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L`ODISSEA DELLA CIRIO COSTATA 3 MILIONI

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L`ODISSEA DELLA CIRIO COSTATA 3 MILIONI
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - CapaccioPoste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
AQUARA
CILENTO/1
di Anselmo Botte
BCC
SCANDIZZO A PAG. 7
C’è molto spazio nel Cilento, ma è difficile muoversi. Sentieri nei prati e nei
boschi quanti ne vuoi, arrivi lì in mezzo
di corsa, e giù con le gambe e le braccia aperte, disteso a guardare il cielo
nel sole tiepido di primavera; ma la rete
viaria, anche dopo ampliamenti, è fatiCONTINUA A PAGINA
Anno XIV
n° 19 del 19 Maggio 2012
ROCCADASPIDE
SANITÀ,
CALDORO
FA PARZIALITA
LA DISCARICA
SULLA COLLINA
PIÙ BELLA
SCOMMETTE
SUL FUTURO
Tutti addosso
all’osso
ALBANELLA
€ 1, 00
PICILLI A PAG 11
PAZZANESE A PAG. 14
CAPACCIO. Poteva essere comprata per pochi euro
2
CILENTO/2
di Antonio Pecoraro
Decrescere
infelicemente
Gent.ssimo monsieur Latouche Io voglio parlarti della piana del Sele, che
ha alle spalle i monti degli Alburni, si
affaccia sul mare e a ciel sereno
CONTINUA A PAGINA
12
CILENTO/3
CAPO A PAG. 4
di Bartolo Scandizzo
Agropoli &
Capaccio
Franco Alfieri e Italo Voza, rispettivamente sindaci di Agropoli e Capaccio Paestum, hanno formato le
squadre che li accompagneranno
CONTINUA A PAGINA
8
L’ODISSEA DELLA CIRIO COSTATA 3 MILIONI
BATTIPAGLIA
EBOLI
di Ernesto Giacomino
di Francesco Faenza
Patenti
serpenti
Se ne va il centro
trasfusionale
Parrebbe la solita storia. E in effetti lo sarebbe, se non
fosse per certi dettagli che, in questo caso, invitano a
riflessioni un tantinello più accurate. Si parte da via
Olevano, stavolta: mattina fatta, traffico da manicomio. E la solita macchina parcheggiata di traverso,
muso sul marciapiede e coda in strada, alla “che ce
ne ‘mporta”, con le quattro frecce accese. Già fanno
fatica gli automobilisti, a scansarla; poi arriva il
Il centro trasfusionale emigra a Battipaglia così da ridicolizzare l'emergenza medica all'ospedale Santa Maria
Addolorata. Per i politici è una perdita lieve, definizione affrettata e fuori luogo. Come se Varenne perdesse uno zoccolo in una sua formidabile cavalcata.
Per gli addetti ai lavori, invece, il problema è grave. Il
dramma è che Varenne rischia di morire, non di perdere solo una corsa. Un medico di sala operatoria rac-
CONTINUA A PAGINA
20
CONTINUA A PAGINA
18
2
N° 19
19 Maggio 2012
Cilento
Tra forestali senza lavoro e uffici postali a rischio di chiusura
Il Cilento in cerca di futuro combatte con l’abbandono...
DALLA PRIMA
cosa. Lunghe strisce di
asfalto delimitato da campi e
siepi, su e giù, piano piano,
movimenti fluidi. Una graziosa, piccola vettura, arranca verso le falde della
montagna, attraversa ponti
di pietra, curva dopo curva
sfiora pareti di roccia, finché
un gregge non la blocca.
Una sorgente in mezzo alla
strada, la flemma delle pecore. Sullo sfondo la superficie del mare, in alto le cime
irregolari dei monti. La voglia di fermarsi e stare seduti,
scartare poi sulla sinistra, in
direzione di quel prato e… .
Eh sì, è una questione di attrazione, una naturale forza
di attrazione, e guardi: ci
sono le distanze giuste tra un
paese e l’altro, un campanile
e l’altro, architetture morbide tra quelle case bianche,
le piante appena fuori dall’abitato, una perfetta precisione dello spazio, e in ogni
dettaglio si intrecciano,
come le ramificazioni di
quelle querce e di quegli
ulivi secolari, pensieri. E la
sera le deboli luci delle case
e dei lampioni sulla costa
delle colline, farsi sempre
più piccoli e sparire. Niente
urla, silenzio. Qui mi piacerebbe abitare. Vecchi seduti
in fila davanti ai bar, parlano
senza argomenti, sedie addossate alle pareti, il sole che
spalma una patina di calore
sui volti, e il tepore arriva
fino alla punta delle dita.
"C'è stato un funerale, con
questo sono nove che se ne
sono andati solo quest'anno,
se ne vanno ad uno ad uno;
è nato solo un bambino e
fino alla fine dell'anno nient'altro. Di questo passo fra
poco non ci sarà più nessuno". Eh già, il destino delle
aree interne: spopolamento
umano, desertificazione:
frasi fatte, ripetute di generazione in generazione, pareri
discordanti, mille modi diversi per sostenere che la
montagna, l'"osso", come lo
chiamava Rossi Doria, non
deve subire l'onta dell'abbandono, tutti attratti dal
mondo assediato della
"polpa", e invece... . Chi sceglie di restare non ha speranza, il saldo negativo tra le
due frazioni nemiche (morti
e nati) li condanna ad una
lenta e inesorabile agonia.
L'aveva capito il sindaco che
si chiedeva "ma quei gabbiani dove vanno a dormire?", era riuscito a fare del
suo paese il suo orgoglio,
fermo e immobile con lo
sguardo che scruta il mare e
in mano un bicchiere di
acqua di mare limpida, l'immagine della sua vittoria;
fuori malaffare e corruzione,
ha pagato con la morte, e
l'affronto grida ancora giustizia. Il 25 aprile tutte le luci
del paese di Pollica sono rimaste spente per dieci minuti, niente urla. Nel buio
per ricordare che dopo un
anno e mezzo non si conosce ancora l'assassino di Angelo Vassallo, dieci minuti
per uscire dal buio. Ci sarebbe bisogno di una spinta
per raccordare le persone e i
luoghi di questa terra, gli oggetti, l'esperienza, i sentimenti, le idee. Creare un
legame tra la quiete umanità
di questi luoghi e la politica;
non per una azione qualsiasi
ma per dare una spiegazione
di quello che sta succedendo e salvare la storia di
questo territorio. E invece la
politica va in un'altra direzione, si è preso un tempo
lungo come se stesse valutando in modo serio la questione; poi ha deciso
tranquillamente che forse è
giunto il momento di farla finita con queste relazioni tra
lo spazio, l'uomo e le sue
azioni, è ora di finirla con
tutti quei raccordi di una
linea tratteggiata che sfiora
una montagna, una guancia;
meglio andare altrove, perché altrove è un'altra cosa,
abbandonare le nervature
dei tronchi e seguire quella
delle auto ferme ai semafori
in coda. Manifesti scritti da
persone cui non importa
niente di tutto ciò, parole
che non danno nessuna idea
di movimento, muti per
tanto tempo comunicano
adesso la loro presenza. Un
delitto lasciarli andare avanti
così.
E' abbastanza mortificante
fare l'elenco delle vertenze
che stanno demolendo le
geometrie di questi luoghi.
Le ricordiamo Circa duemila
e cinquecento operai idraulico forestali, da molto
tempo non percepiscono
più lo stipendio (alcuni da
undici mesi, i più fortunati
da quattro), il loro è un lavoro essenziale per la messa
in sicurezza di un territorio
dove la quasi totalità dei
paesi è a rischio frane,
hanno ereditato il lavoro dei
montanari: osservano quotidianamente il movimento
del terreno e intervengono
con una manutenzione quotidiane per evitare il dissesto
idrogeologico. Di loro ci si
accorge soltanto dopo i disastri provocati da una alluvione o un incendio.
Sentinelle indispensabili, ma
la Regione ha deciso di tagliare i fondi. Scioperi, occupazioni
di
Comunità
Montane, presidi (a fianco
le fasce tricolori dei sindaci),
ormai non si contano più. Si
sta mettendo in discussione
l'unica forza lavoro che questo territorio reclama per la
tutela del territorio e l'occupazione dei suoi uomini. E’
in crisi il trasporto pubblico,
in liquidazione il Consorzio
Provinciale (CSTP), meno gli
addetti, ma estremamente
importanti per i collegamenti nelle aree interne. Ve
lo immaginate quel dedalo
di strade senza nessuna possibilità di comunicazione?
Anziani, giovani studenti, disabili, messi nelle condizioni
di muoversi con estrema difficoltà, o non muoversi.
Poste Italiane ha deciso di
chiudere diversi sedi di Uffici Postali nei paesi. Ve lo
immaginate un vecchio pensionato fermo davanti al portone chiuso delle poste? E'
l'emblema dell'abbandono,
di chi ha deciso di metterci
una croce, che equivale a
morto. Il piano sanitario, la
scuola: chiusure più nette,
l'immagine della fuga, ma
potrebbe essere anche di
più, la rimozione dell'esistenza stessa. Qualcosa di
veramente grande sta per essere sottratto a questa popolazione, a queste sotterranee
comunità: le radici comuni
delle persone, la loro relazione con l'aria che respirano e la storia che li
circonda. Di questo passo
non occorrerà molto tempo
perché si fermi tutto, nella
distrazione più generale assisteremo alla scomparsa definitiva della vita nelle aree
interne, e in una indifferenza
avvolgente dietro di noi non
ci sarà più nulla.
Anselmo Botte
Capaccio
L’OPINIONE
N° 19
19 Maggio 2012
3
Il culto della bellezza e l’etica del turismo come antidoto alle nuove invasioni barbariche
La tentazione della simonia laica
Nello studio e nella pratica
del turismo si affermano
nuove scienze, sociologia e
psicologia, innanzitutto.Invece muove soltanto i primi
passi l'etica del turismo, di
cui si avverte, invece,la necessità di una conoscenza
ed, ancora di più.di una pratica a largo raggio, sia da
parte degli operatori che da
quella dei fruitori.
Si impone, cioè, un codice
di comportamento, che ubbidica ad una carta/decalogo di valori nel rispetto
scrupoloso di diritti e doveri.
E ciò perchè si avverte come
indilazionabile riaffermare
con forza il rispetto/culto
della bellezza per condannarne le ferite/sfregi da parte
delle nuove dilaganti invasioni barbariche.
L'operatore ha il dovere di
rispettare i patti sui prezzi,
effcienza di servizi a tutela
della dignità, della salute e
della privacy degli ospiti.
Deve attrezzarsi al meglio
per predisporre un ambiente
caldo ed accogliente, simpatico e coinvolgente, ma
senza invadenza, teso alla
esaltazione di storia e tradizioni dei luoghi con naturale
disinvoltura senza supponenza. Il turista ha il diritto
L’ASSESSORE ENZO DI LUCIA
di pretendere con fermezza
garbata, ma senza arroganza. Ma, a sua volta, ha il
dovere di rispettare i luoghi,
non violentarne e stravolgerne le tradizioni. C'è bisogno, cioè di una naturale e
tacita complicità tra operatore ed ospite nella vivibilità
di una comunità, che, anche
se per il breve lasso di una
vacanza, è patrimonio di
tutti. Questo vale per l'albergo, per le strutture della
ristorazione e della balneazione, come per la più vasta
offerta del territorio nella diversità dei servizi (contenitori culturali, teatri, spazi
museali, ecc.) con una cura
puntuale alla cornice di
ospitalità che l'Ente Pubblico
deve attrezzare e garnatire.
C'è, cioè, un codice di com-
portamento, una carta decalogo di valori per tutti:operatori, turisti, Amministratori
Pubblici, nella consapevolezza che il turismo non è
solo fenomeno economico,
un volano che innesca meccanismi di sviluppo coinvolgendo tutti o quasi i settori
della vita produttiva, ma
anche e, forse, soprattutto,
incontro di popoli e di civiltà
e, quindi, strumento ed occasione di crescita culturale
civile di una intera collettività. Il ruolo di garante spetta
alla Pubblica Amministrazione nella variegata articolazione dei ruoli e dei
compiti.Deve impedire con
forza e decisione che il
culto/feticcio del dio danaro
consenta debolezze, compiacenze e tolleranze per le
sgarbate esagerazioni di
ospiti esuberanti,ed uso un
eufemismo, così come per
l'arroganza incivile degli
ospiti che, resi forti e tracotanti dalla ricchezza,pretendono di sfregiare anche la
bellezza della storia e dell'arte dei monumenti, come
di sciupare ed imbrattare la
grazia e l'armonia del paesaggio, nella greve e sgraziata consapevolezza dei
parvenus che ai ricchi ed ai
potenti è consentito tutto,
anche la profanazione della
bellezza.Urge una diga a difesa del nostro patrimonio di
grazia, di eleganza, di armonia, di bellezza contro la dilagante superficialità, ed uso
ancora un eufemismo, dell'esercito spesso disordinato
e vociante dei nuovi barbari.Ma gli antichi Padri Latini ci hanno insegnato che
"nemo dat quod non habet"
e che pertanto non possiamo
pretendere dagli altri il rispetto per la sacralità del nostro patrimonio se siamo noi
per primi a non praticarlo.
Non vinceremo mai la battaglia/guerra contro la barbarie
esterna
se
non
sconfiggeremo prima il barbaro che è in noi.E per farlo
dobbiamo rispettare ed ap-
LO SPORT
LA SERIE A SI AVVICINA
ALL’HERAJON–PAESTUM
Lunedì 14 maggio al campo
“Mario Vecchio” c’è stata una
serie di amichevoli tra la
scuola calcio
HerajonPaestum e una squadra molto
vicina agli ambienti calcistici
professionistici. Inoltre sul
campo, presenti anche alcuni
dirigenti importanti, venuti
nell’occasione a visionare i
giovani talenti. Si parla già di
una collaborazione tra la so-
cietà capaccese e alcune società calcistiche di rilievo, con
una serie di amichevoli, tornei
e provini già in cantiere, in
modo da permettere ai ragazzi di mettersi in mostra agli
occhi dei talent scout professionisti. La presenza di queste
persone al campo non è passata inosservata, così come i
progetti futuri calcistici possono ritenersi ancora nascosti,
tuttavia il vice-presidente Giuseppe Marino e il direttore generale Matteo Noce, artefici
del progetto e responsabili
della scuola calcio insieme al
presidente Sergio Alessio,
hanno subito gettato acqua
sul fuoco affinché non siano
create false illusioni. Secca,
infatti, la risposta del vice-presidente che quando gli sono
state chieste delucidazioni a
riguardo ha così commentato:
“Lasciamo che i ragazzi possano lavorare in pace e crescere correttamente”.
Pasquale Quaglia
“MARMI PIETRE E MATERIALI
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plicare alla lettera gli insegnamenti di Croce e Gramsci, lasciarci guidare sempre
dalla centralità della storia,
che si fonda sulle eredità del
passato, per esaltare il presente e costruire il futuro,
avere cioè la coscienza della
funzione del tempo per non
essere schiacciati solo sul
presente.Solo così saremo
fecondati
dalla
religione/culto del decoro
delle nostre comunità senza
essere mai tentati dal loro
deprezzamento/svendita Serpeggia, infatti, tra i pubblici
amministratori la tentazione
del peccato di simonia laica.
Per frenarla e condannarla
consiglio un "sinodo" dei
sindaci e degli assessori al
turismo,perchè approntino
rigorose regole di comportamento per residenti e turisti
e ne pretendano il rispetto
rigido e siano inflessibili nel
sanzionare i trasgressori.
Forse, così, riusciremo ad
eliminare o, quanto meno, a
ridimensionare molti sconci
nei nostri territori dell'una e
dell'altra costa dove la storia, l'arte, la bellezza dei
paesaggi crea un alone di sacralità che merita rispetto e
culto.
Giuseppe Liuccio
4
N° 19
19 Maggio 2012
Paestum
Tre milioni spesi quando potevano bastare poche migliaia di euro
La storia infinita della Cirio costata una barca di soldi
Una vecchia fabbrica di pomodori su cui s’erano appuntati gli occhi e gli
appetiti di molti. Da quelli
che volevano farci un caseificio a quegli altri che volevano farci il museo della
pittura antica. Da quelli che
volevano farci un albergo a
quegli altri che volevano
farci un centro espositivo
polivalente. Da quelli che
volevano farci un teatro a
quegli altri che volevano
farci un museo delle necropoli e sede di servizi. Ma
come si sa il diavolo fa le
pentole ma non i coperchi,
quindi tutto questo, “ farci
dentro”, è andato in
“vacca” e la ex-Cirio di Paestum rimane lì sedotta e abbandonata.
La
storia,
benemerita, della Cirio a
Paestum ebbe inizio nel
1908, quando la famosa società conserviera decise di
costruire il suo opificio sulle
rive del Capodifiume, pro-
“Tre milioni di euro per
comprare, dai privati,
quattro mura sbrecciate
e un poʼ di capannoni
sfondati, quando a metà
degli anni ottanta, dopo
la chiusura della Cirio , la
stessa struttura si poteva
comprare, esercitando il
diritto di prelazione, per
poche migliaia di euro.”
rimane celato sotto la exfabbrica, per gran parte. Tuttavia, il sito della ex-Cirio e
del santuario di Santa Venera, in questi ultimi cinquant’anni è stato studiato e
indagato dalla crema della
Scienza Archeologica. Nel
1953 il Sestieri trova una
statuetta femminile di
marmo. Tra il 1956-1957 a
seguito dell’allargamento
della Cirio furono ritrovate,
nove statue acefale di
marmo bianco, sei teste di
marmo bianco e fu scavata
una fontana.
DALL’ALTO: TEMPIO DI AFRODITE SOTTO LA CIRIO.
CAPANNONE FATISCENTE DELLA FABRICA CIRIO.
PIAZZALE INTERNO DELLA CIRIO DI PAESTUM
prio di fronte al tempio di
Nettuno a pochi passi da
Porta Giustizia. La fabbrica
di pomodori, pestana, darà
lavoro a generazioni di capaccesi e a decine di operai
ed operaie della Chora.
La sciagura, della Cirio,
però, è stata nella sua ubicazione scellerata, situata
proprio sopra l’antico santuario greco di Afrodite, che
Tra il 1982 al 1985 hanno
scavato nel sito della Cirio,
Johannowsky, Pedley, Torelli. Gli scavi recenti, nel
santuario di Afrodite, hanno
restituito settanta monete di
bronzo. Dopo il recente acquisto, del 2005, nei capannoni sfondati della Cirio,
sono stati effettuati scavi
che hanno messo in luce
parte del Santuario, oblite-
rato dalla fabbrica, ed evidenziato cocci e “capuzzelle” che oggi sono alla
mercè di tutti quelli che, da
una scassata porticina laterale , possono entrare nello
scavo incustodito e fare
man bassa di reperti. Questo un piccolo sunto, non
esaustivo, della ricerca archeologica nel Santuario di
Santa Venera, che, ne evidenzia l’importanza culturale.
La storia contemporanea ci
racconta, invece, di una
brutta stagione di sprechi,
ignavia burocratica, sperpero di denaro del popolo e
incapiscienza propositiva,
che ha prodotto uno sperpero di denaro pubblico,
pari a € 3.098.741,39, per
l’acquisto dei ruderi di quel
che rimane della fatiscente
ex-Cirio, così come si legge
nel “Progetto Grande Attrattore Paestum-Velia”. Beneficiaria di questo oneroso
acquisto è stata la
Soprintendenza Archeologica. Questa descritta può
essere annoverata tra le
tante storie esemplari di
soldi pubblici buttati letteralmente nelle cloache. Ma
si sa la Capiscienza non dimora nelle menti degli
scienziati nostrani, ma alberga solo nel cuore del
“Diretto Discendente dell’Eroe Fondatore”, che, a
ben ragione, si tiene a debita distanza dalle miserie
dell’ameno sito.
Lucio Capo
Varie
ROFRANO.
Una nuova grande iniziativa da
Largo(ai)Giovani nel ricordo di Angelo Vassallo.
Bella politica in musica
d’autore - sulle orme di Angelo Vassallo, nasce un concorso per autori musicali
emergenti. Parte una nuova
iniziativa inserita nel progetto Largo(ai)Giovani promosso dal Comune di
Rofrano unitamente al comune di Pollica ed a Legambiente Campania con il
supporto del quotidiano La
Città.
Un concorso volto a selezionare 10 brani musicali,
ideati e proposti da giovani
artisti, considerati per singolo o in gruppo, al fine di
realizzare un lavoro discografico ispirato all’esperienza e all’opera di Angelo
Vassallo, indimenticabile
Sindaco di Pollica. Il concorso, che gode del prezioso
consenso
della
famiglia di Angelo Vassallo,
è impreziosito dal contributo fondamentale degli artisti protagonisti di Rufra
Festival e delle altre manifestazioni
targate
Largo(ai)Giovani. L’iniziativa mira a tradurre e comunicare in musica i valori
peculiari e profondi dell’azione civica e politica del
Sindaco Pescatore, stimolando l’espressione, la riflessione e l’iniziativa dei
giovani rispetto all’agire politico, nel senso di indurre
una concezione positiva e
un approccio attivo alla vita
pubblica. I brani che potranno accedere al concorso dovranno essere
riconducibile, direttamente
o indirettamente, all’opera e
alla vicenda umana e pubblica di Angelo Vassallo.
In questo senso si definiscono come simboli e veicoli dei valori da lui
testimoniati: il mare; il Cilento; la tutela; il rispetto e
la valorizzazione dell’ambiente; la legalità e la democrazia; l’amore per il
territorio e la difesa della
sua identità; la terra; la partecipazione politica e l’impegno civico; la solidarietà
e lo spirito di servizio; la lealtà e la famiglia; la responsabilità; la concretezza e il
coraggio della decisione. Le
domande di partecipazione,
così come da bando consultabile sul sito
www.largoaigiovani.org e
sul sito www.comune.rofrano.sa.it vanno consegnate entro e non oltre le
ore 19.00 del giorno 26
Giugno 2012. Ciascun
brano dovrà essere consegnato o fatto recapitare
presso l’ufficio protocollo
del Comune di Rofrano (via
P. Scandizzo 1, 84070 – Rofrano –SA) su supporto cd o
pendrive in formato Wave.
L’iniziativa vede il coinvolgimento attivo dei Paranza
vibes e degli altri gruppi che
hanno preso parte alla kermesse estiva organizzata dal
Comune di Rofrano e dalla
rete Largo(ai)Giovani.
N° 19
19 Maggio 2012
5
ALTAVILLA. A Borgo Carillia un comitato cittadino
Riprendono i furti, cittadini allarmati
Furto in un bar del centro
cittadino.
E’ accaduto il 6 maggio. Diverse centinaia di euro il bottino. L’ultimo colpo è stato
portato a segno ai danni di
un bar situato nel centro urbano della frazione di Cerrelli.
I malviventi hanno agito durante la notte, attendendo la
chiusura del locale, per entrare in azione. Per riuscire a
penetrare nel bar hanno forzato l’ingresso. Una volta
dentro la loro attenzione si è
concentrata, in modo particolare, sulle macchinette di
intrattenimento presenti nel
locale. Forzando uno dei videopoker sono riusciti a
scardinare il cassetto contenete il denaro, che hanno
prelevato e portato via. La
cassetta vuota è stata ritrovata a Capaccio. L’episodio
ha rinfocolato la polemica.
Soprattutto nelle zone rutali.
Questo il testo dell’avviso affisso nei locali pubblici del
comune di Borgo Carillia:
“Si richiama l’attenzione
della cittadinanza sui fenomeni verificatisi negli ultimi
periodi riguardanti furti
presso abitazioni e locali
commerciali. Nella fattispecie si porta a conoscenza di
tutti che sarebbe necessario
su base volontaria, in collaborazione con le autorità lo-
cali, vigilare il territorio di
Borgo Carillia, per dare immediato allarme agli organi
di polizia al verificarsi di
eventi, fatti e persone sospette. E’ gradita la fattiva
collaborazione della cittadinanza tutta. ”.
Per informazioni in merito rivolgersi direttamente al locale commerciale “Pago
Poco” sig. Luigi Carrozza* telefono 329 1756465. Il sig.
Luigi Carrozza è il promotore, insieme ad una decina
di persone, di questa iniziativa nata a seguito di una
serie di furti fatti nelle abitazioni che hanno creato una
situazione di allarme e paura
nei residenti. Sino ad ora
sono state già fatte un paio di
segnalazioni.
6
N° 19
19 Maggio 2012
LA POLITICA.
Capaccio
La nuova giunta. Tra novità e presenze politiche di vecchio stampo
Le novità con Barretta e Palumbo e gli esperti Ragni e Di Lucia
“Io il sergente di ferro degli
impiegati del comune? Andiamoci molto piano con
queste definizioni”. Nicola
Ragni, è il nuovo vicesindaco.
Ha 57 anni, si è laureato in
Scienze Politiche riprendendo qualche anno fa gli
studi che aveva interrotto da
giovane per via degli impegni familiari e di lavoro che
lo impegnavano. Ha una
parte nella storia della cultura locale poiché era l’amministratore del giornale “Il
Menabò” che un ruolo
molto importante – ancora
oggi rimpianto - ebbe tra il
1987 e il 1998. Da quell’anno è stato politico e imprenditore ha tempo pieno
ma non ha mai tralasciato gli
impegni culturali. aE’ possibile vederlo cantare nel coro
paesano. Quello vero e proprio. Per il sindaco Italo
Voza, “Nicolino”, così come
amava chiamarlo Pasquale
Marino è una figura di garanzia. “L’ho scelto per dare
un forte segnale di equilibrio
ai cittadini. Il vicesindaco è
giusto che fosse del Capoluogo, da troppo tempo trascurato e per il quale
abbiamo grandi progetti.
L’acqua potabile, il metano
ed il rilancio del centro storico. Inoltre, con sedici anni
di amministrazione alle
spalle, Ragni è il più esperto
degli eletti, ci darà una
grossa mano in termini di
comprensione della burocrazia”.
A Ragni, ma nessuno dirà
mai una cosa simile, è arrivato il premio per il brillante
risultato elettorale e per
quattro anni di opposizione
seria e dura al suo ex mentore Marino. Forse si aspet-
Luciano Farro, lo sfogo:
“Io ho speso un euro a voto”
Sento la necessità di esternare - pubblicamente - il mio
pensiero attraverso brevi
considerazioni, a "giochi
fatti". Sono stato promotore,
con altri pochi amici, di un
progetto politico di pura civicità per l'interesse generale
"Comune" per il Comune di
Capaccio-Paestum. Conditio
sine qua non è stata la candidatura a Sindaco di Italo
Voza, poi, risultata vincente.
Le difficoltà sono state
enormi, in quanto hanno
tentato in ogni modo di ostacolare Voza ma, egli, ha trovato in noi "il carroccio" che
gli ha dato la forza per continuare. Poi è arrivata altra
gente, tanta, e più si era vincenti più ne arrivava.......Gli
amici "ortodossi" hanno rischiato e rischiano di andare
in soffitta....tutti sono bravi,
belli, capaci, intelligenti,
occhi azzurri, tutti sembrano
emergere da non so cosa,
ma di sicuro tutti giunti a
"giochi fatti". E' la storia che
si ripete.....Per quanto mi riguarda mi hanno candidato
un nipote - figlio di mia sorella - negli ultimi giorni dalla
presentazione delle liste;
c'erano candidati altri due
cugini cosiddetti di primo
grado ed altri due figli di cugini. La candidatura del nipote anzidetto - nonostante
i buoni consigli dello zio, è
stata forzata da esseri viventi
che speravano di abbattere
la mia candidatura. Peraltro,
chi poteva evitarla non l'ha
fatto e quindi l'ho dovuta subire obtorto collo! Ma Dio è
grande e gli amici, quelli
veri, e una massa enorme di
persone ha decretato la mia
entrata in Consiglio Comunale. Dire grazie è ben poca
cosa, dire vi amo tutti è esagerato, vi dico solo che sarò
al servizio di tutti, ma servitore di nessuno! Ho speso
per questa campagna elettorale poco più di un euro a
voto, perchè coloro che mi
hanno votato sono persone
libere, non condizionate da
nessuno, come, d'altronde,
lo sono io. Prometto e garantirò "legalità e trasparenza",
perchè questo ho promesso
ai miei elettori e loro, votandomi, hanno così risposto al
mio appello. Vi prego solo di
chiamarmi o richiamarmi se
poco poco riteneste che mi
fossi discostato dai miei sani
e sacrosanti princìpi, dall'etica e dalla morale politica......ve
ne
sarò
riconoscente.....e siate voi il
mio "carroccio" Con affetto
fraterno....
Luciano Farro
tava qualcosa in più Vincenzo Di Lucia, è il nuovo
assessore al Turismo, ha ricoperto a lungo incarichi importanti. “Il nostro comune
vive di turismo, era necessario – dice Voza - affidare
questo settore ad un esperto.
Di Lucia, ha dimostrato in
passato tutto il suo valore e
diplomazia”. Di alto profilo
la nomina di Eustachio Voza,
assessore all’Identità Culturale: 33 anni, laureato in
Giurisprudenza, tiene corsi
universitari Diritto Pubblico
Comparato, direttore del
museo del Grand Tour di Capaccio Capoluogo e coordinatore provinciale di Fare
Ambiente, l’associazione
ambientalista di destra. “È
giovane, ha voglia di fare ed
ha a cuore la cultura e l’ambiente”, chiosa il sindaco.
Tre lauree ha Rossana Barretta, assessore alle Politiche
Sociali. I suoi titoli sono Sociologia, Programmazione,
Amministrazione e Gestione
delle politiche e dei Servizi
Sociali. Ha lavorato come
mediatrice familiare presso il
Piano di Zona S6.
“Ha un curriculum di dieci
pagine. Pochi possono dimostrare di conoscere Capaccio come lei”. Maria
Rosaria Palumbo, assessore
al Bilancio: 46 anni, è laureata in Economia e Commercio, ha due studi
commercialistici avviati in
Capaccio e Salerno.
È alla prima esperienza con
la Pubblica Amministrazione. “I conti del Comune
sono disastrati e bisogna lavorare molto per metterli a
posto e cercare di trovare
forme di risparmio ed introito nuove. La dottoressa
Palumbo ha due studi avviati, a Capaccio ed a Salerno, ma troverà il tempo e
le energie intellettuali per
concentrarsi sul bilancio ed
i tributi”.
Voza assegna le prime
deleghe ai consiglieri
Sulla presidenza del consiglio prevista la staffetta Sica
–Nese. Roberto Voza sarà
capogruppo. Italo Voza distribuisce le deleghe tra i
consiglieri comunali. A Roberto Ciuccio va la cura del
verde, opere pubbliche,
ciclo delle acque e ecologie.
Piero Cavallo andrà a presiedere l’istituzione Poseidonia.
Al medico Francesco Longo
il contenzioso tributario. Al
capogruppo Roberto Voza
va la guida delle politiche
agricole e della zootecnia.
La sanità e i rapporti con
l’Asl vanno al medico Marilena Montefusco. I progetti
di finanza saranno curati da
Leopoldo Marandino. Al
piano aree demaniali, protezione civile e disinquinamento va a Pasquale Mazza.
L’impiantistica sportiva, i
rapporti con il Coni e lo
sport in generale saranno curati da Luca Sabatella. L’informatizzazione e le energie
alternative saranno guidate
da Pasquale Cetta, funzionario Enel. Allo studio anche
l’ipotesi di una fondazione
internazionale che possa at-
tribuire il marchio Paestum a
produzioni calzaturiere, profumeria e altre opere dell’ingegno. Sul tema sarà varata
una selezione tra personalità
di chiara fama, almeno tre,
anche non residenti temporaneamente nel comune di
Capaccio.
Varie
ECONOMIA.
N° 19
19 Maggio 2012
7
La Bcc di Aquara ricomincia da Salerno con le spalle coperte
“La raccolta delle aree interne impiegata della piana produttiva”
La Bcc di Aquara ritorna a
correre dopo aver sofferto,
come tutte le banche, nel
2010.
Quasi un milione gli euro di
utili (811 mila euro), questa
la cifra posta nella casella
del bilancio relativo al 2011
approvato dall’assemblea
dei soci venerdì 11 maggio
2012 convocata presso l’hotel Savoy di Paestum.
Nell’anno “orribile” che è
stato il 2011, è fondamentale per capire il ruolo della
banca Alburnina dare uno
sguardo al numero di pratiche di nuovi fidi (1000), per
un importo di oltre 39 Milioni euro con una fluidità
senza immobilizzazioni infruttifere.
In discesa, anche se di poco,
i crediti in sofferenza che rimangono ben al di sotto
della media della regionale
e nazionale. Questo è anche
il primo bilancio che vede al
debutto la sede di Salerno,
fiore all'occhiello, della strategia di ampliamento che la
politica dei piccoli passi,
inaugurata con la “discesa”
a Capaccio, e proseguita
con Eboli, Oliveto Citra,
prima di approdare al capoluogo.
La scommessa del “grande
balzo” è vinta sia sul piano
dei risultati contabili sia su
quello dell’occupazione di
uno spazio vitale nella considerazione dell’ampia platea
imprenditoriale
e
istituzionale che rappresenta Salerno. Sono i piccoli
comuni il serbatoio della
raccolta e le piazze della
piana il campo dove metterli a frutto.
Questo in sintesi è lo
schema di gioco che guida
l’azione del Cda, del presidente, Luigi Scorziello e del
direttore Antonio Marino affiancati e sostenuti dalla
competenza del collegio
sindacale presieduto da
Maurizio Caronna. Nell’istituto di credito, unitamente
al numero delle filiali e degli
sportelli (sono 8), aumenta
anche il numero del personale (son 46).
Per cui, anche in presenza
di una crisi che morde, il
credito cooperativo si continua dimostrare una delle
“isole” dove si fa occupazione giovanile e si dà
sbocco lavorativo a qualche
giovane che esce dall’università .
Marino e Scorziello pongono all’attenzione dell’assemblea gli obiettivo per
l’immediato futuro tra questi
ci sembra opportuno segnalarne uno che ha colpito,
positivamente, l’intera as-
semblea: fare spazio a soci
giovani per controbilanciare
il progressivo invecchiamento della compagine sociale.
Si tratterà di trovare una formula che consenta alle
nuove generazioni di entrare a far parte della base
associativa agevolandone il
versamento del capitale sociale, che per quanto basso,
potrebbe rivelarsi uno sbarramento difficile da rimuovere.
Altro obiettivo sarà di aumentare gli impieghi proseguendo nella politica dei
piccoli passi che ha premiato finora l’azione di governo della banca.
Di pari passo dovrà aumen-
tare anche il patrimonio e
portarlo oltre la soglia “psicologica” dei 20 milioni di
euro con il bilancio 2012.
Sono state ricordate anche
le innumerevoli iniziative
che la Bcc ha preso sul e nel
territorio al fine di concretizzare con i fatti il dettato statutario che prevede pe le
banche territoriali un ruolo
sociale di primo piano: Salerno bond, Paestumanità,
Vini del Cilento, ex Parmalat
sono state le più eclatanti e
hanno dato una visibilità
forte alla banca. Imprenditorialità, finanza e territorio,
ecco i tre campi d’azione
che Marino e Scorziello
hanno voluto indicare all’assemblea per fare ancora più
“banca”.
La presenza di molti sindaci
e rappresentanti delle istituzioni ha completato il quadro del clima cosmopolita
che ha caratterizzato la 34^
assemblea della Bcc di
Aquara: Da Salerno, Alfonso Bonaiuto che ha portato il saluto di Vincenzo De
Luca, il neo sindaco di Capaccio Paestum, Italo Voza
che ha proposto la costituzione di un’agenzia locale
di sviluppo pubblica privata,
Girolamo Auricchio da Roccadaspide, Franco Palumbo
da Giungano, Gennaro
Capo da Castel San Lorenzo, Martino Melchionda
da Eboli, Geppino Parente
da Bellosguardo, Maurizio
Caronna da Felitto …
Ad ognuno di questi comuni, la Bcc di Aquara ha
trovato il modo di essere vicina con iniziative che coprono
direttamente
o
indirettamente dei bisogni e
delle esigenze di parte della
comunità che vi vivono.
Questo è il metodo che traspare dall’operare quotidiano delle donne e degli
uomini che operano per
nome e per conto dei quasi
1200 soci che uniti riescono
a fare cose grandi e anche di
più!
Bartolo Scandizzo
TRE MILIONI 098.741,39 di euro
per comprare la ex Cirio di Paestum
CRONACHE DI
CETRIOLI E
CARCIOFI
Questi stessi soldi sarebbero
bastati per “Comprare e Salvaguardare” 50 ettari di terra
entro le mura della città antica.
Si potevano comprare i terreni a monte del Museo, limite orientale dell’Agorà,
fortemente danneggiati da
arature profonde, pratiche
mai interrotte, come si vocifera nel 1960.
Nel 1990, e, non nel 1960,
l’area fu sottoposta a sequestro, proprio a causa di lavori di aratura condotti in
profondità sino ad intaccare
le emergenze archeologiche
sottostanti e danneggiando,
irrimediabilmente, i livelli
stratigrafici più antichi.
Purtroppo gli scavi archeologici, successivi al sequestro, hanno restituito una
minima parte dei reperti,
gravemente danneggiati dal
passaggio dei mezzi meccanici, anche perché l’area di
scavo, caratterizzata da uno
strato roccioso affiorante,
che si trova a soli 20cm
sotto l’attuale livello di campagna, è stata totalmente
devastata.
Nel banco di travertino sono
stati ritrovati numerosi pozzetti votivi, danneggiati dal
passaggio dell’aratro.
Miracolosamente scampato
alle arature, un pozzetto sigillato da frammenti di hydria del V sec.
Le arature hanno distrutto
lunghi tratti di mura di un
edificio antico, compromettendo irrimediabilmente la
lettura della cronologia pertinente. Il passaggio dell’aratro
ha
compromesso
definitivamente l’identificazione della sequenza dei
battuti stradali venuti alla
luce, mentre una vasta area
dello scavo risulta fortemente compromessa dalla
presenza di colture arbustive.
Questa esemplare storia di
distruzione e oblio della nostra storia è stata tratta da
uno dei numerosi testi
“Sacri” che gli “Scienziati
archeologi” pubblicano di
sovente, nello specifico, per
una descrizione più dettagliata si rimanda alla “Chronique dei Mélanges de
l’Ecole Francaise de Rome”.
Ritornando a “bomba” sulla
Cirio è d’uopo ricordare,
che, quattro mura sbrecciate
e qualche capannone sfon-
dato è stato pagato più di
3.000.000 di euro. Il beneficiario dell’acquisto è la Soprintendenza Archeologica,
che con i soldi “del popolo”
del
POR
CAMPANIA
2000/2006 Misura 2.1, si è
fatta un costoso regalo.
Da questo onere, scaturisce
un dovere di realizzare
quanto previsto, senza lasciare incustoditi gli scavi
della residua porzione di
area sacra del Tempio di
Afrodite-Venere, sul quale
nel 1908, fu costruita la fabbrica di pomodori.
Perché se per Cirio bastava
la parola, per noi di Paestumanità ci vogliono i fatti e
non insoddisfacenti maneggiamenti onanistici.
Lucio Capo
8
N° 19
19 Maggio 2012
IL PUNTO.
Agropoli - Capaccio
Alfieri e Voza al lavoro con le rispettive squadre
Paestum e Agropoli assumano il ruolo di capoluogo di fatto del Cilento
DALLA PRIMA
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spedizione
Il N° 19 di Unico è stato
inviato in tipografia il
giorno 16 Maggio 2012,
ed è stato
avviato alla spedizione agli
abbonati
il 18 Maggio 2012
alle ore 9, 30
presso il CPO di Salerno
nell'avventura di governo
per la quale si sono candidati. Ora è l'ora di mettersi
al lavoro. I consensi, pressoché plebiscitari non sono
mancati, per cui nessuno
può impedire loro di agire
senza indugio nel mettere
in pratica idee e progetti
elaborati e posti all'attenzione del corpo elettorale.
Il mandato è chiaro: intervenire sui problemi della
quotidianità e immaginare
il futuro prossimo e remoto
per le loro città.
Da tempo la “città dei templi” e la “perla del Cilento”
vivono una realtà economica e sociale in simbiosi
anche se a livello istituzionale, nonostante varie reciproche promesse, poco è
stato concretizzato.
Oggi, i due uomini al comando possono riuscire
dove finora sono prevalsi
gli interesso di campanile.
Agropoli ha colmato il deficit di governabilità che
l'aveva resa ininfluente sia
sul piano politico che economico per lungo tempo.
Capaccio Paestum sembra
aver trovato un giusto mix
tra soggetti forti e rappre-
sentanti di legittimi interessi
che dovranno essere coniugati in un territorio che è
sotto i riflettori nazionali da
lungo tempo.
Potrebbe essere proprio la
costruzione d un percorso
comune a dare una dimensiona sovra comunale alle
due città più popolose del
Cilento fino a divenirne
vero “capoluogo” a di là
delle improbabili attestazioni istituzionali.
È risaputo che contiamo
poco al ogni livello decisionale, sa esso politico che
economico. Ogni decisione passa sopra la nostra
testa: vedi questione Aeroporto e gestione dei fondi
europei. In Camera di com-
mercio “brilliamo” per la
nostra “presenza” che fa
meno rumore di una assenza completa. Per cui, a
partire dalle esigenze di
mettere in campo politiche
di mobilità e promozione
sul e del territorio, che sono
alla base di ogni ipotesi di
qualificazione dell’offerta
turistica, è necessario programmare seriamente un
modo di agire, se non comune, almeno coordinato.
Agropoli e Paestum sono
due città che più complementari non si può! Risolvendo i problemi di una
delle due città si rischia di
lasciar indietro una parte significativa dell’altra che
condiziona la prima. Al-
lora, è giusto che si faccia il
tentativo di mettere insieme
energie, risorse e idee che
rendano unico un territorio
che separato non ha futuro.
Conviene ad Agropoli che
da tempo si presenta sul
mercato turistico con la copertura di Paestum come
immagine culturale e conviene a Paestum che ha
fatto del Cilento un elemento trainante dell’innumerevole tipologia di
offerta turistica ambientale
ecc. Come fare e con quali
priorità dovranno essere Alferi e Voza a dettare
l’agenda. Ma con chi farlo
è necessario condividere il
progetto con tutti i portatori
di interessi che affollano il
panorama imprenditoriale
e culturale del territorio.
Si tratta di mettersi in condizione di trattare alla pari
su ogni tavolo e di scrutare
l’orizzonte che abbiamo di
fronte con perspicacia
senza retro-pensieri per far
un buon lavoro per i cittadini di oggi per le generazioni
future
che
si
aspettano di essere messe
in condizioni di poter fare
da protagoniste le loro
scelte.
Bartolo Scandizzo
Agropoli
A PARER MIO
N° 19
19 Maggio 2012
9
di CATELLO NASTRO
Scarpa destra e sinistra...
La scarpe sono come i partiti politici. Ci sta la destra e
la sinistra. Ma non si bisticciano mai, a meno che non
mettono un piede il fallo.
Non fallo di rigore, come
nel calcio, che si tira pure
con le scarpe appropriate,
ma un fallo occasionale.
Naturalmente sappia il lettore attento ed oculato ( ce
ne sta uno solo, ma se lo incontro…) che il calcio di rigore si tira col piede e
quindi con la scarpa destra,
a meno che il giocatore di
calcio non sia mancino e
tira con la sinistra. Bisogna
subito fare una netta distinzione politica tra destra e sinistra politica e scarpa
destra e scarpa sinistra.
“Fare le scarpe” a qualcuno,
nella terminologia usuale significa truffare, defraudare,
derubare qualcuno di un
qualcosa, che può essere sia
di ordine materiale che morale. A questo punto dovremmo fare una lunga
casistica di truffe perpetrate
nella maggior parte ai danni
di cittadini che non se
l’aspettano proprio. Togliere
la pensione di quattrocento
euro al mese ad un falso invalido è senza dubbio giusto. Ma togliere la pensione
minima ad un invalido per
un cavillo giuridico e per
una perizia arrangiata è a
mio avviso uno dei maggiori
crimini. Ma ritorniamo alle
scarpe. Sia la destra che la
sinistra sono utili. Se uno va
al lavoro solo con la scarpa
destra ed un altro va al lavoro solo con la scarpa sinistra, non esiste una
sostanziale differenza. In
ambedue i casi il suddetto
cammina claudicante e
corre il rischio di mettere il
piede in una cacca di cane.
Se è quello provvisto di
scarpa il danno è minore,
ma se il piede è quello
sprovvisto di scarpa, nella
fattispecie nudo, il danno è
senza dubbio maggiore.
Pensate che nel capoluogo
partenopeo per indicare la
caduta in disgrazia di un
tizio si esclama: “E’ gghiuto
L’ANGOLO DELL’INFORMATICO.
a fernì cu’ e piere dint’a
mmerda!” Deve ricorrere ad
una bacinella di acqua
calda, o anche fredda se il
fattaccio si verifica durante
l’estate e ad una buona dose
di sapone per estirpare la
puzza che, caso mai, è già
incorporata nel piede medesimo.
A questo punto sempre il
lettore attento ed oculato
delle mie esternazioni senili
si chiederà: ci sta differenza
tra la sinistra e la destra?
Certamente no. Quando un
piede va a finire nella
merda, non importa se sia a
destra o a sinistra. La merda
è sempre merda e puzza sia
a destra che a sinistra. Portare le scarpe significa proteggere il piede ma non la
scarpa. Fare le scarpe in politica, insomma, significa
propiziare la messa del
piede ( o di tutti e due) nella
merda. Se il titolare di
un’azienda qualsiasi, non
importa se del nord o del
sud, non importa se produce prodotti di bellezza o
preservativi, non ha i soldi
per pagare gli operai a fine
mese perché qualcuno gli
ha fatto le scarpe, e, vistosi
sconfitto ed impotente di
fronte ad un sistema senza
dubbio iniquo, decide di
porre fine alla sua esistenza
terrena, dichiarando eterno
forfait, cioè il fallimento dell’azienda perché è andato a
finire coi piedi nella merda
(politica,
concorrenza
sleale, usurai, banche esose
e disoneste, sindacati, eccetera), significa che il sistema
non funziona.
Che al titolare di quella
azienda hanno fatto le
scarpe e non importa se la
sinistra o la destra o magari
tutte e due. Quando poi in
queste vicende si intromette
anche lo strozzinaggio, la
mafia, la camorra o la
‘ndrangheta, l’opera è completa. A questo punto bisogna tirare in ballo anche
l’apparato burocratico che
non è provvisto di anima
sensibile (dura lex sed lex) .
“O paghi o ti chiudiamo!!!”
In siffatto apparato burocratico il fallito fa la figura dello
stronzo, la burocrazia ha
applicato la legge. Ma quale
legge??? Quella di un
comma isolato e senza
senso? Oppure quello di
una profonda analisi di una
situazione senza dubbio
scabrosa? Qua ci sta gente
che cammina scalza e gente
che cammina con scarpe
fatte di pelle umana. La
pelle degli altri non ha valore. Offrire un’alternativa
alle aziende in crisi potrebbe essere un significativo passa in avanti. Ma fare
le scarpe ad un’azienda in
crisi significa solo condannare un imprenditore probabilmente innocente, ma
disgraziato. Permettere che
alcuni camminano con
scarpe di pelle umana ed
altri vanno a piedi, magari
guazzando nella merda,
non è giusto, non è umano,
non è cristiano. Perciò diamoci una regolata. Altrimenti ritorneremo alla
barbarie.
DI GIUSEPPE MIGLIORINO
Poo WiFi: dal Messico un’idea vincente anche per Capaccio
Una città che non fornisce
alcun hotspot Wi-Fi gratuito
non è al passo con i tempi.
Ormai diverse piccole e
grandi realtà hanno deciso
di installare punti di accesso
gratuiti ad internet per i cittadini che si trovano in determinate zone del paese (in
piazza, piuttosto che nei
punti strategigi per il turismo), così da fornire loro la
possibilità di informarsi sul
web in modo veloce e senza
alcuna spesa.
Ci sarà il turista che vuole
trovare informazioni su
dove pernottare o su quali
attrazioni turistiche visitare,
il cittadino che vuole leggere l’ultima news mentre è
in piazza con gli amici o lo
studente che deve efffettuare
una ricerca veloce per la
scuola.
Insomma, fornire hotspot
gratuiti è diventato ormai essenziale per ogni Comune
che si rispetti e che vuole
migliorare la società civile.
Oggi però non starò qui a
spiegarvi quali sono le centinaia di possibilità offerte
dai diversi provider, ma voglio semplicemente farvi conoscere
un’iniziativa
davvero originale ideata in
una città del Messico e che
presto verrà ripetuta anche
in Europa: il “Poo WiFi”!
L’idea è geniale: più “bisognini” fanno i nostri cani (da
qui il termine Poo…), più
minuti di connessioe vengono distribuiti tramite hot-
spot Wi-Fi.
In pratica il padrone del
cane dovrà raccogliere i bisognini del proprio cane e
gettarli in un apposito recipiente.
Quando tale recipiente raggiungerà i 70 grammi di…
pupù, allora sarà possibile
attivare 20 minuti di nevigazione internet gratuita. In
questo modo si raggiungono
due scopi in uno: si sensibilizza la popolazione a pulire
le strade dai “bisognini” dei
propri cani e si offre alle
persone la possibilità di
sfruttare punti di accesso internet in modo gratuito.
Il progetto è già partito in alcune città del Messico, grazie alla collaborazione del
comune, di alcuni sponsor e
di un provider locale.
Se possiamo risolvere due
problemi in uno, e magari
farci conoscere come tra i
primi ad aver sfruttato un sistema simile, perché non
provarci?
10
N° 19
19 Maggio 2012
Albanella
ALBANELLA.
Amministrazione impegnata nella prevenzione dalle malattie
Sindaco e assessori contribuiscono alla spese
Ad Albanella il comune e
l’Asl Salerno organizzano
“le giornate della salute”.4
giornate organizzate nelle
domeniche del mese di
maggio.
I Comuni tra le varie competenze hanno anche
quella di concorrere a garantire il diritto alla vita e
alla salute promuovendo
tutte le iniziative e adottando i necessari provvedimenti. Crediamo che la
prevenzione e l’adozione
di uno stile di vita sano e
corretto sia fondamentale
per la nostra salute. Ho deciso quindi di nominare un
assessore con la specifica
delega alle politiche di
promozione della salute
(Giovanni Mazza) con
l’impegno di organizzare
periodicamente delle giornate di prevenzione e/o informazione.
Nella
I
domenica (6 maggio) oltre
100 persone si sono recate
per la visita cardiologica (il
dott. è riuscito a visitarne
circa 85). Lo specialista ha
invitato circa il 15 % ad
esami più approfonditi perché ha riscontrato delle
anomalie. E’ il caso di precisare che il tutto è gratuito
e che il bilancio Comunale
ha pagato i manifesti per la
pubblicità, mentre gli amministratori si sono tassati
secondo il prospetto che
segue: Sindaco € 300,
Mazza € 200, Vice Sindaco €100, Verlotta € 100,
Lanza € 100, Suozzo €
100, Vernieri € 100. L’Amministrazione Comunale
ha un obiettivo ancora più
ambizioso, quello di trasferire nel poliambulatorio di
Albanella alcune visite
specialistiche e alcuni servizi sanitari essenziali evitando che i cittadini
(soprattutto anziani) debbano recarsi presso il distretto di Capaccio con
mezzi per lo più “di fortuna” stante l’assenza di
mezzi pubblici...Infatti con
nota
n.
4609
del
02.05.2012 ho gratuitamente messo a disposi-
IL SINDACO DI ALBANELLA GIUSEPPE CAPEZZUTO
zione dell’Asl Salerno la
struttura del poliambulatorio Comunale da adibire
ad uffici e visite specialistiche, chiedendo contestualmente di de localizzare
alcune attività ad Albanella. Tale richiesta si inserisce in una protesta dei
Sindaci del nostro distretto
sanitario per decongestionare e meglio razionalizzare i servizi offerti dall’Asl
(troppe file e poco spazio
nell’attuale distretto). In
particolare è stato chiesto
all’Asl di localizzare nella
struttura di Albanella le seguenti attività: scelta e revoca del medico curante;
esenzione tiket; visite cardiologiche; visite diabetologiche; visite oculistiche;
visite urologiche.
Ovvero quelle ordinariamente chieste dai cittadini.
ALBANELLA. Dal 23 al 25 maggio torna “Giochi senza frontiere”
Protagonisti i bambini di tutto il comune
Si terrà dal 23 al 25 maggio 2012 la prima edizione
dei “Giochi senza frontiere” presso il campo
sportivo di Albanella. Parteciperanno circa 50 bambini di età compresa tra i 6
e i 17 anni.
Le serate saranno a tema
ed ogni sera diverse. I
bambini saranno divisi in
squadre e ogni squadra
avrà un proprio colore.
Gli ideatori di questa manifestazione sono i ragazzi
di Albanella insieme ai ragazzi di Matinella uniti per
dar vita ad un simpatico
evento.
E’ stato possibile iscriversi
fino al 15 maggio pagando
una quota di partecipazione.
Tutta la manifestazione è
stata possibile realizzarla
grazie al contributo dei
commercianti, del Comune e della Pro-loco di
Albanella.
I ragazzi che si sono prodigati per la riuscita di questa manifestazione lo
hanno fatto per il semplice
spirito di unione, di diver-
timento e per creare un diversivo per i bambini che
amano stare insieme e divertirsi. Invece dal 14 al 18
luglio 2012 i giochi saranno organizzati anche
nella frazione di Matinella.
Quindi tutti invitati a questi eventi che mettono in risalto la voglia di fare e di
creare qualcosa di bello e
di divertente.
Katia Lettieri
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Albanella
L’INCHIESTA.Una vergogna senza fine la discarica a due passi dalle nostre case.
Il sole ha fatto capolino dopo una mattinata temporalesca
Una segnalazione: «andate lì,
c’è uno scempio ambientale»
ci dice un amico. Partiamo!
La collina è quella di Difesa
Monti, dove sorge il Parco Eolico e il santuario di Padre Pio.
La conosciamo a memoria
quella collina. L’occhio dovrebbe essersi abituato alla
sua bellezza. Invece no: lo
stupore dello spettacolo che
ci offre è sempre quello di una
“prima volta”.Solo una triste
novità balza agli occhi: sulle
croci situate ai margini della
strada per la via Crucis che
sale sin sopra il piccolo santuario di Padre Pio, sono
scomparse le placchette commemorative di rame, le hanno
rubate. Pure quelle. Pochi
grammi di metallo, vigliacchi
impuniti che Dio abbia pietà
della vostra miseria! Ma la segnalazione ci spinge oltre: “lo
scempio” è sul versante opposto, la strada che da via Fravita porta sul picco della
collina. Riprendiamo il viaggio e uno spettacolo ci
esplode in tutta la sua magnificenza davanti ai sensi. Il silenzio della natura rotto solo
dal canto degli uccelli e dal
fruscio del vento che s'insinua
tra gli alberi e tra le gigantesche torri eoliche che si innalzano maestose al cielo, ci
rapisce.
Questi suoni naturali e l'inebriante profumo del sottobosco inumidito dalla pioggia
mattutina ci accompagnano
fino alla sommità del monte,
da dove in uno scenario mozzafiato si scorgono in lontananza le mura della città degli
antichi progenitori, Poseidonia. E poi il mare, con gli accecanti riflessi del sole che
nelle giornate migliori pulisce
a tal punto l’orizzonte da lasciar ammirare l'Isola di Capri
e tutta la costa cilentana da un
lato e amalfitana dall'altro!
Un angolo di Paradiso in uno
dei paesaggi più suggestivi
della provincia di Salerno: c’è
da comprendere perché proprio lì i profughi pestani insediarono l’antica città di
Albanella! Scolliniamo dall’altro lato del monte e arriviamo in mezzo a boschi che
riempiono il fiato di chi vi ci
respira: un "polmone verde",
invidia spesso malcelata per
tutti coloro che vivono nelle
avvelenate città. E poi, più giù,
lo scempio! È un pugno in
faccia che ci desta, avvisandoci che siamo giunti davanti
al simbolo della "barbara" civiltà.
Eccolo lì l’inconfondibile
segno del “passaggio degli incivili”, di stronzi criminali che
meriterebbero pena ben maggiore di quella di una semplice ammenda: loro che con
gesti senza senso massacrano
il nostro territorio! Eccolo lì
“lo scempio ambientale”,
l'ennesima discarica a cielo
aperto, stavolta immersa nel
verde della natura, come un
colpo allo stomaco a uno
degli ultimi baluardi di un
ambiente incontaminato: lì a
due passi, ci sono i ruderi di
“Albanella vecchia”, il Monte
li Parmi, la casa dei nostri antenati! L’orrido dell’uomo con
lo splendore della Natura e
della Storia: è un contrasto
che fa rabbia. Oramai ci
siamo abituati e le strategie di
questi criminali le conosciamo: basta uno squarcio in
mezzo all’impenetrabilità
della natura, una “insenatura”
su una strada poco trafficata
ed eccoli spuntare, questi cumuli in putrescenza. Qui,
sotto l’ammirato parco eolico,
è bastato un piccolo ampliamento della stradicciola che
porta sopra Difesa Monti, per
creare un'altra discarica! C'è
di tutto: materassi, pneumatici, materiale elettrico, televisioni, giocattoli, borse, scarpe,
medicine, materiale edile,
secchi di vernice, bidoni, materiale organico, una cisterna,
persino la carcassa di un animale (probabilmente un bovino) che fa capolino da un
bustone di plastica nero. E poi
carta, plastica, vetro, ferro. C'è
da rimanere fuori dai panni,
per la scoraggiante considerazione che si tratta in gran parte
di materiale riciclabile che sia
il Comune di Albanella, sia il
Comune di Capaccio confinante - e che diamine! - raccolgono ogni giorno fin sotto
le nostre case! E allora perché? Quale incomprensibile
volontà ci spinge alla scomoda e faticosa attività di
riempire un’auto, un camioncino, percorrere chilometri,
anche di notte, con il rischio
di essere pure beccati da un
passante, per gettare tutto in
strada? Quale masochistica
ignoranza può albergare nelle
menti di chi dovrebbe avere
almeno un barlume di consapevolezza che la natura prima
o poi ci presenterà il conto
amaro di questo scempio? Ci
avventuriamo tra i cumuli,
alla ricerca di tracce: vorremmo vederli in faccia questi
impuniti! E uno forse lo troviamo: tra i rifiuti ha buttato
anche due foto tessera. È stato
lui a gettare quel sacchetto o
un suo familiare? Sono le foto
"dell'inquinatore" o di un
ignaro cittadino, semmai defunto, gettate lì da chi ha fatto
pulizia in casa? Per legge non
potremmo far niente, perché
la giustizia dice che “dobbiamo beccarli sul fatto”. E
ovviamente non siamo neanche sicuri che sia stato proprio
il destinatario di quel pacco il
reale responsabile dell'abbandono in strada di quello scatolo pieno di rifiuti. Sempre
che sia stato lui, appunto: la
nostra è la frustrazione di chi
non può dimostrare nulla!
Vorremmo continuare l’ispezione, ma non siamo attrezzati, non abbiamo guanti, non
abbiamo strumenti: non ci
aspettavamo questo schifo!
Da un cumulo di rifiuti rovesciato spunta un serpente.
L’esplorazione con le mani diviene pericolosa. Andiamo
via con la morte nel cuore:
chissà quando e se quella discarica sarà ripulita. È a ridosso di un ruscello che va a
valle: scempio nello scempio,
l’inquinamento di un fiume! E
una volta ripulita, chissà
quando tempo impiegheranno le solite bestie per riempirla di nuovo di monnezza.
Nel tragitto in auto, allora, un
pensiero: e se le comprassimo
noi cittadini, autotassandoci,
delle telecamere per video
sorvegliare il NOSTRO territorio? E se fossimo NOI CITTADINI le sentinelle del
NOSTRO ambiente? Alla
fine siamo tutti egualmente
responsabili, sia chi abbandona rifiuti per strada, sia chi
sa e tace!
G.P.
N° 19
19 Maggio 2012
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N° 19
19 Maggio 2012
Cilento
LO SVILUPPO DA RIPENSARE.
Necessario un mutamento antropologico
Lettera all’economista della “decrescita felice”
guarda alla costiera amalfitana e all’isola di Capri.
Caro Latouche se tu vedessi
la piana dei Sileni come è
grigia e infreddolita in questi giorni, somiglia un po’
all’Aquitania, alla Bretagna,
e il nostro Monte Calpazio
è l’equivalente del tuo Massif central con i ghiaccioli
che sporgono dalla grondaia rocciosa e sulla testa il
berretto bianco da notte.
Contadini arrabbiati bestemmiano le temperature
estreme e acquirenti, massaie comprano a caro
prezzo scarole, broccoli e
gasolio da riempire la pancia delle utilitarie che a
volte sono delle vostre marche a volte sono di Pomigliano qui vicino. Ti
ringrazio Signor Latouche di
essere venuto in questa terra
dove politici e profeti accorrono soltanto a funerali di
Sindaci assassinati. Siamo
un popolo ostinato a non
guarire dalla solitudine coercitiva. Hai dispiegato sul
tavolo la tovaglia con sopra
scritto la ricetta per una futura sopravvivenza.
Di petrolio e Borse crollanti,
di Finanza e Capitali non ne
possiamo più. Stanno guidando le nostre vite verso il
baratro. Sono già svariati
anni che “decresciamo” volontariamente senza ricette
precostituite: intercettiamo i
bisogni “reali” e ne facciamo un “uso” consapevole. Ho reminescenze di
miserie viste e vissute con
restrizioni, era una miseria
che proveniva da paesi del
sud dimenticati dal boom
economico. Nel bar del
paese, nei giorni di festa padronale venivano i bancarellari più poveri e
smezzavano il litro di latte
in due con l’acqua, metà e
metà, per i loro figli nume-
rosi. Erano i braccati dalla
fame che provenivano dalle
periferie delle città Campane. Vendevano nocelle e
torrone. I più fortunati, giocattoli. Chiedevo sempre un
perché ai grandi.
Ora non è così, è un’altra
crisi. Questo è il collasso
del capitalismo, il superamento di questo sistema
economico attraverso una
crescita ipertrofica, irreale
ed un’inevitabile tendenza
al consumo delle risorse. In
poche parole un abisso ineluttabile.
Un mutamento antropologico. Entro nei grandi centri
commerciali, chilometri e
chilometri di merce ammassata, ma c’è un vuoto: un
vuoto che leggo nei volti di
chi gira senza una meta precisa, si è alla ricerca di un
sogno, ma non si sa in
quale scaffale è situato.
Questi grandi centri commerciali sono dei nuovi penitenziari sociali in cui puoi
entrare ed uscire senza nessuna denuncia o arresto,
ma sei precettato da fantasmagoriche e subliminali
pubblicità. La penitenza la
paghi anche se esci a mani
vuote e faccia triste: siamo
dei numeri, e queste grandi
catene fanno gioco sui numeri. Sugli oggetti-persone
che gonfiano i consumi e
aumentano la “crescita”.
Fino a quando? Esco dal
centro commerciale e
penso: sarà così il futuro
dell’economia? Così funzionerà tutto?
Girerà intorno a questi immensi capannoni-penitenziari sociali? Ho letto su un
libro scritto da Federico
Rampini (L’impero di Cindia
– Mondadori, 2006) che i
colossi dell’economia Cina
e India prima di dar permesso di aprire, nelle pic-
cole provincie, alle grandi
multinazionali Carrefour,
Blockbuster ed altre, si informano quali danni recheranno
ai
piccoli
commercianti, alle piccole
aziende, ai piccoli bottegai.
Solo dopo aver avuto garanzie reali per far crescere
l’economia locale danno i
permessi di apertura. Allora
perché nel salernitano, e
non solo qui, queste grandi
compagnie del commercio
stanno uccidendo i piccoli
commercianti? Dalle stazioni di Battipaglia, Salerno,
Eboli, gli immigrati bussano
dal finestrino del treno chiedendo permesso. Entrano e
scavano il pane sotto i teli e
le zolle della Piana. Noi
stacchiamo il ticket di entrata e gli diciamo il prezzo:
briciole di euro, tutte a
spicci. E se poi, caro Latouche, con la decrescita economica i poveri perdessero
pure le briciole?
E se quella linea di demarcazione, quella sottile striscia rossa tra la vita e la
morte si farebbe più sottile?
Se venisse a mancare la minestra, chi glielo direbbe ai
greci, siciliani, spagnoli, calabresi, cilentani? Quelli col
reddito a spicci, tanto per
capirci. Se tu mi daresti una
risposta chiara e precisa del
valore della tua teoria economica tanto dibattuta in
questo periodo, tanto citata
da altrettanto validi econo-
misti italiani, ma non presa
neppure un momento in
considerazione dal governo
Monti, io sarò, e con me
tanti altri, il tuo maggiore
divulgatore della “decrescita felice” nel microcosmo sud-Salerno. Adieu
Monsieur Latouche, la prossima volta che vieni in
Campania fermati anche a
Paestum, porta il beaujolais
e le escargots, noi mettiamo
le mozzarelle e i carciofi.
Per un’economia mondiale
che sia paritetica e solidale,
che rispetti i diritti di tutti i
lavoratori del globo e la salvaguardia dell’ambiente.
P.S. Avevo scritto questa lettera all’economista e filosofo
Serge
Latouche
quest’inverno, per la sua visita nel Cilento e nell’Irpinia
per dei convegni sulla sua
teoria della “Decrescita
economica”. Quindi la mia
lettera ha connotazioni temporali di quest’inverno passato. Le parole che ti ha
scritto Franco Arminio sono
anche appartenenti, in
buona porzione, al mio
pensiero.
Rispecchiano però una
parte soltanto del continente Campania, crogiuolo
frastagliato di genti e di
modus pensandi. Dalle
montagne di Bisaccia e Irpinia orientale si è spostato
alle montagne e alle coste
del Cilento. Si, è vero, loro
sono molto attinenti, simile
è la loro antropologia culturale. Mi scuso con i lettori.
Serge Latouche è professore
emerito di scienze economiche all’università Parigi XI.
È tra gli avversari “più noti
dell'occidentalizzazione del
pianeta e un sostenitore
della decrescita conviviale e
del localismo” recita Wikipedia.
Antonio Pecoraro
Roccadaspide
LICEO.
N° 19
19 Maggio 2012
13
Le nuove lavagne elettroniche sono al loro posto
Briscione: “Nessun caso, la scuola é di qualità”
«Niente “caso lavagne” al
liceo scientifico “Parmenide” di Roccadaspide», secondo
il
dirigente
scolastico, Mario Briscione.
Tutto regolare per le 19 lavagne interattive multimediali “Lim”, ottenute grazie
a fondi europei ed istallate
presso l’istituto scolastico in
questione, ma ancora non
attivate per il graduale passaggio al digitale.
«E’ stato pubblicato un articolo secondo cui al liceo,
per mancanza di attrezzature, sarebbero state prima
installate e poi rimosse 6 lavagne digitali per ripristinare
quelle vecchie in ardesia,
afferma Briscione.
Facendo così svanire, per
ora, il sogno per gli studenti
del liceo di fare lezione in
modo moderno e multime-
diale». Ed il preside precisa
che «Le Lim sono 19 e non
6, tutte istallate nelle relative
classi, nel laboratorio scientifico e nella biblioteca della
scuola e non sono mai state
rimosse dopo il primo montaggio.
Tutte le lavagne, continua
Briscione , sono complete
delle attrezzature necessarie
per il funzionamento e,
quelle in ardesia, sono state
staccate solo in alcune aule,
per permettere un posizionamento corretto e centrale
delle Lim, ma prontamente
ripristinate perché la didattica non registrasse intoppi».
E puntualizza che «Non si è
mai pensato di fare a meno
delle vecchie e care lavagne
in ardesia, in quanto nessuno si è mai illuso che bastasse sostituire le lavagne
per passare rapidamente al
digitale».
E spiega «La necessitá di formare i docenti e consentire
loro un graduale passaggio
allo strumento interattivo.
Per questo motivo il collegio
dei docenti, continua Briscione, ha approvato un
corso di formazione, che
sará tenuto da esperti universitari, da attivare agli
inizi del prossimo anno scolastico».
E precisa che « Gli studenti
non si sono mai trovati nell’impossibilitá di fare lezione, a causa delle
lavagne, afferma Briscione.
E, prima di mettere in funzione quelle interattive, è
necessario collaudare le attrezzature, e il bando degli
esperti collaudatori è scaduto appena l’8 maggio,
MARIO BRISCIONE
L’ARCO DI ULISSE
due giorni dopo la pubblicazione dell’articolo in questione».
Il preside, infine, elenca le
attività del liceo “Parmenide” che, nell’apprendimento
delle
lingue
comunitarie, realizza 3 o 4
settimane di residenza e studio in scuole all’estero. E,
l’istituto tecnico, accorpato
al liceo, realizza dei percorsi formativi per i ragazzi
in un contesto lavorativo: gli
studenti, infatti, partecipano
a degli stage in importanti
aziende. Ed, una volta unificatisi i due istituti, dopo il
completamento dei lavori al
liceo, Briscione paventa «La
nascita di un polo scolastico
di qualità per il territorio
anche grazie alla didattica
digitale».
Francesca Pazzanese
di OSCAR NICODEMO
Turismo&Religione
Tra le straordinarietà di Capaccio-Paestum, il complesso
architettonico religioso rappresenta il patrimonio che,
solitamente, viene maggiormente snobbato, tanto da chi
auspica un turismo di qualità,
quanto dalle istituzioni locali
e gli amministratori di turno.
Come se la Basilica Paleocristiana (Chiesa dell’Annunziata), il Santuario Mariano
Diocesano della Madonna
del Granato (X sec. e restaurato nel 1708), la chiesa di
San Pietro Apostolo (XVI
sec.), il Convento dei Frati
Minori (edificato dai Carmelitani nel 1500) e il Santuario
del Getsemani costituissero
un nucleo di interessi storici
e culturali del tutto trascurabile. Eppure, considerati
nella loro magnificenza, si
tratta di strutture che emanano una tale fascinazione
da restarne attratti in modo
immediato, a prescindere se
l’osservatore che ne viene
edotto sia un cattolico fervente, un ateo stagionato, o
un neopagano di ultima generazione. La spiritualità, infatti, che gli edifici in
argomento sprigionano, è di
quelle che riempiono l’anima
di visitatori esigenti, di coloro
i quali concepiscono il viaggio come una ricerca assoluta di sensazioni eloquenti,
tanto più forti ed intense perché legate a risvolti storici
tangibili e significativi. Contemplati uno ad uno, i luoghi
di questo fantastico ed (in)esistente itinerario turistico rivelano l’identità stessa di un
territorio ad alta densità emo-
tiva, dove il culto religioso
s’intreccia a motivi arcaici
per offrirsi in meraviglia al
gusto dei cultori dell’estetica
e dell’essenzialità della bellezza. La forza divina a protezione della giustezza trova
sugli altari di questi templi la
celebrazione e l’esaltazione
del sovrannaturale, come
continuità di un rito che si
perde nei tempi, ma non
nella memoria. E, così, raccontato da un semplice
amante di Capaccio-Paestum
e un modesto cultore dell’arte, uno dei tragitti più interessanti e assente da ogni
promozione turistica viene
ad offrire, in ordine sparso,
un mulinello di immagini e
suggestioni, in cui elementi
architettonici e decorativi pagani si accostano a quelli di
epoca bizantina (Basilica Paleocristiana); pilastri di pietra
disegnano solennemente il
Chiostro, al cui centro vi è il
pozzo con la vera ottagonale
(Convento dei Frati Minori);
aleggiano cattedrali come sospese in cielo, a ridosso del
Monte Calpazio (Santuario
della Madonna del Granato);
un Cristo vivo nel marmo
prega appoggiato alla roccia
(Getsemani); rilucono pregiati crocifissi stilizzati e un
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altare maggiore in stile barocco (Chiesa di San Pietro
Apostolo).
Solo ora, la premessa è sufficiente per affermare in fondo
che, qui, sorprendentemente,
non si fa abbastanza per dare
dignità ad un turismo religioso che avrebbe pochi
eguali. Bah, viene il sospetto
che questa sia una terra
troppo elitaria per poter essere adeguatamente tutelata
e governata.
14
N° 19
19 Maggio 2012
Roccadaspide
OSPEDALE.
Auricchio denuncia disparità di trattamento tra province
“Caldoro fa chi figli e chi figliastri”
Il sindaco di Roccadaspide,
Girolamo Auricchio, denuncia una disparità di trattamento,
in
materia
sanitaria, tra la provincia di
Avellino e quella di Salerno.
Ed invia una lettera al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al
Commissario dell’Asl di Salerno, Maurizio Bortoletti
ed ai consiglieri regionali.
«Nel riassetto della rete
ospedaliera regionale esiste
una disparitá evidente tra la
provincia di Avellino e
quella salernitana, in particolare, per l’ospedale di
Roccadaspide», scrive Auricchio. Ed il sindaco rocchese si riferisce al Decreto
del Commissario ad Acta n.
29 del 14/03/2012 che prevede per l’ospedale di
OSPEDALE/2.
Sant’Angelo dei Lombardi,
di Avellino, il passaggio da
plesso riabilitativo ad ospedale di primo livello nella
rete dell’emergenza con
pronto soccorso. Documento che Auricchio condivide. «I recenti interventi
operati in materia di riassetto della rete ospedaliera
adottati per la provincia di
Avellino, afferma il sindaco,
segnano una presa di coscienza sull’opportunitá di
produrre modifiche, anche
sostanziali, alla previsione
riorganizzativa stabilita dal
Piano attuativo. Finalmente
si comprende, che esistono
ospedali, come Sant’Angelo
dei Lombardi, che vanno
potenziati». Modifica, che
Auricchio, vorrebbe attuata
anche per la provincia sa-
lernitana e per l’ospedale di
Roccadaspide «Tuttavia esistono altre realtá territoriali
come il Calore, gli Alburni,
il Cilento e l’Alento, continua il sindaco, che affluiscono all’ospedale di
Roccadaspide, che presentano condizioni geomorfologiche peggiori, oltre ad un
quadro generale complessivo nettamente diverso da
quello di Sant’Angelo. Il nostro ospedale infatti, è situato in un territorio
montano con una rete viaria
fatiscente ed una popolazione prevalentemente anziana L’ospedale rocchese,
inoltre, garantisce assistenza ad oltre 22 comuni
disseminati su un territorio
di oltre 770 chilometri». E
Auricchio si domanda «Ma
i consiglieri regionali salernitani sono a conoscenza di
questa disparitá, o fanno
finta di non vedere?». E
chiede la modifica del decreto 49 e del successivo
piano attuativo, che prevedono, rispettivamente, per
l’ospedale di Roccadaspide
un accorpamento con altri
presidi e la trasformazione
in un centro geriatrico specializzato nella cura dell’Alzheimer. In questo modo,
l’ospedale uscirebbe dalla
rete dell’emergenza perché
privo del pronto soccorso e
dei reparti ad esso collegati
per assumere una funzione
riabilitativa. Il presidio,
quindi, non è salvo ma, nonostante tutto, mantiene le
attuali funzioni.
Ignarro, confortato a sua
volta da una volontaria
dell’Avo e che punta su di
un alto numero di adesioni
a Roccadaspide e oltre.
«Sono stato operato ad
Avellino, i miei parenti non
potevano venire a trovarmi
tutti i giorni, racconta
Osvaldo.
Così ho trovato sollievo morale in una signora dell’Avo
e questa figura è stata molto
importante per me in ospedale per i piccoli momenti
quotidiani. E la mia esperienza mi ha spronato a cercare di attivare questo
servizio anche da noi, ma
occorre un buon numero di
volontari che possa garantire i turni la mattina e il pomeriggio in ospedale,
secondo la disponibilità di
tempo libero di ognuno.
Senza dimenticare che le
responsabilità e gli impegni
assunti dai volontari, vanno
mantenuti».
E, dopo l’adeguata adesione
dei cittadini, si terrà un
corso tenuto da medici, psicologi, sociologi dell’Avo di
Napoli, presso i locali della
Parrocchia di Roccadaspide. Dopo di chè, saranno
attivati i turni in ospedale.
Per l’adesione all’iniziativa,
ci si può rivolgere direttamente alla Parrocchia oppure
ai
numeri
0828/941856
e
al
340/9387531. Ricordando
che “Un sorriso arricchisce
chi lo riceve senza impoverire chi lo dona”, perché
con i malati si dà e si riceve…
Fra. Pa.
Appello per L’Avo
Cercasi amici in corsia
Cercasi volontari e, più precisamente, “Amici in corsia”, per portare sollievo
agli ammalati dell’ospedale
civile di Roccadaspide. Persone dotate di umana solidarietà e di un’innata
capacità di ascolto. Questi i
requisiti per costituire una
sede locale “Avo” (Associazione volontari ospedalieri),
iniziativa promossa da
Osvaldo Ignarro, segretario
dell’associazione parrocchiale “Comunità viva” di
Roccadaspide, presieduta
da don Cosimo Cerullo. Insieme alla collaborazione
con l’Avo, segreteria regionale di Napoli. Viene da sé,
che l’iniziativa si fonda
sull’adesione di un adeguato numero di persone
per costituire un gruppo tale
da accogliere, formare e ag-
giornare, con un corso, quei
volontari della Valle del Calore, disposti a trascorrere
un po’ del loro tempo libero
accanto agli ammalati, nei
reparti dell’ospedale di Roccadaspide. E, come recita la
locandina, affissa un po’
ovunque, che pubblicizza
l’iniziativa, «I compiti degli
“Amici in corsia” sono
estremamente
semplici:
un’affettuosa presenza; un
attento ascolto delle difficoltà del malato; piccoli
aiuti nei movimenti e, soprattutto, compagnia durante i pomeriggi di
solitudine e sofferenza, con
l’unico scopo di alleviare i
loro disagi e l’inevitabile
senso di abbandono che la
malattia determina». Momenti simili che ha affrontato lo stesso Osvaldo
Francesca Pazzanese
Varie
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N° 19
19 Maggio 2012
Roccadaspide
CONSIGLIO COMUNALE.
Sulla situazione della strada di Carpine
Via mons. D’angelo è pubblica o privata?
Vivace il confronto tra
maggioranza e opposizione al consiglio comunale dell’11 maggio a
Roccadaspide. Il gruppo di
minoranza “Uniti per crescere”, guidato dal dott.
Giuseppe Capuano, ha
presentato una mozione,
due interrogazioni e non le
ha mandate a dire al sindaco Girolamo Auricchio
che, a sua volta, ha
espresso le sue ragioni. La
mozione dell’opposizione
riguardava i lavori di messa
in sicurezza della Via
Mons. Luigi D’Angelo, in
località Carpine. Argomento che la minoranza
aveva già trattato sotto
forma di interrogazione nel
consiglio comunale precedente. Confronto che, secondo l’opposizione, non
aveva fugato i dubbi sull’utilizzo di soldi pubblici
invece di fondi privati per
la discussa natura della
strada. Come conferma
Capuano «Ci eravamo
chiesti, come mai, fossero
state
utilizzate
delle
somme pubbliche, oltre
55mila euro, per dei lavori
che dovevano fare dei privati, esordisce l’ex sindaco. Auricchio aveva
detto che la strada era comunale solo per la denominazione
voluta
dall’allora sindaco D’Angelo, ma in realtà non lo è.
Auricchio, inoltre, non ha
fornito chiarimenti, nell’ultimo consiglio del 22 dicembre, che da allora non
si era riunito, e questo indica la vivacità dell’amministrazione.
Perciò
chiediamo il controllo alla
Corte dei conti e alla Procura della Repubblica con
la nostra mozione, sotto-
scritta anche dalla maggioranza». Capuano, inoltre,
ha lamentato attacchi privati, in seguito alle sue interpellanze. «Sono stati
tirati in ballo la mia piscina, la casa, la spazzatura e, per due volte, sono
venuti i vigili, ha affermato
il medico. Nessun altro
consigliere ha ricevuto i
gendarmi a casa e solo per
aver osato fare un’interpellanza. Io che ho rinunciato
a 1000 euro al mese per 5
anni, devo essere controllato come tutti i cittadini,
ma questo non c’entra con
la messa in sicurezza della
citata strada». Pronta la replica del sindaco Auricchio
«Nella seduta precedente
mi sono già espresso e
anche, nel 2003, quando
eravamo all’opposizione
circa la lottizzazione e i
progetti relativi alla strada.
E che dire dei vostri progetti inesistenti e pagati
due volte? Lei ci viene a
parlare di ordine, mentre
ha usufruito di una licenza
agricola per costruire la
casa. Ma se volete rivolgervi alla Corte dei conti e
alla Procura della Repubblica, dovete farlo voi, io
non devo sottoscrivere
niente». La mozione viene
bocciata ed il presidente
del consiglio comunale
Gabriele Iuliano «C’è la fonoregistrazione della seduta
precedente
se
l’opposizione richiede ulteriori chiarimenti. E, per
rispondere a Capuano, è
vero che durante la sua
amministrazione si tenevano più consigli ma solo
perché, noi allora all’opposizione, facevamo più proposte». Poi la minoranza
ha presentato un’interrogazione sull’istituzione della
camera di conciliazione.
«Mi chiedo se tale organismo garantirà l’imparzialità per le controversie dei
cittadini, ha affermato Capuano. I locali si trovano al
Comune e se il cittadino
ha una vertenza con tale
ente, avrà un sostegno adeguato? E circa l’As-connet
che gestirà il servizio, il
Comune non ha pubblicizzato l’iniziativa per la partecipazione
di
altre
associazioni. Ma tale ente
avrà dei vantaggi in cambio della messa a disposizione dei locali e, di
conseguenza, il citta-
dino?». E Gabriele Iuliano
«L’impostazione sulla presenza di una convenzione
a favore di, è sbagliata.
L’approccio giusto riguarda
quale servizio abbiano i
cittadini di Roccadaspide
che oggi non vanno più a
Salerno. L’amministrazione
su input dell’As-connet ha
ricevuto una richiesta formale. Per gli organismi di
conciliazione non occorre
la pubblicità, ma voi avreste fatto passare un trombettista? I locali sono
utilizzati tre giorni a settimana per la conciliazione
e per altre attività in altri
giorni. L’As-connet dà
degli sconti e garantisce
trasparenza». Interrogazione della minoranza
sulla prevenzione degli incidenti stradali che si è
espressa con il dott. Francesco Mauro. «L’amministrazione aveva deliberato
per l’acquisto di un autovelox per una somma di 16
mila e 219 euro, cosa mai
avvenuta per una vertenza
tra il Comune e la ditta fornitrice. Ne chiediamo i
motivi e se è previsto
anche l’acquisto di un etilometro».
E Auricchio
«C’è stato l’impegno di
spesa, ma la giunta non ha
mai deliberato per l’acquisto. Il comandante dei vigili
aveva
richiesto
l’autovelox, poi ritirato. Si
è deciso di intensificare i
controlli con i vigili, a
Fonte, perché il congegno
penalizzerebbe i residenti
visto che sarebbero solo
loro a passare e gli autovelox , inoltre, son serviti
solo a fare cassa». Dell’etilometro nessuna menzione.
Francesca Pazzanese
Diano
SALA CONSILINA.
Rosario Luisi e Cilenvallo: “Lanciamo un circuito turistico”.
Dov’è il Battistero di San Giovanni in Fonti?
Stiamo monitorando il Vallo
di Diano da un po’ di anni
per portare avanti la nostra
mission che è la tutela e la
salvaguardia del nostro territorio al fine di incidere significativamente
sulle
discrepanze che deturpano
lo stesso ambiente.
E ci siamo accorti, attraverso
alcune segnalazioni provenienti da alcuni turisti che
toccano le nostre aree, che
per esempio la segnaletica
inerente il Battistero di S.
Giovanni in Fonte era iniqua
e molte volte irriconoscibile
da un punto di vista visivo.
A questo punto, insieme ad
altri soci dell’associazione,
abbiamo fatto realmente un
monitoraggio, siamo andati
a piedi e con le auto per verificare se era così o meno.
Stando sul territorio infatti
molte volte non ci si accorge di quel che ha realmente pertanto tutti noi
abbiamo visto che la segnaletica tra Sala e anche Padula, che sarebbe quella
primaria, è irriconoscibile e
molte volte non si riesce
nemmeno a trovare il sito.
Allora ci siamo chiesti come
volte altre volte, se noi pecchiamo sulle piccole cose
che sono il frutto di una
ROSARIO LUISI
condizione normale per segnalare un sito importantissimo come il Battistero di S.
Giovanni che è unico al
mondo ad avere la fonte sorgiva all’interno, essendo
stato costruito su una fonte,
se noi realmente pecchiamo
su queste cose poi è normale che sulla programmazione, sul territorio sul
lavoro sulle condizioni che
in questo momento tutti i
nostri paesi stanno penando, siamo alla frutta.
Da quando è nata l’ass.
Cilenvallo sono state portate
HOME CARE AMBITO S4.
avanti numerose iniziative a
tutela dell’ambiente. Ricordiamone qualcuna.
Sì, la nostra missione è
quella di salvaguardare il
territorio ed enfatizzare i siti
che si trovano nel Vallo di
Diano e Cilento, noi abbiamo creato molto anche
in questo periodo, voglio ricordare che l’ass. è da un
anno che è stata creata, un
anno che lavora sul territorio
e ha fornito validi supporti e
sostegni alle nostre aree.
Abbiamo dato anche delle
preziose indicazioni, ri-
cordo l’idea di eliminare la
strada ferrata Sicignano –
Lagonegro per creare una
ippovia, ricordo la possibilità di fare un progetto riguardante una funivia tra
Madonna di Castello e il
Centro di Sala Consilina, ricordo le nostre battaglie sull’ambiente,
soprattutto
segnalando la spazzatura di
qualsiasi genere e segnalando anche il lavoro fatto
dagli operai del Consorzio
di Bacino SA3 inerente la
pulizia dagli stessi rifiuti.
Noi stiamo sul territorio proprio per monitorare questo e
per consigliare ciò che è più
opportuno fare. Dunque
cosa è più giusto fare in questo momento? E’ normale
che bisogna fermarsi su
quello che abbiamo, bisogna monitorare realmente
quel che abbiamo e su tutto
poi non perderci in queste
piccolezze che danno in
fondo il senso del nulla. Enfatizzare questi siti vuol dire
non soltanto fare convegni o
tavole rotonde o fare riunioni ad hoc ma soprattutto
dare le indicazioni giuste ai
tanti turisti che spero raggiungano al più presto il
Vallo di Diano.
Antonella Citro
Ne parla il coordinatore Antonio Florio
care S4 è una iniziativa sperimentale ed innovativa di
assistenza domiciliare che
rientra tra i modelli best
practice nell’ambito di
Home Care Premium 2011
- continua Florio- saranno
interventi integrati rivolti
alla stessa persona e ci sarà
un vero e proprio piano di
intervento di servizi integrati
rivolti alla persona”. Diversi
i servizi offerti come l’assistenza domiciliare che consiste nella erogazione di
attività di aiuto alla persona
come l’igiene personale ordinaria, l’aiuto nell’alzata e
messa a letto, preparazione
dei pasti, bagno assistito in
vasca e doccia; il telesoccorso che serve a chiedere
aiuto in caso di necessità
premendo il pulsante di un
apparecchio da portare
sempre con sé; il telemonitoraggio dei parametri vitali
attraverso specifiche strumentazioni; la teleassistenza/telecontrollo delle
condizioni psicofisiche e di
vita degli utenti che si effettua con un colloquio telefonico e personalizzato;
assistenti familiari e servizi
di vicinato attraverso la erogazione di voucher, assegni
di cura o contributi economici di scopo; vacanze assistite che consentono di
partecipare a soggiorni
estivi, cure termali attra-
17
IN FARMACIA
Donne:
In aiuto degli ex dipendenti pubblici
“Home care significa cura a
casa della persona –precisa
inizialmente il coordinatore
Piano Sociale di Zona Ambito S4 Antonio Florio raggiunto presso la sede
ubicata a Sala Consilina- e
nasce dal titolo del bando
emesso dall’Inpdap, è un
progetto è riservato a pensionati o dipendenti Inpdap
e i loro familiari con un limite massimo di 90 persone
e per la verità stiamo
avendo già molto riscontro
tra i più bisognosi”. Si tratta
di un progetto veramente
importante che coinvolge
soggetti adulti dipendenti
pubblici e pensionati dell’Inps ex Inpdap, i loro coniugi conviventi e i loro
familiari di I grado non autosufficienti residenti al 20
febbraio 2012 in uno dei 19
comuni del Vallo di Diano e
Tanagro Ambito S4. “Home
N° 19
19 Maggio 2012
verso la erogazione di
buoni/voucher. Soddisfatto
di questa iniziativa, conclude Florio: “Per ulteriori
informazioni e assistenza è
possibile rivolgersi ai 19
Sportelli Sociali Comunali,
presso la Sede dei Segretariati Sociali di Sala Consilina e Polla e l’Ufficio del
Piano Di Zona Ambito S4 di
Sala Consilina”. Insomma il
Piano Sociale di Zona Ambito S4 non perde tempo a
escogitare rimedi e sistemi
più adeguati e proficui da
adottare nei confronti dei
soggetti cosiddetti più deboli e Home Care è un valido supporto che sta
avendo già ottimo riscontro
da un primo impatto sul territorio. Lo annunciano con
soddisfazione i responsabili
e i diretti esecutori del progetto.
An. Ci.
non utilizzate i nuovi
farmaci per rimanere
incinte!
La normale vita
fertile
della
donna è caratterizzata da
variazioni ritmiche mensili
relative alla secrezione
degli ormoni sessuali e alle
corrispondenti modificazioni a carico degli stessi
organi sessuali.
Questa ciclica cascata ormonale a volte può subire
degli "intoppi" e causare infertilità.
In alcune donne che cercano una gravidanza, il
problema può essere semplicemente una mancanza
di ovulazione per cui può
essere necessario portare a
maturazione alcuni follicoli
ovarici.
Tra i farmaci a disposizione
per indurre l'ovulazione e
tra i più utilizzati vi è il clomifene (Clomid, Serofene).
La percentuale di ovulazione con il clomifene è
dell'80% e la percentuale
di gravidanze è di circa il
30-40%.
Recentemente, specie negli
USA, vengono utilizzati
nuovi medicinali per l'induzione dell'ovulazione.
Si tratta di farmaci che
hanno altre indicazioni terapeutiche ma che hanno la
loro efficacia anche per
l’induzione all’ovulazione:
sono i cosiddetti inibitori
delle aromatasi che inibiscono la conversione degli
androgeni in estrogeni.
Sono principi attivi come
letrozolo (Femara) o anastrozolo (Arimidex) indicati
nel trattamento del carcinoma mammario.
Precisiamo, che sia l'FDA
americana che l'AIFA in Europa non hanno autorizzato
l’impiego di questi farmaci
per l'induzione all'ovulazione.
Ribadendo che ogni donna
è un caso a sé, è possibile
concludere che in donne
con insufficienza ovulatoria
il clomifene (Clomid, Serofene) per via orale rappresenta un primo approccio
per l'induzione dell'ovulazione.
Alberto Di Muria
18
N° 19
19 Maggio 2012
OSPEDALE.
Eboli
Bortoletti non investe sul futuro del plesso
Dopo la “fuga” del centro trasfusionale
DALLA PRIMA
conta in forma anonima:
"mettiamo il caso che avvenga un incidente stradale.
C'è una persona con la
milza spappolata al pronto
soccorso.
Le somministriamo un pò di
sangue zero positivo. Poi
mandiamo i campioni a Battipaglia. Aspettiamo il responso. Aspettiamo che
arrivi la sacca giusta da Battipaglia. E solo quando il
centro trasfusionale di Battipaglia ha concluso l'iter, noi
iniziamo l'intervento chirurgico. Diteci un pò, al paziente in fin di vita, ai
familiari che aspettano in
astenteria cosa raccontiamo?
E se nello stesso momento
arrivano due emergenze
gravi a Eboli? E se contemporaneamente il centro trasfusionale di Battipaglia si
ritrova a lavorare su più provette, più prelievi, più casi?".
I politici rispondono minimalizzando: "abbiamo una
banca del sangue a Eboli". A
parte che a parlare di banche, in questi periodi, si rischia peggio di un ispettore
di Equitalia, la sortita dei politici è emilio-fede-semplicistica. Una difesa del nulla
FESTIVAL.
con mille stupide bugie. I
medici ebolitani rilanciano
indignados: "ce la facciamo
fritta la banca del sangue.
L'emergenza è una cosa
seria". Ma perchè chiude il
centro trasfusionale? "Perchè
l'anatomia patologica verrà
trasferita da Battipaglia a
Eboli e così il personale si
potrà distribuire meglio"
spiega il sindaco Melchionda. La decisione è stata
presa in alto, dal colonnello
dei carabinieri, Maurizio
Bortoletti, il supermanager
pagato con soldi pubblici
che non parla con i giornalisti perchè lui disprezza l'opinione pubblica, non ha
niente da spiegare, non ha
niente da dire, non ha niente
da comunicare.
Bortoletti ha chiamato i direttori sanitari di Eboli e Battipaglia e ha dato le sue
disposizioni. Il motivo di
questi due accorpamenti? Risparmiare. L'emergenza a
Eboli viene smantellata per
carenza di personale. Ci saremmo aspettati che Minervini, direttore sanitario
dell'ospedale di Eboli, si incatenasse davanti all'ingresso di via Nizza a
Salerno, davanti la sede dell'Asl guidata da Bortoletti. Ci
Dal 18 al 20 maggio
Chitarra e grano
Si terrà dal 18 al 20 maggio
il primo Festival della Chitarra “Dalla via del grano
alle vie del mondo”.
La manifestazione è stata organizzata dalle associazioni
EboliMusica e La via del
grano, in collaborazione
con il Comune di Eboli,
con la Provincia di Salerno,
con il Museo Archeologico
di Eboli, con l’istituto comprensivo Giacinto Romano,
con il liceo artistico statale
Carlo Levi, con l’azienda
“Strumenti Musicali De
Luca”, con le associazioni
Sitiarte ed Evoli e con il sostegno del centro commerciale Le Bolle.
Giuseppe Del Plato, direttore artistico della manifestazione, è l’anima del
primo festival della chitarra.
Con lui ha collaborato Damiano Faccenda, presidente
dell’associazione La via del
grano. Importante il contributo comunale di Agostino
Mastrangelo responsabile
del settore cultura e del consigliere comunale con delega alla cultura Roberto
Palladino Il prossimo fine
settimana a Eboli ci saranno
tre giorni densi di eventi di
grande musica classica e
non solo.
Il festival si aprirà il 18 maggio con la terza rassegna “I
musici di San Lorenzo” riservata alle scuole secondarie di primo e secondo
grado ad indirizzo musicale.
Il 19 maggio si svolgerà il
convegno “La musica: percorsi e futuro” che si terrà
presso l’aula magna “Tucci”
dell’istituto comprensivo
Giacinto Romano.
Nella tre giorni di musica
sono previsti i concerti dei
chitarristi Laurent Boutros
che duetterà con la violini-
saremmo aspettati che Minervini incitasse i chirurghi
ebolitani a impugnare i bisturi e li invitasse ad assaltare
la Bastiglia di Battipaglia. Ci
saremmo aspettati...se aspettiamo Minervini per la rivoluzione, facciamo notte.
Cinque anni fa vennero accorpati otto reparti all'ospedale di Eboli. "Tempo tre
mesi e li riapriamo tutti" fu la
previsione di Minervini.
Sono passati cinque anni e la
frase di Minervini è diventata
come la canzone di Gigi
D'Alessio che annuncia la
neve a Ferragosto. Una ridicolaggine unica.
Accorpati otto reparti, chiuso
il centro trasfusionale, al comune di Eboli spiegano baldanzosi: "abbiamo vinto una
grande battaglia- afferma il
sindaco Melchionda- la ginecologia e il punto nascite
resteranno aperti. Vi posso
garantire che abbiamo dovuto fronteggiare pressioni
immani prima di spuntarla".
Chi siano i ninja del 2012,
però, resterà un mistreo.
Melchionda non fa nomi ma
festeggia come Alonso dopo
un secondo posto che ha il
sapore della fine del mondo:
"il centro trasfusionale trasferito a Battipaglia è stata una
sorta di compensazione con
l'anatomia patologica che
verrà concetrata tutta a
Eboli". Ma perchè non fare il
contrario, concentrare l'anatomia patologica a Battipaglia e il centro trasfusionale
a Eboli dove ci sono più sale
operatorie e dove c'è bisogno di più sangue? Mistero
ebolitano.
Se il centro trasfusionale è
andato, gli altri reparti non se
la passano meglio. "Diciamoci la verità- racconta un
sindacalista anche lui anonimo per evitare purghe e
punizioni corporali- a Eboli
si fanno solo prestazioni sanitarie abbastanza semplici.
Non abbiamo alcun reparto
come fiore all'occhiello. Se
arriva un caso grave viene
spedito altrove, in un altro
ospedale". Scosso da queste
parole, Melchionda è partito
lancia in resta a scuotere
Bortoletti: "ci devi comprare
il laser per l'oculistica. Abbiamo primari e professionisti in grado di fare interventi
così delicati". Con il laser
che hanno all'ospedale di
Polla il Maria Santissima Addolorata potrebbe spiccare il
volo. E dimenticare di dover
andare a Battipaglia a prendere le sacche di sangue. Il
laser costa 500 mila euro e
con i tempi ellenici che corrono Bortoletti nemmeno
sotto la minaccia del suo
amico Brunetta farebbe un
passo indietro. La riprova? E'
il reparto di nefrologia. Le
nuove stanze, i nuovi ambulatori sono pronti. Mancano
da mesi l'impianto di areazione e l'impianto elettrico.
La gara d'appalto è bloccata
a Salerno: "il progetto è sulla
scrivania di Bortoletti, il
commissario straordinario
dell'Asl sa cosa deve fare"
profetizza Melchionda. In realtà, finora, oltre le promesse
Bortoletti non è andato. La
nefrologia resta sempre nei
vecchi locali umidi e senza
sicurezza, con gli spogliatoi
tipo comune degli anni Settanta, con l'umidità alle pareti e tante altre norme sulla
626 violate. I lavori fatti da
una ditta privata sono stati
fermati.
L'Asl ha preteso di fare gli ultimi due impianti. E come
per incanto i lavori si sono
fermati. Se i Nas ritornano in
ospedale e non si fermano
solo in radiologia, sono problemi grossi per Minervini e
per il carabiniere a guida
dell'Asl.
sta francese Caroline Pershall. Ci sarà poi l’esibizione di Roberto Fabbri,
figura di spicco di un nuova
concezione di musica crossover, che terrà anche un
master gratuito nella Sala
del Concerto di San Lorenzo.
Durante il festival sono previste esposizioni di chitarre
classiche “Cuenca” e diffusori professionali “SR tecnology”e due mostre di arti
visive dedicate alla chitarra
e alla sua storia. Il 19 maggio si terrà, anche, la presentazione del libro “Una
chitarra per me” di Ciro Fiorentino, chitarrista milanese
e autore di diverse pubblicazioni.
L’ultima giornata di musica
è domenica 20 maggio,
dopo il concerto finale, il festival si concluderà con il
conferimento dei premi “La
via del grano” a Roberto
Fabbri, a Giovanni Grano,
concertista di fama internazionale che ha suonato nei
festival più prestigiosi del
mondo; a Oreste Lo Pomo,
direttore di Rai Tre Basilicata; a Rocco Brancati, vicedirettore
di
Raitre
Basilicata; a Ciro Fiorentino,
presidente nazionale dell’associazione Co.Musica; a
Francesco Cacciatore, storico lucano; ad Antonio
Vocca, progettista esperto in
fondi europei ed a Giuseppe
Fresolone, ricercatore universitario.
A seguire la manifestazione
anche Rai Tre, con la trasmissione “BellItalia”, che
sarà il successivo 26 maggio.
“Questa iniziativa musicale
- dichiara il maestro Giuseppe Del Plato - si pone
l’obiettivo di aprire la via
del grano al mondo.
Il titolo scelto non è casuale:
la Via del grano, che collegava la Puglia alla capitale
del Regno di Napoli, rappresenta difatti un crocevia
di culture diverse, oltre che
culla di alcuni tra i più eminenti compositori musicali.
Avremo l’onore di ospitare
chitarristi e compositori di
grande fama, che daranno
lustro alla manifestazione e
alla nostra città”.
“La via del grano – interviene Damiano Faccenda nasceva nel settecento per
fronteggiare una grave crisi
economica; oggi ritorna ad
avere una importanza strategica, essa rappresenta una
grande risorsa, una significativa possibilità di sviluppo e di lavoro per i
giovani del nostro territorio”.
Grande soddisfazione da
parte del Sindaco di Eboli
Martino Melchionda : “Il Festival internazionale della
chitarra è un evento di
grande spessore, che vede la
musica e, in particolare la
chitarra, protagonista indiscussa.
Alla base della filosofia di
questa iniziativa c’è, sicuramente, la volontà di creare
un filo diretto che lega tradizioni e culture differenti, celebrando al contempo
quella del nostro territorio”.
Francesco Faenza
Eboli
Le pagelle ebolitane
Mario Minervini, voto 4:
chiude il centro trasfusionale? E cosa vuoi che sia. In
cardiologia non c'è personale per l'emodinamica? Arriverà, basta non insistere
troppo che ai piani alti si incazzano. L'oculistica aspetta
il laser nuovo ma ha il
campo visivo vecchio, rotto
da un anno e mezzo? Rogne
dei sindacati. I reparti specialistici sono accorpati? C'è
crisi generale. L'urologia
vanta uno dei migliori specialisti in Campania ma ha il
reparto nuovo chiuso perchè
accorpato alla chirurgia? A
nascere dieci anni prima sarebbe andata diversamente.
I Nas visitano l'ospedale e
dichiarano che è tutto in ordine? E che la diciamo a fare
la verità? I conti dell'ospedale di Eboli sono in ordine?
Con 100 infermieri in meno
qualunque
ospedale
avrebbe i conti a posto.
L'ospedale di Eboli ha tanti
reparti doppioni con Battipaglia? Colpa dei politici e
delle loro clientele. Se a
ogni problema c'è una risposta del genere, una domanda sorge spontanea: ma
a cosa serve un direttore sanitario in un ospedale
così...fatalista?
Adolfo Lavorgna, voto 4: La
scuola Pietro da Eboli viene
chiusa due volte, in poche
ore, per lo stesso motivo.
Topi. Escrementi di topi.
Motivi igienico sanitari. Solo
Balotelli sarebbe capace di
imitare o superare il paradosso della scuola ebolitana
al rione Paterno. Ma non
avendo i soldi di Balotelli
per le multe d'auto, le risse
con la Fico e gli incendi domestici, è il caso che il comune si svegli un pò.
CILENTO.
L'assessore Lavorgna non è
pagato dallo sceicco Mansur, ma dai contribuenti onesti che pagano le tasse. Un
pò di chiarezza e di efficienza non guasterebbero.
Se il comune si è ridotto alla
rimozione delle auto in
strada per pagare i dipendenti comunali (vedi lettere
ufficiali comparse negli uffici di via Ripa) l'assessore
Lavorgna non può sprecare
soldi "nostri" per derattizzare
oggi e ritrovarsi con gli
escrementi di topo in classe
il giorno dopo. Il buon e
sempre sorridente Lavorgna
dovrebbe chiarire le responsabilità: chi ha fatto la prima
derattizzazione che ha comportato la chiusura della Pietro da Eboli per tre giorni?
Chi doveva vigilare sull'effettiva realizzazione della
derattizzazione annacquata?
Come mai a nemmeno 24
ore dalla derattizzazione le
mamme e le maestre hanno
riaperto un armadietto e
hanno ritrovato altri escrementi di topo? I bambini di
una scuola così grande e
così copiosamente frequentata avranno diritto a una
vita didattica più igienica?
Ci sono responsabilità dei
bidelli? Ci sono colpe dei
maestri? Il dirigente scolastico poteva prevenire, curare, prevedere e combattere
questo fenomeno? Il sindaco
Melchionda ha promesso
vetri nuovi e inferriate contro i topi. Ma il problema
non si risolve in toto così.
All'igiene di una scuola devono contribuire un pò tutti.
Alla derattizzazione disposta
dal comune bisogna capire
cosa non ha funzionato. Ma
è stata fatta? L'erba alta nel
cortile è stata tagliata. La
prima derattizzazione è stata
fatta. Inutilmente. Qualcuno
ne risponderà? Qualcuno
verrà accusato di favoreggiamento rattico? Qualcuno pagherà di tasca propria i soldi
pubblici gettati al vento? Vediamo come va la seconda
derattizzazione. Nella speranza che la terza non sia
necessaria nel giro di poche
ore ma che diventi preventiva, magari all'inizio del
prossimo anno scolastico.
Scuola di campagna o
scuola di città? Mentre le
mamme si arrovellano a capire dove vivono e in quale
istituto accompagnano i loro
figli, il comune di Eboli deve
migliorare gli standard delle
proprie attività igieniche. Per
la serie, se sono finiti i soldi
degli straordinari per i dipendenti comunali, c'è sempre una ragione per lavorare.
E' lo stipendio percepito a
fine mese. Per molti "figli"
orfani di Brunetta sarà pure
un atto dovuto. Ma lavorare
con il posto fisso non significa gettare i soldi dalla finestra. Se Lavorgna lo capisce,
tanto di guadagnato. Paghiamo mille euro al mese
per ogni assessore. Un pò di
attenzione e di "cazzimma"
napoletana non guastano. In
tempi di crisi greca come
questi. E di suicidi quotidiani.
Martino Melchionda, voto
4: sarà che il ruolo di socio
unico gli ha giocato un
brutto scherzo. Ma dimenticare la quota rosa (donne in
carriera) prendendo in giro il
"povero" Sergio Antonini
non è affatto un gioco simpatico. Per l'Antonini subito
dimesso. Riassunto delle
puntate precedenti. Il socio
unico della Multiservizi,
Scadranno il 16 luglio
Apertura Bandi GAL Casacastra
In attuazione del Piano di
Sviluppo Locale (PSL) sono
stati pubblicati, lunedì 14
maggio, i bandi a Misura
del
PSR
Campania
2007\2013. Le risorse disponibili ed i tempi di attuazione
richiedono
un’azione concertata e
tempestiva. In tale ottica i
24 sindaci dell’area GAL
Casacastra sono stati invi-
tati ad un incontro per la
presentazione dei bandi,
mercoledì 16 Maggio alle
ore 18:30 a Futani, presso
l’aula consiliare della Comunità Montana Bussento,
Lambro e Mingardo. L’incontro è funzionale all’attività di collaborazione che
da sempre ispira le azioni
del GAL, per definire un
percorso comune con le
Amministrazioni che permetta di realizzare le migliori
condizioni
per
utilizzare efficacemente le
risorse del PSL. I termini di
chiusura, per la presentazione delle domande, sono
stati fissati alle ore 13.00
del 16\07\2012. I Bandi
pubblicati sono quattro in
attuazione rispettivamente
della Misura 312 “Soste-
N° 19
19 Maggio 2012
19
di Francesco Faenza
l'avvocato sindaco Martino
Melchionda, accoglie con il
cuore spezzato le dimissioni
di Gianfranco Masci, suo
amico commercialista, suo
ex amico revisore dei conti,
suo non si sa più cosa, se
amico o nemico. A sei mesi
dalle dimissioni novembrine, Masci se ne va sul
serio. Lo sguardo tradito, la
faccia delusa, un'amicizia in
frantumi.
Fatto fuori il cda composto
anche da Vincenzo Caputo e
Gennaro
Rimoli,
Melchionda "Pinochet", socio
unico di se stesso, nomina
un nuovo governo alla Multiservizi. Con Vincenzo Caputo e Gennaro Rimoli, i
cloni sorridenti dei precendenti, e un nuovo presidente, Sergio Antonini. Il
tempo di stappare lo spumante, di bere, caliciare e
brindare al bel concerto di
Biagio Antonacci, che arriva
il femminista Paolo Polito,
modello revolucion '77, e
con fare laico e irriverente
getta la patata bollente sul
tavolo del socio unico: e la
quota rosa te la sei dimenticata? Ripensando a un
emendamento proposto da
Lazzaro Lenza (Pdl-Carfagna
forever-ma alle prossime
elezioni è da confermare)
Melchionda
stramazza
(come Morattti senza Champions League) sulla sua poltrona double face. Il socio
unico ha dimenticato la
quota rosa. L'avvocato sindaco delle donne si dimenticò? Ci vuole una femmina
nella Multiservizi e in tutti
gli organi (cda) comunali
che nasceranno o rinnovati
saranno dal 2012 in poi. E
dove la trova ora Melchionda una donna per zit-
tire il carfagnino Polito?
Stappato lo spumante, inebriati di bollicine e tanto
Hollande entusiasmo, i
membri del cda sono di
nuovo decaduti. Antonini si
è dimesso, ma precisa di
non aver mai accettato l'incarico. Precisazione retorica. Il presidente per due
giorni è tornato casa rispettoso delle regole e delle
donne da nominare. Chapeaux, in questi tempi scilipotici Antonini rara avis è.
Caputo e Rimoli non si sono
nemmeno impegnati a dimettersi. Tanto verranno rinominati nel prossimo cda
come accadeva un tempo
con Andreotti e i suoi sette
governi italici dalla durata
balneare. Tra un balletto zoomba e uno spumantino antoniacciano, tra un brindisi
veloce e un festino anticipato, restano inalterati tutti i
problemi alla Multiservizi.
La pianta organica dopata di
personale assunto durante le
tante elezioni degli ultimi
anni. Le palestre e gli impianti sportivi dove la Multiservizi non incassa un euro,
se non pochi spiccioli. I
costi di gestione che hanno
provocato 2 milioni di euro
di debiti. I parcheggi da aumentare nella zona del tribunale e di altro interesse
pubblico. L'estate alle porte.
La marina abbandonata. I
servizi da rilanciare. E le
quote rosa da rispettare. Sabato 19, altra assemblea di
soci, nuovo cda con la quota
rosa. Il socio Melchionda
proporrà al socio Melchionda 2 i nomi da inserire
nel nuovo esecutivo. E via
con il prossimo brindisi. Con
tanto di donna a guidare la
Multiservizi?
gno alla creazione e allo
sviluppo delle microimprese”, della Misura 313
“Incentivazione di attività
turistiche”, della Misura
321 “Servizi essenziali alle
persone che vivono nei territori rurali”, della Misura
323 “Sviluppo, tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”. I beneficiari
della Misura 312 sono le
microimprese, mentre gli
Enti Pubblici lo sono per le
altre tre. Ambiti territoriali
di attuazione delle Misure
su indicate sono i comuni
di Alfano, Ascea, Camerota,
Casaletto Spartano, Caselle
in Pittari, Celle di Bulgheria, Centola, Cuccaro Vetere, Futani, Ispani, Laurito,
Montano Antilia, Morigerati, Pisciotta, Roccagloriosa,
Rofrano,
San
Giovanni a Piro, San Mauro
la Bruca, Santa Marina,
Sapri, Torraca, Torre Orsaia,
Tortorella e Vibonati. I
Bandi possono essere visionati e scaricati dal sito del
GAL www.galcasacastra.it
Maria Teresa Scarpa
20
N° 19
19 Maggio 2012
Battipaglia
LO SCRITTORE
DI ERNESTO GIACOMINO
Patenti serpenti...
DALLA PRIMA
pullman.
Mi dico: ecco qua, ora basta
una strombazzata, di qui a
un secondo vedremo schizzare la solita signora trafelata con le buste della spesa
e tante scuse.
Invece no.
Il pullman resta lì un paio di
minuti abbondanti, che nel
mondo di certe attese è un
tempo infinito.
Le macchine si addossano
l’una all’altra fino a via
Roma.
Il clacson del povero conducente continua a martellare
i timpani, dai finestrini aperti
si affaccia la testa di qualche
viaggiatore.
Poi, finalmente, si risolve.
Il tizio parte dall’uscio di un
bar, lento e ciondolante,
CAMPAGNA.
chiavi in mano e la testa ancora voltata a salutare gli
amici. Arriva all’auto con la
massima comodità, non si
scusa né si guarda intorno,
fa una retromarcia accorta e
parte sgommando.
Resto di pietra: lo avevo notato già prima, quel ragazzotto, davanti al bar, ma non
pensavo fosse il proprietario
della macchina.
Non lo avrebbe pensato nessuno, visto che mentre l’autobus imbottigliato frenava
un flusso di traffico lungo
quanto il Nilo, lui continuava a discutere con un
altro tizio.
E anche animosamente, pareva.
E allora si sarà detto, lui:
“che vuoi che me ne freghi
del pullman che non può
passare, io devo prima finire
questo discorso importantissimo con quest’altra testa di
cassio del mio amico.”
Chissà di che si sarà trattato,
poi: la terza stella della Juventus, magari, o i vantaggi
della depilazione integrale,
o un dibattito sul cocktail
più trendy del momento.
Fatto sta che lui si è sentito
in diritto di considerare la
sua discussione, qualunque
fosse, al di sopra di cinquanta viaggiatori in ritardo
e di altrettante macchine in
coda.
Loro potevano aspettare, lui
no. Penso se al posto del
pullman si fosse trovata
un’ambulanza.
O il camion dei pompieri.
O un semplice monovolume
in fuga verso il pronto soccorso.
Inutile illudersi: sarebbe
stato uguale. Un minuto,
due minuti: che vuoi che
siano, al massimo una stupida differenza tra la vita e
la morte.
Cosicché ho capito che, fondamentalmente, una certa
parte di mondo si sta evolvendo (involvendo, in realtà)
verso l’assoluta mancanza di
percezione delle conseguenze dei propri gesti.
E’ questo che, per loro,
segna il confine tra legalità e
illegalità.
Se, per una qualche tara
mentale, non sono capace
di prevedere i risvolti negativi del mio comportamento,
non penso a un serio ciclo di
terapie intensive al centro
d’igiene mentale, ma tutt’altro: mi considero legittimato
a farlo, semplicemente perché inabile a calcolarne il
danno. Che si tratti di leggi
o di convenzioni sociali,
l’obbligo di rispetto non è
più universale ma passa per
l’interpretazione soggettiva
del fatto: non lo capisco?
Non obbedisco.
L’educazione alla convivenza è materia da archivio,
ormai; e se un bulletto di
vent’anni si arroga il diritto
di parcheggiare dove crede,
è perché generalmente gli è
concesso farlo.
Cattive abitudini evidentemente mai sanzionate, a via
Olevano come in centro, al
passaggio di un pullman
come di una parata di cingolati.
Dimenticando, in ciò, che
per questi torzoli, prima ancora del prevenire per non
curare, è meglio il reprimere.
zare l'attenzione sulla lettura
come elemento chiave per
acquisire consapevolezza di
sé e capacità di comprendere il mondo e, dunque,
come strumento per la crescita personale e collettiva".
Le scuole aderenti all'iniziativa, tra cui anche la nostra,
hanno inserito sul sito internet www.cepell.it, predisposto dall'organizzazione per
l'occasione, le informazioni
relative alle proprie attività
finalizzate alla promozione
della lettura, programmate
per il periodo 23 aprile-23
maggio.
A tale scopo, la nostra biblioteca ha organizzato una
giornata dedicata alla lettura
e all'analisi di alcuni testi
presi in prestito dagli alunni
della scuola secondaria di
primo grado. Parteciperanno
la dirigente scolastica, la
collaboratrice vicaria, insegnante Maria Di Giorgio, ed
alcune docenti dell'istituto,
che hanno contribuito all'organizzazionedell'evento.
Saranno presenti, inoltre,
circa trenta alunni, selezio-
nati da un'apposita commissione, che sono stati tra i più
assidui frequentatori della
biblioteca e i genitori rappresentanti del Consiglio
d'Istituto. In questa manifestazione, intitolata "La giornata della lettura", che si
svolgerà il 17 Maggio 2012,
dalle ore 10.30 alle ore
12.30, dopo i saluti della dirigente e alcuni interventi
delle docenti presenti, saranno premiati i quattro
alunni che avranno superato
una selezione, ai quali saranno consegnati in premio
dei libri.
Costruire, dunque, un ambiente di apprendimento più
interessante e adatto ai ragazzi è stata la finalità su cui
si è attivata la Biblioteca
della nostra scuola.
In conclusione, dunque,
"leggere per crescere", "leggere come cibo della mente"
sono state e saranno le finalità che ha cercato e cercherà di raggiungere la
biblioteca del nostro Istituto.
Tutta nuova la casa del libro
"Rinnoviamo la Biblioteca scolastica»
Anche quest’anno scolastico
2011-12, nell'istituto comprensivo "Giovanni Palatucci" del Quadrivio di
Campagna (Sa) si è attuato il
Progetto “Rinnoviamo la biblioteca scolastica”, finalizzato ad adattare sempre più
la biblioteca alle esigenze
degli alunni.
A tal proposito, la dirigente
scolastica, dott.ssa Antonetta
Cerasale, la funzione strumentale addetta alla gestione della biblioteca,
prof.ssa Rossana Stiuso, e la
collaboratrice del dirigente,
prof.ssa Anna D'Agostino, si
sono attivate nel continuare
il lavoro di rinnovamento
iniziato già da qualche
anno.
Prima di tutto, è stato deciso
di trasferire la vecchia biblioteca in un ambiente
nuovo, ristrutturato, imbiancato e adeguato ad accogliere gli scaffali con i vari
libri, che sono circa 1300
(enciclopedie, testi di storia
generale e locale, letteratura,
arte, ma soprattutto narrativa
per ragazzi), tutti catalogati.
Sono stati, inoltre, sistemati
due grandi tavoli e diverse
sedie, per consentire agli
alunni, durante la visita in
biblioteca, di sedersi e scegliere, così, tranquillamente
il libro da prendere in prestito.
Ogni settimana, infatti, per
tutto l'anno scolastico, in
giorni stabiliti e per due ore,
alla presenza della funzione
strumentale referente, si è
continuato a motivare gli
alunni di tutto l'Istituto Comprensivo nella scelta dei libri
da prendere in prestito, più
adatti alla loro età e alle loro
esigenze.
Le pareti sono state abbellite
con cartelloni, disegnati
dagli stessi studenti insieme
all'insegnante di arte e immagine, finalizzati alla promozione
alla
lettura.
L'obiettivo principale, dunque, anche attraverso la sistemazione del nuovo
locale, è stato quello di accostare maggiormente gli
alunni al libro, perché, soprattutto nel Sud d'Italia e in
questa fascia di età, si è sempre più disinteressati alla lettura. Infatti, nella nostra
società, in cui i mezzi di comunicazione di massa sono
capaci di produrre messaggi
immediati, leggere un libro
è diventato sempre più noioso e poco motivante.
Le immagini che i nostri
alunni ricevono, quotidianamente, attraverso la pubblicità e i film, sono brevi
narrazioni, che danno della
realtà un'immagine virtuale
e senza grandi sforzi mentali
offrono la possibilità di conoscere i fatti narrati.
Per questo motivo, si è cercato di consigliare testi che
potessero dare agli alunni la
possibilità di immedesimarsi
nelle storie lette, legate
anche a problematiche a
loro più vicine, per poi passare, gradualmente, ad una
letteratura più impegnativa.
È stato chiesto, inoltre, di
svolgere, ad ogni alunno che
ha preso in prestito il libro
da leggere, un lavoro di sintesi e riflessione.
Al termine le relazioni consegnate sono state valutate
da un'apposita commissione. Sempre per queste finalità, la Biblioteca ha
anche aderito alla campagna nazionale "II maggio dei
libri 2012", organizzata dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali -Centro per il
libro e le lettura-, sotto l'Alto
Patronato del Presidente
della Repubblica e con il patrocinio dell'Unesco.
Questa campagna, alla
quale partecipano varie istituzioni, nonché soggetti
pubblici e privati, ha come
tema "Leggere per crescere"
ed ha l'obiettivo di "focaliz-
Mario Onesti
(monesti.blog.tiscali.it)
Battipaglia
GIOVANI.
N° 19
19 Maggio 2012
La malapolitica adulta e i giovani
Lo stolto che guarda alla luna e si mangia il forum
C’è stato un tempo in cui
lo stolto era chi guardava il
dito.
A chi non è capitato invece
di essere sbeffeggiato per
una proposta a rigor di logica saggia, ma subito derubricata
a
stupida
corbelleria da sognatori.
L’impero dei furbi non lesina complimenti e capovolge
le
prospettive,
rendendo i progetti velleità, le soluzioni problemi,
le
aspettative
delusioni. La luna per noi,
indefessi sognatori, è l’ordinario, quello che oggi
potrebbe anche rendere
eroe un uomo qualunque,
per il semplice fatto di
saper compiere il proprio
dovere e non perdere di
vista il bene comune.
Come Angelo Vassallo,
eroe della ordinarietà,
come lo ha definito Carlo
Lucarelli. Quella che in
fondo manca da queste
parti, e di cui si sente l’esigenza. Ci si domanda per
esempio come mai a Battipaglia, una città in pianura,
per limitare il traffico non
si promuova l’utilizzo della
bicicletta, o come mai non
esista un trasporto pubblico cittadino per consentire
di
raggiungere
agevolmente il rione Taverna dal rione Sant’Anna
e viceversa. Quanto ancora dobbiamo aspettare
per vedere dei posacenere
ubicati agli angoli delle
strade o davanti al Palazzo
di Città. E così via per
quanto concerne la tutela
del paesaggio e la lotta
all’abusivismo, le quote
rosa e la lotta all’omofobia.
Quanto ancora dobbiamo
aspettare perché ciascuno
si senta parte di un tessuto
sociale e non un mal tollerato ospite dello stesso.
IL MANIFESTO CENSURATO
Tutte domande da sognatori, ma anche i sogni
spesso qui sono a km zero,
dal momento che ci siamo
dotati di organi decisionali
e di controllo dell’operato
della pubblica amministrazione, come il Forum dei
Giovani e delle Associazioni e la Commissione
Pari Opportunità, appena
sciolto l’uno, esautorata
della sua libertà l’altra. Ebbene. In data 23 aprile
2012, poi ratificata con un
avviso pubblico dell’8
maggio successivo, ma
pubblicato soltanto il 14
sul sito del Comune, il Sindaco di Battipaglia decide
lo scioglimento del Forum
dei Giovani. Tre consiglieri
hanno rassegnato le dimissioni, uno è decaduto per
anzianità (pochi mesi dopo
le elezioni, ma perché farlo
candidare allora?), i candidati che dovrebbero subentrare non avuto alcun
voto che li legittimi, mentre
il coordinatore eletto, grazie ad una pista di pattinaggio approvata senza
consultare l’assemblea, è
nel frattempo stato premiato con l’Assessorato
alle Politiche Giovanili e
delega alle Pari Opportunità. Giovane ma già
esperto delle cose del
mondo. E cosa si fa del
Forum? Troppo scomodo a
questo punto lasciarlo in
mano a Legambiente, dal
momento che il secondo
eletto è il presidente del
circolo locale; troppo impegnativo consultare le Associazioni, che in seno
all’assise hanno i proprio
rappresentanti. Gabbati
tutti, il Forum, per buona
pace di quanti andarono a
votare, chiude i battenti, e
poco conta se qualcuno ci
aveva creduto: al prossimo
turno i votanti saranno ancora di meno e sarà ancora
più facile, nella indifferenza generale, farne uno
strumento per il compiacimento e la carriera di
pochi. Ma le Pari Opportunità? Alcune Commissarie
e dirette collaboratrici,
dopo un anno intero passato a difendere la causa
omosessuale, apprendono
che il 17 maggio è la Giornata Mondiale contro
l’Omofobia,
ma
con
grande sorpresa del Presidente per primo, non capiscono come mai sarebbe
stato più opportuno non
organizzare niente, piuttosto che negare, parlando di
altro, la cittadinanza a certi
temi, che dovrebbero essere alla base del loro
stesso mandato. Ma le signore si sentono una costola dell’amministrazione.
Il diktat è la famiglia, il potere decisionale sta in chi
comanda (tutti uomini),
l’ultima parola è dell’UDC
e noi? stiamo a guardare,
mentre Pasquale Quaranta
rassegna le dimissioni perché il Manifesto del Bacio
contro l’Omofobia è stato
censurato (se l’è cercata
anche questa?), asserendo
con un gesto perentorio il
fallimento stesso di un organo nato per difendere le
minoranze.
Ma la minoranza vera qui
non sono solo le donne o
gli omosessuali o gli immigrati, ma lo siamo anche
noi, gente comune, che
altro non desideriamo che
migliori la qualità della nostra vita, che qualcuno
pensi anche a questo, che
ci sia veramente cittadinanza per tutti, e non questo
totalitarismo,
mascherato da partecipazione.
Siamo noi i veri stolti, che
invece di guardare al dito
guardiamo alla luna!
Valentina Del Pizzo
Sede
84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247
Sede Amm. va e Filiale:
84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630
Filiali:
84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238
84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608
84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949
84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544
84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433
85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431
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N° 19
19 Maggio 2012
Sele
PONTECAGNANO. Tex
Willer, Zagor, Dylan Dog e tanti altri eroi esposti al Centola
L’Audace Bonelli”: grande successo di visite per la mostra del fumetto
Più di cinquecento persone
hanno già ammirato la mostra
del fumetto dal titolo “L’audace Bonelli”, dedicata all’omonima casa editrice
leader dei fumetti in Italia.
Adulti e bambini hanno preso
d’assalto il complesso dell’ex
tabacchificio Centola per ammirare le illustrazioni di noti
personaggi quali Tex Willer,
Zagor, Dylan Dog e tanti altri
eroi. La mostra, organizzata
dal Comune di Pontecagnano
Faiano e curata dall’associazione Comicon di Napoli in
collaborazione con il locale
circolo Acli “Il Ponte per il futuro” ed il Forum dei Giovani,
è stata inaugurata il 12 maggio scorso alla presenza del
Sindaco Ernesto Sica, del responsabile comunicazione di
Comicon Antonio Iannotta e
del presidente dell’Associazione “Il Ponte per il futuro”
Antonio Mastellone; ospite
d’eccezione
Valentina
Romeo, disegnatrice di Dylan
Dog e fumettista di punta
della Sergio Bonelli Editore.
L’esposizione, che sarà aperta
al pubblico sino al 20 giugno
prossimo dalle 9:30 alle
12:30 e dalle 17:30 alle
20:30, ha fatto registrare un
boom di presenze già nel
primo weekend: i numeri
esposti rappresentano la storia
della Bonelli Editore che ebbe
inizio nel 1940 quando Gian
Luigi Bonelli, sceneggiatore e
futuro ideatore di Tex Willer,
rilevò da Dante Traini la testata “L'Audace” fondando
così la “Redazione Audace”.
Aereoporto. Summer 2012:
Da metà giugno voli per Milano,
Olbia, Verona, Monaco e Catania
Dopo 2 mesi di vuoto documentati dalle tristi immagini
realizzate da “Striscia la notizia”, l’aeroporto di Pontecagnano torna a vivere, o almeno
così è stato annunciato lunedì
14 maggio in occasione della
presentazione del Piano Summer 2012. Nuove mete e un
allungamento della pista sempre più vicino. Da anni seguiamo l’odissea di uno scalo
che è stato teatro di scontri e
rivendicazioni politiche, di
colpi di scena e annunci fasulli
degni quasi di una pellicola cinematografica. Dopo la presentazione un anno fa
dell’atteso progetto di allungamento della pista, la Regione
aveva bloccato i fondi per la
realizzazione (come è avvenuto anche per la metropolitana) e solo oggi, a sentire il
presidente della Provincia Edmondo Circielli, si intravede
uno spiraglio nella faccenda.
Sarebbe infatti di 70 milioni di
euro la cifra stanziata per il lavori annoverando così lo scalo
nell'elenco delle opere strategiche individuate dal governatore Stefano Caldoro.
Di questi, cinquanta sono stati
già donati per la realizzazione
di un'uscita sulla tangenziale
Il primo numero del nuovo
corso è il 331 datato 18 gennaio 1941. Bonelli dà subito
nuovo vigore alla testata cambiando la formula da giornale
(che pubblicava più storie
contemporaneamente a puntate) a quella che fu denominata albo giornale, con
un'unica storia autoconclusiva. Dopo anni di successi
nel 2007 avviene un'altra importante novità: esce la prima
collana interamente a colori
(il Dylan Dog Color Fest) che
può essere visto come un vero
e proprio cambiamento epocale, fino a quel momento,
infatti, gli unici albi a colori
editi erano commemorativi e
nel 2011 l'esperimento si trasmette anche ad altre testate
storiche, come Nathan Never
e Tex. Sergio Bonelli muore il
26 settembre 2011 ed un
mese dopo viene resa pubblica la notizia che Davide
Bonelli, il figlio di Sergio, è il
nuovo direttore generale della
casa editrice.
Il presidente de “Il Ponte per
il futuro” Antonio Mastellone
ha commentato così l’iniziativa: “Grazie al sindaco e all’amministrazione per questa
grande opportunità e per aver
saputo recepire un’idea come
questa che noi tempo fa abbiamo proposto, consapevoli
della valenza del progetto
anche in ambito culturale e
turistico. Vogliamo unire l’arte
del fumetto alla cultura etrusca valorizzando la figura
della principessa etrusca rappresentata in un disegno con
vestiti e gioielli presenti nel
nostro museo.- ha continuato
Mastellone -Pensiamo a laboratori permanenti e ad un
concorso di idee per le scuole
proprio per la realizzazione di
un fumetto sulla principessa
etrusca. Siamo convinti che
anche qui da noi possa nascere un grande disegnatore.
Il programma della mostra
prevede diversi appuntamenti
dedicati a grandi e piccini con
laboratori di disegno e lettura,
curati dall’Associazione “Il
Ponte per il futuro” nell’ambito della seconda edizione di
“Io fumetto! E tu?”.
Il primo degli appuntamenti è
per il 16 maggio, dalle 9:30
alle 12:30 all’ex tabacchificio
Centola. Inoltre, incontri con
alcuni fumettisti di punta
della Bonelli Editore, quali
Luca Raimondo, Luigi Coppola ed il salernitano Bruno
Brindisi. La serie degli incontri
sarà inaugurata sabato 19
maggio alle ore 11 da Luca
Raimondo.
che, attraverso la strada Aversana, arriva dritto all’aeroporto.
Ripercorriamo brevemente gli
ultimi atti della tragedia dell’aeroporto: dopo l’accordo firmato nel 2010 che prevedeva
due tratte Salerno- Roma fiumicino e Salerno- Milano Malpensa, i risultati deludenti e i
costi eccessivi avevano portato
Alitalia, meno di un anno
dopo, ad abbandonare definitivamente la tratta romana, che
aveva attratto pochissimi passeggeri. Il rinnovo del contratto
nel novembre del 2011 fu travagliato a causa delle cifre
astronomiche richieste dalla
compagnia per un servizio esiguo e mal pubblicizzato.
La firma alla fine costò al consorzio ben 900mila euro e
consentì che i voli proseguis-
sero per altri 4 mesi. Tanto è
durato quello che restava dell’idillio tra i due, poi l’eccessiva
pretesa della compagnia, dovuta soprattutto alla carenza di
passeggeri, ha portato alla definitiva rottura tra lo scalo e Alitalia con la sospensione dei
voli da marzo 2012. Oggi si riparte da zero quindi, anzi da
cinque, quante sono le nuove
tratte annunciate: AirDolomiti,
dal 16 giugno al 15 settembre
prossimo, collegherà Salerno
con Verona e Monaco, Sky
Bridge Milano Malpensa (tre
volte a settimana: lunedì, mercoledì e venerdì) e le isole di
Olbia per la Sardegna e Catania per la Sicilia (il sabato e la
domenica). I costi dei biglietti
saranno di 140 € per Milano,
di 108 per Catania ed Olbia,
da intendersi a tratta, mentre
per Monaco sono previste tariffe differenziate che vanno da
16 a 160 €. La Summer 2012
è costata al consorzio di gestione 1,2 milioni di euro e
sono all’orizzonte nuovi accordi e nuove tratte per il periodo estivo.
C’è da scommettere sul destino tormentato di questo
scalo che sembra veramente
destinato a non trovare pace
soprattutto dopo che il consorzio dovrà fare un passo indietro, a quel punto non
mancheranno di appassionarci
gli scontri politici e le pretese
che gli enti pubblici coinvolti
avanzeranno, li seguiremo con
amaro interesse…
Pagina a cura di
Tiziana Troisi
Gastronomia
Viaggi e Assaggi
Profumi di Sicilia al “nuovo” Tavernelle di Paestum
LA “SALETTA” DELLE TAVERNELLE
Questa settimana siamo a
Paestum, in via Tavernelle.
La zona è appena adiacente
all’antica Poseidonia, la più
bella città della Magna Grecia. Per arrivarci, venendo
da nord, appena prima di
entrare nel cuore di Paestum
si gira a destra. Sulla sinistra
ci sono le mura dell’antica
città e sulla destra vediamo
abitazioni costruite circa
200 anni fa, dove hanno abitato le famiglie storiche del
luogo. Qualche casa è oramai abbandonata, altre sono
in via di ristrutturazione e
altre ancora sono diventate
piccoli alberghi o ristoranti.
Il posto è molto bello e caratteristico e meriterebbe di
essere ulteriormente valorizzato. Speriamo nella nuova
amministrazione locale che
sembra essere maggiormente predisposta a favorire
il turismo, che è una delle ri-
sorse locali più importanti.
In questa strada troviamo il
ristorante Tavernelle, che
dallo scorso marzo ha una
nuova gestione. Sempre un
bel posto, ma radicalmente
cambiato nel look. Ci sono
due entrate, una dalla strada
principale ed un'altra dalla
parte opposta, dove il locale
dispone di un ampio e comodo parcheggio. La sala
principale, che è chiamata
“saletta”, è quella più intima, d’inverno si può usufruire del bel camino antico,
d’estate è l’ideale per una
cena a lume di candela.
In questa sala l’arredo riporta agli anni 50/60 con la
presenza di numerosi oggetti
d’antiquariato e una piacevole ed interessante collezione di foto, in bianco e
nero, che raffigurano gli attori del cinema di quegli
anni. Poi, abbiamo la “ve-
A CALABRESE IL 19° GRAN
PREMIO DEI TEMPLI
Quinta vittoria per il maître
Maurizio Calabrese al Gran
Premio dei Templi, la rinomata manifestazione gastronomica dell’Amira che è
giunta alla sua 19ª edizione.
Il vincitore, che attualmente
lavora al Residence Oleandri di Paestum, ha dovuto
preparare, davanti ad un’autorevole giuria, un piatto
che aveva come tema “un
secondo con la carne di bufalo” e vi ha dovuto abbinare un vino del Cilento.
La manifestazione si è tenuta, pochi giorni fa alle
“Trabe” di Paestum, durante
“Le Strade della Mozzarella”.
Maurizio Calabrese ha vinto
con il “Filetto di annutolo
con farcia di carciofi e caciocavallo in crosta di noc-
ciole su fonduta di mozzarella e patate profumate al
rosmarino, crostino di pane
al prezzemolo e gocce di
aglianico” e vi ha abbinato
il “Jungano”, l’aglianico dell’azienda San Salvatore.
Questi gli altri concorrenti:
randa” che dà direttamente
sul giardino, è il luogo
ideale per colazioni di lavoro o cene tra amici, oppure pranzi familiari nei
giorni festivi. Per concludere
c’è la “terrazza”, interamente immersa nella natura,
lontana dai rumori e dal
caos turistico estivo, dove
d’estate si preparano interessanti barbecue. A gestire il
ristorante Tavernelle troviamo una coppia che ha
nel cuore la passione per
l’ospitalità. In cucina c’è
Gianni Piazza, trapanese,
che nel suo passato ha gestito un ristorante a Taormina
dove è riuscito ad ottenere le
due forchette dalla guida Michelin. In sala, invece, c’è
Patrizia Visconti (capaccese)
coadiuvata da sua sorella
Rita. Quindi, il posto è gestito a carattere strettamente
familiare. Il menu che viene
portato al tavolo è ricco e
vario ed è composto da pietanze sia di mare che di
terra. In tutto troviamo una
cinquantina di proposte (tra
antipasti, primi e secondi)
semplici, invitanti ed originali. A noi, per iniziare, è
stato servito “Fumi e profumi”, (spada, salmone e
tonno affumicato accompagnato da rucola, pomodorini
e una salsetta aromatica alle
erbe). A centro tavolo, in-
vece, ci è stato portato
un’insalatina di polipi alla
menta, delle panelle palermitane (frittelle con farina di
ceci) e della caponata alla
siciliana. Come primo abbiamo gustato del “risottino
delicato con gamberi e
mele” che è stato servito avvolto in una crêpe di parmigiano e successivamente
degli scialatielli “Tavernelle”
conditi con calamari, carciofi e pecorino sardo. Eravamo già sazi, ma Gianni ha
insistito per farci assaggiare
l’involtino di vitello alla siciliana, simile alla nostra braciola, ripieno di pangrattato,
formaggio, uova sode, uva
passa e pinoli.
Abbiamo chiuso qui una
piacevole serata con profumi che ricordano la bella
Sicilia, che è stata accompagnata da un fresco e profumato Greco di Tufo delle
cantine Sannino. A breve il
locale proporrà altre specialità siciliane e tra queste ci
sarà sicuramente il famoso
cous cous. Per una serata
come la nostra prevedete la
spesa di circa 30/35 euro a
persona vini a parte.
Ristorante Tavernelle, Via Tavernelle, 14 – 84047 Paestum (SA).
Tel. 0828.1992075. [email protected]
Diodato Buonora
N° 19
19 Maggio 2012
LA RICETTA
CONCHIGLIETTE
AL FORNO
Ingredienti per 4 persone:
400 g di pasta tipo conchigliette, 200 g di carne tritata (vitello), 100 g di carne
tritata (maiale), 200 g di caciocavallo grattugiato, 100
g di pecorino semistagionato, 75 cl di passata di pomodoro,
100
g
di
pangrattato, 1 cipolla, olio
extravergine d’oliva, un
bicchiere di vino rosso,
sale.
Preparazione: Soffriggere
la cipolla tritata, aggiungere il tritato di maiale e di
vitello, sfumando con un
bicchiere di vino rosso.
Soffriggere per alcuni minuti quindi aggiungere la
passata di pomodoro, il
sale e cuocere a fuoco
basso per mezz'ora. Cucinare le conchigliette, condirle con il sugo. Ungere
una teglia con dell'olio ed
aggiungere una spolverata
di pangrattato. Versare la
pasta nella teglia, aggiungere il caciocavallo grattugiato e del pecorino a
pezzetti; spolverare con
dell'altro pangrattato in superficie, un filo d'olio ed
infornare per una ventina
di minuti
Vino consigliato: Barbetta
2009, Barbera Sannio
Doc, Antica Masseria Venditti
Roberto Gigantino (il Papavero - Eboli), Michele Girardi (L’Uorto - Policastro) e
Davide Rotondi (U’Saracino
– Agropoli).
Alla fine, il fiduciario della
sezione Amira di Paestum,
Francesco Grippo, si è complimentato con i suoi soci
per l’alta professionalità
espressa in quest’occasione.
Dibbì
23
FRANCO GRIPPO E MAURIZIO CALABRESE
Fly UP