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Movimentazione manuale dei carichi

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Movimentazione manuale dei carichi
Ulss 12 Veneziana
Servizio di Medicina Preventiva dei Lavoratori
ANALISI DEL MOVIMENTO NEL
PERSONALE OSPEDALIERO ADDETTO
ALLA MOVIMENTAZIONE DEI PAZIENTI
PANORAMA NORMATIVO
• 1934 LEGGE 653 TUTELA DONNE E FANCIULLI. Limite
massimo sollevabile di 20 kg.
• 1967 LEGGE 977. LIMITI DIFFERENZIATI PER SESSO ED
ETÀ.
Fanciulli maschi sotto i 15 anni 10 kg
Adolescenti 20 kg
Limiti ridotti del 50% nel sesso femminile
• 1994 Decreto legislativo 626 recepimento di normative
europee
DECRETO LEGISLATIVO n. 626 del 19 settembre 1994
Supplemento ordinario alla G.U. n 1265 del 12
novembre 1994
MOVIMENTAZIONE
MANUALE DI CARICHI
TITOLO V
ARTICOLI 47 – 49
ALLEGATO VI
D.lgs 626/94
titolo V-campo aplicativo
• a) art. 47 che definisce il campo di applicazione,
chiarisce in modo particolare che cosa si intende
per azione o operazioni di movimentazione
manuale dei carichi, ricoprendo fra esse non solo
quelle più tipiche di sollevamento, ma anche quelle
rilevanti di spinta, traino e trasporto di carichi,
che in conseguenza di condizioni ergonomiche
sfavorevoli comportano, tra l’ altro, rischi di lesioni
dorso lombari.
D.lgs 626/94
titolo V-obblighi del datore di lavoro
• .. evitare la necessità di una
movimentazione manuale dei carichi da
parte dei lavoratori.
• Qualora non sia possibile evitare la
movimentazione manuale dei carichi il
datore di lavoro adotta le misure
organizzative necessarie, ricorre ai mezzi
appropriati o fornisce ai lavoratori stessi i
mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il
rischio..
D.lgs 626/94
titolo V-obblighi del datore di lavoro
• adotta le misure atte ad evitare o ridurre tra l'altro i rischi
di lesioni dorso-lombari, tenendo conto in particolare
dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche
dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività
comporta
• sottopone alla sorveglianza sanitaria di cui all'art. 16
gli addetti alle attività di cui al presente titolo.
DECRETO LEGISLATIVO n. 81 del 9 aprile 2008
Supplemento ordinario alla G.U. n 101 del 30
aprile 2008
MOVIMENTAZIONE
MANUALE DI CARICHI
TITOLO VI
ARTICOLI 167 – 171
ALLEGATO XXXIII
ARTICOLO 167
(ex 47 -626-94)
Campo di applicazione
PRATICAMENTE IMMUTATO UNICA DIFFERENZA:
i rischi, tra l'altro, di lesioni dorso-lombari
DIVENTANO:
rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in
particolare dorso-lombari
LE PATOLOGIE AD ESEMPIO DELLA SPALLA, IN
OCCASIONE DI ATTIVITA’ DI MOVIMENTAZIONE SEMBRANO
PIU’CHIARAMENTE INCLUSE
SORVEGLIANZA SANITARIA PER ESPOSTI ALLA
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
TUTTI GLI ESPOSTI A “RISCHIO RESIDUO” DI MMC SONO
SOTTOPOSTI SORVEGLIANZA SANITARIA AI SENSI
DELL’ART. 41.
LA SORVEGLIANZA SANITARIA TIENE CONTO DELLA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO (BASARSI SULL’INDICE DI
MOVIMENTAZIONE E DEI FATTORI INDIVIDUALI DI
RISCHIO .
ATTIVITA’ DI SOLLEVAMENTO
METODO DI VALUTAZIONE E VALORI DI
RIFERIMENTO
INSERITO UNO SPECIFICO RIFERIMENTO A
NORME TECNICHE
Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3)
relative alle attività di movimentazione manuale
(sollevamento, trasporto, traino, spinta,
movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza)
sono da considerarsi tra quelle previste all’articolo
168, comma 3.
ISO 11228-1 Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 1: Sollevamento e
spostamento è riconducibile nell’approccio al metodo NIOSH.
Facciamo notare che è stato abolito in condizioni ottimali il limite di 30 kg per gli
uomini e 20 kg per le donne che conduceva – nel D.Lgs. 626/94 – ad
un’applicazione del metodo NIOSH adattata all’italiana (con un peso massimo di
30 kg contro i 23 kg indicati dal metodo).
Il peso massimo (in condizioni ottimali) consentito è ora di 25 kg per gli
uomini e di 15 kg per le donne.
ISO 11228-2:2007- Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 2: Spinta e
traino è riconducibile nell’approccio al metodo Snook & Ciriello.
La norma da’ valori guida per azioni di spinta e traino da parte di tutto il corpo. Offre
linee guida per la valutazione dei fattori di rischio ritenuti rilevanti per le azioni
manuali di spinta e traino, permettendo la valutazione dei rischi per la salute dei
lavoratori.
Metodo NIOSH:
Il metodo NIOSH (1993) è in grado di determinare, per ogni azione di sollevamento,
il cosiddetto “limite di peso raccomandato” attraverso un’equazione che, a partire da
un massimo peso ideale sollevabile in condizioni ideali, considera l’eventuale
esistenza di elementi sfavorevoli e tratta questi ultimi con appositi fattori di
demoltiplicazione.
Il NIOSH, nella sua proposta parte da un peso ideale di 23 kg valido per entrambi i
sessi.
Ciascun fattore demoltiplicativo previsto può assumere valori compresi tra 0 ed 1.
Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una condizione ottimale, il
relativo fattore assume il valore di 1 e pertanto non porta ad alcun decremento del
peso ideale iniziale. Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi dalla
condizione ottimale, il relativo fattore assume un valore inferiore a 1; esso risulta
tanto più piccolo quanto maggiore è l’allontanamento dalla relativa condizione
ottimale: in tal caso il peso iniziale ideale diminuisce di conseguenza. In taluni casi
l’elemento di rischio è considerato estremo: il relativo fattore viene posto uguale a 0
significando che si è in una condizione di inadeguatezza assoluta per via di quello
specifico elemento di rischio
Metodo Snook & Ciriello
Il metodo fornisce separatamente per le azioni di spinta e di traino 2 tipi di valori
limite raccomandati:
- le forze massime iniziali (FI)
- le forze massime di mantenimento (FM) espresse tutte 2 in chilogrammi (kg).
I valori limiti – intesi per una popolazione adulta sana – dipendono da:
- sesso
- distanza di spostamento
- frequenza di azione
- altezza delle mani da terra
Metodo OCRA
Il metodo OCRA (OCcupational Ripetitive Actions) (Colombini e Occhipinti,
1996) è stato sviluppato per analizzare il rischio WMSD per gli arti superiori di
lavoratori addetti a compiti in cui sono presenti i vari fattori di rischio
(ripetitività, forza, posture/movimenti incongrui, assenza di periodi di
recupero, ... ). L'indice di rischio è diviso in fasce (verde, gialla, rossa)
corrispondente rispettivamente ad un rischio assente, lieve e presente. A
differenza di altri metodi, il metodo OCRA consente di valutare un indice
complessivo nel caso di più compiti svolti durante il turno di lavoro.
Indice MAPO
•
Il Metodo MAPO si propone di determinare un indicatore sintetico, sulla base della valutazione di
una serie di fattori di rischio specifici nella movimentazione dei pazienti. Tale approccio è per
molti versi analogo alla metodologia di valutazione del rischio di movimentazione dei carichi
proposto dal NIOSH. La metodologia per la valutazione dell'Indice MAPO, prevede il rilevamento
di parametri che possono essere in parte dedotti dai rapporti periodici della caposala (ad es.:
pazienti Non Autosufficienti) ed in parte durante il sopralluogo.
•
Indicando con FS il fattore Sollevatori, FA il fattore Ausili Minori, FC il fattore Carrozzine, FAmb il
fattore Ambiente, FF il fattore Formazione, NC/Op il rapporto fra pazienti Non Collaboranti (NC) e
gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro, PC/Op il rapporto fra pazienti Parzialmente
Collaboranti (PC) e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro, il calcolo dell'indice MAPO è
dato dalla formula:
Indice MAPO =
(NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF
I rapporti tra il numero dei pazienti Non Autosufficienti e gli Operatori (NC/Op e PC/Op) forniscono
una misura del numero di operazioni di spostamento o sollevamento che devono essere effettuate
dagli Operatori.
Questi rapporti sono successivamente pesati dal Fattore "sollevatori" e dal Fattore "ausili minori".
In questo modo, in relazione all'uso ed adeguatezza degli ausili, si fornisce una misura del
potenziale sovraccarico biomeccanico indotto dalle operazioni di movimentazione dei pazienti non
autosufficienti.
Interpretazione indice MAPO
Fascia
di
rischio
Verde
Gialla
Rossa
Indice
MAPO
Livello
di
rischio
Azioni da
intraprendere
Da 0,0
a 1,5
trascurabile
nessuna
Da 1,51
a 5,0
Lievemedio
Attivare la formazione, la sorveglianza
sanitaria e la programmazione di interventi a
medio-lungo termine per la rimozione dei
> 5
Alto
fattori di rischio
Attivare la formazione, la sorveglianza
sanitaria specifica e la programmazione di
interventi a breve termine la rimozione dei
fattori di rischio
Studio delle posture
A partire dagli anni 80 sono stati utilizzati diversi
modelli di studio delle posture lavorative, tra i
quali quello biomeccanico che attraverso modelli
fisico matematici più o meno complessi è stato
in grado di fornire informazioni circa:
• L'impegno dei diversi gruppi muscolari
coinvolti nel mantenimento della postura con
determinazione delle relative forze muscolari
• I carichi pressori sulle strutture articolari e
periarticolari.
Distribuzione del L.B.P. nelle diverse categorie
professionali
•
•
•
•
•
I risultati di tali studi hanno condotto a stabilire la prevalenza del
L.B.P. nei diversi settori occupazionali come si può rilevare dalla
figura in cui i dati sono stati rielaborati dall'Unità di Ricerca EPM a
partire da uno studio di Magora del 1970. , e dai quali si può
dedurre che le categorie professionali a maggior rischio sono:
gli infermieri,
i lavoratori dell'industria pesante (industria tessile e della carta),
i conducenti di grossi automezzii ,
gli agricoltori,
gli impiegati che operano in condizioni di lavoro fisse per
lunghi periodi di tempo,
sono invece da considerarsi a minor rischio le mansioni di tipo
leggero con posture frequentemente variate.
ANAMNESI E VALUTAZIONE CLINICA
nel lavoratore in fase di assunzione
• Un importante studio prospettico condotto da Bigos et al.
nel 1992, ha valutato l’efficacia dell’anamnesi e della
valutazione clinica in fase di assunzione nel prevedere la
comparsa di L.B.P.. Nonostante gli autori avessero
individuato alcuni fattori di rischio per L.B.P. attraverso
l’anamnesi individuale, non attribuirono alcun valore
predittivo ai risultati della visita medica nei confronti
della futura insorgenza di L.B.P.
• Alla stessa conclusione sono giunti Alexander et al. nel
1977 in uno studio prospettico che aveva coinvolto
lavoratori di una compagnia telefonica addetti alla
movimentazione leggera.
Protocollo EPM
• E' stato altresì proposto un protocollo per la sorveglianza sanitaria
delle popolazioni lavorative che si avvaleva di un'anamnesi
standardizzata e di un esame clinico funzionale del rachide con
relativo inquadramento diagnostico dei segni e sintomi suddivisi per
il tratto cervicale, dorsale e lombare.
• Il protocollo al suo esordio prevedeva nei soggetti con soglia
ananestica positiva la misurazione con goniometri ortopedici dei
range di motilità dei singoli segmenti del rachide, sostituito in
seguito dalla più pratica rilevazione del dolore eventualmente
associato ai movimenti attivi del rachide compiuti dal lavoratore
esaminato.
• I dati venivano confrontati con quelli rilevati dallo studio di una
popolazione di controllo (non esposti) indagata con gli stessi criteri.
Protocollo EPM
soglia anamnestica positiva
• 1)fastidio , senso di peso, senso di
stanchezza, rigidità per più della metà dei
giorni dell’anno
• 2)dolore a episodi
10 episodi di
1 giorno
6 “
2
“
4 “
3
“
3 “
10 “
PREVALENZA DI SPONDILOARTROPATIE (SAP) TRA I
LAVORATORI DELLE SALE OPERATORIE DELL'OSPEDALE DI
MESTRE
•
•
•
•
•
•
•
•
Scopo dell'indagine: analisi della fissità prolungata della mansione quale
fattore di rischio di L.B.P. (1992)
Popolazione lavorativa indagata : 107 (49 maschi, 58 femmine)
Protocollo diagnostico utilizzato : anamnesi + visita clinico funzionale
del rachide nei soggetti con soglia anamnestica positiva
Risultati:
Prevalenza di lombalgie acute negli ultimi 12 mesi tra i lavoratori di sesso
maschile: 22.4%
Prevalenza di lombalgie acute negli ultimi 12 mesi tra i lavoratori di sesso
femminile: 27.6%
il personale femminile soffre di SAP dorsale (Odd Ratio=5.86) e lombare
(Odd Ratio=2.96) in misura statisticamente superiore al gruppo di controllo
la patologia del tratto lombare coinvolge tra le donne il personale più
giovane e con un'anzianità lavorativa più bassa (Odd Ratio= 15.9 per
anzianità di sala operatoria < a 5 anni)
la patologia del tratto lombare coinvolge i soggetti di sesso maschile con
un'età media significativamente superiore (46.2 contro 40.4)
CLINICO-DIAGNOSTICO EPM CONFRONTATO CON IL TEST
ISOCINETICO (CYBEX TEST) A DISTANZA DI 12 MESI su una
popolazione di lavoratori del SUEM.
Commenti:
• 3 probabili discopatie mediante Cybex sono negative con EPM
• le 5 SAP non hanno un valore predittivo rispetto all'insorgenza di un
ernia discale nel tempo (il Cybex test è negativo per 4 dei 5 soggetti
e non esistono falsi negativi per il Cybex)
• 1 SAP lombare concorda con la RMN ma non con il Cybex
eseguito dopo 2 anni.
• Il protocollo EPM rappresenta uno strumento atto a misurare il
disagio soggettivo, indicatore di un mancato adattamento a
posizioni di lavoro impegnative per il rachide più che a patologia
cronico degenerativa
L'esperienza italiana su popolazioni lavorative
selezionate (lavoratori della sanità).
•
Studio multicentrico condotto in 216 reparti di 56 presidi ospedalieri
e coordinato dall'Unità di Ricerca EPM di Milano. (1-9-1997 1-31998)
• Applicazione di un questionario mirato per la valutazione del danno
indotto.
• Questo metodo di lavoro ha permesso di identificare 2 variabili di
danno associabili all'esposizione:
1. gli episodi di lombalgia acuta (Definizione : episodi di dolore
lombare con o senza irradiazione che hanno costretto il soggetto
all'immobilità e durati 2 giorni, o un giorno se con assunzione di
farmaci, occorsi negli ultimi 12 mesi).
2. gli episodi di lombalgie fruste (Definizione: episodio di dolore al
rachide lombo-sacrale, ingravescente, controllato e regredito con
l'assunzione di FANS più miorilassanti)
3. gli episodi di lombalgia totale (acuta + frusta) che è risultata la
miglior associazione tra movimentazione manuale di pazienti e
danno indotto negli operatori.
Valutazione preventiva del lavoratore
• Forte evidenza che RX e RM lombo-sacrale
non abbiano valore predittivo per la successiva
comparsa di LBP
• Forte evidenza che le valutazioni meccaniche
della funzionalità del rachide non abbiano valore
predittivo per la successiva comparsa di LBP o
per la comparsa di disabilità
• Forte evidenza che aspetti individuali
psicosociali siano fattori di rischio di modesta
entità
Degenerazione del Disco e Attivita’ Lavorativa
• La degenerazione del disco può essere influenzata dal tipo di
mansione svolta dal lavoratore . Diversi studi hanno dimostrato che
il lavoro fisico particolarmente pesante può accelerare la
degenerazione del disco di oltre 10 anni (Biering-Sorensen,1985 Hult, 1954 - Kellgren, 1952 - Langrana, 1984, Wickstrom, 1978).
• Riihimaki et al. hanno dimostrato nel 1989 un rischio doppio di
riduzione degli spazi discali nei lavoratori del calcestruzzo
confrontati con un gruppo di dipintori.
• Il L.B.P. è più comune in pazienti con spondilolistesi come risulta
da diversi studi (Berquist, 1977 - Fisher, 1958 - Hult, 1954 -Magora,
1976 -Wiltse, 1971)
• La spondilosi (Torgerson, 1976), la spina bifida occulta (Berquist,
1977 -Splithoff, 1953) e la sacralizzazione dei processi trasversi
(Rowe, 1969)non appare correlata con una maggiore incidenza di
L.B.P.
La relazione tra degenerazione del disco e
L.B.P.
• Vi sono importanti studi che hanno dimostrato
come individui con estesa degenerazione
discale hanno una maggior probabilità di
soffrire di L.B.P.(Berquist,1977 Frymoyer,1984 - Hult, 1954 - Lawrence,1969 Nachemson1991 - Rowe, 1969Torgerson, 1976
- Videman1990)
• Altri Autori discordano con tale risultati
(Andersson,1981 -Eriksson, 1996 - Kelsey, 1975
-Spengler,1986 -Weber,1983)
Parametri antropometrici
Non sembra esistere un'evidente correlazione tra i parametri
altezza, peso, costituzione corporea e lombalgia, anche se
l'obesità sembrerebbe costituire un fattore di rischio nel 20% dei
soggetti con l'indice di massa corporea più alto(Deyo, 1987)
Abitudine al fumo
Associazione positiva tra abitudine al fumo, lombalgia
ed ernia discale (Ernst, 1993)
Esercizio fisico
• Vi è concordanza in letteratura nell’affermare il ruolo
protettivo di un alto grado di allenamento fisico nei
confronti della lombalgia
• Per poter sortire tale effetto, l’esercizio fisico deve
essere condotto in maniera continuativa
• Sembra inoltre che l’esercizio fisico possa ridurre i tempi
di recupero dopo un episodio acuto
Atteggiamenti posturali
• Le modificazioni della lordosi lombare e della cifosi dorsale non
sono risultate associate positivamente agli episodi di lombalgia
• La scoliosi non risulta essere un fattore di rischio per lombalgia a
meno che non sia di forte entità o abbia il vertice collocato a livello
lombare
Valutazione del lavoratore con lombalgia
•
•
•
1.
2.
3.
Forte evidenza che i fattori individuali e psicosociali correlati al
lavoro giochino un ruolo importante nella persistenza dei
sintomi, della disabilità con cronicizzazione e nell’influenzare la
risposta al trattamento e alla riabilitazione
Forte evidenza che i reperti RX e RM nel paziente lombalgico non
correlino con la sintomatologia clinica ew con la capacità
lavorativa
Forte evidenza che la prescrizione di proseguire le normali
attività quotidiane malgrado il dolore, possa portare a :
Risoluzione della sintomatologia acuta in tempi più brevi
Minore astensione dal lavoro
Minori ricadute
Analisi della mansione di movimentazione manuale
di pazienti (mmc)
Elenco delle operazioni che possono essere
svolte abitualmente
dagli operatori sanitari nell’ambito della
movimentazione manuale dei pazienti
Analisi della mansione mmp
degenze
Operazione
1. Cambio postura
manuale area di degenza
1. Cambio postura con
sollevatore
1. Igiene del paziente
1. Rifacimento letti con
paziente (*)
1.Movimentazione
paziente
letto/carrozzina
e viceversa
Operatore sanitario
coinvolto
Aree di lavoro
Infermiere, O.S.S.
Degenze
Infermiere, O.S.S.
Gruppo
operatorio
Degenze
Degenze,servizi.
aree critiche
Degenze
Infermiere,O.S.S.
O.S.S. , O.T.A.A.
Infermiere,O.S.S.
(*): il rifacimento letti senza paziente non presuppone un rischio di movimentazione manuale ma
eventualmente un problema posturale se eseguita in modo non corretto dal punto di vista
ergonomico
Analisi della mansione mmp
gruppo operatorio
Operazione
2.Cambio postura manuale
gruppo operatorio
2.Igiene del paziente in
terapia intensiva e
sub-intensiva
2.Movimentazione paziente
barella/letto
piano diagnostiche e
viceversa
Operatore
sanitario
coinvolto
Infermiere, O.S.S.
Infermiere, O.S.S.
Infermiere, O.S.S.
.
Aree di
lavoro
Gruppo
operatorio
Ter. intensive,
degenze con
sub-intensiva
Degenze
e Servizi
Analisi della mansione mmp
gruppo operatorio urologia e ginecologia
Operazione
Operatore
sanitario
coinvolto
2 bis. Movimentazione paziente
barella/letto operatorio
e viceversa
Infermiere, O.S.S.
Aree di
lavoro
Gruppo
operatorio
Analisi della mansione
di trasporto pazienti
Operazione
Trasporto paziente con
barella
Trasporto paziente con
carrozzina
Trasporto paziente con
sedia portantina
Trasporto paziente con
letto di degenza
Movimentazione paziente
SUEM autolettiga
Movimentazione paziente
SUEM idroambulanza
Operatore sanitario
coinvolto
O.S.S. ,O.T.A.A.
Infermiere se pz.critico
O.S.S. O.T.A.A.,
O.S.S. O.T.A.A.,
O.S.S. O.T.A.A.,
Infermiere
O.T.A.
Infermiere
O.S.S.
Inf. generico
Aree di lavoro
Degenze,
Pr.Soccorso
Degenze
Servizi e Amb.
Pr.Soccorso
e Servizi
Degenze,
Pr.Soccorso
SUEM
terraferma
SUEM
centro storico
Analisi della mansione mmp
Area Critica
Operazione
4.Trasferimento pazienti dalla
Terapia intensiva con letto
Operatore
sanitario
coinvolto
O.S.S.
infermiere
Aree di lavoro
Terapie Intensive
Analisi della mansione mmp
ADI
Operazione
5.Movimentazione pazienti
a domicilio
Operatore
sanitario
coinvolto
Infermiere
Aree di lavoro
Assistenza Domiciliare
Analisi della mansione mmc
Elenco delle operazioni che possono
essere abitualmente svolte dagli operatori
nell’ambito della movimentazione dei
carichi
Analisi della mansione mmc
Operazione
1. Movimentazione contenitori di
liquido per dialisi
Operatore
coinvolto
Infermieri,
assistenti,
tecnici ,
O.S.S.
Area di lavoro
Dialisi
Cardiochirurgia
Analisi della mansione mmc
Operazione
2. Movimentazione confezioni di
fleboclisi,ceste di farmaci,
disinfettanti
Operatore
coinvolto
O.S.S.
O.T.A.A.
Infermieri
Area di lavoro
Degenze,
Servizi,
Gruppo operatorio,
Farmacia
Analisi della mansione mmc
Operazione
3. Spinta e traino bancali con
transpallet
Operatore
coinvolto
Operatori
di Farmacia
Area di
lavoro
Farmacia
Analisi della mansione mmc
Operazione
4. Movimentazione sacchi
biancheria sporca,
sacchi rifiuti
Operatore
coinvolto
Squadra trasporti
Area di lavoro
O.C. Venezia
Analisi della mansione mmc
Operazione
5. Movimentazione rifiuti
speciali e biancheria sporca,
sacchi rifiuti
Operatore
coinvolto
O.S.S.
Area di lavoro
Terapia
Intensiva
Analisi della mansione mmc
Operazione
6. Movimentazione strumentario
chirurgico
Operatore
coinvolto
O.S.S.
Infermiere
Area di lavoro
Gruppo
Operatorio
Analisi della mansione mmc
Operazione
7. Movimentazione materiale
da sterilizzare
Operatore
coinvolto
O.S.S.
Infermiere
Area di lavoro
Centrale di
Sterlizzazione
O.C. Venezia
Analisi della mansione mmc
Operazione
8. Archiviazione cartelle,
lastre, materiale cartaceo
Operatore
coinvolto
Operatori
Tecnici
Area di lavoro
Archivio
Prospettive future
• Sostituire il termine “quanto” riferito alla
capacita lavorativa nell’ambito della mmp
con il “come” attraverso l’analisi del
movimento e uno specifico bio-feedback
personalizzato
Fly UP