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Disturbo da attacchi di panico Dott. Alessandro Albizzati Dott. Marco Siviero Attacco di panico (DSM IV-TR) Nota Un Attacco di Panico non è un disturbo codificabile. Codificare la diagnosi specifica nell’ambito della quale si manifesta l’Attacco di Panico (per es., F40.01 Disturbo di Panico Con Agorafobia [300.21]). Un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti: 1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia 2. sudorazione 3. tremori fini o a grandi scosse 4. dispnea o sensazione di soffocamento 5. sensazione di asfissia 6. dolore o fastidio al petto 7. nausea o disturbi addominali 8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento 9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) 10. paura di perdere il controllo o di impazzire 11. paura di morire 12. parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio) 13. brividi o vampate di calore. Attacchi di panico “atipici” • In presenza di meno di 4 sintomi, si definiscono attacchi di panico paucisintomatici. Tali attacchi possono essere causa di livelli di compromissione sociolavorativa sovrapponibili a quelli determinati dagli attacchi ad espressione sintomatologica completa • In clinica vengono riferite sintomatologie non comprese nel DSM-IV Confusione o ottundimento Sensazione di aver perso l’orientamento Sensazione di camminare sul velluto, sulla gommapiuma, o di avere le gambe molli Instabilità o incertezza nel camminare, o sensazione di avere le gambe rigide Impossibilità di controllare il bisogno di urinare o defecare Depressione dell’umore Sensazione di stare per perdere il controllo Cefalea Ansia e/o disagio a causa dell’aria calda, viziata o umida Ipersensibilità a profumi o altri odori Ipersensibilità alla luce Ipersensibilità ai rumori Ansia e/o disagio in presenza di prospettive indefinite Ansia e/o disagio al buio Astenia, spossatezza Sensazione che qualcosa si sia rotto nel cervello Sensazione di aver temporaneamente perso la vista o l’udito Agorafobia (DSM IV-TR) Nota L’Agorafobia non è un disturbo codificabile. Codificare il disturbo specifico nell’ambito del quale si manifesta l’Agorafobia (per es., F40.01 Disturbo di Panico Con Agorafobia [300.21], o F40.00 Agorafobia Senza Anamnesi di Disturbo di Panico [300.22]). A. Ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un Attacco di Panico inaspettato o sensibile alla situazione o di sintomi tipo panico. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni caratteristiche che includono essere fuori casa da soli; essere in mezzo alla folla o in coda; essere su un ponte e il viaggiare in autobus, treno o automobile. Nota‚ Prendere in considerazione la diagnosi di Fobia Specifica se l’evitamento è limitato a una o solo a poche situazioni specifiche o la Fobia Sociale se l’evitamento è limitato alle situazioni sociali. B. Le situazioni vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti) oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la presenza di un compagno. C. L’ansia o l’evitamento fobico non sono meglio giustificabili da un disturbo mentale di altro tipo, come Fobia Sociale (per es., evitamento limitato alle situazioni sociali per timore di essere imbarazzato), Fobia Specifica (per es., evitamento limitato ad una singola situazione, come gli ascensori), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., evitamento dello sporco per gli individui con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., evitamento di stimoli associati con un grave fattore stressante) o Disturbo d’Ansia di Separazione (per es., evitamento della separazione dalla casa o dai familiari). Disturbo da attacchi di panico (DAP) A. Entrambi 1) e 2): 1. Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti 2. almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese (o più) di uno (o più) dei seguenti sintomi: a) preoccupazione persistente di avere altri attacchi b) preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”) c) significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi. B. Presenza di Agorafobia Assenza di Agorafobia (Attacchi di panico con agorafobia) (Attacchi di panico senza agorafobia) C. Gli Attacchi di Panico non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). D. Gli Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come Fobia Sociale (per es., si manifestano in seguito all’esposizione a situazioni sociali temute), Fobia Specifica (per es., in seguito all’esposizione ad una specifica situazione fobica), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., in seguito all’esposizione allo sporco in soggetto con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., in risposta a stimoli associati con un grave evento stressante) o Disturbo d’Ansia di Separazione (per es., in risposta all’essere fuori casa o lontano da congiunti stretti). Si distinguono AP situazionali se avvengono da esposizione o attesa di stimolo scatenante (es. in fobia sociale o specifica), AP spontanei se indipendenti da fattori ambientali. Il DAP in bambini e adolescenti In età infantile sono piuttosto rari o sottodiagnosticati; prevalgono in adolescenza, meno frequenti nei bambini. Nel bambino prevale la sintomatologia somatica e vegetativa. Spesso manifesta accessi collerici, labilità emotiva con ricerca dell’adulto. L’intensa sensazione d’angoscia che il bambino può provare è comunque difficilmente verbalizzabile. Lo sviluppo di comportamenti di evitamento risulta spesso essere l’unico elemento visibile del DAP nel bambino. Solitamente si configurano come evitamenti fobici verso scuola e ambienti non familiari (NOTA: la presenza di un adulto, quasi sempre presente con i bambini, può inibire la comparsa di panico anche in situazioni e ambienti fobici per il bambino). Frequentemente sviluppano un quadro di vera e propria fobia scolare. In epoca puberale, il panico si manifesta spesso con “l’agire” Diagnosi del DAP in età infantile DIAGNOSI DIFFERENZIALE Talvolta risulta difficile nei bambini, le cui manifestazioni sintomatiche non sono ancora molto definibili, distinuguere DAP e altri disturbi d’ansia, quali la fobia sociale, fobia specifica situazionale (es. scuola), ansia da separazione, DOC e PTSD. L’elemento differenziale è la ricorrenza degli attacchi e la comparsa, almeno talvolta, spontanea e parossistica. Di frequente il DAP è associato a emicrania e epilessia (diagnosi differenziale vs. comorbidità) (Stewart et al. 1994) MARCIA DEL PANICO INFANTILE Successivamente all’esordio del DAP, possono presentarsi stadi differenti di progressione sintomatica. Pertanto in presenza di un bambino con agorafobia, ipocondria o depressione è necessario la presenza di antecedenti, quali gli AP. Stadio 1 Attacchi di panico paucisintomatici Stadio 2 Attacchi di panico Stadio 3 Ansia di separazione Stadio 4 Fobie limitate/fobia scolare Stadio 5 Fobia sociale Stadio 6 Evitamento estensivo/agorafobia Stadio 7 Depressione Fattori di rischio Familiarità Sesso (F>M) Il disturbo d’ansia da separazione, spesso espresso come fobia scolare, è fortemente predittivo di DAP con agorafobia in età adulta. NOTA: la fobia scolare può comunque essere espressione di evitamento in DAP. Fattori tempreamentali: INIBIZIONE COMPORTAMENTALE bambini che mostrano eccessiva timidezza, timorosi e evitanti di fronte a situazioni nuove o non famigliari. Complicanze del DAP in bambini e adolescenti bambini con DAP sviluppano sindromi depressivi in misura maggiore di bambini con altri disturbi d’ansia: spesso si manifestano con gesti autolesivi o aggressività. In adolescenza è frequente abuso di sostanze come “auto-medicazione” I disturbi d’ansia sono più frequenti nelle femmine (maschi/femmine 1:2) In sintesi 1. Le significative alterazioni nel normale sviluppo psicologico del bambino affetto dal DP determinano severe limitazioni nel suo sviluppo educativo, in relazione alla fobia scolare che frequentemente si instaura, e nello sviluppo di normali relazioni con coetanei, a causa dei comportamenti di evitamento agorafobici. In aggiunta il bambino con DP è più vulnerabile allo sviluppo di tratti temperamentali disfunzionali, quali elevato evitamento del pericolo e scarsa ricerca della novità, tratti che potrebbero ostacolare significativamente le capacità di adattamento del soggetto una volta raggiunta l’età adulta. 2. Il disturbo tende alla cronicizzazione con sviluppo di importanti e persistenti condotte di evitamento fobico che limitano la libertà di movimento e quindi inducono una grave compromissione della qualità di vita del bambino. 3. potenziale evolutivo verso quadri clinici complessi in cui, conseguenze secondarie del disturbo, quali depressione, alcolismo, fobia sociale e ipocondria, assumono un ruolo preminente compromettendo ulteriormente la possibilità di un normale sviluppo del bambino. Terapia Terapia farmacologica BENZODIAZEPINE: farmaci ad alta potenza, come clonazepam (Rivotril) o alprazolam (Xanax) si sono mostrati efficaci. In soggetti di giovane età possono avere effetti collaterali quali sonnolenza, atassia e alterazioni comportamentali, quali agitazione, irritabilità e aggressività (possibile esacerbazione di precedente ADHD). Da considerare di seconda scelta per effetto tolleranza e dipendenza. ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI (imipramina e clomipramina): efficaci nell’adulto. Importanti effetti collaterali (effettuare ECG di controllo!). INIBITORI SELETTIVI DEL REUPTAKE DELLA SEROTONINA (SSRI) (fluoxetina): non evidenti dati sull’utilizzo in età infantile. Prime ricerche suggeriscono buona efficacia e tollerabilità. NOTA: Nei primi giorni di trattamento possibile esacerbazione di sintomatologia ansiosa. Terapia /2 Terapia cognitivo-comportamentale Ristrutturazione cognitiva: correzione dell’errata interpretazione e “catastrofizzazione” dei sintomi somatici Desensibilizzazione comportamentale: esposizione graduale a situazioni-stimolo delle reazioni fobiche. Educazione sull’estinzione spontanea del sintomo. Terapia ad indirizzo psicodinamico In età prepubere, spesso anche in adolescenza, è l’attenzione alla famiglia e in particolare alla coppia genitoriale. Soprattutto nei quadri in cui la relazione prevalente è quella di una difficoltà alla separazione, lavorare sul bambino senza indagare ed intervenire sui meccanismi di funzionamento della coppia genitoriale espone a rischi elevati di insuccesso. In molte situazioni prevalentemente non cronicizzate e con bambini molto piccoli, il lavoro coi genitori consente di per sé una risoluzione del sintomo del bambino.