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La Spalla

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La Spalla
La Spalla
Algoritmo
Diagnostico-Terapeutico
nelle principali patologie
ANATOMIA
•
LA SPALLA E` COSTITUITA DA 3
ARTICOLAZIONI DIARTRODIALI :
-
GLENO-OMERALE
-
ACROMION-CLAVEARE
STERNO-CLAVEARE
LE ULTIME DUE , IN COMBINAZIONE
CON GLI SPAZI MIOFASCIALI
TRA SCAPOLA E TORACE, FORMANO
L` ARTICOLAZIONE
SCAPOLO-TORACICA
STRUTTURE CAPSULO-LEGAMENTOSE
•
•
•
•
•
•
•
TB: Tendine del bicipite fuso con il
cercine glenoideo (la cosidetta
“Ancora bicipitale” correlata con le
SLAP LESION)
LGOS: Legamento gleno-omerale
superiore
LGOM: Legamento gleno-omerale
medio
CLGOI – AB: Complesso
legamentoso gleno-omerale
inferiore-banda anteriore
CLGOI – BP: Complesso
legamentoso gleno-omerale
inferiore-banda posteriore
RA: Recesso ascellare
CP: Capsula posteriore
•
•
•
•
•
•
•
•
STABILIZZATORI PASSIVI NEI
MOVIMENTI DELLA SPALLA
RICCA INNERVAZIONE SENSITIVA DAL
NERVO SOVRASCAPOLARE E
ASCELLARE
85% DELLE SPALLE PRESENTA UN
RECESSO TRA IL LGOS E LGOM
40% DUE RECESSI, SOPRA E SOTTO IL
LGOM
2,4% UN SOLO RECESSO SOTTO IL
LGOM
9% ASSENZA DI LGOM
5% ASSENZA DI RECESSI,
CONFLUENZA DIRETTA LGOM E LGOI
TALI RECESSI SONO PUNTI DI REPERE
IMPORTANTI NELLA CHIRURGIA DELLINSTABILITA DI SPALLA
BORSE DELLA SPALLA
•
•
•
•
•
•
SONO FORMAZIONI A RIVESTIMENTO SINOVIALE CHE PERMETTONO LO SCORRIMENTO TRA
STRUTTURE A TESSUTO COLLAGENE MOLTO DENSO
LA BORSA SOTTOACROMIALE FACILITA LO SCORRIMENTO TRA ACROMION E TENDINE DEL
SOVRASPINOSO
LA BORSA CORACOBRACHIALE FACILITA LO SCORRIMENTO TRA SOTTOSCAPOLARE ED IL
SOVRASTANTE TENDINE CONGIUNTO E APOFISI CORACOIDE
POSSIEDONO INNERVAZIONE SENSITIVA
MOSTRANO ALTERAZIONI FLOGISTICHE IN SEGUITO A TRAUMI ACUTI, SOVRACCARICO ARTICOLARE E
CONSENSUALMENTE ALLE ALTERAZIONI DEGENERATIVE DEI TENDINI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
IMPORTANTE COMPONENTE NOCICETTIVA DELLA SPALLA, RESPONSABILE DEL DOLORE ANTERIORE IN
ASSOCIAZIONE ALLA PERITENDINITE DEL CLB
CUFFIA DEI ROTATORI
•
“Il
chirurgo saggio, che intuisce di poter trovare solo una piccola
quantita` di tessuto da poter suturare a livello della cuffia dei rotatori,
eseguira` un intervento chirurgico solo in caso di assoluta`
necessita`, ponendo una prognosi rigorosamente riservata”
HL McLaughlin, 1962
• “Il legamento coracoacromiale possiede un importante ruolo e non
dovrebbe essere sezionato con leggerezza, sistematicamente in
ogni intervento chirurgico”
EA Codman, 1934
ANATOMIA E BIOMECCANICA
ANATOMIA
• Costituita da 4 muscoli (sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare
e piccolo rotondo) che prendono origine dalla scapola i cui tendini si
fondono con la sottostante capsula gleno-omerale nei loro punti di
inserzione sulle tuberosita` dell` omero.
• Il capo lungo del bicipite e` considerato parte funzionale della cuffia
dei rotatori nel mantenere la centratura della testa omerale nella
glenoide
• Il sottoscapolare e` innervato dai nervi sottoscapolari superiore ed
inferiore, i due tendini spinosi dal nervo sovrascapolare ed il piccolo
rotondo da un ramo del nervo ascellare
• Sono vascolarizzati da rami dell` arteria soprascapolare,
circonflessa anteriore e posteriore con complesse anastomosi alla
loro inserzione ossea
• Difetto di vascolarizzazione all` inserzione ossea del
sovraspinato con il braccio in adduzione
BIOMECCANICA
I MUSCOLI DELLA CUFFIA SONO DOTATI DI 3 FUNZIONI
1)
Partecipano attivamente nei movimenti della spalla su tutti I piani
centrando la testa omerale
2)
Comprimono la testa omerale entro la cavita` glenoidea
3)
Costituiscono un meccanismo di bilanciamento articolare
CUFFIA E MOVIMENTO SCAPOLO-OMERALE
Due concetti fondamentali:
1)
Il muscolo esercita una forza massimale ad una
determinata lunghezza (L 0 ) ossia I muscoli sono piu’ forti in
prossimita’ della meta’ della loro escursione e piu’ deboli agli estremi
2)
La forza muscolare e la sue direzione dipende dalla
posizione dell’ articolazione
Il sovraspinato puo’ contribuire all’ abduzione e all’ extrarotazione a seconda della
posizione iniziale del braccio
MUSCOLI SCAPOLARI (trapezio,
dentato, romboidi, elevatore della
scapola) posizionano la glenoide per
avere un orientamento ottimale della
stessa con la testa omerale
CUFFIA DEI ROTATORI
Il SVP comprime la testa
dal lato superiore dell’ articolazione
Il SCP anteriore
Il STP e PR abbassano e retropongono
la testa
DELTOIDE, GRAN PETTORALE
GRAN DORSALE forniscono la forza
necessaria al movimento su tutti I piani
RITMO SCAPOLOOMERALE
STABILITA’ DINAMICA
• Il deltoide e’ il muscolo fondamentale nei movimenti di
abduzione, flessione ed estensione
• Il sopraspinato ed il sottospinato forniscono il 45% della
forza in abduzione e il 90% della forza in extrarotazione
• La forza in adduzione ed intrarotazione e’ fornita dal
gran pettorale e gran dorsale
CONCAVITY COMPRESSION
•
•
•
Meccanismo critico di stabilizzazione
della spalla
Azione Cuffia + cercine crea effetto
ventosa
I muscoli della cuffia non sono
depressori della testa omerale ma
bensi COMPRESSORI della stessa
ABDUZIONE
legamenti, capsula
ATTIVAZIONE DEI MUSCOLI DELLA
CUFFIA
legamenti, capsula
STABILIZZAZIONE (CONCAVITY
COMPRESSION)
legamenti, capsula
MOVIMENTO
BILANCIAMENTO MUSCOLARE
•
Nella spalla non esiste un asse fisso di movimento
•
In una determinata posizione, l’ attivazione di un muscolo crea una
serie unica di momenti rotazionali
•
Se si vuole eseguire un flessione pura (senza rotazioni) I momenti di
adduzione e intrarotazione devono essere neutralizzati da altri muscoli
come il deltoide posteriore ed il sottospinato
•
Se il gran dorsale deve eseguire una intrarotazione pura, il suo momento di
adduzione deve essere neutralizzato dal deltoide, sotto e sovraspinato
•
Se il gran dorsale deve eseguire una adduzione, il suo momento di
intrarotazione deve essere neutralizzato dal sottospinoso, piccolo rotondo e
deltoide posteriore
VALUTAZIONE CLINICA DELLE PATOLOGIE DELLA
SPALLA
ANAMNESI
Disturbo
Eta’ del paziente
70 anni – patologia della
cuffia, artropatie
degenerative
18 anni- instabilita’
Distrubo specifico
Dolore
Interazione con lo stato di salute
e con l’ ambiente che lo circonda
Activity of daily living (mangiare, vestirsi, lavarsi)
sport, attivita’ lavorativa, attivita’ nel tempo libero
pregressi traumi, arto dominante
DOLORE
•
Considerare : Presenza di dolore notturno
Necessita’ di trattamento analgesico e suoi effetti
Necessita’ di altri trattamenti e loro effetti
Grado di interferenza con il lavoro, lo sport e le attivita’
quotidiane
Effetto sullo stile di vita e la personalita’
•
Il dolore si accompagna sempre ad una limitazione dei movimenti
dell’articolazione
ROM completa
Patologie del rachide cervicale, patologie cardiache, patologie SNC,
gastriche, biliari, etc
MOVIMENTO ARTICOLARE
QUALITA’ DEL MOVIMENTO
ARTICOLARITA’
QUALITA’ DEL MOVIMENTO
•
I movimenti della spalla devono essere omogenei e continui con contributi
da tutte e quattro le articolazioni
•
Rapporto gleno-omerale/scapolo-toracico varia da 2:1 a 5:4 con la
componente scapolo-toracica che aumenta con l’ elevazione
•
Tale rapporto varia a favore della scapolo-toracica in presenza di patologie
che interessano la gleno-omerale (patologie della cuffia e del cercine,
artropatie degenerative, capsulite adesiva)
In presenza di una alterazione di movimento, si
puo’ differenziare il movimento gleno-omerale da
quello scapolo-toracico osservando lo
spostamento dell’ angolo inferiore della scapola e
valutando l’ entita’ del movimento di ciascuna
delle due componenti.
Fissando la scapola con la mano, si valuta il
contributo della sola gleno-omerale.
ARTICOLARITA’
TRE PRINCIPI DA RISPETTARE
1)
Misurare I movimenti articolari da una posizione iniziale (posizione 0)
Paziente in posizione eretta con l’ arto superiore lungo il tronco in rotazione neutra
2)
Comparare l’ articolarita’ con quella del lato opposto sano
3)
Distinguere l’ articolarita’ passiva e attiva
I movimenti passivi si eseguono in posizione supina per eliminare il movimento toracico di
compenso
ELEVAZIONE
• Il piano di movimento e’ localizzato tra I piani coronale e sagittale, in genere
a 20 – 30 gradi dal piano sagittale
• Rappresenta una valutazione piu’ funzionale della flessione anteriore sul
piano sagittale o della abduzione sul piano coronale
• ROM 0-180 gradi
EXTRAROTAZIONE CON GOMITO FLESSO A 90 GRADI
• Si misura l’ extrarotazione attiva e passiva
rispettivamente in posizione eretta e supina
• ROM 0 – 50/80 gradi
• Ampia variabilita’ individuale legata alla
torsione omerale ed alla versione glenoidea
EXTRAROTAZIONE IN ABDUZIONE
•
Tale valutazione fornisce
utili informazioni in due
situazioni :
1) Postumi fratture trochite
difetto di consolidazione con
dislocazione superiore che blocca la
rotazione automatica dell’ omero in
abduzione
2) “Overhead Athlete” (lanciatori,
tennisti, nuotatori)
Importante la comparsa di dolore
posteriore in relazione alla Sindrome
da Attrito interno
INTRAROTAZIONE
• Difficile documentarla perche’ il tronco
ostruisce l’ arco normale dimovimento
• Necessaria una piccola estensione della
spalla per completare l’ arco della rotazione
interna
• Si valuta in base alla posizione raggiunta
dal pollice rispetto all’ anatomia della
regione posteriore
• Si considera il gran trocantere, il gluteo, la
piega glutea superiore, le spinose lombari e
dorsali
STABILIZZAZIONE
LEGAMENTOSA
ADESIONE
VERSIONE
GLENOOMERALE
STABILITA’ GLENO-OMERALE
CONCAVITY COMPRESSION
EQUILIBRIO MUSCOLARE
COESIONE
LIMITATO
VOLUME
ARTICOLARE
INSTABILITA’ GLENO-OMERALE
CRONOLOGIA DELL’ INSTABILITA’
Clinicamente caratterizzata in base :
GRADO DI INSTABILITA’
DIREZIONE DELL’INSTABILITA’
CRONOLOGIA DELL’ INSTABILITA’
TRAUMATICA
ACUTA
CRONICA
CRONICA
RECIDIVANTE
NON TRAUMATICA
Congenita’
(anomalie nella
versione glenoomerale, sindrome
di Ehlers-Danlos)
INSTABILITA’ CRONICA RECIDIVANTE
A
T raumatic
U nidirectional
B ankart
S urgery
96%
traumatic
M ultidirectional
B
ilateral
R
ehabilitation
I
nferior capsular shift
I
nterval
4%
INSTABILITA’ VOLONTARIA
•
SUB-LUSSAZIONI E LUSSAZIONI INTENZIONALI DELLA SPALLA
•
ASSOCIATA, IN ALCUNI CASI, AD INSTABILITA’ EMOTIVA E PROBLEMI
PSICHIATRICI
•
ANTERIORE – POSTERIORE
• NO CHIRURGIA
Il “Desiderio” di lussare volontariamente la spalla non puo’
essere trattato chirurgicamente
GRADO DI INSTABILITA’
LUSSAZIONE
ASSENZA DI RIDUZIONE SPONTANEA
SUB-LUSSAZIONE
RIDUZIONE SPONTANEA
APPRENSIONE
TIMORE PER SUB-LUSSAZIONI O LUSSAZIONI
ROM LIMITATA
DIREZIONE DELL’ INSTABILITA’
45% DI TUTTE LE LUSSAZIONI
85% DELLE LUSSAZIONI DI SPALLA SONO ANTERIORI
ANTERIORI
POSTERIORI
INFERIORI
Sottocoracoidee
Sottoacromiale
LUXATIO ERECTA
Sottoglenoidee
Sottoglenoidea
intratoracica
Sottospinosa
2% delle lussazioni
BLOCCATE
HILL – SACHS e REVERSE HILL - SACHS
LUSSAZIONE POSTERIORE
•
LA LETTERATURA RIVELA CHE LA DIAGNOSI DI LUSSAZIONE POSTERIORE VIENE
MANCATA IN PIU’ DEL 60 % DEI CASI
•
SONO TALMENTE INFREQUENTI DA COSTITUIRE UNA TRAPPOLA DIAGNOSTICA
•
ASSOCIATE A CRISI CONVULSIVE
•
IATROGENA
•
FREQUENTE NELLE FORME VOLONTARIE IN PAZIENTE CON DISTURBI PSICHIATRICI
( BILATERALE )
VALUTAZIONE CLINICA
DELL’ INSTABILITA’ CRONICA
TEST DEL FULCRO
CRANK TEST
JERK TEST
TEST DEL SOLCO
TEST DEL FULCRO
Si usa la mano destra come fulcro
per la spalla con il braccio abdotto
e progressivamente extraruotato
In presenza di instabilita’ anteriore
il paziente diventa apprensivo e la
testa omerale subisce una
traslazione anteriore
Importante mantenere il braccio
extraruotato per qualche minuto
per affaticare il sottoscapolare e
valutare il contributo offerto dalle
strutture capsulolegamentose alla
stabilita’ anteriore
Con il braccio abdotto, in rotazione
neutra, trazionando sul polso e
spingendo l’ omero in basso si
valuta la stabilita’ posteriore
CRANK TEST (APPRENSIONE)
Si stabilizza la scapola con una mano e si
preme con il pollice sulla testa omerale
mentre con l’ altra mano si retropone il
braccio
In presenza di una instabilita’ anteriore il
paziente diventa apprensivo
Sia in questo test che in quello
precedente, nelle spalle normali, non si
ha alcuna traslazione fisiologica perche’
le strutture legamentose sono sottoposte
a tensione
Ogni minima traslazione ‘ patologica
Considerare sempre eventuali patologie
associate come la Sindrome di Marfan e
di Ehlers - Danlos
JERK TEST
Si carica assialmente l’ omero
mentre il braccio viene mosso
orrizontalmente ad incrociare il
corpo
Uno scatto (jerk) improvviso indica
che la testa omerale e’ traslata
posteriormente ossia il paziente ha
una instabilita’ posteriore
Se eseguito in posizione supina,
con il paziente rilassato, e’
considerata normale una
traslazione del 50%
TEST DEL SOLCO
Spingendo il braccio verso il basso, la
comparsa di un solco inferiormente all’
acromion indica una instabilita’ inferiore
TUBS
AMBRII
Test del fulcro
++
+
Crank test
+++
+
jerk test
-
++
test del solco
-
+++
CHIRURGIA
FKT 3-6 MESI
CHIRURGIA
CUFFIA DEI ROTATORI
ESITI TRAUMATICI
DEGENERAZIONE
SENILE
CAPSULITE
ADESIVA
(DIABETE,
BARBITURICI)
INTEGRITA’
MUSCOLI FORTI
NORMALE LASSITA’ CAPSULARE
TENDINI SANI
SUPERIFICI OSSEE REGOLARI
CONCENTRICITA’ DELLA SFERA
OMERALE E CORACOACROMIALE
ANOMALIE CONGENITE
(ACROMION AD
UNCINO)
PATOLOGIA
DEGENERATIVA
ARTICOLARE
PATOLOGIE
NEUROMUSCOLARI
A) Rapporti normali
B) Iniziale dislocazione con
compressione delle
strutture tendinee contro
l’ arco coracoacromiale
C) L’ attrito cronico origina
lo SPUR acromiale
(osteofita da trazione)
D) Il mantenimento della
lesione causa alterazioni
cartilaginee progressive
(CUFF TEAR
ARHTROPATHY)
DUE SFERE
CONCENTRICHE CHE
CONDIVIDONO LO STESSO
CENTRO DI ROTAZIONE
RETRAZIONI CAPSULARI
IMPONGONO TRASLAZIONI
OBBLIGATE DELLA TESTA
OMERALE
LA RETRAZIONE DELLA
CAPSULA POSTERIORE
(CAPSULITE ADESIVA,
ARTROSI SECONDARIE)
IMPONE UNA TRASLAZIONE
ANTERO-SUPERIORE CON
CONSEGUENTE ATTRITO
LO STESSO MECCANISMO
SI APPLICA IN PRESENZA DI
IMPORTANTE PERDITA
OSSEA (ARTRITE
REUMATOIDE), DEFORMITA’
OSSE AQUISITE POSTTRAUMATICHE.
AI GRADI ESTREMI DELL’ ARTICOLARITA’ SI
HA LA COLLISIONE DELLE FIBRE
PROFONDE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
CONTRO IL MARGINE DEL LABBRO
GLENOIDEO
TIPICA SITUAZIONE DEI PAZIENTI CHE
USANO L’ ARTO SUPERIORE AL DI SOPRA
DELLA TESTA (IPERANGOLAZIONE)
ESEMPIO: TENNISTI, PALLAVOLISTI,
GIOCATORI DI BASEBALL. NUOTATORI,
ARTIGIANI EDILI
IN TALE SITUAZIONE SI VERIFICA
ANCHE UNA TENSIONE
ECCESSIVA E COSTANTE SULLE
STRUTTURE
CAPSULOLEGAMENTOSE
ANTERIORI.
UNA INIZIALE DEFORMAZIONE
ELASTICA TENDE A DIVENTARE
PLASTICA PORTANDO AD UNA
MAGGIORE LASSITA ED
INSTABILITA’.
QUEST’ ULTIMA AGGRAVA
E MANTIENE L’ ATTRITO
DEGENERAZIONE TENDINEA
•
Neer CS II “Impingement Lesions” Clin. Orthop. 173: 70-77, 1983
L’ Autore forni’ l’ evidenzia sostanziale dell’ eziologia degenerativa delle lesioni
della cuffia dei rotatori :
1) il 40% degli individui con lesione della cuffia dei rotatori “non ha mai sostenuto
attivita’ fisiche impegnative”
2) le lesioni della cuffia sono frequentemente bilaterali
3) molti individui impegnati in lavori manuali pesanti non sviluppano mai lesioni
4) il 50% dei pazienti non ricorda un evento traumatico a carico della spalla
• CODMAN EA: The Shoulder. Rupture of the
sopraspinatus tendon and other lesions in or about the
subacromial bursa. Boston: Thomas Todd, 1934
Descrisse la lesione degenerativa come “ uno strappo
del bordo” in cui la parte profonda del tendine e’
disinserita dal trochite. Nei molteplici preparati al
microscopio forni’ una documentazione convincente del
fatto che le lesioni della cuffia iniziano spesso in
corrispondenza della superficie profonda e si estendono
verso l’ esterno fino a trasformarsi in lesioni complete
“ sarebbe difficile spiegare che questo fenomeno [….] si
verifichi per un’ erosione da contatto con il processo
acromiale “
Nixon JE, DiStefano V: Ruptures of the rotator cuff.
Orthop. Clin. North Am. 6: 423-447, 1975
•
Gli Autori, revisionando la letteratura sull’ anatomia miscroscopica del
deterioramento della cuffia, rilevarono la perdita della normale
organizzazione e delle caratteristiche di colorazione dell’ osso, della
fibrocartilagine e del tendine senza che vi fosse evidenza di processi
riparativi.
“
Le prime alterazioni sono caratterizzate da una granulosita’ e da una
perdita del normale contorno chiaro ondulato delle fibre collagene e dei
fasci di fibre. Le strutture assumono un aspetto abbastanza omogeneo: le
cellule connettivali vengono distorte e viene perduto il normale parallelismo
delle fibre collagene. I nuclei cellulari presentano alterazioni di forma: alcuni
sono rotondi, altri picnotici o fascicolati. Alcune aree del tendine presentano
un aspetto gelatinoso o edematoso, con perdita di fibre, fra le quali si
trovano elementi cellulari in disgregazione, degenerati, separati da
materiale omogeneo chiaro. “
PAZ.
50%
40
50
60
70
Eta’
LA LESIONE
LESIONE
INIZIALE A
LIVELLO DELLA
SUPERFICIE
ARTICOLARE
DELLA CUFFIA,
NEL PUNTO IN
CUI I CARICHI
SONO PIU’
INTENSI ( in
prossimita’ del
tendine bicipitale )
PROGRESSIONE DELLA LESIONE
La lesione principale moltiplica lo stress
meccanico sulle fibre adiacenti
conducendo alla lesione di altre fibre.
L’ eccessivo stress provoca difetti di
vascolarizzazione delle fibre adiacenti
La lesione da PARZIALE diventa “ A
TUTTO SPESSORE “ con
coinvolgimento della superficie bursale
La lesione si propaga a tutto il
tendine del sovraspinato.
La cavita’ glenoidea e’ integra e la
restante porzione della cuffia
permette una efficace
compressione della testa
contrastando il muscolo deltoide
La lesione si propaga alle fibre del
sottoscapolare e sottospinato fino ad
attraversare il solco bicipitale.
In tale fase, spesso e’ associata al
lesione del legamento omerale
trasverso.
Si assiste alla destabilizzazione del capo
lungo del bicipite che puo’ lussarsi
medialmente. In questa fase spesso si
assiste ad una ipertrofia e slargamento
del CLB, come se volesse sostituirsi alla
cuffia rotta. Naturalmente, anche il CLB,
nelle fasi avanzate, e’ rotto.
La cuffia non riesce a prevenire la risalita
della testa omerale operata dalla
contrazione del deltoide per cui si assiste
al conflitto tra testa e arco coracoacromiale che perpetua ed aggrava la
lesione.
La sublussazione superiore cronica della
testa provoca una progressiva perdita
ossea glenoidea con sovraccarico
eccentrico della stessa ed ulteriore
lesione tendinea
L’ ULTERIORE DETERIORAMENTO
DELLA CUFFIA CONSENTE LO
SCIVOLAMENTO DISTALE DEI TENDINI,
AL DI SOTTO DEL CENTRO DELLA
TESTA OMERALE, PROVOCANDO UNA
DEFORMITA’ “ EN BOUTONNIE’RE “.
I TENDINI DELLA CUFFIA DIVENTANO
ELEVATORI DELLA TESTA ANZICHE’
COMPRESSORI.
IL CARICO ECCENTRICO PROVOCA
UNA PROGRESSIVA ABRASIONE DELLA
CARTILAGINE ARTICOLARE DELL’
OMERO CONTRO L’ ARCO CORACOACROMIALE, DANDO ORIGINE AD UNA
ALTERAZIONE ARTICOLARE
SECONDARIA NOTA COME
“ CUFF TEAR ARTHROPATHY”
Alterazione spazio sottoacromiale
Risalimento testa omerale
CLINICA
• ROTTURA ASINTOMATICA DELLA CUFFIA DEI
ROTATORI
ROTTURA ASINTOMATICA (PARZIALE),
PRIMA FKT
• ATTRITO SUBACROMIALE (senza significative
rotture)
CUFFIA INTEGRA, FKT, TERAPIA FISICA,
ACROMIONPLASTICA
• ROTTURE PARZIALI DELLA CUFFIA
FKT + TERAPIA FISICA, ACROMIONPLASTICA
• ROTTURA COMPLETA DELLA CUFFIA
CHIRURGIA (GIOVANE ADULTO), FKT + TERAPIA
FISICA
• CUFF TEAR ARTHROPATY
ARTROPROTESI VS FKT + TERAPIA FISICA
Endoprotesi in frattura 4 parti
TENDINITE CALCIFICANTE
• PATOLOGIA FREQUENTE AD EZIOLOGIA SCONOSCIUTA
• DURANTE LA FASE DI DEPOSIZIONE DEI SALI DI CALCIO IL
PAZIENTE E’ ASINTOMATICO O ACCUSA LIEVE DOLORE
• DURANTE LA FASE DI RIASSORBIMENTO SI ASSISTE AD UNA
SI ASSISTE AD UNA SINTOMATOLOGIA DOLOROSA ACUTA
(SPALLA PSEUDOPARALITICA)
• INTERESSA QUASI ESCLUSIVAMENTE IL TENDINE DEL
SOVRASPINATO
( “CIRCA MEZZO POLLICE PROSSIMALMENTE ALL’ INSERZIONE” CODMAN)
PATOLOGIA
AUTOLIMITANTE,
CICLICA
DOLORE
ACUTO, INTENSO
LIEVE, MODERATO
RIPOSO, FANS,
lavaggio
FKT
cortisone
FASE DI
RIASSORBIMENTO
FANS, FKT, onde d’urto,
CHIRURGIA (?)
FASE DI DEPOSIZIONE
IL TENDINE DEL BICIPITE
•
ORIGINA DAL TUBERCOLO SOVRAGLENOIDEO E DALLA PORZIONE
SUPERIORE DEL CERCINE
•
HA UNA PRIMA ZONA DI TRAZIONE (FINO AL SOLCO,
INTRARTICOLARE) NELL’ INTERVALLO DEI ROTATORI ED UNA
SECONDA ZONA DI SCORRIMENTO DAL SOLCO AL VENTRE
MUSCOLARE
•
DEBOLE ATTIVITA’ DI DEPRESSORE DELLA TESTA OMERALE,
INCREMENTATA NELLE LESIONI DELLA CUFFIA E NELLA INSTABILITA’
•
FUNZIONI DEL BICIPITE BRACHIALE
LESIONI
• INSERZIONALI
SLAP LESION (superior labrum anterior to posterior)
• INTERVALLO
tendinite del bicipite, tipica nelle prime fasi dell’ impingement
sublussazione, nelle lesione dell cuffia, nelle viziose consolidazioni
della piccola tuberosita’ (pseudoartrosi)
• ROTTURA ISOLATA
conflitto, esiti di frattura, idiopatica (chinolonici?, diabete?etc)
CLINICA
• DOLORE ANTERIORE (SOLCO BICIPITALE) ACCENTUATO DALL’
INTRAROTAZIONE (10 GRADI)
• TEST DI SPEED: dolore anteriore flettendo il gomito con
avambraccio supinato
• SEGNO DI YERGASON: dolore anteriore supinando l’ avambraccio
contro resistenza a gomito flesso
• TEST DELL’ INSTABILITA’; a braccio abdotto in rotazione esterna,
con una rapida intrarotazione si percepisce (a volte) uno scatto in
corrispondenza del bicipite che, spinto contro la piccola tuberosita’,
si sublussa o fuoriesce completamente dal suo solco
TERAPIA
TRATTAMENTO DELLE LESIONI
ASSOCIATE
FANS, TERAPIA FISICA
(ULTRASUONI)
INFILTRAZIONE
TENODESI,
TUBULIZZAZIONE
(sublussazione), tenoraffia
(rotture isolate in pazienti
< 50 anni)
• INSUCCESSI DELL’
ACROMIONPLASTICA
• INSUCCESSI DELLA CHIRURGIA
DELLA CUFFIA
Fly UP