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Eugenio Montale Eugenio Montale

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Eugenio Montale Eugenio Montale
Eugenio Montale
Eugenio Montale
Un grande del Novecento europeo
Montale e il Novecento
Quella di Eugenio Montale – saggista,
traduttore, brillante critico letterario e
musicale, e, soprattutto, grandissimo poeta
– è stata una delle voci più importanti
del Novecento europeo
Rigoroso testimone del proprio tempo,
antifascista e critico acuto della nuova civiltà
industrializzata, Montale nei suoi versi ha dato
espressione al disagio dell’uomo moderno
Eugenio Montale riceve il premio Nobel per la
letteratura, nel 1975
La giovinezza a Genova
12 ottobre 1896: Eugenio Montale nasce a Genova, da
una famiglia borghese e benestante.
Trascorre l’infanzia tra Genova e
Monterosso. Compie studi commerciali,
ma coltiva la passione per la letteratura.
1917-1919:
Si arruola nell’esercito e partecipa alla
Prima guerra mondiale. Al rientro a
Genova inizia a frequentare grandi
scrittori e a pubblicare poesie e articoli
di critica letteraria.
1925:
Esce la raccolta poetica Ossi di seppia.
Firma il Manifesto degli intellettuali
antifascisti di Benedetto Croce. La
fama di Montale si consolida anche a
Torino, Trieste e all’estero.
Eugenio Montale nella redazione del
«Corriere della Sera», a Milano
Gli anni fiorentini
1927:
Si trasferisce a Firenze. Lavora presso la casa editrice Bemporad e
collabora con importanti riviste.
1929:
Assume la direzione del «Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux».
1933:
Stringe un rapporto amoroso e intellettuale con l’americana Irma
Brandeis (chiamata Clizia nelle poesie).
1938:
In seguito all’emanazione delle leggi razziali, Irma Brandeis, ebrea,
lascia l’Italia. A causa della sua mancata adesione al partito fascista,
Montale è allontanato dal Gabinetto Vieusseux.
1939:
Esce Le occasioni. Inizia la convivenza con Drusilla Tanzi (chiamata
Mosca nelle poesie).
1945:
Alla fine della guerra si iscrive – per pochissimo tempo – al partito
d’Azione. Fonda il quindicinale «Il Mondo».
Gli anni milanesi
1948:
È assunto come redattore al «Corriere della Sera» e si trasferisce a
Milano.
1956:
Esce la terza raccolta di poesie, La bufera e altro, e il volume di prose
Farfalla di Dinard.
1967:
Dopo aver ricevuto vari premi e lauree honoris causa, viene nominato
senatore a vita.
1971:
Esce la raccolta Satura, dove confluiscono i versi dedicati alla moglie,
morta nel 1963.
1973:
Esce la raccolta di liriche Diario del ’71 e del ’72.
1975:
Riceve il premio Nobel.
1977:
Esce la raccolta Quaderno di quattro anni.
1980:
Esce l’ultima raccolta, Altri versi.
1981:
Muore a Milano.
1996:
Esce Diario postumo, che raccoglie le liriche dedicate alla poetessa
Annalisa Cima.
L’opera poetica
Le principali raccolte poetiche di Montale sono le seguenti
Ossi di seppia (1925)
Le occasioni (1939)
Il poeta dà voce al suo disagio interiore,
alla disarmonia che si è creata tra l’uomo
e la natura
Piccoli eventi miracolosi sembrano far
intravedere il senso dell’esistenza
La bufera e altro (1956)
Satura (1971)
Il poeta affronta gli orrori della Seconda
guerra mondiale e la delusione per il
dopoguerra italiano
Vi confluiscono i versi composti in
memoria della moglie
I passaggi della donna-angelo sono
occasioni di salvezza per il poeta
A un mondo sempre più volgare deve
essere opposta una poesia che ne mostri
le contraddizioni
Il male di vivere
Nei versi di Montale trova espressione il disagio interiore tipico dell’uomo del
Novecento
La condizione dell’uomo è quella di
un’asfissiante prigionia
Intorno a sé il poeta vede solo angoscia,
sofferenza, dolore
È il male di vivere
Il bene è un’esperienza rara, casuale: le
sue apparizioni sono affidate al capriccio di
un’entità ironica e distante, la «divina
Indifferenza»
Edvard Munch, Malinconia (1892)
Neppure la memoria reca conforto:
il tempo allontana inesorabilmente
anche i ricordi più cari
Un mondo scolorito
Il male di vivere è una condizione di disagio che va oltre la sfera umana
Dovunque regna la disarmonia
Il paesaggio che fa da sfondo alle liriche di
Montale – soprattutto a quelle della raccolta
Ossi di seppia – è cupo, grigio, aspro
Filippo De Pisis, Marina con conchiglie (1916)
Solo rari lampi di luce, piccoli eventi miracolosi, sembrano talora infrangere la
campana di vetro in cui il poeta si sente imprigionato e far intravedere il senso
dell’esistenza
Parole scabre e poetica del non
Il senso di squallore che domina la realtà trova corrispondenza nello stile
adottato dal poeta
Il linguaggio è scabro ed essenziale
I termini sono caratterizzati da una sonorità aspra e dura
La parola non è in grado di descrivere il mondo
perché si è rotta l’armonia che regnava tra il mondo
stesso e l’uomo
Il poeta non è più «vate», guida per gli uomini:
non sa più trovare, e dunque esprimere, un senso
della vita
Tutto ciò che si può dire è per negazione: ciò
che l’uomo non è, ciò che non vuole
Giorgio De Chirico, L’incertezza del
poeta (1913)
L’importanza degli oggetti
Soprattutto a partire dalla seconda raccolta
poetica, Le occasioni, Montale affida il compito
di esprimere le sue meditazioni ai fatti
concreti della vita
Sono gli oggetti, emblemi del suo mondo
interiore, a parlare per lui, senza bisogno di
commenti
Emozioni e concetti astratti
possono essere espressi tramite
una correlazione con oggetti
determinati e concreti
Giorgio Morandi, Natura morta (1921)
È la tecnica espressiva del correlativo
oggettivo (espressione coniata dal
poeta anglo-americano T.S. Eliot)
Le figure femminili
Nella sua vita Montale incontrò alcune donne
importanti per lui, con le quale strinse rapporti di
amore o di affettuosa amicizia
Queste figure femminili tornano nei suoi versi – in
particolare nelle raccolte Le occasioni e La bufera e altro –
sotto sembianze particolari o con nomi simbolici
La donna-angelo di Montale è la custode
della cultura e l’unico essere in grado di
svelare il senso dell’esistenza
Solo il poeta percepisce il fugace
passaggio nel mondo della donna-angelo e
coglie il senso miracoloso e salvifico
dell’incontro
Gustav Klimt, Ritratto di Johanna Staude,
particolare (1917-1918)
Quella della donnaangelo è una figura
poetica che ha origine
nello Stilnovo e che trova
il più alto interprete in
Dante (Beatrice)
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