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Arte ed Economia
Lezione : Pittura
Sergio Zangirolami
Crocetta marzo 2011
Il rapporto fra il committente e il pittore condiziona per un lungo
periodo sia:
 la tecnica pittorica che
 l’oggetto rappresentato (arte figurativa).
Per quanto riguarda il primo punto possiamo individuare l’affresco,
che può essere realizzato:
 nelle chiese (ad esempio Giotto e Cimabue nella chiesa di
S.Francesco ad Assisi, nella seconda metà del Duecento),
 nei conventi (ad esempio il Beato Angelico a S. Marco di Firenze
nella prima metà del Quattrocento; il Cenacolo di Leonardo in
Santa Maria delle Grazie a Milano, negli ultimi anni del
Quattrocento),
 nelle dimore del papa (ad esempio la Cappella Sistina (eretta
1475-81) sotto Sisto IV della Rovere, con gli affreschi di
Michelangelo, nella prima metà del Cinquecento) o
 dei grandi signori (ad esempio la Camera degli sposi del
Mantegna a Mantova nella seconda metà del Quattrocento; il
Veronese a Villa Barbaro di Maser alla metà del Cinquecento).
La cappella degli Scrovegni di Padova (Giotto, nei primi anni del
Trecento) rappresenta una committenza laica (la potente famiglia
degli Scrovegni, banchieri in Padova) con un intento religioso.
Analogamente, dipinti commissionati per le chiese da ricche
corporazioni.
Gli affreschi del Lorenzetti a Siena, nella prima metà del Trecento,
vengono commissionati dal Comune.
Emerge la funzione illustrativa e didattica dell’affresco,
importantissima per la Chiesa che voleva indottrinare masse
analfabete.
Anche i signori utilizzavano soggetti sacri per affermare la loro
immagine (ad es., Federico da Montefeltro, signore di Urbino, nel
quadro “La sacra conversazione” di Piero della Francesca, nella
seconda metà del Quattrocento).
Sacra Conversazione (1472-74)
248 x 170 cm
Pinacoteca di Brera, Milano
Talora il quadro, per le sue dimensioni, appare come un affresco.
Si pensi al Palazzo ducale di Venezia, con le opere di grandi
dimensioni di Tintoretto e Veronese, nella seconda metà del
Cinquecento.
Ma più spesso il quadro, per le sue dimensioni modeste, può
arredare anche una casa, ricca ma non principesca, come i ritratti o
le scene di vita comune. Si pensi alla piccola dimensione delle
opere di Vermeer (1632-75), per i mercanti olandesi.
Cambia la necessità di avere un committente.
Jan Vermeer
Fanciulla con turbante
(c. 1665-1666)
44.5 x 39 cm
Royal Cabinet of Paintings
Mauritshuis, L’Aia
Per quanto riguarda i soggetti, essi risentono del desiderio del
committente e del modo in cui si aspetta che una immagine debba
apparire.
E’ noto, ad esempio, che il vestito della Madonna seguiva, nel
colore, un canone stabilito, fatto di blu, di rosso e di oro, fino al
punto che dei dipinti vennero rifiutati perché non seguivano questa
regola precisa.
Si pensi allo scandalo scoppiato quando Caravaggio presentò la sua
“Morte della Vergine” (commissionata dal clero di S.Maria della
scala a Roma, eseguita all’inizio del Seicento, oggi al Louvre),
dove si vede una donna gonfia d’acqua (era il ritratto di una
annegata nel Tevere), con una veste rossa.
Caravaggio
Morte della Vergine (ca. 1605)
Louvre
In ogni caso, la prevalenza dei soggetti indica chiaramente
l’ambiente economico sociale in cui le opere maturavano.
Per un lungo periodo, sarà la Chiesa cattolica ad imporre modelli
sacri ed edificanti: quindi, la raffigurazione di Dio, di Cristo, della
Madonna e dei Santi.
Con la riforma protestante, dalle tendenze iconoclaste (che
distruggono immagini), nei paesi come l’Olanda, in cui si
accumulava una grande ricchezza mercantile, le chiese rimangono
spoglie, ma si arricchiscono le sedi pubbliche (come il Parlamento) e
i palazzi dei ricchi borghesi, in particolare di ritratti e di immagini
che potevano rallegrare o far pensare.
I borghesi non richiedevano in genere grandi dipinti decorativi, ma
quadri piccoli, da studio, relativamente poco costosi.
Anche se la richiesta non è esclusiva, poiché sono committenti anche
i comuni, le corporazioni e le associazioni cittadine, gli stessi
orfanatrofi e ospedali.
Un aspetto interessante è rappresentato dal fatto che nel Seicento,
quando in Olanda vi era una grande accumulazione di ricchezza,
questa si indirizzava anche ai quadri come forma di investimento.
Quando però viene meno la committenza delle corporazioni e della
corte, si avrà un pullulare di pittori che si fanno la concorrenza e
spesso anche i migliori (come un Rembrandt o un Vermeer)
patiranno ristrettezze.
Ma sarà nell’Ottocento che gli artisti esporranno le loro opere sul
mercato, nelle varie mostre (si pensi agli impressionisti e ai vari
Salon), offrendole al pubblico, e dovranno affidarsi alle preferenze di
questo.
Si afferma la figura professionale del mercante d’arte, le Gallerie
permanenti e la vendita all’asta (ancora ai nostri giorni esistono
potenti organizzazioni, come le case Sotheby’s e Christie’s).
Inoltre, certi cambiamenti storici, come l’industrializzazione e
l’urbanesimo, sono rappresentati in pittura, passando ad esempio da
paesaggi che esaltano il mondo agricolo, talvolta in modo romantico,
alle vedute urbane di città come Londra.
John Constable
Il carro di fieno (1821)
National Gallery, Londra
G.Doré (1832-83)
Slum londinesi
da “London a Pilgrimage”,
J.Blanchard 1872
Oltre alle tecniche e ai soggetti, muta secondo le circostanze la stessa
collocazione sociale dell’artista.
Per questo ci facciamo ancora una volta guidare dall’Hauser della
Storia sociale dell’arte, dividendo le sue osservazioni in tre parti:
a) corporazioni e artisti;
b) carattere artigianale del loro lavoro;
c) onorari.
Nell'Italia del Rinascimento fin dagli inizi gli artisti ebbero una
posizione migliore che negli altri paesi, e non tanto per le forme piú
evolute della vita urbana, ma perché i principi e i signori italiani
avevano più modo di impiegarne i talenti e sapevano apprezzarli
meglio dei potenti d'Oltralpe.
La maggiore indipendenza dalla corporazione, che è alla base della
condizione privilegiata dell'artista italiano, è anzitutto il risultato del
suo lavorare presso corti diverse.
Nel Nord ogni maestro era legato a una città; in Italia l'artista andava
spesso di corte in corte, di città in città, e già questa vita errante
implica una minor soggezione alle prescrizioni corporative, che
valgono per i rapporti entro un certo territorio e sono da osservare
solo entro quei confini.
Poiché i principi ci tenevano ad assicurarsi non solo maestri
genericamente di valore, ma anche determinati artisti, spesso
forestieri, questi dovettero essere affrancati dalle limitazioni
corporative.
Non si poteva pretendere che mentre eseguivano il loro incarico
badassero ai regolamenti dell'artigianato locale, preoccupandosi di
ottenere un permesso di lavoro dalle autorità delle corporazioni e
stessero a chiedere quanti aiuti e garzoni potevano impiegare.
Finito un lavoro, si trasferivano, insieme con la loro gente, presso un
altro protettore, dove avevano un uguale trattamento di favore.
Questi pittori erranti di corte in corte sfuggirono sempre alla
giurisdizione corporativa.
Ma i loro privilegi necessariamente influirono anche sulla condizione
degli artisti stabiliti nelle città, tanto più che queste spesso
occupavano gli stessi maestri che lavoravano alle corti, e dovevano
quindi offrire condizioni non meno favorevoli di quelle, se volevano
assicurarseli.
L'artista quindi non si emancipa dalla corporazione perché abbia
acquistato una più alta dignità, e venga riconosciuta la sua
aspirazione ad essere equiparato ai poeti e ai dotti, ma perché si ha
bisogno dei suoi servizi e occorre acquistarseli.
La dignità qui non è che l'espressione del prezzo di mercato.
Non ultimo elemento che conferma il carattere artigiano del lavoro è
il regolare contratto che lega l’artista al committente.
Per le opere di maggior impegno tutte le spese, cioè l’acquisto del
materiale, gli stipendi e spesso anche il mantenimento di aiuti e
garzoni, erano assunte dal committente e il maestro stesso riceveva
un onorario in ragione del tempo ch’egli impiegava.
Per i pittori il lavoro a salario rimase la regola sino alla fine del
Quattrocento; solo più tardi questo tipo di compenso sarà riservato
alle prestazioni puramente artigiane, come restauri e copie.
Via via che l'arte si svincola dall'artigianato, cambiano a poco a poco
le clausole dei contratti.
 In uno del 1485, col Ghirlandaio (Firenze 1449-94), viene ancora
fissato esplicitamente il prezzo dei colori; ma
 Filippino Lippi (Prato 1457-1504), secondo un contratto del 1487,
è tenuto a provvedere da sé il materiale, e
 analoga condizione figura in un patto stipulato con Michelangelo
(Arezzo 1475-1564) nel 1498.
 Personalità come Donatello (Firenze 1386-1466) avevano
probabilmente onorari un po’ più alti, ma non c’erano ancora
veri e propri « prezzi d’amatore ».
 Gentile da Fabriano (1370-1427) per la sua Adorazione dei
Magi ebbe 150 fiorini d’oro;
 Benozzo Gozzoli (Firenze 1420-1497), 60 per una pala
d’altare;
 Filippo Lippi (Firenze 1406-1469), 40 per una Madonna; ma
 Botticelli (Firenze 1445-1510), già 75;
 Ghiberti (Firenze 1378-1455), finché lavorò alle porte del
Battistero, guadagnava duecento fiorini l’anno, come
stipendio fisso.
Gentile da Fabriano “Adorazione dei Magi”, particolare (1420-23)
Galleria degli Uffizi
Lorenzo Ghiberti
Porta del Paradiso del Battistero
di Firenze (1403-24)
 quando il cancelliere della Signoria ne guadagnava seicento, con
l’obbligo di pagarsi quattro scrivani.
 Un buon amanuense allora riceveva trenta fiorini, oltre le spese.
Gli artisti, quindi, non erano proprio mal pagati, se pur ben lungi
dalle remunerazioni dei celebri letterati e docenti che spesso avevano
da cinquecento a duemila fiorini l’anno.
Tutto il mercato artistico si moveva ancora entro confini
relativamente modesti; gli artisti già durante il lavoro dovevano
richiedere degli anticipi sul prezzo fissato e d’altro canto i
committenti spesso non potevano pagare se non a rate anche lo stesso
materiale.
I principi stessi lottavano con la scarsezza di denaro liquido e
Leonardo si lamenta più volte con il suo protettore Ludovico il Moro,
perché non gli è stato pagato l’onorario.
Nell'ultimo quarto del Quattrocento a Firenze si cominciano a
pagare prezzi relativamente alti per gli affreschi.
 Giovanni Tornabuoni (banchiere a Firenze), nel 1485, per la
decorazione della cappella di famiglia in Santa Maria Novella,
concorda col Ghirlandaio un onorario di 1100 fiorini.
 Filippino Lippi, per gli affreschi di Santa Maria sopra Minerva a
Roma, riscuote il compenso di 2000 ducati d'oro, che
corrispondono circa ad altrettanti fiorini.
 E 3000 ducati riceve Michelangelo per la volta della Sistina.
Domenico Ghirlandaio
Cappella Tornabuoni (1485-90) in
Santa Maria Novella
Cacciata di Gioacchino dal Tempio
Giovanni Tornabuoni fece ritrarre
numerosi membri della sua famiglia e
della migliore società fiorentina.
Lui e sua moglie Francesca Pitti sono
ritratti inginocchiati in basso sulla
parete di fondo, nella posizione tipica
dei committenti.
Filippino Lippi Annunciazione con San Tommaso d’Aquino (1488-92)
Altare della Cappella Carafa
(famiglia nobile napoletana)
in Santa Maria sopra Minerva a Roma
Verso la fine del secolo ci sono già molti artisti che hanno denaro:
Filippino anzi accumula una ricchezza notevole.
Il Perugino (1448-1523) possiede case.
Benedetto da Maiano (architetto e scultore -Fiesole 1442-97) un
podere.
A Milano, Leonardo da Vinci (1452-1519) ha uno stipendio annuo
di 2000 ducati e in Francia riceve 35 000 franchi l'anno.
I celebrati maestri del Cinquecento, specialmente Raffaello (Urbino
1483-1520) e Tiziano (Pieve di Cadore 1488-1576), dispongono di
entrate considerevoli e conducono vita da signori.
Le abitudini di Michelangelo sono modeste, ma anch'egli guadagna
molto, ed è già ricco quando rifiuta ogni compenso per i suoi lavori
in San Pietro.
A questo aumento degli onorari, oltre all'accresciuta domanda
d'oggetti d'arte e alla generale ascesa dei prezzi, dovette contribuire in
misura decisiva il fatto che la Curia pontificia balza in primo piano
sul mercato artistico e crea una sensibile concorrenza ai clienti degli
artisti fiorentini.
Questi emigrano in gran numero verso la munifica Roma.
religioso
civile
ritratti
paesaggi
pittore
anno*
Duccio di Buoninsegna
1287
***
Raffaello
1502
**
**
**
Cimabue
1287
***
Cranach
1513
**
**
*
Giotto
1302
***
Michelangelo
1520
***
Simone Martini
1314
***
Holbein
1521
*
Masaccio
1415
***
Tiziano
1533
**
**
**
Van Eyck
1416
**
Bronzino
1538
*
*
**
Beato Angelico
1425
***
Bruegel
1547
*
***
Paolo Uccello
1436
**
Tintoretto
1556
***
*
Filippo Lippi
1438
***
Veronese
1558
**
**
*
Fouquet
1451
**
*
El Greco
1578
**
*
*
Piero della Francesca
1454
***
*
Caravaggio
1591
***
Antonello da Messina
1455
***
**
Rubens
1609
*
***
*
Memling
1465
***
*
Van Dyck
1620
**
*
***
Mantegna
1469
**
*
Ribera
1622
***
*
*
Botticelli
1478
**
**
La Tour
1623
***
**
Bosch
1485
**
**
Velasquez
1630
Leonardo
1486
***
Zurbaran
1631
Giorgione
1494
*
Rembrandt
1638
Grünewald
1499
***
Lorrain
1641
Dürer
1500
*
Murillo
1650
città
soggetto **
**
**
**
*
*
*
*
*
**
*
*
**
***
*
*
*
***
*
*
*
*
**
**
*
***
***
*
*
religioso
pittore
Anno*
Vermeer
1654
***
Watteau
1703
***
Hogarth
1731
Tiepolo
1733
Canaletto
1733
Chardin
1739
**
Longhi
1744
***
Guardi
1753
*
Gainsborough
1758
Fragonard
1769
**
Fussli
1783
***
Goya
1787
**
David
1787
***
Constable
1807
Gericault
1808
Turner
1813
Ingres
1824
civile
ritratti
Soggetto**
**
paesaggi
città
Delacroix
1831
***
Corot
1836
*
*
**
**
Courbet
1848
**
*
*
***
*
Manet
1858
**
*
*
**
*
Fattori
1867
***
*
Pissarro
1867
*
***
Van Gogh
1872
**
Cezanne
1873
**
***
Seurat
1875
**
*
*
***
**
*
Degas
1876
***
*
*
Gauguin
1876
***
*
Rousseau
1877
***
*
**
Redon
1878
**
**
Sisley
1880
Renoir
1880
***
Monet
1883
*
Toulouse-Lautrec
1883
***
Boccioni
1899
**
*
**
*
*
**
**
***
**
*
**
***
***
**
*
*
**
***
*
**
*
*
pittore
Duccio di
Buoninsegna
anno
religioso civile
*
1287
***
ritratti paesaggi
città
Maestà (1308-11), Opera del Duomo di Siena, di sua mano, senza altri lavori,
giura sui vangeli. 3000 fiorini d’oro (molto alto)
Cimabue
1287
***
Nicolò III (Orsini, 1277): importanza immagini a fini didattici, politici,
rappresentativi. Nel cantiere di S.Francesco ad Assisi (1278) contrasto con i
monaci che si opponevano alla decorazione degli edifici sacri.
Giotto
1302
***
Cappella Scrovegni (1304-06) per espiazione di un banchiere figlio di un usuraio.
Speculazioni edilizie a Firenze e d’intorni. Scrive una canzone contro il culto di
“madonna povertà”. Affresca S. Francesco.
Simone Martini
1314
***
Guidoriccio
da Fogliano
Lavora per la Chiesa (S. Francesco a Assisi, convento di S. Caterina a Pisa), per
Roberto d’Angiò di Napoli (1317, funzione politica dell’incoronazione da parte
del fratello san Ludovico da Tolosa, 50 once d’oro all’anno)
Masaccio
1415
***
Cappella Brancacci (1425), ricco mercante di sete, nella chiesa del Carmine di Firenze,
chiamato da Masolino di Panicale. Polittico di Pisa (1426), notaio ser Giuliano di Colino
degli Scalzi (80 fiorini a rate mensili). Modestissima condizione economica.
Van Eyck
1416
**
**
Decorazioni palazzo di Giovanni di Baviera (1422-24). Altare adorazione agnello
mistico, ricco borghese di Gand. Mecenate il Duca di Borgogna Filippo il buono
(assunto come pittore e valet de chambre nel 1425, con incarichi diplomatici, ritratto
della donna del duca Isabella del Portogallo). Ritratto dei coniugi Arnolfini, di origine
italiana. Nel 1435 il Duca gli aumenta la paga da 100 a 360 livres, imponendosi alla
camera dei Conti di Lille.
Beato
1425 ***
Angelico
Frate dell’ordine dei predicatori, devolve i suoi compensi al
suo ordine. L’ordine dei linaioli gli commissiona un
tabernacolo con precisazione dei vari colori, compenso 190
fiorini d’oro - circa 20 mni nel 1989.
Paolo Uccello 1436 **
**
*
1450 pagamento per un tabernacolo in S. Giovanni a Firenze.
Battaglia di S.Romano per palazzo Medici. Caccia di Lorenzo
il Magnifico, prospetto di un cassone. Ritratto di Elisabetta di
Montefeltro, moglie di Roberto Malatesta. Si allontana da
Firenze. Quasi povero.
Filippo Lippi
1438
***
Frate che abbandona la tonaca, aiutato dai Medici. Lavora per conventi.
Piero della Francesca 1454 ***
*
Chiesa; ritratto di Federico di Montefeltro duca di Urbino e della moglie Battista Sforza;
ritratto di Sigismondo Malatesta di Rimini. Pale con i committenti: madonna di Brera ,
San Sigismondo e Sigismondo Malatesta.
Mantegna
1469
**
*
Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani. Pittore di corte a Mantova dai
Gonzaga, molto amico di Ludovico (donazioni per costruirsi la casa e comprare
un podere): Camera degli sposi (1465-74). Cristo morto, che tiene per sé (poi
Palazzo ducale di Mantova e Pinacoteca di Brera a Milano)
Botticelli
1478
**
**
*
Commissioni dai Medici (adorazione dei magi con Cosimo e intellettuali;
Primavera, Nascita di Venere, Nastagio degli Onesti ecc). Partecipa alla Cappella
Sistina. Madonna del Magnificat e Madonna della melagrana. Alla fine difficoltà
finanziarie.
Bosch
1485
**
**
Membro della Confraternità di nostra Signora, che favorisce le commissioni e
l’inserimento sociale.
Leonardo
1486
***
*
Rapporti con il potere politico: Ludovico il Moro a Milano; Cesare Borgia;
Giuliano de Medici fratello di Leone X; Francesco I in Francia. Ultima cena
commissione Sforza.
Giorgione
1494
*
*
*
*
Pala commissionata da Tuzio Costanzo (condottiero) in ricordo del figlio Matteo.
Contratto del consiglio dei X per un teler da 30 ducati (1507-08). 130 ducati,
contestati, per affreschi nel Fondaco dei Tedeschi. Nobili privati committenti di
La tempesta, I tre filosofi, Venere, con connessioni neopagane e naturalistiche.
Dürer
1500
*
**
*
Si afferma la grafica e la riproduzione.
Tiziano
1533
**
**
**
Pittore ufficiale della Serenissima, ottiene di essere esentato dalle tasse. Lavora a
Ferrara, Este, Mantova, Urbino. Pittore di Carlo V, che lo riempie di onori e di
denaro, con molto ritardo.
Bruegel
1547
*
***
Trasforma i dipinti in stampe, che diventano famose. Committenza borghese.
Rubens
1609
*
***
*
*
Pittore di corte dei Gonzaga, libero da vincoli feudali. 1606: ritratti della nobiltà
genovese. Pala a Roma. Pittore di corte ad Anversa e delle confraternite
professionali (gli archibugeri commissionano Deposizione dalla croce).
Organizza il lavoro nella bottega. Lavora per la regina di Francia Maria de
Medici.
Velásquez
1630
***
*
Deve partire da Siviglia per la committenza puramente monastica e andare dal re
a Madrid (Filippo IV). Incarichi: pittore di camera (1623), usciere di camera
(1627), aiutante di vestiario (1634), sovrintendente ai regi lavori (1643), aiutante
di camera (1646), sovrintendente alla distribuzione dei locali della reggia (1652).
Ordine di Santiago (riservato ai nobili, 1658). Può ridurre la pittura a soggetto
religioso. Vedi Las Meninas.
Rembrandt
1638
**
**
*
Gilda di S.Luca per dipingere in Olanda. Committenza borghese, anche piccoli
quadri sul mercato. Rapporti con mercanti. Lezione di anatomia commissionata
dal dr. Tulp dell’Università di Amsterdam. Chiede 1200 fiorini per ognuna delle
5 tele sulla Passione commissionate dallo Statholder Federico d’Orange (gliene
danno 600, ma con circa 500 viveva una coppia di borghesi per un anno). La
ronda di notte (1642) gli viene pagata 100 fiorini a figura (16 figure). Nel 1646
riceve dallo Statholder 2400 fiorini per due quadri. Nell’Olanda del ‘600 ben
pochi si dedicavano a pitture religiose, mentre erano assai specializzati (nature
morte, ritratti, scene di genere, paesaggi, opere celebrative).
Vermeer
1654
***
*
Di mestiere mercante d’arte, associata spesso al mestiere di pittore. Poche opere
piuttosto piccole, ben pagate. La vedova salda un debito di 617 fiorini con due
tele, che rappresentavano una buona cifra. Mercato olandese, con piccoli quadri
di genere, pochi simboli e allegorie.
Canaletto
1733
Committenza nobile inglese, collezionisti amanti di Roma e Venezia. Vedute di
Venezia. Non le famiglie veneziane. Cambia il prezzo ogni giorno e bisogna
contrattare.
***
David
1787
***
**
Vince un prix de Rome che gli permette di venire in Italia. Con alcune opere acquista
fama e nel 1783 viene ammesso all’accademia di pittura. Diventa un pittore alla moda,
sia per l’alta borghesia che per l’aristocrazia. 1784: il giuramento degli Orazi, per
educare il pubblico attraverso l’arte. Quello che per tutti diventerà presto il vessillo della
Rivoluzione è in realtà un dipinto finanziato da Luigi XVI per la bella cifra di 4.000
livres.Partecipa alla rivoluzione. Pittore ufficiale di Napoleone. Impegno politico del
pittore. Alla caduta di Napoleone, si ritira a Bruxelles.
Constable
1807
***
Gericault
1808
Turner
1813
Ingres
1824
**
Delacroix
1831
***
Corot
1836
*
*
**
Courbet
1848
**
*
*
Manet
1858
**
*
*
Fattori
1867
***
*
Pissarro
1867
*
***
Van Gogh
1872
**
***
*
***
**
*
*
**
*
*
Cezanne
Seurat
Degas
Gauguin
Rousseau
Redon
Sisley
Renoir
Monet
ToulouseLautrec
Boccioni
1873
1875
1876
1876
1877
1878
1880
1880
1883
1883
**
**
***
***
***
**
1899
**
***
*
*
*
*
**
***
***
*
***
*
**
*
*
* data indicativa, rappresenta esattamente il mezzo della vita dell’artista, ed è calcolata sommando la data di nascita e
quella di morte e dividendo il risultato per 2.
** si è segnata con asterischi, da 1 a 3, la presenza dei vari soggetti, naturalmente tenendo conto soltanto di alcune
opere principali.
Gli impressionisti devono il loro nome ad un articolo del critico L.Leroy che, richiamandosi in
senso spregiativo al titolo del quadro di C.Monet, “Impressione: levar del sole” (1872), definì
impressionisti un gruppo di artisti che erano stati costretti ad esporre le loro opere nelle sale
del fotografo Nadar a Parigi dopo essere stati rifiutati dalla giuria del “Salon”, la
manifestazione espositiva ufficiale che al tempo poteva consacrare la fama di un artista.
Parigi,
Museo Marmottan
Dipinti più pagati della storia (aggiornato 2010):
Jackson Pollock “n. 5” (140 milioni di dollari 2006)
Willem de Kooning “Wooman III” (137,5 milioni di dollari 2006)
Gustav Klimt, “Ritratto di Adele Bloch-Bauer” (135 milioni di
dollari 2006)
Pablo Picasso “Nudo, foglie verdi e busto” (106,5 milioni di dollari
2010)
Pablo Picasso “Garçon à la Pipe” (“ragazzo con la pipa”) (104.2
milioni di dollari 2004)
Il N.5 1948 di Jackson Pollock
Willem de Kooning
“Woman III,”
1952-53.
G. Klimt: “Ritratto di Adele
Bloch-Bauer”, 1907. Neue
Galerie di New York
quadro dipinto da Pablo
Picasso in un solo giorno del
marzo 1932 (“Nudo, foglie
verdi e busto”).
Il dipinto raffigura MarieTherese Walter, l’amante di
Picasso.
P. Picasso: “Ragazzo con
la pipa”, 1905.
Collezione privata.
Pablo Picasso, “Dora Maar au Chat” (“Dora Maar con il gatto”) ($95.2
milioni 2006)
Gustav Klimt, “Ritratto di Adele Bloch-Bauer II” ($87.9 milioni 2006)
"Il Dottor Gachet" di Vincent Van Gogh (82,5milioni di dollari Chrisie's
1990).
Auguste Renoir "Au Moulin de la Galette" (78,1 milioni di dollari
Sotheby's 1990).
"La strage degli innocenti" Pieter Paul Rubens (76,73 milioni di dollari
Sotheby's 2002).
"Ritratto dell'artista senza barba" di Vincet Van Gogh (71,5 milioni di
dollari Chrisie's 1998).
“Natura morta con tenda e cesto di frutta" di Paul Cèzanne (60,5
milioni di dollari Sotheby's 1999 ).
"Le nozze di Pierrette" di Pablo Picasso (51,67 milioni di dollari
Binoche&Godeau 1989).
" Donna seduta in giardino" di Pablo Picasso (49,5 milioni di dollari
Sotheby's 1999).
"Iris"di Vincet Van Gogh (49 milioni di dollari Sotheby's 1987).
"Il sogno" di Pablo Picasso (45,1 milioni di dollari Chrisie's 1997).
"Nudo sulla poltrona nera" di Pablo Picasso (45,1 milioni di dollari
Chrisie's 1999).
fonte: Youtube
P. Picasso: “Dora Maar con il
gatto”, 1941. Collezione privata.
V. Van Gogh: “Ritratto del dottor
Gachet”, 1890. Collezione privata
di Ryoei Saito, il secondo maggior
produttore di carta del Giappone
Altri primati, limitandoci solo al ‘900, :
Amedeo Modigliani (+ 49% - record 31,36 milioni di dollari),
Max Beckmann (+ 93% - record 22,55 milioni di dollari),
Fernand Leger (+11% - record 22,40 milioni di dollari),
Piet Mondrian (+ 1% - record 21 milioni di dollari),
Wassily Kandinsky (+ 36% - record 21 milioni di dollari),
Henri Matisse (+ 10% - record 17 milioni di dollari),
Marc Chagall (+ 41% - record 14,85 milioni di dollari),
Alberto Giacometti (+ 19% - record 14,30 milioni di dollari).
Un’altra curiosità sul mercato dell’arte moderna.
L’artista che ha avuto al mondo, tra il 2000 e il 2005, il maggiore
incremento medio dei prezzi è Edvard Munch con un coefficiente
del 130% ed un record di 5,173 milioni di sterline ottenuto in
un’asta londinese del 4 febbraio 2002.
Edvard Munch “L’urlo”, 1893
Nasjonalgalleriet Oslo
Il 31 agosto 2006, la polizia
norvegese ha recuperato la versione
ospitata al Museo Munch, ad Oslo,
che era stata rubata il 22 agosto del
2004 assieme alla Madonna dello
stesso autore.
Sembra che il dipinto sia stato
danneggiato dall'umidità in maniera
irreparabile.
Per quanto concerne i pittori italiani del ‘900, a parte Modigliani, il
record assoluto viene detenuto da Giorgio De Chirico con il dipinto
del 1917 “Il Grande Metafisico”, venduto in asta a New York nel
maggio 2004, a 7,17 milioni di dollari ed una rivalutazione media
delle sue opere del 6%.
De Chirico “Il grande metafisico” (1917)
venduto dal Museum of Modern Art, New York,
ora in collezione privata
Buone quotazioni ottengono Giacomo Balla, Gino Severini e
Giorgio Morandi con tre record newyorchesi, risalenti al 1990,
rispettivamente di 4,4; 3,63 e 1,48 milioni di dollari. Nel febbraio
2008, a un’asta di Sotheby’s a Londra “Concetto spaziale. La fine di
Dio” (Lucio Fontana, Rosario di Santa Fe 1899-1968) spunta 20,5
mni di dollari.
Più di recente Massimo Campigli (+ 43%) consegue il suo record
d’asta, a Londra nel 2004, di 342 mila sterline e nella medesima
tornata Mario Sironi (+0%) ne realizza 320 mila.
Gino Severini, La danzatrice in blu, 1912
Milano, Coll. R.Jucher
Giacomo Balla, Velocità d’automobile, 1913
Milano, Civica Galleria d'Arte Moderna,
Raccolta Grassi
Giorgio Morandi Natura morta con vaso blu, 1920
Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Dusseldorf
Naturalmente quando ci si riferisce ai record in dollari o in sterline,
è impensabile che essi possano essere raggiunti nelle aste italiane,
essendo il nostro un mercato alquanto provinciale se paragonato alle
sedi di Londra o New York che rappresentano le vere capitali
mondiali dell’arte all’incanto, dove passano le opere più importanti
e vi confluiscono collezionisti, mercanti, fondazioni museali di
caratura internazionale.
Certo non mancano risultati d’asta notevoli anche in Italia: il record
assoluto si è avuto alla Christie’s di Milano, che ha battuto la
scultura in marmo di Arturo Martini “Donna che nuota sott’acqua”
(1941) alla cifra di 2.401.950 euro.
Vanno inoltre menzionati Alberto Savinio (-6% - record 717 mila
euro),
Felice Casorati (- 5% - record 710 mila euro),
Carlo Carrà (- 13% - record 475 mila euro),
Giuseppe Capogrossi (+ 25% - record 186 mila euro),
Filippo De Pisis (+ 15% - record 175 mila euro),
Michele Cascella (+ 6% - record 103 mila euro).
Arturo Martini “Donna che nuota sott’acqua” (1941)
Marmo di Carrara - Dim: 79 x 87 x 130 cm
collezione privata
(ANSA) - LONDRA, 9 FEB 07
Quotazioni record hanno ottenuto numerosi acrilici di Andy Warhol
che sono stati battuti a prezzi molto superiori alle aspettative.
Un ritratto di Brigitte Bardot del 1974 stimato tra 2 e 3 milioni di di
euro e' stato aggiudicato per 8,1 milioni.
'Tre donne', sempre di Warhol, e' stato battuto a 6 milioni di euro.
Andy Warhol “Brigitte Bardot”
Nonostante il perdurare della crisi economica, per le grandi aste
internazionali dell’arte, il 2010 è stato un anno di recupero di volumi
e prezzi.
Nuova liquidità sembra essere affluita da nuovi mercati: infatti, sul
mercato fanno sempre più notizia i compratori cinesi.
Il mercato di Hong Kong, è ormai il terzo mercato mondiale dopo
New York e Londra e, si dice, si appresta a divenire il primo.
http://www.soldionline.it/notizie/economia-politica/mercato-dell-arte-il-2010-e-il-2011
Tre rapinatori mascherati sono riusciti il 10 febb 2008 a rubare
quattro dipinti di Claude Monet, Edgar Degas, Paul Cézanne e
Vincent Van Gogh per un valore di 180 milioni di franchi (ca 112
milioni di euro, al cambio 1euro=1,607 chf) alla Collezione E.G.
Bührle di Zurigo.
Pochi giorni dopo, la polizia svizzera recuperava il Monet e il Van
Gogh.
"Ludovic Lepic e le sue figlie" di Edgar Degas, 1871
“Rami di castagno in fiore" di Vincent van Gogh, 1890
“Campo di papaveri a Vétheuil" di Claude Monet, 1879
"Il ragazzo dal gilè rosso" di Paul Cézanne, 1888/90
Fonti:
Arnold Hauser “Storia sociale dell’arte”, PBE 1983
CD de L’Espresso: Il Cinquecento, Seicento, Settecento, Ottocento
a cura di Umberto Eco
http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/23679/Default
.aspx
http://www.ilcollezionistain.it/curiosita0505.htm
http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/quotazioni/artisti.php?id
=103
I testi delle conferenze sono riportati nel sito:
http://xoomer.alice.it/setedaza
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