...

Diapositiva 1 - Arianna Rotondo

by user

on
Category: Documents
31

views

Report

Comments

Transcript

Diapositiva 1 - Arianna Rotondo
Laboratorio didattico
Civiltà, culture e religioni del
Mediterraneo
(4CFU)
Presentazione dell’attività,
delle metodologie
e degli obiettivi
Attività didattica guidata
Il laboratorio mira a fornire una competenza d’ampio respiro sul contesto storico-culturale
e religioso del Mediterraneo, inteso come spazio, antico e moderno, d’incontro tra civiltà. In
questo delimitato macrocosmo verranno individuati luoghi e ambienti in cui è possibile
riconoscere nel corso dei secoli un terreno di dialogo tra popoli che vi hanno lasciato traccia
della loro storia politica, economica, letteraria e religiosa.
Seguendo il topos del viaggio verranno presentati come centri emblematici di una ‘cultura
mediterranea’: Alessandria, Efeso, Atene, Corinto, Creta, Siracusa, Malaga, Cartagine.
Ogni città con la sua particolare storia offrirà lo spunto per l’impiego di fonti diversificate
nella loro tipologia: testi letterari, storici, documenti audiovisivi, repertori musicali.
Il percorso cronologico spazierà dall’antico al moderno, dalla mitologia alla letteratura di
viaggio con lo scopo di conoscere la realtà mediterranea nel suo sviluppo storico, per
scoprirne attraverso fonti antiche le radici e per verificarne mediante testimonianze
moderne l’eredità maturata.
FONTI E PERCORSI
Mito,v iaggio,v isione e ritorno sulle sponde del
Mediterraneo
Omero (VIII secolo a.C. – Odissea)
Erodoto (484-425 a.C. - Storie)
Virgilio (70- 19 a.C. - Eneide)
Pausania (110-180 d.C. - Periegesi della Grecia)
Le lettere di Paolo (5/15 – 67 d. C.) e l’Apocalisse (95/6 d.C.)
Peregrinatio Egeriae (IV secolo d.C.)
Rutilio Namaziano (V secolo d.C. - De reditu)
1
Un viaggio nel Mediterraneo letterario
2
Boccaccio, Decameron, Mondadori, Milano 2006
Brodskij I., Fondamenta degli incurabili, Adelphi, Milano 1991
Camus A., Taccuini, Bompiani, Milano 2004
Cervantes M. de, Don Chisciotte della Mancha, Garzanti, Milano 2006
Chateaubriand F.R., Itineraire de Paris à Jerusalem, Gallimard, Paris 2005
Conrad J., Cuore di tenebra, Einaudi, Torino 2005
Consolo V., Lo spasimo di Palermo, Mondadori, Milano 1998
D’Arrigo S., Horcynus Orca, Rizzoli, Milano 2003
Flaubert G., Viaggio a Cartagine, Ibis, Como 2004
Id., Viaggio in Egitto,Ibis, Como 1998
Hesse H., Poesie del pellegrinaggio, TEA, Milano1995
Magris C., Itaca e oltre. I luoghi del ritorno e della fuga in un viaggio
attraverso alcuni grandi temi della nostra cultura, Garzanti, Milano 1998
Pamuk O., Istanbul, Einaudi, Torino 2006
Serao M., Nel Paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina, Imagaenaria,
Ischia 2005
Tomasi di Lampedusa G., La sirena in I racconti, Feltrinelli, Milano 2002
Storia e storiografia
del Mediterraneo
3
Braudel F., Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, voll.2,
Einaudi, Torino 1976
Braudel F. (e AA.VV), Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, gli uomini le
tradizioni, Bompiani, Milano 1988
Casson L., Viaggi e viaggiatori dell’antichità, Mursia , Milano 2005
Forster E.M., Alessandria d'Egitto. Storia e guida, Sellerio, Palermo 1996
Latouche S., La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione
mediterranea, Bollati Boringhieri, Torino 2000
Matvejevic P., Mediterraneo. Un nuovo breviario, Garzanti, Milano 1991
Siniscalco S. P., Viaggi e viaggiatori nei primi secoli della nostra era, in Vie
di comunicazioni e incontri di culture dall’antichità al medioevo tra Oriente
e Occidente (Convegno AICC 1992), Saint Vincent 1992, pp. 21-35
Id., Le vie del commercio e la diffusione del cristianesimo, in ‘Mondo
classico e cristianesimo’, Enc. Ital., Roma 1982, pp.17-28
Weil S., I catari e la civiltà mediterranea, Marietti, Torino 1997
PROVA FINALE
Lo studente dovrà sostenere un colloquio orale
presentando un percorso scelto fra le seguenti
tipologie:
1. Un tema desunto dalla lettura di alcuni fra i testi proposti nel
programma
2. Approfondimento personale di una delle tematiche affrontate
durante i lavori di laboratorio
Mesopotamia, la culla
della civiltà
In Mesopotamia fiorirono
le prime civiltà della
storia. Estesa tra il Tigri e
l'Eufrate, la regione è oggi
parte dell'Iraq. Attorno al
3000 a.C. in Mesopotamia
si sviluppò la civiltà
sumera, che costruì un
efficiente sistema di
canalizzazione delle acque
e fondò le prime città.
Grecia antica
Magna Grecia
L'insediamento di coloni greci nel territorio dell'Italia
meridionale definito Magna Grecia (intendendo con
questo termine originariamente forse la Grecia
metropolitana e la Grecia "italiana" nel loro insieme,
ma nell'accezione comune indicando solo quest'ultima)
era già iniziato nel XV e nel XIV secolo a.C., secondo le
testimonianze, e si era poi interrotto fino all'VIII secolo
quando riprese in modo massiccio. La ricerca di nuovi
territori a scopi commerciali, l'incremento demografico
e i rivolgimenti politici che avevano interessato le città
greche causarono una serie di flussi migratori di
popolazioni greche verso la penisola: iniziarono i
calcidesi, che si insediarono in Campania e nella zona
dello stretto di Messina fondando colonie come Cuma,
Velia e Reggio tra le altre; i dori colonizzarono la Sicilia
(Siracusa e Agrigento), gli achei del Peloponneso la
costa ionica della Calabria (Sibari, Crotone,
Metaponto), gli spartani il golfo di Taranto. Sottomesse
o assimilate le popolazioni indigene, i greci fondarono
colonie e subcolonie che furono rette da regimi
oligarchici e in seguito da tirannie. L'apice della
potenza e dello splendore artistico e culturale
(testimoniato da grandiosi templi come quelli di
Agrigento, Selinunte, Segesta, e dalle scuole filosofiche
che fiorirono in Magna Grecia) fu raggiunto tra il VI e il
V secolo, dopodiché iniziò il declino delle colonie
greche, in lotta tra loro per la supremazia e
perennemente in guerra con cartaginesi e italici e
infine con Roma, che nel corso del III secolo portò a
termine la sua progressiva conquista dell'Italia
meridionale.
509:
instaurazione
della repubblica
Vs i sabini, Volsci
ed Etruschi (396
espugnazione di
Veio)
343-290: le
guerre sannitiche
282-272: le
guerre tarantine e
la conquista
dell’Italia
meridionale
264-241: dalla
prima guerra
punica in poi la
conquista della
Sicilia
•218-201: II
guerra punica
•149-146: III
guerra punica
(Spagna e
Africa
settentrionale)
• guerre
macedoni (146)
•133 l’eredità di
Attalo III: l’Asia
Minore
LE PROVINCE ROMANE
Roma è sconvolta
dalle invasioni
barbariche, che
sembra
fronteggiare meglio
sotto Diocleziano
(tra III e IV secolo),
con una
riorganizzazione
dell’impero.
Tuttavia il sacco di
Roma del 410 è
fatale a questo
declino, che
apparirà definitiva
nel 476.
Strade romane
La cartina mostra le più importanti strade e rotte marine dell'impero romano. Le strade erano concepite prima di
tutto come vie di transito per l'esercito, e collegavano Roma con i territori conquistati. In seguito, con l'espandersi
dell'impero, anche la rete stradale si estese fino ad abbracciare tutti i possedimenti romani, diventando uno dei
principali strumenti per controllare e amministrare i territori assoggettati.
Regni romano-barbarici
All'inizio del IV secolo, ai confini settentrionali dell'impero romano, si fece pressante la spinta delle popolazioni
barbariche, che in breve ne invasero i territori sancendo formalmente la fine dell'impero romano d'Occidente.
Visigoti, svevi, burgundi, vandali, franchi, ostrogoti, angli e sassoni si insediarono in Occidente nel corso del V e
del VI secolo, dando vita a una serie di regni in cui costumi barbari e tradizione romana si trovarono a coesistere.
La fusione tra i popoli germanici e l'elemento romano, più o meno compiuta nei vari regni romano-barbarici, fu
determinante per il destino di questi: l'unico regno che si impose in Occidente, sopravvivendo alla conquista
bizantina e all'avanzata degli arabi, fu infatti quello dei franchi, dove, grazie anche alla rapida conversione di
questi al cristianesimo, il processo di assimilazione tra culture diverse e la convivenza pacifica con l'aristocrazia
gallo-romana ebbero pieno esito.
Luoghi della vita di Gesù
Nato a Betlemme, figlio di un
falegname di Nazareth, Gesù,
dopo aver ricevuto il
battesimo da Giovanni
Battista sulle sponde del
fiume Giordano, diede inizio
alla sua predicazione, che
durò tre anni, secondo il
Vangelo di Giovanni. Cristo
attraversò le province della
Giudea e della Galilea, per
concludere la sua missione a
Gerusalemme, dove fu
processato e crocifisso.
.
Viaggi di san Paolo
San Paolo, dopo la celebre conversione sulla via di Damasco, viaggiò a lungo
nel Mediterraneo orientale per diffondere la nuova religione. Il proposito di
convertire le popolazioni pagane spinse Paolo a compiere itinerari apostolici in
Asia Minore, Macedonia e Grecia. Le sue lettere alle varie comunità cristiane del
mondo antico sono annoverate fra i testi più importanti del cattolicesimo.
Espansione del cristianesimo
Nel corso del suo primo millennio la religione cristiana conobbe una rapida diffusione: gli
eserciti di Roma e di Costantinopoli la impiantarono nei nuovi territori di conquista;
personaggi carismatici come sant'Agostino di Canterbury, san Colombano, san Bonifacio e i
santi Cirillo e Metodio si spinsero in luoghi sconosciuti per portarvi il messaggio cristiano.
Vie di pellegrinaggio in Europa
Il Medioevo fu un periodo di grande diffusione dei pellegrinaggi, compiuti per devozione o per
penitenza. Le mete più frequentate erano i luoghi d'origine del cristianesimo (Terra Santa, Roma),
e i siti di tombe, santuari e reliquiari (Santiago de Compostela, Tours, Assisi, Canterbury, Colonia,
Chartres, Mont-Saint-Michel).
Espansione araba
Sotto i califfi arabi, successori di Maometto, iniziò quel processo di espansione araba che avrebbe trasformato in
poco più di un decennio (634-646) l'Islam in un impero teocratico, travolgendo l'impero persiano e ridimensionando
drasticamente quello bizantino. La prima ondata della conquista araba si indirizzò in un primo tempo contro la Siria,
la Palestina e la Persia, per dirigersi poi contro l'Egitto e l'Africa ex bizantina: in rapida successione caddero
Damasco (635), Ctesifonte, la capitale persiana (637), Gerusalemme (638) e Alessandria (642). Questa prima fase
espansiva subì poi un arresto, dovuto ai conflitti tra le varie fazioni religiose all'interno dell'Islam e alla necessità di
organizzare dal punto di vista politico-amministrativo un così vasto impero. L'espansione islamica riprese poi sotto
la dinastia degli Omayyadi, sotto i quali il califfato divenne una monarchia ereditaria: a oriente si diresse verso
l'Asia centrale, conquistando Battriana e Transoxiana e scendendo verso la valle dell'Indo, e a occidente dilagò nel
Maghreb e di qui in Spagna e in Sicilia minacciando il resto dell'Europa, finché non fu bloccata a Poitiers dai franchi
di Carlo Martello.
.
Impero carolingio
Nel 768 Carlo
Magno divenne re
dei franchi e
cominciò la propria
azione di
conquista; nell'800
fu incoronato
imperatore dal
papa Leone III.
Troia
L'antica Troia, situata in
prossimità dello stretto
dei Dardanelli, fu
abitata dal IV millennio
a.C. al VI secolo d.C.,
come hanno dimostrato
gli scavi archeologici, i
più famosi dei quali
sono senza dubbio quelli
avviati da Heinrich
Schliemann intorno al
1870.
Omero, Odissea
Il famoso poema omerico,
presumibilmente scritto
intorno al VII sec., racconta
in 24 canti il viaggio di
ritorno (nostos) di Odisseo
alla sua Itaca, dopo la fine
della guerra di Troia.
Il percorso via mare
compiuto dall’eroe
notoriamente astuto è
segnato da peripezie
continue, che offrono
l’occasione per un tour
davvero spettacolare in
un’affascinante geografia
mediterranea tra storia e
leggenda.
Erodoto
(Alicarnasso, 484 ca. a.C. – Atene 425 a.C.)
Originario di Alicarnasso (colonia dorica nella costa SO
dell’Asia Minore) visse in un periodo piuttosto turbolento
della storia della sua città, dominata da Artemisia,
vassalla di Serse. Era giovane quando Atene sconfisse i
Persiani, ma presto, in quanto dissidente, sperimentò
l’amara esperienza dell’esilio a Samo.
Viaggiò molto in Asia Minore, nel regno di Babilonia, in
Egitto e infine in Grecia. Qui sostenne la politica di
Pericle ed entrò a far parte della sua elite intellettuale
ottenendo grandi favori. Si trasferì a Turii dove morì.
Le Storie
Sotto questo titolo derivato da
alcune frasi iniziali, si suole
indicare l’opera di Erodoto. Essa
si compone di 9 libri, che
raccontano un evento capitale
nella storia della grecità:
l’impresa vittoriosa di Atene
contro la Persia. A questo
scontro è riservata la seconda
metà delle Storie, dal momento
che Erodoto nei cosiddetti logoi
si occupa di relazionare usi e
costumi persiani e dei popoli con
cui i Persiani erano venuti a
contatto. Queste digressioni,
che hanno una vera e propria
autonomia, nell’insieme
dell’opera, costituiscono una
miniera di informazioni, tra storia
e leggenda, di tipo geografico e
folkloristico.
Questo lo schema dell’opera:
1. La lotta dei barbari vs i Greci
2. La conquista persiana
dell’Egitto
3. Vicende persiane
4. Le campagne di Dario in
Scizia e Libia
5. La rivolta ionica
6. La battaglia di Maratona
7. Le Termopili
8. La battaglia di Salamina
9. La disfatta di Platea e la
sconfitta persiana
Virgilio, Eneide
• Poema epico, capolavoro del poeta latino Publio
Virgilio Marone che lo compose tra il 29 e il 19
a.C. in dodici libri, ciascuno di circa 700-900
versi esametri.
• L’opera, concepita come la celebrazione
dell’epopea di Roma e del suo principe, Cesare
Ottaviano Augusto, racconta le peregrinazioni
del mitico eroe troiano Enea e il suo arrivo in
Italia, dove i suoi discendenti porranno le basi
del futuro dominio romano sul mondo.
I viaggi di Enea
• In fuga
da Troia
con il
padre
Anchise e
il figlio
Iulo,
naviga
dalle isole
dell’Egeo
fin lungo la
costa
ionica.
•Approda a Cartagine e
incontra Didone che
vorrebbe trattenerlo.
• Riparte, lasciando la
regina suicida, e approda
sulle coste della Sicilia
• Da qui risale a Cuma,
consulta la Sibilla e
discende agli Inferi dove
Anchise gli predice il suo
glorioso destino
•Finalmente raggiunge la
foce del Tevere. Si allea
col re Latino e sposa
Lavinia.
•La vittoria di Enea contro
i Rutuli.
Pausania, Periegesi
Storico viaggiatore del II secolo d.C., Pausania
scrive nel genere della periegesi (descrizione
letteraria di cose viste a scopo di guida per futuri
viaggiatori) i 10 libri della sua opera, in cui ci
offre una descrizione di luoghi, monumenti della
Grecia arricchita da lunghe digressioni di vario
genere ( mitologico, storico, religioso,
paradossografico).
Il viaggio offertoci da Pausania parte dall’Attica,
per continuare a Corinto e in Argolide, poi in
Laconia, Messenia, quindi in Elide (Olimpia),
nell’Acaia, Arcadia, Beozia e Focide (Delfi).
Le Lettere di Paolo
Paolo, Saulo, era un ebreo della Diaspora, nato a Tarso
in Cilicia tra il 5 e il 10 d.C.
Persecutore dei cristiani fu folgorato da una luce
abbagliante nel 34 sulla strada di Damasco e si convertì
al cristianesimo.
I suoi tre viaggi a scopo pastorale hanno un loro
riscontro nelle 14 lettere delle 21 neotestamentarie che
gli vengono attribuite. I suoi viaggi, iniziati da Antiochia
lungo le sponde mediterranee dell’ Asia Minore e della
Grecia, gli consentono di venire a contatto e di fondare
comunità cristiane, che ammaestra e a cui ribadisce i
punti essenziali del messaggio di Cristo.
Presumibilmente morì a Roma intorno al 64.
Peregrinatio Egeriae
Il viaggio di Egeria, patrizia romana, forse una monaca della Galizia in
Spagna o della Gallia Narbonese della seconda metà di IV secolo, è
collocabile tra il 363 e il 384.
Si tratta di un viaggio di andata e ritorno in Terra santa, quindi si
inserisce nella tipologia del pellegrinaggio.Il viaggio, che durò più di
tre anni e si svolse in nave fino a Costantinopoli e poi a piedi o su
cavalcature o su battelli, attraversa la Palestina, l’Egitto, la Fenicia,
la Mesopotamia e l’Arabia. L’autrice intende visitare tutti i luoghi di
cui parlano le Sacre scritture e probabilmente viaggia in parte in
comitiva in parte da sola.
Egeria prende appunti fra una tappa e l’altra del viaggio, poi li
trasferisce sulla pagina con immediatezza e allo scopo di
raccogliere un’esperienza da comunicare alle sue consorelle.
Ego, ut sum satis curiosa…io che sono molto curiosa, dice più volte.
La testimonianza di Egeria è importante anche da un punto di vista
storico - documentario per quanto riguarda la liturgia di
Gerusalemme ad esempio, dettagliatamente descritta.
Rutilio Namaziano, De reditu
•
Poeta, (V secolo), uno dei massimi autori pagani della tarda letteratura
latina. Di origine gallo-romana, divenuto alto funzionario sotto l’imperatore
Onorio (fu infatti magister officiorum nel 412 e preafectus urbi nel 414), tra il
416 e il 417 partì per la Gallia per prendersi cura dei suoi possedimenti
terrieri danneggiati dalle incursioni e dai saccheggi dei popoli barbari. Prese
spunto da quest’ultima esperienza per comporre un poema in metro
elegiaco in due libri, cui è stato dato successivamente il titolo di De reditu (Il
ritorno).
•
In quest’opera la descrizione del viaggio marittimo da Roma fino alle coste
della Liguria lascia spazio a riflessioni personali nelle quali Rutilio prova a
interpretare il suo tempo e il suo mondo sconvolto da rapidissime e
drammatiche trasformazioni: con angoscia guarda alle devastazioni
materiali provocate dalle invasioni barbariche. Strettamente legato ai valori
tradizionali dell’etica e della religione romana, denuncia risentito l’accanito
antipaganesimo dei cristiani e rimpiange la perduta funzione universalistica
e pacificatrice del potere imperiale. L’opera, che alterna quadri di vivace
realismo a lunghi passi pesantemente retorici, denota un’ottima conoscenza
della poesia classica, in particolare di Ovidio.
Boccaccio, Decameron (1351)
Un luogo frequentato per i suoi traffici e mercati dagli astuti o
sfortunati personaggi del Decameron è il Mediterraneo, che compare
a vario titolo in almeno una decina di novelle (I,9, II,4,7,9,10, III, 7,
IV,3 e 4,V 1 e2, VIII, 10) e addirittura in due novelle della II giornata
( la 4, di Landolfo Rufolo e la 7, di Alatiel) è quasi protagonista
dell’azione, facendo da sfondo a tutte le vicende narrate.
Nelle novelle del Boccaccio si va per mare per motivi devozionali,
per diletto o per accordi matrimoniali…per sentirsi corsari…per
sventura o per caso.
Fin da una prima lettura delle novelle "marinare" del Decameron,si
nota che Boccaccio compie un’operazione volta ad circoscrivere
razionalmente lo spazio mediterraneo , spogliandolo di ogni
tradizionale caratteristica di terribilità e di magia, con l’eliminazione,
fra l’altro, di ogni traccia di sirene e mostri marini.
Il paesaggio mediterraneo del Boccaccio è fatto di coste e di mare
aperto.
La 7° novella della II giornata è un excursus per tutto il Mediterraneo,
parallelamente alla 4° della stessa giornata (quella di Landolfo
Rufolo).
Josif Brodskij
(San Pietroburgo,1940- Brooklyn,1996)
Fondamenta degli incurabili,
Adelphi 1996, p. 108
Ogni anno in prossimità delle feste natalizie, Josif Brodskji si recava a Venezia.
Riteneva che fosse l’unico periodo possibile per viverla. La nebbia, i colori
smorzati, il suono dell’acqua, non erano disturbati dallo sciame di turisti e
permettevano all’occhio di studiare il mondo esteriore, perché le basse
temperature erano il clima ideale per rendere omaggio alla sua bellezza. E poi la
nebbia consentiva di dimenticarsi di sé, in una città che aveva smesso di farsi
vedere. Del resto per lui le stagioni erano delle metafore, e l’inverno da qualsiasi
continente si veda è un po’ antartico …
L’acqua è il luogo dove il tempo fisico e quello metafisico si fondono. L’elemento
che mette in discussione il principio d’orizzontalità, che rivela la profonda
solitudine di ogni essere umano, la sua precarietà, trasformando anche i piedi in
organo dei sensi. E se l’acqua è uguale al tempo, Venezia che dall’acqua è
toccata, non fa altro che migliorare, abbellire il tempo, restando uguale a se
stessa.
Taccuini (1935-1951),
Bompiani 2004, 3 voll.,
pp. XXVI-803
Albert Camus
(Drean, Algeria 1913 - Villeblevin,
Yonne 1960), romanziere, saggista
e drammaturgo francese
Vol. 3 - Taccuini 1935-1942
Questo terzo e conclusivo volume dei Taccuini 1951-1959 testimonia l'ultima
stagione di Camus: dalla pubblicazione dell'Uomo in rivolta (la rivolta è in
primo luogo quella individuale, contro la morte e l'assurdo, e in secondo
luogo, tramite la solidarietà, collettiva) all'impegno teatrale per le riduzioni di
Faulkner, Lope de Vega, Calderón e Dostoevskij, alla genesi di La caduta e
L'esilio e il regno. Sono questi gli anni dei fatti d'Algeria che provocano nello
scrittore una forte crisi interiore e del Premio Nobel (1957). Pur non
affrontando mai direttamente ciò che avviene, nei "quaderni" è possibile
seguire il trascorrere degli eventi: da un'intensa scrittura intorno agli episodi
della guerra a puntuali riflessioni in merito all'Urss, agli intellettuali di sinistra
e agli esistenzialisti. Come nei volumi precedenti poco documentata è la vita
pubblica dello scrittore, rare le annotazioni di tipo privato, molti invece gli
abbozzi e i progetti per opere da mettere in cantiere. Numerosi anche gli
appunti sul teatro e sul linguaggio drammatico. Su tutto domina per forza e
vigore espressivo l'immagine dell'Africa: le riflessioni africane costituiscono
infatti un nodo poetico significativo, un mito naturale, l'archetipo stesso del
Mediterraneo; e dai colori e dagli umori africani prendono vita tutti gli altri
paesaggi di queste pagine.
(dalla quarta di copertina)
Castilla –La Mancha
Miguel de Carvantes
(1547-1616)
Don Chisciotte della
Mancia, Garzanti, 2006,
2 voll.
«Cervantes, così come i suoi eroi, vive le grandi trasformazioni del '500
Con la scoperta dell'America, il mondo si chiude su se stesso. Le
colonne d'Ercole erano le porte di una realtà fantastica, ma dopo il
viaggio di Colombo tutto diventa conosciuto. Per non parlare
dell'invenzione della stampa, che permette alla parola scritta di arrivare
potenzialmente a tutti. La realtà perde ogni componente di mistero».
Mentre gli uomini assistono alla frantumazione delle loro certezze, si
pongono le basi per una nuova società: «Il mondo cristiano affronta lo
scisma dei protestanti, una tensione che spaccherà in due l'Europa,
religiosa e politica. Allo stesso tempo, i banchieri genovesi e fiorentini
anticipano un'economia capitalistica che trasforma il villaggio rurale in
borgo. I cittadini, gli artigiani e commercianti prendono il posto dei
signori e dei loro servi».
(prof. D. Liano, Docente di Letteratura Spagnola – Univ. Cattolica)
François – René de Chateaubriand
(Saint-Malo, Bretagna 1768 - Parigi 1848)
scrittore e uomo politico francese,
esponente di primo piano del movimento
romantico.
Itinéraire d Paris à
Jérusalem et de
Jérusalem à Paris,
Suivi du Journal de Julien
Gallimard, Folio classique,
juin 2005.
Edition et commentaires
de J.-C. Berchet
726 pages
Voici le premier "voyage en Orient" du XIXe siècle, avec des
étapes (Grèce, Asie Mineure, Syrie, Egypte) qui ne tarderont pas
à devenir canoniques ; le retour par Tunis et Grenade donne au
périple le "volume" de la Méditerranée tout entière […] Le récit de
voyage est enfin prétexte à une réflexion approfondie et
actualisée sur la question de la liberté politique. Au despotisme
militaire des Ottomans qui, sous le signe du Croissant, règne en
Asie et que le régime napoléonien semble tenté de prendre pour
modèle, Chateaubriand oppose un idéal de liberté enraciné aussi
bien dans la démocratie athénienne que dans une théologie de la
libération.
Présentation de l'éditeur
Cuore di tenebra,
Mondadori 1999
Joseph Conrad (Berdičev, Ucraina 1857 Bishopsbourne, Kent 1924) , pseudonimo di Konrad
Korzeniovski, era figlio di un nobile polacco ma lasciò la terra
d'origine a 16 anni per raggiungere Marsiglia. Lavorò per
quattro anni su navi francesi, fino a quando entrò nella marina
mercantile britannica raggiungendo il grado di capitano. Tra i
suoi romanzi Cuore di tenebra, La linea d'ombra, La follia di
Almayer, Il negro del "Narciso", Lord Jim, Nostromo.
Il romanzo racconta di un capitano di vaporetto Marlow, al quale viene affidato un
incarico lungo un fiume, nell'Africa Nera. Ma, mentre il viaggio ha inizio, tra
apparizioni inquietanti ed echi della violenza e della schiavitù, si avverte sempre più
l'eco di un nome, quello di Kurtz, un commerciante di avorio. Il viaggio si trasforma
in un itinerario verso Kurtz, emissario della pietà, della scienza e del progresso,
divenuto una sorta di divinità oscura. Una volta tornato in patria Marlow non oserà
raccontare alla vedova del trafficante le ultime parole del marito: "The horror! The
horror!". Il viaggio realistico si tramuta dunque in un percorso simbolico verso
l'ignoto. Ma il cuore di tenebre, narrato da Conrad, non è il selvaggio, l'altro, l'esotico.
Kurtz è il cuore demoniaco dell'Occidente. E il percorso di Marlow verso l'orrore è un
itinerario che porta alla conoscenza di sé. Dalla terra desolata di Eliot a Apocalypse
now, i più diversi artisti che hanno voluto esprimere un senso di desolazione e di
suicidio di una città, hanno trovato in Cuore di tenebra un modello formidabile. Il
viaggio di Marlow ha la forza del mito, è divenuto un paradigma della letteratura e
dell'imperialismo, del confronto dell'Occidente con l'orrore della propria storia.
Vincenzo Consolo (Sant’Agata di Militello
1933), Lo spasimo di Palermo, Mondadori 1998
“Cosa in comune quest'isola di culto, questo giardino, i suoi
astanti, cosa l' affabile algerino, tu coi cristiani di Bosnia,
Sarajevo, i mercenari d'ogni Africa, i trafficanti d'armamenti, i
boia d'ogni scarica e veleno, i Mafiosi del potere? Nel bronzo, si,
e la crepa, il varco in ogni sacro testo, ogni decalogo, codice
latino o d'altra lingua, dentro te, ognuno in questo tempo feroce
e allucinato”. (pp.41-42)
Di questo romanzo è sicuramente emblematica la Chiesa di Santa
Maria dello Spasimo, oltraggiata dai secoli e solo ora restaurata, e il
quadro di Raffaello per essa dipinto, che mostra lo sgomento della
Vergine di fronte al Cristo che crolla sotto la Croce.
Gioacchino Martinez, romanziere che per sfiducia nei confronti della società non scrive più,
decide di lasciare Milano, in cui si era rifugiato molti anni prima, e di tornare nella città
d'origine, Palermo, dove spera di finire nella solitudine e nella quiete i suoi giorni.
Prima di intraprendere il viaggio di ritorno, va a Parigi a salutare il figlio Mauro, esule per
ragioni di terrorismo politico. A Parigi, in albergo, s'imbatte nell'immagine di Judex, il
personaggio del giustiziere di un film che aveva visto nella sua lontana infanzia, durante la
guerra. L'icona di Judex risveglia in lui la memoria, i traumi della sua vita, le gioie, i dolori, le
colpe consapevoli o involontarie: fra tutte, l'uccisione di suo padre per mano dei tedeschi.
A Parigi, a Milano, in Sicilia, Gioacchino è seguito, spiato da oscuri, misteriosi personaggi. Egli
non si accorge che la sua casa è usata dai mafiosi per preparare un attentato contro un giudice. Si
accorge troppo tardi, quando il tritolo esplode e provoca la strage in cui egli stesso rimane
vittima.
Stefano D’Arrigo, Horcynus Orca, Rizzoli 2003,
pp. 1095
Horcynus Orca, il vasto e discusso romanzo di D’Arrigo
recentemente riproposto da Rizzoli (la prima edizione, nel 1975,
era uscita per Mondadori) deriva il titolo da una lieve
trasformazione del nome scientifico latino dell’orca: Orcinus
Orca. L’esile trama di questo grande romanzo, a cui D’Arrigo ha
lavorato per vent’anni, è ben nota: un giorno d’ottobre del 1943,
in un paesaggio spogliato dalla guerra, ‘Ndrja, un marinaio del
Regio Esercito, torna ad Acqualatroni, il suo paese d’origine al di
là dello Stretto di Messina, e ritrova il padre e gli altri pescatori,
stremati dalla fame, alle prese con un enorme animale marino,
un’orca, appunto, o ferone, che sta morendo nelle acque davanti
al paese.
"'Horcynus Orca' è un mitico ed epico poema della
metamorfosi. La concezione del mondo come
metamorfosi affonda le sue radici nella religiosità
mediterranea... Per questo D'Arrigo ha potuto creare un
epos moderno, riprendendo, come Joyce nell'Ulisse, un
tema mitico: perché in un'età in cui il mito dominante è
quello di dissolvere i miti arcaici, solo la tragedia
incommensurabile della loro perdita può essere il tema
della tragedia." (Giuseppe Pontiggia)
G. Flaubert (1821-1880), Viaggio a Cartagine,
Ibis 2004
(Rouen 1821 - Croisset 1880),
scrittore francese considerato
tradizionalmente il padre del realismo
Il viaggio a Cartagine venne compiuto da Gustave Flaubert tra il 12 aprile e il 12 giugno
del 1858. Su consiglio di Théophile Gauthier, Flaubert va a "sognare sulle rovine di
Cartagine", e soprattutto a nutrire di sensazioni vere e di colori il sontuoso immaginario
orientale, di cui è ampia testimonianza il "Viaggio in Egitto". Flaubert respira l'aria
dell'Oriente e ritrova le atmosfere che già aveva assaporato nel precedente viaggio.
Partendo da una forma scarna e da semplici appunti, la scrittura progressivamente si
ampia e le sensazioni vissute acquistano vigore e profondità, dando alla pagina sprazzi di
grande stile e di intensa partecipazione emotiva.
Claudio Magris, Itaca e oltre, Garzanti 1999
Nato nel 1939,
germanista triestino e
brillante saggista
In questa raccolta di saggi brevi, Claudio Magris insegue e analizza
le due grandi, antitetiche direzioni del viaggio – essenziale, culturale
e politico – contemporaneo: il ritorno e la fuga, la conquista e la
dispersione dell’identità, la continuità e la metamorfosi
dell’individuo.
Claudio Magris, L’infinito viaggiare,
Mondadori 2005
Il viaggio come "persuasione" ovvero come capacità di possedere la
propria vita essendo capaci di goderne con pienezza ogni istante. Il
viaggio al di là delle colonne d'Ercole e il viaggio attorno alla propria
stanza. Il viaggio di formazione alla ricerca dell'identità e il viaggio
che fa scoprire al viaggiatore la propria fragilità. Claudio Magris
racconta vent'anni di viaggi, dalla Mancia di Don Chisciotte alla
Pietroburgo di Raskolnikov, dai castelli di Ludwig di Baviera alla
scrivania di Arnold Schönberg, dal Grande Nord al Grande Sud, e
offre un affascinante percorso tra terre, popoli, libri, uomini.
O. Pamuk, Istanbul, Einaudi 2006
Orhan Pamuk, (1952-)
uno dei maggiori scrittori
turchi contemporanei.
Premio Nobel 2006
Staccarsi da questo libro è difficile come tornare da un viaggio di
quelli che prendono i sensi, il cuore e il cervello. La città cui Pamuk
dedica il suo corposo canto d'amore è un fantasma che può assumere
le sembianze di qualsiasi città il lettore porti nell'angolo della sua
memoria dedicato alla nostalgia. E' costruita con la solidissima
materia dei sogni e del rimpianto, ritratta in centinaia di fotografie e
incisioni in bianco e nero, minuziosamente nominata nel repertorio di
quartieri e di vie, percorsa a piedi, in macchina e in battello,
auscultata e indagata nelle pieghe più fuorimano, eppure non è reale.
Questa Istanbul bellissima e malinconica è Orhan Pamuk, che
generosamente ci permette di condividere con lui il sentimento di una
vita che si forma in un luogo universale.
Recensione “LN”
Matilde Serao
(1856-1927)
scrittrice
giornalista
M. Serao, Nel paese di Gesù. Ricordi di
un viaggio in Palestina, Imagaenaria 2005
Nel Paese di Gesù - scritto nella primavera 1893 e pubblicato per la prima volta nel 1899 - è
molto di più che un mero resoconto di viaggio.
Prendendo le distanze sia da quel tipo di «viaggiatore comunissimo, che s'incontra dappertutto
(...) e che ritorna costantemente, da tutti i punti del globo, da lui minuziosamente visitati,
manifestando la soddisfazione più sincera», sia dall'esteta, «che domanda continuamente il
pittoresco, in ogni breve tappa del suo vagabondaggio», Matilde Serao, che qui ci regala alcune
delle sue più belle pagine - rientra nella categoria del viaggiatore sentimentale e bizzarro, volto
a «vedere palpitar l'anima nei paesi che attraversa», e che la trova non già dove tutti se
l'aspettano, ma, talvolta, «negli occhi delle sue donne, in una sua via, in un paesaggio, a una
cert'ora, in un frammento di statua, in un'arme arrugginita, in una canzone, in una parola». Un
viaggio, dunque, per catturare l'anima dei luoghi dove visse Cristo; ma anche un viaggio nella
propria anima, alla ricerca di se stessi, in un percorso inferiore vissuto con eccezionale intensità.
(recensione Editore)
Giuseppe Tomasi di
Lampedusa, (18971957)
Tomasi di Lampedusa, La sirena, in I
racconti, Feltrinelli, Milano 2002
Questo racconto fu edito da Feltrinelli nel 1961, quando ormai il
suo autore era morto. Fu la moglie a volerne la pubblicazione e il
titolo di Lighea, nome del personaggio mitologico quanto
fantastico protagonista del racconto. Tomasi lo scrisse ormai
gravemente malato, e narra la storia fantastica di un amore tra un
uomo, un grecista, e una sirena, Lighea, dalla voce ammaliante,
come un sortilegio.
L. Casson, Viaggi e viaggiatori dell’antichità,
Mursia 2005
Lionel Casson insegna Lettere Classiche alla New York University, ed è
autore di numerosi saggi, assai apprezzati dal pubblico di molti paesi. Si è
occupato di navigazione e più in generale di spostamenti nel mondo antico.
Questo saggio ci fa rivivere le problematiche incontrate e le possibilità a
disposizione di un turista del passato - dall'antico Egitto ai pellegrinaggi
cristiani del IV e VI secolo dopo Cristo – attraverso un’analisi storica che
spazia dalle curiosità sul costume e i modi di viaggiare, ad informazioni su
luoghi di ristoro, percorsi turistici e comportamenti dei viaggiatori.
Edward Morgan Forster, Alessandria d’Egitto.
Storia e guida, Sellerio 1996, pp.272
(1879-1970) famoso scrittore inglese e
grande viaggiatore
Si tratta di una raccolta di saggi, che
conducono il lettore a scoprire ed
ammirare la bellezza e i tesori nascosti di
quell’Alessandria d’Egitto, in cui
l’autore si era recato durante la prima
guerra mondiale come volontario per la
Croce Rossa
Lo storico francese Fernand
Braudel, esponente di
rilievo dell'École des
Annales, fu uno dei
principali protagonisti del
rinnovamento
metodologico della
disciplina storica nella
seconda metà del XX
secolo. Sia i suoi saggi, sia
la sua intensa attività
istituzionale sono stati
fondamentali per affermare
la necessità di una
compenetrazione tra
storiografia e scienze
sociali.
Breve nota biografica
Nato a Lunéville-en-Ormois (Vosges) il 24 agosto 1902, Fernand Braudel
consegue nel 1923 l'agrégation in storia. Insegna nei licei di Costantina e di
Algeri e poi in un liceo parigino, fra il 1924 e il 1934. Dopo aver insegnato
presso l'Università di San Paolo, in Brasile e dopo una lunga prigionia nei
campi di Magonza e Lubecca (1940-44), Braudel, nel 1950, succede a Lucien
Febvre al Collège de France, dove rimane fino al 1973. Divenuto, nel 1956,
presidente della VI Sezione dell'Ecole Pratique des hautes études sorta nel
1947, Braudel contribuisce al rinnovamento della ricerca storiografìca,
aumentando il numero dei docenti e contribuendo all'istituzione di un Centre
de recherches historiques, di un laboratorio cartografico, di un centro di
matematica sociale, di sociologia rurale, di studi africani e cinesi e altri
ancora. Sempre nel 1956, dopo la morte di Lucien Febvre, assume la
direzione della rivista Annales, che, con la VI Sezione diviene il punto di
incontro di storici e cultori di scienze umane di tutto il mondo. Per coronare
la sua poderosa opera di ricercatore e di organizzatore culturale, Braudel, nel
1962, fonda la Maison des Sciences de l'Homme, un istituto che, attraverso
incontri periodici di specialisti delle varie discipline sociali, ha realizzato una
sempre più feconda integrazione tra storiografia e scienze umane. Poco prima
della sua morte, avvenuta a Parigi il 28 novembre 1985, Braudel era entrato
all'Académie française.
Braudel e l’École des Annales
L’opera di Braudel si può considerare il frutto
maturo di quell’impostazione storica, che aveva
scoperto fonti nuove (politica,psicologia,
sociologia,economia), inaugurata da M. Bloch
per l’età medievale e continuata nell’esperienza
dell’École des Annales. Negli anni ’70 F. Braudel
e Febvre propongono, specialmente riguardo al
Mediterraneo, un approccio nuovo che privilegia
la storia delle culture e delle mentalità, reso
possibile dal continuo sguardo costantemente
rivolto alla geografia storica.
BLOCH E LA STORIA NEL TEMPO
Bloch analizzava la realtà storica attraverso la
lente del tempo, concepito come una
combinazione di diverse « durate », distinte in
una lunga, plurisecolare, in una media, che
poteva comprendere qualche decennio, e in
una evenemenziale, che poteva includere un
anno o anche qualche mese. L'analisi storica
doveva tenere conto di questi diversi ritmi
temporali che si articolano in un tempo
geografico, che determina i quadri generali,
ambientali e climatici, un tempo sociale che è
il tempo della lunga durata in cui si colloca la
storia delle diverse società, delle loro
economie e delle loro istituzioni, e un tempo
individuale, che rappresenta il segmento breve
degli avvenimenti e degli eventi politici e
militari.
Marc Bloch
Fondatore, assieme a Lucien
Febvre, della rivista "Annales
d'histoire économique et sociale",
Marc Bloch contribuì in maniera
determinante alla fioritura della
storiografia francese
del Novecento, facendosi
promotore di un approccio
interdisciplinare che superava i
tradizionali limiti della ricerca
storica.
Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età
di Filippo II (1949)
Quest’opera di Fernand Braudel è
considerata uno dei capolavori della
storiografia novecentesca ed ha
rappresentato per molti anni un modello
insuperato di storia globale.
In esso si fondeva l'approccio geostorico con
quello economico e con quello politico, e al
tempo stesso si metteva in evidenza
l'importanza decisiva che la categoria del
tempo rivestiva nelle ricostruzioni del
passato.
I tre tempi di cui parlò Braudel, la lunga
durata (che è il tempo pressoché immobile
della geografia), la media durata (il tempo
della vita delle istituzioni, delle mentalità e
delle tecniche) e quello di breve periodo (il
tempo per eccellenza della politica e della
storia dell'uomo), prefigurarono approcci
differenziati, con una netta predilezione nella
storiografia degli "Annales", di cui Braudel
era divenuto il direttore, per i problemi della
media e della lunga durata.
L'opera di Braudel ha innovato la visione della
vita europea e mediterranea del Cinquecento:
allo schema tradizionale della crisi
sopraggiunta come conseguenza dell'apertura
di nuove vie di navigazione atlantica, Braudel
contrappone la visione di un mondo pieno di
traffici e contrasti, di tensioni e di scambi, di
cui erano partecipi non solo i paesi che si
affacciavano sul Mediterraneo, ma anche gli
Stati più lontani.
La STORIA e il TEMPO: il pensiero di BRAUDEL
La scuola delle Annales, di cui Braudel è stato il massimo rappresentante e
che prende il nome dalla rivista francese Annales d'historie economique et
sociale, fondata nel 1929 da M. Bloch e L. Febvre, in polemica con la storia
politico-diplomatica o "evenemenziale", utilizza nella ricostruzione
storiografica gli apporti delle scienze sociali, statistiche, antropologiche ed
economiche, per giungere ad una rappresentazione globale della storia
umana.
Braudel articolò la sua ricerca in tre punti: modello, struttura e durata. Il
modello consiste nel tentativo di interpretare la realtà. La struttura è la realtà
durevole che permane al di sotto degli avvenimenti politici. La lunga durata è
una struttura sociale che resiste con forza alle sollecitazioni.
Nella metodologia di Braudel, in particolare, è centrale la distinzione tra
"tempo" e "durata": il primo è un concetto astratto, mentre la "durata"
(breve, media e lunga) definisce al suo interno "eventi", "congiunture" e
"strutture". I primi si collocano nella vita politica, i secondi nella sfera
economica e i terzi nella sfera della vita materiale. Il mutamento storico,
cioè, segue ritmi diversi ed esige una nuova periodizzazione che articoli su
tre livelli l'apparente linearità e continuità della storia politica.
UNA STORIA NUOVA
La storia che io auspico è una storia nuova, imperialista e
anche rivoluzionaria, capace, per rinnovarsi e compiersi, di
saccheggiare le ricchezze delle vicine scienze sociali; una
storia, ripeto, che è profondamente cambiata, che ha fatto
notevoli passi avanti, lo si voglia o no, nella conoscenza
degli uomini e del mondo: in una parola, nell'intelligenza
stessa della vita. La definirei una grande storia, una
storia profonda. Una grande storia vuol dire una storia
che punta al generale, capace di estrapolare i particolari,
di superare l'erudizione e di cogliere tutto ciò che è vita,
seguendo a proprio rischio e pericolo le sue strade maestre
di verità. Ogni epoca ha forse la storia che merita, la fonte
di luce che conviene alla sua vista e che le permette di
procedere. Alle epoche felici, troppo pacifiche, bastano
lampade minuscole. Ma perché la grande storia possa
proiettare le sue luci, rese necessarie dalle circostanze e
quasi certamente benefiche, occorre che avvengano grandi
cataclismi, sciagure in cui l'uomo e i popoli percepiscono
istintivamente la tragicità del destino.
F. Braudel, Il Mediterraneo. Lo spazio e la storia. Gli
uomini e la tradizione, Bompiani 1988
Indice:
Introduzione. Il Mediterraneo di Braudel, di Ludovico Gatto;
Prefazione. Il Mediterraneo, di Fernand Braudel; Parte prima.
Lo spazio e la storia.
La terra, di Fernand Braudel;
Il mare, di Fernand Braudel;
L'alba, di Fernand Braudel;
Roma, di Filippo Coarelli; La storia, di Fernand Braudel;
Gli spazi, di Maurice Aymard.
Parte seconda. Gli uomini e la tradizione.
Un solo Dio, di Roger Arnaldez;
Il miracolo romano, di Jean Gaudemet;
La famiglia, di Piergiorgio Solinas;
Migrazioni, di Maurice Aymard;
Venezia, di Fernand Braudel;
L'eredità, di Georges Duby.
Da Mediterraneo
introduzione di F. Braudel (pp. 7-9)
Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio ma innumerevoli
paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà ma una serie di
civiltà accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa
incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in
Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Iugoslavia. Significa
sprofondare nell’abisso dei secoli, fino alle costruzioni megalitiche di Malta o alle
piramidi d’Egitto. Significa incontrare realtà antichissime, ancora vive, a fianco
dell’ultramoderno…
Tutto questo perché il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi
confluisce, complicandone e arricchendone la storia: bestie da soma, vetture, merci,
navi, idee, religioni, modi di vivere. E anche le piante. Le credete mediterranee.
Ebbene a eccezione dell’ulivo, della vite e del grano – autoctoni di precocissimo
insediamento – sono quasi tutte nate lontano dal mare.
[…] Nel paesaggio fisico come in quello umano, il Mediterraneo crocevia, il
Mediterraneo eteroclito si presenta al nostro ricordo come un’immagine coerente,
un sistema in cui tutto si fonde e si ricompone in un’unità originale.
Da Mediterraneo
introduzione di F. Braudel (p. 8)
La sorpresa di Erodoto secondo
Febvre
Se Erodoto, il padre della storia, vissuto nel V secolo a.C., tornasse e si
mescolasse ai turisti di oggi, andrebbe incontro a una sorpresa dopo l'altra. "Lo
immagino", ha scritto Lucien Febvre, "rifare oggi il suo periplo del Mediterraneo
orientale. Quanti motivi di stupore! Quei frutti d’oro tra le foglie verde scuro di
certi arbusti - arance, limoni, mandarini, - non ricorda di averli mai visti nella
sua vita. Sfido! Vengono dall’Estremo Oriente, sono stati introdotti dagli arabi.
Quelle piante bizzarre dalla sagoma insolita, pungenti, dallo stelo fiorito, dai
nomi astrusi - agavi, aloè, fichi d’India -, anche queste in vita sua non le ha mai
viste. Sfido! Vengono dall’America. Quei grandi alberi dal pallido fogliame che
pure portano un nome greco, eucalipto: giammai gli è capitato di vederne di
simili. Sfido! Vengono dall’Australia. E i cipressi, a loro volta, sono persiani.
Questo per quanto concerne lo scenario. Ma quante sorprese, ancora, al
momento del pasto: il pomodoro, peruviano; la melanzana, indiana; il
peperoncino, originario della Guyana; il mais, messicano; il riso dono degli
arabi; per non parlare del fagiolo, della patata, del pesco, montanaro cinese
divenuto iraniano, o del tabacco". Tuttavia, questi elementi sono diventati
costitutivi del paesaggio mediterraneo: "Una Riviera senza aranci, una Toscana
senza cipressi, il cesto di un ambulante senza peperoncini... che cosa può esservi
di più inconcepibile, oggi, per noi? (Lucien Febvre, in Annales", XII, 29).
LA’ DOVE cresce L’ULIVO….
"Si può dire, semplificando, che il Mediterraneo realizza il proprio
equilibrio vitale a partire dalla triade ulivo-vite-grano. …. Delle tre
culture fondamentali, l'olio e il vino (che si esportano al di fuori del
Mediterraneo) hanno costituito un successo pressoché ininterrotto.
Soltanto il grano pone un problema, ma che problema! E al di là del
grano viene il pane, un genere di consumo indispensabile. … Grano e
pane sono l'eterno tormento del Mediterraneo …”
(F. Braudel)
BIBLIOGRAFIA MEDITERRANEA
Civiltà del mare. I fondamenti della storia mediterranea.
Sabatino Moscati
Liguori Editori. Napoli 2001
La ricostruzione della storia del Mediterraneo dall'inizio della
colonizzazione greca e fenicia (VIII sec.a.C.) all'espansione
del dominio romano ( I sec.a.C.). La sintesi di una storia
millenaria descritta nello scenario del Mediterraneo.
Memorie del Mediterraneo. Preistoria e antichità
Fernand Braudel
Bompiani 2004
"La testimonianza più bella sull'immenso passato del Mediterraneo è quella
che fornisce il mare stesso… Naturalmente esso non può spiegare tutto di un
passato complesso, costruito dagli uomini con una dose più o meno elevata di
logica, di capriccio o di aberrazione, ma rimette con pazienza al loro posto le
esperienze del passato, restituendo a ognuna i primi frutti della sua esistenza,
e le colloca sotto un cielo, in un paesaggio che possiamo vedere con i nostri
occhi, uguali a quelli di un tempo. Per un momento, di attenzione o di
illusione, tutto sembra rivivere."
Storia del Mediterraneo nell'antichità. IX -I secolo a.C.
a cura di Massimo Guidetti
Jaka Book 2004
Ricostruzione storica a più mani del Mediterraneo con lo studio dei suoi
diversi volti nel tempo con la consapevolezza che da "sempre" il mare
interno è stato luogo d'incontro delle tensioni più decisive del primo millennio
avanti Cristo con l'incrocio di importanti movimenti di diffusione commerciale
e culturale prima e di dominio politico poi.
OFFICIAL SITE:
http://giardini.sm/matvejevic/
NOTA BIOGRAFICA
Pedrag Matvejevic' è nato a Mostar nel 1932: padre russo, madre croata della
Bosnia-Erzegovina. Professore all'Università di Zagabria e poi alla Sorbona a
Parigi, insegna attualmente letterature slave all'Università La Sapienza di Roma e
nel 1999 ha tenuto lezioni all'università di Lovanio.
Vive tra Parigi e L'Italia. Dopo la "caduta del muro", si è opposto a tutti le
moderne "democrature", ossia, come egli stesso li definisce, i nuovi regimi
instauratisi in alcuni paesi dell'est, che si dichiarano formalmente democratici
senza che la società presenti una struttura effettivamente democratica. Nel
gennaio del 2000 Pedrag ha ricevuto un incarico dall'Alto Commisariato dell'Onu
per i territori della ex-Jugoslavia.
P. Matvejević, Breviario Mediterraneo, Garzanti 2006², pp.318
Dalla prefazione di Claudio Magris:
“Che cos’è questo libro, che sfida con riservata e composta
discrezione i generi letterari? Il Mediterraneo di M., come dice egli
stesso, non è soltanto lo spazio storico-culturale, magistralmente e
forse definitivamente studiato da Braudel, né lo spazio misticolirico, vitale celebrato da Camus o da Gide.
Affascinante genere intermedio fra il portolano, il lessico e il
saggio-romanzo basato su un’assoluta fedeltà al reale …
Leggendo questo breviario, si ha talora l’impressione che a parlare
sia uno di quegli uomini ricordati nel libro stesso, vissuti davanti al
mare, guardando i fari e compilando dizionari nautici. Ma ogni
autentico Ulisse contemporaneo deve indossare, più che la casacca
del Marinaio, la vestaglia da camera … e avventurarsi in una
biblioteca, oltre – o più – che fra isole sperdute; l’Ulisse odierno
deve essere esperto della lontananza del mito e dell’esilio della
natura, dev’essere un esploratore dell’assenza e della latitanza della
vita vera”.
(pp. 8-9)
UN MARE DI CONTRADDIZIONI
Le apparenze mediterranee non sono solo apparenze…p.23
Università Mediterranea di Reggio Calabria
Dall’impegnativo progetto dell’Università Mediterranea è nata l’idea di studiare alcune
delle più significative città del Mediterraneo per quanto concerne gli spazi di relazione; il
tutto condotto con l’ausilio di strumenti informatici che rendessero dinamici il
raggiungimento e la presentazione dei risultati.
Tale progetto si articola attraverso l’analisi di centri alcuni centri particolarmente
significativi delle quattro aree culturali individuabili nel Mediterraneo:
1. Il Maghreb e del vicino Oriente
(Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Libano, Siria, Turchia)
2. L'ambito adriatico e l'Egeo
(Grecia, Albania, Iugoslavia, Bosnia, Croazia, Slovenia, costa adriatica dell'Italia)
3. L'Europa latina
(costa tirrenica dell'Italia, Francia, Spagna )
4. Il Mediterraneo insulare
(Sicilia, Sardegna, Corsica, Creta, Cipro).
AREE CULTURALI MEDITERRANEE
In
In
In
In
GIALLO: L’area culturale del Maghreb e il Vicino Oriente
VERDE: L’ambito adriatico e l’Egeo
BLU: L'Europa latina
ROSSO: Il Mediterraneo insulare
Le città casi-studio
Area del Maghreb e
del vicino Oriente:
Tunisi, Aleppo, Bursa,
Fés, Algeri, Tripoli, Il
Cairo, Gerusalemme, S.
Giovanni d’Acri ed
Istanbul
Europa latina:
Siviglia, Marsiglia,
Napoli e Genova
Mediterraneo insulare:
Palermo, Catania, Nicosia e
Siracusa
Ambito adriatico ed egeo:
Venezia, Bari e Trieste
METODOLOGIA DI STUDIO
•
•
•
•
“Lo studio delle singole realtà urbane inizia dalle Forme
di pianificazione e progettazione delle città, in cui si
approfondisce la lettura dei vari casi studio e si effettua
una disamina che riguarda:
i processi e le vicende storiche del sito,
l’importanza delle rotte commerciali nella strutturazione
della città,
il peso dei flussi di scambio,
le espansioni urbane e le tensioni progettuali tuttora in
atto nelle città”.
Gli spazi di relazione
Coincidono con gli spazi pubblici o della socialità, spesso coincidenti
col fulcro urbanistico e ideale di una città. Rappresentano il punto
più vitale, perché in esso si svolgono tutte le attività d’interesse
collettivo, che vanno dalla cultura all’economia e dalla religione alla
politica. Tali spazi nel corso dei secoli hanno condizionato la forma
e lo sviluppo urbanistico delle città, (si pensi alle aree portuali, ai
luoghi di culto…) e hanno determinato la distribuzione dello spazio
urbano nella sua articolazione tra pubblico e privato.
Il rapporto in termini di proporzione tra pubblico e privato è una
caratteristica evidente nelle aree d’insediamento mediterranee, al
punto da poterne isolare alcune tendenze:
gli spazi pubblici tendono a contrarsi in epoche di regresso e
decadenza, ad amplificarsi al contrario in epoche di ricchezza e
sviluppo.
Nelle città islamiche invece, i rapporti tra pubblico e privato sono
legati ai valori della società. Qui gli spazi pubblici non sono integrati
con quelli residenziali, ma seguono regole ben precise che li
collocano attorno alle aree maggiormente attrattive, proprio come
accade nell’ubicazione dei souk o dei bazar.
Area Maghrebina
DOVE
CULTURA
Paesi sulla costa da Marocco alla Turchia
Islamica / ottomano-bizantina
Tipologia 1
La città ISLAMICA:
la fede religiosa determina l’urbanistica
• moschee (di quartiere)
LUOGHI di
RELAZIONE
•GRANDE MOSCHEA (al centro)
•I MERCATI (luoghi d’incontro,
scambio, commercio, relazione)
•HAMMAM (bagni pubblici con
funzione religiosa oltre luoghi legati
all’igiene)
SPAZIO PUBBLICO E PRIVATO
La struttura degli spazi è
improntata ad una socialità che
segue gerarchie e distinzioni
Residenze private:
struttura INTROVERSA,
con corte interna
Luoghi PUBBLICI:
Tra
PUBBLICO e
PRIVATO:
Luoghi adibiti
allo scambio e
al culto
Struttura urbanistica
ORIZZONTALE
(spazi pubblici e privati occupano ambiti
opposti; assistiamo anche ad opposizioni
culturali:luoghi maschili/luoghi
femminili)
Hanno come centro la
Grande Moschea e si
distribuiscono attorno
ad essa.
Sono distinti a seconda
delle attività che vi si
svolgono:
• nobili (vendita di
stoffe, spezie, seta,
oro, libri..) c/o la GM
•meno nobili (generi
alimentari, macellai,
conciatori) in periferia
CENTRALITA’ FISICA
CENTRALITA’ SOCIALE
E’ un edificio centrale nella vita
di una città islamica. Si presenta
maestoso in modo da risultare
concretamente rappresentativo
del ruolo che svolge.
Le sue funzioni sono politiche,
religiose, culturali, giuridiche.
Come luogo di culto si presenta
tradizionalmente strutturato in un
ambiente coperto (la sala di
preghiera) e un cortile aperto.
Moschea Sidi-Mahrez a Tunisi
Così sono strutturate anche le
scuole coraniche (madrase), atte
ad ospitare anche gli studenti.
LA GRANDE MOSCHEA
IL MERCATO
La vicinanza dei luoghi di commercio alla
Grande Moschea era data dalla qualità della
merce oggetto di scambio
SPAZI COMMERCIALI E
PUBBLICI
Le strutture commerciali (i mercati)
individuabili nell’area Maghrebina e del
Vicino Oriente sono:
1. SOUKS e FONDUK (arabi) =
2. ÇHARSI (turchi)
3. BAZAR (persiani)
• c/o GM (il SAHN, cortile)
•c/o GM (souk, madrase,
hammam)
I MERCATI NELLA CITTA’ ISLAMICA
SOUK
E’ il tipico mercato islamico:
• Quando? ( - locale, a cadenza settimanale e di quartiere;
- amministrativo, settimanale/bisett.; - regionale, capaci di
richiamare un intero paese)
retrobottega
• dove? lungo strade adibite, affollate da entrambi i lati, in
un caos presieduto da regole (gli spazi sono assegnati)
h/l/profondità: 2 m
MASTABA (banco
da contrattazione)
QUASARIYYA
Mercato chiuso con una
corte interna e percorso
nel perimetro da
botteghe di prodotti
preziosi
FOUNDUK
Cos’è?
• caravanserragli
• Deposito merci
•Alberghi per commercianti stranieri
Fondouk
TIPOLOGIA
FUNZIONI
Edificio a due piani (1° deposito
merci / 2° albergo per
commercianti) con corte interna
adibita a vendite ed esposizioni.
E’ un luogo di vendita, una casa
dell’artigianato, un consolato straniero
per forestieri, un luogo di sosta lungo le
piste carovaniere (distano ad 1 giorno di
viaggio a piedi l’uno dall’altro)
SCUOLA CORANICA
Madrasa a Fès
HAMMAM
L’hammam è il bagno
pubblico, oggi rinomato per
la rilassante pratica del bagno
turco. Tale ambiente aveva
funzioni religiose oltre che
d’igiene quotidiana. Si tratta
di un luogo di relazione al
punto che i bagni giunsero
tardi nelle abitazioni private.
Le “città del Levante”
Nella stessa area Maghrebina e del
Vicino Oriente è riscontrabile questa
tipologia, influenzata dal modello
ottomano-bizantino, anche se
strutturalmente ha ereditato la
tipologia islamica (la moschea, la
distinzione sociale degli spazi.
Dalla cultura ottomana l’unione fra natura
e costruito, da quella bizantina
l’enucleazione dell’area commerciale, la
divisione in quartieri e il proliferare di
edifici religiosi minori rispetto ai grandi
hammam.
Questo è un esempio di Çarsi orientale che è
l’equivalente del souk islamico.
E’ il luogo della socialità, con strade-mercato
percorse ai lati da botteghe.
BEDESTEN
Il complesso di Suleymaniye e il Tiryaki
çarsi a Istanbul
E’ la cifra caratteristica delle città del Levante (Istanbul, Turchia). Si
tratta di un mercato coperto, in origine un deposito merci attorno a
cui si erano assiepati negozi e botteghe, strutturati in ordine
d’importanza delle merci in vendita.
L’AMBITO ADRIATICO E L’EGEO
DOVE?
Dalla Grecia alle coste adriatiche
dell’Italia passando per i Balcani
Uno spazio chiuso tra le sponde italiane e
l’Europa dell’est, segnato da vicende
storiche diverse da quelle tirreniche ma
comuni alla storia italiana.
In esso la distinzione tra pubblico e privato
non è così marcata come nell’area
precedente
Modello urbano VERTICALE
2° piano:
residenze
Spazi pubblici (commercio, scambi e
relazioni) sono associati a quelli
privati.
1° piano: affari
I punti di maggiore socialità sono rappresentati da porti,
mercati, edifici di culto, luoghi di aggregazione che
spiccano nel tessuto urbano.
LE CASE-FONDACO
Fondaco dei Tedeschi a Venezia
Palazzo Carciotti, “casa-fondaco” a Trieste
Il modello della casa-fondaco tipico di
Trieste, legato alla centralità del porto, di
Venezia e di Bari, nella forma delle casemagazzino, è caratterizzato da costruzioni
aventi il piano terra adibito a mercato o
deposito, i piani superiori a residenze.
Piazza Mercantile a Bari
Tali spazi sono paragonabili ai khan o
caravanserragli maghrebini.
L’Europa latina
DOVE?
Dallo stretto di Gibilterra alle coste
tirreniche dell’Italia meridionale
Non è agevole rintracciare modelli
spaziali assoluti per quest’area,
dall’articolato passato storico,
segnato da profondi cambiamenti e
contraddizioni.
MODELLO DELLA “CITTA’ EUROPEA”
Spazi istituzionali
1.Spazi pubblici e privati sono integrati a
creare un’identità cittadina
2. I centri di culto occupano un ruolo di
primo piano, come nelle altre aree, ma
secondo una concezione del potere religioso
diversa (con una maggiore valenza culturale
ad esempio, meno affaristica)
Vie cittadine
Spazi commerciali
Caratteristiche:
PIAZZA
principale
NAPOLI, bazar d’Occidente
Piazza Mercato
La conformazione urbanistica di Napoli è caratterizzata da una particolare struttura
commerciale diffusa, che riflette le contraddizioni di una città cresciuta in mancanza di
una adeguata struttura economico - produttiva.
La vocazione commerciale di questa parte di città, soprattutto di quella detta dei
quartieri bassi, ha origini alto medievali quando, intorno al porto, si è costituito il
quartiere portuale mercantile. Nella permanenza della funzione mercantile –
commerciale, il rapporto interno - esterno, il rapporto con la strada e con lo spazio
pubblico più in generale, ha assunto un carattere significante: da ciò, dai modi di
espletare l’attività di vendita, dai modi di organizzarla attraverso la specializzazione
delle strade, ma anche delle immagini, dai colori e dai suoni e dai rumori, deriva
l’associazione con i bazar orientali.
MARSIGLIA, città
nodo tra vie di terra e
d’acqua
Marché du Prado
IL MEDITERRANEO INSULARE
(Sicilia, Sardegna, Corsica, Creta, Cipro)
L’insularità è un valore aggiunto dal quale
non si può prescindere. Un’isola presenta
diversità tipologiche importanti al suo
interno e più in generale è condizionata dalla
sua posizione in rapporto alle coste.
I localismi presenti in Sicilia sono un caso
emblematico.
Palermo è legata da radici
antiche all’area Maghrebina,
essendo stata un porto
facilmente raggiungibile e in
continuo contatto con le
coste nord africane. Tracce
di modelli islamici
nell’impianto urbano erano
riconducibili a questa fitta
rete di scambi. Ma come
Catania, collegata invece
all’entroterra, la Palermo
moderna e contemporanea
presenta tratti del modello
occidentale, con edifici
pubblici importanti al centro
e gli attuali centri
commerciali in periferia.
GLI SPAZI DI RELAZIONE NEL MEDITERRANEO INSULARE
Fiera di Catania in Piazza Carlo Alberto
Mercato del Capo a Palermo
Gli spazi di relazione nelle zone insulari sono
determinati dall’importanza dei porti, punti di
riferimento e di sosta nelle rotte commerciali
mediterranee.
Mercato di Heraklion
Nell’urbanistica di Heraklion è possibile leggere
le tracce di influssi arabi ma anche veneziani sul
suolo cretese.
Palermo, via dei Calderai
Questa è una delle vie di Palermo in cui
l’esposizione di manufatti in latta,
alluminio,rame, ricorda le antiche strademercato d’epoca musulmana, durante la
quale la città si allargò divenendo una
metropoli ricca e popolata.
I musulmani nel IX secolo strappando
Panormos (tutto porto) al dominio di
Bisanzio la rilanciarono quale punta di
diamante dei traffici commerciali nel
Mediterraneo. La città, allargatasi oltre le
antiche mura, espandendosi nei quartieri
attuali di Albergheria e del Capo, si
articolava in un tessuto urbanistico
complesso, caratterizzato da quartieri
commerciali individuati dalla tipologia
delle botteghe presenti.
Ballarò è uno dei più antichi mercati di
Palermo. Il nome dovrebbe derivare da
Bahlara, villaggio vicino Monreale da
dove provenivano i commercianti che
qui esponevano i loro prodotti.
Nacque come intreccio di strade-bottega
alla maniera araba in cui si
commerciavano prodotti alimentari.
Ancora oggi è conservata questa
tradizione, dal momento che qui si
trovano le primizie nostrane e vengono
cucinati piatti tipici palermitani.
.
Isola di Santorini, Grecia
L'isola di Santorini
appartiene all'arcipelago
delle Cicladi. Di origine
vulcanica, l'antica Thera
fu quasi interamente
inghiottita dal mare
in seguito a un'esplosione
vulcanica avvenuta
intorno al 1500 a.C. Nella
foto, una tipica chiesa
dell'isola, sullo sfondo del
mar Egeo.
.
Algeri
Algeri, capitale dell'Algeria, è uno dei principali porti del Mediterraneo. In
questa città coesistono due realtà profondamente diverse tra loro:
quella della parte più antica della città, tipicamente araba (la casbah) e
quella dei quartieri più moderni,
formatisi in seguito all'occupazione francese dell'Algeria, durata oltre un
secolo.
Porto di Genova
Veduta aerea di Genova e delle sue grandiose strutture portuali.
L'antica repubblica marinara, oggi capoluogo della Liguria, è il
maggiore scalo marittimo
italiano e uno dei più importanti del Mediterraneo.
Lampedusa
La spiaggia detta dei Conigli, a Lampedusa, protetta dall'omonimo isolotto, è considerata una
delle più belle spiagge del Mediterraneo. Posta a oltre 200 km dalle coste meridionali
della Sicilia e a 113 km da quelle della Tunisia, Lampedusa è la più estesa delle isole Pelagie,
con una superficie di 20,2 km². Caratterizzata da un paesaggio in prevalenza arido per la
mancanza di sorgenti e circondato dalle acque cristalline del Mediterraneo, l’isola presenta
coste ripide e scoscese, intervallate da spiagge dalla finissima sabbia bianca.
Baia di San Giuliano,
Malta
Malta, repubblica
indipendente
nell'ambito del
Commonwealth, è
formata da un piccolo
gruppo di isole situate
nel mar Mediterraneo
a sud della Sicilia. La
baia di San Giuliano,
nella foto, si trova nei
pressi di Sliema,
nell'isola di Malta, la
più grande
dell'arcipelago.
Il canale di Suez
Quando fu inaugurato, nel 1869, il canale di Suez, che mette in
comunicazione il mar Mediterraneo con il Mar Rosso, era lungo 163 km,
profondo 8 m e largo 22 m sul fondo e 58 m sulla superficie.
Successivamente fu ampliato per potervi far transitare navi di stazza
superiore alle 150.000 tonnellate.
Miti del ritorno Insieme dei racconti e delle manifestazioni mitologiche incentrati sul tema
del ritorno, simboleggianti spesso i ritmi della vita animale e cosmica, e connessi sovente
con il tema della morte.
Talvolta tali miti narrano un ritorno dalla morte alla vita, o dall'esilio alla casa, o dal deserto
alla civiltà. Non di rado simili racconti, in particolare quelli che comprendono il superamento
di prove o ardue imprese, oltre ad avere una funzione apotropaica o scaramantica nei
confronti della morte, sono connessi con i rituali iniziatici o registrano l'attestazione di uno
stato di cose o di una istituzione o autorità. Il mito delle fatiche d'Ercole e quello del
labirinto rientrano in questo tipo; ma anche nella Bibbia il ritorno dell'arca sulla terraferma
dopo il diluvio può essere interpretato come il superamento di una crisi e la successiva
fondazione di una nuova umanità. Nella letteratura greca fiorì addirittura un genere di
racconto mitico, detto dei nóstoi ("ritorni"), che narrava le peripezie dei guerrieri achei di
ritorno dalla guerra di Troia: l'Odissea di Omero ne è la variante più celebre.
Quando la vittoria sulla morte è possibile, come nel caso di Osiride riportato in vita da
Iside, ciò è dovuto alla forza di vita e rinnovamento che pervade l'universo. Quando il
ritorno è impossibile, come nel caso di Orfeo ed Euridice, è segno che l'uomo deve
rassegnarsi al suo stato e al suo destino.
In altri casi il ritorno è rappresentato come ciclico, in analogia con l'alternarsi del giorno e
della notte o con il ciclo delle stagioni. Una figura esemplare di questo tipo è quella di
Proserpina, destinata a trascorrere metà dell'anno sulla Terra e l'altra metà agli Inferi. A
questo meccanismo mitico sono connesse altre credenze, come quella nella ciclicità
dell'universo affermata in alcuni miti cosmogonici, e quella nella reincarnazione, che vede
l'esistenza come un continuo ritorno alla vita terrena.
Nei miti riguardanti l'avvento di una società ideale, di un'età dell'oro o di un salvatore (miti
messianici), le tematiche escatologiche si uniscono a quelle della nascita, della rinascita e
del rinnovamento. Tali miti si incontrano presso le culture tribali in Africa, America
meridionale e Melanesia e nelle religioni ebraica, cristiana e islamica. Nella religione
ebraica, in particolare, il ritorno alla Terra Promessa è visto come il momento di liberazione
dalla schiavitù e di affermazione di un'identità da parte di un intero popolo, a partire dal
Libro dell'Esodo per arrivare alle moderne correnti sioniste.
MITI DEL
RITORNO
Fly UP