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teoria dei campi di gauge
Dalle forze alla Supergravità E poi un nuovo ente: l’ Informazione massa=energia Ristretta nella Relatività dalla forza di gravità alla geodetica nella Relatività Generale e poi gravitone = fotone nel sogno finale di Einstein e dei fisici di oggi Il Sogno di Einstein e dei fisici di oggi è ridurre le forze a una sola forza “la forza” non è una vera forza è geometria dello spazio-tempo come la gravità tutto ciò è sufficiente a fondare la realtà ? sembra di no è fondamentale l ’Informazione I LEZIONE Si è partiti dalla lettura di una presentazione in forma di poesia scherzosa che intendeva mettere in evidenza, sottolineare, alcune parole e alcuni concetti chiave. Nella lezione dell’8 febbraio sono stati analizzati alcuni di questi concetti, gli altri avrebbero dovuto essere spiegati nella lezione successiva, che però, per validi motivi, può essere solo oggi a distanza di un mese esatto. Elenco dei concetti evidenziati nella lezione precedente Oggetti classici e particelle quantistiche sono stati messi a confronto nell’effetto tunnel, che sembra magia, ma che invece può essere compreso se si fa riferimento alla dualità onda-particella oppure al principio di indeterminazione di Heisenberg, proprietà tipiche dei quanti; mini parentesi su BUCHI NERI ED EFFETTO TUNNEL buchi neri : se la massa di una certa distribuzione di materia è sufficientemente grande e gli atomi possono avvicinarsi liberamente, si ha il fenomeno del collasso gravitazionale. Ciò può accadere in una stella che sta esaurendo il combustibile nucleare che la tiene in vita, (l'idrogeno). Quando una stella si raffredda, essa comincia a contrarsi e a ridursi di volume fino a densità enormi (col raffreddamento progressivo, la gravità, che è sempre centripeta, vince la repulsione elettrica fra i protoni i quali vengono compattati sempre più e combinati con gli elettroni fino a che la stella diventa composta da soli neutroni). Quando (se ciò è possibile) tutta la materia di un corpo che collassa entra dentro la superficie degli eventi di quel corpo (ogni corpo ha la propria superficie degli eventi, per la terra è una sfera di raggio 0,9 cm concentrica col centro della terra, per il sole è una sfera di 3 km di raggio), si crea un fenomeno del tutto nuovo. Il campo gravitazionale diviene così intenso da curvare lo spazio-tempo a tal punto che nulla può più uscire da quella sfera, neanche la luce. Si ha così la nascita di un buco nero. Un buco nero, per la sua caratteristica di non emettere alcunché non è visibile e quindi non può essere osservato direttamente. Una verifica dell'esattezza di questa teoria è assai problematica, però, indirettamente si possono notare stelle che ruotano velocemente attorno ad un punto ed altri fenomeni analoghi. Evidenze di fenomeni di questo tipo cominciano ad essere numerose per cui si può abdurre che siano causati da ipotetici buchi neri. la radiazione di Hawking Recentemente è stata fatta l'ipotesi che in effetti un buco nero non è poi così nero, esso emette materia e radiazione anche se in misura minima. Questo avverrebbe per fenomeni legati alla meccanica quantistica. In meccanica quantistica, come è già stato detto, una particella può superare, con una certa probabilità non nulla anche una barriera di energia che secondo la meccanica classica sarebbe insuperabile. Questo fenomeno, come sappiamo, è detto effetto tunnel. E' chiaro che questa probabilità è pressoché nulla per una singola particella, però, in una stella collassata vi è un numero grandissimo di particelle, per cui qualcuna esce di fatto dal buco nero. Per questa ragione un buco nero evapora lentamente Intorno al 1975 il nome di Hawking divenne universalmente famoso per quella che fu chiamata la radiazione di Hawking. Nel caso di mini-buchi neri, che possono essersi formati durante le prime caotiche fasi del nostro universo, tale radiazione è massima. Il risultato è giustamente famoso perché getta un solido ponte tra la relatività generale e la teoria quantistica e pone le basi per una futura teoria quantistica della gravitazione Nella prima lezione si era parlato delle 4 Forze e del Modello Standard, dell’insufficienza del MS che, tra le altre cose, non riesce a conciliare la forza di gravità con la teoria, in pratica non si riesce a conciliare la Relatività Generale con la Meccanica Quantistica: il gravitone è inafferrabile, sfugge sia sperimentalmente che teoricamente; si era poi passati ad analizzare un fondamentale cambiamento, quello del concetto di forza, si era fatto cenno all’eliminazione della forza di gravità con la RG, al tentativo da parte di Einstein, e poi dei fisici di oggi, di ricondurre tutto ad una sola forza, che però, come la forza di gravità, non è una forza ma è geometria dello spaziotempo, i fisici teorici amano la geometria, si era detto; era stato fatto esplicito riferimento alle geodetiche come sostitutive della forza di gravità, senza ulteriori dettagli. era sato fatto solo cenno, nell’introduzione, ai seguenti argomenti alle particelle mediatrici di forza e a come doveva essere intesa la forza in fisica quantistica con la teoria quantistica del campo; alle teorie della Supergravità, delle Superstringhe, alla Teoria M, come teorie in grado di conciliare Meccanica Quantistica e Relatività Generale, e di permettere quindi al gravitone di fare parte in modo coerente della teoria; al rapporto tra fisica e realtà, ed era stata sottolineata la fantasia, forse alle volte un po’ sfrenata, dei fisici, ma si era anche detto che la Natura, non sembra disdegnare troppo le fantasie dei fisici, dato che la Relatività Generale, che si occupa dell’infinitamente grande, la teoria di Newton, che spiega bene il mondo macroscopico che ci circonda, e la Meccanica Quantistica, che spiega il mondo dell’infinitamente piccolo, sono riuscite o riescono ancora oggi a raggiungere risultati sperimentali, tecnologici, risultati concreti considerevoli. Applicazioni proprietà particelle INDICE II LEZIONE Esempio sul Principio di Equivalenza di Einstein: principio base della Relatività Generale e quindi della Teoria della Gravitazione. Le geodetiche e la geometria fisica. Il Gravitone potrebbe essere un parente stretto del Fotone. Il sogno di Einstein. L’importanza fondamentale della simmetria per la fisica che va per la maggiore, quella basata sul continuo. Una moderna Flatlandia: l’universo olografico. Una suggestiva congettura: invece di aumentare le dimensioni dell’universo le riduce da quattro a tre, due spaziali e una temporale. Il paradosso EPR e le nuove prospettive. Compare l’entità informazione che sembra possedere una sua sostanzialità irriducile alla massa-energia. Dove ci porterà l’entità informazione? PRIMO PUNTO Einstein ha interpretato la gravità come una conseguenza della distorsione dello spazio tempo dovuta alla massa-energia dei corpi. L'esempio più famoso per visualizzare questo è il telo di gomma: se metti una biglia pesante su un telo di gomma sospeso vedrai il telo incurvarsi tanto più la biglia è pesante, e se lanci una pallina vicino al telo la vedrai caderci dentro, non perché la biglia la attiri, ma perché lo spazio attorno alla biglia pesante è distorto in modo tale da incurvare la traiettoria della pallina verso la biglia L’attrazione gravitazionale non è dovuta a una forza, ma alla curvatura dello spazio-tempo Il pianeta scivola lungo la geodetica dello spazio-tempo curvo Solo in assenza di materia gravitazionale lo spazio-tempo riemanniano diventa di tipo euclideo e le geodetiche sono le linee rette della geometria euclidea. In tal modo la gravitazione non possiede nella Relatività Generale le caratteristiche di una forza. Si può così rendere ragione degli eventi meccanici mediante concezioni puramente geometriche cinematiche Einstein e l’esperimento di Galileo L’esperimento di Galileo ha provato che il tempo di caduta di due corpi è sempre il medesimo e che il moto di un corpo che cade non dipende dalla massa. Se la forza di attrazione della terra fosse la stessa per tutti i corpi quello di massa maggiore dovrebbe cadere più lentamente degli altri, ma così non è. LA FORZA SOLLECITANTE DELLA TERRA DIPENDE DALLA MASSA PESANTE LA FORZA RISPONDENTE DELLA PIETRA DIPENDE DALLA MASSA INERTE poiché il moto rispondente è sempre lo stesso si deve inferire che le due masse debbano essere uguali IL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA massa inerziale = massa gravitazionale le due masse sono identiche numericamente e concettualmente Forze apparenti nei sistemi accelerati In un’auto in curva ci sentiamo spinti verso l’esterno senza che ci sia nessuno che ci spinga. Agisce una FORZA APPARENTE. Su un autobus che si mette in moto o frena ci sembra che su di noi agisca una forza che ci spinge indietro o avanti. Agisce una FORZA APPARENTE Chi osserva dall’esterno, fermo a terra, giustifica un simile fenomeno con le leggi di Newton. Perché un’ auto possa fare una curva deve esserci la presenza di una forza centripeta (questa è la forza effettiva, tipo la forza di attrito) che impedisce che l’auto prosegua per la tangente alla curva, invece di curvare. Chi osserva da terra si trova in un riferimento INERZIALE (quasi), la Terra. Chi è in macchina si trova in un sistema di riferimento NON INERZIALE. Chi è in macchina per il principio di inerzia tenderebbe a continuare il suo moto rettilineo, invece di curvare, ed è per questo che colui che si trova in macchina si sente spinto verso l’esterno, ma non agiscono forze su di lui, agisce una forza sulla macchina diretta verso il centro dell’arco di curva che la macchina sta percorrendo Quando l’autobus parte, accelera, ma su di noi non agiscono forze se non la forza d’attrito che ci impedisce di scivolare. Se non ci fosse l’attrito andremmo comunque indietro rispetto all’autobus, perché, per il principio di inerzia, tenderemmo a mantenere la posizione iniziale, fermi rispetto alla terra: non è una forza quella che ci spinge indietro rispetto all’autobus, ma è una forza quella che spinge avanti l’autobus rispetto a chi è fermo a terra. Sul palmo di una mano Mettiamo una moneta e una gomma sul palmo di una mano, sentiremo una diversa pressione sul palmo a causa della differenza di peso. Abbassando rapidamente la mano, come se la mano fosse un ascensore in moto accelerato in discesa, potremo constatare una diminuzione della pressione, finché ripetendo sempre più velocemente questo movimento i corpi non saranno più sostenuti dal palmo e non ne seguiranno più il moto. Torna all’indice Ora poiché i due oggetti cadono con uguale velocità nonostante la loro differenza di peso, si troveranno sempre alla stessa altezza, anche senza essere più in contatto con la mano. Supponiamo che i due oggetti siano in grado di pensare, ma ignoranti delle cose di questo mondo, e chiediamoci quale sia il loro giudizio sull’intero processo. Se la mano è ferma, o si muove di moto uniforme, la gomma si renderà conto di essere più pesante della moneta. Se la mano si abbassa, accelerando, noteranno una diminuzione del loro peso. Attribuiranno questo effetto all’abbassamento della mano rispetto alle pareti della stanza. La piattaforma accelera verso il basso Stiamo scendendo! Guarda gli alberi che belli! Mentre accelera, la pressione della gomma e della moneta sulla piattaforma, dovuta al peso, diminuisce gomma moneta Un incanto! chiusi nella scatola … o nell’ascensore Se rinchiudiamo la gomma e la moneta dentro una scatola, essi non avranno alcun riferimento per mettere in evidenza il movimento della scatola e potranno osservare semplicemente che i loro pesi diminuiscono in un medesimo rapporto. Se poi la mano si muove così rapidamente che loro due non riescono più a seguirla ma procedono di moto libero, si accorgeranno con stupore che i loro corpi, dotati fino a quel momento di un certo peso, volano verso il soffitto della loro abitazione. Essi acquistano un peso “negativo”, in verso opposto. L’attrazione gravitazionale sembra non agire più verso il basso ma verso l’alto, e i due cadono quindi verso l’alto con velocità uguali. La scatola accelera un poco (a<g) verso il basso e poi si ferma Anch’io mi sentivo piuttosto leggera gomma moneta La gomma e la moneta, non potendo guardare fuori dalla scatola, dovranno decidere che cosa stia succedendo e non saranno in grado di stabilire se la scatola ha accelerato nella direzione del campo gravitazionale preesistente, oppure se le masse che prima erano sotto di loro sono state messe sopra di loro invertendo il campo gravitazionale. In fisica non esiste un modo per fare una distinzione da un punto di vista sperimentale, fra queste due possibilità. Naturalmente quanto è stato detto vale per intervalli di tempo brevi, in una piccola regione dello spazio, come nell’esempio illustrato. La piattaforma accelera molto verso il basso (a>g) e poi si ferma Questa volta la botta l’ho gomma sentita! Come cambia il mondo! Anche il campo gravitazionale si inverte! Ma vaffa! moneta Non è detto che sia colpa della forza di gravità … Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che tutti i corpi cadono con uguale velocità, perché se così non fosse, sarebbe sempre possibile capire se un moto accelerato di corpi di peso differente è prodotto dall’accelerazione dovuta a masse esterne, o invece non è altro che un’illusione, dovuta all’accelerazione del punto di appoggio dell’osservatore. Inoltre bisogna dire che se le masse, inerziale e gravitazionale, fossero numericamente diverse allora i corpi non cadrebbero tutti con la stessa velocità e saremmo in grado di distinguere se agisce una forza gravitazionale o una forza apparente. Infatti se agisse un campo gravitazionale i corpi cadrebbero con velocità diverse, e se invece fosse il punto di appoggio ad essere accelerato i corpi cadrebbero con la stessa velocità verso il soffitto della scatola. In meccanica classica si fa distinzione tra il moto di un corpo non soggetto a forze (moto inerziale) e il moto di un corpo sottoposto all’azione di un campo gravitazionale: il primo è rettilineo e uniforme in un sistema inerziale, il secondo non è uniforme e ha traiettoria curvilinea. IL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA dice anche che la cosiddetta forza di gravità agisce quindi allo stesso modo di una forza apparente, non è altro che un’illusione, dovuta semplicemente all’accelerazione del nostro Sistema di Riferimento. Coloro che sono all’interno dell’ascensore o della scatola non sanno dell’esistenza o meno della forza applicata al cavo dell’ascensore, al palmo della mano, o della presenza del campo gravitazionale, ma notano che gli oggetti si comportano come se agisse su di loro una forza, per loro decidere di quale forza si tratti è arbitrario. EINSTEIN decide per una FORZA APPARENTE e cioè dovuta all’accelerazione del sistema, e attribuisce tale accelerazione non a una mano misteriosa ma alla curvatura dello SPAZIO-TEMPO. La CURVATURA è dovuta alla presenza di masse che non interagiscono tra di loro tramite forze applicate ai vari corpi ma modificando lo spazio, modificandone la GEOMETRIA. In estrema sintesi La materia dice allo spazio come curvarsi e lo spazio dice alla materia come muoversi. Si ribalta così la visione del mondo precedente: mentre per Newton lo spazio e il tempo sono fissi e assoluti e le masse si muovono lungo traiettorie curve per effetto della forza di gravità, per Einstein le masse si muovono lungo geodetiche (linee di minima distanza tra due punti) nello spazio-tempo reso curvo per effetto della presenza della materia. LA FISICA DIVENTA GEOMETRIA !!! esempi di geodetiche È possibile verificare qual è la geometria del nostro universo? SECONDO PUNTO Il sogno di Einstein gravitone = fotone Il gravitone è parente del fotone se … Torna all’indice Campi, quanti e simmetria Il Modello Standard è il modello matematico che descrive le particelle e le loro interazioni, i fisici hanno inventato (negli anni Venti) un linguaggio matematico che si chiama teoria quantistica relativistica dei campi. Esso fornisce l’apparato concettuale per descrivere le interazioni delle particelle quantistiche come la fisica newtoniana fornisce l’apparato concettuale per descrivere i moti dei pianeti. La teoria quantistica dei campi fu il frutto dei loro tentativi di rendere compatibile la nuova teoria quantistica con la teoria della relatività ristretta di Einstein. Tale compatibilità si rivelò assai difficile. Le particelle sono le manifestazioni di un campo quantizzato Le particelle fondamentali non sono fatte di “materia” nello stesso senso in cui la sedia è fatta di legno, viti e colla. Le proprietà osservabili delle particelle possono essere descritte in modo preciso nel linguaggio della matematica e all’interno di tale linguaggio la nozione di simmetria è venuta assumendo un’importanza crescente. Perché la simmetria? Una ragione sta nel fatto che le particelle quantistiche fondamentali, come gli elettroni o i fotoni, possiedono simmetrie nello stesso senso in cui ne possiede un cristallo. Per la descrizione di qualche cosa che non ha parti ed è molto piccola i concetti di simmetria si rivelano estremamente utili. Secondo questa concezione il mondo è un’immensa arena nella quale interagiscono campi che si manifestano come particelle quantistiche. Nel 1954 i fisici matematici Yang e Mills crearono la teoria dei campi di gauge (non abeliani) La loro idea fondamentale era quella di generalizzare la nozione di simmetria interna I campi di gauge (1954) I fisici hanno immaginato che ogni particella elementare sia dotata di una freccia in grado di ruotare in uno spazio immaginario, detto "spazio interno", e che da queste rotazioni sia mutata la sua stessa natura. La richiesta di simmetria impone che per qualsiasi rotazione della freccia le espressioni alla base del sistema resti invariante. Quindi se provassimo a misurare qualche grandezza fisica, ad esempio l'energia di un gruppo di particelle, troveremmo sempre gli stessi valori. Ed è proprio da questa richiesta che hanno origine le forze fondamentali. Via via che la teoria quantistica si rivelava come linguaggio della natura, la simmetria e la teoria dei gruppi tendevano ad assumere un’importanza sempre maggiore in fisica. La funzione del campo di gauge è di compensare la perdita di simmetria che si ha quando si passa dalla rotazione interna globale a una rotazione locale. L’esistenza dei campi di gauge poteva quindi essere dedotta semplicemente da condizioni di simmetria. Da questa conclusione sorprendente, che il concetto di simmetria preceda perfino quello di campo, deriva la maggior parte della ricerca attuale riguardo alla teoria quantistica relativistica dei campi. Il triangolo rappresenta un campo a più componenti, e la griglia un sistema di assi coordinati che può mettere in evidenza le rotazioni nello spazio (che viene detto interno) Una rotazione globale della griglia lascia invariato il triangolo. Ma una rotazione locale che vari da punto a punto deforma il triangolo. Quando si introduce un campo di gauge di Yang e Mills la simmetria distrutta viene ripristinata. Simmetria di gauge e rottura di simmetria I fisici hanno dimostrato che se la simmetria di Yang e Mills è esatta, essa rimane completamente nascosta. Le equazioni del campo possiedono la simmetria ma le soluzioni delle equazioni non la possiedono. Dato che sono le soluzioni delle equazioni a descrivere il mondo reale delle particelle quantistiche, si conclude che nel mondo reale la simmetria originaria è rotta e per questo non la vediamo. Il ferromagnete di Heisenberg Una calamita è costituita da un gran numero di piccoli domini magnetici, che possiamo immaginare simili a piccoli aghi di una bussola, cioè a piccoli magneti cilindrici liberi di ruotare intorno a un perno. Supponiamo di distribuire sul tavolo migliaia di questi aghi magnetici. Immaginiamo ch gli aghi non risentano l’influenza del campo magnetico terrestre. Inizialmente gli aghi sono orientati in maniera casuale, disordinata, non c’è una direzione privilegiata. Una qualunque direzione non è preferibile alle altre, il campo risultante prodotto dagli aghi è nullo. Se invece introduciamo un intenso campo magnetico esterno, e poi lo eliminiamo, gli aghi si orienteranno tutti nella stessa direzione. La simmetria rotazionale iniziale si è spezzata dato che c’è una direzione ben privilegiata. La simmetria fra destra e sinistra Un esempio di rottura spontanea di simmetria: la simmetria dei piattini dell’insalata rispetto ai piatti dei commensali. Quando uno dei commensali sceglie un piattino dell’insalata, la simmetria fra destra e sinistra subisce una rottura spontanea, non è più indifferente scegliere quello a destra o quello a sinistra rottura di simmetria spontanea fra destra e sinistra I piattini dell’insalata IL CAMPO DI HIGGS L’idea di Higgs era di introdurre, in aggiunta al campo di gauge, un nuovo campo privo di spin e dotato di massa, ed è un campo, che può essere utilizzato per studiare il processo di rottura di simmetria, perché “rompe la simmetria”, come la prima persona che sceglie il piattino dell’insalata o il campo magnetico esterno che costringe gli aghi magnetici ad orientarsi in una direzione comuna. Una matita sulla punta La matita ha una simmetria cilindrica attorno alla propria punta, ma è instabile. Una piccola spinta la fa cadere in una situazione asimmetrica ma stabile. Il campo di Higgs, come la matita, sceglie la soluzione stabile ma con simmetria spezzata. La forza elettrodebole Nel 1967-68 Weinberg e Salam utilizzarono l’idea di Higgs in un modello di teoria dei campi di gauge di Yang e Mills che unificò per la prima volta due delle quattro forze agenti fra le particelle quantistiche: la forza elettromagnetica e la forza elettrodebole. Perché si genera la massa delle particelle? Perché si distribuisce così? Per colmare questa lacuna del Modello Standard, i fisici cercano proprio il bosone di Higgs. Si suppone che una particella acquisti la massa in seguito alla sua interazione con il bosone di Higgs. Higgs, la particella di dio Questa particella non è ancora stata osservata, ma i fisici sperano che i futuri studi con gli acceleratori ad alta energia possano confermare o negare la sua esistenza. Nel 1976 nasce la Supergravità La Supersimmetria e la Supergravità sono uno dei tentativi di andare oltre il modello standard e di tentare l’unificazione delle 4 forze (interazioni) La Supergravità è una versione locale della Supersimmetria La Supersimmetria è un nuovo tipo di simmetria che trasforma i fermioni (campi con spin semintero) in bosoni (campi con spin intero) e viceversa. Così in base alla supersimmetria, bosoni e fermioni con spin differente possono essere considerati come diverse componenti di un unico ”supercampo”: in seguito a un’operazione di supersimmetria, le diverse componenti del supercampo si trasformano l’una nell’altra. Per la prima volta l’immaginazione matematica ha consentito di intravedere la possibilità che tutte le particelle quantistiche, e non solo quelle di spin uguale, siano componenti di un unico supercampo globale. La Supergravità, a livello quantistico correggerebbe la teoria della Relatività Generale, in essa infatti si afferma che la forza di gravità sia nata dallo scambio di gravitoni (privi di massa, perché la gravità è una forza a lungo raggio d’azione). e la teoria della Supergravità ipotizza anche un ulteriore contributo donato dallo scambio di gravitini (con spin pari a 3/2) fatto che cambierebbe le caratteristiche di questa forza solo a livello microscopico e quindi non sarebbe riscontrabile nella vita quotidiana. Inoltre la teoria della Supergravità trova valido appoggio poiché è capace di rendere finito il calcolo esplicito di un processo fisico concernente la teoria della Relatività Generale di Einstein noto per essere contaminato da diversi elementi infiniti, ma perché questa teoria abbia assoluta validità occorre una prova definitiva che tutti gli infiniti del processo si annullino fatto che, per adesso, è ancora in fase di ricerca. La teoria della Supergravità ha comunque ancora molti problemi ad affermarsi. Dal 1980 al 1984............. si scopre che la dimensione spazio-temporale massima in cui si può formulare la SUPERGRAVITA’ é D=11 Vi é un’intensa ricerca sulla supergravità in D=11 che oggi é nuovamente di grande attualità sotto il nuovo nome datole dal fisico americano Edward Witten di Mtheory ovvero teoria del mistero (o delle membrane, o …) Nel biennio 1982-1984 si coltiva la speranza di ottenere l’unificazione di tutte le interazioni usando la Supergravità D=11 . Si riutilizzano, in un contesto supersimmetrico, idee sviluppate 60 anni prima da Kaluza e Klein. vi sono serie difficoltà a trovare modelli realistici. TERZO PUNTO l ‘universo olografico fino ad ora abbiamo discusso di una realtà in molte dimensioni e se invece le dimensioni fossero solo due? Torna all’indice Provate a chiedere a qualcuno di che cosa è fatto il mondo. Probabilmente vi sentirete rispondere: di materia e di energia Una tendenza recente è quella di considerare il mondo fisico come costituito di Informazione, mentre la materia e l’energia sarebbero componenti secondarie. Un Universo dipinto sul suo confine Studi teorici sui buchi neri fanno pensare che l’Universo potrebbe essere un gigantesco ologramma. La fisica dei buchi neri – concentrazioni di massa incredibilmente dense – dà un’indicazione che questo principio potrebbe essere vero. Dallo studio dei buchi neri si ricava una conclusione sconcertante: il contenuto di informazione di una qualsiasi regione dello spazio è definita non dal suo volume ma dall’area superficiale. Alcuni fisici ritengono che questo risultato sorprendente possa essere un indizio in direzione di una teoria definitiva della realtà. La termodinamica dei buchi neri Il secondo principio della termodinamica afferma che l’entropia di un sistema fisico isolato non può mai diminuire. Quando la materia scompare in un buco nero la sua entropia se ne è andata per sempre, e il secondo principio sembra essere annullato, reso irrilevante. Un indizio per risolvere il problema fu scoperto nel 1970, quando si dimostrò che nella fusione di due buchi neri l’area totale degli orizzonti non diminuisce mai. Allora se si suppone che l’entropia di un buco nero sia proporzionale alla superficie del suo orizzonte si può pensare che quando la materia cade in un buco nero l’aumento di entropia di quest’ultimo compensa o eccede l’entropia “perduta” dalla materia. In generale, la somma dell’entropia dei buchi neri e dell’entropia ordinaria all’esterno di essi non può diminuire (una generalizzazione del secondo principio della termodinamica) Un orizzonte degli eventi è sostanzialmente una previsione della relatività generale che fenomenologicamente dovrebbe dare luogo ad un "confine" tale che tanto la materia, quanto la luce non lo possano attraversare. Come abbiamo già detto, nel 1974 Hawking dimostrò che un buco nero emette spontaneamente radiazione termica, evapora. Il secondo principio generalizzato risolve il problema affermando che l’entropia della radiazione emergente è più che sufficiente a compensare la riduzione di entropia del buco nero. Il processo di radiazione di Hawking ha permesso di determinare la costante di proporzionalità fra l’entropia, il contenuto di informazione, e la superficie dell’orizzonte. In base ai calcoli effettuati si può concludere che l’entropia di un sistema fisico isolato che abbia superficie di delimitazione A è necessariamente inferiore ad A/4. Un dispositivo di 1cm di larghezza può contenere fino a 1066 bit, una quantità colossale. Questo risultato sorprendente – che la capacità di informazione dipende dall’area superficiale – ha una spiegazione naturale se è vero il principio olografico, proposto nel 1993 dal premio nobel Gerard’t Hoof dell’Università di Utrecht. Nella vita quotidiana un ologramma è un tipo speciale di fotografia che genera un’immagine pienamente tridimensionale quando viene illuminata in modo appropriato. Tutta l’informazione che descrive la scena tridimensionale è quindi codificata nella distribuzione di aree chiare e scure sulla pellicola bidimensionale. Il principio olografico afferma che un analogo di questa “magia visiva” si applica alla descrizione fisica di qualunque sistema che occupi una regione in tre dimensioni. Se un sistema tridimensionale può essere descritto integralmente da una teoria fisica che opera solamente sul suo confine bidimensionale, allora si può prevedere che il contenuto di informazione del sistema non debba superare quello della descrizione del confine. Presagi di rivoluzione L’Universo reale è un sistema quadridimensionale: ha tre dimensioni spaziali e una temporale. Se la fisica dell’universo è olografica, deve esistere un insieme alternativo di leggi fisiche, valido su un confine tridimensionale dello spazio-tempo, che sia equivalente alla usuale fisica in quattro dimensioni. La convinzione di fondo (sottoscritta pressoché da tutti per almeno mezzo secolo) secondo cui la teoria dei campi sarebbe il vero linguaggio della fisica, deve essere respinta. I campi e anche la teoria delle Superstringhe descrivono un numero infinito di gradi di libertà. Non possono essere la teoria definitiva. L’olografia restringe ad un numero finito i gradi di libertà. Il numero di gradi di libertà di punto materiale è il numero di quantità indipendenti necessarie per determinare univocamente la sua posizione nello spazio (coordinate). Un punto libero di muoversi nello spazio a 3 dimensioni ha quindi 3 gradi di libertà; se il punto deve muoversi su un piano (2 dimensioni) ha 2 gradi di libertà; se deve muoversi lungo una retta o una curva (1 dimensione) ha 1 grado di libertà. Esistono molti esempi di punti soggetti ad uno o più vincoli: una massa attaccata ad un pendolo può muoversi lungo la superficie di una sfera, quindi ha 2 gradi di libertà una massa poggiata su un piano e attaccata ad un punto fisso ha 1 grado di libertà perché può muoversi solo lungo una circonferenza e così via l’Universo in un grano di sabbia? La teoria definitiva non può riguardare i campi, e neppure lo spazio-tempo, ma lo scambio di informazione tra processi fisici L’illusione della gravità La forza di gravità e una delle tre dimensioni dello spazio potrebbero essere illusioni generate da particolari interazioni tra particelle e campi che avvengono in un universo in due dimensioni La teoria olografica ipotizza che una delle dimensioni spaziali possa essere illusoria. Sia le particelle elementari che i campi si muovono in un ambiente bidimensionale simile alla Flatlandia di Edwin Abbott. Anche la gravità risulterebbe essere un’ illusione in quanto non presente in un mondo bidimensionale, ma che si materializza con la comparsa illusoria della terza dimensione. Le teorie prevedono che il numero di dimensioni della realtà potrebbe essere una questione di punti di vista: i fisici potrebbero decidere di descrivere la realtà come qualcosa che obbedisce ad un certo insieme di leggi (tra cui la gravità) in tre dimensioni. In modo equivalente potrebbero scegliere di descrivere la realtà come qualcosa che obbedisce a un diverso insieme di leggi che è adatto a due dimensioni (e in assenza di gravità). Entrambe le teorie descrivono tutto ciò che vediamo e non avremmo modo di appurare quale teoria sia realmente vera. L’Universo tridimensionale emergerebbe dalla fisica dell’Universo bidimensionale un po’ come un’immagine in 3D che appare da un ologramma. L’universo bidimensionale esiste sulla superficie dell’universo tridimensionale. La fisica della superficie assomiglia a quella dei quark e dei gluoni soggetti a interazioni forti. La fisica dell’interno comprende una teoria quantistica della gravità, teoria che, come sappiamo, ha messo per decenni a dura prova i fisici. L’equivalenza fornisce, come abbiamo visto precedentemente, un nuovo modo per capire le proprietà dei buchi neri, e richiede un’attenta combinazione di teoria quantistica e di gravità. Gli aspetti matematici della teoria non sono ancora stati dimostrati rigorosamente, ma i dati di alcuni recenti esperimenti sarebbero in linea con una delle versioni di questo modello. Molte delle domande sulle teorie olografiche attendono ancora una risposta. Qualcosa di simile è valido se si considera un universo come il nostro? Un universo come il nostro che viene da un big bang ed è in espansione, non ha un bordo ben definito. Di conseguenza non è chiaro come si possa definire una teoria olografica: non c’è alcun posto in cui mettere l’ologramma. Comunque sia una lezione importante che si può trarre dall’ipotesi olografica è che la gravità quantistica può essere interpretata in modo molto semplice, quando è descritta dalle variabili giuste. Le varie teorie come un cacciavite Il cacciavite può andare bene per molte viti ma questo non vuol dire che vada bene per tutte. Quando ci si rende conto che non è adatto ad avvitarne alcune lo si deve cambiare con un altro. La metafora calza perfettamente con l’idea che la moltitudine di teorie che l’uomo è in grado di produrre possono rendere conto di molte situazioni teoriche e/o sperimentali, ma in altre possono fare cilecca. Un po’ di pragmatismo suggerisce che forse la cosa migliore è utilizzare il cacciavite più utile in una determinata situazione, rinunciando alla pretesa di aver individuato IL CACCIAVITE DI TUTTE O LA TEORIA DEL TUTTO la Quantum Information non riducibile coniuga Meccanica dell’Informazione, alla materia-energia Quantistica e Teoria Nuove prospettive nate dai paradossi della Meccanica Quantistica e in particolare Il paradosso EPR Viene alla luce un'entità sfuggente, immateriale, qualcuno dice spirituale, comunque un’entità fondamentale: l‘Informazione Quantistica CLICCA Torna all’indice IL PARADOSSO EPR (1935) di Einstein Podolsky e Rosen Il termine paradosso sta solo ad indicare che quello che viene messo in evidenza dall’esperimento concettuale di Einstein, Podolsky, Rosen e che segue dalla Teoria Quantistica, è una realtà paradossale, inaccettabile, ma questo non vuol dire affatto che sia contradditoria. Ad esempio l’ antinomia del mentitore “Io sto mentendo”, dà origine a una vera e propria contraddizione e non semplicemente a qualche effetto paradossale, stravagante: se mento dico la verità, se dico la verità allora mento. Sembra difficile guardare le carte di Dio. Ma neanche per un attimo posso credere che Egli giochi a dadi e faccia uso di mezzi “telepatici” (come la teoria quantistica corrente pretende che Egli faccia) Albert Einstein I dubbi di Einstein IL POSTULATO DELL’OGGETTIVITÀ del GRUPPO EPR Data l’assenza di qualsiasi inconsistenza logica nell’interpretazione di Copenaghen, e dato che non esistono esperimenti che falsifichino le predizioni della teoria, il convincimento di Einstein, e dei suoi collaboratori, era che l’incompatibilità tra la teoria e la realtà oggettiva non poteva che essere causata da una incompletezza della stessa teoria. principio della causalità locale Einstein postulava la realtà oggettiva, quella secondo la quale il mondo esiste in uno stato definito. Nessuna ragionevole concezione del mondo reale poteva prescindere dall’oggettività, secondo lui. L’idea centrale dell’esperimento concettuale è che eventi verificantesi a grande distanza non possono agire in modo diretto e simultaneo su oggetti ubicati vicino a noi. Secondo Einstein e colleghi la teoria quantistica doveva o violare il principio della causalità locale o essere incompleta. Einstein dimostrò infatti che, se la realtà è oggettiva e la teoria quantistica completa, effetti non locali sono inevitabili. Due particelle 1 e 2 si trovano l’una vicina all’altra rispetto a un punto prestabilito q1 e q2 sono le loro posizioni. Le particelle sono in moto e i loro impulsi sono p1 e p2. La relazione di indeterminazione di Heisenberg permette di misurare contemporaneamente la somma degli impulsi p=p1+p2 e la distanza q=q1-q2. l’impulso totale si conserva. Le due particelle interagiscono, poi la particella 2 raggiunge Londra, mentre la 1 si trova a New York. Sappiamo che l’impulso totale si conserva (è lo stesso prima e dopo l’interazione). Se misuriamo l’impulso della particella 1 a New York e poi sottraiamo tale quantità dall’impulso totale, deduciamo l’impulso della particella 2 che si trova a Londra. Analogamente se misuriamo con esattezza la posizione della particella rimasta a New York, poi possiamo dedurre (q=q1-q2) la posizione della particella a Londra dato che conosciamo la distanza tra le due. La misurazione della posizione q1 della particella che si trova a New York altererà la precedente misurazione del suo impulso, ma in base al principio della causalità locale (l’altra particella non può essere influenzata da quello che accade alla particella 1 a New York), dovrebbe lasciare immutato l’impulso p2 che abbiamo appena calcolato. Abbiamo quindi dedotto senza alcuna indeterminazione sia l’impulso che la posizione della particella 2 a Londra. Invece per la particella 1 a New York, misurando la posizione abbiamo perturbato il suo impulso, che non è più quello di prima. Per la particella a Londra non è stato perturbato l’impulso non essendo stata eseguita su di lei nessuna misura. Le misure sulla particella 1 hanno determinato lo stato della particella 2. Abbiamo quindi misurato sia l’impulso che la posizione con precisione, andando contro il principio di indeterminazione di Heisenberg. Il principio di indeterminazione di Heisenberg esclude la possibilità di misurare senza incertezza posizione e impulso di una particella. Basandoci sul principio della causalità locale (due particelle non si possono influenzare istantaneamente a grandi distanze) abbiamo quindi conseguito un risultato la cui possibilità viene esclusa dalla teoria quantistica, un risultato che va contro la teoria. Einstein Podolsky e Rosen sostenevano che o accettiamo che nella teoria dei quanti ricompaia lo spettro dell’azione a distanza, che viola il principio di causalità locale, o la teoria stessa è incompleta ed esiste un modo per misurare con precisione sia l’impulso che la posizione. Per Einstein la violazione del principio di causalità locale era inaccettabile. LA TEORIA QUANTISTICA È INCOMPLETA L’articolo EPR suscitò molto scalpore. La fiducia nell’interpretazione ortodossa Copenaghen fu messa a dura prova. di L’interpretazione alternativa dell’esperimento EPR, quella di Copenaghen, nega l’oggettività del mondo in assenza di effettive misurazioni. Pochi fisici sono disposti ad accettare la possibilità di trasmissioni “telepatiche” dell’influsso causale. Bohr, e con lui la scuola di Copenaghen, non optò per questa conclusione. l’interpretazione della “scuola di Copenaghen” “la luna esiste solo se la osservi” La tesi sostenuta da BOHR è che prima di essere direttamente misurati, posizione e impulso della particella 2 non hanno significato oggettivo. Qualora poi venissero misurati si conformerebbero alle relazioni di indeterminazione di Heisenberg, come prescritto dalla teoria quantistica. Contrariamente a Bohr, Einstein non poté mai accettare l’idea di una realtà-creata-dall’osservatore. A tutt’oggi il problema aperto dal paradosso EPR è ancora presente e non risolto. MUTUA INFORMAZIONE = ENTANGLEMENT Scrödingher nel 1935 chiamò entanglement questa mutua informazione tra particelle quantistiche La questione, non risolta dal punto di vista teorico, nel senso che ha dato origine a diverse interpretazioni sul suo possibile significato per quel che riguarda la nostra idea di realtà, ha trovato però applicazioni pratiche. Si potrebbe affermare che è risolto dal punto di vista tecnologico. L’ EFFETTO EPR viene utilizzato ad esempio per realizzare il teletrasporto, e anche in altre situazioni … BOHM, L’ ENTANGLEMET E I PESCI QUANTISTICI Si gettano due pesci in uno stagno che può essere svuotato in due buche vicine. I pesci, al solito, risultano indeterminati nell'acqua e tale indeterminazione si distribuisce tra i due nuovi stagni. Ma quando un pescatore prende un pesce, anche se l'altro non sta pescando ......gli salta fuori un pesce. Discutiamo ora un poco l'EPR nella versione di Bohm del 1951 (Bohm ha lavorato su questi problemi dal 1951 al 1980) in cui si sostituiscono le variabili originali (posizione e velocità) con quelle di spin. In questa prima versione si introduce un potenziale quantistico come variabile nascosta. Questo potenziale aveva caratteristiche non-locali (era esattamente definito ed esente da fluttuazioni quantistiche) ed aveva il compito di riunire in sé tutti gli aspetti non classici della teoria dei quanti. Esso non trasporta energia e non si presta ad essere rivelato, però le particelle subiscono i suoi effetti e si servono di esso per comunicare tra loro: la misura effettuata su una particella modifica istantaneamente il potenziale che agisce sull'altra e da ciò deriva la correlazione tra i risultati delle misure. La teoria di Bohm è detta delle variabili nascoste: le misure che noi eseguiamo sembrano seguire leggi probabilistiche solo perché ignoriamo certe proprietà nascoste delle cose che misuriamo. Questa prima versione della teoria di Bohm fu subito messa in discussione in quanto la relatività impedisce di considerare azioni istantanee a distanza. Nel 1980 Bohm fornì una versione delle variabili nascoste che teneva conto delle importanti critiche che erano state rivolte ai suoi lavori del 1951 (soprattutto da parte di Von Neumann). Il livello della realtà nella quale le particelle sembrano essere separate - il livello nel quale viviamo - è chiamato da Bohm ordine esplicito. Il substrato più profondo della realtà, il livello nel quale la separazione tra le particelle scompare e tutte le cose sembrano diventare una parte di un tutto senza discontinuità, è chiamato da Bohm ordine implicito. Il fatto è che ad un livello più profondo della realtà, quello dell'acquario, i due pesci non sono due entità effettivamente separate. E' grosso modo ciò che osserviamo quando misuriamo le correlazioni tra le due particelle di EPR. I due televisori rappresentano l'ordine esplicito mentre il pesce nell'acquario rappresenta il livello di realtà dell'ordine implicito. IL TELETRASPORTO Sino a poco tempo fa il teletrasporto non veniva preso in considerazione dai fisici perché sembrava violare il principio di indeterminazione di Heisenberg, un principio fondamentale della fisica dei quanti. Questo principio nega, infatti, la possibilità di effettuare una misurazione, o scansione, che possa estrarre informazione da un atomo o da un oggetto composto di atomi con la precisione richiesta per la ricostruzione. Secondo Heisenberg, come abbiamo precedentemente visto, quanto più preciso è il processo di scansione tanto più l’oggetto viene perturbato; il risultato è che a un certo punto l’oggetto originale viene distrutto senza che se ne possa estrarre sufficiente informazione da consentire la realizzazione della copia. Tuttavia, gli scienziati che hanno effettuato le prime esperienze di teletrasporto hanno trovato un metodo ingegnoso per aggirare il principio di indeterminazione, usando, come abbiamo detto sopra, il paradosso che Einstein ha ideato contro la fisica quantistica in modo positivo, e cioè gli scienziati hanno utilizzato questa strana forma di “telepatia”, chiamata entanglement, proprio per poter realizzare il teletrasporto. Il teletrasporto quantistico, previsto teoricamente per la prima volta nel 1993, non descrive un trasporto di materia, ma di informazione, l’informazione quantistica. Un corpo verrebbe in pratica distrutto nel momento stesso della scansione per poi essere ricostruito sulla base delle informazioni ricevute in un altro luogo dove però i "componenti" dell'oggetto erano già inizialmente presenti. Sono le "istruzioni" che vengono così teletrasportate per ricostruire lo stato fisico COMPUTER QUANTISTICO I computer quantistici, macchine capaci di risolvere problemi molto complessi e in grado di sviluppare più processi logici nello stesso istante, si avvicinano, in teoria, alle capacità di elaborazione di un cervello umano. I ricercatori concordano oggi sul fatto che la fisica quantistica, oltre ad essere una fonte di bizzarrie che turbarono più di una volta lo stesso Einstein, possa essere anche una risorsa da sfruttare per svolgere compiti inaspettati. Il computer quantistico è stato ideato da Richard Feynman nel 1982, pensando di sfruttare un peculiare fenomeno della meccanica quantistica: la cosiddetta sovrapposizione di stati delle particelle subatomiche. Metaforicamente, si può dire che esistono simultaneamente molti universi possibili: gli oggetti macroscopici si situano completamente in uno solo di essi, mentre gli oggetti microscopici sono distribuiti in tutti. Quando gli oggetti microscopici interferiscono con un apparato di misura, entrano a far parte di un sistema macroscopico e cessano dunque di essere distribuiti nei vari universi entrando a far parte dell'unico a cui appartiene l'apparato in questione. L'idea di Feynman è che, invece di molti calcoli di seguito (in serie) mediante un calcolatore attuale, si possono fare tutti i calcoli insieme (in parallelo) mediante un calcolatore microscopico, facendone in pratica uno in ciascun universo in cui il calcolatore si trova. BIBLIOGRAFIA TEORIE DEL TUTTO di JOHN BARROW - Adelphi IL CODICE COSMICO di HEINZ PAGELS – Boringhieri UNIVERSO SIMMETRICO DI HEINZ PAGELS – Boringhieri ALICE NEL PAESE DEI QUANTI ROBERT GILMORE – Scienza e Idee LE SCIENZE n. 421 / settembre 2003 - L’Informazione in un Universo olografico di Jacob Bekenstein LE SCIENZE n. 449 / gennaio 2006 - L’illusione della gravità di Juan Maldacena