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Frege - Lettere

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Frege - Lettere
Riassuntone
Big Summary
La fase “eroica” dei fondatori
Frege
Frege: nasce la logica matematica:
dall’alchimia logica
alla chimica dei concetti
4 Idee di Frege
1.
Distinzione tra senso e tono
2.
Distinzione tra senso e riferimento
3.
I principi di composizionalità e sostitutività:
il discorso indiretto e il riferimento indiretto
4.
La presupposizione e i termini non denotanti
(privi di riferimento)
Frege 1: senso e tono
Senso =
aspetto cognitivo legato al
valore di verità degli enunciati
Tono =
aspetto pragmatico legato alla
influenza sui parlanti e alle
differenze lessicali, idiomatiche…
Esempi
(a) I greci vinsero i persiani
(b) I persiani furono sconfitti dai greci
(c) Il tutore dell’ordine ha colpito il lestofante
(d) il pula ha beccato il compare
Frege 2: senso e riferimento
Senso
(Sense)
Riferimento
(Reference)
NomeProprio
Modo di Pres.
Oggetto
Predicato
Modo di Pres.
Concetto (proprietà,relazione)
Enunciato
PENSIERO
VALORE DI VERITA’
Frege 3: principi
Composizionalità = il riferimento del tutto e funzione
del riferimento delle parti
Sostitutività: se sostituisco due espressioni coreferenziali
il Valore di Verità del tutto non cambia
Nel discorso indiretto (x crede che p)
il riferimento è un riferimento indiretto,
cioè mi riferisco al senso normale,
al pensiero e non al valore di verità
Frege 4: presupposizione
L’uso di un nome presuppone l’esistenza del suo
portatore:
“Keplero morì in miseria” presuppone che Keplero
esista
ma… (pensa a “Ulisse” o “Odisseo”)
se uso un nome senza riferimento, l’enunciato non
avrà riferimento, cioè non sarà né vero né falso
Russell
“Figlioccio” di John Stuat Mill
Premio Nobel per la letteratura
e pacifista convinto
4 idee di Russell
1. Critica a Frege: il paradosso
2. Critica a Frege su senso e riferimento
dei termini singolari
3. I nomi propri come abbreviazioni di
descrizioni definite
4. La teoria delle descrizioni e i termini non denotanti
Russell 1: la contraddizione
Io sto mentendo
R = l’insieme di tutti gli insiemi che hanno la
proprietà di non appartenere a se stessi
R = {x: x  x}
R R  R  R
R  R  R R
---------------------R R  R  R
Russell 2: contro il senso dei nomi
Frege:
Nomi Propri hanno un senso che è il modo di
presentazione del riferimento
John Stuart Mill:
i Nomi Propri (Darthmouth) hanno denotazione e non
connotazione (significato): si riferiscono direttamente
Russell:
ha ragione il mio padrino
Russell 3: nomi e descrizioni
Frege:
Nomi Propri hanno un senso e il loro senso è una
descrizione definitita (D.D.)
Russell:
Nomi LOGICAMENTE Propri si riferiscono
direttamente a oggetti (come “questo”,”quello”)
Nomi Propri normali sono abbreviazioni di D.D.
Russell 4: teoria delle descrizioni
Le descrizioni definite sono simboli incompleti:
(1) “L’attuale re di Francia è calvo”
equivale a
(2) “Ex (x è un attuale Re… ed è calvo)”
(2) è falsa perché
non esiste nessuno che sia l’attuale re di Francia!
Wittgenstein
Ingegnere viennese, studia le
opere di Frege e lavora con
Russell e Moore a Cambridge
Scrive il Tractatus Logico Philosophicus
Morto il padre regala la sua eredità
a poeti e artisti
4 idee di Wittgenstein
1. La filosofia è analisi del linguaggio (un’attività non
una dottrina)
2. Il linguaggio traveste i pensieri
(“è” vuol dire tante cose)
3. Enunciato come immagine di stato di cose
4. Senso di enunciato = condizioni di verità: sensononsenso-privodisenso
Witt. 1: filosofia come attività
Alla fine dell’analisi arriveremo alle proposizioni
“atomiche” (gli atomi del linguaggio)…
su cui opera il calcolo delle tavole di verità
La filosofia non è una dottrina ma un’attività
la chiarificazione dei pensieri (illuminazione).
Finita, smetti e fai dell’altro
(e così W. fece).
Witt. 2:
il linguaggio traveste i pensieri
Russell ci ha insegnato a trovare la struttura profonda a partire
dalla forma grammaticale superficiale
Linguaggio traveste I pensieri come un vestito nasconde la
struttura del corpo umano
Grammatica superficiale: “è”
Grammatica profonda (l’essenza del linguaggio rivelata!):
(1) uguaglianza
a=b
(2) predicazione P(a)
(3) esistenza
Ex P(x)
Witt. 3 Teoria dell’immagine
Ci facciamo immagini di fatti
L’enunciato (sentence) è una immagine [logica] di
uno stato di cose
I nomi si riferiscono direttamente agli oggetti
la forma del linguaggio rispecchia
la forma dello stato di cose
Wittg. 4:
senso e funzioni di verità
Il senso è lo stato di cose rappresentato, ciò che deve
sussistere affiché l’enunciato sia vero
Il senso di un enunciato è le sue condizioni di verità
AB
VV
VF
FV
FF
A & B … … ECC. ECC.
V
F
F
F
-
ENUNCIATI SENSATI - DESCRIZIONI IMMAGINI DEL MONDO
ENUNCIATI INSENSATI: FILOSOFIA, METAFISICA, ETICA
-
ENUNCIATI PRIVI DI SENSO: TAUTOLOGIE CONTRADDIZIONI
Carnap
Uno dei principali membri del
CIRCOLO DI VIENNA
assieme a Schlick, Hahn, Gödel,
…
Dopo la guerra vive in USA e lavora
sui temi della probabilità e della
induzione
4 idee di Carnap
1.
Con Schlick: principio di verificazione
2.
Contro Frege, non senso e riferimento ma intensione vs.
estensione (e mondi possibili)
3.
contesti intensionali…
4.
Divisione di tutti gli enunciati in analitici
(gli scapoli sono non sposati) e sintetici (oggi piove)
Carnap 1: verificazionismo
Con Schlick (e Wittgenstein) da Einstein:
Il significato [cognitivo] di un enunciato è…
Il suo metodo di verifica
Criterio di demarcazione scienza/non scienza
Un enunciato non verificabile è privo di senso
[possiamo dire che ha significato emotivo:
esprime emozioni]
Carnap 2: intensione/estensione
Contro la distinzione senso/riferimento (poco chiara)
intensione
Terminesing. Concetto ind,
Predicato
proprietà
Enunciato
proposizione
/estensione
/individuo (oggetto)
/classe
/valore di verità
conoscere il significato (= intensione) di una
espressione
è sapere quale estensione questa ha in ogni mondo
possibile (possibile stati di cose di Wittgenstein)
Carnap 3: contesti intensionali
9>7
il numero dei pianeti = 9
-------------------------------il numero dei pianeti > 7
Nec. 9 > 7
il numero dei pianeti = 9
-------------------------------Nec. il numero dei pianeti > 7
Nei contesti intesionali (contesti modali) non vale la sostitutività estensionale
Ma la sostitutività tra espressioni con la stessa intensione
Carnap 4: analitico-sintetico
Proposizioni sintetiche (empiriche) A POSTERIORI
Per cui vale il principio di verificazione
Proposizioni analitiche (logiche e linguistiche) A PRIORI
(a) logico-matematiche: vere in virtù del significato delle costanti
logiche (non, e, o, se…allora, …)
(b) definizioni lessicali: vere in virtù delle costanti non logiche
(parole del lessico)
(b) esprimibili in postulati di significato:
“Gli scapoli sono maschi non sposati”
V x (scapolo x ––> nonsposato x)
Wittgenstein (II)
Abbandonata la filosofia
ha una fase “verificazionista”
poi rivoluziona la sua visione
ispira un nuovo tipo di
filosofia come analisi del
linguaggio comune
4 idee di Wittgenstein (II)
1. Raffigurare il mondo è solo UN uso del linguaggio:
vi sono tanti usi
2. Il linguaggio è un insieme di giochi linguistici:
comprendere un enunciato è comprendere un
linguaggio
3. La filosofia è terapia: chiarifica le confusioni
concettuali
4. La filosofia deve analizzare il linguaggio come è,
non cercare “essenze” nascoste: somiglianze di
famiglia
Witt.1 Significato è uso
Contro TLP
(il senso di un enunciato è lo stato di cose raffigurato)
le parole sono come attrezzi da lavoro: chiamato tutti
“attrezzi” ma hanno le funzioni più diverse.
così le espressioni linguistiche in alcuni casi servono a
rappresentare il mondo in altri casi a tante altre funzioni
il significato di una parola è il suo uso nel contesto di un
linguaggio (di un gioco linguistico)
Witt.2
Giochi linguistici e comprendere
gli psicologi studiano i processi mentali del comprendere
La filosofia studia cosa intendiamo per “comprendere”
comprendere è una capacità, un “saper fare”
Comprendere un enunciato è comprende il gioco
linguistico in cui questo compare, padroneggiare la
tecnica del gioco linguistico
Comprendere un enunciato è comprendere un linguaggio
Wit.3 Filosofia come terapia
La filosofia è una terapia che cura i bernoccoli
dell’intelletto, fatti per fraintendimenti linguistici
Ad esempio la confusione tra enunciati grammaticali
e enunciati empirici
“io solo conosco il mio dolore” dovrebbe essere un
enunciato grammaticale (“alle prima persona si
imparano espressioni di dolore; alla terza persona si
descrive il dolore altrui”)
ed erroneamente lo si usa come enunciato empirico
(in analogia a “so che lui prova dolore”)
W.4: somiglianze di famiglia
contro l’essenza la descrizione
I filosofi (sia platonici sie empiristi) hanno sempre cercato
l’essenza… ma a volte l’essenza non c’è
(essenza= insieme di proprietà necessarie e sufficienti)
ad es.
il concetto di gioco non ha un’essenza
ma i giochi si chiamano così per somiglianze di famiglia
questo spiega la facilità e la sicurezza con cui tutti
imparano e usano la parola “gioco”
(la corda è fatta non di un unico filo…)
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