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24_01-12.-Carminucci.11
con la collaborazione di Le esigenze evidenziate dalle Regioni e dagli Enti locali italiani e gli spunti forniti da esperienze europee Roma, 24 gennaio 2012 La sfida dell’integrazione per il TPL e la mobilità sostenibile: tre aree di interesse e potenziale sviluppo Gruppo di lavoro su: “Integrazione: una sfida attuale per il TPL e la mobilità sostenibile” Integrazione nella governance del TPL al livello territoriale e istituzionale Animato da Federmobilità con il supporto scientifico di Isfort Composto da: una dozzina di rappresentanti di Comuni, Province, Regioni e Agenzie Integrazione fra i modi di organizzazione del TPL (es.: ferro – gomma) Integrazione fra organizzazione del TPL e mobilità individuale Le esigenze espresse dagli Enti locali nella programmazione integrata (territoriale e interistituzionale) e nella governance del TPL (e della mobilità in generale) (1/2) Esigenza generale di maggiore integrazione nella programmazione dei servizi tra i diversi livelli territoriali: da Comuni/Province verso Regioni e viceversa… …con un focus specifico sui servizi ferroviari Dalle Regioni, il tema di un Contratto di servizio a lotto unico, utilizzando lo strumento dell’Accordo di Programma Intese e Accordi di programma anche per alcuni aspetti normativi e di investimento riguardanti la mobilità urbana (qualità dell’aria) Studiare un rafforzamento/estensione degli strumenti attuali di cooperazione interistituzionale o eventuali nuovi strumenti, anche nella prospettiva di una nuova struttura dei finanziamenti (fonti e quantità) Le esigenze espresse dagli Enti locali nella programmazione integrata a livello territoriale e interistituzionale e nella governance del TPL (e della mobilità in generale) (2/2) Ragionare in maniera distinta tra reti metropolitane e reti di realtà minori nell’amministrazione dei Contratti di Servizio e nelle eventuali procedure concorsuali Forte attenzione per i processi di fusione tra le imprese (pubbliche) Approfondire gli strumenti (accordi, patti e convenzioni) che hanno determinato o possono determinare la creazione di Agenzie o simili organismi, ovvero soggetti dedicati a mettere in atto l’integrazione agendo direttamente in nome e per conto degli Enti che ne sono soci Dalle Agenzie, esigenza di distinzione netta di ruolo rispetto alle imprese, qualunque sia la loro dimensione territoriale con la collaborazione di Spunti dalle esperienze europee 1) Organismi di coordinamento istituzionale per il governo della mobilità 2) Modelli di integrazione dei trasporti nelle grandi aree metropolitane L’integrazione territoriale e il coordinamento istituzionale per il governo della mobilità: alcune buone pratiche europee (1/5) Buone pratiche europee Caratteristiche di integrazione territoriale I soggetti regolatori tedeschi (in particolare HVV di Amburgo) Agglomerati fortemente urbanizzati centrati su un grande polo attrattore, caratterizzabili per lo più come una città metropolitana e un vasto territorio circostante. Le Agenzie dei Trasporti svedesi Agglomerati complessivamente corrispondenti a una regione, eventualmente gerarchizzati in sottoaree I soggetti regolatori operanti nel Regno Unito Agglomerati fortemente urbanizzati centrati su un grande polo attrattore, caratterizzabili per lo più come una città metropolitana oppure agglomerati complessivamente corrispondenti a una regione (in Scozia) Le autorità organizzatrici francesi (caso dei SIVU “Sindacati Intercomunali e vocazione unica”) Agglomerati prevalentemente corrispondenti a un dipartimento talora agglomerati corrispondenti a due massimo tre dipartimenti Le autorità organizzatrici francesi (caso delle Comunità urbane) Agglomerati fortemente urbanizzati caratterizzabili come una città metropolitana L’integrazione territoriale e il coordinamento istituzionale per il governo della mobilità: alcune buone pratiche europee (2/5) Buone pratiche europee Caratteristiche di cooperazione inter-istituzionale I soggetti regolatori tedeschi (in particolare HVV di Amburgo) L’organismo è molto vicino alle istituzioni, pur senza confondersi con esse, essendo anche aperto alla partecipazione degli utenti e delle imprese. Ha anche veste imprenditoriale. Le Agenzie dei Trasporti svedesi La partecipazione diretta dei membri delle istituzioni (non vige incompatibilità, anzi è prassi il contrario) caratterizza questi organismi come parte integrante dell’architettura istituzionale, pur essendo contemporaneamente un’impresa. I soggetti regolatori operanti nel Regno Unito L’organismo e strettamente dipendente da una o più istituzioni che lo indirizzano, ma si caratterizza anche per autonomia operativa e veste imprenditoriale. Le autorità organizzatrici francesi(caso dei SIVU) La partecipazione diretta dei membri delle istituzioni (non solo non vige incompatibilità, ma è norma il contrario) caratterizza questi organismi come parte integrante dell’architettura istituzionale. Le autorità organizzatrici francesi (caso delle Comunità urbane) Si caratterizzano come eccellenza dell’architettura istituzionale locale. Anche in questo caso non vige incompatibilità per gli eletti nelle istituzioni di primo grado, ma è norma il contrario. L’integrazione territoriale e il coordinamento istituzionale per il governo della mobilità: alcune buone pratiche europee (3/5) Buone pratiche europee Caratteristiche di sinergia nell’uso delle risorse finanziarie (1/2) I soggetti regolatori tedeschi (in particolare HVV di Amburgo) Le leggi federali garantiscono introiti fiscali ai Länder, che a loro volta le destinano agli Enti Locali. L’organismo regolatore concentra le risorse destinate ai diversi Enti che lo compongono e le impiega sinergicamente nei contratti con gli esercenti. L’organismo può anche avere risorse proprie derivanti dalle sue attività imprenditoriali (es. pubblicità). Le Agenzie dei Trasporti svedesi L’organismo riceve principalmente dalla Regione le risorse da destinare ai contratti di servizio con gli operatori. L’organismo può detenere beni propri (es. infrastrutture, immobili e/o materiale rotabile) che da in uso agli esercenti ricavandone introiti in base a pedaggi, affitti o noleggi. Altri introiti (minori) possono derivare da attività imprenditoriali. Ove presenti, sull’organismo si concentrano anche (in tutto o in parte) i proventi dei pedaggi urbani, che sono tuttavia riscossi dallo Stato e poi riversati. L’integrazione territoriale e il coordinamento istituzionale per il governo della mobilità: alcune buone pratiche europee (4/5) Buone pratiche europee Caratteristiche di sinergia nell’uso delle risorse finanziarie (2/2) I soggetti regolatori operanti nel Regno Unito L’organismo concentra presso di sé e impiega nei contratti di servizio con gli operatori le risorse (non particolarmente rilevanti) destinate ai servizi aventi carattere sociale e non svolti a libero mercato. Spesso gestisce le risorse dedicate per le integrazioni tariffarie erogate direttamente ai beneficiari. L’organismo effettua di norma investimenti in infrastrutture (es. autostazioni, reti di metropolitana, ecc.) e/o su materiale rotabile a valere su risorse proprie (es. introiti da pedaggi e noleggi) oppure a valere su risorse a ciò destinate dai bilanci statali (es. incentivi per veicoli ecologici). Le autorità organizzatrici francesi (situazione analoga nel caso dei SIVU e nel caso delle Comunità Urbane) L’organismo concentra presso di sé tutti gli introiti derivanti dal “versement transport” potendo così impiegarli in modo sinergico per il finanziamento degli operatori sia ai fini dell’esercizio sia (di solito) ai fini del sostegno agli investimenti. L’organismo destina (solitamente a favore degli stessi operatori) anche l’ulteriore sostegno agli investimenti proveniente dai programmi statali. A disposizione anche i proventi derivanti da iniziative sperimentali di pedaggio urbano. L’integrazione territoriale e il coordinamento istituzionale per il governo della mobilità: alcune buone pratiche europee (5/5) Buone pratiche europee Eventuali caratteristiche imprenditoriali del soggetto responsabile dell’integrazione I soggetti regolatori tedeschi (in particolare HVV di Amburgo) L’organismo si caratterizza nettamente come impresa, gestendo molte attività funzionali soprattutto all’integrazione dei servizi e dei rapporti con gli utenti. Le Agenzie dei Trasporti svedesi Le Agenzie si configurano a pieno titolo anche come imprese, gestendo talora anche una parte di quei servizi che le leggi consentano di sottrarre al mercato. I soggetti regolatori operanti nel Regno Unito La caratterizzazione imprenditoriale è forte. Gli organismi vendono servizi ai gestori, che in qualche caso sono anche obbligati ad acquistarli (es. accesso alle autostazioni). Pur essendo un fatto raro e del tutto eccezionale, gestiscono anche talora quella residuale parte dei servizi che gli operatori non appetiscono in nessuna forma. Le autorità organizzatrici francesi (situazione analoga nel caso dei SIVU e nel caso delle Comunità Urbane) Gli organismi hanno carattere puramente istituzionale, per cui ogni e qualsivoglia attività gestionale è prerogativa esclusiva degli operatori. Spunti conclusivi dall’analisi comparata Presenza piuttosto estesa di soggetti intermedi tra l’Amministrazione titolare dei servizi e i soggetti erogatori, soprattutto nel Tpl (“Agenzie” in senso ampio) Forte “vicinanza” tra questi organismi e le istituzioni locali, favorita in alcuni casi dalla sovrapposizione delle cariche (unicità di orientamenti strategici) Negli anni questi organismi hanno sommato la prevalente caratterizzazione istituzionale con una componente imprenditoriale (modelli ibridi e originali) che favorisce lo sviluppo dell’”integrazione” (programmazione, informazione, bigliettazione ecc.) Fattori di successo sono il rapporto con il territorio e la trasparenza dei rapporti con le istituzioni referenti (interessi da tutelare, missione dell’organismo, risorse assegnate ecc. con la collaborazione di Spunti dalle esperienze europee 1) Organismi di coordinamento istituzionale per il governo della mobilità 2) Modelli di integrazione dei trasporti nelle grandi aree metropolitane Le Autorità del Tpl: le dimensioni operative ATM - Barcellona Popolazione: 4,9 milioni Superficie: 3.239 kmq SL - Stoccolma Popolazione: 1,9 milioni Superficie: 3.860 kmq Movia PT - Copenaghen Popolazione: 2,5 milioni Superficie: 9.834 kmq VOR - Vienna Popolazione: 2,7 milioni Superficie: 8.441 kmq CRTM - Madrid Popolazione: 6,2 milioni Superficie: 8.030 kmq VBB - Berlino Popolazione: 5,9 milioni Superficie: 30.239 kmq STIF - Parigi Popolazione: 11,7 milioni Superficie: 12.012 kmq TFL - Londra Popolazione: 7,6 milioni Superficie: 1.572 kmq 13 Fonte: Isfort su dati EMTA, 2008 Le Autorità del Tpl: lo status giuridico Emanazione diretta delle Amministrazioni TFL - Londra Autorità di trasporto – Organo tecnico dell’Amministrazione metropolitana di Londra (Greater London Authority, cd. “Grande Londra”) STIF - Parigi Sindacato dei trasporti - Ente pubblico locale diretto dalla Regione Ile-de-France, alla cui gestione partecipano anche le Città di Parigi e gli altri 7 Dipartimenti regionali Movia PT - Copenaghen Ente responsabile per la pianificazione e l’offerta del Tpl nella Regione Capitale della Danimarca e nella Regione Zealand (Est Danimarca) SL - Stoccolma Autorità di trasporto pubblico dipendente dalla Contea di Stoccolma (cd. “Grande Stoccolma”) Società/Enti consortili tra sole Amministrazioni o anche con le Aziende ATM - Barcellona Consorzio di autorità locali e regionali responsabili del Tpl (Governo della Catalogna, Comune di Barcellona, 18 comuni dell’hinterland associati all’entità dei trasporti del capoluogo e altri centri non associati) VBB - Berlino Società consortile responsabile per il Tpl istituita in associazione volontaria tra Enti locali del Brandeburgo, governo congiunto dei Länder di Berlino e del Brandeburgo CRTM - Madrid Ente consortile del governo regionale (CA di Madrid) che associa le imprese, il comune di Madrid e, in forma volontaria, altre 175 municipalità dell’area capitale VOR - Vienna Società operativa per la gestione dei trasporti pubblici nell’area di Vienna-Austria orientale, costituita dalla città di Vienna e dalle Regioni Lower Austria e Burgenland 14 Fonte: Isfort su dati EMTA, 2008 I modelli di “governance” identificabili: 6 realtà Il modello fortemente integrato di Londra Un unico governo metropolitano (GLA) e un solo organo tecnico (TFL) cui è affidato l’intero ciclo della mobilità e gli aspetti connessi come l’urbanistica e le politiche ambientali dei trasporti. L’autorità metropolitana ha competenze esclusive su: Tpl su gomma e ferro (esclusa rete nazionale), sviluppo della mobilità sostenibile (bici, aree pedonali, vetture ecologiche, auto in comune), gestione dei taxi, controllo della circolazione sulle strade urbane e regionali. Elabora le strategie del sindaco e i piani locali di implementazione (in concorso con i boroughs) Il modello consortile di Madrid (Tpl al centro) La regolazione dei servizi di Tpl nell’area di Madrid (in forma di consorzio tra Regione ed Enti locali) è fattore strategico, utile anche per le collaborazioni con le imprese nazionali controllate dallo Stato (Renfe). Negli anni recenti ha significato l’attuazione di progetti infrastrutturali spinti (metro, servizi ferroviari pendolari, sosta di scambio) con un forte incremento della domanda soddisfatta da mezzi pubblici. E’ più spezzettata la gestione di strade, così come si rilevano difficoltà a controllare lo sviluppo urbano sull’area vasta Il modello esteso di Berlino Regione Capitale Elemento distintivo del contesto berlinese è il ruolo centrale del Senato (Governo del Land) nei processi di pianificazione urbana e di sviluppo del Tpl. Lo Stato federale collabora ai progetti di rete ferroviaria (finanzia). Lo stesso ente è responsabile di vaie tematiche di mobilità sostenibile: potenziamento alternative all’auto su scala locale, qualità dell’aria (il ruolo dei distretti è consultivo). L’integrazione territoriale dei poteri tende ad estendersi all’area del Brandeburgo (governo congiunto dei Länder) Il modello a geometria variabile di Barcellona Il governo della mobilità a Barcellona è un buon esempio di collaborazione tra Città e Regione, con molte integrazioni che toccano anche politiche infrastrutturali, indirizzi di qualità dell’aria, ambiente, linee di sviluppo urbano. Da un lato si ha una comune area di programmazione dei servizi di Tpl : l’Autorità dei Trasporti della Regione Metropolitana (ATM) che consorzia Governo della Catalogna, Capoluogo e municipi dell’hinterland. Ma esistono associazioni volontarie tra i comuni di agglomerato su altri aspetti: gestione di spazi e reti viarie urbane, servizi di taxi e metro Il modello in rapida transizione di Parigi L’assetto dei poteri della mobilità a Parigi vive due transizioni parallele: il trasferimento di competenze dal Centro alla Regione, la riforma della cooperazione tra enti locali di agglomerato. Le politiche per la Capitale evidenziano una forte attenzione al tema dell’accessibilità di area vasta (collegamenti ferroviari e pendolari) e presenta come tratti distintivi il ruolo guida di STIF (sindacato regionale), l’intervento degli attori sociali e la partecipazione dello Stato ai programmi urbani e di infrastrutturazione Il modello cooperativo di Stoccolma Il Tpl è amministrato a livello di Contea, ed è in evoluzione il raccordo con le politiche urbane (consigli delle città) e dei trasporti su vasta scala (lo stato mantiene potere su ferrovie e gestione del traffico). Varie reti si curano di elaborare visioni e supportare l’attuazione di politiche comuni in tema di sostenibilità: Associazione degli enti locali della contea (KSL), Stockholm-Mälar Region (pianificazione di 15 infrastrutture e territorio), Associazione Stockholm-Uppsala (valutazione e controllo della qualità dell’aria) I nuovi campi di attività: dal trasporto collettivo alla mobilità sostenibile … Decentramento di funzioni (dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali) Rafforzamento dei poteri e delle istituzioni di governo delle città (status specifico di capitali, città-stato o città-regione, affermazione di enti ed organismi intercomunali) Persistente tendenza alla crescita fisica (sprawl urbano) e conseguente allungamento del raggio di influenza della città sul territorio Rilevanza del tema metropolitano in chiave di “sostenibilità” Diverse città europee hanno iniziato a vedere l’AM come l’ambito territoriale più idoneo a formulare risposte adeguate in chiave di sostenibilità, ad esempio definendo politiche comuni di agglomerato e area vasta in materia di ambiente e qualità dell’aria, corretta pianificazione urbana e del territorio, innovazione dei sistemi di trasporto compresi alcuni indirizzi sulla mobilità ciclo-pedonale e la circolazione privata solitamente di competenza locale (comunale) Benefici osservabili: Realizzazione di politiche di network e politiche congiunte domanda-offerta Pianificazione di servizi e interventi sulla giusta scala dimensionale Cooperazione tra gli attori locali (imprese locali e nazionali, istituzioni del capoluogo e comuni d’area) su grandi strategie/obiettivi di sviluppo dell’area Integrazione fra trasporti, politiche abitative e di uso del suolo 16 con la collaborazione di Grazie per l’attenzione! Le esigenze evidenziate dalle Regioni e dagli Enti locali italiani e gli spunti forniti da esperienze europee Roma, 24 gennaio 2012