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Diapositiva 1 - Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia

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Diapositiva 1 - Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia
BIBLIOTECA
SAN MARTINO IN RIO
ULTIMI ACQUISTI
Wilbur Smith, La legge del deserto, Longanesi, 2011
Hazel Bannock, bellissima e raffinata vedova di un miliardario americano, tiene ben salde le redini
dell'impero che il marito le ha lasciato. Per garantire la sicurezza del suo impianto petrolifero più
importante, oggetto di frequenti attacchi terroristici, si avvale di un plotone di mercenari guidati da
Hector Cross, ex SAS noto per i suoi metodi sbrigativi, talvolta estremi. Benché nasca una forte
attrazione sin dal loro primo incontro, tra i due non corre buon sangue: Hazel non ama l'aggressività di
Hector e il suo carattere brusco e rude. Un evento tragico, tuttavia, sta per unirli: l'unica figlia di Hazel,
la ventenne Cayla, viene rapita da un gruppo di terroristi islamici, insediati in una delle zone più
selvagge e aride dell'Africa, una terra in cui il deserto corre a filo del mare e in cui anche gli esseri
umani più tenaci sono messi a dura prova. Nonostante tutte le sue resistenze Hazel sa che solo
Hector Cross può tentare l'impresa impossibile di strappare Cayla dalle mani dei terroristi. Ma un
destino più insidioso del vento che soffia tra le dune la costringerà a esporsi in prima persona, e a fare
ricorso a tutto il suo coraggio e alla sua forza...
Margaret Mazzantini, Nessuno si salva da solo, Mondadori, 2011
Delia e Gaetano erano una coppia. Ora non lo sono più, e stasera devono imparare a non esserlo. Si
ritrovano a cena, in un ristorante all'aperto, poco tempo dopo aver rotto quella che fu una famiglia. Lui si
è trasferito in un residence, lei è rimasta nella casa con i piccoli Cosmo e Nico. La passione dell'inizio e
la rabbia della fine sono ancora pericolosamente vicine. Delia e Gaetano sono ancora giovani, più di
trenta, meno di quaranta, un'età in cui si può ricominciare. Sognano la pace ma sono tentati dall'altro e
dall'altrove. Ma dove hanno sbagliato? Non lo sanno. Tre anni dopo "Venuto al mondo", Margaret
Mazzantini torna con un romanzo che è l'autobiografia sentimentale di una generazione. La storia di
cenere e fiamme di una coppia contemporanea con le sue trasgressioni ordinarie, con la sua
quotidianità avventurosa. Una coppia come tante, come noi. Contemporaneamente a noi.
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Irvine Welsh, Serpenti a sonagli , Rizzoli, 2011
Il deserto del Nevada, strani riti sciamanici, tre amici di ritorno dal festival del Burning Man e una
fellatio sotto il tiro di una pistola. E poi ancora un uomo in fuga dalla moglie e dal matrimonio che cerca
di rifarsi una vita aprendo un pub alle Canarie, senza rinunciare al campionato di calcio inglese, alla
birra e alle scopate facili. Un gruppo di amiche di Chicago, la cui unica preoccupazione sono la linea, i
cosmetici e i ragazzi. Uno scapestrato film-maker e attorucolo californiano in cerca di successo che
incontra la vedova del suo idolo, un'inquietante Miss Arizona d'altri tempi appassionata di
imbalsamazione. Ci sono tutti, e sono allo stesso tempo nuovi e sorprendenti, i temi cari a Irvine Welsh
in questa raccolta di racconti: pagine percorse da una solitudine bruciante, fatta di umiliazione,
delusione, perfino orrore, che Welsh stempera con la consueta maestria ibridando i registri del
grottesco, del ridicolo, dell'osceno, del fumettistico. Una furiosa, rocambolesca discesa agli inferi delle
meschinità e delle debolezze umane unita a un linguaggio corrosivo e politicamente scorretto, eppure
del tutto sincero e liberatorio. Come se l'eccesso non fosse solo un modo per raccontare, ma anche un
antidoto alle frustrazioni da cui non riusciamo a sfuggire.
Philip Roth, Nemesi, Einaudi, 2011
Al centro di "Nemesi" c'è un animatore di campo giochi vigoroso e solerte, Bucky Cantor, lanciatore di
giavellotto e sollevatore di pesi ventitreenne che si dedica anima e corpo ai suoi ragazzi e vive con
frustrazione l'esclusione dal teatro bellico a fianco dei suoi contemporanei a causa di un difetto della
vista. Ponendo l'accento sui dilemmi che dilaniano Cantor e sulla realtà quotidiana cui l'animatore deve
far fronte quando nell'estate del 1944 la polio comincia a falcidiare anche il suo campo giochi, Roth ci
guida fra le più piccole sfaccettature di ogni emozione che una simile pestilenza può far scaturire: paura,
panico, rabbia, confusione, sofferenza e dolore. Spostandosi fra le strade torride e maleodoranti di una
Newark sotto assedio e l'immacolato campo estivo per ragazzi di Indian Hill, sulle vette delle Pocono
Mountains - la cui "fresca aria montana era monda d'ogni sostanza inquinante" -, "Nemesi" mette in
scena un uomo di polso e sani principi che, armato delle migliori intenzioni, combatte la sua guerra
privata contro l'epidemia. Roth è di una tenera esattezza nel delineare ogni passaggio della discesa di
Cantor verso la catastrofe, e non è meno esatto nel descrivere la condizione infantile.
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Mary Higgins Clark, Nessuno mi crede, Sperling & Kupfer, 2011
Chi è Alexandra Moreland? Una promettente carriera di interior designer, un elegante appartamento a
Manhattan, tutto il fascino dei trent'anni, Alexandra si porta dentro una voragine: due anni prima, a
Central Park, il figlio Matthew è stato rapito. Da allora, lei va avanti come può, perennemente in bilico
sull'orlo di un terribile precipizio. Ma proprio il giorno in cui Matthew avrebbe festeggiato il quinto
compleanno, Alexandra fa una scoperta che la atterrisce: attraverso le sue carte di credito e i conti in
banca, qualcuno sta cercando di agire in suo nome e distruggerle così la reputazione. Qualcuno che la
conosce bene, e ha moltissime informazioni su di lei. E quando i media ricevono delle foto truccate, da
cui si deduce che Alexandra avrebbe inscenato il rapimento, una cosa è chiara: dopo essersi
impossessati della sua identità, ora stanno cercando di metterla a tacere per sempre. Perseguitata
dalla stampa, controllata dalla polizia, attaccata dall'ex marito, Alexandra si ritrova completamente
sola, sostenuta soltanto dalla speranza che il figlio sia ancora vivo. Ed è pronta a tutto - aiutata dalla
perspicace Alvira Meehan, detective dilettante - per capire chi c'è dietro l'infernale macchinazione di
cui è vittima e la girandola di inganni che rischia di travolgerla. Fino a scoprire che la sua stessa vita è
in pericolo e che, a scavare in certi segreti, ci si può fare molto male.
Nelson DeMille, Il leone, Mondadori, 2011
Sono passati tre anni dall'ultima volta in cui John Corey, ex poliziotto ora membro dell'Anti-Terrorist
Task Force, ha avuto a che fare con lo spietato terrorista libico Asad Khalil, meglio conosciuto come "il
Leone". In questi tre anni Corey non ha mai dimenticato le sue terribili minacce e ora l'incubo si
riaffaccia prepotentemente nella sua vita. Quando sua moglie, Kate Mayfield, avvocato dell'FBI con
l'hobby del paracadutismo, viene aggredita da un uomo durante un lancio. Corey lo riconosce
immediatamente. Il Leone è tornato per portare a termine la sua missione, e questo è solo l'inizio.
Durante un bombardamento aereo su Tripoli deciso dal presidente Reagan nel 1986, la famiglia di
Khalil è stata sterminata. Da allora la vendetta è il suo unico scopo, sia nei confronti degli uomini
direttamente coinvolti in quella tragica vicenda, sia verso un paese che disprezza profondamente.
Sebbene i suoi obiettivi siano noti, nessuno riesce a prevenire le mosse di questo assassino che, senza
lasciare indizi utili, elimina ferocemente le sue vittime una dopo l'altra. Le ricerche si fanno sempre più
serrate, ma il Leone riesce sempre a sfuggire ai suoi inseguitori. E la scia di sangue non sembra
esaurirsi. Ma come fa a muoversi così agevolmente sul suolo americano? Chi sono i suoi complici? E
cosa chiederanno in cambio del loro appoggio? In un clima di sospetti e paure, le ipotesi più inquietanti
prendono corpo nella mente di Corey, fino all'ultima sfida.
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Rosa Alberoni, Arianna sfida il destino, Rizzoli, 2011
La giornalista Rachele Vidal vive una straordinaria avventura: ripercorre la vita di una donna
dell'Ottocento, Arianna, attraverso i racconti del misterioso capitano di un antico vascello e della
veggente Virgilia, incontrati fra l'acropoli grecoromana e l'antichissima Abbazia di un arcipelago del
Mediterraneo. Perché è stata scelta proprio lei come depositaria di quella storia? Che cosa la lega a
quegli eventi? Rachele non sa spiegarselo, eppure è irresistibilmente attratta dal destino di quella ex
popolana, divenuta moglie del conte Venosa, che quasi due secoli prima si è intrecciato a quello del
marchese Mario Rossomanni, come guidato da una forza superiore. Sono passati anni dall'incontro
dei due amanti alla Scala. Mario, dopo la sconfitta inflitta da Napoleone all'esercito borbonico, segue la
corte e la moglie a Palermo. È frastornato, sopraffatto dal senso di colpa per aver abbandonato la sua
gente, e il suo pensiero corre di continuo ad Arianna, che non ha mai dimenticato. Un giorno incontra il
cardinale Ruffo e con lui inizia la riconquista del napoletano. Ma intanto conosce Eleonora... Anche
Arianna a Milano viene investita dalla furia della guerra: i francesi sono alle porte e i seguaci dei
giacobini ne approfittano per seminare lutti e saccheggi nella città, ormai in ginocchio. Costretta a
lasciare la sua casa e a rifugiarsi sul Lago di Varese, Arianna patisce fame e umiliazioni, ma non si
arrende e sfida il proprio destino...
Adrienne Sharp, La ballerina dello zar, Neri Pozza, 2010
È il 23 marzo 1890 a San Pietroburgo e, nell'ampio corridoio del teatro Mariinskij, è in corso una delle
sfilate più emozionanti che sia dato vedere nella splendida città affacciata sul golfo di Finlandia. La
famiglia reale è accorsa al gran completo per il saggio finale delle giovani allieve del corpo di ballo. Gli
zar Romanov sono i finanziatori di buona parte dei Teatri imperiali e non mancano mai alle occasioni in
cui è possibile scorgere le prime esibizioni delle future étoiles. Lungo il corridoio, l'imperatore
Alessandro III avanza a grandi passi, seguito dall'imperatrice gracile e minuta. Più indietro ancora lo
zarevic Nicola, detto Niki, un fauno, piccolo, esile nella sua uniforme, le guance morbide e graziose, i
lineamenti fini. Raggiunta la tavola allestita per la sobria cena della scuola, l'imperatore fa sedere alla
sua sinistra Nicola e, accanto a lui, la ragazza che più di tutte promette di essere una stella del
Mariinskij: Mathilde Kschessinska, la figlia più giovane del grande Felix Kschessinsky, che ha danzato
per i Romanov per quasi quarant'anni. L'intento di Alessandro III è palese: fare in modo che il figlio
renda onore a una lunga tradizione che vuole imperatori, granduchi, conti e ufficiali scegliere le loro
amanti tra le ballerine di danza classica. Per Mathilde Kschessinska è l'occasione di puntare dritta al
cielo, un premio inaspettato al suo talento.
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Marco Presta, Un calcio in bocca fa miracoli, Einaudi, 2011
Io non ho più interesse per niente e nessuno, rubo penne, passeggio per strade degradate, sbavo per
una portinaia e basta, basta cosi", dice di sé il narratore di questa storia, un vecchiaccio sgradevole e
scorretto, burbero, perfido. Irresistibile. E se la portinaia di cui si è invaghito - una donna sulla
sessantina, attraente, 'sciabile'- accetta la corte di un barista con i denti rifatti; se la sua ex moglie, che
era "un vortice di generosità, di capricci, di ovulazioni, di piccole iniziative stupefacenti", lo guarda
come se fosse il suo gommista; se con la figlia parla per lo più del tempo, a lui non resta che
raccontare, divagando, di tutto questo. E raccontare di Armando, il suo migliore amico. La parte buona
del carciofo che è lui. Una persona rara, gentile, positiva. Con un progetto folle in testa. Si, perché se
tutti vogliono lasciare qualcosa dopo la loro morte, "chi una tabaccheria avviata, chi un grande
romanzo, qualcun altro una collezione di lattine di birra", Armando vuole lasciare un amore. Si è
messo in testa che due ragazzi del quartiere che ancora non si conoscono, Chiara e Giacomo,
sarebbero una coppia perfetta, e intende dare una mano al destino. Pretesa, questa, che l'intrattabile
vecchiaccio reputa ridicola e tenta di osteggiare in tutti i modi. Ma dopo aver impiegato oltre
settant'anni per convincere gli altri a non contare su di lui, si ritroverà coinvolto dalla fastidiosa,
insistente, implacabile fiducia nella vita di Armando.
Kawakami Hiromi, La cartella del professore, Einaudi, 2011
Tsukiko ha poco meno di quarant'anni. Vive sola, e dopo il lavoro frequenta uno dei tanti piccoli locali di
Tòkyo dove con una modica spesa si possono mangiare ottimi manicaretti e bere qualche bicchiere di
birra o di sake. E un'abitudine molto diffusa fra gli uomini della metropoli, meno fra le donne. In una di
queste occasioni incontra il suo insegnante di giapponese, che riconosce, malgrado i tempi del liceo
siano ormai lontani, quando lo sente ordinare le stesse pietanze. Tsukiko e il prof, come lei lo chiama,
iniziano a parlare e trovano subito un'intesa nella loro passione per il cibo. I tanti manicaretti della
delicata cucina giapponese accompagnano gli incontri mai programmati, ma non per questo meno
frequenti, di due persone cosi diverse eppure simili nella quieta accettazione della propria solitudine, e
ogni incontro rappresenta un impercettibile avvicinamento, serve a chiarire dubbi e fraintendimenti. Ma
la donna fatica a trovare una sua dimensione adulta, e il professore - che è vedovo e ha settanta anni non riesce a uscire dal suo passato di marito e insegnante. Arriva la stagione dei funghi, le ferie di
Capodanno passano senza allegria, poi fioriscono i ciliegi, si organizza una gita che delude le
aspettative e termina, come tante serate, nel torpore dell'alcol... Trascorrono cosi due anni. E dopo
infiniti appuntamenti, giunge il momento in cui il prof vince il pudore e chiede a Tsukiko se accetterebbe
di frequentarlo "con la prospettiva di stringere una relazione amorosa"...
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Amelie Nothomb, Una forma di vita, Voland, 2011
Quella mattina ricevetti una lettera diversa dal solito". Inizia così l'ultimo libro di Amélie Nothomb, in cui
la scrittrice si confronta con un genere che conosce bene, quello epistolare. Amélie infatti passa parte
del suo tempo a rispondere alle lettere dei suoi numerosissimi fan. La lettera arriva da un soldato
americano di stanza a Bagdad, Melvin Mapple. Siamo agli inizi della presidenza Obama. L'uomo spera
di tornare a casa. Come molti soldati americani in Iraq è afflitto dalla bulimia e da un'obesità sempre
più preoccupante, legate alla paura degli attentati, all'orrore della repressione e alle costrizioni della
vita militare. Poco a poco Amélie si affeziona al soldato Mapple e ai suoi compagni obesi, quelli di
taglia XXXXL. Per aiutarlo a trovare una via d'uscita, gli suggerisce di praticare la body art
fotografando sé stesso e il cibo in ogni momento della giornata. All'improvviso però Melvin Mapple
smette di scriverle e Amélie, sconcertata, tenta di ritrovarlo... Il finale è naturalmente del tutto inatteso.
In questo romanzo l'autrice torna ad affrontare temi a lei profondamente congeniali, come la bulimia, la
solitudine e la fuga nella monomania.
Kathy Reichs, Virals, Rizzoli, 2011
Tory Brennan ha il gusto dell'avventura e la passione per la scienza: non potrebbe essere altrimenti, dal
momento che è la nipote di Temperance Brennan, la più celebre antropologa forense del mondo.
Quando arriva a Morris Island, di fronte alle coste del South Carolina, per andare a vivere insieme a
colui che ha appena scoperto essere suo padre, Tory fa amicizia con un gruppo di ragazzi che come lei
sono fanatici delle esplorazioni scientifiche. Insieme si divertono ad analizzare al microscopio conchiglie
e fossili fino a quando non si imbattono, con orrore, in ossa umane. Cole Island, quarant'anni prima.
Katherine Heaton è una giovane innamorata della natura e degli animali che ha fatto un'importante
scoperta. L'isola ospita alcuni esemplari di aquila calva, una specie rarissima. Sta per divulgare la
notizia quando scompare senza lasciare traccia. La polizia indaga senza esito. Caso archiviato. Ora,
però, Tory ha ragione di sospettare che i resti umani da lei rinvenuti possano essere quelli di Katherine
Heaton. Ma perché la polizia si rifiuta di riaprire il caso? E che fine hanno fatto i quaderni ai quali la
giovane vittima aveva affidato il resoconto della sua emozionante scoperta? Ma soprattutto, quale
misteriosa trasformazione è in atto nel corpo di Tory e dei suoi amici dal giorno in cui hanno raccolto un
cucciolo sottoposto a segretissimi esperimenti nei laboratori scientifici dell'isola?
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Danielle Stell, Le luci del sud, Sperling & Kupfer, 2011
Sono trascorsi dieci anni da quando Alexa Hamilton si è lasciata alle spalle Charleston per vivere a
New York, il più lontano possibile dal misero fallimento del suo matrimonio. Oggi, Alexa è una donna
felice: lavora come avvocato nel prestigioso ufficio del procuratore e ha trovato la serenità insieme con
Savannah, la figlia diciassettenne che ha cresciuto da sola e che ama più di se stessa. Ma tutto
cambia il giorno in cui le viene affidato il caso di Luke Quentin, accusato di aver ucciso diverse giovani
donne. Mentre Alexa si prepara al processo, decisa a incastrare Quentin, Savannah riceve alcuni
inquietanti messaggi. Poche righe, e una minaccia troppo grande per essere ignorata. In un attimo,
Alexa vede crollare la nuova vita che si è faticosamente costruita, e si trova sul punto di perdere la
cosa più preziosa di tutte: sua figlia. Per proteggerla da chi vuole farle del male, Alexa è costretta così
alla scelta più difficile: cercare rifugio nel posto che aveva cercato disperatamente di dimenticare,
Charleston. E proprio lì, a casa dell'ex marito, nel luogo in cui ha conosciuto le lacrime e l'umiliazione
del tradimento, Alexa scoprirà che anche le vecchie ferite possono guarire. E che il passato si può
dimenticare. Dalle strade frenetiche di Manhattan alle atmosfere magiche della Carolina del Sud, una
storia di affetti smarriti e ritrovati.
Andrea Molesini, Non tutti i bastardi sono di Vienna, Sellerio 2010
Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro,
intorbidate più che raffrenate dal senso, anch'esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora
signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30
ottobre 1918: siamo nell'area geografica e nell'arco temporale della disfatta di Caporetto e della
conquista austriaca. Nella villa vivono i signori: il nonno Guglielmo Spada, un originale, e la nonna
Nancy, colta e ardita; la zia Maria, che tiene in pugno l'andamento della casa; il giovane Paolo,
diciassettenne, orfano, nel pieno dei furori dell'età; la giovane Giulia, procace e un po' folle, con la sua
chioma fiammeggiante. E si muove in faccende la servitù: la cuoca Teresa, dura come legno di bosso e
di saggezza stagionata; la figlia stolta Loretta, e il gigantesco custode Renato, da poco venuto alla villa.
La storia, che il giovane Paolo racconta, inizia con l'insediamento nella grande casa del comando
militare nemico. Un crudo episodio di violenza su fanciulle contadine e di dileggio del parroco del
villaggio, accende il desiderio di rivalsa. Un conflitto in cui tutto si perde, una cospirazione patriottica in
cui si insinua lo scontro di psicologie, reso degno o misero dall'impossibilità di perdonare, e di separare
amore e odio, rispetto e vittoria.
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Anthony E. Zuicker, Moonlight mile, Piemme, 2011
Ti ricordi di me?" Così la voce al telefono si rivolge al detective Patrick Kenzie svegliandolo nel cuore
della notte. Una voce di donna. Nessuna presentazione, nessun giro di parole. Solo un imperativo, che
suona come una minaccia: "L'hai trovata una volta. Trovala di nuovo. Me lo devi". Forse un incubo, si
dice il detective al risveglio. Se ne scorderà presto, pensa. Invece il mattino dopo lei è lì, sulle scale
della metropolitana, ad aspettarlo. Un volto segnato dal tempo e dalla mano dura del destino. Un volto
che Kenzie aveva sperato di non vedere più. Perché, dodici anni prima, la stessa donna gli aveva
chiesto di trovare sua nipote: una bambina di nome Amanda, scomparsa nel nulla. Lui e la sua partner,
Angie Gennaro, l'avevano ritrovata restituendola alla madre, che beveva e la trascurava, e sbattendo
in carcere i rapitori: persone che non volevano farle del male, bensì darle una famiglia stabile e
serena. Un caso strano, in cui i colpevoli non coincidevano con i cattivi, e la cui soluzione non era
stata un lieto fine. Un caso che Kenzie si era sempre portato dentro con angoscia. Per questo ora che
Amanda, ormai diciassettenne, pare essere scomparsa di nuovo, il detective non può tirarsi indietro.
La sua ricerca sarà per lui e Angie l'inizio di un viaggio nel cuore di un mercato squallido, dove
adozioni, identità e raccolte di fondi sono oggetto di traffici illeciti. Un mondo dove il bene può
assumere i contorni del male, e il male quelli del bene.
Eraldo Baldini, L’uomo nero e la bicicletta blu, Einaudi, 2011
Il fratellino furbo riesce sempre a fargli fare brutta figura. Il papà vende bestiame e sogna Marilyn, ma
affari non ne fa. Il nonno, reduce di guerra, ha sempre il fucile in mano. La mamma sforna crostate
buonissime e riesce a far vivere con dignità la famiglia sempre più povera. Lui vive in un mare di storie e
inventa mille lavori per comprarsi un giorno l'oggetto dei suoi sogni. Poi arriva Allegra, bella e diversa, e
Gigi sente finalmente che anche lui può conquistare la Luna... La bellezza e l'amore, il male e il dolore
irrompono insieme nella sua vita. E quel meraviglioso 1963 diventa l'anno in cui tutto cambia. Per
sempre. Un romanzo che svela il passaggio misterioso e crudele dalla luce dorata dell'infanzia, come
una porta che si chiude. E insieme ne mantiene lo splendore.
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Irene Nemirovsy, Il vino della solitudine, Adelphi, 2011
"Il vino della solitudine" è il più autobiografico e il più personale dei romanzi di Irene Némirovsky: la
quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l'elenco delle sue opere sul retro del quaderno di
"Suite francese", accanto a questo titolo scriveva: "Di Irene Némirovsky per Irene Némirovsky". Non
sarà difficile, in effetti, riconoscere nella piccola Hélène, che siede a tavola dritta e composta per
evitare gli aspri rimproveri della madre, la stessa Irene; e nella bella donna che a cena sfoglia le riviste
di moda appena arrivate da Parigi in quella noiosa cittadina dell'impero russo - e trascura una figlia
poco amata per il giovane cugino, oggetto invece di una furente passione - quella Fanny Némirovsky
che ha fatto dell'infanzia di Irene un deserto senza amore. Hélène detesta la madre con tutte le sue
forze, al punto da sostituirne il nome, nelle preghiere serali, con quello dell'amata istitutrice, "con una
vaga speranza omicida". Verrà un giorno, però, in cui la madre comincerà a invecchiare, e Hélène
avrà diciott'anni: accadrà a Parigi, dove la famiglia si è stabilita dopo la guerra e la rivoluzione di
ottobre e la fuga attraverso le vaste pianure gelate della Russia e della Finlandia, durante la quale
l'adolescente ha avuto per la prima volta "la consapevolezza del suo potere di donna". Allora sembrerà
giunto alfine per lei il momento della vendetta. Ma Hélène non è sua madre - e forse sceglierà una
strada diversa: quella di una solitudine "aspra e inebriante".
Mimmo Gangemi, La signora di Ellis Island, Einaudi, 2010
È il 1902 e molti italiani partono a cercare fortuna in America. Anche Giuseppe, ventun anni, figlio
maggiore di una famiglia contadina dell'Aspromonte, lascia tutto quello che ha e attraversa l'oceano,
con la promessa di tornare. Sbarcato a Ellis Island, non supera le visite di controllo e viene isolato in
attesa di essere rispedito indietro. Ma gli appare una signora vestita d'azzurro e con un bimbo in
braccio, che gli spalanca le porte dell'America. Dopo cinque anni nell'aria viziata delle miniere e delle
fonderie, Giuseppe torna in Calabria. La convinzione di aver ricevuto un miracolo lo scorta per l'intera
vita e guida ogni sua decisione. L'incontro con la signora di Ellis Islnd cambia inaspettatamente le sorti
di tutta la famiglia.
clicca qui per prenotare il libro
Anne Holt, L’Unico figlio, Einaudi, 2011
In un gelido e ostinatamente plumbeo febbraio norvegese, l'arrivo di un ragazzino in un orfanotrofio
alle porte di Oslo è causa di grande scompiglio. Il dodicenne Olav infatti, sottratto alla patria potestà,
pare infinitamente più adulto e cattivo degli altri compagni, e tutti i tentativi di pacificarlo sembrano
fallire. Quando Agnes Vestavik, la direttrice dell'orfanotrofio, viene trovata nel suo ufficio, uccisa con
un coltello da cucina, e Olav è scomparso, probabilmente dopo aver assistito al delitto, Hanne
Wilhelmsen, appena nominata soprintendente di polizia, decide di occuparsi del caso. Cosa che la
porterà a scendere per le strade di Oslo, tra il peggior degrado ma anche nell'umanità più
dolorosamente viva.
Christopher Isherwood, La violetta del Prater, Adelphi, 2011
Il cinema ha un suo modo di affrontare i tempi più difficili, che da sempre consiste nel proporre agli
spettatori i più facili fra i soggetti possibili. Così nella Londra degli ultimi anni Trenta, mentre tutti si
preparano all'inevitabile, un volitivo produttore, Chatsworth, ritiene sia il momento giusto per mettere in
cantiere un'operetta vagamente mitteleuropea, di quelle che vanno parecchio anche a Hollywood nello
stesso periodo. Chatsworth è altresì sicuro che "La violetta del Prater" sbancherà il botteghino, ma a
due condizioni: che a dirigerlo sia il più talentuoso e paranoide fra i registi immigrati disponibili, Friedrich
Bergmann, e che a scriverlo sia il giovane sceneggiatore più brillante su piazza - Christopher
Isherwood. Quanto segue è semplicemente la storia veridica (come il suo doppio narrativo, Isherwood
prima della guerra aveva effettivamente lavorato alla Gaumont) e non resistibile (a volte, si sa, i making
of sono cinema allo stato puro) di come un film nasce e si trasforma, e soprattutto di come a ogni giorno
di lavorazione rischia, nei modi spesso più folli e sgangherati, la catastrofe. Per John Boorman, questo
piccolo gioiello semidocumentario era il più bel libro in circolazione sul rapporto fra il cinema
immaginario e quello reale; per qualsiasi lettore, sarà quantomeno un'appassionante parafrasi della
lapidaria definizione che Bergmann, in un momento di franchezza, largisce a Christopher: "Sa che cos'è
un film? Semplice è una macchina infernale."
clicca qui per prenotare il libro
Mariapia Veladiano,La vita accanto, Einaudi, 2011
Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre l'ha rifiutata dopo il parto, suo padre è un inetto. A
prendersi cura di lei, la zia Erminia, il cui affetto però nasconde qualcosa di terribile, e la tata
Maddalena, affettuosa e piangente. Ma Rebecca ha mani bellissime e talento per il piano. Grazie
all'anziana signora De Lellis, Rebecca recupera un rapporto con la complessa figura della madre,
scoprendo i meccanismi perversi della sua famiglia. E nella musica trova un suo modo singolare di
riscatto, una vita forse possibile. La Veladiano racconta senza sconti l'ipocrisia, l'intolleranza, la
crudeltà della natura, la prevaricazione degli uomini sulle donne, l'incapacità di accettare e di
accettarsi, la potenza delle passioni e del talento.
Fred Vargas, La cavalcata dei morti, Einaudi, 2011
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse
è stato un ragazzo di banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli
arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal medioevo. C'è un cadavere,
sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera furiosa. Ovvero la cavalcata dei
morti, che trascinano con sé anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa
Lina ha visto la Schiera. È solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti più spaventosi di
una antica, cupa credenza?
clicca qui per prenotare il libro
Herta Muller, Oggi avrei preferito non incontrarmi, Feltrinelli, 2011
Sono convocata. Giovedì alle dieci in punto." Una giovane donna senza nome, in una città rumena, un
appuntamento obbligato e temuto con i servizi segreti del regime di Nicolae Ceausescu. Durante il
tragitto in tram per presentarsi all'interrogatorio, immagini e figure della vita attraversano la mente della
protagonista: l'infanzia in una cittadina di provincia e il desiderio semierotico da lei provato per il padre,
il primo matrimonio con un uomo che "non era capace di picchiarmi e perciò si disprezzava", i racconti
strazianti del nonno sulla deportazione. E poi la giovane amica Lilli, uccisa da una sentinella alla
frontiera con l'Ungheria mentre tentava di fuggire dal paese; e Paul, le sue giornate e le sue notti
trascorse fin troppo spesso nell'alcol, ma anche i momenti di felicità vissuti insieme a lui, come bagliori
fuggevolmente accesi. Tutto si affaccia alla memoria e si intreccia al presente, agli interrogatori e alle
vessazioni, all'angoscia quotidiana e agli stratagemmi con cui il pensiero cerca tenacemente di non
soccombere. Con questo romanzo Herta Müller ci offre un'esplorazione toccante e magistrale su come
la dittatura arrivi a impadronirsi di ogni fibra dell'umano.
Enrico Brizzi, Gli psicoatleti, Dalai, 2011
Intenzionati a celebrare degnamente i centocinquant'anni dell'Unità nazionale, quattro amici si portano
in Alto Adige per intraprendere un grande viaggio a piedi alla volta della Sicilia. Il gruppo procede lungo
strade e sentieri della provincia italiana, capaci di portare in dono volti, storie e accenti sempre diversi, e
intanto fioriscono i segnali che indicano come inevitabile un appuntamento fatale al quale i nostri
sarebbero lieti di sottrarsi. Sponsor dell'iniziativa è la rediviva Società Nazionale di Psicoatletica, la più
antica organizzazione del Paese consacrata ai viaggi a piedi; la storia dei conflitti che hanno lacerato
nei decenni la società, e l'Italia stessa, finirà per porre domande dimenticate, esercitando un'influenza
diretta sugli eventi dell'odierna impresa. Nel libro che conclude la trilogia dedicata ai viaggi a piedi,
Enrico Brizzi ci regala un ritratto dell'Italia di oggi e di sempre, e una grande avventura. Spalla a spalla
con il narratore, il posato logista Cesare Maggi, il funambolico Max Montefiori e il Longobardo Elvio, il
lettore va incontro alle domande senza tempo con le quali ogni uomo, prima o poi, è costretto a fare i
conti: tappa dopo tappa, i camminatori si ritrovano a sondare i misteri che regolano l'amore e l'amicizia,
il legame con il proprio passato e con la propria terra.
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Martin Cruz Smith, Le tre stazioni, Einaudi, 2010
Su un treno espresso diretto a Mosca la giovanissima Maya, quindici anni, e la figlioletta di sole tre
settimane viaggiano su uno squallido vagone in classe supereconomica, quando un soldato ubriaco
tenta di violentare la ragazza. Soccorsa da un'amabile vecchietta, la ragazza si accorge al suo
risveglio da un sonno drogato che l'anziana è scomparsa portandosi via la sua bambina. Nel
frattempo, alla stazione d'arrivo, in piazza Komsomol - un'area popolata da ogni tipo di malavitosi,
prostitute, bambini mendicanti e drogati - viene ritrovato il cadavere di una giovane prostituta.
Incaricato delle indagini, l'ispettore Arkady Renko capisce che i due casi sono collegati e riconducono
a un chiacchierato oligarca russo.
Karin Fossum, Al lupo, al lupo, , 2011
In un tranquillo paesino norvegese due genitori, vedendo la loro bimba placidamente addormentata
nella carrozzina, decidono di lasciarla sul retro della casa a finire il sonnellino. Ma quando tornano fuori
per vedere se si è svegliata si trovano di fronte a uno spettacolo atroce: il corpicino è immerso in una
pozza di sangue. La disperata corsa in ospedale ha un epilogo sconcertante: la piccola è illesa, non ha
nemmeno un graffio. Lo scherzo di un folle? L'ispettore Sejer, chiamato a indagare, ha un brutto
presentimento, e infatti quella stessa sera trova un biglietto sotto la porta: L'inferno comincia adesso. Le
macabre burle continuano per tutta l'estate: un malato terminale riceve la visita dei becchini; una madre
viene convocata all'ospedale per un presunto incidente della figlia; una ragazzina con la passione dei
conigli se ne ritrova uno di peluche crocefisso sulla porta; un'altra viene aggredita e umiliata. E ancora,
e ancora. La gente è confusa, turbata, e nell'animo di ciascuno comincia a nascere un'oscura
inquietudine. Pazientemente, Sejer tesse il filo che collega ogni episodio, arrivando a tracciare un
identikit dell'anonimo attentatore. Ma ormai il clima di insicurezza ha scatenato forze inarrestabili e il
lupo, tante volte evocato, è piombato sul gregge...
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Antonin Varenne, Sezoine suicidi, Einaudi 2011
Il tenente Guerin è sempre stato un poliziotto un po' speciale. Misantropo, figlio di una prostituta che lo
ha lasciato da poco orfano, vive tutto solo in un appartamento immerso nel caos, con l'unica
compagnia di uno stravagante pappagallo che accoglie l'arrivo dei rari ospiti con vere e proprie
esplosioni di turpiloquio. Ma Guerin è anche uno sbirro di prim'ordine, onesto fino al midollo e poco
incline ai compromessi. Proprio per questo è stato spedito a dirigere la sezione suicidi della Surété. Un
esilio ben poco dorato, nel quale sembra condannato all'inattività. Fino a quando Parigi viene
sconvolta da una serie di morti spettacolari e sospette. Le "vittime" si sono tolte la vita nude e in
pubblico, quasi seguissero tutte un medesimo, misterioso rituale. Con l'aiuto di Nichols, uno psicologo
americano figlio di hippy che vive in una tenda nelle campagne francesi, Guerin si avvia lentamente a
scoprire la verità, tra mille ostacoli, con la coscienza che dietro quelle morti c'è qualcuno pronto a
muovere tutte le leve del potere, pur di non essere scoperto.
Tomas Pynchon, Vizio di forma, Einaudi, 2011
California, inizio anni Settanta. Doc Sportello, investigatore privato con una passione smodata
per le droghe e il surf, viene contattato da una vecchia fiamma, Shasta, che gli rivela l'esistenza
di un complotto per rapire il suo nuovo amante, un costruttore miliardario. L'investigatore non fa
neanche in tempo ad avviare le sue indagini che si ritrova arrestato per l'omicidio di una delle
guardie del corpo del costruttore, il quale è intanto sparito, come pure Shasta. Sembrano le
premesse del più classico dei noir, ma ben presto le coincidenze piú strane si accumulano e il
mistero si allarga a macchia di leopardo. Doc inciampa così in collezioni di cravatte con donnine
discinte, in falsi biglietti da venti dollari con il ritratto di Richard Nixon, in un'associazione di
dentisti assassini nota come Zanna d'Oro, che è però anche il nome di un sedicente cartello
indocinese dedito al traffico di eroina.
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Mario Desiati, Ternitti, Nord, 2011
È il 1975. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il
padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l'eternit, promessa di ricchezza per
migliaia di emigranti. Per Mimì quelli al Nord sono gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e
le persone. Ma anche quelli della passione segreta per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già corrose
dall'amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo, un istante d'amore... Anni
Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Ha una figlia adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma
accanto a loro non ci sono uomini, per Arianna non c'è un padre. Madre anticonformista e leale,
compagna indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna fino alla soglia
dell'ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una donna che sa parlare con le proprie
inquietudini e paure ma anche - ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano guardare al futuro senza piegarsi mai. "Ternitti" in dialetto significa anche tetto, e il destino vorrà che
questa parola sia il sigillo di una vita intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì
saprà riscattare la sua gente e forse anche il suo amore. La vicenda di un popolo tenace, la tragedia
del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e la fierezza di una donna: tutto si compone
con la semplice necessità delle umane cose in un romanzo luminoso e maturo.
Antonio Skarmeta, Un padre da film, Einaudi, 2011
Il padre di Jacques è partito per la lontana e misteriosa Parigi, lasciando in Cile la moglie e il figlio. È da
questo abbandono che prende l'avvio il nuovo romanzo di Skàrmeta che è la storia di un'assenza quella appunto del padre e di una sofferenza: quella della madre, una donna bella e scolpita nella
malinconia, irrigidita nel suo dolore "come se una folata di vento gelido l'avesse spenta". Ed è infine la
storia del microcosmo in cui vivono gli indimenticabili personaggi che fanno da contorno alla vicenda del
protagonista: il mugnaio Cristian, gran bevitore di vino rosso e che sa cose che gli altri non sanno;
Augusto Gutiérrez, l'alunno che vuole a tutti i costi iniziarsi alla vita perdendo la propria verginità nella
vicina città di Angol; Teresa ed Elena, le provocanti e disinibite sorelle di Jacques, strizzate nei loro
jeans all'ultima moda. E proprio ad Angol, mentre aspetta che arrivi l'ora di apertura del bordello,
Jacques scoprirà la verità sul passato e i suoi misteri...
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Nicole Krauss, La grande casa, Guanda, 2011
Nell'inverno del 1972, a New York, Nadia vive reclusa in una casa vuota, a fare i conti con la solitudine
dopo un abbandono e con le difficoltà del suo mestiere di scrittrice. L'incontro di una sola notte con un
giovane poeta cileno le cambierà la vita: lui decide di lasciarle in prestito i suoi mobili e di tornare in
Cile, dove verrà inghiottito dalle carceri di Pinochet. A Nadia resta in eredità un'enorme scrivania,
dotata di diciannove piccoli cassetti, uno dei quali impossibile da aprire. E quando dopo venticinque
anni riceve la telefonata di quella che si presenta come la figlia del poeta, Nadia si rende conto di non
volersi separare da qualcosa che è diventato parte integrante della sua identità. Si tratta, forse, della
stessa scrivania su cui da sessant'anni un antiquario di Gerusalemme sta cercando di mettere le mani,
nel tentativo di ricostruire pezzo dopo pezzo lo studio di suo padre, saccheggiato dai nazisti a
Budapest in una notte del 1944. E per un periodo sembra essere appartenuta anche a un'altra
scrittrice, Lotte Berg, fuggita a Londra dalla Germania nazista: solo alla fine della loro vita insieme il
marito di Lotte, un professore universitario inglese, capisce di non aver mai conosciuto a fondo la
donna che ha amato di un amore struggente, e che proprio in quei cassetti nascondeva un terribile
segreto
Patrick Dennis, Intorno al mondo con zia Mame, Adelphi, 2011
Partendo per l'Oriente col piccolo Michael, Mame aveva promesso di tornare in tempo per la riapertura
delle scuole, e qualcuno aveva fatto finta di crederle. Ma sono passati due anni, e della strana coppia
nessuna notizia, se non qualche salutino entusiastico sul retro di una cartolina, regolarmente inviata dai
luoghi più incantevoli del pianeta. Pegeen è fuori di sé, ma Patrick le dice di non preoccuparsi: zia
Mame gira il mondo meglio di chiunque altro. Tu come lo sai, gli chiede Pegeen. Perché ho viaggiato
con lei, prima della guerra. Ah. Questo Patrick lo aveva taciuto, ma adesso, per tranquillizzare Pegeen,
lo racconta - rivelando come, sotto i suoi occhi, Mame e Vera abbiano più o meno distrutto le Folies
Bergère, e poi gettato lo scompiglio in una compassata e filonazista famiglia britannica molto vicina alla
Corte, e squassato dalle fondamenta, che si ritenevano piuttosto solide, il regolare andamento di una
fattoria collettiva nella Russia sovietica. Via via che la linea tratteggiata delle rotte di Mame e Patrick
copre metà del globo, e le etichette si accumulano sulle valigie, Pegeen forse non si tranquillizza, ma
comincia a ridere, ridere, ridere. Come del resto ridiamo anche noi, arrivando a intuire di quante
lunghezze Mame riesca a staccare, col suo celebre motto, il presidente Mao: perché sì, la rivoluzione delle teste, delle abitudini, dei conformismi - può essere adesso; e sì, può essere, anzi deve, un pranzo
di gala.
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Alyson Noel, Night star, Fanucci, 2011
I migliori amici a volte possono diventare i peggiori nemici, quando conoscono tutti i tuoi segreti e le
tue debolezze. Ever è ancora alle prese con i capricci di Haven, la sua ex migliore amica, che la
incolpa della morte di Roman; non importa quanto lei cerchi di convincerla che si è trattato solo di un
incidente, la sua furia non ha limiti ed è così determinata che vuole vendicarsi distruggendo Damen ed
eliminando Jude dalla propria strada. E inoltre sta per mettere insieme i tasselli di un puzzle che può
causare la loro rovina, soprattutto per il fatto che nel passato di Damen si nasconde un terribile segreto
che getta nuova luce sulla sua relazione con Jude: è una verità così oscura e brutale che potrebbe
essere sufficiente a separare i due ragazzi una volta per tutte. Per vincere la sfida con Haven, Ever
dovrà prima chiedere a sé stessa se l'unica strada percorribile sia condannare la sua ex amica al buio
dell'eternità, e soprattutto capire se apprendere la verità sul passato di Damen rappresenti davvero la
chiave di volta del loro futuro insieme. Ever e Damen sono alle prese con prove sempre più
impegnative per salvare il loro amore e vincere le imprevedibili sfide che si affacciano sul loro futuro.
Chiara Moscardelli, Volevo essere una gatta morta, Einaudi, 2011
C'è chi nasce podalica e chi nasce gatta morta. Chiara è nata podalica. Forse aveva già intuito che la
sua vita non sarebbe stata una passeggiata... Che sarebbe sempre rimasta in piedi al gioco della sedia,
o con la scopa in mano al gioco della scopa. E se la sarebbe dovuta vedere con chi invece è nata gatta
morta. La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non fa battute divertenti, sta in disparte, non
esprime opinioni. Ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il
suo ragazzo con gli amici, non si concede mai al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo:
il matrimonio. Chiara l'ha studiata per una vita. E ha capito che contro di lei non ci sono armi. Una
catena di disavventure buffe e grottesche segnano il ritmo del libro: un attacco di colite notturna sul bus
diretto in Chiapas che nasconde zapatisti, una corsa sulle montagne russe con le chiusure di sicurezza
difettose, o il ragazzo dei sogni puntualmente rubato da un'amica gatta morta...
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Joyce Carol Oates, Doppio nodo, Bompiani, 2011
In questo thriller psicologico, Joyce Carol Oates costruisce un intreccio serrato intorno alla figura di un
serial killer e alle persone che vengono colpite, e trasformate, dai suoi crimini. Persone come Matt
McBride. Matt aveva appena finito la scuola superiore quando il corpo mutilato della prima vittima,
un'adolescente molto popolare, venne scoperto ai margini dei Pine Barrens, nel New Jersey. Anche se
la conosceva appena, Matt aveva provato da allora un profondo senso di colpa per non essere riuscito
a impedire quella atrocità.. Ora, un'altra giovane donna è scomparsa, e Matt conosce anche lei. E
forse, anche più intimamente di quanto non sia disposto ad ammettere. A poco a poco, viene
sopraffatto da un'ossessione che non riesce né a comprendere né a controllare. Il suo matrimonio, in
apparenza felice, inizia a vacillare, mentre il suo strano comportamento gli attira i sospetti della
polizia... Incatenato al mistero della donna scomparsa, Matt percorrerà il labirinto dei suoi ricordi sino a
confrontarsi non solo con il terribile assassino, ma anche con la sua coscienza sepolta. L'autrice ha
pubblicato questo romanzo utilizzando lo pseudonimo di Rosamond Smith
.
Andrea Vitali, La leggenda del morto contento, Garzanti, 2011
È il 25 luglio 1843, una mattina d'estate senza una nube e con una luce che ammazza tutti i colori. Due
giovani in cerca d'avventura salpano su una barchetta con tre vele latine. Dal molo di Bellano, li segue
lo sguardo preoccupato del sarto Lepido: non è giornata, sta per alzarsi il vento. L'imbarcazione è presto
al largo, in un attimo lo scafo si rovescia. Un'imprudenza. Una disgrazia. Ma la tragedia crea un
problema. A riva viene riportato il corpo dell'irrequieto Francesco, figlio di Giangenesio Gorgia, ricco e
potente mercante del paese. Il disperso è Emilio Spanzen, figlio di un ingegnere che sta progettando la
ferrovia che congiungerà Milano alla Valtellina. Due famiglie importanti. Bisogna a tutti i costi trovare un
colpevole. Per la prima volta, Andrea Vitali risale il corso del tempo verso l'Ottocento, per raccontare un
altro squarcio della sua Bellano. Ritroviamo così l'eco della dominazione austriaca, con i notabili e i
poveracci, gli scapestrati e le bisbetiche, le autorità e gli ubriaconi... Tra lacrime e sorrisi, "La leggenda
del morto contento" racconta una storia di padri e di figli, di colpevoli e di innocenti, di giustizia e di
malagiustizia: ottocentesca, ma solo in apparenza
.
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Tullio Avoledo, Un buon posto per morire, Einaudi, 2011
Alzando gli occhi al cielo non si vede, eppure è lì. Il Sole Nero. Il Distruttore. Fra trenta giorni se ne
accorgeranno tutti, ma allora sarà troppo tardi. Pochissimi sanno cosa sta per accadere: politici,
industriali e finanzieri, vertici religiosi e militari. Ogni gruppo di iniziati al segreto trama ai danni degli
altri, con un proprio obiettivo... Ma esiste una speranza. Secoli fa qualcuno ha creato uno strumento
per opporsi a questa diabolica cospirazione. Un Gioco di codici ed enigmi pensato per addestrare in
segreto i Salvatori dell'Umanità, adeguandolo alle tecnologie delle diverse epoche. Tocca a due
estranei, Leo e Claire, un uomo e una donna feriti e disperati, e ignari del pericolo, raccogliere la sfida.
E cercare di fermare il conto alla rovescia verso il Giorno del Giudizio, costi quel che costi. Alleandosi
anche con il diavolo. Perché il mondo, dopotutto, è un buon posto per vivere.
Gianni Biondillo, I materiali del killer , Guanda, 2011
L'ispettore Ferraro è tornato. È tornato da una città che non ha mai capito, Roma, dove ha lasciato il
commissario Elena Rinaldi, un'altra storia andata male. È tornato al commissariato di Quarto Oggiaro,
solo e sconfitto, e dopo tre anni in trasferta deve ricominciare da capo. Con la barba incanutita, una
nuova casa, la figlia Giulia in piena preadolescenza e Lanza trasferito a Bruxelles. Poi c'è il lavoro: una
rapina in villa, con un epilogo tragico. Morto il rapinatore, uno zingaro, e morto il padrone di casa. Una
vera rogna. E il solito Comaschi lì a fare battute idiote. Nello stesso momento, a Lodi, una rocambolesca
evasione dal carcere finisce in un bagno di sangue. Una carneficina con mistero: l'evaso è un nero di
piccolo calibro, come si spiega il commando malavitoso allestito per liberarlo? Chi è davvero Towongo
Haile Moundou? Ironia del destino, a questa domanda dovrà trovare risposta proprio Elena Rinaldi. In
un frenetico inseguimento da nord a sud attraverso un'Italia oppressa da un cielo plumbeo - con assolati
squarci di un'Africa arsa da un sole crudele e desertico - Gianni Biondillo disegna con questo romanzo
la mappa dettagliata e cupa di una nazione senza memoria. Un noir contemporaneo che scava nelle più
grandi paure dell'Italia di oggi e ci restituisce un paesaggio preciso e puntuale del nostro Paese. Senza
mai perdere di vista la speranza.
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Peter Aspe, La quarta forma di Satana, Fazi, 2011
Quarto episodio della serie che ha come protagonista Pieter Van In, il poliziotto più scontroso del
Belgio, appassionato di belle donne e di birra Duvel, sul punto di diventare padre quando è chiamato a
occuparsi di morti più che sospette e di crimini oscuri. Una giovane donna, Trui Andries, viene trovata
cadavere in un canale di fronte alla propria casa. Di lì a poco, il suo fidanzato si getta dal quarto piano
dell'ospedale psichiatrico dove è stato ricoverato per aver tentato di uccidere la madre. Van In fatica a
credere alla tesi del doppio suicidio. Tanto più che un giovane orfano - ladro e tossicodipendente -, di
cui Trui si è occupata tempo prima, rivela che loro tre avevano appena tagliato i ponti con una
misteriosa setta satanica. Quando poi un attentato mortale all'uscita della messa dalla chiesa di SintJakob, in pieno centro di Bruges, provoca la morte di otto persone, Van In, convinto che i fatti siano
legati tra loro, brancola nel buio. A coronare il tutto, mentre la sua compagna Hannelore sta per
portare a termine la gravidanza, il capo della polizia gli impone la presenza di un'affascinante
giornalista, incaricata di una inchiesta sui rapporti tra gendarmeria e polizia...
Paolo Nori, La meravigliosa utilità del filo a piombo, Marcos Y Marcos, 2011
Cosa ci vuole per scrivere? Magari è un problema di braghe. Se ti sei macchiato le braghe e quelle che
ti ha prestato tuo fratello sono troppo grandi, ti scendono, finisce che passi il tempo a tirarle su. Se le
braghe cinesi che hai comprato per cinque euro alla bancarella ti sembrano strane, non fai che guardare
come ti stanno in tutte le vetrine e gli specchi. E non ti resta il tempo di tirar fuori il taccuino per scrivere
quello che vedi. Ecco, per scrivere, è meglio stare nelle proprie braghe. E dove si scrive? A casa tua,
accerchiato da boscaioli che potano alberi con la motosega mentre tu cerchi di concentrarti, e ti fanno
venire un nervoso che va ancora bene che non succede niente di brutto. Su treni che procedono con
andamento che da dentro sembra rettilineo e uniforme, e a casa di Flavio, con le voci che ti chiamano
dalla strada, e scopri che ce l'hanno proprio con te. E cosa si scrive? Si scrive dei bicchieri infrangibili,
che avevano quel nome presuntuoso e così bello, e cosa avrà fatto il primo che ha visto un bicchiere
infrangibile andare in mille pezzi, avrà telefonato a qualcuno? Si scrive di canzoni che in Italia non
canteresti nemmeno se ti pagassero, e che in Unione Sovietica in cucine strettissime davanti a una
vodka due cetrioli e un pane nero le canti con tanto piacere che quasi vorresti diventassero l'inno
nazionale. Poi si prendono tanti treni, si va dove ci chiamano, si legge ad alta voce con leggero accento
emiliano."
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Elsebeth Egholm, Il danno, Einaudi, 2011
Arhus, Danimarca. Meno di trecentomila abitanti e tutti i problemi delle metropoli occidentali. Come
quando, una sera, alla discoteca Showboat la tensione è altissima perché a un gruppo di immigrati è
stato negato l'ingresso. Diete fiuta lo scoop e accorre, ma al porto non la aspetta solo il caos del
locale. Dietro un container c'è il cadavere di una ragazza, coi segni di un taglio cesareo. Chi è? Chi
l'ha lasciata morire dissanguata? Diete indaga e insieme all'amico poliziotto John Wagner, tra
hackeraggi, incidenti d'auto, effrazioni, combattimenti clandestini e telefonate anonime, scopre un
traffico di bambini, prostitute e ragazzi senza futuro. E in un finale claustrofobico, scoprirà anche che il
colpevole di tanto danno può essere la persona più insospettabile.
Alicia Gimenez-Bartlett, Dove nessuno ti troverà, Sellerio, 2011
Anni Cinquanta del secolo scorso. Lucien Nourissier, psichiatra di Parigi studioso di menti criminali,
prende contatto con un giornalista spiantato di Barcellona, Carlos Infante, autore di un servizio sulla
Pastora. Donna e uomo, partigiana e bandito, datasi alla macchia per connaturata estraneità ai legami
umani, accusata di ogni genere di delitto, per anni braccata invano dalla ferocia della Guardia Civil del
Generale Franco, fu realmente protagonista di imprese ardite e divenne un personaggio della leggenda
popolare. Il medico parigino e il giornalista barcellonese sono due opposti temperamenti, idealista il
primo, cinico e venale l'altro, raffinato borghese il francese, grossolano e abituato ad arrangiarsi lo
spagnolo. Ma Nourissier riesce a convincere Infante, in cambio di danaro, a buttarsi sulle tracce della
Pastora, per squarciare la cortina del suo enigma, svelarne finalmente la natura, le motivazioni, il
destino. La ricerca segue i sentieri selvaggi già percorsi dalla bandita; entra nelle cittadine e nei villaggi
di pietra antica dove aveva trovato odio ma anche complicità; fruga nei segreti di comunità ermetiche e
diffidenti. Il rischio per i due è mortale: finire nelle mani della Guardia Civil, che occulta perfino il nome
della ribelle, oppure restare in un fosso con un coltello in petto, per una parola in più, per uno sgarbo
non calcolato.
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Liza Marklund, Freddo sud, Marsilio, 2011
A Marbella, l'intera famiglia di Sebastian Sòderstrom, idolo svedese di hockey sul ghiaccio, viene
sterminata da un attacco con il gas a opera di una banda di rapinatori. Una tragedia che sconvolge la
comunità straniera di ricconi e celebrità, che si godono le meraviglie della Costa del Sol protetti da alte
mura e sofisticati sistemi d'allarme. Annika Bengtzon raggiunge la Spagna come inviata della Stampa
della sera, lasciandosi per qualche giorno alle spalle a Stoccolma la sua faticosa routine di casalavoro-bambini, complicata dall'imminente divorzio da Thomas e da un nuovo superiore che la
perseguita in redazione. Mentre la polizia spagnola è pronta ad archiviare il caso, lei si convince che i
Sòderstrom non siano morti per l'errore di qualche ladro anonimo: qualcuno ha progettato di ucciderli.
Vulnerabile e testarda, Annika cerca la verità in un ambiente dove i segreti vengono custoditi per
generazioni: al di là delle sontuose facciate, trova un mondo parallelo di corruzione e droga, che un filo
di sangue lega a uno sperduto podere della Svezia. Liza Marklund costruisce la nuova inchiesta della
sua reporter Annika Bengtzon basandosi su fatti reali, e dà vita a un thriller che fa emergere gli abissi
della cosiddetta società bene.
Alexander McCall Smith, Pratiche applicazioni di un dilemma…, Guanda, 2011
Isabel Dalhousie, filosofa e investigatrice, è ormai soprattutto una mamma premurosa, attenta alle
esigenze del suo piccolo Charlie, di un anno e mezzo. Ma Isabel non può tirarsi indietro quando c'è da
aiutare un'amica, Stella Moncrieff, il cui marito Marcus non osa più nemmeno uscire di casa, depresso e
in preda alla vergogna. Medico specializzato in malattie infettive, Marcus è accusato di aver causato con un parere errato su un nuovo farmaco - la morte di un paziente, e rischia così di perdere carriera e
cattedra universitaria. È assolutamente necessario che Isabel ne sappia di più, anche perché
l'assistente del dottor Moncrieff sembra nutrire un notevole astio nei suoi confronti... E poi c'è da gestire
la gastronomia (e soprattutto il complicato commesso Eddie) della nipote Cat, partita per una vacanza, e
non manca anche una piccola crisi di coppia con Jamie, che la trascura per nuove amicizie. E
naturalmente ci sono i consueti dubbi filosofici e la Rivista di etica applicata. Insomma, certo non ci si
annoia nella Edimburgo della nostra intelligente e affascinante protagonista...
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Biblioteca San Martino in rio
Orari di apertura VALIDO TUTTO L’ANNO
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Lunedì……14.30 – 19.00
Martedì…..14.40 – 19.00
Mercoledì..9.00 -13.00
Giovedì…..14.30 – 19.00
Venerdì…..9.00 – 13.00
Sabato……9.00 - 12.30
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