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ENNIO DE GIORGI intervista ad un grande

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ENNIO DE GIORGI intervista ad un grande
ENNIO DE GIORGI
Il grande Matematico
Matematiche elementari da un punto di vista superiore
Prof. Lariccia Giovanni
PERCHE' HO SCELTO LUI
Oltre che un grande matematico fu un uomo di grande
umanità, fede e impegno civile. Grande era la sua
disponibilità nei confronti di chiunque avesse bisogno
dei suoi consigli, del suo tempo o del suo denaro.
Dalla fede profonda, rifletté molto sul rapporto tra
scienza e fede.
Sostenitore della responsabilità degli uomini di cultura
nel promuovere l'amicizia e la comprensione tra i popoli
e nel prevenire le guerre, riteneva la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo un documento
internazionale di notevolissima importanza. Dedicò
notevole impegno alla difesa dei diritti dell'uomo.
"All'inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire
che abbiamo il disegno di Dio.
A questo mistero la matematica ci avvicina, senza
penetrarlo."
Ennio De Giorgi
Lecce 8 febbraio 1928 - Pisa 25 ottobre 1996
L'INTERVISTA
QUANDO E' NATA LA SUA PASSIONE
PER LA MATEMATICA?
“La mia passione per la ricerca matematica è nata
quand'ero molto giovane; da bambino avevo un
certo gusto a risolvere piccoli problemi ma avevo
anche una certa passione nel fare dei piccoli
esperimenti che si potevano dire se non di fisica di
pre-fisica.
Come mi raccontava mia sorella Rosa, quand'ero
piccolo mi rifiutavo di fare giochi monotoni o comuni,
vi inserivo sempre qualcosa di innovativo e
singolare.
Ma sono gli anni dell'università che per me hanno
rappresentato una vera e propria svolta.”
PERCHE'? CI PARLI DI QUEL
PERIODO...
“Mi divertivo a cercare dimostrazioni diverse da quelle
proposte a lezione, mi piaceva uscire dagli schemi;
Ricordo che durante un esame, ad esempio, un mio
professore, Francesco Severi, cambiò un già
assegnato ventotto in trenta e lode proprio a fronte
di una mia dimostrazione diversa da quella che lui
stesso aveva in mente.”
E' STATA LA FIGURA PIU'
IMPORTANTE CHE HA INCONTRATO
NEGLI ANNI ACCADEMICI?
“E' stato un professore importante, ma il mio più
autorevole maestro fu Mauro Picone.
Ricordo che quando ero studente disse:
"Ricordate che quando parliamo di problemi matematici
siete completamente liberi di dirmi che sto
sbagliando, perché siamo tutti uguali di fronte alla
scienza."
Era estremamente liberale nelle discussioni
scientifiche.”
SECONDO LEI, CHE COSA CI PUO'
OFFRIRE LA MATEMATICA?
“Oltre ad una reale possibilità di comprensione tra
uomini dello stesso tempo penso che la matematica
offra singolari possibilità di comprensione tra uomini
di epoche diverse.
Dopo millenni, i teoremi di Pitagora, Talete, Euclide,
Archimede sono ancora pienamente validi, anche se
con il progresso della Matematica è cambiato il
linguaggio in cui vengono esposti e si è molto
allargato il quadro generale in cui vengono
presentati.
La matematica ha una capacità, unica fra le scienze,
di passare dall'osservazione delle cose visibili
all'immaginazione delle cose invisibili.”
QUINDI COS'E' PER LEI LA
MATEMATICA?
“La matematica è una delle manifestazioni più
significative dell'amore per la sapienza.
Questo per me è il segreto della forza della
matematica.”
PERCIO' LA MATEMATICA HA UN
VALORE “SAPIENZALE”?
“Quello che io chiamo il valore sapienziale della
Matematica, intendendo la parola sapienza nel suo
significato più ampio, che comprende scienza e arte,
immaginazione e ragionamento, desiderio di
comunicare le proprie idee e di comprendere le idee
altrui, è legato al fatto che la matematica può essere
per così dire “innestata” su tutte le culture.
Può attrarre sia persone con mentalità più pratica che
trovano nella matematica un potente strumento di
lavoro, sia persone con mentalità più teorica che
trovano nella matematica le occasioni più ricche di
riflessione del tutto disinteressate.”
MA ALLORA PERCHE' IL MONDO
DELLA MATEMATICA RISULTA
ESSERE PER MOLTI UNA REALTA'
DIFFICILE DA CAPIRE?
“Penso che sia dovuto ad una certa sfiducia dei
matematici nel valore della loro scienza, nella
possibilità di comunicarla, nell’arricchimento umano
che potrebbe venire a tutta la società da questa
comunicazione.
Gli stessi matematici in fondo sono spesso rassegnati
all’idea che la loro disciplina sia troppo formale ed
astratta per suscitare un vero entusiasmo paragonabile
a quello che possono suscitare la musica e la pittura.”
LEI E' UN UOMO PROFONDAMENTE
RELIGIOSO. E' POSSIBILE PARLARE DI
CONNESSIONE TRA MATEMATICA E
FEDE?
“Ho parlato spesso del rapporto tra matematica e fede e
posso solo aggiungere che per me l'indicatore più
suggestivo sta nel Libro dei Proverbi, uno dei più
antichi libri della Bibbia, che a un certo punto dice che
la sapienza (che è più vasta della matematica) era
presso Dio quando Egli creò il mondo e che la sapienza
deve essere trovata dall'uomo che Lo cerca e Lo adora.
Una visione religiosa può dare un senso anche al lavoro
spicciolo della usuale ricerca matematica.”
PRIMA LE HO CHIESTO UNA
DEFINIZIONE DI MATEMATICA, ORA
VORREI CHE MI PARLASSE DELLA
FIGURA DEL MATEMATICO. UN
MATEMATICO E'...
“Un buon testimone che cerca di esporre con chiarezza
le cose che sa e che ritiene importanti e un buon
avvocato capace di convincere chi lo ascolta della
verità di ciò che afferma.”
COSA DIREBBE AD UN GIOVANE CHE
VUOLE INTRAPRENDERE UN
PERCORSO LEGATO ALLA RICERCA
MATEMATICA?
“Dovendo dare un consiglio ad un giovane a cui piace
la ricerca matematica, gli raccomanderei di
mantenere sempre una grande disponibilità ad uno
sbocco inatteso del suo lavoro, a pensare che una
vera ricerca è sempre quella di cui a priori non si
può prevedere la conclusione.”
LEI HA DETTO CHE UNO DEGLI
INSEGNAMENTI DELLA RICERCA
MATEMATICA E' “LA DISPONIBILITA'
CHE IL RICERCATORE DEVE
MANTENERE DI FRONTE ALLO
SFRUTTAMENTO DELL'INSUCCESSO.”
CHE COSA INTENDE?
“Lo sfruttamento dell'insuccesso è la disponibilità che il
ricercatore deve mantenere di fronte agli sviluppi più
impensati del suo lavoro.”
OVVERO?
“Accorgersi che una congettura la cui dimostrazione è
stata tentata con molti sforzi e con grande fatica è falsa
non è una tragedia, ma può essere anzi una buona
occasione per scoprire nuove direzioni di lavoro a priori
impensate.
Accorgersi dell’errore e riconoscerlo è un atto di onestà
intellettuale senz’altro apprezzabile.
Partire da questo riconoscimento per riprendere con
maggiore slancio nella proprio ricerca muovendosi
verso direzioni nuove e più promettenti è un atto di
intelligenza.”
IN CONCLUSIONE, COME
DEFINIREBBE SE STESSO IN UNA
FRASE?
“Quello che non so e' quasi tutto.
Quello che so è qualcosa che, per quanto limitato, è
però importante.”
BIBLIOGRAFIA
[Riflessioni] E. De Giorgi, Riflessioni su Matematica e
Sapienza.
[Quaderni dell'accademia pontaniana], 18 (a cura di A.
Marino e C. Sbordone, accademia pontaniana, 1996.
Ennio De Giorgi tra scienza e fede, a cura di D. Pallara
e M. Spedicato, Edizioni Panico, Galatina 2007, pp.
179-187.
http://diamante.uniroma3.it/hipparcos/matematicalink.
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