Comments
Description
Transcript
Diapositiva 1
LUCANO e gli EPICI di ETÀ FLAVIA Lucano Marco Anneo Lucano, nipote del filosofo Seneca, nasce a Cordova, in Spagna, nel 39 d.C. Nel 40 si trasferisce a Roma, dove diventa allievo dello stoico Anneo Cornuto. L’ingegno brillante e il genio poetico gli permettono di essere apprezzato per un certo periodo da Nerone, ma tra i due sopravviene una misteriosa rottura (forse per gelosia poetica da parte di Nerone, forse per le simpatie filorepubblicane di Lucano). Nel 65 aderisce alla congiura di Pisone, a seguito della quale è costretto al suicidio. Nerone La Pharsalia Della produzione di Lucano si è salvata soltanto l’opera più importante, il Bellum civile o Pharsalia. Ecco gli elementi utili a inquadrarla: Gli elementi fondamentali della Pharsalia titolo Bellum civile: fa riferimento alla guerra civile tra Cesare e Pompeo Pharsalia: richiama la battaglia di Farsalo (48) tra pompeiani e cesariani genere letterario poema epico-storico datazione 60-65 struttura 10 libri – probabilmente dovevano essere 12, ma l’opera è rimasta incompiuta tema la guerra civile tra pompeiani e cesariani, dal passaggio del Rubicone alla rivolta che Cesare deve domare ad Alessandria L’“anti-Virgilio” Il poema di Lucano è una delle opere più innovative composte in età neroniana, al punto da poter essere considerato il rovesciamento dell’Eneide. Ecco gli aspetti di maggiore originalità: eliminazione dell’apparato divino e mitologico (concili degli dèi, interventi divini); recupero dell’elemento magico e sovrannaturale (magia, necromanzia); scelta di una guerra fratricida e nefasta come tema portante; assenza di un eroe e di una prospettiva positiva. Catone l’Uticense I personaggi della Pharsalia La Pharsalia non ha un personaggio principale, di vera statura eroica. L’azione ruota invece intorno a tre personalità diverse e in conflitto tra loro: I personaggi principali del Bellum civile Cesare personaggio di sinistra grandezza, spesso guidato dalla temerarietà, è l’incarnazione del furor, la negazione della clementia, l’aspirazione a porsi al di sopra della respublica Pompeo personaggio in declino, afflitto da una sorta di senilità politica e di fiacchezza militare, si ripiega sempre più sulla sfera affettiva e privata Catone rappresenta la crisi del saggio stoico, che impugna le armi contro un destino avverso per difendere la causa che considera giusta Il poeta e il principe La Pharsalia, dopo la protasi, presenta un entusiastico e quasi iperbolico elogio di Nerone. Gli studiosi hanno formulato due ipotesi: l’elogio è sincero e nasce dalle speranze di rigenerazione politico-sociale suscitate dall’avvento al potere di Nerone e dal quinquennium felix; il carattere turgido e barocco dello stile potrebbe essere interpretato come segno di un’ironia latente nei confronti dell’imperatore. A sostegno della seconda ipotesi va ricordato come a partire dal IV libro il pessimismo del poeta si faccia sempre più fosco. Vasiliy Smirnov, La morte di Nerone (1888) Lo stile La lingua della Pharsalia è accentuatamente retorica. Essa si connota per: la spinta verso il pathos e il sublime, concessione al gusto del tempo, ma anche specchio della passione che anima il poeta; il ritmo narrativo incalzante, generato da una rapidissima successione di periodi le cui frasi spesso travalicano i confini del verso; frequente ricorso all’enjambement; presenza massiccia di apostrofi (il poeta prende la parola per palesare il proprio punto di vista) e di sententiae. Jean-Léon Gérôme, Cleopatra e Cesare (1866) Gli epici di età flavia In età flavia il genere epico dimostra la sua vitalità con tre poeti pressoché contemporanei: Stazio, Valerio Flacco, Silio Italico. La loro poesia assume come punto di riferimento l’ormai classica Eneide virgiliana; notevoli pertanto le concordanze di gusto e di scelte letterarie tra i tre autori. Luca Giordano, Enea vince Turno Stazio Publio Papinio Stazio nasce a Napoli tra il 40 e il 50; il padre è maestro di scuola. A Roma il giovane poeta si cimenta in agoni letterari e recitationes, raggiungendo così il successo e guadagnandosi il favore di Domiziano. Rientrato a Napoli, vi muore nel 96. Stazio è autore di: due poemi epico-mitologici, la Tebaide in 12 libri e l’Achilleide, incompiuta; le Silvae, una raccolta di poesie d’occasione. Achille tra le figlie di Licomede La Tebaide La Tebaide è un p o e m a e p i c o - m i t o l o g i c o i n Le Silvae Oltre all’incompiuta Achilleide (poema dedicato alla vita di Achille), Stazio ha composto anche Silvae, una raccolta di poesie d’occasione in metri vari in 5 libri. Il titolo allude alla natura miscellanea della raccolta: i 32 componimenti che ne fanno parte si differenziano per metro e per temi (ringraziamenti, lodi a benefattori e patroni del poeta, carmi nuziali o di compleanno, epistole poetiche, carmi descrittivi). Le Silvae costituiscono un’importante fonte di informazione su gusti e abitudini dei ceti elevati della società romana, cui appartengono i committenti di Stazio. Jean A.D. Ingres, Edipo e la Sfinge (1808) Valerio Flacco e le Argonautiche La vita di Valerio Flacco ci è del tutto ignota. Le Argonautiche, unica opera tramandata sotto il suo nome, sono un poema epico- mitologico di cui restano 7 libri e parte dell’ottavo. Ecco la distribuzione dei contenuti, relativi alla leggenda di Giasone e degli Argonauti: I nuclei narrativi delle Argonautiche libro I i motivi della spedizione di Giasone alla ricerca del vello d’oro libri II-V il viaggio avventuroso fino alla Colchide presso il re Eeta libri VI-VIII l’amore tra Giasone e Medea, figlia di Eeta; la conquista del vello d’oro e l’inizio del difficile viaggio di ritorno Caratteristiche delle Argonautiche Il modello principale di Valerio Flacco è costituito dalle Argonautiche di Apollonio Rodio, riprese con grande autonomia e contaminate con Omero e Virgilio, ma anche con Ovidio e Lucano. Rispetto ad Apollonio, Valerio recupera al protagonista Giasone una condizione di elevatezza epica; il fato inoltre è sempre presente, come forza che controlla lo sviluppo degli eventi. Da Virgilio deriva soprattutto l’attenzione all’approfondimento psicologico dei personaggi attraverso il loro punto di vista. Giasone consegna a Pelia il vello d’oro Silio Italico Silio Italico nasce intorno al 26 d.C. Si dedica alla carriera politica, giungendo a ricoprire il consolato sotto Nerone nel 68 e il proconsolato d’Asia sotto Vespasiano. Dedica gli ultimi anni della sua vita alla composizione dei Punica e a raccogliere cimeli di Virgilio (giungeperfino ad acquistarne il sepolcro). Virgilio tra le Muse Nel 101, tormentato da un male incurabile, si lascia morire di fame. I Punica I Punica, con i loro 17 libri, sono il più lungo poema epico-storico della letteratura latina: narrano la seconda guerra punica, dalla spedizione di Annibale in Spagna alla sconfitta cartaginese presso Zama. La narrazione “annalistica” testimonia la volontà dell’autore di seguire da vicino gli avvenimenti storici; come fonte Silio si serve della terza decade dell’opera di Tito Livio. L’indiscusso punto di riferimento in ambito letterario è però l’epos virgiliano; l’intera azione del poema è originata dalla maledizione di Didone contro Enea e i suoi discendenti, riportata nel IV libro dell’Eneide. Miniatura della morte di Didone Caratteristiche dei Punica Silio Italico, ponendosi in rapporto di stretta continuità con Virgilio, mantiene l’apparato mitologico. In particolare Giunone continua a essere ostile ai discendenti dei Troiani e a proteggere Cartagine; solo di fronte all’irremovibile volere di Giove si decide a bloccare i Cartaginesi davanti alle mura di Roma. La guerra tra Roma e Cartagine è voluta da Giove come prova per sperimentare il valore dei Romani. Numerosi excursus, secondo il gusto alessandrino, allontanano il lettore dal piano della storia per trasportarlo su quello del mito, dell’eziologia e dell’antiquaria. Pierre_Narcisse Guérin, Didone ed Enea (1689)