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Insegnare a leggere e a scrivere ad analfabeti
Analfabetismo: un tentativo di definizione Stando al significato originario del termine, sono an-alfabeti coloro che “sono privi di alfabeto”, che non conoscono, quindi, le lettere dell’alfabeto e, conseguentemente, ignorano la scrittura. Nel Dizionario della lingua italiana De Mauro definisce l’analfabeta come “colui che non sa leggere e scrivere. Ignorante, illetterato”. T. De Mauro, Dizionario della lingua italiana, Paravia, Torino 2000 Secondo una recente definizione dell'Unesco è alfabetizzato colui che dispone delle abilità di identificare, intendere, interpretare, creare, comunicar e calcolare mediante l'uso di materiali scritti e stampati riferiti a molteplici contesti. L'alfabetizzazione rappresenta un continuum di apprendimento che permette all'individuo di conseguire le mete, di sviluppare le sue potenzialità e le sue conoscenze e di partecipare attivamente alle attività comunitarie e sociali. Non si parla di analfabetismo ma di alfabetismi plurimi Questa definizione introduce concetti nuovi rispetto al passato e prevede ai fini dell’alfabetizzazione, non solo una competenza di codificazione (a partire dalla semplice trascrizione) e decodificazione (a partire dalla semplice decifrazione) della lingua scritta, ma anche la piena comprensione di quanto viene letto e scritto. In quest'ottica possiamo considerare analfabeta una persona che non sa né leggere né scrivere, capendolo, un brano semplice in rapporto con la sua vita quotidiana (azioni, pensieri, relazioni personali e sociali, …) Altro dato rilevante è il riferimento all’uso della lettura e della scrittura in relazione alla vita quotidiana, dunque ai loro usi sociali. Questa prospettiva introduce la distinzione tra due tipi di analfabetismo: uno totale (primario o strumentale) e uno funzionale. Analfabetismo totale (primario o strumentale) Sono analfabeti totali coloro che non sanno né leggere né scrivere, spesso perché, per ragioni diverse, non hanno avuto accesso ad un percorso di scolarizzazione oppure non hanno mai ricevuto alcuna forma di istruzione mirata o comunque efficace ai fini dell'acquisizione della lettura e della scrittura. Analfabetismo funzionale Sono analfabeti funzionali coloro i quali pur avendo (o avendo avuto) esperienza di codifica e decodifica della lingua scritta, non dispongono in misura adeguata dell’abilità di produrre e comprendere testi. Dunque l'analfabeta funzionale non è in grado di partecipare pienamente a tutte quelle attività in cui le abilità di lettura e scrittura sono necessarie allo sviluppo della persona e al funzionamento efficace della sua comunità In breve, quando sono posti di fronte a materiali stampati, gli adulti funzionalmente analfabeti non possono operare efficacemente nella società moderna e non possono svolgere adeguatamente compiti fondamentali come riempire una domanda d'impiego, capire un contratto legalmente vincolante, seguire istruzioni scritte, leggere un articolo di giornale, leggere i segnali stradali, consultare un dizionario o comprendere l'orario di un autobus. “Alfabetizzare”, in questo caso, significa agire per promuovere competenze linguistico-comunicative che vanno al di là della semplice competenza fonologica e grafemica e investono le competenze lessicali, morfosintattiche, pragmatiche, testuali della lingua. Il Framework È in questa prospettiva che il Framework (QCER) costituisce, un utile “quadro di riferimento” che definisce operativamente i livelli di abilità, le competenze linguistiche ed extralinguistiche, nonché la varietà dei compiti che l’apprendente deve essere in grado di affrontare per comunicare nel contesto delle relazioni sociali in cui vive. Il Framework non fornisce, invece, alcuna indicazione sull’analfabetismo totale, in quanto considera l’acquisizione delle competenze alfabetiche come prerequisito già posseduto. Specificità dell’apprendente L2 non alfabetizzato in L1 Il caso delle persone analfabete che devono apprendere una L2 diversa dalle L1 in loro possesso presenta aspetti particolari rispetto all’analfabetismo degli apprendenti nativi e configura un ampio ventaglio di situazioni, che conferma il modello del continuum dell’UNESCO. 9 Il primo compito è individuare gli apprendenti adulti analfabeti o a debole scolarizzazione da inserire eventualmente in classi dedicate o da esporre a specifici momenti di apprendimento. A prescindere dall’uso eventuale di strumenti mirati (dall’osservazione sistematica al testing, ai colloqui individuali, agli inventari informali, ecc.) risulta fondamentale, a questo fine, tenere in considerazione alcuni fattori specifici: :: Età degli apprendenti :: Livello di scolarizzazione pregressa :: Livello di conoscenza dell'italiano orale Età degli apprendenti Negli adulti analfabeti, il fattore età gioca un ruolo importante. Occorre tener conto di almeno due elementi che possono attivare il filtro affettivo e ostacolare l’apprendimento: - paura di “perdere la faccia”, particolarmente spiccata nell’adulto - la frustrazione derivante dalla lentezza nell’apprendimento della lettura e scrittura vs le urgenze che l’apprendente adulto avverte. Livello di scolarizzazione pregressa E’ un elemento fondamentale poiché favorisce la capacità di generalizzazione e di astrazione, modellizzazione e riflessione metalinguistica che non possono essere date per scontate in apprendenti analfabeti nella loro L1. 13 In base alla scolarizzazione pregressa avremo diversi tipi di apprendenti: •prealfabeti: la lingua madre non ha ancora un sistema di scrittura; •analfabeti totali: la lingua madre ha una forma scritta ma l’apprendente non l’ha imparata, per mancanza di scolarizzazione o altro motivo; •debolmente alfabetizzati: l’apprendente ha un’alfabetizzazione minima in lingua madre, corrispondente per esempio a tre-cinque anni di scuola; •alfabetizzati in scritture non alfabetiche: può avere anche una competenza di scrittura alta nella sua lingua madre, ma non conosce l’alfabeto latino; Livello di conoscenza dell'italiano orale La conoscenza della lingua italiana è variabile e influisce sul percorso di apprendimento perché qualora ci sia una buona competenza: - insegnante e studente hanno una lingua in comune e possono trovare più facilmente un canale comunicativo - lo studente ha la capacità di riconoscere le parole da un punto di vista sonoro e attribuire loro un significato 15 Progettare un percorso didattico che tenga conto dell’età dei partecipanti, della loro condizione specifica di analfabeti in L1 e del loro livello di conoscenza dell’italiano significa: - proporre loro tematiche di interesse, a partire da contesti significativi legati sia alla loro sfera professionale che emotiva; - selezionare campioni di letto-scrittura (testi, frasi, parole) di cui l'apprendente sia in grado di capire il significato; - mantenere un equilibrio tra letto-scrittura e comunicazione orale che sono di sostegno reciproco una all’altra; - esplicitare gli obiettivi e le tappe da raggiungere, di volta in volta. Ma che cosa significa saper scrivere e saper leggere? Saper scrivere e leggere a livello primario consiste in una serie di operazioni complesse che prevedono: • la conoscenza e il riconoscimento dei grafemi dell’alfabeto della lingua studiata; • la conoscenza dei fonemi corrispondenti; • l’abilità manuale di tracciare quei segni grafici e di saper unire tra loro le lettere per formare una parola; • la capacità di discriminare le parole in una catena e di decifrarle; • la conoscenza delle consuetudini ortografiche. 18 Saper scrivere e leggere a livello funzionale vuol dire: •mettere in gioco abilità cognitive sempre più complesse in funzione di specifici contesti, destinatari e scopi •Sviluppare la capacità di comprendere e produrre una vasta gamma di testi, tanto più ampia quanto maggiori e molteplici sono i bisogni personali e sociali 19