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Convegno “Nonni al Centro” Il Ruolo Del Volontariato Nella Rete Dei Servizi Per Gli Anziani Modena, 30 Novembre 2002 PREVENZIONE DELLE DEMENZE: REALTA’ O FINZIONE? Luc Pieter De Vreese Speranza di vita in Italia 90 82,4 77,3 Alla nascita Dopo 60 anni con disabilità 60 30 20,5 6,7 16,5 5,4 0 Femmine Maschi Indice di Invecchiamento in Italia SUD 69,9 CENTRO 118,8 E.Romagna 153 Liguria 178 NORD 117,8 0 40 80 120 160 La demenza: una malattia della modernità Prevalenza della Demenza Per cento 90 60 30 0 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 Età (anni) Lucca U. et al., 2001. 80-84 85-89 90+ 103 Prevalenza (%) delle diverse forme di demenze in Italia (1999) 2,2 8,8 9,2 54,8 25 AD VaD Mix Altre dnn Popolazione per classe di età (x1000), e tasso di incremento (%) Età 1981 2001 Tasso di incremento 0-19 16.861 11.349 -2,0 60-79 8.604 11.649 1,5 80+ 1.247 2.389 3,2 2001 2021 Tasso di incremento 0-19 11.349 10.230 -0,5 60-79 11.649 13.224 0,6 80+ 2.389 4.562 3.2 www.istat.it Percentuale della popolazione totale affetta da demenza 5 4,6 4 2,8 3 2 1,8 1 0 2002 2020 2050 L’impatto economico della demenza in Italia 100% 12,8 80% 60% 3,5 0,68 % 40% 20% 9,4 62 85 SSN Spesa pubblica 4,5 0% PIL Costi indiretti Costi diretti Totale “Accetto un livello di copertura dei bisogni sanitari più basso rispetto ad oggi per quanto riguarda le malattie non invalidanti in cambio di un maggiore aiuto pubblico anche in termini di assistenza delle persone non autosufficienti”: sì 44 % - no 27,7% - non saprei 28,3% Cognitive continuum Usual aging MCI Dementia Functional Level ModifIcato da Petersen R., 1995, 2000 FATTORI GENETICI Orologio biologico? Geni invecchiamento? Altri? FATTORI AMBIENTALI Fisici Chimici Infettivi Disnutrizionali Stress POSSIBILI MECCANISMI Mutazione DNA Infiammazione Stress Ossidativo Riduzione fattori trofici Aumento Ca++ Altri Necrosi/Apoptosi neuronale Preventing dementia In summary, (…) there is sparse evidence for primary prevention of dementia. (…) So far, Level I evidence (…) is lacking, with the exception of treatment of systolic hypertension. Black SE, et al., Can J Neurol Sci 2001;28:S56-S66 Projections of AD in USA and the public health impact of delaying disease onset • Incidenza 2001: 360.000/anno • Ritardare l’insorgenza di AD di: 2 anni: 2.000.000 casi tra 50 anni 1 anni: 800.000 casi tra 50 anni Brookmeyer R, et al., Neural Transm Suppl 2002; 62:227-39. Fattori di rischio Fattori (epi)genetici o condizioni/ caratteristiche dello stile di vita sostanzialmente modificabili, la cui presenza o assenza favorisce, ma non determina con un meccanismo di causa-effetto, la comparsa di una malattia. Rischio globale di sviluppare AD = 15% Fattori di rischio (epi)genetici • Mutazioni nei geni APP, PS-1,2: (21), 14, 1: 100% • Gene di predisposizione 19: ApoE 4: 1 allele (x 3); 2 alleli (x 30) presenza: 29% versus assenza: 6% anticipa AD: ± 10 anni • Storia famigliare di AD (PD, DS): 1 famigliare di primo grado: x 3,5 > 1 famigliare: x 7,5 • Sesso femminile: 80+: differenza tra 10-20% Participation in Cognitively Stimulating Activities and Risk of Incident Alzheimer Disease Robert S. Wilson, PhD Carlos F.Mendes de Leon, MD Lisa L. Barnes, PhD Julie A. Schneider, MD Julia L.Bienias, ScD Denis A. Evans , MD David A Bennett, MD Results Baseline scores on the composite measure of cognitive activitiy ranged from 1.57 to 4.71 (mean, 3.37; SD, 0.55), with higher scores indicating more frequent activity. During an average of 4.5 years of follow-up, 111 persons developed AD. In a proportional hazards model that controlled for age, sex, and education, a 1-point increase in cognitivity activity score was associated with a 33% reduction in risk of AD (hazard ratio,0.67; 95% CI, 0.49-0.92). Results were comparable when persons with memory impairment at baseline were excluded and when terms for the apolipoprotein E 4 allele and other medical conditions were added. In random effects models that controlled for age, sex, education,and baseline level of cognitive function, a 1-point increase in cognitive activity was associated with reduced decline in global cognition (by 47%), working memory (by 60%), and percpetual speed (by 30%). Conclusion These results suggest that freuent participation in cognitively stimulating activities is associated with reduced risk of AD. JAMA. 2002;287:742-748 www .jama.com Elementi di contatto tra AD e VaD • • • • • Prevalenza di AD e VaD aumenta con l’età Post-stroke dementia: atrofia cerebrale - MCI ApoE 4: fattore di rischio per AD e VaD Infarti cerebrali in AD: più severo deficit cognitivo Rischio vascolari: ipercolesterolemia ipertensione sistolica Studio prospettico: specificamente disegnato per gli obiettivi dell’analisi Serum lipoprotein levels, statin use and cognitive function in older women • • • • Studio prospettico con 1037 donne postmenopausali Durata: 4 anni Misure Outcome: uso di statine, declino al MMSEm Risultati: LDL, HDL, ChoT correlano con velocità del declino cognitivo Uso di statine rallentano il declino cognitivo Yaffe K, et al., Arch Neurol 2002; 59:378-84. Blood pressure, cognitive functions, and prevention of dementias in older patients with hypertension • • • • • RCT con 2.418 soggetti 60+ con TA sistolica nitrendipina ± ACE inibitore ± idroclorotiazide vs.PBO Durata del RCT: 2 anni Outcome: stroke, incidenza di AD/VaD Risultati sull’incidenza : Trattatti vs. PBO: 3,8/1000 vs. 7,7/1000 • Frishman WH. Heart Dis 2002;4:380-6 (lacipidina, lercaniderpina) Birkenhager WH, et al., Arch Int Med 2001; 161:152-6. Non steriodal antiinflammatory drugs and risk of Alzheimer’s disease. • • • • • • Studio prospettico con 7000 soggetti 60+ Durata: 7 anni Uso continuativo di FANS > 2 anni Outcome: funzioni cognitive e incidenza AD FANS = neuroprotettivo ( 50%) ADAPT trial: celecoxib vs. naprossene vs. PBO In ‘T Veld BA, et al., New Engl J Med 2001; 345:1515-21. Eventi o Malattie Potenziali Fonti di Stress Ossidativo Cerebrale. Eventi biologici della vita Malattie o Dieta ipercalorica o Malattie infiammatorie o Abuso di alcool o Malattie cardiovascolari o Fumo attivo e passivo o Dislipidemie o Inquinanti ambientali o Diabete o Stress psicosociale o Franca obesità o Trauma cranico o Ipertensione arteriosa o Encefalopatie infettive Metabolismo e circolazione cerebrale A B Flusso cerebrale (ml/min) 57 798 Consumo Ossigeno (ml/min) 3,5 49 Utilizzazione glucosio (mg/min) 5,5 77 A per 100 g di tessuto B per l’organo in toto SNC = 2% del Pc con consumo O2 fino al 20% Brain is poised for oxidative stress Prooxidant state Antioxidant capacity • High use of oxygen and glucose • Catalasi • Enriched in peroxidable fatty acids (22:6; 20:4) • GSH Px • Areas enriched in ascorbate/Fe++ pro-oxidant Fe++ * • SOD • GSH • Ascorbate ** • -Tocopherol • Uric Acid * Human brain has 10-20% of liver and heart ** Human brain has 1.1 mM, Plasma 62.4 M Modified from Floyd RA, P.S.E.B.M., 1999; 222: 236-45 Dieta pari a 2400 calorie Vengono prodotti durante il processo di assorbimento e quello metabolico del glucosio, 660 grammi di ossigeno e di questi, dal 5 all’10% si trasformano in radicali liberi. Il Ruolo degli Acidi Grassi Polinsaturi per il Cervello • L’acido docosaesaenoico (DHA) rappresenta fino al 36,4% ( 3mg/g di tessuto cerebrale) di tutti gli acidi grassi • Con l’invecchiamento la concentrazione di DHA diminuisce specie in zone del cervello dedicate all’apprendimento e la memoria • Origine dell’DHA: animale (fitoplancton) acido alfa-linolenico Alterato rapporto n6:n3 • Ideale: 2,3:1 vs. Reale: 20:1 Dieta ricca di LA: 30g/die, di ALA in DHA del 40% Fabbisogno di DHA = 0,65g/die: X 4 consumo di pesce • Invecchiamento: enzimi di desasturazione ALA LA AGP n-3 noci e semi di lino, soia (crudo o seccato), fagioli secchi, germi di avena e frumento, avocado, fragola (fresca), lamponi (freschi) oli vegetali di semi di cocco, granturco, sesamo, girasole, papavero, cottone, primula, uva sgombro, arringa, salmone rosa, tonno, trota (salmonata), alibot, sardella, merluzzo, acciughe, cozze, ostriche Dietary intake of antioxidants nutrients and the risk of incident AD in a biracial comunniuty study • • • • Studio prospettico con 815 soggetti 65+ Durata: 3,9 anni Misure Outcome: incidenza di AD e uso di antiossidanti Risultati: Solo Vit E, ma non Vit C o carotenoidi Solo Vit E attraverso l’alimentazione Solo per persone senza ApoE 4 Morris MC, et al., JAMA 2002; 287:3230-7. ATTENZIONE! • il contenuto vitaminico negli alimenti è molto variabile area di provenienza, metodologia di coltivazione, stagione di raccolta procedure di trattamenti modalità di preparazione • complessivamente il contenuto in vitamine ed antiossidanti negli alimenti è notevolmente diminuito rispetto al passato. ATTENZIONE! • il contenuto vitaminico negli alimenti è molto variabile area di provenienza, metodologia di coltivazione, stagione di raccolta procedure di trattamenti modalità di preparazione • complessivamente il contenuto in vitamine ed antiossidanti negli alimenti è notevolmente diminuito rispetto al passato. La demenza: una malattia della modernità Cultura, formazione e informazione: la risposta di una società civile ai problemi della sofferenza r = 0,28; p < 0,033 Stress e invecchiamento cerebrale Ippocampo Ipotalamo CRH Ipofisi anteriore ACTH Surrene Cortisolo Psychology and Aging 1997, Vol, 12, No1, 150-161. Copyright 1997 by the American Psychological Association, Inc. 0882-7974/97/$3.00 Effects of Memory Training on the Subjective Memory Functioning and Mental Health of Older Adults: A meta-Analysis Mark Floyd and Forrest Scogin University of Alabama The effectiveness of memory training on subjective memory functioning and mental health of older adults was examined in a meta-analysis. Effect sizes indicated that memory training led to improved subjective memory functioning (d++ = .19), but the magnitude of the improvement was less than that obtained on objective memory measures (d++ = .66) in the meta-analysis of P. Verhaeghen, A.Marcoen, and L. Goossens (1992). However, no differences in effectiveness were found among mnemonic training, expectancy modification, or placebo procedures such as unstructured practice. Improvement of subjective functioning was enhanced by including pretraining in skills such as the use of imagery and by including interventions to improve participants’attitudes toward the effects of aging on memory functioning. I Principali Sistemi Antiossidanti Endogeni • Composti liposolubili addossati alla membrana cellulare, chiamati scavengers (spazzini) di membrana (ad es. vitamina E, carotenoidi) • Molecole con funzione di trasporto dei metalli (ad es. transferrina, ceruloplasmina) Programmi di Memory Training Multifattoriali L’approccio multifattoriale ipotizza che un miglioramento della memoria dopo un corso di allenamento della memoria derivi non solo da una maggiore efficienza dei processi (extra)mnemonici ma anche da altri fattori cognitivi (metamemoria) ed affettivi (tono dell’umore, ansia, motivazione) Jenkins JJ. In JC Cermak, IM Craik (eds.) Levels of Processing in Human Memory., Hillsdale, Erlbaum, pp. 429-46, 1979. Invecchiamento usuale Fattori psicologi Fattori sociali • Solitudine • Cambio nei ruoli • Bassa scolarità • • • sociali Alterata autostima Ansia Depressione • • • Invecchiamento: vissuto negativo Alterato locus di controllo Personalità con tratto nevrotico Alterata autoefficacia Lamentele di memoria Abbandono delle attività cognitivamente impegnative Fattori (neuro)biologici Eventi biologici della vita Malattie Alimentazione non equilibrata Sedentarietà Declino mnemonico I Principali Sistemi Antiossidanti Endogeni • Composti extracellulari circolanti non enzimatici identificati come shock absorbers (assorbitori di fatica, ad es., vitamina C acido urico, bilirubina ecc.) • Composti intracellulari, rappresentati da enzimi (superossido dismutasi, la catalasi, la glutatione perossidasi, che necessitano di quantità sufficienti di selenio, zinco, rame e magnesio e di vitamina B2) Mean Change from Baseline in Memory Index. 12 MCI+ MCI 10 P =.052 8 P =.003 P =.002 6 4 n.s. 2 0 Baseline T1 T2 - Mean Change from Baseline in MAC-Q scores. 5 4,5 n.s. 4 3,5 P =.009 3 P =.004 2,5 2 P =.05 1,5 1 0,5 0 Baseline T1 T2 MCI + MCI - Oltre un normale declino della memoria ... • Esercitare le EFC • Memoria semantica e prospettica • Doppio supporto • Apprendimento senza errori • Tecniche di rilassamento • Sedute di gruppo (max. 5 persone) oppure individuale • Durata non inferiore a tre mesi MONOGRAFIA DE VREESE L.P. L’invecchiamento cognitivo: lo stato dell’arte PROGRESS IN NUTRITION 2,3,2000 Cognitive ageing: the state of art Parole chiave: Declino cognitivo età-correlato, eventi biologici della vita, memoria, metamemoria, riserva di capacità cerebrale, strategie di interventi multifattoriali Il perfezionamento di vecchie o la creazione di nuove strategie d’intervento multifattoriali, designate su misura per soddisfare le necessità del singolo anziano nelle fasi lievi e precoci di deterioramento, rappresenteranno la grande sfida della gerontologia preventiva del nuovo millennio che dovrà tenere conto di una classe di anziani in continua espansione, caratterizzata dalla presenza di positive aspettative verso una vecchiaia non avvizzita secondo gli stereotipi negativi tradizionali. Consigli per invecchiare bene • Imparare ed utilizzare attivamente nuovi vocaboli • Anticipare le domande da parte di terzi • Cercare di fare ogni giorno qualcosa di diverso e che sia anche impegnativo e/o interessante • Rendere attività di routine meno incidentali e maggiormente intenzionali • Evitare atteggiamenti ostili • Prendersi un po’ di tempo per se stessi, riducendo lo stress psicosociale • Farsi curare la depressione • Correggere eventuali disturbi visivi e uditivi Consigli per invecchiare bene • Leggere anche al di fuori di argomenti di interesse personale • Settimana enigmistica - gioco degli scacchi • Mantenere la conoscenza di lingue straniere o impararne delle nuove • Esercitare la matematica (calcolo mentale) • Ascoltare musica, vedere film impegnativi con i nipotini, o attraverso dei corsi • Imparare ad usare i nuovi mezzi di comunicazione ( ad es. computer, cellulare) • Usare i promemoria in modo efficiente Psychology and Aging 1992, Vol, 7, No2, 242-251. Copyright 1992 by the American Psychological Association, Inc. 0882-7974/92/$3.00 Improving Memory Performance in the Aged Through Mnemonic Training: A meta-Analytic Study Paul Verhaeghen, Alfons Marcoen, and Luc Goossens Center for Developmental Psychology University of Louvain (Katholieke Universiteit Leuven), Belgium The effectiveness of memory training for elderly was examined through a metaanalysis of pre-to-posttest gains on episodic memory tasks in healthy subjects aged 60 or above. Pre-to-posttest gains were found to be significantly larger in training groups (0.73 SD, k = 49) than in both control (0.38 SD, k = 10) and placebo (0.37 SD, k = 8) groups. Treatment gains in training groups were negatively affected by age of participants and duration of training sessions and positively affected by group treatment, pretraining, and memory-related interventions. No differences in treatment gains were obtained as a function of type of mnemonic taught nor the kind of pretraining used. Imaging Hippocampal Function across the Human Life Span: Is Memory Decline Normal or Not? Scott A. Small, MD, 1,3 Wei Yann Tsai, PhD, 2 Robert DeLaPaz, MD,4 Richard Mayeux,MD, 1,3 and Yaakov Stern, PhD 1,3 Shifting societal perspectives on aging have influenced how late-life cognitive changes have been viewed clinically. On the one extreme, rigorous analysis of Alzheimer’s disease was delayed late into the last century because “senility” was implicitly accepted as normal aging during a more parochial era. On the other extreme, our era is too quick to categorize any change associated with aging as abnormal on practical grounds that even a subtle change interferes with demanding daily lifes. In this study we bypass these debates by providing objective biological evidence that for many individuals in their 7th and 8th decades – almost a quarter of the aging population studied – memory decline reflects a pathological state. Ann Neurol 2002;51:290-295 DOI 10.1002/ana.10105 Il declino della memoria etàdipendente • Quantità di informazioni è quadruplicata rispetto a 50 anni fa • Declino età-dipendente della memoria operativa: velocità di elaborazione rallentata riduzione della sua capienza aumentata vulnerabilità alle interferenze • Vuoti di memoria riducono l’autostima, intaccano l’autoefficienza, modifica la spinta motivazionale Apprendimento di una lista di 15 parole in 1860 soggetti sani 0,5 0 -0,5 -1 -1,5 Richiamo immediato Richiamo differito Riconoscimento differito -2 25-30 35-40 45-50 50-60 65-70 75-80 Autopercezione del funzionamento mnemonico in 1971 soggetti sani 80 70 60 50 % 40 30 20 10 0 25-30 45-50 Smemoratezza: no 55-65 Smemoratezza: sì 70-85 Natural history of mild cognitive impairment in older persons D.A. Bennett, MD; R.S. Wilson, PhD; J.A.Schneider,MD; D.A.Evans, MD; L.A.Beckett, PhD; N.T. Aggarwal, MD; L.L. Barnes, PhD; J.H. Fox, MD; and J.Bach, MSW Abstract—Results: On average, persons with mild cognitive impairment had sigificantly lower scores at baseline on all cognitive domains. Over an average of 4.5 years of follow-up, 30% of persons with mild cognitive impairment died, a rate 1.7 times higher than those without cognitive imapirment (95% CI, 1.2 to 2.5). In addition, 64 (34%) persons with mild cognitive impairment developed AD, a rate 3.1 times higher than those without cognitive impairment (95% CI, 2.1 to 4.5). Finally, persons with mild cognitive impairment declined significantly faster on measures of episodic memory, semantic memory, and perceptual speed, but not on measures of working memory or visuospatial ability, as compared with persons without cognitive impairment. Conclusions: Mild cognitive impairment is associated with an increased risk of death and incident AD, and a greater rate of decline in selected cognitive abilities. NEUROLOGY 2002;59:196-205. Ageing and Mental Health 2002, Vol, 6, 5-11 Memory enhancement training for older adults with mild cognitive impairment: a preliminary study. Rapp S, Brenes G, Marsh AP. Department of Psychiatry and Behavioral Medicine, Wake Forest University School of Medicine 'Mild cognitive impairment' (MCI) in older adults refers to a significant decline in memory function but not other cognitive functions. Pharmacological and non-pharmacological treatments for MCI are needed. The present randomized clinical trial tests the efficacy of a cognitive and behavioral treatment to improve memory performance and participants' attitudes about their memory. A multi-faceted intervention that included education about memory loss, relaxation training, memory skills training, and cognitive restructuring for memory-related beliefs was compared to a no-treatment control condition. Outcomes included memory performance and appraisals of memory function and control. Results indicate that the treated group had significantly better memory appraisals than controls at the end of treatment and at a six-month follow-up. There were no differences between groups on memory performance at post-test but at follow-up the trained individuals showed a trend toward better word list recall than controls. Findings suggest that individuals with MCI can benefit from multi-component memory enhancement training. Further development of such training programs and tests of their efficacy alone and in combination with medications are needed.