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Diapositiva 1 - DEDIZIONI
Dipartimento Dipendenze Patologiche SerT Bitonto – Palo del Colle Società Italiana TossicoDipendenze La sigaretta elettronica aiuta realmente a smettere di fumare? Gaetano Deruvo Segretario Esecutivo SITD Neurologo, Dirigente Medico DDP ASL BA SerT Bitonto – Palo del Colle Matera, Sabato 16 Aprile 2016 Johan Cruyff: il Pelé bianco la Repubblica, 5 Aprile 2016 Johan Cruyff, 1947-2016 «Cruyff è morto per cancro del polmone da sigarette, come tanti altri fumatori come lui». La dipendenza da fumo di tabacco Il fumo di tabacco è la causa completamente prevenibile della più importante e diffusa malattia, la dipendenza da fumo di tabacco, che produce 5 milioni di morti all’anno per patologie complesse dei polmoni, del cuore e dei vasi, della cute e per molti tipi di tumore. In Italia, la mortalità attribuibile al fumo di tabacco è dell’ordine del 15% dei 560.000 decessi registrati ogni anno, pari a 70.000 morti (40.000 per neoplasia polmonare e BPCO; 10.000 per altri tumori legati al tabacco; 15.000 per malattie cardio-vascolari e 5.000 per altre malattie). La nicotina è il più importante alcaloide contenuto nelle foglie di tabacco, una solanacea originaria dell’America Centrale ma coltivata ora in tutto il mondo. L’uso per del tabacco in continua crescita,di soprattutto paesi in via dipassassero sviluppo, e laalla sua sigaretta assunzione «Se ipotesiè tutti i fumatori sigaretteneitradizionali avvienetabacco sempre più senza si precocemente. otterrebbe a breve una riduzione drastica del cancro polmonare che, nel tempo, diventerebbe una malattia rara» (Prof. Umberto VERONESI). Epidemiologia pratica …. Circa il 20% dei fumatori abituali sono affetti da dipendenza fisica alla nicotina, con sintomi di astinenza, di grado moderatograve (hardcore smokers), con punteggio 7-10 al test di Fagerstrom: anche quando motivati a smettere di fumare, non ci riescono senza supporto esterno. Il fumo di tabacco è, dopo l’ipertensione arteriosa, la più importante causa di morte. In Italia, nel 2015 dichiara di essere fumatore il 17% delle donne e il 25% degli uomini adulti: quindi, in totale 11 milioni di persone. È come se nel mondo, ogni giorno, precipitassero 140 aerei con 100 persone a bordo. Come se in Italia, ogni giorno, precipitassero 2 aerei con 100 persone a bordo. Chi di noi avrebbe più il coraggio di salire su un aereo? L’aumento connesso con il rischio da fumo si riduce quasi del tutto se si smette di fumare prima dei 40 anni, ma purtroppo la dipendenza da fumo di tabacco è molto difficile da vincere e solo il 5%-20% dei fumatori riesce a smettere, qualsiasi sia l’approccio seguito. A livello sociale la dipendenza da nicotina è sottovalutata in quanto la frequenza (rara, in quanto si tratta di una sostanza di facile reperimento) e l’intensità della crisi di astinenza non raggiungono la drammaticità di quelle provocate da sostanze come l’eroina e l’alcol. Questo ha prodotto la falsa convinzione che la nicotina abbia uno scarso potere additivo! In realtà, il tabacco è la sostanza che presenta di gran lunga la maggiore capacità di indurre dipendenza! Dipendenza tra i consumatori nel periodo 1990-1992 Agente Consumo (almeno una volta) % Dipendenza % Rischio di Dipendenza % Tabacco 75.6 24.1 31.9 Alcol 91.5 14.1 15.4 Farmaci illeciti 51.0 7.5 14.7 Cannabis 46.3 4.2 9.1 Cocaina 16.2 2.7 16.7 Stimolanti 15.3 1.7 11.2 Ansiolitici 12.7 1.2 9.2 Analgesici 9.7 0.7 7.5 Psichedelici 10.6 0.5 4.9 Eroina 1.5 0.4 23.1 Inalanti 6.8 0.3 3.7 Goodman & Gilman, Le basi farmacologiche della terapia, XII edizione, 2011 Disturbo da Uso di Tabacco nel DSM-5 A. Un pattern problematico di uso di tabacco che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro un periodo di 12 mesi: 1. Il tabacco è spesso assunto in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni. 2. Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso di tabacco. 3. Una gran parte del tempo è impiegata in attività necessarie a procurarsi o usare tabacco. 4. Craving, o forte desiderio o spinta all’uso di tabacco. 5. Uso ricorrente di tabacco, che causa un fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola, a casa (per es., interferenza con il lavoro). 6. Uso continuato di tabacco nonostante la presenza di persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti di tabacco (per es., discussioni con altri circa l’uso di tabacco). 7. Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa dell’uso di tabacco. 8. Uso ricorrente di tabacco in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso (per es., fumare a letto). 9. Uso continuato di tabacco nonostante la consapevolezza di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico, che è stato probabilmente causato o esacerbato dal tabacco. 10. Tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori: a) un bisogno di quantità marcatamente aumentate di tabacco per ottenere l’effetto desiderato; b) una marcata diminuzione dell’effetto con l’usodicontinuato della quantità tabacco. La diagnosi Disturbo da usostessa di tabacco neldiDSM-5 ha subito un allineamento dei criteri con quelli 11. manifestata da ciascuno dei seguenti fattori: la a) la caratteristica sindrome da dei Astinenza, Disturbi da Uso di Sostanze (il DSM-IV includeva diagnosi di dipendenza da astinenza nicotina b) il di tabacco nicotina) viene assunto per attenuare o evitare sintomi di astinenza. ma da nontabacco; la diagnosi abuso(o dalanicotina). La dipendenza da fumo di tabacco Nel tabagismo coesistono due tipi di dipendenza: - una dipendenza di tipo «farmacologica», causata dalla nicotina; - ed una dipendenza di tipo «psicologicogestuale» che si esplica fisiologicamente e chimicamente attraverso una complessa interrelazione di neurotrasmettitori cerebrali coinvolti nei sistemi cosiddetti «di ricompensa». Concentrazione nel tabacco e farmacocinetica della nicotina Nel tabacco da sigaretta in genere è contenuto il 2%-2.5% di nicotina, in quello da sigari l’1.4% e in quello da pipa il 2%. Una sigaretta di normali dimensioni contiene attualmente circa 0.95 mg di nicotina. La nicotina non è l’unico alcaloide presente nel tabacco ma è associata ad almeno altre 4.000 sostanze, alcune ad attività nicotinica, altre con effetti minori e diversi, tra queste la nornicotina, l’anatabina e l’anabasina. La nicotina è una base debole (pKa=8) e l’assorbimento per via polmonare è molto efficiente: in 8-10 secondi la nicotina raggiunge nel cervello concentrazioni elevate, anche perché evita il passaggio attraverso la circolazione portale. Non vi sono differenze cinetiche tra l’assorbimento per via polmonare e l’iniezione per via venosa. La concentrazione plasmatica di nicotina in un fumatore medio è di 10-50 ng/ml, mentre quella del picco dopo un «tiro» di sigaretta può essere di 100 ng/ml. La nicotina assorbita si distribuisce rapidamente nei tessuti, tende ad accumularsi in quelli ricchi di lipidi e la concentrazione plasmatica si riduce notevolmente dopo 20 minuti in un non fumatore. L’emivita della nicotina è di 2 ore, mentre quella della cotinina (il suo maggior metabolita) è di circa 20 ore. Modello di concentrazioni plasmatiche e variazione giornaliera della dipendenza durante una giornata di fumo di sigaretta (the tobacco addiction cycle) La donna metabolizza la nicotina più rapidamente dell’uomo e il metabolismo è aumentato in gravidanza e se vengono assunti contraccettivi contenenti estrogeni. È necessario ricordare che la nicotina non solo passa nel feto, ma vi si concentra di più a causa del pH più acido del feto rispetto alla madre. Il meccanismo fondamentale con il quale si instaura e si mantiene la dipendenza è l’attivazione delle vie dopaminergiche meso-striatali attraverso la liberazione di dopamina nella shell del nucleus accumbens. Interventi efficaci di cessazione e prevenzione del fumo di tabacco RCT=Randomized Clinical Trial; (a) Astinenza a 24 settimane; (b) Astinenza a 52 settimane; (c) Astinenza a 6-12 mesi Astinenza da Tabacco, DSM-5, 2013 Sintesi delle revisioni sistematiche Cochrane Così eravamo quando nel 2003 il farmacista cinese Hon LIK ha inventato la sigaretta elettronica: «una terapia miracolosa per i fumatori che non riescono a smettere». EDITORIALE Apologia della sigaretta elettronica Gian Luigi GESSA La nicotina è la droga che induce un miliardo di persone ogni giorno ad accendere miliardi di sigarette ed inalarne il fumo pur sapendo che «il fumo uccide» cinque milioni di fumatori all’anno. Molti vogliono smettere, ma i loro tentativi –alla lunga- quasi sempre falliscono, nonostante i trattamenti farmacologici, psicologici e comportamentali. Prof. Gian Luigi GESSA Medicina delle Dipendenze, 11 Settembre 2013 Anatomia degli Electronic Nicotine Delivery Systems (ENDS) La tecnologia che sta alla base degli ENDS (sistemi elettronici di somministrazione della nicotina) è semplice e si basa su tre elementi essenziali: una batteria, un vaporizzatore/atomizzatore ed una cartuccia contenente il liquido da vaporizzare. Fisiologia degli Electronic Nicotine Delivery Systems (ENDS) Il meccanismo di funzionamento delle sigarette elettroniche prevede che all’attivazione del dispositivo, il filamento presente nel vaporizzatore – grazie ad un collegamento con la pila – raggiunga rapidamente una temperatura che può variare dai 50 °C ai 250 °C. In questo modo, il liquido contenuto nella cartuccia, che impregna un tessuto posto attorno al filamento, può assumere la forma gassosa. Il gas, poi, raffreddandosi, assume la forma di micro-goccioline che simulano il fumo di sigaretta e che vengono inalate. A rigore, non si tratta di vapore ma, piuttosto, di aerosol e, per descrivere questo processo, viene adottato il termine «vaping», in italiano tradotto in «vapare» o «svapare». Sballo 2.0: lo spinello elettronico! The Cochrane Collaboration 2014 La Cochrane Collaboration ha effettuato una revisione ed una meta‐analisi degli studi effettuati, alla ricerca di prove empiriche relative, da un lato, alla efficacia della sigaretta elettronica come ausilio per smettere di fumare e raggiungere un’astinenza a lungo termine, dall’altro lato all’esistenza di effetti avversi associati al consumo. Dei 600 studi esaminati, sono stati selezionati 29 studi campionari, 11 studi longitudinali e 2 trial randomizzati controllati che hanno La sigaretta elettronica con nicotina aiuta i fumatorivalutato a smettere fumare a lungoelettronica termine se e di quanto la sigaretta meglio della sigaretta elettronica senza nicotina, ma con l’affidabilità bassa, per cuidi nicotina dei è risultati efficace èper smettere è necessario che questi risultati vengano confermati.fumare. Le conclusioni sono le seguenti: La sigaretta elettronica con nicotina sembra essere di aiuto, per i fumatori che non riescono a smettere di fumare, a ridurre il consumo di sigarette rispetto alla sigaretta elettronica senza nicotina e rispetto ai cerotti. Anche per questo risultato è opportuno mantenere un atteggiamento di cautela per i limiti degli studi effettuati. L’uso a breve termine di sigaretta elettronica non presenta apprezzabili rischi per la salute. Perché la e-cig funziona lì dove l’altra nicotina non funziona? Le varie formulazioni di prodotti per la NRT (terapia sostitutiva della nicotina) come le gomme da masticare, i cerotti transdermici, gli spray nasali, le tavolette sublinguali, ecc., sono tamponati a pH basico per facilitare l’assorbimento della nicotina. La concentrazione di nicotina nel sangue sale lentamente e raggiunge il plateau in 30 minuti. Prof. Riccardo POLOSA Ordinario Medicina Interna Università di Catania Direttore Scientifico LIAF Lega Italiana Anti-Fumo Considerato l’Autore più produttivo al mondo nel campo della ricerca applicata alla sigaretta elettronica Sei mesi di uso regolare di e-cig di seconda generazione hanno reso possibile una riduzione del consumo di tabacco di almeno la metà in un buon 30% dei partecipanti, passando da una media di 25 a 6 sigarette al giorno, e addirittura il 36% dei fumatori nello studio ha smesso del tutto di fumare. Di questi, un buon 15% non utilizzava più neanche la sigaretta elettronica a fine studio. «Inoltre, studi condotti nei nostri centri antifumo hanno dimostrato che la sigaretta elettronica è efficace anche dal punto di vista psicologico perché diminuisce gli stati di ansia e lo stress tipici dei fumatori di sigarette convenzionali». Consentire l’uso delle sigarette elettroniche per valutarne il rischio Il fumo di sigaretta è la prima causa conosciuta di cancro: il solo tumore del polmone provocato dal tabacco uccide 2 milioni di persone all'anno nel mondo, di cui 40.000 in Italia, senza contare le morti per altri tumori legati al fumo, o per danni cardiocerebrovascolari. La sigaretta è quindi da considerare, per il peso di morte precoce, malattia, disabilità e dolore che porta ovunque si diffonde, una calamità sociale peggiore di una guerra o di qualsiasi epidemia che abbia colpito l'umanità. «Considerati i milioni di cittadini che moriranno per fumo nel prossimo futuro, che senso ha sprecare anni per scoprire i possibili rischi collaterali del vapore della sigaretta elettronica, che sono sicuramente meno gravi del rischio certo del fumo della sigaretta tradizionale, invece di sperimentare subito quella che si prospetta come soluzione ad uno dei più gravi problemi della salute pubblica mondiale?» si chiede Sarewitz. Come sottolinea anche Sarewitz su Nature, «c'è una sproporzione enorme tra un'ipotesi di rischio collaterale e la certezza di provocare un cancro del polmone». La formaldeide nascosta negli aerosol delle sigarette elettroniche Le sigarette elettroniche producono più formaldeide delle sigarette normali e i fumatori «elettronici» rischiano il cancro 15 volte in più rispetto ai consumatori di tabacco. La formaldeide è una sostanza cancerogena e uno dei più diffusi inquinanti «interni», in quanto utilizzata nelle produzioni di manufatti, rivestimenti e schiume isolanti. Oltre all’elevato tasso di incidenza di leucemia e cancro al naso e alla gola, questo gas incolore è in grado di interferire anche con i legami tra DNA e proteine. I ricercatori hanno scoperto che vaporizzare 3 milligrammi di liquidi per sigarette elettroniche ad alto voltaggio può generare 14 milligrammi di formaldeide. Una quantità che un fumatore di tabacco inalerebbe dopo venti pacchetti di sigarette! Si tratta del primo – e al momento unico – studio al mondo che si prefigge di analizzare l'efficacia e la sicurezza a lungo termine dell'utilizzo delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare. L’indagine, infatti, ha una durata prevista di 5 anni (sarà completata nel 2019), ma vista la generale carenza di dati in proposito, gli Autori hanno deciso di pubblicare i dati a 12 mesi che, pur essendo preliminari, offrono indicazioni interessanti. L’indagine ha riguardato, per la prima volta, un vasto campione di fumatori (959) con diverse abitudini: 236 fumatori di e-cig (tutti ex-fumatori), 491 tabagisti tradizionali e 232 fumatori di entrambi i tipi di sigarette. A distanza di 12 mesi, il 61,9% di coloro che avevano smesso di fumare sigarette tradizionali ed erano passati a quelle elettroniche perseverava nell’astinenza dal tabacco. Inoltre, il 20,6% dei tabagisti tradizionali e il 22% di coloro che fumavano entrambi i tipi di sigarette avevano raggiunto l’obiettivo dell’astinenza. La ricerca ha mostrato che, alla fine dei primi 12 mesi di follow-up, il 46,2% degli e-smokers continuava a fumare solo sigarette elettroniche; il 15,7% aveva abbandonato qualunque tipo di sigaretta (per un totale del 61,9% che, quindi, perseverava nell’astinenza dal tabacco tradizionale); il 27,5% era ricaduto nel fumo tradizionale e il 10,6% aveva anch’esso avuto una recidiva in tal senso pur continuando a fumare anche le e-cig. Tra i fumatori tradizionali, il 77,6% continuava nelle sue abitudini; il 13,7% aveva smesso di fumare; il 6,9% aveva smesso, ma era passato alle sigarette elettroniche; l’1,8% aveva cominciato a fumare solo e-cig. Infine, tra i fumatori di entrambi i tipi di sigarette, il 53,5% aveva abbandonato le e-cig, ma non le sigarette classiche; il 24,6% continuava a fumare entrambe; l’11,6% aveva smesso del tutto; il 10,3% aveva abbandonato le sigarette tradizionali, ma non quelle elettroniche. La sigaretta elettronica non serve probabilmente per smettere di fumare, tutt’al più può essere un’alternativa per gli ex fumatori a non tornare a fumare sigarette. La sigaretta elettronica aiuta realmente a smettere di fumare? Oppure è soltanto un diverso modo di essere dipendenti dalla nicotina? Apologia della sigaretta elettronica Gian Luigi GESSA In conclusione, la sigaretta elettronica è un’invenzione straordinaria per salvare la vita di quei fumatori che non vogliono o non possono smettere di assumere nicotina. Non è uno strumento ideale per smettere di fumare perché ha tutte le caratteristiche per mantenere vivo il ricordo della sigaretta, non per farla dimenticare. Prof. Gian Luigi GESSA