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Diapositiva 1 - tristescuola3
L’AIDS è una cosa seria. Ha cambiato i costumi sessuali degli ultimi 15 anni, nei giovani e nei meno giovani. Sicuramente le campagne di prevenzione e l’utilizzo del profilattico hanno portato ad una visione della sessualità più responsabile e alla riduzione di altre malattie trasmissibili attraverso gli stessi canali. Che cos’è l’AIDS? HIV sta per virus dell’immunodeficienza umana. E’ un virus che attacca le cellule del sistema immunitario dell’organismo. Quando il sistema immunitario diventa sempre più debole, la persona colpita acquisisce una “immunodeficienza”. Chi ha un’immunodeficienza è più vulnerabile a una vasta gamma di infezioni e di malattie, note come infezioni “opportunistiche” perché approfittano dell’indebolimento del sistema immunitario. Molte di queste infezioni sono particolarmente rare e difficilmente colpiscono persone non affette da HIV. Con l’indebolirsi del sistema immunitario, queste infezioni opportunistiche diventano più gravi. Sono loro, alla fine, che uccidono le persone affette da HIV, non il virus stesso. La parola usata per descrivere questa combinazione di infezioni opportunistiche è AIDS, che sta per Sindrome da immunodeficienza acquisita. Come si trasmette? L'HIV si trasmette attraverso uno scambio di alcuni corpi fluidi: sangue, secrezioni vaginali, sperma e latte materno. La maggior parte delle persone prende l'infezione attraverso: - Rapporti sessuali non protetti, con persone infette. - Scambio con persone infette di aghi e siringhe usati per iniettarsi droga o medicine, per farsi tatuaggi o piercing. - Gravidanza, parto o allattamento materno quando la madre è positiva all'HIV. • L’HIV non si prende: baciandosi, abbracciandosi, toccandosi, starnutendo, tossendo, facendo sport, scambiandosi posate o condividendo una toilette con una persona infetta da HIV. Non ci sono casi documentati di trasmissione attraverso saliva, sudore o lacrime. Nemmeno mosche, pulci e altri insetti trasmettono l'HIV. NEL MONDO… Il 95% dei 42 milioni di persone al mondo infette da HIV/AIDS vive in paesi in via di sviluppo dove fame e HIV/AIDS sono due aspetti della stessa minaccia mortale. Senza alimenti e sufficienti vitamine, gli ammalati sono privati di difese e più esposti alla morte prematura. Le persone con l’HIV sono sempre più deboli ed affaticate; non reagiscono al trattamento con le medicine e possono facilmente contrarre ad altre malattie come la tubercolosi. La fame può anche indurre le persone che sono HIV negative a prestarsi a rapporti sessuali mercenari, aumentando così le possibilità di contagio. Nello stesso tempo, chi è colpito da HIV/AIDS ha meno capacità di procurare cibo per sè e per la sua famiglia. L'infezione colpisce molto spesso i giovani, che sono i membri più produttivi della società su cui le famiglie povere contano per il loro sostentamento quotidiano. L’alimentazione è carente anche perché tutti i membri della famiglia che devono curare il malato di HIV non hanno il tempo necessario per lavorare e procurarsi il cibo. Ogni piccolo reddito o risparmio della famiglia viene destinato all’acquisto di medicine e cibo. Spesso si è costretti a vendere la casa per non morire di fame. …E in italia?! Al 31 dicembre 1999 in Italia sono stati notificati 45.605 casi di AIDS. Di questi, il 78% erano di sesso maschile, e l'età mediana della diagnosi (calcolata solo per gli adulti) era di 33 anni per i maschi e di 31 anni per le femmine. Il nostro Paese è al terzo posto in Europa come numero di casi, dopo Spagna e Francia, ma è al secondo posto come incidenza (numero di casi in rapporto al numero di abitanti) A partire dalla seconda metà del 1996, verosimilmente grazie alla disponibilità di nuovi farmaci per la terapia dell'infezione da HIV, si è osservata una progressiva riduzione del numero di nuovi casi; In Italia la regione più colpita è la Lombardia, con 13.832 casi notificati alla fine del 1999, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna; Brescia è la terza città d'Italia dopo Milano e Roma. Come agire se si è sieropositivi? È necessario agire in modo consapevole, cos’ da tutelare noi stessi, la prorpia salute e quella degli altri. Non serve lasciarsi prendere dalla paura ed emarginare chi è contagiato ; è invece importante un comportamento corretto e responsabile da parte di tutti: i sieropositivi devono informare subito le persone a loro vicine (familiari, partner sessuali, proprio medico) sulla loro condizione di salute; gli altri debbono evitare il più possibile comportamenti a rischio, quali lo scambio di siringhe infette o rapporti sessuali con il partner(in questo caso è opportuno prendere delle precauzioni, quali il PRESERVATIVO)per ridurre almeno in gran parte i rischi di contagio. Non esistendo ancora una cura e un vaccino per l’AIDS, l’unica forma di difesa della malattia rimane solo la prevenzione ed alcuni medicinali in grado di rallentare il decorso della malattia , perciò in tutte le nazioni d’Europa , i Ministeri della Sanità hanno avviato campagne di prevenzione ed informazione contro il rischio di contagio dell’AIDS rivolte soprattutto ai giovani e al mondo della scuola. La giornata mondiale contro l’AIDS La giornata mondiale contro l’AIDS, indetta ogni anno il 1° dicembre, è dedicata ad accrescere la conoscenza dell’epidemia. La ricorrenza è scelta in quanto il primo caso di AIDS è stato diagnosticato il 1° dicembre 1981. Da allora l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone. Mi auguro che con il passare degli anni la scienza e la medicina continuino ad evolversi, in modo da poter definitivamente eliminare questa orribile malattia, da farla diventare innocua come una semplice febbre, ma nell’attesa di questi passi da gigante, credo che tutti ma soprattutto noi giovani dobbiamo conoscere ed applicare le giuste precauzioni per evitare di essere contagiati dall’HIV. Veronica