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l`atelier: un luogo per emozionarsi
L'ATELIER: UN LUOGO PER EMOZIONARSI... 6 novembre 2008 Fiorella Zangari 1 L'atelier: un luogo per emozionarsi Motivazioni Finalità Obiettivi Attività Metodologie 2 Le motivazioni Qualificare il piano dell'offerta formativa delle scuole comunali dell'infanzia; Supportare la progettualità didattica per favorire nei bambini esperienze significative di conoscenza ed elaborazione del proprio mondo emozionale; Individuare percorsi interni di qualificazione e di “progressione” del personale insegnante offrendo sbocchi professionali nuovi, in sintonia con le preferenze ed interessi individuali. 3 FINALITA' Le finalità della scuola dell'infanzia: impostazione metodologica e culturale della “scuola del fare”. SCUOLA ATTIVA “Il bisogno e l’interesse costituiscono il fondamento psicologico della proposta formativa in quanto si considera che l’attività del bambino è sempre suscitata da un bisogno per soddisfare il quale egli è disposto a mobilitare energie.” (Freinet, Cleparede) 4 …finalità Tradurre nella quotidianità le scelte di principio è un impegno notevole che mette in luce la complessità dell’agire scelte educative valide, utili a sostenere ogni bambino nella sua naturale disposizione al fare, al provare, allo sperimentare. Scuola del fare = contesto di azione, di attività, di possibilità molteplici nel quale il bambino può sperimentare in forte sinergia con i compagni e con gli adulti. Una scuola produttrice di significati perché non “ingessata” all’interno di una condizione di trasmissione, di pura consegna di conoscenze e di modelli di comportamento. Ruolo dell’insegnante = altamente preparato nell’esercitare la propria professionalità. Oggi più che mai, siamo impegnati a realizzare una scuola nella quale lo sguardo dell’insegnante sia sempre più allenato ad osservare i bambini tenendo conto della società in cui viviamo: culture, valori, abitudini, richieste, comportamenti la rendono complessa. …finalità La progettazione (obbligo pedagogico) non può prescindere innanzitutto dalla realtà dei bambini cui si rivolge. Questo significa che le proposte e le esperienze devono essere sostenibili per i bambini, ossia adeguate alle loro effettive possibilità cognitive ed emotive. La progettualità delle insegnanti, sostenuta in questi ultimi anni, dalla formazione di percorsi di ricerca-azione sui saperi, è caratterizzata da una metodologia pedagogica aperta, flessibile e consapevole di una forte intenzionalità. L’azione educativa non definita a priori rende il bambino più attivo e protagonista nella co-costruzione delle conoscenze. Lo sviluppo e la crescita di ogni bambino/a, vengono considerati nelle loro diverse dimensioni (cognitive, affettive e sociali) come passaggio da un livello sensoriale, percettivo, manipolativo ad una dimensione più simbolica e concettuale, attraverso rappresentazioni mentali via via più complesse in cui ogni singola parte acquista significato (spaziale, temporale, logico) e può essere descritta, supportata, compresa attraverso diversi e specifici linguaggi. …finalità Le esperienze, oltre ad essere matrice di ogni apprendimento e forma di conoscenza, sono veicoli di emozioni: l’incontro con l’altro diverso da sè (ambienti, coetanei, adulti, materiali) provoca, suscita e stimola senzazioni e nuove consapevolezze che favoriscono una complessa ricerca di comunicazione tra la parte interiore di sè (corpo, emozioni, sentimenti) e la parte fuori di sè (ambiente,cultura); Nella scuola dell’infanzia, ed in ogni scuola e contesto di vita, i bambini devono avere la possibilità di costruire una propria ottica delle cose ed una propria visione del mondo, costruendola attraverso varie relazioni con interlocutori adulti e bambini, molteplici attività comprensibili ai bambini stessi; Lavorare per laboratori fa parte, da sempre del patrimonio della cultura pedagogica delle nostre scuole (scuola attiva) che propongono multiformi esperienze, che le fa agire direttamente ai bambini utilizzandole come basi di percorsi di scoperta, di rielaborazione culturare, di costruzione di saperi, di affermazione della propria autonomia ed individualità. OBIETTIVI L’atelierista con le sue diverse proposte si colloca pertanto in un ottica di espansione di questa idea di scuola, poteziando in essa gli elementi di qualità e lo sviluppo di risorse educative e didattiche. L’atelierista si caratterizza per specifiche competenze rispetto ai saperi e ai linguaggi che favoriscono nei bambini la maturazione delle diverse dimensioni di sviluppo (cognitiva, affettivarelazionale e sociale) e l'acquisizione dei sistemi simbolici-culturali. 8 OBIETTIVI 1 Favorire l’acquisizione di conoscenze differenziate in relazione ai linguaggi e ambiti di esperienza Ambito grafico/pittorico Ambito narrativoespressivo-teatrale 9 2 L’atelierista è chiamata insieme alle insegnanti ad operare per l’attuazione del progetto educativo e didattico mettendo in campo competenze molteplici e polivalenti orientate al raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1) Promuovere le condizioni organizzative per permettere ai bambini di vivere esperienze di gioco e socialità in piccolo gruppo, tali da consentire una differenziazione delle proposte sulla base degli interesse individuali; 2) Allestire ambienti e contesti funzionali ai bisogni di esplorazione e scoperta dei bambini; 3) Realizzare esperienze che tengano in relazione i processi immaginativi ed espressivi dei bambini con quelli cognitivi; 4) Sostenere l’utilizzo di linguaggi plurisensiorali, espressivi e simbolici nei bambini; 5) Favorire processi metacognitivi di riconoscimento, espressione ed elaborazione delle emozioni per promuovere e sostenere il benessere psicologico dei bambini. 10 3 Collabora all’elaborazione e realizzazione del progetto didattico del plesso. La presenza di questa figura all’interno delle singole scuole si articola nelle seguenti modalità: Incontri di progettazione e monitoraggio delle attività in collettivo e/o le insegnanti di sezione. Conduzione dell’atelier con i bambini (a piccoli gruppi di sezione e/o intersezione Documentazione delle esperienze realizzate nell’ambito dell’atelier o nell’ambito del progetto didattico di plesso 11 ATTIVITA’ Tappe del percorso 1° Individuazione delle atelieriste tramite interpello (giugno 2007) 2° Percorso formativo delle insegnanti per la qualificazione del profilo come atelierista (900 ore); periodo: maggio – dicembre 2008 3° Introduzione dell’atelierista nelle scuole; periodo: ottobre – dicembre 2008 4° Avvio dell’allestimento degli atelier nelle scuole e dei laboratori con i bambini; periodo: gennaio 2009 12 LA FORMAZIONE La prima parte del percorso formativo riferiti agli ambiti individuati (maggio – giugno) di 240 ore, ha affrontato contenuti di carattere generale, articolato in tre parti: A) TEORICO: finalizzata all'acquisizione di conoscenze teoriche e metodologiche trasversali; B) TECNICO: rifieriti ai diversi linguaggi (teatrale, sonoro, narrativo, espressivo/grafico); C) STUDIO INDIVIDUALE o di GRUPPO. 13 GLI ARGOMENTI Parte generale teorica 1) Nozioni di psicologia dello sviluppo: lo sviluppo emotivo ed affettivo del bambino per ogni fascia d'età; metacognizione e regolazione affettiva nelle esperienze di gioco. Dott.ssa Fiorella Monti. 2) Metodologia della progettazione didattica. Proff.ssa Franca Fabbri. 3) Organizzazione degli spazi e allestimenti degli ambienti. Dott.ssa M.C. Stradi. 4) Dinamiche e tecniche della gestione dei gruppi (lavorare conl team). Ass. Alcantara. 5) Metodologia della documentazione. Dott.ssa Marina Maselli 14 GLI ARGOMENTI Parte generale tecnica Il teatro per l'infanzia. “Dire/Fare/Guardare”: un viaggio dal teatro al gioco drammatico. Ass. Alcantara. Narrazione ed espressione. Francesca Diambrini Narrazione animata. Cristina Sedioli Linguaggio sonoro musicale. Arianna Sedioli 15 ...lavori in corso. ...la formazione (seconda parte) – 638 ore (480 settembremaggio + 158 attività integrative) caratterizzata da: Approfondimento dei contenuti specifici riferiti agli ambiti individuati Sperimentazione dell'atelier nelle scuole Partecipazione a convegni, mostre ed eventi culturali attinenti ai contenuti trattati nella formazione Momenti di studio individuale o di gruppo finalizzati all'elaborazione progettuale e alla declinazione in chiave didattica dei contenuti trattati nella formazione. Attività integrative 16 ...gli argomenti (settembre - dicembre) Arte figurativa: pensiero creativo, processi immaginativi, capacità osservativdocumentaristica, stereotipo, sensibilità estetica, tecniche grafico-pittoriche, linguaggio visivo. Franca Fabbri Linguaggio sonoro: organizzazione degli spazi e allestimento degli ambienti, gli spazi del gioco sonoro, documentazione:video, fotografica, documenti in mostra, gli spazi sonori. Arianna Sedioli Arte e narrazione: l'opera d'arte racconta, la narrazione d'arte, progettazione e costruzione di oggetti creativi, messa in scena della narrazione d'arte. Cristina Sedioli 17 Il teatro per l'infanzia Dallo stage al lavoro decentrato nelle scuole Perche' il linguaggio teatrale? - Il teatro fa parte della storia del bambino; il bambino fa teatro per modificare la realtà a seconda dei suoi bisogni; - il teatro accomuna una pluralità di linguaggi.... - è la comunicazione per eccellenza... E' il canale di espressione e di comunicazione che ci permette di avviare il dialogo e il confronto fra le scuole e le atelieriste. 18 Organizzativamente faremo.... (3° tappa) Stage con Alcantara per confrontare e socializzare le tematiche dei progetti didattici delle scuole e condividere la tematica comune. Incontri di collettivo con le atelieriste e con la coordinatrice pedagogica per definire i contenuti dell'atelier; Stage con Roberto Anglisani sul tema della comunicazione e della narrazione (dicembre) 19 Allestimento dell'atelier nelle scuole - 4 tappa La sperimentazione graduale della figura dell'atelierista prevede, per quest'anno il coinvolgimento di 12 scuole, due scuole per ciascuna atelierista. Le scuole faranno riferimento alle seguenti atelieriste: Arazzini Paola: Giostra e Vela Dulikova Eva: Lucciola e Glicine Giorgi Stefania: Al Zgheli e Borgo Poggiali Margot: Margherite e Coccinella Ricci Maria Grazia: Volo e Delfino Montevecchi Nadia: Quadrifoglio e Rondine. Le scuole che non avranno l'atelieriste (Galeone, Arcobaleno, Ginestra, Gabbiano) faranno due incontri di 2 ore per condividere il progetto attorno alla tematica comune con Alacantara con le atelieriste e le coordinatrici. 20