alla spiaggia di Troia e ululerà in eterno al
cospetto della sua patria infelice ogni volta che i marosi
si infrangeranno su di esso.
Elena, la causa della crudele fine di Troia, invece con il suo
pericoloso fascino cerca in ogni modo diventare, davanti agli occhi
del marito, Menelao, vittima pure lei della volontà capricciosa degli
dei: senza di lei infatti i greci non avrebbero mai distrutto Troia.
Tutto merito suo, dunque!
Menelao, all’inizio di questo confronto risoluto nella sua decisione
di uccidere la moglie infedele, alla fine decide di riportarla a
Sparta per farla lapidare dalle madri spartane i cui parenti sono
rimasti sul suolo troiano vittime di una guerra che la sua infedeltà
aveva generato. Elena però sa che con il suo fascino riconquisterà
lo sposo tradito e sarà reintegrata nella sua regalità.
A nulla varranno le parole della regina, che avrebbe invece voluto
che la donna pagasse il fio per le sue colpe, che sono state la causa
della distruzione di Troia, della sua famiglia regale e del suo
popolo. Anche contro l’infelice Ecuba Elena usa parole di
tracotanza: la causa di tutto questo è proprio lei che non ha voluto
uccidere Paride quando le era stato profetizzato tutto quello che
poi è accaduto.
Nina Valenti
ECUBA
ECUBA E CASSANDRA
ECUBA E ANDROMACA
MENELAO ED ECUBA
MENELAO ED ELENA
ASTIANATTE
LA DISPERAZIONE DI ECUBA
GLI APPLAUSI
LE FOTO CON IVANA MONTI
FINE
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