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Arte ed Economia Lezione : Pittura Sergio Zangirolami Crocetta marzo 2011 Il rapporto fra il committente e il pittore condiziona per un lungo periodo sia: la tecnica pittorica che l’oggetto rappresentato (arte figurativa). Per quanto riguarda il primo punto possiamo individuare l’affresco, che può essere realizzato: nelle chiese (ad esempio Giotto e Cimabue nella chiesa di S.Francesco ad Assisi, nella seconda metà del Duecento), nei conventi (ad esempio il Beato Angelico a S. Marco di Firenze nella prima metà del Quattrocento; il Cenacolo di Leonardo in Santa Maria delle Grazie a Milano, negli ultimi anni del Quattrocento), nelle dimore del papa (ad esempio la Cappella Sistina (eretta 1475-81) sotto Sisto IV della Rovere, con gli affreschi di Michelangelo, nella prima metà del Cinquecento) o dei grandi signori (ad esempio la Camera degli sposi del Mantegna a Mantova nella seconda metà del Quattrocento; il Veronese a Villa Barbaro di Maser alla metà del Cinquecento). La cappella degli Scrovegni di Padova (Giotto, nei primi anni del Trecento) rappresenta una committenza laica (la potente famiglia degli Scrovegni, banchieri in Padova) con un intento religioso. Analogamente, dipinti commissionati per le chiese da ricche corporazioni. Gli affreschi del Lorenzetti a Siena, nella prima metà del Trecento, vengono commissionati dal Comune. Emerge la funzione illustrativa e didattica dell’affresco, importantissima per la Chiesa che voleva indottrinare masse analfabete. Anche i signori utilizzavano soggetti sacri per affermare la loro immagine (ad es., Federico da Montefeltro, signore di Urbino, nel quadro “La sacra conversazione” di Piero della Francesca, nella seconda metà del Quattrocento). Sacra Conversazione (1472-74) 248 x 170 cm Pinacoteca di Brera, Milano Talora il quadro, per le sue dimensioni, appare come un affresco. Si pensi al Palazzo ducale di Venezia, con le opere di grandi dimensioni di Tintoretto e Veronese, nella seconda metà del Cinquecento. Ma più spesso il quadro, per le sue dimensioni modeste, può arredare anche una casa, ricca ma non principesca, come i ritratti o le scene di vita comune. Si pensi alla piccola dimensione delle opere di Vermeer (1632-75), per i mercanti olandesi. Cambia la necessità di avere un committente. Jan Vermeer Fanciulla con turbante (c. 1665-1666) 44.5 x 39 cm Royal Cabinet of Paintings Mauritshuis, L’Aia Per quanto riguarda i soggetti, essi risentono del desiderio del committente e del modo in cui si aspetta che una immagine debba apparire. E’ noto, ad esempio, che il vestito della Madonna seguiva, nel colore, un canone stabilito, fatto di blu, di rosso e di oro, fino al punto che dei dipinti vennero rifiutati perché non seguivano questa regola precisa. Si pensi allo scandalo scoppiato quando Caravaggio presentò la sua “Morte della Vergine” (commissionata dal clero di S.Maria della scala a Roma, eseguita all’inizio del Seicento, oggi al Louvre), dove si vede una donna gonfia d’acqua (era il ritratto di una annegata nel Tevere), con una veste rossa. Caravaggio Morte della Vergine (ca. 1605) Louvre In ogni caso, la prevalenza dei soggetti indica chiaramente l’ambiente economico sociale in cui le opere maturavano. Per un lungo periodo, sarà la Chiesa cattolica ad imporre modelli sacri ed edificanti: quindi, la raffigurazione di Dio, di Cristo, della Madonna e dei Santi. Con la riforma protestante, dalle tendenze iconoclaste (che distruggono immagini), nei paesi come l’Olanda, in cui si accumulava una grande ricchezza mercantile, le chiese rimangono spoglie, ma si arricchiscono le sedi pubbliche (come il Parlamento) e i palazzi dei ricchi borghesi, in particolare di ritratti e di immagini che potevano rallegrare o far pensare. I borghesi non richiedevano in genere grandi dipinti decorativi, ma quadri piccoli, da studio, relativamente poco costosi. Anche se la richiesta non è esclusiva, poiché sono committenti anche i comuni, le corporazioni e le associazioni cittadine, gli stessi orfanatrofi e ospedali. Un aspetto interessante è rappresentato dal fatto che nel Seicento, quando in Olanda vi era una grande accumulazione di ricchezza, questa si indirizzava anche ai quadri come forma di investimento. Quando però viene meno la committenza delle corporazioni e della corte, si avrà un pullulare di pittori che si fanno la concorrenza e spesso anche i migliori (come un Rembrandt o un Vermeer) patiranno ristrettezze. Ma sarà nell’Ottocento che gli artisti esporranno le loro opere sul mercato, nelle varie mostre (si pensi agli impressionisti e ai vari Salon), offrendole al pubblico, e dovranno affidarsi alle preferenze di questo. Si afferma la figura professionale del mercante d’arte, le Gallerie permanenti e la vendita all’asta (ancora ai nostri giorni esistono potenti organizzazioni, come le case Sotheby’s e Christie’s). Inoltre, certi cambiamenti storici, come l’industrializzazione e l’urbanesimo, sono rappresentati in pittura, passando ad esempio da paesaggi che esaltano il mondo agricolo, talvolta in modo romantico, alle vedute urbane di città come Londra. John Constable Il carro di fieno (1821) National Gallery, Londra G.Doré (1832-83) Slum londinesi da “London a Pilgrimage”, J.Blanchard 1872 Oltre alle tecniche e ai soggetti, muta secondo le circostanze la stessa collocazione sociale dell’artista. Per questo ci facciamo ancora una volta guidare dall’Hauser della Storia sociale dell’arte, dividendo le sue osservazioni in tre parti: a) corporazioni e artisti; b) carattere artigianale del loro lavoro; c) onorari. Nell'Italia del Rinascimento fin dagli inizi gli artisti ebbero una posizione migliore che negli altri paesi, e non tanto per le forme piú evolute della vita urbana, ma perché i principi e i signori italiani avevano più modo di impiegarne i talenti e sapevano apprezzarli meglio dei potenti d'Oltralpe. La maggiore indipendenza dalla corporazione, che è alla base della condizione privilegiata dell'artista italiano, è anzitutto il risultato del suo lavorare presso corti diverse. Nel Nord ogni maestro era legato a una città; in Italia l'artista andava spesso di corte in corte, di città in città, e già questa vita errante implica una minor soggezione alle prescrizioni corporative, che valgono per i rapporti entro un certo territorio e sono da osservare solo entro quei confini. Poiché i principi ci tenevano ad assicurarsi non solo maestri genericamente di valore, ma anche determinati artisti, spesso forestieri, questi dovettero essere affrancati dalle limitazioni corporative. Non si poteva pretendere che mentre eseguivano il loro incarico badassero ai regolamenti dell'artigianato locale, preoccupandosi di ottenere un permesso di lavoro dalle autorità delle corporazioni e stessero a chiedere quanti aiuti e garzoni potevano impiegare. Finito un lavoro, si trasferivano, insieme con la loro gente, presso un altro protettore, dove avevano un uguale trattamento di favore. Questi pittori erranti di corte in corte sfuggirono sempre alla giurisdizione corporativa. Ma i loro privilegi necessariamente influirono anche sulla condizione degli artisti stabiliti nelle città, tanto più che queste spesso occupavano gli stessi maestri che lavoravano alle corti, e dovevano quindi offrire condizioni non meno favorevoli di quelle, se volevano assicurarseli. L'artista quindi non si emancipa dalla corporazione perché abbia acquistato una più alta dignità, e venga riconosciuta la sua aspirazione ad essere equiparato ai poeti e ai dotti, ma perché si ha bisogno dei suoi servizi e occorre acquistarseli. La dignità qui non è che l'espressione del prezzo di mercato. Non ultimo elemento che conferma il carattere artigiano del lavoro è il regolare contratto che lega l’artista al committente. Per le opere di maggior impegno tutte le spese, cioè l’acquisto del materiale, gli stipendi e spesso anche il mantenimento di aiuti e garzoni, erano assunte dal committente e il maestro stesso riceveva un onorario in ragione del tempo ch’egli impiegava. Per i pittori il lavoro a salario rimase la regola sino alla fine del Quattrocento; solo più tardi questo tipo di compenso sarà riservato alle prestazioni puramente artigiane, come restauri e copie. Via via che l'arte si svincola dall'artigianato, cambiano a poco a poco le clausole dei contratti. In uno del 1485, col Ghirlandaio (Firenze 1449-94), viene ancora fissato esplicitamente il prezzo dei colori; ma Filippino Lippi (Prato 1457-1504), secondo un contratto del 1487, è tenuto a provvedere da sé il materiale, e analoga condizione figura in un patto stipulato con Michelangelo (Arezzo 1475-1564) nel 1498. Personalità come Donatello (Firenze 1386-1466) avevano probabilmente onorari un po’ più alti, ma non c’erano ancora veri e propri « prezzi d’amatore ». Gentile da Fabriano (1370-1427) per la sua Adorazione dei Magi ebbe 150 fiorini d’oro; Benozzo Gozzoli (Firenze 1420-1497), 60 per una pala d’altare; Filippo Lippi (Firenze 1406-1469), 40 per una Madonna; ma Botticelli (Firenze 1445-1510), già 75; Ghiberti (Firenze 1378-1455), finché lavorò alle porte del Battistero, guadagnava duecento fiorini l’anno, come stipendio fisso. Gentile da Fabriano “Adorazione dei Magi”, particolare (1420-23) Galleria degli Uffizi Lorenzo Ghiberti Porta del Paradiso del Battistero di Firenze (1403-24) quando il cancelliere della Signoria ne guadagnava seicento, con l’obbligo di pagarsi quattro scrivani. Un buon amanuense allora riceveva trenta fiorini, oltre le spese. Gli artisti, quindi, non erano proprio mal pagati, se pur ben lungi dalle remunerazioni dei celebri letterati e docenti che spesso avevano da cinquecento a duemila fiorini l’anno. Tutto il mercato artistico si moveva ancora entro confini relativamente modesti; gli artisti già durante il lavoro dovevano richiedere degli anticipi sul prezzo fissato e d’altro canto i committenti spesso non potevano pagare se non a rate anche lo stesso materiale. I principi stessi lottavano con la scarsezza di denaro liquido e Leonardo si lamenta più volte con il suo protettore Ludovico il Moro, perché non gli è stato pagato l’onorario. Nell'ultimo quarto del Quattrocento a Firenze si cominciano a pagare prezzi relativamente alti per gli affreschi. Giovanni Tornabuoni (banchiere a Firenze), nel 1485, per la decorazione della cappella di famiglia in Santa Maria Novella, concorda col Ghirlandaio un onorario di 1100 fiorini. Filippino Lippi, per gli affreschi di Santa Maria sopra Minerva a Roma, riscuote il compenso di 2000 ducati d'oro, che corrispondono circa ad altrettanti fiorini. E 3000 ducati riceve Michelangelo per la volta della Sistina. Domenico Ghirlandaio Cappella Tornabuoni (1485-90) in Santa Maria Novella Cacciata di Gioacchino dal Tempio Giovanni Tornabuoni fece ritrarre numerosi membri della sua famiglia e della migliore società fiorentina. Lui e sua moglie Francesca Pitti sono ritratti inginocchiati in basso sulla parete di fondo, nella posizione tipica dei committenti. Filippino Lippi Annunciazione con San Tommaso d’Aquino (1488-92) Altare della Cappella Carafa (famiglia nobile napoletana) in Santa Maria sopra Minerva a Roma Verso la fine del secolo ci sono già molti artisti che hanno denaro: Filippino anzi accumula una ricchezza notevole. Il Perugino (1448-1523) possiede case. Benedetto da Maiano (architetto e scultore -Fiesole 1442-97) un podere. A Milano, Leonardo da Vinci (1452-1519) ha uno stipendio annuo di 2000 ducati e in Francia riceve 35 000 franchi l'anno. I celebrati maestri del Cinquecento, specialmente Raffaello (Urbino 1483-1520) e Tiziano (Pieve di Cadore 1488-1576), dispongono di entrate considerevoli e conducono vita da signori. Le abitudini di Michelangelo sono modeste, ma anch'egli guadagna molto, ed è già ricco quando rifiuta ogni compenso per i suoi lavori in San Pietro. A questo aumento degli onorari, oltre all'accresciuta domanda d'oggetti d'arte e alla generale ascesa dei prezzi, dovette contribuire in misura decisiva il fatto che la Curia pontificia balza in primo piano sul mercato artistico e crea una sensibile concorrenza ai clienti degli artisti fiorentini. Questi emigrano in gran numero verso la munifica Roma. religioso civile ritratti paesaggi pittore anno* Duccio di Buoninsegna 1287 *** Raffaello 1502 ** ** ** Cimabue 1287 *** Cranach 1513 ** ** * Giotto 1302 *** Michelangelo 1520 *** Simone Martini 1314 *** Holbein 1521 * Masaccio 1415 *** Tiziano 1533 ** ** ** Van Eyck 1416 ** Bronzino 1538 * * ** Beato Angelico 1425 *** Bruegel 1547 * *** Paolo Uccello 1436 ** Tintoretto 1556 *** * Filippo Lippi 1438 *** Veronese 1558 ** ** * Fouquet 1451 ** * El Greco 1578 ** * * Piero della Francesca 1454 *** * Caravaggio 1591 *** Antonello da Messina 1455 *** ** Rubens 1609 * *** * Memling 1465 *** * Van Dyck 1620 ** * *** Mantegna 1469 ** * Ribera 1622 *** * * Botticelli 1478 ** ** La Tour 1623 *** ** Bosch 1485 ** ** Velasquez 1630 Leonardo 1486 *** Zurbaran 1631 Giorgione 1494 * Rembrandt 1638 Grünewald 1499 *** Lorrain 1641 Dürer 1500 * Murillo 1650 città soggetto ** ** ** ** * * * * * ** * * ** *** * * * *** * * * * ** ** * *** *** * * religioso pittore Anno* Vermeer 1654 *** Watteau 1703 *** Hogarth 1731 Tiepolo 1733 Canaletto 1733 Chardin 1739 ** Longhi 1744 *** Guardi 1753 * Gainsborough 1758 Fragonard 1769 ** Fussli 1783 *** Goya 1787 ** David 1787 *** Constable 1807 Gericault 1808 Turner 1813 Ingres 1824 civile ritratti Soggetto** ** paesaggi città Delacroix 1831 *** Corot 1836 * * ** ** Courbet 1848 ** * * *** * Manet 1858 ** * * ** * Fattori 1867 *** * Pissarro 1867 * *** Van Gogh 1872 ** Cezanne 1873 ** *** Seurat 1875 ** * * *** ** * Degas 1876 *** * * Gauguin 1876 *** * Rousseau 1877 *** * ** Redon 1878 ** ** Sisley 1880 Renoir 1880 *** Monet 1883 * Toulouse-Lautrec 1883 *** Boccioni 1899 ** * ** * * ** ** *** ** * ** *** *** ** * * ** *** * ** * * pittore Duccio di Buoninsegna anno religioso civile * 1287 *** ritratti paesaggi città Maestà (1308-11), Opera del Duomo di Siena, di sua mano, senza altri lavori, giura sui vangeli. 3000 fiorini d’oro (molto alto) Cimabue 1287 *** Nicolò III (Orsini, 1277): importanza immagini a fini didattici, politici, rappresentativi. Nel cantiere di S.Francesco ad Assisi (1278) contrasto con i monaci che si opponevano alla decorazione degli edifici sacri. Giotto 1302 *** Cappella Scrovegni (1304-06) per espiazione di un banchiere figlio di un usuraio. Speculazioni edilizie a Firenze e d’intorni. Scrive una canzone contro il culto di “madonna povertà”. Affresca S. Francesco. Simone Martini 1314 *** Guidoriccio da Fogliano Lavora per la Chiesa (S. Francesco a Assisi, convento di S. Caterina a Pisa), per Roberto d’Angiò di Napoli (1317, funzione politica dell’incoronazione da parte del fratello san Ludovico da Tolosa, 50 once d’oro all’anno) Masaccio 1415 *** Cappella Brancacci (1425), ricco mercante di sete, nella chiesa del Carmine di Firenze, chiamato da Masolino di Panicale. Polittico di Pisa (1426), notaio ser Giuliano di Colino degli Scalzi (80 fiorini a rate mensili). Modestissima condizione economica. Van Eyck 1416 ** ** Decorazioni palazzo di Giovanni di Baviera (1422-24). Altare adorazione agnello mistico, ricco borghese di Gand. Mecenate il Duca di Borgogna Filippo il buono (assunto come pittore e valet de chambre nel 1425, con incarichi diplomatici, ritratto della donna del duca Isabella del Portogallo). Ritratto dei coniugi Arnolfini, di origine italiana. Nel 1435 il Duca gli aumenta la paga da 100 a 360 livres, imponendosi alla camera dei Conti di Lille. Beato 1425 *** Angelico Frate dell’ordine dei predicatori, devolve i suoi compensi al suo ordine. L’ordine dei linaioli gli commissiona un tabernacolo con precisazione dei vari colori, compenso 190 fiorini d’oro - circa 20 mni nel 1989. Paolo Uccello 1436 ** ** * 1450 pagamento per un tabernacolo in S. Giovanni a Firenze. Battaglia di S.Romano per palazzo Medici. Caccia di Lorenzo il Magnifico, prospetto di un cassone. Ritratto di Elisabetta di Montefeltro, moglie di Roberto Malatesta. Si allontana da Firenze. Quasi povero. Filippo Lippi 1438 *** Frate che abbandona la tonaca, aiutato dai Medici. Lavora per conventi. Piero della Francesca 1454 *** * Chiesa; ritratto di Federico di Montefeltro duca di Urbino e della moglie Battista Sforza; ritratto di Sigismondo Malatesta di Rimini. Pale con i committenti: madonna di Brera , San Sigismondo e Sigismondo Malatesta. Mantegna 1469 ** * Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani. Pittore di corte a Mantova dai Gonzaga, molto amico di Ludovico (donazioni per costruirsi la casa e comprare un podere): Camera degli sposi (1465-74). Cristo morto, che tiene per sé (poi Palazzo ducale di Mantova e Pinacoteca di Brera a Milano) Botticelli 1478 ** ** * Commissioni dai Medici (adorazione dei magi con Cosimo e intellettuali; Primavera, Nascita di Venere, Nastagio degli Onesti ecc). Partecipa alla Cappella Sistina. Madonna del Magnificat e Madonna della melagrana. Alla fine difficoltà finanziarie. Bosch 1485 ** ** Membro della Confraternità di nostra Signora, che favorisce le commissioni e l’inserimento sociale. Leonardo 1486 *** * Rapporti con il potere politico: Ludovico il Moro a Milano; Cesare Borgia; Giuliano de Medici fratello di Leone X; Francesco I in Francia. Ultima cena commissione Sforza. Giorgione 1494 * * * * Pala commissionata da Tuzio Costanzo (condottiero) in ricordo del figlio Matteo. Contratto del consiglio dei X per un teler da 30 ducati (1507-08). 130 ducati, contestati, per affreschi nel Fondaco dei Tedeschi. Nobili privati committenti di La tempesta, I tre filosofi, Venere, con connessioni neopagane e naturalistiche. Dürer 1500 * ** * Si afferma la grafica e la riproduzione. Tiziano 1533 ** ** ** Pittore ufficiale della Serenissima, ottiene di essere esentato dalle tasse. Lavora a Ferrara, Este, Mantova, Urbino. Pittore di Carlo V, che lo riempie di onori e di denaro, con molto ritardo. Bruegel 1547 * *** Trasforma i dipinti in stampe, che diventano famose. Committenza borghese. Rubens 1609 * *** * * Pittore di corte dei Gonzaga, libero da vincoli feudali. 1606: ritratti della nobiltà genovese. Pala a Roma. Pittore di corte ad Anversa e delle confraternite professionali (gli archibugeri commissionano Deposizione dalla croce). Organizza il lavoro nella bottega. Lavora per la regina di Francia Maria de Medici. Velásquez 1630 *** * Deve partire da Siviglia per la committenza puramente monastica e andare dal re a Madrid (Filippo IV). Incarichi: pittore di camera (1623), usciere di camera (1627), aiutante di vestiario (1634), sovrintendente ai regi lavori (1643), aiutante di camera (1646), sovrintendente alla distribuzione dei locali della reggia (1652). Ordine di Santiago (riservato ai nobili, 1658). Può ridurre la pittura a soggetto religioso. Vedi Las Meninas. Rembrandt 1638 ** ** * Gilda di S.Luca per dipingere in Olanda. Committenza borghese, anche piccoli quadri sul mercato. Rapporti con mercanti. Lezione di anatomia commissionata dal dr. Tulp dell’Università di Amsterdam. Chiede 1200 fiorini per ognuna delle 5 tele sulla Passione commissionate dallo Statholder Federico d’Orange (gliene danno 600, ma con circa 500 viveva una coppia di borghesi per un anno). La ronda di notte (1642) gli viene pagata 100 fiorini a figura (16 figure). Nel 1646 riceve dallo Statholder 2400 fiorini per due quadri. Nell’Olanda del ‘600 ben pochi si dedicavano a pitture religiose, mentre erano assai specializzati (nature morte, ritratti, scene di genere, paesaggi, opere celebrative). Vermeer 1654 *** * Di mestiere mercante d’arte, associata spesso al mestiere di pittore. Poche opere piuttosto piccole, ben pagate. La vedova salda un debito di 617 fiorini con due tele, che rappresentavano una buona cifra. Mercato olandese, con piccoli quadri di genere, pochi simboli e allegorie. Canaletto 1733 Committenza nobile inglese, collezionisti amanti di Roma e Venezia. Vedute di Venezia. Non le famiglie veneziane. Cambia il prezzo ogni giorno e bisogna contrattare. *** David 1787 *** ** Vince un prix de Rome che gli permette di venire in Italia. Con alcune opere acquista fama e nel 1783 viene ammesso all’accademia di pittura. Diventa un pittore alla moda, sia per l’alta borghesia che per l’aristocrazia. 1784: il giuramento degli Orazi, per educare il pubblico attraverso l’arte. Quello che per tutti diventerà presto il vessillo della Rivoluzione è in realtà un dipinto finanziato da Luigi XVI per la bella cifra di 4.000 livres.Partecipa alla rivoluzione. Pittore ufficiale di Napoleone. Impegno politico del pittore. Alla caduta di Napoleone, si ritira a Bruxelles. Constable 1807 *** Gericault 1808 Turner 1813 Ingres 1824 ** Delacroix 1831 *** Corot 1836 * * ** Courbet 1848 ** * * Manet 1858 ** * * Fattori 1867 *** * Pissarro 1867 * *** Van Gogh 1872 ** *** * *** ** * * ** * * Cezanne Seurat Degas Gauguin Rousseau Redon Sisley Renoir Monet ToulouseLautrec Boccioni 1873 1875 1876 1876 1877 1878 1880 1880 1883 1883 ** ** *** *** *** ** 1899 ** *** * * * * ** *** *** * *** * ** * * * data indicativa, rappresenta esattamente il mezzo della vita dell’artista, ed è calcolata sommando la data di nascita e quella di morte e dividendo il risultato per 2. ** si è segnata con asterischi, da 1 a 3, la presenza dei vari soggetti, naturalmente tenendo conto soltanto di alcune opere principali. Gli impressionisti devono il loro nome ad un articolo del critico L.Leroy che, richiamandosi in senso spregiativo al titolo del quadro di C.Monet, “Impressione: levar del sole” (1872), definì impressionisti un gruppo di artisti che erano stati costretti ad esporre le loro opere nelle sale del fotografo Nadar a Parigi dopo essere stati rifiutati dalla giuria del “Salon”, la manifestazione espositiva ufficiale che al tempo poteva consacrare la fama di un artista. Parigi, Museo Marmottan Dipinti più pagati della storia (aggiornato 2010): Jackson Pollock “n. 5” (140 milioni di dollari 2006) Willem de Kooning “Wooman III” (137,5 milioni di dollari 2006) Gustav Klimt, “Ritratto di Adele Bloch-Bauer” (135 milioni di dollari 2006) Pablo Picasso “Nudo, foglie verdi e busto” (106,5 milioni di dollari 2010) Pablo Picasso “Garçon à la Pipe” (“ragazzo con la pipa”) (104.2 milioni di dollari 2004) Il N.5 1948 di Jackson Pollock Willem de Kooning “Woman III,” 1952-53. G. Klimt: “Ritratto di Adele Bloch-Bauer”, 1907. Neue Galerie di New York quadro dipinto da Pablo Picasso in un solo giorno del marzo 1932 (“Nudo, foglie verdi e busto”). Il dipinto raffigura MarieTherese Walter, l’amante di Picasso. P. Picasso: “Ragazzo con la pipa”, 1905. Collezione privata. Pablo Picasso, “Dora Maar au Chat” (“Dora Maar con il gatto”) ($95.2 milioni 2006) Gustav Klimt, “Ritratto di Adele Bloch-Bauer II” ($87.9 milioni 2006) "Il Dottor Gachet" di Vincent Van Gogh (82,5milioni di dollari Chrisie's 1990). Auguste Renoir "Au Moulin de la Galette" (78,1 milioni di dollari Sotheby's 1990). "La strage degli innocenti" Pieter Paul Rubens (76,73 milioni di dollari Sotheby's 2002). "Ritratto dell'artista senza barba" di Vincet Van Gogh (71,5 milioni di dollari Chrisie's 1998). “Natura morta con tenda e cesto di frutta" di Paul Cèzanne (60,5 milioni di dollari Sotheby's 1999 ). "Le nozze di Pierrette" di Pablo Picasso (51,67 milioni di dollari Binoche&Godeau 1989). " Donna seduta in giardino" di Pablo Picasso (49,5 milioni di dollari Sotheby's 1999). "Iris"di Vincet Van Gogh (49 milioni di dollari Sotheby's 1987). "Il sogno" di Pablo Picasso (45,1 milioni di dollari Chrisie's 1997). "Nudo sulla poltrona nera" di Pablo Picasso (45,1 milioni di dollari Chrisie's 1999). fonte: Youtube P. Picasso: “Dora Maar con il gatto”, 1941. Collezione privata. V. Van Gogh: “Ritratto del dottor Gachet”, 1890. Collezione privata di Ryoei Saito, il secondo maggior produttore di carta del Giappone Altri primati, limitandoci solo al ‘900, : Amedeo Modigliani (+ 49% - record 31,36 milioni di dollari), Max Beckmann (+ 93% - record 22,55 milioni di dollari), Fernand Leger (+11% - record 22,40 milioni di dollari), Piet Mondrian (+ 1% - record 21 milioni di dollari), Wassily Kandinsky (+ 36% - record 21 milioni di dollari), Henri Matisse (+ 10% - record 17 milioni di dollari), Marc Chagall (+ 41% - record 14,85 milioni di dollari), Alberto Giacometti (+ 19% - record 14,30 milioni di dollari). Un’altra curiosità sul mercato dell’arte moderna. L’artista che ha avuto al mondo, tra il 2000 e il 2005, il maggiore incremento medio dei prezzi è Edvard Munch con un coefficiente del 130% ed un record di 5,173 milioni di sterline ottenuto in un’asta londinese del 4 febbraio 2002. Edvard Munch “L’urlo”, 1893 Nasjonalgalleriet Oslo Il 31 agosto 2006, la polizia norvegese ha recuperato la versione ospitata al Museo Munch, ad Oslo, che era stata rubata il 22 agosto del 2004 assieme alla Madonna dello stesso autore. Sembra che il dipinto sia stato danneggiato dall'umidità in maniera irreparabile. Per quanto concerne i pittori italiani del ‘900, a parte Modigliani, il record assoluto viene detenuto da Giorgio De Chirico con il dipinto del 1917 “Il Grande Metafisico”, venduto in asta a New York nel maggio 2004, a 7,17 milioni di dollari ed una rivalutazione media delle sue opere del 6%. De Chirico “Il grande metafisico” (1917) venduto dal Museum of Modern Art, New York, ora in collezione privata Buone quotazioni ottengono Giacomo Balla, Gino Severini e Giorgio Morandi con tre record newyorchesi, risalenti al 1990, rispettivamente di 4,4; 3,63 e 1,48 milioni di dollari. Nel febbraio 2008, a un’asta di Sotheby’s a Londra “Concetto spaziale. La fine di Dio” (Lucio Fontana, Rosario di Santa Fe 1899-1968) spunta 20,5 mni di dollari. Più di recente Massimo Campigli (+ 43%) consegue il suo record d’asta, a Londra nel 2004, di 342 mila sterline e nella medesima tornata Mario Sironi (+0%) ne realizza 320 mila. Gino Severini, La danzatrice in blu, 1912 Milano, Coll. R.Jucher Giacomo Balla, Velocità d’automobile, 1913 Milano, Civica Galleria d'Arte Moderna, Raccolta Grassi Giorgio Morandi Natura morta con vaso blu, 1920 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Dusseldorf Naturalmente quando ci si riferisce ai record in dollari o in sterline, è impensabile che essi possano essere raggiunti nelle aste italiane, essendo il nostro un mercato alquanto provinciale se paragonato alle sedi di Londra o New York che rappresentano le vere capitali mondiali dell’arte all’incanto, dove passano le opere più importanti e vi confluiscono collezionisti, mercanti, fondazioni museali di caratura internazionale. Certo non mancano risultati d’asta notevoli anche in Italia: il record assoluto si è avuto alla Christie’s di Milano, che ha battuto la scultura in marmo di Arturo Martini “Donna che nuota sott’acqua” (1941) alla cifra di 2.401.950 euro. Vanno inoltre menzionati Alberto Savinio (-6% - record 717 mila euro), Felice Casorati (- 5% - record 710 mila euro), Carlo Carrà (- 13% - record 475 mila euro), Giuseppe Capogrossi (+ 25% - record 186 mila euro), Filippo De Pisis (+ 15% - record 175 mila euro), Michele Cascella (+ 6% - record 103 mila euro). Arturo Martini “Donna che nuota sott’acqua” (1941) Marmo di Carrara - Dim: 79 x 87 x 130 cm collezione privata (ANSA) - LONDRA, 9 FEB 07 Quotazioni record hanno ottenuto numerosi acrilici di Andy Warhol che sono stati battuti a prezzi molto superiori alle aspettative. Un ritratto di Brigitte Bardot del 1974 stimato tra 2 e 3 milioni di di euro e' stato aggiudicato per 8,1 milioni. 'Tre donne', sempre di Warhol, e' stato battuto a 6 milioni di euro. Andy Warhol “Brigitte Bardot” Nonostante il perdurare della crisi economica, per le grandi aste internazionali dell’arte, il 2010 è stato un anno di recupero di volumi e prezzi. Nuova liquidità sembra essere affluita da nuovi mercati: infatti, sul mercato fanno sempre più notizia i compratori cinesi. Il mercato di Hong Kong, è ormai il terzo mercato mondiale dopo New York e Londra e, si dice, si appresta a divenire il primo. http://www.soldionline.it/notizie/economia-politica/mercato-dell-arte-il-2010-e-il-2011 Tre rapinatori mascherati sono riusciti il 10 febb 2008 a rubare quattro dipinti di Claude Monet, Edgar Degas, Paul Cézanne e Vincent Van Gogh per un valore di 180 milioni di franchi (ca 112 milioni di euro, al cambio 1euro=1,607 chf) alla Collezione E.G. Bührle di Zurigo. Pochi giorni dopo, la polizia svizzera recuperava il Monet e il Van Gogh. "Ludovic Lepic e le sue figlie" di Edgar Degas, 1871 “Rami di castagno in fiore" di Vincent van Gogh, 1890 “Campo di papaveri a Vétheuil" di Claude Monet, 1879 "Il ragazzo dal gilè rosso" di Paul Cézanne, 1888/90 Fonti: Arnold Hauser “Storia sociale dell’arte”, PBE 1983 CD de L’Espresso: Il Cinquecento, Seicento, Settecento, Ottocento a cura di Umberto Eco http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/23679/Default .aspx http://www.ilcollezionistain.it/curiosita0505.htm http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/quotazioni/artisti.php?id =103 I testi delle conferenze sono riportati nel sito: http://xoomer.alice.it/setedaza