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Dolce stil novo

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Dolce stil novo
Lo Stilnovo
L’amore come esperienza spirituale
• La denominazione di “Dolce stil novo” trae origine da un passo dantesco del Purgatorio
• L’interlocutore di Dante è Bonagiunta Orbicciani da Lucca, poeta guittoniano
«...Ma dì s'i' veggio qui colui che fore
trasse le nove rime, cominciando
Donne ch'avete intelletto d'amore.»
E io a lui: I'mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando.»
«O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne
di qua dal dolce stil novo ch'i' odo!...
Io veggio ben come le vostre penne
di retro al dittator sen vanno strette,
che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a gradire oltre si mette,
non vede più da l'uno a l'altro stilo»;
e, quasi contentato, si tacette.
Dante ha piena coscienza di avere rinnovato radicalmente
la lirica amorosa a partire dalla Vita nuova (XIX capitolo)
La prima rivendicazione dantesca è quella della sincerità,
ma non si tratta solo di una professione di realismo, come
si evince dal richiamo a un testo mistico, l’Epistula ad
Severinum de caritate
L’aggettivo
«dolce»
è un termine
Parla in modo
adeguato
della chiave,
perché
alla caritas,
definita dai
caritàallude
solo colui
che costruisce
mistici
amorsecondo quello
il suodulcis
discorso
che il un
cuore
detta dentro
Ancora
richiamo
alla sincerità e alla
profondità spirituale dello Stilnovo
L’amore femminile
non è più
(Epistula,
I, i, dunque
12-13) in
contrasto
con
l’amore
per
Dio,
mapoetici
un suo
La differenza fra i due indirizzi
riflesso
e un mezzo
di purificazione
è esclusivamente
nello
stile, non
nell’oggetto
(Purgatorio, XXIV, 49-57)
Ary Scheffer, Visione di Dante e Beatrice, 1846
Lo Stilnovo
Il «Dolce stil novo»
profonda
di cosa
sia l’amore,
che avviene sia
In senso
tecnico significa “diAllude alla comprensione
In senso
tecnico
significa
“di grande
Donne ch'avete intelletto
d'amore,
per disposizione
di spirito
contenuto mistico”per esperienza, siaspessore
intellettuale”
i' vo' con voi de la mia donna dire,
La lode della donna è, nello Stilnovo, svincolata da ogni aspettativa di
ricompensa. Nella precedente lirica amorosa, invece, il poeta sperava di
non perch'io creda sua laude finire,
avere qualcosa in cambio, sia pure un saluto o un sorriso.
ma ragionar per isfogar la mente.
È la virtù della donna: la bellezza e il desiderio fisico sono spiritualizzati,
Io dico che pensando il suo valore,
al punto che l’amore terreno sfuma in quello divino
Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s'io allora non perdessi ardire,
È un concetto simile a quello espresso in Purgatorio, xxiv, 52-54: la
sincerità della parola poetica può smuovere gli animi dei lettori
farei parlando innamorar la gente.
Dichiarazione di stile: Dante non adotterà uno stile ermetico come quello
E io non vo' parlar sì altamente,
di Cavalcanti, perché inadatto alla materia e troppo ambizioso
ch'io divenisse per temenza vile;
È la “nobiltà” d’animo della donna, desiderabile non solo come oggetto
ma tratterò del suo stato gentile
fisico, ma anche come virtù astratta
a rispetto di lei leggeramente,
Allo stile “difficile” si contrappone quello “leggero”, che corrisponde alla
donne e donzelle amorose, con vui,
“dolcezza” del nuovo modo di poetare professato da Dante
ché non è cosa da parlarne altrui.
La scelta del pubblico femminile, ovviamente fittizia, segnala l’esigenza
(Dante, Vita nuova, xix, vv. 1-14)
che, parallelamente alla svolta stilistica, si modifichi anche
l’atteggiamento dei lettori, chiamati a condividere l’esperienza del poeta
Lo Stilnovo
Le novità
1. La sincerità della parola poetica, frutto dell’esperienza
Io voglio del ver la mia donna laudare
(G. Guinizzelli)
2. L’indipendenza della poesia da circostanze contingenti e la sua origine interiore
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando
(Dante, Purgatorio, XXIV, 53-54)
3. La natura «gentile» e «onesta» della donna, in grado di nobilitare il poeta
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta
(Dante, Vita nuova, XXVI, 5-7)
4. Il carattere estatico della visione della donna e la sua assimilazione alla grazia divina
Non fu sì alta già la mente nostra
e non si pose ’n noi tanta salute,
che propiamente n’aviàn canoscenza
(G. Cavalcanti)
Lo Stilnovo
Il contesto
• Le due “capitali” della poesia stilnovistica sono Firenze e Bologna, già centri di diffusione della lirica siciliana
1210 ca. – 1260 ca.
Iacopo da Lentini
1210
1235 ca. – 1276
Guido Guinizzelli
1220
1230
1240
1258 ca. – 1300
Guido Cavalcanti
1250
poesia siculo-toscana
Guido Cavalcanti
1260
1265-1321
Dante
1270
Stilnovo
Dante Alighieri
Dino Frescobaldi
Cino da Pistoia
Lapo Gianni
Guido Guinizzelli
Firenze
Bologna
1295
Vita nuova
1280
1295
Lo Stilnovo
I protagonisti
Poi chedagli
di riguardar
pasciuto
"O frate",
disse,
"questiperché
ch’io tine
cerno
• È considerato
stilnovisti
stessi ilfui,
padre della nuova
maniera
poetica,
fissa i tópoi
Arnaut Daniel
tutto m’offersi pronto al suo servigio
col dito", e additò un spirto innanzi,
il poeta artigiano
fa credereattraverso
altrui.
"fu miglior
del parlar materno.
1. La lodecon
allal’affermar
donna e che
la descrizione
similitudini
dellafabbro
sua bellezza
Guido
Ed elli a me: "Tu lasci tal vestigio,
Versi d’amore e prose di romanzi
Guinizelli
quel ch’i’ odo,
in me, e tanto
chiaro,
soverchiò tutti; e lascia dir li stolti
2. Le virtùper
(“gentilezza”)
dell’amata
e dell’amante
Giraut de
che Letè nol può tòrre né far bigio.
che quel di Lemosì credon ch’avanzi.
Bornelh
Ma
se
le
tue
parole
or
ver
giuraro,
A
voce
più
ch’al
ver
drizzan
li
volti,
3. La figura della donna-angelo
dimmi che è cagion per che dimostri
e così ferman sua oppinïone
Al
cor
gentil
sempre
amore
nel dire e nel guardar d’avermi caro".
prima
ch’arte
odirà:
ragion
lorsguardo
s’ascolti.
Donna,
Lo
vostro
Deo
belrempaira
mi
saluto
e«Che
’l per
gentil
presomisti?»,
4. L’angoscia amorosa
come
l’ausello
in
selva
a
la
verdura;
E io a lui: "Li dolci detti vostri,
Così
fer
molti
antichi
Guittone,
che
fate
quando
v’encontro,
Passa
per via
adorna,
e sìm’ancide;
gentile
sïando
l’alma
mia
a luididavanti.
né
fe’
amor
anti
che
gentil
core,
che,
quanto
durerà
l’uso
moderno,
di
grido
in
grido
pur
lui
dando
pregio,
Amor
m’assale
elae
già
non
ha
reguardo
«Lo
ciel
passasti
’nfin
a
Me
venisti
Io voglio
del ver
mia
laudare
ch’abassa
orgoglio
adonna
cui
dona
salute,
5. L’apparizione salutifera della donna
né
gentil
core
anti
ch’amor,
natura:
Gli stilnovisti
faranno cari ancora i loro incostri”.
fin
che
vinto
ver
più
e
s’elli
desti
face
inl’ha
vano
peccato
amor
over
merzede,
per
semblanti:
ed
la ilrosa
econ
lo
giglio:
eassembrarli
fa
’l
de
nostra
féMe
se
non
lapersone.
crede;
ch’adesso
con’
fu
’l
sole,
ch’a
Mestella
conven
le laude
più che
dïana
splende e pare,
sì
tosto
lo
splendore
(Dante,
Purgatorio,
103-114)
ea
ché
per
reina
mezzo
delapressare
lo
regname
corfu
me
degno,
lanciò
dardo
ela
no•lle
pò
om
cheun
siaxxvi,
vile;
ciò
ch’è
lassù
bello
alucente,
lei
somiglio
Dante manifesta venerazione per il
né
fu
davanti
’l
sole;
perancor
ched
cui
oltre
cessa
parte
onne
lofraude».
taglia
e divide;
ve’ndirò
c’ha
maggior
vertute:
precursore dello Stilnovo
e
prende
amore
in
gentilezza
loco
parlar
non posso,
’n pene
io ardo,
Dirnull’om
Li porò:
«Tenne
d’angel
pò
mal ché
pensar
finsembianza
che
la vede.
così
propïamente
che
sì
come
fosse
quelli
del Tuo
che regno;
sua morte vede.
come
calore
in
clarità
foco.amanza».
non me fu fallo, s’in leidiposi
Guido Guinizzelli
(1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
I protagonisti
• Offre un’originale
reinterpretazione
dei temi e delle forme
Allor surse
a la vista scoperchiata
Le stilnovistiche
sue parole e ’l modo de la pena
Cavalcanti
un’ombra, lungo questa, infino al mento:
m’avean di costui già letto il nome;
de’ Cavalcredo
che s’era indella
ginocchie
però fu la risposta così piena.
aristocratica
poesialevata.
e selezione del pubblico
canti 1. Concezione
Dintorno mi guardò, come talento
L’amicizia
di veder
s’altri era meco;l’amore
2. Tentativoavesse
di spiegare
“scientificamente”
di Dante
e poi che ’l sospecciar fu tutto spento,
con Guido
piangendo disse: "Se per questo cieco
appartiene
3.
Influsso
dell’aristotelismo
radicale
(averroismo)
carcere
vai per altezza
d’ingegno,
al passato
mio figlio ov’è? e perché non è teco?".
E ionatura
a lui: "Da
me stesso
non vegno:
4. Teoria della
sensibile
dell’amore
colui ch’attende là, per qui mi mena
forse cui Guido vostro ebbe a disdegno".
5. Visione pessimistica e amore angoscioso
Allusione al valore
allegorico di Virgilio: tramite
verso Beatrice
Guido Cavalcanti
(1258 ca. – 1300)
Guido
Di sùbito drizzato gridò: "Come?
Cavalcanti
era morto
dicesti "elli ebbe"? non viv’elli ancora?
proprio nel
non fiere li occhi suoi lo dolce lume?".
1300
Quando s’accorse d’alcuna dimora
ch’io
dinanzi
a lache
risposta,
Vèn facëa
da veduta
forma
s’intende,
ché
senza
–
natural
dimostramento
supin
ricadde–enel
piùpossibile
non parve
fora.
che prende
intelletto,
non
ho
talento
–
di
voler
provare
come
in subietto,
– loco
e dimoranza.
Elle
con
gli occhi lor
si volser
tanto
Allor
Ed
am’aparve
presente
di
–chi
sicur
conoscente
lacreare,
Morte,
– chero,
là
dove
posa,
e
lo
fa
(Dante,
Inferno,
In quella
non
possanzaX, 52-72)
che
viderparte
comemai
’l cor
erahaferito
acompagnata
perch’io
no spero
di
quelli
– ch’om
dipotenza,
basso core
e
qual
vertute
emartiri
sua
perché
da
qualitate
non
descende:
e
comesia
unsua
spiritel
nato
di
pianto
che
a talsoglion
ragione
consumare
porti
canoscenza
altru’ piangendo.
l’essenza
–– poi
e ciascun
movimento,
resplende
in sé
perpetüal
effetto;
era
per mezzo
de
lo colposuo
uscito.
e
’l piacimento
checonsideranza;
’l fa dire amare,
non
ha diletto ––ma
e
perpote
veder
lo pò
mostrare.
sì s’omo
che non
largir
simiglianza.
Lo Stilnovo
I protagonisti
In effetti
ciascuna
delle tre parti
presenta
a sua
di testimonianze.
• Si segnala
soprattutto
per l’ampiezza
della
produzione,
perdifesa
lo più gran
legatacopia
alla figura
di Selvaggia La
lingua d’oil adduce il fatto che, per il suo carattere più facile e piacevole, le appartiene tutto
ciò che
è stato ideato
in prosa volgare o ridotto Tutto
in tale
forma,
come
appunto la
che altrui
aggrada
me disgrada,
1. Inclinazione
al sentimentale
e al patetico
compilazione comprendente la Bibbia e i fatti dei Troiani
e adei
le bellissime
ed emmi
noiaRomani,
e ’n dispiacere
il mondo.
Or
dunque
che
I’lati rispondo:
avventure
di re Artù
e parecchie
altre storie e opereLa
dottrinali.
L’altra,
ossia
lingua
d’oc,
dolce
vista
e ti'l piace?
bel
guardo
soave
2. Anticipazione
di alcuni
aspetti
del petrarchismo
l’unocchi
l’altro
spessamente
agghiada.
presenta a proprio favore questa circostanza: essa per
prima,
come
linguaggio
più perfetto
de'Quando
più begli
che
lucesser
mai,
E
piacemi
veder
colpi
di
spada
A
vano
sguardo
e
a
falsi
sembianti
e dolce, fu impiegata in poesia da eloquenti scrittori volgari,
quali
Peire
e gli altri
c'ho
perduto,
mi dí
fa d’Alvernha
parer
sì m’affanna,
grave
Meco
si
chi
et
notte
altrui
nelsta
viso,
e nave
andareho
a fondo;
celo
colei
che
ne
la
mente
pinta,
maestri più antichi. La terza, quella degli Italiani, attesta
invece
lavo
propria
superiorità
in
lapoi
vita
mia,
ch'i'
traendo
guai;
e piacerebbemi
un
Neron
che
del
suo
piacer
misecondo,
fe’
gir grave
e
covro
lo
desio
di
tale
infinta,
Tendenza
introspettiva
e
all’analisi
psicologica
base a due prerogative: primo, perché sono suoi amici
eedolce
ministri
coloro
che
più lada.
dolcemente
ela'nvece
di
pensier'
leggiadri
esoave.
gai
ch’ogni
bella
fosse
vista
edonna
’lqual
bel
guardo
ch'altri
non
sa
di
donna
eo
mi canti.
e sottilmente hanno composto poesie in volgare, come
persolea
esempio
Cino dae Pistoia
ch'aver
d'Amore,
Molto
mi
spiace
allegrezza
sollazzo, e il
Dante
3. Ampliamento
tematico
delloperché
Stilnovo
attraverso
prestiti
e ladisir'
malinconia
m’aggrada
forte;
suo amico;
secondo,
essi
mostrano
di poggiare
più
degli
altricore
sulla
«gramatica»,
porto
nel
(F. Petrarca,
Rvf, 70, che
vv. 38-40)
stesso
dalla poesia
precedente
(anche
e son
tutto nati
dì vorrei
seguire un
è lingua
universale
— ilcomico-realistica)
che, per chi lo esamina che
razionalmente,
appare
unpazzo;
argomento
di morte
far
mi piaceria
di pianto corte,
Citazione
dell’incipit
di sì
una
fortissimo.
perela
partenza,
me ne duol forte.
e tutti
quelli
ch’io ammazzo
canzone
di Cino
daammazzar
Pistoia
nel fier pensier là dov’io trovo morte.
(Dante, De vulgari eloquentia, I, x)
Cino da Pistoia
(1270 ca. – 1336 ca.)
Lo Stilnovo
Cimabue
I protagonisti
• Dante è poeta stilnovistico fino alla Vita nuova, quando compie la cosiddetta “svolta della loda”
Siamo nel cerchio dei superbi; parla
1. Rifiuto del lamento e scelta della
lode gloria de l'umane posse!
Oh vana
Madonna è disiata
in sommo
cielo: un miniatore della
Oderisi
da Gubbio,
com' poco verde in su la cima dura,
or voi di sua virtùseconda
farvi savere.
metà del Duecento
Dico,
qual
vuol
gentil
donna parere
2. Gratuità della lode senza aspettativa
di
ricambio
se non è giunta da l'etati grosse!
Credette Cimabue ne la pittura vada con lei, che quando va per via,
nei cor villani Amore un gelo,
3. Completa trasfigurazione allegorica
Beatrice
tener lodicampo,
e ora ha Giotto ilgitta
grido,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere;
Guinizelli, anticipatore dello
sì che la fama di colui è scura. e qual soffrisseGuido
di starla a vedere
Stilnovo, e Guido Cavalcanti, massimo
Così
ha tolto el’uno
a l’altro
4. Rifiuto del poetare ermetico di
Cavalcanti
scelta
di unoGuido
stilediverria
“leggero”
nobil cosa, o si morria.
Giotto
“movimento”
la gloria de la lingua; e forse è nato
E quando trovaesponente
alcun che del
degno
sia
di
veder
lei,
quei
prova
sua
vertute,
chi l’uno e
l’altro ecaccerà
del nido.
5. Morendo, Beatrice diventa realmente
angelo
mediatrice
per il paradiso Siamo al v. 99: doppio nove, nella nuché li avvien, ciò
che li dona,
in salute,
merologia
medievale
“doppio miracolo”
e sì
(Dante, Purgatorio, XI,
vv.l’umilia,
91-99) ch’ogni offesa oblia.
(Dante, Vita nuova, XIX, vv. 29-40)
Dante Alighieri
(1265-1321)
Lo Stilnovo
I temi
Siculo-toscani
Stilnovisti
Petrarca
• Donna-signora, da cui l’amante dipende
come un vassallo
• Donna-angelo, che si fa tramite tra il
mondo terreno e quello celeste
• Donna individualizzata, che si confonde
con l’aspirazione alla gloria (Laura/lauro)
• Amore estatico di tipo cavalleresco
• Amore spiritualizzato in senso religioso
• Amore come «errore»
• Poesia come lamento
• Poesia di lode alla donna
• Poesia di analisi introspettiva
• Rapporto donna-amante di tipo estaticocontemplativo
• Donna e amante interagiscono: la prima
esercita sul secondo il suo potere
• Indeterminatezza della figura femminile
• Identificazione e al contempo allegorizzazione della donna
• L’esperienza d’amore è raccontata
“narrativamente” nel suo svolgersi
• Sostituzione, in Laura, dell’allegoria con
il simbolo
• Stilizzazione e formularità, al fine di
esaltare il sistema di valori cortesi
• Misticismo e continuo slittamento tra piano di realtà e riflessione etico-religiosa
• Realismo e presenza della dimensione
temporale (Laura invecchia)
Henry Holiday, Dante e Beatrice, 1883
Lo Stilnovo
Lo stile
• Non esiste un unico “stile” di riferimento per tutti gli stilnovisti, ma è possibile cogliere almeno due indirizzi
Stile “ermetico”
Stile “leggero”
• Lessico della filosofia aristotelica e
delle scienze naturali
• Lessico rarefatto della tradizione
amorosa
• Gran numero di tecnicismi
• Uso di termini-contenitore
• Periodi lunghi e contorti, con frequenti inversioni
• Periodi più brevi, con frequenti parallelismi sintattici
• Concezione aristocratica della poesia
e ricerca di un pubblico colto, cioè di
persone edotte di filosofia
• Poesia come sfogo e richiamo a un
pubblico femminile, cioè di persone
che abbiano «intelletto d’amore»
Elementi comuni:
• Tendenza alla sintesi attraverso il meccanismo della polisemia
• Forme metriche della tradizione (soprattutto sonetto e canzone)
• Uso di un ridotto numero di parole-chiave, altamente significative
Dante attraversa
entrambi gli stili
per superarli con
la Commedia
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