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Diapositiva 1 - Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia

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Diapositiva 1 - Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia
BIBLIOTECA
SAN MARTINO IN RIO
ULTIMI ACQUISTI
Narrativa italiana e straniera
Fondare biblioteche è come
costruire ancora granai
pubblici, ammassare riserve
contro l'inverno dello spirito
che da molti indizi, mio
malgrado, vedo venire.
M. Yourcenar
© salvioli luca, biblioteca s.martino in rio
Niccolò Ammaniti, Io e te, Einaudi, 2010
Barricato in cantina per trascorrere di nascosto da tutti la sua settimana bianca, Lorenzo, un
quattordicenne introverso e un po' nevrotico, si prepara a vivere il suo sogno solipsistico di felicità:
niente conflitti, niente fastidiosi compagni di scuola, niente commedie e finzioni.
Il mondo con le sue regole incomprensibili fuori della porta e lui stravaccato su un divano, circondato di
Coca-Cola, scatolette di tonno e romanzi horror. Sarà Olivia, che piomba all'improvviso nel bunker con
la sua ruvida e cagionevole vitalità, a far varcare a Lorenzo la linea d'ombra, a fargli gettare la
maschera di adolescente difficile e accettare il gioco caotico della vita là fuori.
Con questo racconto di formazione Ammaniti aggiunge un nuovo, lancinante scorcio a quel paesaggio
dell'adolescenza di cui è impareggiabile ritrattista.
E ci dà con Olivia una figura femminile di fugace e struggente bellezza.
Andrea Camilleri, La moneta di Akragas, Skira, 2011
406 a.C. Dopo un lungo assedio Akragas si arrende ai Cartaginesi. La città viene distrutta.
1909. La scoperta in un campo di una piccola moneta d'oro, unica al mondo, preziosissima. Per
l'emozione il dottor Stefano Gibilaro, medico condotto di Vigata, cade da cavallo.
Comincia così una storia che si dipana con risvolti inaspettati, tragici ed esilaranti, tra le campagne di
Vigata e la Messina distrutta dal terremoto, fino all'imprevedibile conclusione.
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Robert Ludlum, La preda di Bourne, Rizzoli, 2011
Tutto quello che Jason Bourne ricorda di lei è un corpo che precipita dalle scale di un tempio balinese.
Holly Marie è morta così, e adesso all'ex agente della CIA resta solo l'anello che l'assassino aveva
cercato di rubarle: una piccola fascia d'oro che reca incisa al suo interno un'iscrizione in una lingua
dimenticata.
Chi ha ucciso Holly Marie voleva impossessarsene a ogni costo. Ma perché? Per scoprirlo, Bourne
deve tornare a Bali e trovare il modo di decifrare la misteriosa iscrizione.
Sull'isola, però, lo attende la profezia dello sciamano che già una volta, in passato, gli ha salvato la
vita: entro l'anno Jason Bourne morirà per cercare di proteggere una persona che ama.
Ora Bourne ha i giorni contati per restituire un senso ai suoi ricordi, perché è l'anello la chiave che può
consentirgli di sciogliere l'ultimo nodo, quello decisivo, sul suo passato.
Ma un nemico infinitamente più potente di lui, una setta con affiliati in tutto il mondo, gli dà la caccia;
pronta a tutto pur di mettere le mani sul gioiello.
E sul terribile segreto che esso custodisce da millenni.
Giuseppe Pederiali, Il ponte delle sirenette, Garzanti, 2011
Abbandonata a sette anni sul Ponte delle Sirenette, ospite dell'orfanotrofio delle Stelline, adottata e
ridotta in schiavitù, ragazza-madre, prostituta in via Fiori Chiari... La vita non ha sorriso alla bella Sirena,
almeno fino all'incontro con Delio Tessa, l'avvocato autore di poesie dialettali splendide e cattive, che la
salva dal manicomio di Mombello e dall'accusa di avere venduto la figlioletta. Sirena riesce a rifarsi una
vita che culmina nell'incontro con Ignazio, enigmatico ebreo in fuga, apparso il giorno di Ferragosto del
1943, durante un bombardamento, con due valigie piene di libri che celano qualcosa di molto prezioso...
Toccherà a un'altra Sirena, negli anni Sessanta, svelare i segreti più nascosti, con l'aiuto di Beppe
Pedroni, giornalista innamorato di lei e della sua maniera di cantare le poesie di Tessa sul palcoscenico
dei cabaret.
La bambina sparita, il tesoro di Ignazio, la genìa delle sirene: il passato torna a lampi e illumina, riscalda
ma anche rischia di bruciare il presente della giovane donna, attrice e cantastorie nella Milano dei giorni
frenetici del boom e delle notti magiche con Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Luciano Bianciardi, Giorgio
Strehler... Un romanzo lungo mezzo secolo, con due protagoniste più forti del destino e della storia
scritta dagli uomini.
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Ken Follett, La caduta dei giganti, Mondadori, 2010
I destini di cinque famiglie si intrecciano inesorabilmente attraverso due continenti sullo sfondo dei
drammatici eventi scatenati dallo scoppio della Prima guerra mondiale e dalla Rivoluzione russa.
Tutto ha inizio nel 1911, il giorno dell'incoronazione di Giorgio V nell'abbazia di Westminster a Londra.
Quello stesso 22 giugno ad Aberowen, in Galles, Billy Williams compie tredici anni e inizia a lavorare
in miniera. La sua vita sembrerebbe segnata. Amore e inimicizia legano la sua famiglia agli
aristocratici Fitzherbert, proprietari della miniera e tra le famiglie più ricche dInghilterra. Lady Maud
Fitzherbert, appassionata e battagliera sostenitrice del diritto di voto alle donne, si innamora
dell'affascinante Walter von Ulrich, spia tedesca all'ambasciata di Londra. Le loro strade incrociano
quella di Gus Dewar, giovane assistente del presidente americano Wilson. Ed è proprio in America
che due orfani russi, i fratelli Grigorij e Lev Pevkov, progettano di emigrare, ostacolati però dallo
scoppio della guerra e della rivoluzione.
Dalle miniere di carbone ai candelabri scintillanti di palazzi sontuosi, dai corridoi della politica alle
alcove dei potenti, da Washington a San Pietroburgo, da Londra a Parigi il racconto si muove
incessantemente fra drammi nascosti e intrighi internazionali. Ne sono protagonisti ricchi aristocratici,
poveri ambiziosi, donne coraggiose e volitive e sopra tutto e tutti le conseguenze della guerra per chi
lo fa e per chi resta a casa
Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli, Malastagione, Mondadori, 2011
Nel bosco di castagni che domina Casedisopra, minuscolo paese dell'Appennino tosco-emiliano, se ne
sta appostato in attesa della preda il vecchio Adùmas, montanaro con un nome da romanzo (il padre,
appassionato dei Tre moschettieri, lo ha chiamato come l'autore, un certo A. Dumas...). Non è un
bracconiere di professione, Adùmas, ma ogni tanto prende la doppietta e va nel bosco. È il brùzzico, il
crepuscolo, e Adùmas ha appena bevuto qualche sorso di grappa, giusto per ingannare l'attesa, quando
poco lontano spunta una bestia come non ne ha mai viste e come nessuno ne vedrà più. Il dito gli si
congela sul grilletto e in un attimo la bestia fugge via. Non c'è grappa o crepuscolo che tenga: davanti ai
suoi occhi è appena comparso un cinghiale con un piede umano tra le fauci. I paesani, convinti che il
vecchio abbia alzato troppo il gomito, sono subito pronti a schernirlo... Tutti, tranne Marco Gherardini,
detto Poiana, ispettore della Forestale che nonostante la sua giovane età sa bene quanti segreti possa
nascondere la terra scura sotto i castagni. E poiché anche un Forestale può occuparsi di delitti, quando
il crimine si fa largo nei suoi territori, Poiana comincia subito a indagare attorno al caso del cadavere
privo di un piede che forse giace in mezzo al bosco. Ma gli tocca scoprire subito che le relazioni e gli
affari tra i notabili del luogo creano un groviglio di interessi più pericoloso e inestricabile di un roveto.
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Luciana Littizzetto, I dolori del goivane Walter, Mondadori, 2010
Per noi la Jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il Walter
è come l'automobile: uno status symbol. Allora ecco che inventano la pomata che lo fa risvegliare di
colpo: da spinacio a zucchina in un nanosecondo. E per te maschio che soffri di caduta libera, che hai
il walter che fa bungee-jumping, c'è la calamita che te lo tira su come il ponte levatoio dei castelli. Senti
anche il rumore: sradadadadan... E poi c'avete sfrantecato con 'sta storia del vostro lato femminile.
Non ne possiamo più di vedere uomini che si depilano, tutti Ponzi Depilati. I maschi di oggi son tutti
senza peli come pesche noci. Certo, anche noi donne abbiamo i nostri sporchi trucchi.
Tipo il Virginity Soap, un sapone che serve a ricostruire la verginità. Se prima della insaponata la
vostra Jolanda era una autostrada a quattro corsie, dopo diventa una mulattiera. Se prima era una
saccoccia da grembiule, dopo diventa un'asola. Se prima era una nave scuola, dopo diventa una
gondola." Parlare di Walter e Jolanda è un modo per parlare del mondo. Luciana Littizzetto lo ha
capito.
Nelle sue pagine i nostri organi genitali diventano qualcosa di superiore, quasi metafisico: lo yin e lo
yan, i due assi cartesiani dell'universo.
E come per magia la comicità si allarga e diventa satira.
Camilla Lackberg, Il predicatore, Marsilio, 2010
Da più di vent'anni una dolorosa faida lacera la famiglia Hult: Ephraim, il predicatore che infiammava le
folle promettendo guarigione e salvezza, ha lasciato ai suoi discendenti un'eredità molto controversa. Il
peso del sospetto continua a gravare su un ramo del clan, coinvolto suo malgrado nella sparizione di
due ragazze risalente a molti anni prima.
Una vicenda che nel delizioso paesino di Fjallbacka, sulla costa occidentale della Svezia invasa dai
turisti per la bella stagione, torna a essere sulla bocca di tutti dopo l'omicidio di una giovane donna,
quando in una splendida gola naturale, sotto quel corpo martoriato, la polizia scopre anche i resti di due
scheletri.
La calda estate di Erica Falck e Patrik Hedstròm, che presto avranno un bambino, viene cosi sconvolta
da un'indagine che, in un'angosciosa lotta contro il tempo, cerca di sviscerare i meccanismi della
seduzione del potere, sfidando la malevolenza di una piccola comunità di provincia carica di segreti. In
questo secondo episodio della serie di Erica Falck, Camilla Lackberg si conferma maestra nel tessere
gli intrighi di una società chiusa, dove l'apparenza conta sopra ogni cosa e scoprire cosa accade
realmente nella vita degli altri si rivela un'impresa alquanto complessa.
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Guillaume Musso, La ragazza di carta, Sperling & Kupfer, 2011
In piena crisi di ispirazione, solo e senza un soldo, lo scrittore Tom Boyde non riesce a terminare il suo
ultimo romanzo.
Proprio quando tutto sembra perduto, nella sua vita entra Billie. Misteriosa e bellissima, compare
all'improvviso in una notte di pioggia, con una storia incredibile da raccontare.
Gli dice infatti di essere la protagonista del suo romanzo, caduta nel mondo reale da una frase che lui
ha lasciato in sospeso.
Se ora Tom non riprenderà a scrivere, lei morirà. Sembra assurdo, eppure... Eppure, Tom le crede.
Perché è già follemente innamorato. Insieme Billie e Tom affronteranno un'avventura straordinaria, in
cui nulla è ciò che sembra. E scopriranno che la vita, a volte, può essere un gioco pericoloso...
James Patterson, Il regista di inganni, Longanesi, 2011
Da quattro anni Kyle Craig, alias Mastermind, il più acerrimo nemico di Alex Cross, è rinchiuso nel
carcere di massima sicurezza di Florence, in Colorado.
Quattro anni di totale isolamento, a parte le visite del suo avvocato. Quattro anni passati a comportarsi
da detenuto modello, a covare odio, a ordire una trama di inganni. Perché Mastermind ha una lunga
lista di persone con cui pareggiare i conti... Intanto Washington è sconvolta da un nuovo, terribile serial
killer. La prima vittima è una famosa scrittrice, scaraventata giù dal terrazzo del suo elegante
appartamento, al cospetto di una folla attonita.
Prima di ucciderla l'assassino ha documentato con una telecamera le torture e le umiliazioni che le ha
inflitto. Questo infatti è il suo scopo: trasformare i suoi delitti in performance, uccidere per un pubblico,
perché il mondo sia il suo immenso teatro, dove mettere in scena l'orrore.
E questo è solo il primo di una lunga, agghiacciante serie di omicidi.
Per Alex Cross, che ha deciso di dedicarsi interamente alla professione di psicologo, e per la sua nuova
compagna, la detective Brianna Storie, la partita da giocare è doppia ed è una sfida mortale, senza
esclusione di colpi...
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Eric_Emmanuel Schmitt, La scuola degli egoisti, E/O 2011
Pubblicato la prima volta in Francia nel 1994, "La scuola degli egoisti" esce dalla fucina del miglior
Schmitt.
Un ricercatore di filosofia si imbatte nel nome di Gaspard Languenhaert, oscuro filosofo del Settecento
propugnatore di una singolare "filosofia dell'egoismo".
In base a tale dottrina il mondo non esiste in quanto fatto oggettivo, ma è semplicemente una
proiezione mentale dell'individuo. Le tracce storiche sul bislacco personaggio sono estremamente
scarse, sembra addirittura che nel tempo qualcuno le abbia fatte volutamente sparire, e il nostro
intraprende quindi una caccia per biblioteche, archivi e soffitte di castelli alla ricerca di documenti che
dimostrino la reale esistenza di Languenhaert e spieghino la sua arcana filosofia.
Attraverso le scoperte del ricercatore il lettore viene a conoscenza della strana dottrina dell'uomo che
affermava di essere l'unica entità realmente esistente, e della vita assurdamente comica da lui
condotta in un mondo che, sempre secondo la sua dottrina, non è "vero", ma deriva dalla sua mente. Il
tutto culmina in un finale a sorpresa che racconta come il mondo, negato dal filosofo, non abbia
conservato di quest'ultimo alcuna traccia.
Lene Kaaberbol, Agnete Friis, Il bambino nella valigia, Fazi, 2010
Copenaghen. Nina Borg è un'infermiera della Croce Rossa: lavora con i rifugiati, è abituata a situazioni
d'emergenza, a chiamate improvvise. Trascorre gran parte della sua esistenza in un mondo che i danesi
stessi vedono di rado; un mondo in cui ricatto, maltrattamenti, feroci rese dei conti costituiscono la
quotidianità. Un mondo nel quale i bambini spariscono ogni giorno, senza che nessuno ci faccia caso o
si chieda dove siano finiti, in quali mani, per quali scopi. Ma Nina non è capace di chiudere gli occhi;
non sa tracciare una linea fra la sua vita privata e quella lavorativa, separare le sue responsabilità
personali da quelle di chi le vive e le lavora accanto. Troppi fardelli per le sue esili, fragili spalle. Perché
Nina è una madre svagata, capace di dimenticare di andare a prendere i figli all'uscita di scuola; una
moglie assente, persa nelle sue improbabili missioni umanitarie. E che dunque annaspa, si confonde,
cade. Poi, un giorno, qualcosa avviene. Una sua collega le chiede di andare a ritirare una valigia in un
deposito bagagli. All'interno, rannicchiato, c'è un bambino di tre anni. Il piccolo miracolosamente è
ancora vivo, ma Nina sa che la sua sopravvivenza non potrà essere delegata ad altri, che le autorità si
limiterebbero a scaricare "la pratica" a un istituto. Smarriti entrambi tra le maglie di un enigma che li
sovrasta, isolati, braccati, il bambino e la donna sanno che la loro vita è appesa a un filo.
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Marco Malvaldi, Odore di chiuso, Sellerio, 2011
In un castello della Maremma toscana vicino alla Bolgheri di Giosuè Carducci, arriva un venerdì di
giugno del 1895 l'ingombrante e baffuto Pellegrino Artusi. Lo precede la fama del suo celebre "La
scienza in cucina e l'arte di mangiar bene", il brioso e colto manuale di cucina, primo del genere, con
cui ha inventato la tradizione gastronomica italiana. Ma quella di gran cuoco è una notorietà che non
gli giova del tutto al castello, dove dimora la famiglia del barone Romualdo Bonaiuti, gruppo
tenacemente dedito al nulla. La formano i due figli maschi, Gaddo, dilettante poeta che spera sempre
di incontrare Carducci, e Lapo, cacciatore di servette e contadine; la figlia Cecilia, di talento ma
piegata a occupazioni donnesche; la vecchia baronessa Speranza che vigila su tutto dalla sua sedia a
rotelle; la dama di compagnia che vorrebbe solo essere invisibile, e le due cugine zitelle. In più, la
numerosa servitù, su cui spiccano la geniale cuoca, il maggiordomo Teodoro, e l'altera e procace
cameriera Agatina. Contemporaneamente al cuoco letterato è giunto al castello il signor Ciceri, un
fotografo: cosa sia venuto a fare al castello non è ben chiaro, come in verità anche l'Artusi. In questo
umano e un po' sospetto entourage, piomba gelido il delitto. Teodoro è trovato avvelenato e poco dopo
una schioppettata ferisce gravemente il barone Romualdo. I sospetti seguono la strada più semplice,
verso la povera Agatina. Sarà Pellegrino Artusi a dare al delegato di polizia le dritte per ritrovare la
pista giusta.
Jan Wallentin, La stella di Strindberg, Marsilio, 2011
Le distese dell'Artico alla fine dell'Ottocento. Tre esploratori svedesi scompaiono dopo un avventuroso
viaggio in pallone. Sono in pochi a sapere che a bordo di quel pallone Nils Strindberg aveva con sé una
stella e una croce di origine sconosciuta. Ma nessuno sa dove sono finite.
Più di cento anni dopo, immergendosi in una vecchia galleria mineraria di una remota regione della
Svezia, un sommozzatore scopre un corpo che la miniera custodisce da lunghi anni, con il suo segreto:
una croce ansata che rappresenta il simbolo egizio della vita.
Potrebbe trattarsi dello stesso oggetto gelosamente conservato da Strindberg? Ma dove si nasconde la
stella?
Don Titelman, uno storico eccentrico esperto di miti e simboli religiosi, viene coinvolto e trascinato suo
malgrado nella ricerca dell'altra metà della chiave: braccato da una misteriosa e potente Fondazione
segreta, Titelman fugge attraverso l'Europa inseguendo l'antico mistero che lo porterà a ripercorrere le
tracce di Strindberg tra i ghiacci del Polo e a scoprire il vero scopo della sua spedizione.
clicca qui per prenotare il libro
Anthony E. Zuicker, Io ti troverò, Sprling & Kupfer, 2010
Caro Lettore di Level 26, Benvenuto nel mondo del digi-thriller. Voglio presentarti "lo ti troverò", il
secondo romanzo della serie Level 26, nel quale ritorna Steve Dark, il massimo esperto nell'analisi
della scena del crimine, che è riuscito a eliminare lo spietatissimo Sqweegel. Dark questa volta è sulle
tracce dell'Assassino dei Tarocchi, che ricompone i corpi delle sue vittime imitando le immagini sulle
carte: l'Appeso, il Matto, il Diavolo.
I delitti si susseguono implacabili, in base a un disegno sempre più preciso. Il killer sta lanciando un
messaggio, e solo Dark sembra in grado di interpretarlo.
Forse esiste un altro mostro come Sqweegel. E forse non è l'unico. Puoi scorrere questo digi-thriller in
tre modi: Puoi leggerlo dalla prima all'ultima pagina e goderti la suspense, come in qualsiasi altro
romanzo.
Ogni quaranta pagine trovi un codice che ti permette di accedere al sito www.level26.com, dove puoi
vedere un "cyber-bridge" - un breve filmato che dà seguito alla storia di Steve Dark. Puoi entrare nella
community Level26.com, per parlare del libro, dare un'occhiata al mio blog quotidiano, guardare foto e
video inediti, e così via. "lo ti troverò" non è solo un libro da leggere. È un'esperienza. Leggi, guarda,
naviga.
Bruno Arpaia, L’energia del vuoto, Guanda, 2011
È notte, su un'autostrada svizzera. Una macchina procede a velocità sostenuta, diretta a Marsiglia. A
bordo un uomo, Pietro Leone, funzionario dell'Onu a Ginevra.
Accanto a lui dorme il figlio Pietro, una console stretta tra le mani, i jeans a vita bassissima come ogni
adolescente che si rispetti. I due sono in fuga, da non si sa bene cosa.
La sola cosa che Pietro sa è che da giorni qualcuno sta tenendo sotto controllo i movimenti suoi e della
sua famiglia e che la moglie Emilia, ricercatore al Cern, è scomparsa da casa da qualche giorno.
La donna stava lavorando, con un gruppo di fisici spagnoli, a un rivoluzionario calorimetro per decifrare
le energie di fotoni ed elettroni...
clicca qui per prenotare il libro
Tommaso Pincio, Lo spazio infinito, Minimum fax, 2010
In un mondo alternativo terribilmente bello e malinconico, Jack Kerouac si prepara a passare nove
settimane nello spazio per conto della Coca-Cola Enterprise. Marilyn Monroe fa la commessa in una
libreria. Il tirannico Arthur Miller si è comprato una casa sulla cascata dove vive con sua moglie, la
triste e bellissima Norma Jeane. Qualche conto sembra in effetti non tornare.
Norma e Marilyn non dovrebbero ad esempio essere la stessa meravigliosa ragazza, colei che illuminò
i desideri di milioni di persone accendendo una luce nelle stanze più buie degli animi maschili?
Ambientato durante gli anni Cinquanta, "Lo spazio sfinito" è popolato dai personaggi del nostro
immaginario collettivo (oltre a Kerouac, Marilyn e Miller c'è Neal Cassady, e il giovane Holden...), i
quali però, attraverso le loro vicende di solitudine, desiderio, amicizie infrante, cuori spezzati e vite da
ritrovare, si rivelano paurosamente simili a noi.
Sophie Hannah, Non è un gioco, Garzanti, 2011
Londra. Sembra solo un gioco tra innamorati: "Raccontami la cosa più brutta che hai fatto". Stesa sul
letto accanto a Aidan, il suo nuovo fidanzato, Ruth esita. Sa cosa significa sbagliare ed essere puniti per
questo. Il suo passato nasconde un errore inconfessabile, che l'ha quasi distrutta. Ma ora è pronta a
ricominciare, è convinta che Aidan sia l'uomo della sua vita. Ma la confessione del ragazzo è come un
fulmine a ciel sereno. Ha ucciso una donna, tanti anni prima. Si chiamava Mary Trelease. Ruth è senza
parole. L'idea che Aidan abbia potuto uccidere qualcuno la terrorizza, certo. Eppure c'è qualcosa che la
sconvolge ancora di più. Perché lei conosce benissimo Mary Trelease. E Mary Trelease è viva e vegeta.
Aidan sta mentendo oppure la sua mente gli sta giocando un brutto scherzo? Solo la polizia può
scoprirlo. A occuparsi del caso è Charlotte Zailer, detta Charlie, sergente della polizia locale.
La donna non ha dubbi: la versione di Ruth è piena di incongruenze, come anche quella di Aidan.
I due fidanzati nascondono segreti atroci e oscuri, segreti che forse dovrebbero rimanere sepolti. Ma
adesso è troppo tardi. E quando la violenza erompe di nuovo, Charlie capisce che non c'è alternativa,
bisogna partire dall'inizio, dalle origini di quel gioco troppo pericoloso che ha portato a un incubo
peggiore della morte.
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Murakami Haruki, I salici ciechi e la donna addormentata, Einaudi, 2010
Scritti e pubblicati in Giappone nell'arco di oltre un ventennio, i racconti che compongono questa
raccolta ci offrono, nella estrema varietà di ispirazione, lunghezza e stile che li caratterizza, un
affascinante campionario delle tematiche e delle atmosfere che troviamo nei grandi romanzi di
Murakami. Dalla leggerezza di brevi episodi come "II tuffetto" e "Splendore e decadenza delle
ciambelle a cono", condotti sul filo della comicità e dell'assurdo, passiamo alla nostalgica, eppure
lucida rievocazione di ricordi autobiografici nel racconto "II folclore dei nostri tempi" e in quello che dà
titolo al volume, "I salici ciechi e la donna addormentata", entrambi basati sull'esperienza giovanile dei
mitici anni Sessanta. L'angoscia di scoprire sotto l'apparente trasporto verso qualcuno un senso di
repulsione ispira "Granchi", mentre "I gatti antropofagi" porta alla luce l'angoscia dell'uomo che per
scelta ha dato alla sua vita una svolta irreversibile, rinunciando a tutto ciò che aveva creduto di amare.
Altrove ("Lo specchio2, "Storia di una zia povera", "Nausea 1979", "L'uomo di ghiaccio"), troviamo
l'irruzione del fantastico nella vita quotidiana, mentre ne "II settimo uomo" il tema dell'errore di gioventù
che condiziona, e rovina, la vita intera di una persona, è introdotto da una di quelle visioni folgoranti
con cui lo scrittore sa rappresentare l'orrore di una tragedia
John Fante, Bravo, Burro!, Einaudi, 2010
È la storia, allegra e toccante, di un bambino e del suo asinelio coraggioso. E di una formidabile
alleanza che permetterà di ricondurre al suo recinto un meraviglioso toro da combattimento e redimere
un padre alla deriva.
Ambientata in un Messico da favola, bonario e festevole, trafelato e pittoresco e, in fondo, anche un po'
"italiano", in origine avrebbe dovuto servire da base per un episodio di It's All True, il grande progetto
cinematografico interrotto di Orson Welles, e fu scritta da Fante in collaborazione con lo sceneggiatore
Rudolph Borchert e arricchita dalle illustrazioni di Marilyn Hirsh.
Un Fante "diverso", in apparenza. In realtà, un testo che più fantiano sarebbe difficile immaginare:
centrato, come nella saga di Bandini, sul difficile rapporto tra padre e figlio, e di pieno umorismo, di
commovente umanità.
clicca qui per prenotare il libro
Marco Lodoli, Italia, Einaudi, 2010
Una famiglia italiana uguale a tante altre e diversa da tutte. Trent'anni di illusioni e paure raccontati
dalla cameriera Italia, arrivata a casa Marziali da un misterioso Istituto dov'è stata formata per
compiere al meglio la sua missione: vegliare sulla famiglia accompagnandone nell'ombra l'esistenza.
E come sfogliare un album dove le foto sono incollate in fretta e a volte sono staccate, una collezione
di immagini precise eppure leggermente sfocate, come se il tempo le consumasse dall'interno
togliendo loro ogni possibilità di bloccare gli attimi. La famiglia Marziali cerca di restare in posa,
immobile nella serenità, ma colpe antiche e smanie recenti la agitano di continuo. Il padre ingegnere è
un reduce della Repubblica Sociale Italiana, vorrebbe dimenticare molte cose ma non può; la madre,
bella e distante, teme la vita, se ne protegge, fino a scivolare nell'assenza. E i figli sono tre discese
che fuggono via dalla morsa della realtà: Tancredi entra nei gruppi terroristici dell'estrema destra, nella
Roma degli anni di piombo; Giovanni sceglie l'arte come soluzione al problema dell'esistenza, ma le
parole non lo salvano; Marianna ama senza tregua, ama e sogna e ogni volta cade, fino a farsi male, e
ogni volta si rialza. E Italia guarda e protegge tutti, spolvera e ascolta, cuce e aggiusta. Ma chi è
questa ragazza che sa tanto più degli altri, che sembra rispondere a un ritmo più lento e profondo, al
battito che precede e contiene ogni vita?
Andrea Bajani, Ogni promessa, Einaudi, 2010
Ogni sera Pietro si china sulla pancia di Sara per sapere se dentro c'è qualcosa che nasce, e ogni sera
lei aspetta di poter dare un nome al loro futuro insieme. Ma la speranza rimane un'attesa, e l'attesa
spacca tutto come una crepa nel muro. Fino a quando ogni cosa si sfalda e sul tavolo della cucina resta
soltanto un foglio, o meglio una bomba che si prepara a esplodere. "Telefonato tua madre, è morto
Mario". E poco sotto una domanda scritta di fretta: "Mario?" Mario è il nonno di Pietro, ma più che un
parente è lo scheletro nell'armadio di una famiglia. Tornato folle dalla campagna di Russia, vissuto
dentro una clinica eppure morto per tutti, per lui la guerra non è mai finita. Ora fa la sua comparsa
morendo per davvero. L'estate si apre quel giorno con un duplice addio, spalancata come una casa
vuota e piena di strade possibili. La prima è un viaggio a ritroso, con in tasca il peso di un segreto che
Pietro e Sara si sono nascosti tanto a lungo da non poterlo dimenticare. La seconda è un viaggio sul
Don, carico di tutte le storie che Mario non ha mai raccontato. Con una scrittura tesa e tersa fino alla
poesia, Andrea Bajani ci racconta la responsabilità e la difficoltà di ricordare. La memoria è una trama
forata, i fili si slacciano e si disperdono nell'ordito di una realtà vissuta al presente. Ma è proprio li, tra le
omissioni e le mancanze, che forse si annida un senso. Lungo quelle strade deviate, dove si affacciano
risposte impreviste a domande mal poste
clicca qui per prenotare il libro
Anna Maria Ortese, Mistero doloroso, Adelphi, 2010
Basta leggere le prime righe di questo racconto - dove si staglia la Napoli di fine Settecento, "raccolta
entro un silenzio incantato" e simile a uno "squisito villaggio" - per respirare l'aria lieve ed esaltante del
"Cardillo". E l'impressione di una stretta affinità fra i due testi diventa certezza non appena facciamo
conoscenza con la tredicenne Florida, che nel "diamante doloroso" del volto, di lunare bianchezza,
reca le stimmate degli esseri appartenenti a un mondo celeste e inviolabile, che forse vivono qui sulla
terra solo "per scommessa o per scherzo". Per di più Florida, così preziosa da sembrare irreale o
sovrumana, è il frutto della triste unione dello scultore belga De Gourriex con la fredda figlia del
guantaio don Mariano Civile, Ferrantina, che dopo la morte del marito e la rovina della prospera
azienda paterna si è ritirata in due stanzette sui fioriti gradoni di Chiaia. L'indubbia parentela col
"Cardillo", tuttavia, non deve trarre in inganno: benché rimasta inedita, la storia "un po' magica" di Fiorì
e del suo sconfinato amore per il pallido e assorto principe Cirillo, nipote del re storia, insieme, di
un'intesa che precede i loro incontri e la loro stessa nascita -, non è né un abbozzo né un semplice
incunabolo del romanzo: è un'opera compiuta, di fulgida bellezza. E il dolore che la pervade - "antico"
e "caro" come ciò che amiamo ed è già, da sempre, perduto - è destinato, non diversamente dalla
voce del Cardillo, a non lasciarci mai più.
Glenn Cooper, La mappa del destino, Nord, 2011
Per settecento anni è rimasto nascosto in un muro dell'abbazia.
Poi una scintilla ha scatenato un incendio e il muro è crollato. Stupito, l'abate Menaud sfoglia quel
volume impreziosito da disegni di animali e di piante. È scritto in codice, ma le prime parole sono in
latino: "Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho duecentoventi anni. E questa è la mia storia."
Per migliaia di anni è rimasto immerso nell'oscurità. Poi un'intuizione ha squarciato le tenebre.
Incredulo, l'archeologo Lue Simard cammina in quel grandioso complesso di caverne, interamente
decorate con splendidi dipinti rupestri.
E arriva all'ultima grotta, la più sorprendente, dove sono raffigurate alcune piante: le stesse riprodotte
nell'enigmatico manoscritto medievale... Per un tempo indefinibile è rimasto avvolto nel mistero. È stato
custodito da santi e da assassini, è stato una fonte di vita e una ragione di morte. Poi un imprevisto ha
rischiato di svelarlo agli occhi del mondo.
Spietati, gli abitanti di Ruac non hanno dubbi: i forestieri devono essere fermati. Perché la cosa più
importante è difendere il loro segreto. A ogni costo.
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Philip Roth, La controvita, Einaudi, 2010
Quale che sia il loro scenario, tutti i personaggi della "Controvita" si confrontano con l'incessante
tentazione di un'esistenza alternativa che possa ribaltare il loro destino. A illuminare queste vite in
transizione e a guidarci fra i suggestivi panorami del libro, familiari o alieni che siano, c'è la mente
dello scrittore Nathan Zuckerman. Sua è l'intelligenza scettica e avvolgente che calcola il prezzo da
pagare nella lotta per cambiare le sorti personali e dare un nuovo volto alla storia, che si attui in uno
studio dentistico di un quartiere residenziale del New Jersey o in un villaggio inglese improntato alla
tradizione nel Gloucestershire o in una chiesa del West End londinese o ancora in un minuscolo
insediamento israeliano nel deserto della West Bank occupata. "Il problema non consiste nell'"o/o",
nella scelta consapevole tra possibilità ugualmente difficili e incresciose: non è un "o/o", ma un
"e/e/e/e/e" e ancora "e". La vita è composta di "e": l'accidentale e l'immutabile, l'elusivo e l'afferrabile, il
bizzarro e il prevedibile, l'attuale e il potenziale, tutte realtà che si moltiplicano, si aggrovigliano, si
sovrappongono, entrano in collisione, si combinano tra loro, più il moltiplicarsi delle illusioni! Questo
moltiplicato per questo, moltiplicato per questo, moltiplicato per questo. Possibile che un essere
umano dotato di intelligenza non sia molto di più che un produttore di incomprensioni su larga scala?"
Enzo Bianchi, Ogni cosa alla sua stagione, Einaudi, 2010
Ora che avverto quotidianamente l'incedere della vecchiaia, la memoria mi riporta sovente ai luoghi in
cui ho vissuto..." dice Enzo Bianchi che parte con cuore, testa e memoria, alla ricerca di tutti i luoghi che
hanno suscitato in lui affetti e sentimenti, dove ha trascorso l'infanzia o che ha raggiunto viaggiando. E
noi partiamo con lui. Quelli che visitiamo sono angoli di mondo ma anche luoghi della vita e dell'anima.
Sono il Monferrato con le sue colline, i "bric", il paese con la sua comunità, le usanze, i proverbi,
l'esistenza grama, la fatica e i momenti di forte e gratuita solidarietà. Sono la cella del monaco, un luogo
da dove osservare il mondo, dove diventare consapevoli delle gioie e delle sofferenze e dove prendono
forma le parole con cui narrare qualcosa della vita. Un luogo in cui si ripropone sovente la domanda:
che ne è di noi? Perché questo viaggio, naturalmente, è anche un viaggio nel tempo, un viaggio nella
vita che scorre, nei giorni di un uomo e in quelli delle stagioni. Sono i giorni del focolare, passati a tavola
conversando insieme ai famigliari e all'ospite, gustando il cibo preparato con cura e bevendo il vino che
celebra e festeggia. Ma sono anche le vacanze di Natale, quando i bambini aspettavano la festa
preparando il presepe e la sera della vigilia il grande ceppo, elsùc 'd Nadàl, ardeva nel camino. Sono
tutti giorni che attraversano il tempo e fanno parte del nostro vivere: alcuni ci fanno soffrire, altri ci
rallegrano e ancora ci stupiscono.
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Vladimir Nabokov, Parla, ricordo, Adelphi 2010
Con la "particolare nitidezza" di qualcosa che si vede dall'altro capo di un telescopio, minuscolo ma
provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, Nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di
questo libro la sua fanciullezza nella "Russia leggendaria" precedente alla Rivoluzione, troppo perfetta
e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, sospingendo poi il
ricordo fino all'apparizione dello "splendido fumaiolo" della nave che lo avrebbe condotto in America
nel 1940. "Il dettaglio è sempre benvenuto": questa regola aurea dell'arte di Nabokov forse mai fu
applicata da lui stesso con altrettanta determinazione come in "Parla, ricordo". Qui l'ebbrezza dei
dettagli che scintillano in una prosa furiosamente cesellata diventa il mezzo più sicuro, se non l'unico,
per salvare una moltitudine di istanti e di profili altrimenti destinati a essere inghiottiti nel silenzio,
fissandoli in parole che si offrono come "miniature traslucide, tascabili paesi delle meraviglie, piccoli
mondi perfetti di smorzate sfumature luminescenti". Compiuta l'operazione da stagionato prestigiatore
itinerante, Nabokov riarrotola il suo "tappeto magico, dopo l'uso, così da sovrapporre l'una all'altra parti
diverse del disegno". E aggiunge: "E che i visitatori inciampino pure". Cosa che ogni lettore farà...
Andrea Camilleri, Giuseppe Dipasquale, Troppu trafficu ppi nenti, Mondadori, 2011
Immaginiamo una Messina in mezzo al Mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare:
esotica, viva, crocevia di magheggi, che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per
una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi che,
nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente
semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere
tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano, ed ecco che potremo anche credere, anche
solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford, sia potuto essere quel tale Michele Agnolo
Florio Crollalanza partito in fuga da Messina. Poiché non c'è nulla di più meravigliosamente siciliano che
il poter complicare, da un dato semplice, una vicenda fino a farla diventare surreale. Ecco, questo
'Troppu traffici ppi nenti' è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano,
che ama complicarsi l'esistenza in un continuo arrovugliarsi su se stesso."
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Benedetta Parodi, Benvenuti nella mia cucina, Vallardi, 2010
Il primo libro di ricette di Benedetta Parodi, "Cotto e mangiato" ha offerto a tutti la possibilità di cucinare
per gli altri, e per sé, piatti sani, veloci e molto facili da realizzare.
E molti lettori hanno confessato di avere consultato il libro non come un ricettario, quindi
saltuariamente, ma di averlo letto dall'inizio alla fine, proprio come si fa con una narrazione. Sono stati
quindi gli stessi lettori a suggerire e a chiedere all'autrice di aggiungere nel suo nuovo libro oltre alle
nuove ricette anche il racconto spontaneo dei suoi gesti e delle sue esperienze in cucina, di pensieri,
ricordi, piccoli fatti, emozioni e preoccupazioni familiari della vita di tutti i giorni.
La vita vera di una donna che lavora, che ha un marito e dei figli, nella quale facilmente si possono
riconoscere tutte le persone che la seguono con simpatia da anni.
Trascorriamo allora un anno intero in compagnia di Benedetta e prepariamo insieme a lei i piatti per
tutti i giorni e quelli per le ricorrenze speciali, con le sue ricette attente a utilizzare il più possibile i
prodotti di stagione, più saporiti e più economici!
Lucia Rizzi, Fate i bravi (10-15 anni), Rizzoli, 2010
Oggi i comportamenti tipici dell'adolescenza si presentano a un'età sempre più precoce. Già dai 10-11
anni i ragazzi, spesso, assumono un atteggiamento conflittuale, si chiudono nel mutismo, chiedono di
uscire da soli (magari di sera)... per non parlare dei casi di giovanissimi che abusano di alcol o droga.
Tutto questo fa, del periodo fra i 10 e i 15 anni, il più difficile in assoluto per genitori ed educatori.
Consapevole di ciò, Lucia Rizzi, propone questo nuovo libro su quella che definisce "l'età in bilico", in
cui i ragazzi sono un po' ancora bambini e un po' già adulti, mentre madri e padri sono combattuti fra il
desiderio che diventino grandi e l'istinto di continuare a proteggerli. In questa delicata fase di passaggio
basta adattare alla nuova età i suoi capisaldi: creare un clima sereno, rinforzare positivamente,
stimolare senso del dovere e responsabilità. Come sempre, Tata Lucia traduce la teoria in una serie di
miracolosi consigli pratici per fronteggiare ogni problematica che ci può porre un figlio adolescente: dalle
amicizie all'uso di Internet e del cellulare, dalle attività del tempo libero all'educazione sessuale, dalla
partecipazione al ménage domestico al rendimento scolastico. Lucia Rizzi svela i segreti per impostare
correttamente e nei tempi giusti il percorso verso un'autonomia piena. E in alcuni capitoli si rivolge
direttamente ai ragazzi, mettendosi nei loro panni, dando loro preziose indicazioni ed esortandoli: "Fate i
grandi!"
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Biblioteca San Martino in rio
Orari di apertura VALIDO TUTTO L’ANNO
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Lunedì……14.30 – 19.00
Martedì…..14.40 – 19.00
Mercoledì..9.00 -13.00
Giovedì…..14.30 – 19.00
Venerdì…..9.00 – 13.00
Sabato……9.00 - 12.30
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