Comments
Transcript
Concorrenza: il percorso ad ostacoli delle gare
I T P L corrente per il settore ucciderebbe nella culla i processi di riforma faticosamente portati avanti, in antitesi con le raccomandazioni del Parlamento, ben sintetizzate nel documento conclusivo dell'indagine sul TPL approvato ad aprile dello scorso anno dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e del tutto coerenti con gli interventi di policy suggeriti già a fine 2013 dalla Cassa Depositi e Prestiti. è bene richiamarle queste raccomandazioni nella speranza che anche le Istituzioni nazionali riacquistino la memoria: 1) integrazione della dotazione del Fondo TPL con gli ulteriori 1.400 milioni circa di risorse ex fondo perequativo; 2) adeguamento inflativo della dotazione stessa; 3) rafforzamento e miglioramento degli interventi finanziari a sostegno degli investimenti in materiale rotabile ed infrastrutture, anche attraverso una più efficace utilizzazione dei fondi strutturali europei; 4) accelerazione, ai fini della ripartizione delle risorse disponibili, del processo di superamento della spesa storica e di finanziamento del settore in base a I I I costi e fabbisogni standard; 5) misure di contrasto all'evasione tariffaria e di differenziazione calibrata delle tariffe orientate all'incremento dei ricavi da traffico, anche attraverso la diffusione di strumenti di bigliettazione elettronica; 6) rafforzamento delle dinamiche concorrenziali mediante il più diffuso ricorso alle gare per l'affidamento dei servizi ed accompagnamento del processo con un adeguato sistema di ammortizzatori sociali; 7) coordinamento delle diverse misure, infine, nell'ambito più ampio di una politica per la Concorrenza: il percorso ad ostacoli delle gare “C ambiare tutto per non cambiare niente": il celebre motto gattopardesco, fin troppo abusato nel nostro Paese, si rivela purtroppo ancora una volta utile per sintetizzare ciò che sta avvenendo nel processo di riforma del settore del trasporto pubblico regionale e locale, con tutte e tre le gare regionali indette per l'affidamento dei servizi minimi di TPL su gomma sottoposte alla valutazione di legittimità del giudice amministrativo e con un prevedibile prolungamento dei tempi di conclusione delle stesse. Tutto ciò mentre la scadenza del 3 dicembre 2019, termine ultimo del periodo transitorio previsto dal legislatore comunitario per dare il tempo agli Stati membri di conformarsi alla disciplina stabilita con il Regolamento CE1370/2007, si avvicina inesorabilmente. Nelle more della presentazione in Parlamento del disegno di legge di riforma del settore, infinite volte annunciato dal Ministero dei Trasporti ed atteso ormai da oltre un anno, fioccano i tentativi estemporanei di intervenire sul settore in via indiretta attraverso una nuova riforma dei servizi pubblici locali intersettoriale e onnicomprensiva o, all'opposto, attraverso "interventi mirati", nascosti in provvedimenti poco o per nulla attinenti alla 10 | materia, e rispondenti ad interessi particolari dei cosiddetti "poteri forti". In quest'humus l'incertezza normativa prolifica, la già elevata propensione italica al contenzioso esplode ed i numerosi seguaci di Tancredi hanno buon gioco, favoriti anche dalla pretesa di legislatori e amministratori di voler cambiare tutto e subito salvo reiterato ricorso alle proroghe. Siamo oramai a metà del 2015, la prima parte del periodo transitorio previsto dal Regolamento CE 1370/2007 è scaduta lo scorso dicembre senza che il processo di liberalizzazione del settore del TPL abbia fatto significativi passi avanti, ostacolato da due utopiche e confusionarie riforme dei servizi pubblici locali, naufragate sotto la scure dell'abrogazione referendaria prima e dell'illegittimità costituzionale poi, dalla pretesa di individuare gli ambiti ottimali di affidamento dei servizi secondo criteri amministrativi piuttosto che economici e trasportistici, dal continuo ricorso a proroghe e deroghe rispetto ad obblighi poco chiari di conformazione ai principi comunitari, dalla mancata attuazione in concreto delle poche misure realmente pro-concorrenziali, come quelle previste dall'art. 34-octies del D.L. 179/2012 ai cui sensi i servizi automobilistici sostitutivi dei servizi ferroviari avrebbero dovuto essere aggiudicati tramite gara entro il 31 dicembre 2013. In questo contesto suscita un sorriso amaro l'ipotesi, pur ventilata, di implementare nel settore del TPL un sistema di concorrenza nel mercato in cui i diritti di esclusiva verrebbero sostituiti da royalities in favore dell'operatore incaricato dell'assolvimento degli obblighi di servizio pubblico, ipotesi da tempo promossa dall'Autorità antitrust e non censurabile in linea teorica che, tuttavia, si scontra con un assetto reale del sistema in cui anche la concorrenza per il mercato stenta ad affermarsi, condizionata dalla incertezza ed inadeguatezza dei finanziamenti, dalla permanenza di conflitti d'interessi irrisolti, dalla disparità concorrenziale connessa alla presenza di note rendite monopolistiche. Ne è una conferma evidente ciò che sta succedendo in Toscana, in Friuli Venezia Giulia e in Campania, dove le procedure di gara regionali per l'affidamento dei servizi minimi sono ferme nel limbo causato dai ricorsi. Partiamo dalla Toscana: a distanza di oltre due anni dal primo avviso di gara a procedura ristretta, solo nel mese di novembre del 2014 la Regione ha inviato agli otto operatori che avevano manifestato interesse la documentazione di gara per l'affidamento novennale di tutti servizi minimi di TPL su gomma della Regione, per circa 90 milioni di Km annui e una base di gara complessiva di 190 milioni di euro al netto di IVA. Degli otto offerenti sono noti solo