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per il recupero dell`uso dei nomi dei principi attivi dei

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per il recupero dell`uso dei nomi dei principi attivi dei
Numero
Vignette e
riflessioni
1
Versione
4 dicembre 2007
per il recupero dell'uso dei nomi
dei principi attivi dei farmaci
A cura di Mauro Pecchioli, medico fiorentino
[email protected]
L'intenzione di questa piccola opera composta da vignette e riflessioni è quella di offrire al
lettore un'occasione per porre la sua attenzione al fenomeno della prescrizione dei farmaci
utilizzando i nomi dei Principi Attivi piuttosto che i nomi di fantasia, commerciali o di pubblicità.
Alla fine della lettura ognuno sarà in grado di farsi un'idea del fenomeno stesso, e potrà
affermare il suo consenso o il suo dissenso nei confronti della tesi qui esposta.
La tesi è la seguente: “I Principi Attivi sono le sostanze che fanno l'identità dei farmaci che
vengono utilizzati per la cura delle malattie. La loro presenza è nata dalla necessità di una
catalogazione univoca mondiale delle molecole che formano insieme la giungla dei prodotti
utili all'uomo. L'Industria Farmaceutica si è dotata di un impianto nominalistico che scavalca
tali nomi propri delle sostanze, inventando nomi di fantasia, commerciali, o di pubblicità, che
hanno l'unico scopo di permettere
giochi finanziari nella vendita e nella commercializzazione delle specialità farmaceutiche. Si
ritiene che l'uso dei nomi dei Principi Attivi debba essere l'unico modo per comunicare sui
farmaci, sia tra i medici che tra i pazienti, al fine di eliminare quanto di commerciale e
pubblicitario esiste attualmente nel settore, e riportare alla pura scientificità la manipolazione
verbale e la conoscenza delle sostanze medicinali”.
Le vignette sono il frutto di un lavoro di oltre quattro anni, e sono messe in un ordine sparso
rispetto alla loro produzione cronologica. Le riflessioni sono proposte di lettura personale, da
prendere come spunto per sviluppo e crescita di idee sul tema e sulle varie sfaccettature che
esso presenta.
Mauro Pecchioli
Attualmente i farmaci
sono confezionati in
scatole o contenitori
che riportano in
caratteri più grandi il
nome di pubblicità
o commerciale,
scelto dalla ditta
produttrice della
confezione, e in
carattere più piccolo
il nome del Principio
Attivo.
Sarebbe più etico
che il formato dei
caratteri per le due
entità fosse invertito,
e comparisse il nome
del Principio Attivo a
caratteri più grandi.
E' esperienza
quotidiana, come
medico, leggere,
nelle cartelle di
dimissione dagli
ospedali pubblici, la
prescrizione, fatta
utilizzando un unico
nome di pubblicità, di
un inibitore di
pompa,
l'omeprazolo, dato
per la cosiddetta
“protezione gastrica”
nei confronti di altri
farmaci
potenzialmente
gastrolesivi. Accade
spesso che venga
data anche se non
accompagnata da
tali farmaci. Perché?
Noi medici siamo
contattati da ditte
private che ci chiedono
dati sulla nostra attività,
in cambio di regali di
vario tipo.
Una di queste ditte,
propone al medico di
diventare un
“controllore” dell'attività
degli informatori
scientifici (i
“rappresentanti delle
medicine” di vecchia
memoria), durante le
loro visite presso lo
studio del medico.
Si ritiene che la
maggior parte dei
medici non accetti
questo tipo di attività di
“spionaggio”, ma, a
detta degli stessi
informatori, non sembra
basso il numero dei
medici consenzienti a
farlo.
L'industria farmaceutica
prende per mano lo
studente di medicina
negli ultimi anni,
avvicinandolo, negli
ospedali e negli
ambulatori. Lo
“addestra”, con garbo
ed eleganza, a
prescrivere presto e
bene. Presto, si, ma
bene, per chi? Per il
paziente o per la ditta
farmaceutica?
Il neolaureato quindi
“scende in campo” già
fornito del database dei
nomi di pubblicità dei
farmaci che durante lo
studio di farmacologia
aveva imparato a
conoscere col loro
unico e vero nome, il
Principio Attivo, e che
dimenticherà presto a
favore del nome
commerciale.
E' un fenomeno
sconosciuto nel
mondo della scienza:
hanno un prezzo più
basso, e sono
oltretutto mutuabili,
le pillole
anticoncezionali che
contengono una
maggiore quantità di
estrogeni (30 mcg),
rispetto a quelle che
contengono minor
quantità dello stesso
estrogeno (20 o 15
mcg) e che sono
completamente a
pagamento da parte
della donna a cui
sono prescritte da
medici e ginecologi.
Viene detto, da parte di
chi difende l'uso dei
nomi di pubblicità, che
questi aiuterebbero i
pazienti, specialmente
anziani, a non fare
confusione con le
confezioni dei farmaci
che usano anche in
multiterapia. Questo
atteggiamento parte da
una visione offensiva
per l'intelligenza e le
capacità del prossimo,
accettando che
l'ignoranza debba
continuare a dominare
il mondo, e che
acculturare il pubblico
sia più faticoso e
costoso del
somministrargli “svago”
e insulsi giochi
televisivi.
Il Principio Attivo è la
fonte di tutti i farmaci
che, utilizzandolo, e
ponendogli differenti
e numerosi nomi di
pubblicità, o
commerciali, ruotano
intorno ad esso. La
vera fonte di “luce” e
di “vita” di un
farmaco è il suo
Principio Attivo, il cui
ruolo e la cui
presenza vengono
messi in secondo
piano sulla
confezione, rispetto
ad un nome di
fantasia con cui le
ditte farmaceutiche
fanno a gara a chi
vende di più.
http://www.who.int/medicines/publications/essentialmedicine
s/en/
http://mednet3.who.int/EMLib/
I Farmaci Essenziali,
la lista dei Principi
Attivi in versione
multilingue,
mantenuta a cura
della OMS.
I farmaci essenziali
sono “quelli che
soddisfano i bisogni
terapeutici della
maggioranza delle
popolazioni: essi
devono pertanto
essere disponibili: sempre
-in quantità adeguata
-nelle forme e
dosaggi appropriati
-ad un prezzo che la
comunità possa
sostenere.
Due monti, due
mondi, due sorgenti,
due percorsi
differenti per
raggiungere
l'obiettivo della cura
dei pazienti.
Un ponte in cima ai
due monti costituisce
ancora la fonte del
conflitto d'interesse
tra la professione del
medico e la vendita
dei farmaci.
Il Principio Attivo è la
vera identità del
farmaco, l'entità grazie
alla quale il farmaco
esiste ed ha indicazioni,
controindicazioni, effetti
collaterali.
Il soprannominare il
Principio Attivo
mascherandolo sotto
vari nomi di pubblicità
può causare addirittura
assunzione di dosi
dannose di una stessa
sostanza, nella
convinzione di star
assumendo sostanze
diverse.
In altre parole, i nomi di
pubblicità fanno
perdere alla realtà
farmaceutica la
trasparenza dell'essere.
Tornare tutti, medici
e pazienti, all'uso dei
nomi del Principio
Attivo, serve anche
ad evitare queste
situazioni che
definire “assurde” è
solo un dolce
eufemismo.
Effettivamente, un
neolaureato,
abbastanza fresco
degli studi di
farmacologia,
conosce ancora i
nomi nomi dei
Principi Attivi. Se poi
accetta la pubblicità
delle Aziende
Farmaceutiche, per
prescrivere presto e
“bene”, si abitua
talmente ai nomi
commerciali di
fantasia che non
sarà più in grado di
sapere quali Principi
Attivi contengono
gran parte delle
scatoline che
consiglia ai suoi
pazienti.
Preghiera del medico
Oh Signore,
fai che io prescriva sempre
con scienza e coscienza
i farmaci ai miei pazienti.
Allontana da me
la tentazione di prescrivere
un nuovo farmaco solo perché
mi e' stato presentato il giorno stesso
dall'informatore della casa farmaceutica,
o perché la stessa mi ha ospitato
a tre cene in antica villa fuori porta,
per esaltarmi poi i pregi
di una nuova molecola,
tacendomene i difetti e le insidie
derivanti dal suo uso nel tempo.
Rendimi forte
di fronte alle lusinghe
di più o meno ricchi premi terreni
promessi dall'informatore
in cambio di "almeno cinque pazienti"
messi in terapia con
un nuovo farmaco da lanciare.
Illumina la mia mente,
indicandomi fonti di conoscenza certa,
non asservite all'esclusivo potere del denaro,
alle quali possa attingere
solo la verità sulle sostanze
che io utilizzerò nella cura dei miei pazienti.
Aiutami a perseverare nel ricordare
e usare sempre i nomi
dei principi attivi dei farmaci,
cosi' che io possa spazzare via
dalla mia mente tutta la inutile zavorra
dei nomi di fantasia,
spesso anche più d'uno per una sola molecola,
che confondevano e complicavano il mio lavoro.
E fai che i coxib riposino in pace per la vita eterna,
amen.
Mauro Pecchioli
C'è una contraddizione
tra il Progresso, inteso
come miglioramento
delle condizioni sociali,
e la crescita dei prezzi
dei farmaci. Si potrebbe
pensare che progredire
significa avere una
maggiore disponibilità
delle soluzioni per tutti i
cittadini. Al contrario, il
salire dei prezzi dei
farmaci li allontana
sempre di più dalle
possibilità di chi deve
trarre giovamento dal
loro utilizzo. Strano
comportamento, che
appare dettato quindi,
per forza di cose, solo
dal bisogno di fare
cassa da parte
dell'Industria
Farmaceutica.
Una delle ragioni
addotte dalle
Aziende
Farmaceutiche a
giustificare l'alto
costo dei farmaci è
quello della ricerca
farmacologica, che
costituirebbe il pozzo
senza fine nel quale
vengono indirizzate
tutte le risorse e i
profitti dell'attività di
produzione dei
farmaci.
E i soldi spesi in
sponsorizzazione e
iniziative per
aumentare le
vendite, che parte
sono della spesa di
un'Azienda
produttrice?
Non c'è dubbio che
le apparenze
ingannano e che
anche l'occhio vuole
la sua parte.
Ma quanto incidono
sulle nostre tasche le
ricerche di mercato
sugli aspetti esteriori
delle confezioni dei
farmaci?
Si potrebbe fare a
meno di sprecare
denaro in questo
settore, visto che
non si stanno
vendendo confezioni
appetitose di alimenti
ma semplici
medicine utili per la
salute?
Sicuramente
l'abitudine e la
consuetudine creano
gli standard delle
cose e delle azioni.
Se si inizia a vedere
in caratteri grandi il
nome del Principio
Attivo sulle scatole
dei farmaci, ed in
piccolo il nome di
pubblicità, o di
fantasia, o
commerciale,
accanto magari al
nome dell'Azienda
produttrice, tutti,
medici e pazienti,
avremmo un solo
modo per identificare
i farmaci, senza più
problemi.
Il medico si ritrova davanti un
Informatore Scientifico che gli presenta
uno o più prodotti della propria
Azienda.
L'addestramento degli Informatori
costituisce un vero e proprio training
per insegnare a quelli che un tempo
erano chiamati i “rappresentanti” come
riuscire a raggiungere l'obbiettivo di far
prescrivere i farmaci dal medico
contattato. Vengono studiati i gusti del
medico, vengono assecondate le sue
debolezze, si finge di non vedere le
sue lacune, la sua ignoranza, anzi, lo
si tiene sempre sul palmo della mano
come un raffinato oggetto degno solo
di ammirazione e rispetto.
Ma soprattutto gli si deve ripetere
molte e molte volte il nome del
farmaco, e mostrargli tutti i depliants
colorati e plastificati, e ricchi di
iconografia accattivante.
Spesso l'uscita di un farmaco “nuovo”
per l'Azienda che lo produce, e di
conseguenza la visita per presentare la
“novità” al medico, consiste solo
nell'uscita di una confezione dello stesso
Principio Attivo in una forma diversa da
quelle preesistenti.
Sembra impossibile, ma anche per
questa “novità” vengono sperperate
risorse a non finire, come ricchi e
sostanziosi quaderni, depliants,
brochures, insomma, un costoso
armamentario di strumenti, a volte
anche multimediali, senza parlare dei
gadgets, cioè dei piccoli oggettini con il
nome di pubblicità del “nuovo” farmaco
stampato sopra, che vengono
profusamente lasciati scivolare in
quantità sulla scrivania del medico, che
si vede così beneficiato da tanti piccole
gestualità gratificanti, come lo sono
quelle derivanti dal ricevere doni.
La frequenza delle visite di un
Informatore Scientifico al medico è
qualcosa al di fuori del normale, inteso
come rapporto interpersonale.
Ci sono informatori che si presentano
agli studi dei medici con una ripetitività
sconcertante, al punto che è
imbarazzante constatare la inutilità
dell'incontro, dal punto di vista del
medico, che spesso evita di esternare
un rifiuto, a volte difficile da formulare
esplicitamente.
Si giunge qui a fare una
rappresentazione figurata del rapporto
tra medico e Industria Farmaceutica,
dove la presenza di co-marketing, cioè
di due o più nomi commerciali di
pubblicità per uno stesso preparato,
autorizzato dal Governo, rischia
facilmente di creare le premesse per
facilitare l'insorgere e il realizzarsi di
scambi di “favori” in cambio di
prescrizioni mirate.
“L’iniziativa è stata
realizzata grazie ad un
contributo
incondizionato...”
(segue il logo della Azienda Farmaceutica)
“Iniziativa resa possibile
grazie ad un contributo
educazionale di...”
(segue il nome dell'Azienda Farmaceutica)
Queste frasi sono scritte su
pieghevoli di presentazione di
corsi sponsorizzati da
Aziende Farmaceutiche, per
l'aggiornamento di medici.
E' molto facile cogliere il
conflitto di interessi e le
contraddizioni che cercano di
coprire e mascherare sotto il
“bon ton”.
C'è ragione di esplicitare che
il contributo è incondizionato,
quando la presenza del logo
dell'Azienda è già un
condizionamento che dice chi
paga l'iniziativa?
Ed è proprio così necessario
che uno che contribuisce
all'educazione di medici
sottolinei apertamente che
senza il suo “regalo”, per quei
medici non sarebbe possibile
nessun momento
educazionale?
Per approfondimenti:
http://www.nograziepagoio.it
http://www.prescrire.org/cahiers/dossi
erDciAccueil.php
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Mauro Pecchioli ([email protected])
Fine
Firenze, da un'idea del novembre 2007
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