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I Fondi strutturali - Facoltà di Economia

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I Fondi strutturali - Facoltà di Economia
La politica di coesione ed i
Fondi strutturali
Marcella Mulino
(Università dell’Aquila)
1
• Le disparità economiche regionali all’interno
dell’UE sono sostanziali e perduranti: il
processo di convergenza è lento
• Disparità tra paesi membri ed all’interno dei
paesi
• Vi può essere un problema per la coesione
dell’UE
• La politica regionale comunitaria ha subito
numerose modificazioni, in generale collegate a
successivi allargamenti
2
Pil pro capite nei paesi Ue, 2000 e 2011
(in parità di potere d'acquisto e variazioni percentuali)
2000
2011
Variazione % 2000-2011 (scala dx)
70.000
140
130
120
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
60.000
50.000
40.000
30.000
Ue27
20.000
10.000
0
3
PIL pro capite in PPA, 2011 (UE-27 = 100)
4
Tasso di crescita del PIL, 2011
5
Disparità nel PIL pro capite tra le regioni europee
6
I Fondi Strutturali
• Fondo Sociale Europeo (FSE) - 1957
– promuove l’occupazione, la mobilità dei lavoratori,
la formazione professionale
• Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
- 1975
– sostiene lo sviluppo delle regioni più povere e la
riconversione delle regioni industriali in declino
• Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia
per l’Agricoltura (FEOGA – Sezione
Orientamento) - 1962
– sostiene la ristrutturazione delle aziende e della
produzione agricola
7
• Strumento Finanziario di Orientamento
della Pesca (SFOP) - 1993
– sostiene la ristrutturazione del settore della
pesca
• Fondo di Coesione (FC) - 1993
– destinato a paesi con PNL pro-capite < 90%
della media europea
– finanzia grandi progetti per l’ambiente e le
infrastrutture
– Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna in vista
dell’adesione all’Unione Monetaria Europea
8
La politica regionale
comunitaria: cenni storici
Trattato di Roma
• le disparità regionali saranno ridotte con
l’istituzione di un mercato comune
• le politiche di riequilibrio territoriale
sono di competenza nazionale
(incentivazione finanziaria agli
investimenti)
9
• Comunque, strumenti:
– Fondo Sociale Europeo, FSE (1957)
– Banca Europea degli Investimenti, BEI (1957)
– Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia
per l’Agricoltura, FEOGA (1962)
• Strumento principale la BEI: negli anni
1958-87 il 75% dei prestiti e delle garanzie
concesse ha riguardato progetti di sviluppo
nelle aree depresse, soprattutto nel
Mezzogiorno
10
Interventi più attivi (1970-86)
• Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale
(1975)
– ma i problemi regionali non sono definiti in
termini europei
– è visto più come un meccanismo di
compensazione per i paesi creditori netti
(Regno Unito)
• tra il 1975 e il 1987, la dotazione del Fondo
passa dal 4,8 al 9,1% del bilancio
comunitario
11
• ingresso della Grecia (1981), Spagna e
Portogallo (1986)
• Aumentano le disparità regionali
• interventi sulla base di una programmazione di
sviluppo a medio termine
Riforma dei Fondi strutturali
• Atto Unico Europeo (1987)
• principi-guida per l’azione dei Fondi
strutturali: concentrazione, programmazione,
partenariato e addizionalità
• introduzione di un sistema di valutazione
• tra il 1987 e il 1993 il peso dei Fondi strutturali
nel bilancio comunitario passa dal 18 al 29%
12
LA POLITICA DI COESIONE
NEL PERIODO 1989 - 93
• Obiettivo 1: promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle
regioni il cui sviluppo è in ritardo;
• Obiettivo 2: riconvertire le regioni gravemente colpite da declino
industriale;
• Obiettivo 3: lottare contro la disoccupazione di lunga durata;
• Obiettivo 4: facilitare l’inserimento professionale dei giovani;
• Obiettivo 5: a) accelerare l’adeguamento delle strutture agrarie,
b) promuovere lo sviluppo delle zone rurali.
• Bilancio totale dei Fondi strutturali: 69 miliardi di ECU, pari al 25%
del bilancio dell’UE e allo 0,3% del PIL comunitario
– > di cui, per le regioni dell’Obiettivo 1: 64%;
• popolazione residente nelle regioni dell’Obiettivo 1: 86,2 milioni
(25% del totale).
• Principali beneficiari: Spagna (14,2 miliardi di ECU), Italia (11,4
miliardi di ECU), Portogallo (9,2 miliardi di ECU), Grecia (8,2
miliardi di ECU).
13
14
Il Trattato di Maastricht (1993)
• L’Unione Monetaria può accentuare i rischi di
disparità regionale
• Fondo di Coesione, FC (1993):
– la politica di coesione si indirizza verso gli Stati
• alla fine del periodo di programmazione 19941999 la quota di bilancio destinata alle politiche
strutturali raggiunge il 36%
• la popolazione coperta passa al 49,8%
• l’ingresso di Svezia, Austria e Finlandia (1995)
introduce l’Obiettivo 6: regioni con densità di
popolazione 8 abitanti per km2
15
16
LA POLITICA DI COESIONE
NEL PERIODO 1994-99
•
•
•
•
•
•
•
•
Obiettivo 1: promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni
il cui sviluppo è in ritardo;
Obiettivo 2: riconvertire le regioni o parte di regioni gravemente colpite da
declino industriale;
Obiettivo 3: lottare contro la disoccupazione di lunga durata e facilitare
l’inserimento professionale dei giovani e delle persone minacciate di
esclusione dal mercato del lavoro, nonché promuovere le pari opportunità sul
mercato del lavoro tra uomini e donne;
Obiettivo 4: agevolare l’adattamento dei lavoratori e delle lavoratrici ai
mutamenti industriali e all’evoluzione dei sistemi di produzione;
Obiettivo 5: promuovere lo sviluppo rurale
a) accelerando l’adeguamento delle strutture agrarie nell’ambito della riforma
della politica agricola comune e promuovendo la modernizzazione e
l’adeguamento strutturale del settore della pesca,
b) agevolando lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle zone rurali;
Obiettivo 6: sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni a bassissima
densità di popolazione (a partire dal 1° gennaio 1995).
17
•
Bilancio totale dei Fondi strutturali e di coesione: 168 miliardi di
ECU, pari a circa un terzo del bilancio dell’UE e allo 0,4% del PIL
comunitario
– di cui, per le regioni dell’Obiettivo 1: 68%
• popolazione residente nelle regioni dell’Obiettivo 1: 91,7 milioni
(24,6% del totale).
• Principali beneficiari: Spagna (42,4 miliardi di ECU), Germania
(21,8 miliardi di ECU), Italia (21,7 miliardi di ECU), Portogallo (18,2
miliardi di ECU), Grecia (17,7 miliardi di ECU), Francia (14,9 miliardi
di ECU).
18
Il Trattato di Amsterdam (1997) e
Agenda 2000
• priorità politica alla coesione economica e
sociale, anche in vista dell’allargamento ad Est
• riduzione degli Obiettivi da sette a tre
(concentrazione):
• due di carattere regionale (Obiettivo 1: crescita
delle regioni in ritardo di sviluppo; Obiettivo 2:
riconversione economica e sociale delle zone
con difficoltà strutturali)
• uno di carattere orizzontale (Obiettivo 3:
politiche di istruzione, formazione e
occupazione)
19
• le Iniziative comunitarie passano da tredici
a quattro
• introduzione del tetto ai trasferimenti dei
Fondi strutturali, pari al 4% del PIL dei
membri attuali e futuri
• introduzione di una maggiore autonomia
decisionale degli Stati membri
• introduzione di vincoli di efficienza:
– riserva di buona gestione, da assegnare a
metà percorso
– riduzione dei tempi per completare la spesa
programmata
20
periodo di programmazione di 7 anni:
2000-2006
• per la prima volta le risorse destinate alla
politica di coesione diminuiscono, da 32
miliardi di euro del 2000 a 29,2 miliardi
nel 2006, cui vanno però aggiunti 12
miliardi destinati ai nuovi membri
21
LA POLITICA DI COESIONE
NEL PERIODO 2000- 2006
• Bilancio totale dei Fondi strutturali e di coesione: 213 miliardi di
euro per l’UE-15 dal 2000 al 2006 cui si aggiungono 21,7 miliardi di
euro per i 10 nuovi Stati membri dal 2004 al 2006, pari a circa un terzo
del bilancio dell’UE e allo 0,4% del PIL comunitario
– di cui, per le regioni dell’Obiettivo 1: 71,6%;
• popolazione residente nelle regioni dell’Obiettivo 1: 169,4 milioni
(37% del totale).
• Principali beneficiari: Spagna (56,3 miliardi di euro), Germania (29,8
miliardi di euro), Italia (29,6 miliardi di euro), Grecia (24,9 miliardi di
euro), Portogallo (22,8 miliardi di euro), Regno Unito (16,6 miliardi di
euro), Francia (15,7 miliardi di euro).
22
Situazione
e trends:
disparità
regionali
Nel 2004, il 10%
della popolazione
UE che viveva nelle
regioni più ricche
aveva un PIL pro
capite che era
maggiore di 5 volte
rispetto a quello del
10% della
popolazione che
viveva nelle regioni
più povere.
Nel 2000, questa
differenza era
maggiore: il
rapporto era
pari a 6
23
Composizione percentuale delle Uscite
del Bilancio Comunitario (UE a 15 membri)
1988
1993
2000
2006
Agricoltura
60,7
51,0
44,5
45,9
Azioni strutturali
17,2
30,8
34,8
32,3
-
Fondo di coesione
0
2,2
2,8
2,8
-
Fondi strutturali
17,2
28,6
32,0
29,5
Politiche interne
2,7
5,7
6,4
7,3
Azioni esterne
4,6
5,7
4,9
5,1
Spese amministrative
12,6
4,7
4,9
5,6
Riserve
2,2
2.1
1,0
0,4
0
0
3,5
3,4
100,0
100,00
100,0
100,0
Aiuto di pre-adesione
Totale stanziamenti
24
“AGENDA 2000” : Fondi strutturali
per obiettivi, 2000-2006
OBIETTIVO 1
(miliardi di
euro)
OBIETTIVO 2 OBIETTIVO 3
135,9
22,5
24,05
% dei Fondi
strutturali
69,70%
11,50%
12,30%
% di
popolazione
interessata
nell’U.E. a 15
22,20%
18%
25
Le regioni Obiettivo 1
• Sono quelle il cui PIL pro capite è inferiore al 75% di quello medio
comunitario
• più le regioni “ultraperiferiche” (Canarie, Guadalupa, Martinica,
Riunione, Guiana, Azzorre, Madera)
• più le regioni ex Obiettivo 6
• più l’Irlanda del Nord (contributo specifico PEACE)
• Le regioni appena uscite dall’Obiettivo 1 ricevono un sostegno
transitorio (per prima l’Abruzzo, poi il Molise)
• Gli Stati membri presentano i piani di sviluppo:
• Quadri Comunitari di Sostegno (QCS):
– descrivono la situazione socio-economica, presentano le priorità di
sviluppo e gli obiettivi da conseguire, indicano i sistemi di gestione e di
valutazione
• i QCS sono articolati in Programmi Operativi (PO):
– indicano in dettaglio le singole priorità a livello di regione o di un “asse
di sviluppo” (es. trasporti, formazione, sostegno PMI)
• Documenti Unici di Programmazione (DOCUP), per importi
inferiori a 1 miliardo di euro
26
27
28
• La partecipazione del Fondo strutturale è soggetta a massimali:
– il 75% del costo totale ammissibile
– almeno il 50% delle spese pubbliche ammissibili (80% se lo Stato è
interessato dal Fondo di Coesione)
– per investimenti nelle imprese, si rispettano i massimali decisi in
materia di aiuti di Stato (fino ad un massimo del 35% del costo totale,
fino al 45% per le PMI)
29
Le regioni Obiettivo 2
• Sono territori delimitati con criteri statistici e socio-economici:
– zone in trasformazione socio-economica nei settori dell’industria e dei
servizi (costante declino dell’occupazione industriale, tasso di
disoccupazione maggiore della media)
– zone rurali con diminuzione degli occupati agricoli
– zone urbane in difficoltà (tasso di disoccupazione di lunga durata
maggiore della media, elevata povertà e criminalità)
– zone in crisi dipendenti dalla pesca
• Sono escluse le regioni Obiettivo 1
• La popolazione interessata non può superare il 18% del totale
(massimali di popolazione stabiliti a livello di singoli Stati)
• Le aree appena uscite dall’Obiettivo 2 ricevono un sostegno
transitorio
• Gli Stati membri presentano i Documenti Unici di
Programmazione (DOCUP):
– descrivono la strategia e le priorità fissate, le misure prospettate, un
piano di finanziamento con i finanziamenti pubblici e privati
30
– prevedono sistemi di gestione finanziaria e di valutazione
• La partecipazione del Fondo strutturale è soggetta a massimali:
– il 50% del costo totale ammissibile
– almeno il 25% delle spese pubbliche ammissibili
– per investimenti nelle imprese, si rispettano i massimali decisi in
materia di aiuti di Stato (fino ad un massimo del 15% del costo totale,
fino al 25% per le PMI)
L’ Obiettivo 3
• Si prefigge l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di
formazione nonché la promozione dell’occupazione
• Tutte le regioni escluse dall’Obiettivo 1 sono ammissibili
all’Obiettivo 3
• Per le regioni Obiettivo 1 può comunque intervenire il Fondo
Sociale Europeo
• Gli Stati membri presentano i documenti di programmazione, che
possono essere:
– Quadri Comunitari di Sostegno (QCS) articolati in Programmi Operativi (PO)
• presentano le priorità di sviluppo e gli obiettivi da conseguire
• prevedono sistemi di gestione finanziaria e di valuta
31
– Documenti Unici di Programmazione (DOCUP)
• indicano gli assi prioritari del programma, le misure prospettate, un
piano di finanziamento indicativo
• Gli Stati membri stabiliscono ogni anno i Piani d’Azione Nazionali
(PAN) in materia di politica per l’occupazione.
• Queste politiche nazionali formano oggetto di controllo e di
valutazione annuale della Commissione Europea
• La partecipazione del Fondo strutturale è soggetta a massimali:
– il 50% del costo totale ammissibile
– almeno il 25% delle spese pubbliche ammissibili
• i tassi di partecipazione possono essere più elevati nelle zone
dell’Obiettivo 2
32
Le iniziative comunitarie
• Sono programmi specifici elaborati dalla Commissione su
tematiche considerate prioritarie
• Interessano il territorio europeo nel suo complesso
• Sono finanziate con una quota dei Fondi strutturali
Per il periodo 2000-2006 sono quattro:
• Interreg III:
– promuove forme di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e
interregionale
• Urban II:
– sostiene strategie innovative per il risanamento di centri urbani e
quartieri degradati
• Leader +:
– sostiene le azioni per lo sviluppo rurale
• Equal:
– favorisce l’eliminazione delle cause delle disuguaglianze e delle
discriminazioni nell’accesso al mercato del lavoro
33
Fondi strutturali, totale 2000-2006.
Ripartizione percentuale per paese
25,00%
20,00%
15,00%
10,00%
5,00%
0,00%
Austria
Belgio
Danimarca Finlandia
Francia Germania
Grecia
Irlanda
Italia Lussemburgo Olanda
PortogalloRegno Unito Spagna
Svezia
34
Fondi strutturali 2000-2006 per obiettivo e per paese
(composizione percentuale)
35,00%
30,00%
25,00%
20,00%
15,00%
10,00%
5,00%
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Sv
ez
ia
a
Sp
ag
n
ito
Re
gn
o
Un
ga
llo
Po
rto
la
nd
a
Lu
O
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G
an
ia
er
m
G
Fr
an
ci
a
Fi
nl
an
di
a
ar
ca
Da
ni
m
Be
lg
io
Au
st
ria
0,00%
35
Regioni Obiettivo 1: sostegno annuo pro-capite
(euro, prezzi 1999)
350
300
250
200
150
100
50
0
Austria
Belgio
Danimarca Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia Lussemburgo Olanda
PortogalloRegno Unito Spagna
Svezia
EU-15
36
Spese per la politica di coesione (2000-2013)
Deduzione per lo sviluppo rurale
Milioni EUR (prezzi 1999)
Spese UE 15 (asse di sinistra)
Spese N12 (asse di sinistra)
70000
Spese UE15 in % del PIL UE27 (asse di destra)
0,40
0,35
60000
0,30
50000
0,25
40000
0,20
30000
0,15
Spese N12 in % del PIL UE27 (asse di destra))
20000
0,10
10000
0,05
0,00
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Fonte : DG REGIO
37
Situazione
e trends:
disparità
regionali
Nel periodo 19952004, la crescita della
produttività è stata
elevata nelle regioni
dei Nuovi Stati
Membri.
Tuttavia in 29 regioni
(soprattutto Francia,
Spagna, Italia) la
produttività è
diminuita.
38
Situazione
e trends:
innovazione
Regioni in
Scandinavia,
Germania, Regno
Unito e Paesi Bassi
emergono come
quelle con la
performance
migliore
Invece, in 86
regioni, in cui abita
un terzo della
popolazione UE, la
performance è
inferiore alla media
39
Struttura
industriale
Settori tradizionali
39 regioni hanno
più del 3% della
loro occupazione
totale concentrata
nell’industria
tessile,
dell’abbigliamento
e della pelle (il
doppio della media
dell’Unione), con
un massimo del
13% nella regione
del Norte in
Portogallo
40
Struttura
industriale
Occupazione nei
settori ad alta
tecnologia 2002
< 7.45
< 7.45 – 9.55
< 9.55 – 11.65
11.65 – 13.75
>= 13.75
Assenza dati
Media = 10.6
Deviazione = 4.30
Fonte: Eurostat
41
Distribuzione
geografica delle
regioni ai fini
dell’accesso ai
Fondi strutturali
2007-2013
42
43
PIL pro capite in PPA, 2010 (UE27=100)
44
La riforma della politica regionale
• In occasione della discussione sulle “prospettive finanziarie
2007-13” si è sviluppato un ampio dibattito:
– i soggetti fondamentali delle politiche di coesione devono
continuare ad essere le regioni oppure devono diventare gli Stati
nazionali?
– va mantenuta l’attuale assegnazione delle politiche regionali e di
coesione alla UE oppure deve essere spostata la sede delle politiche
regionali a livello di singoli Stati?
• La Commissione e il Parlamento europeo si sono espressi a favore del
mantenimento dell’attuale impianto delle politiche strutturali, con
semplificazioni ulteriori, concentrazione degli obiettivi e
coordinamento con le altre politiche europee:
– vanno continuate anche nelle attuali regioni deboli dell’UE-15, per evitare
conflitti di interesse tra i più poveri (non solo phasing out, ma sostegno
più elevato per l’”effetto statistico”)
– le politiche strutturali sono centrali per la coesione e la convergenza,
soprattutto dopo l’allargamento
– se condotte a livello comunitario, hanno un “valore aggiunto” (diffusione
del metodo comunitario e garanzia di tutela della concorrenza)
45
• La posizione di Spagna e Italia:
– mantenimento delle politiche strutturali
– particolare attenzione all’”effetto statistico”
– proposta di revisione degli indicatori statistici (tasso di occupazione)
• La posizione di Regno Unito, Olanda e Svezia:
– superamento della politica comunitaria e ri-nazionalizzazione delle
politiche regionali
– allocazione delle risorse sulla base di criteri nazionali (esempio
Italia/Olanda)
– solo Fondo di coesione (più limitato) per gli Stati più poveri (con
l’allargamento, maggiore enfasi sulle differenze a livello nazionale)
– gli Stati più ricchi finanziano (con la riduzione dei contributi al bilancio
comunitario) e controllano la propria politica regionale
– maggiore libertà negli aiuti di Stato
• Il dibattito si è fortemente intrecciato con quello relativo al Bilancio
comunitario 2007-13 (alla sua dimensione, ai contributori netti, alla
ripartizione delle uscite)
46
LA POLITICA DI COESIONE
NEL PERIODO 2007- 2013
• Oltre a prevedere la fusione dei precedenti Obiettivi 2 e 3, la riforma del
2006 ha trasformato l’Iniziativa Interreg nell’ambito di un terzo obiettivo,
integrando altre iniziative comunitarie nei programmi generali.
• Gli obiettivi prioritari di tale periodo sono definiti come segue:
• Obiettivo «Convergenza»: volto ad accelerare la convergenza degli Stati
membri e delle regioni in ritardo di sviluppo, ossia aventi un prodotto
interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 75% della media comunitaria;
• Obiettivo «Competitività regionale e occupazione »: questo obiettivo,
cui sono ammissibili tutte le rimanenti regioni dell’UE, mira a rafforzare la
competitività e le attrattive delle regioni, nonché l’occupazione;
• Obiettivo «Cooperazione territoriale europea»: ispirato all’Iniziativa
Interreg, questo obiettivo sostiene la cooperazione transfrontaliera,
transnazionale e interregionale nonché la creazione di reti.
47
• Il numero degli strumenti finanziari di coesione viene ridotto da sei a
tre: due Fondi strutturali (FESR, FSE) e il Fondo di coesione.
• Gli aiuti specifici previsti a titolo dei precedenti FEOGA e SFOP sono
ora raggruppati nel nuovo Fondo europeo agricolo per lo sviluppo
rurale (FEASR) e nel Fondo europeo per la pesca (FEP).
• L’obiettivo «Convergenza» interessa 84 regioni di 17 Stati membri,
per una popolazione totale di 170 milioni di abitanti, cui si aggiungono
altre 16 regioni in regime di sostegno transitorio (phasing-out) con
16,4 milioni di abitanti e un PIL di poco superiore alla soglia del 75%
per effetto statistico dell’allargamento
• L’obiettivo «Competitività regionale e occupazione » interessa
complessivamente 168 regioni di 19 Stati membri, che rappresentano
una popolazione di 314 milioni di abitanti. Tredici di esse (19 milioni
di persone), le cosiddette regioni a sostegno transitorio progressivo
(phasing-in), sono oggetto di stanziamenti finanziari speciali in virtù
della loro precedente ammissibilità all’Obiettivo 1.
• L’obiettivo «Cooperazione territoriale europea» interessa 181,7
milioni di persone (37,5% della popolazione complessiva dell’UE) che
risiedono nelle zone transfrontaliere.
48
49
Cooperazione territoriale: progetti cross-border
50
• Bilancio totale dei Fondi strutturali e di coesione: 347 miliardi di
euro, pari al 35,7% del bilancio dell’UE e allo 0,38% del PIL
comunitario
– di cui, per le regioni dell’Obiettivo 1: 81,5%;
• popolazione residente nelle regioni dell’Obiettivo 1: 170 milioni
(35% del totale, comprese le regioni in «phasing-out»).
• Principali beneficiari: Polonia (67,3 miliardi di euro), Spagna (35,2
miliardi di euro), Italia (28,8 miliardi di euro), Repubblica ceca (26,7
miliardi di euro), Germania (26,3 miliardi di euro), Ungheria (25,3
miliardi di euro), Portogallo (21,5 miliardi di euro) e Grecia (20,4
miliardi di euro).
51
• La popolazione delle regioni “in ritardo di sviluppo” è passata a
115 milioni di persone (pari al 25% della popolazione totale
dell’Unione a 25) rispetto ai 71 milioni precedenti (pari al 19%
della popolazione dell’Unione a 15)
• In preparazione della Programmazione finanziaria 2007-2013, è
stato stimato che, per il solo “effetto statistico” della riduzione
della media europea (pari a oltre il 10%), sarebbero uscite
dall’Obiettivo 1 ben 16 delle 50 regioni dell’UE-15 che
precedentemente rientravano nell’Obiettivo 1, con una riduzione
della popolazione interessata di circa 16 milioni di abitanti
• Austria: 1, Belgio: 1, Germania: 4, Grecia: 3, Italia: 1 (Basilicata),
Portogallo: 1, Regno Unito: 1, Spagna: 4
• Fino al 2013, è stato stabilito un phasing out, cioè la graduale
riduzione dell’entità dei trasferimenti alle regioni colpite
dall’”effetto statistico”
52
• E’ stato anche stabilito un iniziale phasing in, cioè un sostegno
addizionale transitorio per le regioni precedentemente
nell’Obiettivo 1, ma che adesso presentano un PIL pro capite
superiore al 75% di quello dell’UE a 15 membri.
• E’ prevista l’introduzione graduale dei trasferimenti strutturali
ai Nuovi Stati Membri, trasferimenti che comunque non
potranno superare il limite massimo pari al 4% del PIL dei paesi
beneficiari (tetto che è previsto venga raggiunto nel 2009)
• In effetti, nel periodo 2004-2006, ai nuovi paesi membri è stato
assegnato il 22% dei Fondi strutturali e di coesione. Sulla base di
questi dati, è stato calcolato che alcuni nuovi membri possano
diventare “contributori netti” al bilancio comunitario: in tal caso
essi saranno compensati ed il loro contributo netto sarà nullo
53
Spesa a titolo della politica
di coesione 1989-13
54
Composizione della spesa per la politica di
coesione
55
La politica di coesione 2007-2013 in Italia
•
•
•
•
•
•
L’Italia è il terzo beneficiario più importante
della Politica di coesione dell’Unione europea
dopo la Polonia e la Spagna.
Durante il periodo di programmazione 20072013, l’Italia riceverà un importo complessivo
di quasi 29 miliardi euro di aiuti europei
(FESR e FSE) che rientrano negli obiettivi
«convergenza», « competitività regionale e
occupazione» e «cooperazione territoriale
europea».
In totale, l’Italia ha definito 66 programmi,
ripartiti nel modo seguente:
19 programmi per l’obiettivo di convergenza,
di cui dieci programmi gestiti a livello
regionale, sette gestiti a livello nazionale e due
programmi nazionali interregionali;
33 programmi per l’obiettivo di competitività
regionale e occupazione (trentadue
programmi gestiti a livello regionale e un
programma gestito a livello nazionale);
14 programmi per l’obiettivo di Cooperazione
territoriale europea.
56
•
Le regioni della competitività e
dell’occupazione sono
eterogenee e includono le
regioni del nord, che hanno un
PIL procapite molto più alto
rispetto alla media UE, e le
regioni del Meridione, che non
rientrano più nell’obiettivo di
convergenza, ma si collocano
ben al di sotto della media
europea in termini di PIL
procapite (ad esempio:
Basilicata, Molise e Abruzzo).
57
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