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gli esantemi infantili
GLI ESANTEMI INFANTILI Dr Emanuela Pedevilla Pls bressanone Bolzano 23 marzo 2012 ESANTEMI INFETTIVI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. MORBILLO SCARLATTINA ROSOLIA SCARLATTINETTA MEGALOERITEMA ESANTEMA CRITICO VARICELLA MALATTIA DI KAWASAKI SEPSI MENINGOCOCCICA ALTRI ESANTEMI VIRALI: MONONUCLEOSI, ADENOVIRUS, COXSACKIE, PARVOVIRUS MORBILLO EZIOLOGIA Paramixovirus a RNA un solo tipo antigenico immunità Mortalita’ in Africa: 20 %. Mortalita’ in Europa (ante vaccinazione): 0,2 % . Contagio diretto: dal 7° giorno di incubazione al 5° giorno dopo la comparsa dell’esantema. Periodo di incubazione: 8-12 giorni. Indice di contagiosita’: 95 % Immunita’ per tutta la vita; gli anticorpi materni conferiscono una protezione parziale per buona parte del 1° anno di vita. MORBILLO CLINICA 1° fase: incubazione 8-12 gg (soggetto asintomatico). 2° fase: periodo enantematico e delle mucositi : febbre elevata (remittente), enantema: macchie di Koplik (puntini bianchi come spruzzatura di calce sulla mucosa delle guance) che compaiono subito prima dell’esantema durano solo 24 ore difficile vederle. E’ detto anche periodo delle mucositi: rinite (starnuti e secrezione siero-mucosa), congiuntivite (lacrimazione e fotofobia), laringite (tosse secca insistente), bronchite. Massima contagiosità. 3° fase: esantema: alla fine del periodo enantematico si ha caduta febbrile, comparsa dell’esantema con ripresa della febbre. L’esantema di natura maculo-papulosa confluente si diffonde dall’alto al basso iniziando in regione retro-auricolare in tutto il corpo. MORBILLO: COMPLICANZE: 1) Per localizzazione tipica del virus: Polmonite interstiziale (compare nelle prime fasi della malattia) 2) Da sovrainfezione: a) Polmonite interstiziale e batterica (per depressione immunitaria) (1-2 %) b) Otite media acuta (5 %) Nevrassite Meningoencefalite virale (convulsioni fino a stato saporoso, coma e morte 1:1000 casi) dovuta a reazione immunoallergica. La mortalita’ e’ elevata (20%) o, spesso, lascia dei reliquati neurologici. Nel liquor: aumento delle cellule e delle proteine e possibile isolamento del virus.COMPARE GG DOPO LO SFEBBRAMENTO(50% REM.25%DECESSO 25 % RELIQUATI) PanEncefalite Sclerosante Subacuta (PESS) rara (1:100.000) forma degenerativa con latenza di 7 anni. Determina un progressivo scadimento delle funzioni neurologiche (paralisi spastica) ed intellettive fino a morte. MORBILLO: PROFILASSI: Vaccinazione con virus vivo attenuato: 12° mese – 1-2 aa. Il soggetto non vaccinato che viene a contatto con un ammalato di morbillo puo’ essere profilassato con globuline specifiche (0,25 mg/Kg). ROSOLIA Eziologia: virus a RNA Contagio : diretto da una settimana prima della comparsa dell’esantema fino a 1-2 settimane dopo la remissione.necessita di contatto prolungato, LA STORIA DEL CONTATTO è INCOSTANTE Incubazione: 2-3 settimane Periodo prodromico (1-5 giorni): linfoadenomegalia retronucale e laterocervicale, modica splenomegalia, febbricola Esantema: maculopapuloso, non confluente o modestamente confluente, diffuso su tutto il corpo, leggero (meno intenso di quello del morbillo), inizia al viso e procede verso il basso. Non sempre e’ presente(60%).modesta mucosite Diagnosi: 1) quadro clinico 2) indagini di laboratorio: leucopenia con neutropenia,aumento plasmacellule 3) ricerca degli anticorpi specifici (Rub test): IgM specifiche cercando di valutare l’aumento del titolo. 4) Infezione congenita: ricerca di Ig M specifiche nel liquido amniotico, sangue cordonale o preso dai villi coriali Complicanze: artrite e trombocitopenia dopo 10 gg esantema Profilassi 1) Passiva: -globuline specifiche 2) Attiva: vaccino vivo attenuato in una unica dose (vaccinazione trivalente al 15° mese: anti-morbillo, rosolia, parotite) in tutte le donne sieronegative Sindrome della rosolia congenita (SRC) Infezione nel I trimestre di gravidanzaSRC nel 50% dei casi Infezione nel II trimestre di gravidanzaSRC nel 15% dei casi Infezione nel III trimestre di gravidanza %SRC 10 Embriopatia:necrosi cellulare Quadro clinico: Triade di Gregg: 1) cardiopatia congenita 80% (pervietà del dotto arterioso di Botallo) 2) cataratta, microftalmia, retinopatia a chiazze,fa dgn 3) sordità, microcefalia, ritardo psicomotorio ,def linguaggio Alla nascita può essere presente un quadro settico: ittero, porpora trombocitopenica, epatosplenomegalia. SCARLATTINA Eziologia: Streptococco -emolitico di gruppo A (S. Pyogenes) produttore della cd. tossina eritrogenica. Incubazione: 2-3 giorni. Fase prodromica: faringotonsillite (angina) con febbre elevata, cefalea, dolori addominali, vomito. La febbre (se non si usa adatta terapia antibiotica) dura 3-6 giorni. In caso di adatta terapia antibiotica la febbre scompare dopo 12-24-36 ore. Esantema: maculopapuloso (elementi piccoli 0,5-1-2 mm, rosso vivo, aspetto vellutato per la tendenza a confluire senza lasciare zone di cute indenne), inizia alla radice degli arti e diffonde a tutta la cute in modo uniforme. Coesiste enantema: lingua inizialmente bianca patinosa con margini rossirosso lampone. Linfoadenomegalia laterocervicale dolente. Dopo una settimana segue una desquamazione furfuracea soprattutto alle mani e ai piedi (attualmente si osserva raramente per la somministrazione della terapia antibiotica). SCARLATTINA Altri segni caratteristici 1) 2) 3) 4) L’esantema risparmia la regione periorale (maschera di Filatov) Segno della mano gialla: spingendo con la mano sull’addome l’esantema scompare e rimane l’impronta gialla Strie di Pastia: strie rubre nella regione flessoria degli arti (per fragilità vasale) Dermatografismo bianco: strisciando l’unghia sulla pelle rimane un segno bianco. Diagnosi 1) Quadro clinico 2) Tampone faringeo 3) Esame di laboratorio: Ves e TASL, leucocitosi neutrofila e eosinofilia. SCARLATTINA Complicanze 1) Precoci di tipo settico: Otite Osteomielite Artrite Miocardite Nefrite 2) Tardive: Malattia reumatica Glomerulonefrite SCARLATTINA Diagnosi differenziale Morbillo: che pero’ presenta le mucositi (rinite, congiuntivite, laringite, bronchite); l’esantema maculo-papuloso nel morbillo tende a rimanere con elementi staccati senza confluire. Terapia - Penicillina o meglio penicilline semisintetiche (amoxicillina o acido clavulanico) alla dose di 50-100 mg/Kg/die per 10 giorni; - oppure macrolidi (eritromicina, ecc) alla dose di 30-40 mg/Kg/die per 10 giorni (azitromicina per tre giorni?) V MALATTIA: MEGALOERITEMA Eziologia: parvovirus B19 (DNA) individuato nel 1975; si moltiplica nelle cellule della serie rossa del midollo. Contagiosità piuttosto bassa (25%) Periodo di incubazione: 4-17 gg. Periodo prodromico: cefalea, febbricola o febbre, mialgia. Esantema: rosso, abbastanza rilevato, inizialmente a farfalla (aspetto di viso schiaffeggiato), poi diffonde in tutto il corpo con aspetto a festoni (simile ad una forma allergica) esantema può fluttuare anche per mesi. Con esantema no contagiosità Complicanze: - Anemie aplastiche (anemia aplastica temporanea dopo contatto con B19 nei soggetti con condizione emolitica cronica); - Forme di artrite (nel 10% dei bambini, piu’ spesso negli adulti) Terapia: sintomatici (antipiretici) Rischi per la gravida bassi (5.6%) idrope fetale, no anom VI° MALATTIA: ESANTEMA CRITICO Eziologia: HHV-6, virus a DNA di tipo Herpes, isolato nel 1988 Epidemiologia: colpisce prevalentemente i primi 6-12 mesi 3 aa. I soggetti siero-positivi sono molto frequenti (quindi: la malattia si presenta spesso con sintomi attenuati, cioe’ senza esantema). Quadro clinico: - febbre elevata (iperpiressia) per circa 3 giorni - possibili convulsioni durante il rialzo febbrile - sfebbramento rapido per lisi - esantema maculopapuloso soprattutto al tronco dopo lo sfebbramento VARICELLA Eziologia: Varicella-zooster (VZ), un DNA-virus appartenente alla famiglia degli Herpesviridae. Epidemiologia: e’ una affezione ubiquitaria ad elevata contagiosità (indice di contagiosita’: 90%), con incidenza più elevata nei bambini di età compresa tra 5 e 9 anni. L’incubazione e’ di 12-21 gg. Il contagio avviene dalla fine dell’incubazione fino al 5° giorno dopo l’ultima pousse’ di vescicole. La prima infezione da virus VZ si trasmette attraverso il contatto diretto di soggetti suscettibili con pazienti affetti da varicella; sorgente di infezione: vescicole cutanee e secrezioni espiratorie. Risulta contagiosa da un giorno prima a circa 6 giorni dopo l’esordio dell’eruzione cutanea (i neonati possono acquisire la malattia dalla madre che contrae la varicella alla fine della gestazione). VARICELLA Rapporti fra varicella ed herpes zooster. Varicella e herpes zooster possono occorrere insieme nella stessa famiglia e nello stesso bambino dando un’immunita’ crociata. La varicella puo’ essere considerata la forma acuta, mentre lo zooster il risultato della riattivazione dalla fase latente del virus nei gangli spinali. VARICELLA: QUADRO CLINICO Periodo prodromico: febbre e malessere generale della durata di circa 24 ore; subito dopo compare l’esantema. Esantema: lesioni inizialmente maculo-papulari che evolvono in vescicole di 2-3 mm. di diametro, circondate da un alone eritematoso, a contenuto dapprima liquido ed in seguito torbido (pustole); entro 4-6 giorni queste lesioni si trasformano in croste che in seguito cadono senza lasciare cicatrici evidenti (a volte cicatrici appena visibili). L’esantema della varicella si manifesta inizialmente alla parte superiore del tronco quindi al volto, al cuoio capelluto ed alle estremità. “Rush cutaneo a cielo stellato” nella fase di stato sono presenti elementi in tutti i diversi stadi evolutivi, cioe’ esistono gittate successive. VARICELLA Diagnosi: - quadro clinic Complicanze: - superinfezione delle vescicole da stafilococco o altri germi - polmonite (soprattutto negli adulti - Bpn entro 1 mese - manifestazioni neurologiche: -encefalite (molto rara): compare dopo 1-2 settimane dalla fine della malattia (segni cerebellari, atonia, tremori, convulsioni, coma) paralisi faciale neurite ootica - sindrome di Reye (aspirina come antipiretico!) VARICELLA Terapia: Aciclovir, farmaco antivirale attivo sugli Herpesvirus (dose 15 mg/Kg/die e.v.). Riduce l’intensità e la durata del quadro clinico e contrasta la disseminazione viscerale dell’infezione. E’ indicato solo nei casi piu’ gravi e quando il paziente e’ immunodepresso: tumori, trapianto d’organo o midollo, steroidi ad alte dosi, malattie immunodeficitarie congenite e acquisite, neonati o in caso di complicanza: polmonite, encefalite.20 mg/kg/dose (1 ml =80 mg) 4 volte die per 5 gg entro 40 h da esantema. VACCINO ENTRO 72 ore e non oltre120 ore dal contagio(VIVO ATTENUATO) Profilassi: passiva con gammaglobuline iperimmuni (VZIG) entro 36 ore dall’esposizione(b immunod, donne in gra. suscettibili,neon. con ma con varic v. 5 gg prima parto e 48 dopo. PROTEZIONE CON VACCINO PREGRAVIDANZA MALATTIA DI KAWASAKI La malattia di Kawasaki o sindrome linfo-muco-cutanea e’ una malattia ad eziologia ignota, caratterizzata da febbre elevata per almeno 5 giorni, e da 4 delle seguenti 5 condizioni: (1) congiuntivite; (2) flogosi delle alte vie respiratorie; (3) sintomi alle estremita’: edemi, eritemi palm e plant, desquamazione; (4) esantema polimorfo al tronco; (5) adenite latero-cervicale. Eziologia: ignota. Per alcuni virale, ma la maggior parte degli Autori suppone un’eziologia immuno-allergica. Laboratorio: VES elevata, leucocitosi neutrofila, aumento delle piastrine, iper-IgE. DGN CLINICA Decorso: per lo piu’ benigno, ma con possibile complicanza (1 %) a livello delle coronarie (aneurismi e trombosi) nel 20-25 % . Terapia: (a) γ-globuline ad alte dosi: 400 mg/Kg/die per 4-5 giorni (b) acido acetil-salicilico (Aspirina) per alcuni ad alte dosi (50-100 mg/Kg/die: uso antinfiammatorio), per altri a basse dosi (5 mg/Kg/die: uso anti-aggregante) SEPSI MENINGOCOCCICA E’ una forma gravissima, spesso mortale, dovuta alla Neisseria meningitidis, un diplococco Gram-negativo intracellulare, che da’ di solito episodi epidemici di rinofaringite e che in alcuni individui, per condizioni particolari, evolve verso la sepsi con secondaria localizzazione alle meningi. Quadro clinico: - stato settico: febbre alta, cefalea, vomito, forte prostrazione; - shock settico: se esiste interessamento surrenalico (emorragia bilaterale) il quadro e’ ancora piu’ grave ed irreversibile (cd sindrome di Waterhouse-Friderichsen); - porpora: petecchie ed ecchimosi compaiono velocemente su tutto il corpo (emboli settici anche negli organi interni). Terapia: deve essere immediata (entro poche ore): a) anti-shock: idratazione e cortisonici b) antibiotica: penicilline e cefalosporine (ceftriaxone) (con MONONUCLEOSI benigna e autolimitante Eziologia: virus di Epstein-Barr della famiglia degli herpesvirus. E’ anche l’agente eziologico del linfoma di Burkitt, un linfoma maligno che colpisce i bambini negri dell’Africa e del carcinoma nasofaringeo dei cinesi. Il virus infetta i linfociti B fondendo il suo DNA con quello della cellula e determinandone la moltiplicazione all’infinito (linfoblasti: fenomeno dell’immortalizzazione). La cellula contiene l’antigene nucleare EBNA. Epidemiologia: e’ una malattia diffusissima e la sieroconversione aumenta con l’eta’. Gli adulti sono quasi tutti siero-positivi. Il contagio avviene con le goccioline di saliva (malattia del “bacio” o dei “college”). Incubazione: 10-60 giorni. MONONUCLEOSI Clinica: - febbre di durata molto variabile (pochi giorni o anche un mese); - angina rossa (o pseudo-membranosa o lacunare “a placche”); - poliadenomegalia diffusa; - epatomegalia e splenomegalia; - esantema maculo-papuloso (10 %) simile a quello della rosolia o del morbillo. - Stanchezza MONONUCLEOSI Diagnosi: a) clinica b) emocromo: linfomonocitosi assoluta con aumento anche di alcuni linfociti atipici detti “attivati”: sono linfociti T che non contengono il virus e che si oppongono (insieme ai linfociti NK) alla proliferazione dei linfociti infetti. c) aumento modesto delle transaminasi (quasi costante) d) reazioni sierologiche: ; titoli anti-VCA di tipo IgM; gli anticorpi anti-EBNA sono gli ultimi a comparire e indicano per lo piu’ un’infezione non piu’ recente. MONONUCLEOSI Prognosi: e’ buona. Rarissime le complicanze: respiratorie (broncopolmonite interstiziale); ematologiche (piastrinopenia, anemia emolitica, rottura di milza); cardiache (miocarditi); neurologiche (meningo-encefaliti, sindrome di Guillain-Barre’). Possibile gravita’ in soggetti immunodefedati: sovrinfezioni gravi, tumori. Terapia: sintomatica: antipiretici (paracetamolo), ma non l’Aspirina (rischio di sindrome di Reye). Secondo Alcuni nei casi piu’ gravi e prolungati: cortisonici. INFEZIONI DA ADENOVIRUS Gli adenovirus per lo piu’ provocano: - infezioni delle alte vie respiratorie (5-8% di tutte le infezioni delle alte vie respiratorie): faringiti, faringo-congiuntiviti; - flogosi delle basse vie respiratorie: polmoniti e sindromi pertussoidi; - infezioni gastro-enteriche; - cistiti emorragiche. INFEZIONI DA VIRUS COXSACKIE I coxsackie sono enterovirus ubiquitari responsabili di malattie che in genere hanno un decorso bifasico: - 1° fase: localizzazione alla mucosa respiratoria o intestinale e ai linfonodi; - 2° fase: disseminazione con localizzazione cutanee, polmonari, cardiache, muscolari, nervose. Epidemiologia: si trasmettono per lo piu’ con meccanismo feci mano bocca. INFEZIONE DA VIRUS COXSACKIE Quadri clinici: - - - malattia febbrile indifferenziata: febbre, mialgie, rash cutaneo maculo-papuloso herpangina: febbre per 3-7 giorni, esantema vescicolare in gola; sindrome mano-piede-bocca: cosi’ detta per le zone colpite dalle vescicole; pleurodinia: febbre e dolori toracici miosite epatite miocarditi e pericarditi meningo-encefaliti broncopolmoniti