...

81_lezione02pps

by user

on
Category: Documents
20

views

Report

Comments

Transcript

81_lezione02pps
ISTITUTO COMPRENSIVO DI
AMANDOLA E MONTEFORTINO
INCONTRO DI FORMAZIONE
PER I LAVORATORI
IN MATERIA DI
SALUTE E SICUREZZA
SUI LUOGHI DI LAVORO
AMANDOLA, 13 GIUGNO 2013
REQUISITI
STRUTTURALI E DI
SICUREZZA
DEGLI AMBIENTI
SCOLASTICI
NORME TECNICHE RELATIVE ALL’EDILIZIA SCOLASTICA
• CRITERI GENERALI RELATIVI ALLA LOCALIZZAZIONE
ED ALLA DIMENSIONE DELLA SCUOLA
• CARATTERISTICHE GENERALI E DI SICUREZZA
DELL’AREA
•NORME RIFERITE SIA ALL’OPERA IN GENERALE CHE AGLI SPAZI SPECIFICI
•NORME RIFERITE AGLI ARREDI ED ALLE ATTREZZATURE
•NORME RIFERITE ALLE CONDIZIONI DI ABITABILITA’
NORME TECNICHE RELATIVE ALL’EDILIZIA SCOLASTICA
•
NORME RIFERITE SIA ALL’OPERA IN GENERALE CHE AGLI SPAZI
SPECIFICI
1. UNITA’ PEDAGOGICA (AULA)
2. LABORATORI
3. OFFICINE
4. ATTIVITA’ SPORTIVA
5. SERVIZIO SANITARIO
6. MENSA
7. AMMINISTRAZIONE
8. DISTRIBUZIONE
9. SERVIZI IGIENICI E SPOGLIATOI
•
NORME RIFERITE ALLE CONDIZIONI DI ABITABILITA’
1. ACUSTICA
2. ILLUMINAZIONE E COLORE
3. TERMOIGROMETRICHE E PUREZZA DELL’ARIA
4. CONDIZIONI D’USO
5. SICUREZZA
AULA
ALTEZZA MINIMA
3m
LARGHEZZA MINIMA
6m
SUPERFICIE NETTA PER ALUNNO SCUOLE
DELL’OBBLIGO
1,80 m2
SUPERFICIE NETTA PER ALUNNO SCUOLE
SUPERIORI
1,96 m2
NUMERO ALUNNI PER CLASSE
25
AULA
• NON SI POSSONO ALLESTIRE AULE NEI LOCALI INTERRATI O SEMINTERRATI
• PAVIMENTAZIONE REGOLARE E ANTISDRUCCIOLO
• POSSIBILITA’ DI AREAZIONE E ILLUMINAZIONE NATURALI
• ASSENZA DI MATERIALI CHE POSSONO CREARE CONDIZIONI DI PERICOLO O
NON FRUIBILITA’ DEGLI SPAZI
• ATTREZZATURE ADEGUATE ALLE NORME DI SICUREZZA (esperienze scientifiche)
• CORRETTA DISPOSIZIONE DI BANCHI ED ARREDI
ILLUMINOTECNICI
REQUISITI
DISTANZE TRA PERETI FINESTRATE ED
OPPOSTE AD ALTRI EDIFICI
PROFONDITA’ DELL’AULA RISPETTO ALLE
PARETI FINESTRATE
> 12 m
< 6m
SUPERFICIE FINESTRATA
Da 1/5 ad 1/7
ARCHITRAVE DELLE FINESTRE
ALTO IL PIU’
POSSIBILE
DISTANZE TRA LE FINESTRE
VETRI
NON TROPPO
AMPIA
BIANCHI
ILLUMINOTECNICI
REQUISITI
VALORI MINIMI DI ILLUMINAZIONE
TAVOLI DA DISEGNO E LAVAGNE
300 LUX
TAVOLI DI STUDIO, LABORATORI ED UFFICI
200 LUX
SPAZI PER RIUNIONI E PALESTRE
100 LUX
A 0.6 m DAL PAVIMENTO
CORRIDOI, SCALE SERVIZI IGIENICI
A 1.0 m DAL PAVIMENTO
100 LUX
NATURALMENTE:
• PARETI E SOFFITTI TINTEGGIATI CON COLORI NEUTRI E CHIARI
• GARANTENDO ADEGUATI INDICI DI RIFLESSIONE
IGIENICI DEGLI AMBIENTI
REQUISITI
RICAMBI D’ARIA
AULE
ELEMENTARI
2,5 V/h
MEDIE
3,5 V/h
SUPERIORI
5 V/h
CORRIDOI E UFFICI
1,5 V/h
SERVIZI IGIENICI, PALESTRE E MENSE
2,5 V/h
IGIENICI DEGLI AMBIENTI
REQUISITI
PARAMETRI TERMOIGROMETRICI
MIN
18°C
MAX
22°C
MIN
45 %
MAX
55 %
TEMPERATURA
INVERNO
UMIDITA’
MIN
TEMPERATURA
ESTATE
MAX
< 26° C
MIN
40%
MAX
60%
UMIDITA’
DAL PUNTO DI VISTA STRUTTURALE, DIMENSIONALE
ED IMPIANTISTICO BISOGNA FARE RIFERMENTO AI
CORRISPONDENTI AMBIENTI DI TIPO LAVORATIVO
ESEMPIO
I LABORATORI DI MACCHINE
UTENSILI, DI ELETTROTECNICA
E CHIMICA, DOVRANNO AVERE
LE STESSE CARATTERISTICHE
DELLE OFFICINE PER
MACCHINE UTENSILI, DELLE
OFFICINE PER LETTROTECNICA
E DEI LABORATORI DI CHIMICA
ALTEZZA
SUPERFICIE per lavoratore
>3m
> 2 mq
CUBATURA per lavoratore
> 10 mc
ILLUMINAZIONE NATURALE
1/10
AREAZIONE NATURALE
1/20
DOTATE DI ZONA DESTINATA AGLI INSEGNANTI
UNO O PIU’ AMBIENTI CON SERVIZI IGIENICI E DOCCIA
SERVIZI PER GLI ALLIEVI
SPOGLIATOI, SERVIZI IGIENICI E DOCCIA
ACCESSO ALLIEVI DAGLI SPOGLIATOI
PAVIMENTI E PARETI LAVABILI
SUPERFICIE: 1,5 mq PER PERSONA
ALTEZZA INTERNA: 2.70 m
ILLUMINAZIONE ED AREAZIONE NATURALE: 1/10 SUP.
DIVISI PER SESSO
NUMERO CONGRUO
ALMENO 1 PER PIANO
1 GABINETTO OGNI 25 PERSONE
PAVIMENTAZIONE ANTISDRUCCIOLO
CHIUSINO DI SCARICO PER RACCOLTA ACQUE
ILLUMINAZIONE E AREAZIONE PREFERIBILMENTE
NATURALI
CHIUSURE GABINETTI DALL’INTERNO (escluse scuole
materne) CON SICUREZZA DI APERTURA DALL’ESTERNO
RISCHI CONNESSI
ALL’UTLIZZO DELLE
STRUTTURE
• CARENZE O INADEGUATEZZE STRUTTURALI
• INADEGUATEZZA DEGLI ARREDI
• INADEGUATEZZA DELLE STRUTTURE DI LAVORO
• RISCHIO INCENDIO
• NON CORRETTO COMPORTAMENTO
RISCHI
• ROTTURA DEL VETRO
• CONTATTO ACCIDENTALE
• ARRAMPICAMENTO
MISURE DI PREVENZIONE
• SE APRIBILI VERSO L’INTERNO NON DEBBONO INTERFERIRE CON I
BANCHI O CON LE VIE DI FUGA
• L’APERTURA VERSO L’ESTERNO DA FISSARE CON SISTEMA DI
BLOCCAGGIO
• PREFERIRE FINESTRE CON APERTURA A SCORRIMENTO E
DISPOSITIVO DI BLOCCAGGIO
• POSSIBILI ANCHE FINESTRE A SALISCENDI CON SISTEMA DI
BLOCCAGGIO
•VETRO ANTISFONDAMENTO (stratificato) O VETRO RETINATO
RISCHI
• SFONDAMENTO
• CONTATTO ACCIDENTALE
MISURE DI PREVENZIONE
• VETRO STRATIFICATO
• SEGNALAZIONE MEDIANTE ADESIVI O ALTRA SEGNALETICA
RISCHI
•
•
•
•
ROTTURA DEL VETRO (SE PRESENTE)
CONTATTO ACCIDENTALE QUANDO APERTA
ARRAMPICAMENTO
ROTTURA DELLA MANIGLIA PER COMPORTAMENTO
SCORRETTO O SCARSA MANUTENZIONE
MISURE DI PREVENZIONE
• L’APERTURA NON DEVE INTERFERIRE CON I PASSAGGI E
SOPRATTUTTO CON LE VIE DI FUGA
• ADOTTARE MATERIALI INFRANGIBILI O NON FACILMENTE DEPERIBILI
• ADOTTARE PROFILI CON SPIGOLI ARROTONDATI
• FISSARE LA PORTA IN APERTURA CON SISTEMI A CALAMITA O ALTRO
• ESEGUIRE CONTROLLI MENSILI SULLO STATO DI EFFICIENZA E
CONSERVAZIONE
• ADOTTARE PORTE DEI BAGNI CON SISTEMA DI APERTURA ANCHE
DALL’ESTERNO
• SENSIBILIZZAZIONE DEGLI OCCUPANTI AD UN CORRETTO USO
RISCHI
• SCIVOLAMENTO
• CADUTA IN PIANO (INCIAMPO)
MISURE DI PREVENZIONE
•
•
•
•
•
UTILIZZO DI MATERIALI ANTISDRUCCIOLO
CONTROLLO MENSILE PER EVENTUALE DISTACCO DAL SOTTOFONDO
CONTROLLO SUBITO DOPO LA POSA
SEGNALARE O INTERDIRE LA ZONA IN CASO DI LAVAGGIO
SENSIBILIZZAZIONE AD UN USO CORRETTO
RISCHI
• SCIVOLAMENTO
MATERIALI SCIVOLOSI
DISTRAZIONE DA
ELEMENTI DI DISTURBO
COMPORTAMENTI
INDISCIPLINATI
MISURE DI PREVENZIONE
• ALZATA E PEDATA REGOLARI (pedata min. 30 cm – alzata max 16 cm)
• PEDATA IN MATERIALE ANTISDRUCCIOLO
per scale esterne gomma a bolli o metallo zigrinato
per scale interne striscia di materiale antisdrucciolo
• NON PULIRE CON PRODOTTI CHE AUMENTANO LA SCIVOLOSITA’
• ILLUMINAZIONE ADEGUATA
• EVITARE LA POSA DI OSTACOLI O ELEMENTI DI DISTRAZIONE
RISCHI
• SCIVOLAMENTO
COMPORTAMENTI
INDISCIPLINATI
FRETTA
MISURE DI PREVENZIONE
• CONTROLLO ALL’USCITA DEGLI ALLIEVI
• GESTIONE ORDINATA (ORGANIZZATA) DELL’USCITA
• SENSIBILIZZAZIONE AD UN USO CORRETTO
• PERCORRERLE SEMPRE CON ANDATURA REGOLATA
RISCHI
• CADUTA DALL’ALTO
• IMPIGLIAMENTO NELLA RINGHIERA
MISURE DI PREVENZIONE
• ALTEZZA MINIMA: 1,00 m
• EVITARE RINGHIERE CHE FACILITINO L’IMPIGLIAMENTO DI PARTI DEL
CORPO O L’ARRAMPICAMENTO
SPAZI VUOTI CHE NON LASCINO PASSARE UNA SFERA DI 10 cm DI DIAMETRO
MATERIALI CON TERMINALI E SPIGOLI ARROTONDATI
SEMPRE AD ELEMENTI VERTICALI (AD ECCEZIONE DEL CORRIMANO)
• PREFERIRE PARAPETTI CHIUSI
• SENSIBILIZZARE L’USO CORRETTO
RISCHI
• CADUTA
MISURE DI PREVENZIONE
• POSIZIONAMENTO SU ENTRAMBE I LATI DELLA SCALA
• PRESA FACILE SIA PER ADULTI CHE BAMBINI (doppio corrimano)
• PREFERIRE ELEMENTI TUBOLARI
• SENSIBILIZZARE L’USO CORRETTO
RISCHI
• CADUTA IN PIANO
• CONTATTO ACCIDENTALE
CON GLI ARREDI
• SCIVOLAMENTO
MISURE DI PREVENZIONE
• PRIVI DI OSTACOLI E MATERIALI INGOMBRANTI CHE OSTACOLINO
CIRCOLAZIONE E PASSAGGIO
• ILLUMINAZIONE ADEGUATA
• DIMENSIONI ADEGUATE (larghezza min. 2 m – 2,5 m se con appendiabiti)
• ESTINTORI E MANICHETTE AD ALTEZZA ADEGUATA
RISCHI
• CADUTA IN PIANO
• CONTATTO ACCIDENTALE
CON GLI ARREDI
• SCIVOLAMENTO
MISURE DI PREVENZIONE
• PAVIMENTATI CON MATERIALI ANTISCIVOLO
• PULITI CON PRODOTTI CHE NON AUMENTINO LA SCIVOLOSITA’
• CONTROLLO DELL’USCITA DEGLI ALLIEVI
• SENSIBILIZZAZIONE AD UN ADEGUATO COMPORTAMENTO
RISCHI
• CONTATTO ACCIDENTALE
• ARRAMPICAMENTO
• SCOTTATURE
MISURE DI PREVENZIONE
• POSIZIONARLI POSSIBILMENTE INCASSATI NEL MURO
• PREDILIGERE
• CONTROLLO DEI COMPORTAMENTI DEGLI ALLIEVI
• SENSIBILIZZAZIONE AD UN USO CORRETTO
RISCHI
•
•
•
•
CONTATTO ACCIDENTALE
ARRAMPICAMENTO
CADUTA DALL’ALTO
CADUTA SOPRA GLI OCCUPANTI
L’AMBIENTE
MISURE DI PREVENZIONE
• FISSARE ALLA PARETE MOBILIA E ARREDI LEGGERI
• PREDILIGERE ARMADI CHIUSI (sempre fissati alla parete)
• NON COLLOCARE OGGETTI SOPRA GLI ARMADI
• USARE SCALE A NORMA E BEN ANCORATE PER RAGGIUNGERE I
RIPIANI IN ALTO
BARRIERE
ARCHITETTONICHE
LE BARRIERE ARCHITETTONICHE
POSSONO ESSERE RAPPRESENTATE DA :
ELEMENTI ARCHITETTONICI INADEGUATI
•
•
•
•
PARCHEGGI
PORTE
SCALE
CORRIDOI
DA OGGETTI O ARREDI INADEGUATI
• LAVANDINI E WC
• ARMADI
• BANCHI
DALLA MANCANZA DI ACCORGIMENTI
• SEGNALETICA OPPORTUNA
• CORRIMANO
L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
E’ UN DIRITTO DEL CITTADINO SANCITO DALLA
COSTITUZIONE
PER UNA QUESTIONE MORALE
PERCHE’ SEMPLIFICA LE OPERAZIONI DI
EVACUAZIONE DEGLI EDIFICI IN CUI SONO
PRESENTI PERSONE CON RIDOTTE
CAPACITA’ MOTORIE
PERCHE’ EVITA IL VERIFICARSI DI
INCIDENTI ED INFORTUNI
NORMATIVA IN MATERIA DI ABBATTIMENTO
DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
HA INTRODOTTO TRE
CONDIZIONICHE
DOVREBBERO ESSERE
RISPETTATE DA
QUALSIASI EDIFICIO
PUBBLICO O PRIVATO
ACCESSIBILITA’
ADATTABILITA’
VISITABILITA’
ACCESSIBILITA’
ESISTENZA DI ALMENO UN PERCORSO PER L’ACCESSO ALL’EDIFICIO,
FRUIBILE ANCHE DA PARTE DI PERSONE CON RIDOTTE O IMPEDITE
CAPACITA’ MOTORIE O SENSORIALI;
POSSIBILITA’ DI FRUIRE DEGLI SPAZI INTERNI DELL’EDIFICIO E DELLE
SUE ATTREZZATURE IN CONDIZIONI DI ADEGUATA SICUREZZA ANCHE
DA PERSONE DIVERSAMENTE ABILI.
ADATTABILITA’
POSSIBILITA’ DI MODIFICARE NEL TEMPO LO SPAZIO COSTRUITO, ALLO
SCOPO DI RENDERLO COMPLETAMENTE FRUIBILE ANCHE ALLE
PERSONE DIVERSAMENTE ABILI
VISITABILITA’
POSSIBILITA’ ANCHE DA PERSONE CON RIDOTTE O IMPEDITE CAPACITA’
MOTORIE O SENSORIALI, DI ACCEDERE AGLI SPAZI DI RELAZIONE E
ALMENO UN SERVIZIO IGIENICO.
Sicurezza negli aspetti strutturali
NORME TECNICHE AGGIORNATE
RELATIVE ALL’EDILIZIA SCOLASTICA
NORMATIVE IN MATERIA DI
PREVENZIONE INCENDI
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE
INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
Attività soggetta a controllo di
prevenzione incendi
REGOLAMENTO DI SEMPLIFICAZIONE DEI PROCEDIMENTI RELATIVI ALLA
PREVENZIONE INCENDI
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
ASPETTI STRUTTURALI
• REQUISITI DI UBICAZIONE DELL’EDIFICIO E ACCESSO ALL’AREA
• COMPORTAMENTO AL FUOCO DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI  REI
• COMPORTAMENTO AL FUOCO DEGLI ARREDI
• DIMENSIONAMENTO DELLE VIE DI ESODO  AFFOLLAMENTO
• ASPETTI PROGETTUALI DI SPAZI PER ESERCITAZIONI E ATTIVITA’
PARASCOLASTICHE
• ASPETTI PROGETTUALI DEI SERVIZI TECNOLOGICI
• APPARECCHIATURE ED IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO
• SEGNALETICA DI SICUREZZA
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
AFFOLLAMENTO
MASSIMO 26 PERSONE PER AULA
0,4 pers/mq REFETTORI E PALESTRE
Persone effettive + 20%
per SPAZI DESTINATI A SERVIZI
PORTE DELLE AULE
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
USCITE
Il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere
inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti.
Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l'informazione ed attività parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che della
normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile
nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro.(8)
Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere
larghezza almeno di 1,20 m(9) ed aprirsi nel senso dell'esodo quando il numero massimo di persone
presenti nell'aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o si
manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone pre-senti sia superiore a
5.
Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non
ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.
SISTEMI DI VIE DI USCITA
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
Ogni scuola deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di
uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in
funzione della capacità di deflusso ed essere dota-ta di almeno 2 uscite
verso luogo sicuro.
Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente,
qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che della scala
che serve al normale deflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna
o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna.
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SCALE
Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani scala devono essere congrue con
quanto previ-sto al punto 3.0.
La larghezza minima delle scale deve essere di m 1,20.
Le rampe devono essere rettilinee, non devono presentare restringimenti, devono
avere non meno di tre gradini e non più di quindici; i gradini devono essere a
pianta rettangolare, devono avere alzata e pedata costanti, rispettivamente non
superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm.
sono ammesse rampe non rettilinee a condizione che vi siano pianerottoli di riposo
e che la pedata del gradino sia almeno 30 cm, misurata a 40 cm dal montante
centrale o dal parapetto interno.
Il vano scala, tranne quello a prova di fumo o a prova di fumo interno, deve avere
superficie netta di aerazione permanente in sommità non inferiore ad 1 mq.
Nel vano di aerazione è consentita l'installazione di dispositivi per la protezione
dagli agenti atmosferici.
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SPAZI PER ESERCITAZIONI
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SPAZI PER MAGAZZINI E DEPOSITI
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SPAZI PER L’INFORMAZIONE E L’ATTIVITA’ PARASCOLASTICA
Vengono definiti "spazi destinati all'informazione ed alle attività parascolastiche",
i seguenti locali:
- auditori;
- aule magne;
- sale per rappresentazioni.
Detti spazi devono essere ubicati in locali fuori terra o al 1° interrato fino alla
quota massima di - 7,50 m; se la capienza supera le cento persone e vengono
adibiti a manifestazioni non scola-stiche, si applicano le norme di sicurezza per i
locali di pubblico spettacolo. Qualora, per esigenze di carattere funzionale, non
fosse possibile rispettare le disposizioni sull'isolamento previste dalle suddette
norme, le manifestazioni in argomento potranno essere svolte a condizione che
non si verifichi contemporaneità con l'attività scolastica; potranno essere
ammesse comunicazioni unicamente nel rispetto delle disposizioni di cui al
punto 2.4
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SERVIZI TECNOLOGICI
IMPIANTI DI PRODUZIONE DEL CALORE
IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO E VENTILAZIONE
IMPIANTI
IMPIANTO ELETTRICO
IMPIANTO ELETTRICO DI SICUREZZA
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SISTEMA DI ALLARME
Misure di protezione
Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire
gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo.
Il sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a segnalare il pericolo a
tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando deve essere posto
in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola.
Il sistema di allarme può essere costituito, per le scuole di tipo 0-1-2 dallo
stesso impianto a campanelli usato normalmente per la scuola, purchè venga
convenuto un particolare suono.
Per le scuole degli altri tipi deve essere invece previsto anche un impianto di
altoparlanti.
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SISTEMI E MEZZI DI
ESTINZIONE FISSI
Misure di protezione
Le scuole di tipo 1-2-3-4-5, devono essere dotate di una rete di idranti costituita da
una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad anello ed almeno una colonna
montante in ciascun vano scala dell'edificio; da essa deve essere derivato ad ogni
piano, sia fuori terra che interrato, almeno un idrante con attacco UNI 45 a
disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o attacco per
naspo.
[……]
Devono essere installati estintori portatili di capacità estinguente non inferiore
13 A, 89 B, C di tipo approvato dal Ministero dell'interno in ragione di almeno
un estintore per ogni 200 mq di pavimento o frazione di detta superficie, con
un minimo di due estintori per piano.
Limitatamente agli ambienti o locali il cui carico d'incendio superi i 30 kg/mq,
deve essere installato un impianto di rivelazione automatica d'incendio, se fuori
terra, o un impianto di estinzione ad attivazione automatica, se interrato.
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Misure di protezione
Si applicano le vigenti disposizioni sulla segnaletica di sicurezza, espressamente
finalizzata alla sicurezza antincendi, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 8 giugno 1982, n. 524 (G.U. n. 218 del 10 agosto 1982).
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INDENDI PER EDIFICI SCOLASTICI
INDICAZIONI
STRUTTURALI
MISURE DI
PROTEZIONE
PIANO DI EVACUAZIONE
IMPORTANTE AI FINI DELLA
LIMITAZIONE DEL DANNO
POCHE INDICAZIONI INFLUISONO SULLA LIMITAZIONE DELLA PROBABILITA’
DI ACCADIMENTO DELL’INCENDIO
LA COMBUSTIONE È UNA REAZIONE CHIMICA SUFFICIENTEMENTE
RAPIDA DI UNA SOSTANZA COMBUSTIBILE CON UN COMBURENTE CHE
DA LUOGO ALLO SVILUPPO DI CALORE, FIAMMA, GAS, FUMO E LUCE.
LE CONDIZIONI NECESSARIE PER
AVERE UNA COMBUSTIONE
SONO:
•PRESENZA DEL COMBUSTIBILE
•PRESENZA DEL COMBURENTE
•PRESENZA DI UNA SORGENTE
DI CALORE (sorgente di innesco)
Solitamente il comburente è l’ossigeno contenuto nell’aria
Tipo di
combustibile
A
B
C
D
E
-
SOLIDI
LIQUIDI
GAS
CHIMICI E METALLI
NATURA ELETTRICA
Sorgenti di innesco
accensione diretta
quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in
presenza di ossigeno.
Esempi: operazioni di taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, scariche
statiche.
accensione indiretta
quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico.
Esempi: correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala o altri collegamenti verticali negli
edifici; propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli edifici.
attrito
quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali.
Esempi: malfunzionamento di parti meccaniche rotanti quali cuscinetti, motori; urti; rottura violenta di materiali metallici.
autocombustione o riscaldamento spontaneo
quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazione, reazione
chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d’aria, azione biologica.
Esempi: cumuli di carbone, stracci o segatura imbevuti di olio di lino, polveri di ferro o nichel, fermentazione di vegetali.
GAS DI COMBUSTIONE
FIAMME
Colore della fiamma
Temperatura
(°C)
Rosso nascente
525
Rosso scuro
700
Rosso ciliegia
900
Giallo scuro
1100
Giallo chiaro
1200
Bianco
1300
Bianco abbagliante
1500
ossido di carbonio
aldeide acrilica
anidride carbonica
fosgene
idrogeno solforato
ammoniaca
anidride solforosa
ossido e perossido di azoto
acido cianidrico
acido cloridrico
FUMO
I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie
o vapori condensati). Le particelle solide sono sostanze incombuste che si
formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono
trascinate dai gas caldi prodotti dalla combustione stessa. Normalmente sono
prodotti in quantità tali da impedire la visibilità ostacolando l’attività dei
soccorritori e l’esodo delle persone.
Le particelle solide dei fumi che sono incombusti e ceneri rendono il fumo di
colore scuro.
Le particelle liquide, invece, sono costituite essenzialmente da vapor d’acqua
che al di sotto dei 100°C condensa dando luogo a fumo di color bianco.
CALORE
Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. Realizza
l’aumento della temperatura di tutti i materiali e i corpi esposti, provocandone il
danneggiamento fino alla distruzione.
DIPENDONO DAL TIPO DI INCENDIO
l’estinzione dell’incendio si ottiene per
raffreddamento, sottrazione del combustibile e
soffocamento. Tali azioni possono essere ottenute
singolarmente o contemporaneamente mediante
l’uso delle sostanze estinguenti, che vanno scelte in
funzione della natura del combustibile e delle
dimensioni del fuoco.
ACQUA
SCHIUMA
POLVERI
IDROCARBURI ALOGENATI (HALON)
GAS INERTI
AGENTI ESTINGUENTI ALTERNATIVI ALL’HALON
COMBUSTIBILE
ANOSSIA (A CAUSA DELLA RIDUZIONE DEL TASSO DI OSSIGENO NELL’ARIA)
AZIONE TOSSICA DEI FUMI
RIDUZIONE DELLA VISIBILITÀ
AZIONE TERMICA (EFFETTI DEL CALORE)
Il calore è dannoso per l’uomo potendo causare la disidratazione dei tessuti, difficoltà
o blocco della respirazione e scottature. Una temperatura dell’aria di circa 150 °C è
da ritenere la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo, a condizione
che l’aria sia sufficientemente secca. Tale valore si abbassa se l’aria è umida.
Purtroppo negli incendi sono presenti notevoli quantità di vapore acqueo.
Una temperatura di circa 60°C è da ritenere la massima respirabile per breve tempo.
L’irraggiamento genera ustioni sull’organismo umano che possono essere
classificate a seconda della loro profondità in:
ustioni di I grado
superficiali
facilmente guaribili
ustioni di II grado
formazione di bolle e vescicole
consultazione struttura sanitaria
ustioni di III grado
profonde
urgente ospedalizzazione
OLTRE ALLE LESIONI ALLA SUPERFICIE CUTANEA, L'USTIONE PUÒ
COMPORTARE ALTRE GRAVI PATOLOGIE CHE INTERESSANO ORGANI VITALI:
Intossicazioni, dovute all'inalazione di ossido di carbonio, vapori o gas bollenti che
possono provocare una compromissione delle vie aeree fino al tessuto polmonare;
Infezioni, provocate dall'assenza di protezione esercitata dalla pelle contro
l'ingresso di microrganismi;
Insufficienza renale, per l'eccessivo sforzo a cui è sottoposto il rene per riassorbire
i detriti metabolici provenienti dai tessuti di-strutti.
Il primo soccorso ad un individuo ustionato consiste innanzitutto nell'allontanarlo
dalla sorgente dell'ustione e nello spegnere o eliminare immediatamente
indumenti ancora infiammati o eventualmente imbrattati da sostanze chimiche
causa di causticazione.
CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIÙ COMUNI
• deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili;
• accumulo di rifiuti , carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente
incendiato (accidentalmente o deliberatamente);
• Negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;
• inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature;
• impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti;
• riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate;
• apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate;
• utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili;
• ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature
elettriche e di ufficio;
CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIÙ COMUNI
• fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere;
• negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione;
• etc. ;
LA SICUREZZA ANTINCENDIO È ORIENTATA ALLA SALVAGUARDIA
DELL’INCOLUMITÀ DELLE PERSONE ED ALLA TUTELA DEI BENI E
DELL’AMBIENTE, MEDIANTE IL CONSEGUIMENTO DEI SEGUENTI
OBIETTIVI PRIMARI:
1. La riduzione al minimo delle occasioni di incendio.
2. La stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso
agli occupanti.
3. La limitata produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere e la limitata
propagazione del fuoco alle opere vicine
4. La possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessi siano
soccorsi in altro modo.
5. La possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
OPERATIVAMENTE
GESTIONE CORRETTA DELLE
OPERAZIONI DI LAVORO
DIMINUZIONE DELLA
PROBABILITA’ DI
ACCADIMENTO
MANTENIMENTO IN EFFICIENZA E
UTILIZZO ADEGUATO DI MEZZI DI
PROTEZIONE ATTIVI E PASSIVI
CORRETTO PIANO
DI EVACUAZIONE
CORRETTA GESTIONE
DELL’EMERGENZA
DIMINUZIONE DEL
DANNO
LE EMERGENZE sono fatti o eventi che possono verificarsi improvvisamente e
cogliere di sorpresa;
sono situazioni che possono costituire grave pericolo e perciò richiedono
provvedimenti eccezionali.
PIANO DELLE EMERGENZE
PIANO DELLE EMERGENZE
IL PIANO CHE PREVEDE LE POSSIBILI SITUAZIONI DI
PERICOLO E PRESCRIVE LE PROCEDURE DA APPLICARE
PER FRONTEGGIARLE, RIDURLE O PREVENIRLE.
IL PIANO PER LE EMERGENZE È, PERTANTO, UN DOCUMENTO
IMPORTANTE CHE TUTTI DEVONO CONOSCERE. UNA COPIA DELLO
STESSO, CORREDATA DALLE PLANIMETRIE E DALLE INDICAZIONI
DELLE VIE DI FUGA, DEVE RESTARE SEMPRE AFFISSA IN TUTTI I
LOCALI DELLA SCUOLA.
Particolare importanza assume, in questo contesto, la prova pratica di
evacuazione degli edifici, che deve essere eseguita sempre con
serietà e senso di responsabilità.
OBIETTIVI DEL PIANO DI EMERGENZA
1 Affrontare l'emergenza fin dal primo insorgere per contenerne gli effetti
sulla popolazione scolastica;
2 Pianificare le azioni necessarie per proteggere le persone sia da eventi
interni che esterni;
3 Coordinare i servizi di emergenza, lo staff tecnico e la direzione didattica;
4 Fornire una base informativa didattica per la formazione del personale
docente, degli alunni e dei genitori degli alunni.
CONTENUTI DEL PIANO
1
le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di emergenza;
2 le procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro che devono essere
attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti;
3 le disposizioni per chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco o dell’ambulanza e
fornire le necessarie informazioni al loro arrivo;
4
le specifiche misure per assistere le persone disabili
5
l’identificazione di un adeguato numero di persone incaricate di
sovrintendere e controllare l'attuazione delle procedure previste.
CRITERI ADOTTATI PER LA REDAZIONE
1
le caratteristiche dei luoghi con particolare riferimento alle vie di esodo;
2
La presenza o meno di un sistema di rivelazione e/o di allarme incendio;
3 il numero delle persone presenti e la loro ubicazione all’interno dello stesso
plesso scolastico ;
4
i lavoratori esposti a rischi particolari;
5
il numero di addetti all'attuazione ed al controllo del piano, nonché
all'assistenza per l'evacuazione (addetti alla gestione delle emergenze,
evacuazione, lotta antincendio, primo soccorso);
6
il livello di informazione e formazione fornito ai lavoratori.
IL PIANO DI EMERGENZA È BASATO SU CHIARE REGOLE SCRITTE
CHE INCLUDONO:
1
i doveri del personale di servizio incaricato di svolgere specifiche mansioni;
2
i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di
incendio;
3
i provvedimenti necessari per assicurare che tutto il personale sia informato
sulle procedure da attuare;
4
le specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a
rischi particolari;
5
le specifiche misure per le aree ad elevato rischio di incendio;
6
le procedure per la chiamata dei Vigili del Fuoco o dell’ambulanza, per
informarli dell’accaduto al loro arrivo e per fornire la necessaria assistenza
durante l’intervento.
IL PIANO DI EMERGENZA
E’ UN DOCUMENTO DINAMICO CHE VA
AGGIORNATO CONTINUAMENTE
1
A seguito di variazioni avvenute negli edifici sia per quanto attiene agli edifici
stessi ed agli impianti, sia per quanto riguarda le modifiche nell’attività
svolta;
2
per nuove informazioni che si rendono disponibili
3
Per tenere conto dell’esperienza acquisita dalle figure addette all’emergenza
4
delle mutate esigenze della sicurezza e dello sviluppo della tecnica e dei
servizi disponibili.
PIANO DELLE EMERGENZE
IN CASO DI
ORGANIZZAZIONE
DELL’EVACUAZIONE
GESTIONE INTERNA
DELL’EMERGENZA
IN CASO DI
ORGANIZZAZIONE DEL
PRIMO SOCCORSO
• MALORE
• INFORTUNIO
• INCENDIO
• TERREMOTO
• ALLAGAMENTO
• SVERSAMENTO
• FUGA DI GAS
• FATTO CRIMINOSO
QUANDO LA SITUAZIONE E’ TALE
CHE NON NECESSITA
L’INTERVENTO DI MEZZI DI
SOCCORSO O DI EVACUAZIONE
PIANO DI
EVACUAZIONE
PIANO DI EVACUAZIONE
LA FINALITÀ DI QUESTO DOCUMENTO, D’INDIRIZZO GENERALE, È
CONSENTIRE AGLI OPERATORI SCOLASTICI DI EFFETTUARE
L’EVACUAZIONE CON SEMPLICITÀ, UTILIZZANDO TUTTE LE RISORSE
UMANE, ASSEGNANDO AD OGNI ADDETTO UNO O PIÙ COMPITI E LA
RESPONSABILITÀ DERIVANTE.
INOLTRE È UN DOCUMENTO DI FORMAZIONE INDIRETTO PER GLI
ALUNNI CHE LI GUIDERÀ, SOTTO L’OCCHIO VIGILE DELL’INSEGNANTE,
ANCHE FUORI DALLA SCUOLA.
STRUMENTO OPERATIVO ATTRAVERSO IL QUALE POSSONO
ESSERE STUDIATE E PIANIFICATE LE OPERAZIONI DA COMPIERE IN
CASO DI EMERGENZA, AL FINE DI CONSENTIRE UN ESODO
ORDINATO E SICURO DI TUTTI GLI OCCUPANTI DI UN EDIFICIO.
PIANO DI EVACUAZIONE
PRESUPPOSTI FONDAMENTALI
1
CONOSCENZA DELLE CARATTERISTICHE SPAZIALI E DISTRIBUTIVE
DELL’EDIFICIO ATTRAVERSO IL REPERIMENTO DI PLANIMETRIE E
PIANTE AGGIORNATE
INDIVIDUAZIONE ZONE CON POSSIBILI SITUAZIONI DI
PERICOLO
INDIVIDUAZIONE STRUTTURE E IMPIANTI DI SICUREZZA
INDIVIDUAZIONE LUOGHI SICURI
2
CONOSCENZA DELLA POPOLAZIONE PRESENTE ELL’EDIFICIO,
INDIVIDUAZIONE PER OGNI PANO IL NUMERO DI
DOCENTI, ALLIEVI E PERSONALE NON DOCENTE
SUDDIVISI PER FASCE ORARIE
PIANO DI EVACUAZIONE
I POSSIBILI RISCHI
INCENDI ALL’INTERNO
DELL’EDIFICIO SCOLASTICO
La possibilità che si verifichi una situazione
di pericolo che renda necessaria
l’evacuazione dell’intera popolazione
scolastica, o di una parte di essa, dall’edificio
scolastico e dagli spazi limitrofi può
manifestarsi per le cause più disparate.
INCENDI NELLE VICINANZE
DELL’EDIFICIO SCOLASTICO
La tipologia degli incidenti ipotizzabili è infatti
piuttosto varia e dipende non solo dalla
presenza di zone a rischio all’interno
della scuola, ma anche dalla sua
collocazione nel territorio e dal verificarsi di
eventi dolosi o calamità naturali.
TERREMOTO
CROLLI STRUTTURALI
DELL’EDIFICIO O DI EDIFICI
ADIACENTI
INQUINAMENTI PER CAUSE
ESTERNE
FUGHE DI GAS
RISCHIO PER ATTENTATI
PRESENZA O SOSPETTO DI ORDIGNI
ESPLOSIVI
ALLAGAMENTI
ALLUVIONI O EVENTI METEORICI
ECCEZIONALI
PIANO DI EVACUAZIONE
LA SQUADRA DI GESTIONE DELL’EVACUAZIONE
COORDINATORE DELL’EMERGENZA
FIGURA, IN POSSESSO DI ATTITUDINI E CAPACITÀ PSICO-FISICHE ADEGUATE ED IN
GRADO DI ASSUMERE DECISIONI AUTONOME CON IMMEDIATEZZA. DEVE ESSERE
FACILMENTE REPERIBILE PER COORDINARE L'INTERVENTO DELLA SQUADRA
D'EMERGENZA INTERNA.
DIRIGENTE SCOLASTICO
RESPONSABILE DI PLESSO
SOSTITUTO COORDINATORE
FIGURA, IN POSSESSO DI ATTITUDINI E CAPACITÀ PSICO-FISICHE ADEGUATE ED IN
GRADO DI ASSUMERE DECISIONI AUTONOME CON IMMEDIATEZZA IN ASSENZA DEL
COORDINATORE.
PIANO DI EVACUAZIONE
LA SQUADRA DI GESTIONE DELL’EVACUAZIONE
ADDETTO ALLA PORTINERIA
PERSONA INCARICATA DI AVERE IL REGISTRO DELLE PRESENZE DEGLI ESTERNI;
PUÒ AVERE INCARICO DI APRIRE I CANCELLI PER FAR ENTRARE I SOCCORSI
ESTERNI (SE L’AREA DI RACCOLTA È INTERNA);
PUÒ AVERE L’INCARICO DI BLOCCARE LA STRADA (SE L’AREA DI RACCOLTA È
ESTERNA);
RESPONSABILE DI CLASSE
DOCENTE PRESENTE AL MOMENTO DELL’EMERGENZA INCARICATO DI PORTARE LA
CLASSE ALL’AREA DI RACCOLTA E QUI FARE L’APPELLO;
RIEMPIRÀ IL MODULO TENUTO NEL REGISTRO CON IL RESOCONTO DELLE
PRESENZE DELLA CLASSE.
RESPONSABILE DI PIANO
NON DOCENTE CHE PER OGNI PIANO SEGUE LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE
PIANO DI EVACUAZIONE
LA SQUADRA DI GESTIONE DELL’EVACUAZIONE
RESPONSABILE DEL CENTRO DI
RACCOLTA
PERSONA INCARICATA DI RIEMPIRE IL MODULO GENERALE DI PRESENZA
PER REDIGERE RESOCONTO FINALE DA CONSEGNARE AL CAPO DI ISTITUTO E AI
VIGILI DEL FUOCO;
FARÀ L’APPELLO DEGLI ESTERNI PRESENTI IN QUEL MOMENTO NELL’EDIFICIO
SECONDO IL REGISTRO TENUTO IN PORTINERIA
ASSISTENTI ALLE PERSONE CON
DISABILITA’
PERSONA INCARICATA DI CONDURRE LE PERSONE CON DISABILITA’ MOTORIE O
PSICHICHE VERSO IL PUNTO DI RACCOLTA O VERSO IL LUOGO SICURO QUANDO I
PERCORSI NON CONSENTANO L’USCITA DALL’EDIFICIO
2 ADULTI PER CIASCUN DISABILE
PIANO DI EVACUAZIONE
PIANO DI EVACUAZIONE
ALCUNI PICCOLI ACCORGIMENTI
PER UN EFFICACE PIANO DI EVACUAZIONE
• LOCALIZZARE LE CLASSI CON ALUNNI DISABILI AL PIANO TERRENO
• QUANDO CIO’ NON E’ POSSIBILE LOCALIZZARLE IL PIU’ VICINO
POSSIBILE ALLA SCALA DI EMERGENZA O A PROVA DI FUMO
• LOCALIZZARE LE CLASSI CON ALUNNI PIU PICCOLI AI PIANI BASSI
• DISPORRE I BANCHI IN MODO RAZIONALE
• SGOMBRARE GLI SPAZI DI TRANSITO
• VIE DI FUGA ASSEGNATE PER OGNI CLASSE
• TEMPI DI DEFLUSSO TESTATI E INFERIORI AL MINUTO
• INDIVIDUARE LE AREE DI RACCOLTA IN MODO CHE SIANO
ACCESSIBILI AI MEZZI DI SOCCORSO
PIANO DI EVACUAZIONE
È indispensabile che tra i banchi non vi siano cartelle zaini ecc. che possano
creare intralcio o grave pericolo nelle fasi di evacuazione.
Si ritiene opportuno creare spazi confinati per deposito di cartelle e zaini.
È necessaria una corretta sistemazione degli arredi in modo da non creare
ostacoli all’evacuazione.
PIANO DI EVACUAZIONE
IL RUOLO DELL’ALUNNO
IN OGNI CLASSE DOVRANNO ESSERE INDIVIDUATI DA DUE A QUATTRO
RAGAZZI, PIÙ ALMENO UNA RISERVA PER CIASCUN RUOLO, CON LE
SEGUENTI MANSIONI:
1 o 2 ragazzi/e “apri-fila”, incaricati di aprire la porta e
condurre la fila verso l’esterno o verso luogo sicuro;
1 o 2 ragazzi/e “chiudi-fila”, con l’incarico di chiudere la porta e porre
un segno diagonale con un gesso sulla porta della classe per indicare
l’avvenuta verifica di eventuali presenze in aula.
NELL’EVENTUALITÀ DI COMPAGNI IN DIFFICOLTÀ GLI ALUNNI CHIUDI
FILA DOVRANNO SEGNALARE ALL’INSEGNANTE TALE SITUAZIONE.
LA PROCEDURA STANDARD
PIANO DI EVACUAZIONE
Il coordinatore dell’emergenza deve:
• ATTIVARE L’ALLARME DI EVACUAZIONE
• AVVERTIRE GLI ENTI ESTERNI DI SOCCORSO E I RESPONSABILI
DI PIANO
•COORDINARE LE OPERAZIONI
Gli alunni devono:
• APPRESTARSI ALL’ESODO ORDINATAMENTE
• SPINGERE LA SEDIA VERSO IL BANCO, LASCIARE LE CARTELLE
SUL POSTO
• NON OSTACOLARE I COMPAGNI
• DISPORSI IN FILA TENENDOSI PER MANO
• UN ALUNNO “APRI FILA” ED UNO “SERRA FILA” DELIMITANO LA
DISPOSIZIONE DELLA CLASSE.
Il docente responsabile di classe deve:
• PRENDERE IL REGISTRO DELLE PRESENZE
• LASCIARE L’AULA DOPO L’ALUNNO “SERRA FILA”
• POSIZIONARSI SOLO IN SEGUITO IN TESTA
LA PROCEDURA STANDARD
PIANO DI EVACUAZIONE
Le classi devono:
• DIRIGERSI VERSO LE USCITE DI EMERGENZA
• RISPETTARE LA SEQUENZA DI ESODO STABILITA
• RAGGIUNGERE LE AREE DI RACCOLTA
• VERIFICARE LA PRESENZA DI EVENTUALI DISPERSI
• ATTENERSI ALLE DISPOSIZIONI DEI VIGILI DEL FUOCO E DEGLI
ORGANI DI SOCCORSO
Chi si trova fuori aula deve:
• UNIRSI ALLA FILA PIÙ VICINA E SEGUIRNE IL PERCORSO
• RAGGIUNTA L’AREA DI RACCOLTA
• SEGNALARE AL DOCENTE DI CLASSE LA PROPRIA PRESENZA
Il responsabile di piano deve:
• COORDINARE L’ESODO DELLE CLASSI
• STABILIRE PERCORSI ALTERNATIVI IN CASO DI VIE DI FUGA
INAGIBILI
• SEGUIRE LE INDICAZIONI DEL COORDINATORE
DELL’EMERGENZA.
PIANO DI EVACUAZIONE
LA PROCEDURA STANDARD
Il personale ausiliario deve:
• APRIRE I CANCELLI ESTERNI
• ATTENDERE I MEZZI DI SOCCORSO
• RIPORTARE L‘ASCENSORE A TERRA E BLOCCARLO CON LE
PORTE APERTE
• ASSICURARSI CHE NON SIANO RIMASTE PERSONE NELL’EDIFICIO
• INTERROMPERE ENERGIA ELETTRICA, GAS E CENTRALE TERMICA
• RACCORDARSI CON GLI UFFICI AMMINISTRATIVI PER LA GESTIONE
DELL’EMERGENZA
PIANO DI EVACUAZIONE
LA PROCEDURA STANDARD
QUANDO SI E’ FUORI L’EDIFICIO
• L’INSEGNATE DEVE EFFETTUARE L’APPELLO
• COMPILARE INSIEME AL “CHIUDI FILA” IL RAPPORTO DI
EVACUAZIONE E CONSEGNARLO AL RESPONSABILE
DELL’EMERGENZA
• SEGNALARE TEMPESTIVAMENTE L’EVENTUALE MANCANZA DI
ALUNNI DELLA CLASSE AL CORRDINATORE
• ATTENDERE SENZA COMPIERE AZIONI “EROICHE” LA FINE
DELL’EMERGENZA
COME DIFFONDERE IL PIANO
PIANO DI EVACUAZIONE
IL PIANO DI EVACUAZIONE DEVE ESSERE
DISPOSTO IN OGNI AULA, LABORATORIO, UFFICIO
O MAGAZZINO PER ESSERE A DISPOSIZIONE DI
DOCENTI, ALUNNI E EPERSONALE A.T.A.
DEVE ESSERE SISNTETICO E SCHEMATICO PER
UNA FACILE E IMMEDIATA LETTURA
DEVE ESSERE ISOLATO SENZA ELEMENTI DI
DISTRAZIONE CHE LO MIMETIZZINO E NON LO
RENDANO VISIBILE
SAREBBE OPPORTUNO FARLO REDIGERE DAGLI
ALUNNI PER UN MIGLIORE EPPRENDIMENTO
COME DIFFONDERE IL PIANO
PIANO DI EVACUAZIONE
PIANO DI EVACUAZIONE
CARTOGRAFIA
NELLA REALIZZAZIONE DI UN PIANO DI EVACUAZIONE LA
DOCUMENTAZIONE CARTOGRAFICA GIOCA UN RUOLO
FONDAMENTALE.
SI TRATTA INFATTI DEL METODO PIÙ SEMPLICE ED IMMEDIATO PER
RAPPRESENTARE LA REALTÀ AMBIENTALE IN CUI CI MUOVIAMO,
CON LA POSSIBILITÀ DI EVIDENZIARE VARI ASPETTI CHE
POSSONO INFLUENZARE PIÙ DA VICINO LA SICUREZZA;
A QUESTO VA AGGIUNTO CHE LA POSSIBILITÀ GRAFICA OFFERTE
DELLE VARIE TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE PERMETTONO
SOLUZIONI ESPOSITIVE DI ESTREMA CHIAREZZA E LEGGIBILITÀ,
CHE POSSONO GARANTIRE UNA CERTA IMMEDIATEZZA
NELL’INTERPRETAZIONE DI QUANTO SI VUOLE COMUNICARE.
PIANO DI EVACUAZIONE
SCALA DI RAPPRESENTAZIONE
1 : 100
CARTOGRAFIA
IN CASO DI EDIFICIO ESTESO
RAPPRESENTAZIONE PER PARTI
SIMBOLOGIA GRAFICA
EVIDENZIARE LO SPESSORE
DEI MURI PER EVIDENZIARE
QUELLI PORTANTI
IMPORTANTE IN CASO DI
TERREMOTO
SIMBOLI ESSENZIALI PER
NON CREARE CONFUZIONE
D.P.R. 542/82
PIANO DI EVACUAZIONE
SIMBOLOGIA GRAFICA
VIE DI FUGA
CARTOGRAFIA
D.P.R. 542/82
PIANO DI EVACUAZIONE
SIMBOLOGIA GRAFICA
VIE DI FUGA
CARTOGRAFIA
D.P.R. 542/82
PRESIDI ANTINCENDIO
PIANO DI EVACUAZIONE
SIMBOLOGIA GRAFICA
VIE DI FUGA
CARTOGRAFIA
D.P.R. 542/82
PRESIDI ANTINCENDIO
DIVIETO
PIANO DI EVACUAZIONE
SIMBOLOGIA GRAFICA
VIE DI FUGA
CARTOGRAFIA
D.P.R. 542/82
PRESIDI ANTINCENDIO
DIVIETO
PERICOLO
PIANO DI EVACUAZIONE
SIMBOLOGIA GRAFICA
VIE DI FUGA
CARTOGRAFIA
D.P.R. 542/82
PRESIDI ANTINCENDIO
DIVIETO
PERICOLO
PRESCRIZIONE
CARTOGRAFIA
PIANO DI EVACUAZIONE
CARTOGRAFIA
PIANO DI EVACUAZIONE
CARTOGRAFIA
PIANO DI EVACUAZIONE
LE EMERGENZE
PUR ESSENDO DI DIVERSA
NATURA
HANNO UNA GESTIONE DI TIPO
STANDARD SOPRATTUTTO
NELL’EVAQUAZIONE
LE SEQUENZE SONO MOLTO SIMILI
COME INTERVENIRE
INTERVENIRE SUL FOCOLAIO DI INCENDIO CON ESTINTORI O GETTI
DI ACQUA O SABBIA
NON USARE MAI L’ACQUA SULLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE
CHIUDERE IL RUBINETTO DEL GAS DAL CONTATORE ESTERNO
FARE EVACUARE ORDINATAMENTE LE CLASSI ED IL PERSONALE
NON ADDETTO ALL’EMERGENZA SECONDO QUANTO STABILITO DAL
PIANO DI EVACUAZIONE
NON USARE GLI ASCENSORI, MA UNICAMENTE LE SCALE
VERIFICARE CHE AD OGNI PIANO, IN PARTICOLARE NEI SERVIZI
IGIENICI E LOCALI ACCESSORI, NON SIANO RIMASTE BLOCCATE
PERSONE
SE L’INTERVENTO NON E’ DOMATO IN 5 MINUTI
• AVVERTIRE TELEFONICAMENTE I VIGILI DEL FUOCO
SE VI SONO USTIONATI O INTOSSICATI
• AVVERTIRE TELEFONICAMENTE IL PRONTO SOCCORSO O 118
AL TERMINE DELL’INCENDIO
• VERIFICARE I DANNI PROVOCATI AD IMPIANTI ELETTRICI, RETE
GAS, MACCHINARI, ARREDI E STRUTTURE CIVILI, CHIEDENDO
OVE NECESSARIO CONSULENZA A TECNICI VVF
• RIPRISTINARE CONDIZIONI DI AGIBILITÀ E SICUREZZA NEI LOCALI
• DICHIARARE LA FINE DELL’EMERGENZA
• FARE RIENTRARE ORDINATAMENTE LE CLASSI
COME INTERVENIRE
• EVITARE DI PRECIPITARSI DISORDINATAMENTE ALL’ESTERNO
• ADOTTARE LE MISURE DI AUTOPROTEZIONE APPRESE
DURANTE LE ESERCITAZIONI (PROTEGGERSI SOTTO IL
BANCO DALLA CADUTA DI OGGETTI)
• CHIUDERE IL RUBINETTO GENERALE DEL GAS E DELL’ACQUA
• APRIRE L’INTERRUTTORE GENERALE DELL’ENERGIA ELETTRICA
IL COORDINATORE PER LE EMERGENZE DISPONE:
• FARE EVACUARE ORDINATAMENTE LE CLASSI SECONDO
QUANTO STABILITO DAL PIANO DI EVACUAZIONE
• VERIFICARE CHE AD OGNI PIANO, IN PARTICOLARE NEI SERVIZI
IGIENICI E LOCALI ACCESSORI, NON SIANO RIMASTE BLOCCATE
PERSONE
• PRESIDIARE L’INGRESSO IMPEDENDO L’ACCESSO A CHIUNQUE
NON SIA ADDETTO ALLE OPERAZIONI DI EMERGENZA
•VERIFICARE CHE NON VI SIANO PERSONE FERITE; IN CASO
CONTRARIO AVVERTIRE IMMEDIATAMENTE IL PRONTO
SOCCORSO
•RIMANERE IN ATTESA DI ISTRUZIONI, NON INTASARE LE LINEE
TELEFONICHE, SINTONIZZARE UNA RADIO A BATTERIE SULLA
FREQUENZA PRESTABILITA
COME INTERVENIRE
• Spegnere le fiamme libere
• Interrompere l’erogazione di gas dal contatore esterno
• Aprire immediatamente tutte le finestre
• Aprire interruttore Energia Elettrica centralizzato solo se esterno al locale
e non effettuare altre operazioni elettriche
• Fare evacuare ordinatamente le classi secondo quanto stabilito dal piano
di evacuazione - Non usare gli ascensori, ma unicamente le scale
• Verificare che ad ogni piano, in particolare nei servizi igienici e locali
accessori, non siano rimaste bloccate persone
• Presidiare l’ingresso impedendo l’accesso ai non addetti alle operazioni
di emergenza
• Verificare se vi sono cause accertabili di fughe di gas
SI E’ IN GRADO DI DOMARE LA PERDITA ?
SI
NO
• INDOSSARE LA MASCHERA A DISPOSIZIONE
ED ELIMINARE LA PERDITA
• TELEFONARE DALL’ESTERNO DEI LOCALI ALL’AZIENDA
GESTORE DEI SERVIZI GAS E AI VIGILI DEL FUOCO
AL TERMINE DELLA FUGA DI GAS
•LASCIARE VENTILARE IL LOCALE FINO A CHE NON SI PERCEPISCA
PIÙ L’ODORE DEL GAS
•DICHIARARE LA FINE DELL’EMERGENZA
•FARE RIENTRARE LE CLASSI ORDINATAMENTE
COME INTERVENIRE
• Interrompere l’erogazione dell’acqua dal contatore esterno
• Aprire interruttore EE centralizzato e non effettuare nessuna altra
operazione elettrica
• Fare evacuare ordinatamente le classi secondo quanto stabilito dal piano
di evacuazione - Non usare gli ascensori, ma unicamente le scale
• Verificare che ad ogni piano, in particolare nei servizi igienici e locali
accessori, non siano rimaste bloccate persone
• Presidiare l’ingresso impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto
alle operazioni di emergenza
• Verificare se vi sono cause accertabili della perdita di acqua (rubinetti
aperti, visibile rottura di tubazioni)
SI E’ IN GRADO DI DOMARE LA PERDITA ?
SI
NO
• RIMUOVERE LA PERDITA
• TELEFONARE ALL’AZIENDA GESTORE DEI SERVIZI
IDRICI E AI VIGILI DEL FUOCO
AL TERMINE DELLA PERDITA D’ACQUA
• DRENARE L’ACQUA DAL PAVIMENTO: ASSORBIRE CON SEGATURA
E STRACCI
• VERIFICARE CHE IL PAVIMENTO SIA ASCIUTTO E NON SCIVOLOSO
• VERIFICARE CHE L’ACQUA NON ABBIA RAGGIUNTO QUADRI,
APPARECCHI ELETTRICI E SCATOLE DI DERIVAZIONE; SE
QUESTO È AVVENUTO NON RICHIUDERE L’INTERRUTTORE
GENERALE FINO AL COMPLETAMENTO DELLE RELATIVE ATTIVITÀ
DI MANUTENZIONE
• DICHIARARE LA FINE DELL’EMERGENZA
• FARE RIENTRARE ORDINATAMENTE LE CLASSI
COME INTERVENIRE
IN CASO DI GUASTO ELETTRICO ENTRANO IN FUNZIONE LE
LUCI DI EMERGENZA
•Invitare le classi ed il personale non addetto all’emergenza a
rimanere nella posizione in cui si trovano
•Attendere qualche minuto, poi fare evacuare ordinatamente le classi
secondo quanto stabilito dal piano di evacuazione
•Verificare che ad ogni piano, in particolare nei servizi igienici e locali
•accessori, non siano rimaste bloccate persone
SE LE LUCI DI EMERGENZA NON FUNZIONANO
•Invitare le classi e il personale non addetto all’emergenza a
rimanere nella posizione in cui si trovano
•Procurarsi torce elettriche e fare evacuare ordinatamente le classi
secondo quanto stabilito dal piano di evacuazione
•Verificare che ad ogni piano, in particolare nei servizi accessori,
non siano rimaste bloccate persone
VERIFICHE PER IL RIPRISTINO DELLA NORMALITA’
• Verificare se il black-out riguarda esclusivamente l’edificio scolastico
o l’intero quartiere
• Verificare se il black-out è dovuto all’intervento dell’interruttore
differenziale (“salvavita”)
• Non effettuare alcun intervento su parti elettriche e contattare un
elettricista autorizzato
COME INTERVENIRE
OVE SI RICEVA SEGNALAZIONE TELEFONICA O SI RISCONTRI LA
PRESENZA DI CONTENITORI SOSPETTI:
•Avvertire immediatamente le autorità di pubblica sicurezza telefonando
alla polizia ed ai carabinieri
•Non effettuare ricerche per individuare l’ordigno
•Fare evacuare ordinatamente le classi secondo quanto stabilito dal piano
di evacuazione - Non usare gli ascensori, ma unicamente le scale
•Verificare che ad ogni piano, in particolare nei servizi igienici e locali
accessori, non siano rimaste bloccate persone
•Presidiare l’ingresso impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle
operazioni di emergenza
MISURE PRECAUZIONALI
SORVEGLIARE SEMPRE GLI ACCESSI ALL’EDIFICIO
TENERE CHIUSI I CANCELLI DURANTE LE ORE DI LEZIONE
DOTARE L’EDIFICIO DI IMPIANTO ANTINTRUSIONE COLLEGATO ALLA
CENTRALE DI PRONTO INTERVENTO
INFORMAZIONI UTILI
SI SONO VERIFICATI EPISODI CRIMINOSI IN PASSATO?
LE FORZE DELL’ORDINE NE SONO A CONOSCENZA?
L’ADDETTO ALLA GUARDIANIA E’ INFORMATO E ADDESTRATO SULLE
AZIONI DA INTRAPRENDERE PER TRASMETTERE L’ALLARME?
COME INTERVENIRE
• Evitare di uscire all’esterno dell’edificio e di utilizzare automezzi, se gli
esterni sono già invasi da acque tumultuose
• Sospendere le attività ponendo in sicurezza le macchine dei laboratori e
dei locali di servizio
• Chiudere il rubinetto generale del gas
• Aprire l’interruttore generale dell’energia elettrica
• Predisporre sacchetti di sabbia in corrispondenza delle porte
• Predisporre l’evacuazione da locali interrati e seminterrati, ove possibile
allontanare le classi ed il personale spostandoli dai piani bassi ai piani
superiori
• Verificare che ad ogni piano, in particolare nei servizi igienici e locali
accessori, non siano rimaste bloccate persone
• Rimanere in attesa di istruzioni, sintonizzando una radio a batterie sulla
frequenza di una rete pubblica nazionale
SI RITIENE PRIORITARIO NON
CONCENTRARSI SULL’EVENTO, MA
EFFETTUARE TEMPESTIVAMENTE
L’EVACUAZIONE, PRIVILEGIANDO
LA SICUREZZA DELLE PERSONE
ALL’INTERNO DELL’EDIFICIO.
Fly UP