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Ottobre 2013 HF Uniser - Azienda USL 3 Pistoia
SCOMPENSO CARDIACO CRONICO TERAPIA FARMACOLOGICA Pistoia, 26/10/2013 Dr. Marina Parigi TERAPIA DELL’INSUFFICIENZA CARDIACA OBIETTIVI A BREVE TERMINE Riduzione sintomatologia DIURETICI VASODILATATORI DIGITALE OBIETTIVI A LUNGO TERMINE Prolungamento sopravvivenza ACE- INIBITORI INIBITORI NEURO-UMORALI b – BLOCCANTI INIBITORI RECETTORIALI A II ANTIALDOSTERONICI FARMACI ANTI NEURO-UMORALI Negli ultimi 30 anni il maggiore progresso nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica è stato l’utilizzo di farmaci ANTI NEUROUMORALI che determinano un miglioramento della prognosi. SCOMPENSO CARDIACO Volemia MECCANISMI COMPENSATORI FC Aumento contrattilità Ipertrofia miocardica SISTEMI NEURO-UMORALI PORTATA CARDIACA E PERFUSIONE TISSUTALE ADEGUATE RIMODELLAMENTO DETERIORAMENTO FUNZIONE CARDIACA PROGRESSIONE SINDROME FARMACI ANTI NEURO-UMORALI ACE-INIBITORI BETA-BLOCCANTI INIBITORI RECETTORIALI DELL’ANGIOTENSINA ANTIALDOSTERONICI ACE-INHIBITORS A cornerstone in the treatment of heart failure Editorial – VHeFT II and SOLVD Treatment Braunwald, NEJM 1991; 325: 351-53 Trials clinici con ACE-inibitori CONSENSUS 10-year follow-up All randomized patients, original and follow-up Mortality 1.0 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 p=0.008 Placebo Enalapril 1 2 3 4 5 6 Year 7 8 9 10 11 Swedberg et al, EHJ 1999 ACE-inhibitors in patients with CHF (data on 7105 pts from 34 trials) Total mortality Sudden death 21.9% ACE-inhibitors Control 15.8% 4.7% OR 95%CI 0.77 0.67-0.88 5.8% 0.91 0.73-1.12 Garg R et al JAMA 1995; 273: 1450-1456 INDICAZIONI DEGLI ACE-I Sono raccomandati , in aggiunta ad un beta-bloccante, in tutti i pazienti con EF 40% per ridurre il rischio di ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso e di morte prematura. (classe I, A) Linee Guida ESC 2012 INDICAZIONI DEGLI ACE-I Devono essere somministrati solo nei pazienti con adeguata funzione renale (creatininemia inferiore o uguale a 2.5 mg/dl o clearance a 30 ml) e normali livelli serici di potassio Linee Guida ESC 2012 EFFETTI COLLATERALI TOSSE (5-10%) ANGIOEDEMA (<1%) IPOTENSIONE INSUFFICIENZA RENALE IPERPOTASSIEMIA MODALITA’ DI IMPIEGO DEGLI ACE-I INIZIARE CON DOSI BASSE, PREFERIBILMENTE LA SERA RIDURRE O SOSPENDERE I DIURETICI 24 ORE PRIMA INCREMENTARE LA DOSE DOPO 2-4 SETTIMANE N.B. CONTROLLARE POTASSIEMIA E CREATININEMIA : a 1-2 settimane dall’inizio della terapia a 1 e 4 settimane dall’aumento della dose a 1, 3 e 6 mesi dopo la dose di mantenim. ogni 6 mesi successivamente Linee Guida ESC 2008 POSOLOGIA EFFETTI COLLATERALI In corso di terapia con ace-inibitori: se CREATININEMIA 3-3.5 mg/dl dimezzare la dose se > 3.5 mg/dl interrompere il trattamento se POTASSIEMIA > 5.5 mmol/l dimezzare la dose se > 6 mmol/l interrompere il trattamento LG ESC 2008 CONTROINDICAZIONI DEGLI ACE-I STORIA DI ANGIOEDEMA STENOSI BILATERALE DELL’A. RENALE POTASSIEMIA > 5 mEql/l CREATININEMIA > 2.5 mg/dl STENOSI AORTICA SEVERA I BETA BLOCCANTI: C’E’ANCORA RAGIONE DI TEMERLI ? Effetti sfavorevoli dell’iperattivazione simpatica Downregulation dei recettori beta1 Cardiotossicità (apoptosi, necrosi) Ipertrofia e fibrosi miocardica (rimodellamento ventricolare) Tachicardia (ischemia miocardica, riempimento ventricolare) Aumento di PA per vasocostrizione periferica Induzione tachiaritmie Attivazione RAAS tempo di Differenze farmacologiche dei b-bloccanti approvati per lo scompenso cardiaco Blocco b1 Blocco b2 Blocco a1 ISA Carvedilolo +++ +++ +++ - * Metoprololo +++ - - - - Bisoprololo +++ - - - - Nebivololo +++ - - - ** *antiossidante, antiproliferativo **proprietà vasodilatanti (nitrossido) Effetti ancillari I grandi trials con beta bloccanti nello scompenso cardiaco TRIAL (anno) Farmaco PAZ (n.) Eziologia NYHA (I-IV) FE (%) FUP (mesi) MDC (‘93) Metoprololo 383 Idiopatica II-III 22% 5 CIBIS (‘94) Bisoprololo 641 Mista III 25% 21 ANZ trial (‘95) Carvedilolo 415 Ischemica I-III 29% 18 US-Trial (‘96) Carvedilolo 1094 Mista II-III 23% 6,5 CIBIS II (‘99) Bisoprololo 2647 Mista III 27% 16 MERIT-HF (‘99) Metoprololo 3991 Mista II-III 28% 12 RESOLVD (‘00) Metoprololo 426 Ischemica I-IV 28% 6 BEST (‘01) Bucindololo 2708 Ischemica III-IV 23% 24 COPERNICUS (‘01) Carvedilolo 2289 Mista III-IV 19% 10,4 CAPRICORN (‘01) Carvedilolo 1959 Ischemica I-III 32% 16 SENIORS (’05) Nebivololo 2128 Mista I-IV 33% 21 b blockade in patients with heart failure Effects on total mortality and sudden death CIBIS-II (n=2647) US Carvedilol (n=1014) Total Sudden MERIT-HF (n=3991) Sudden Total Total Sudden 17.3% 11.8% 10.8% 7.8% 3.2% p=0.001 6.3% 3.8% 3.6% 7.2% 6.6% 3.9% 1.7% p=0.04 Carvedilol Placebo p=0.0001 p=0.001 Bisoprolol p=0.0001 p=0.0002 Metoprolol All-cause mortality Proportion event free 1 23% vs. placebo P=0.031 0.95 0.9 Carvedilol 0.85 0.8 Placebo 0.75 0.7 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Years CAPRICORN, Lancet 2001; 357: 1385-90. Cardiovascular mortality or non-fatal MI Proportion event free 1 30% vs. placebo P=0.0017 0.9 Carvedilol 0.8 Placebo 0.7 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Years CAPRICORN, Lancet 2001; 357: 1385-90. POSOLOGIA DEI BETA BLOCCANTI E’ importante iniziare la terapia SOLO in pazienti stabili e SEMPRE a DOSI MOLTO BASSE, seguite da incrementi graduali (raddoppiare la dose ogni 1-2 settimane, in accordo con la risposta clinica), sino a raggiungere la dose target o, comunque, la massima dose tollerata. All’inizio della terapia l’azione cronotropa e inotropa negativa di questi farmaci può condizionare un transitorio peggioramento dei segni e sintomi di scompenso, determinare bradicardia, ipotensione, astenia. E’ necessario pertanto nella fase di titolazione un quotidiano controllo del peso corporeo e, ad ogni incremento della posologia, di FC e PA. Gli effetti favorevoli compaiono DOPO TRE MESI DI TRATTAMENTO Dopo un episodio di scompenso cardiaco la posologia del beta-bloccante deve essere ridotta. Il beta-bloccante deve essere interrotto temporaneamente solo in caso di shock o severa ipoperfusione SEMPREconsiderare la reintroduzione/aumento della dose del beta-bloccante quando il paziente si è stabilizzato CONTROINDICAZIONI ALL’USO DEI BETA BLOCCANTI BPCO e asma bronchiale gravi (pz in terapia con b2 agonisti o steroidi) BAV di I grado con PR>280 msec o BAV di II grado tipo Mobitz 2 e di III grado, anche parossistici FC<50 bpm Ipotensione con PAS<90 mmHg Classe NYHA IV avanzata di grado severo o in terapia con inotropi per via e.v. L’uso dei beta bloccanti nei pazienti affetti da scompenso cardiaco può rendersi problematico per le controindicazioni, la difficoltà nella titolazione dei farmaci, la presenza di pazienti che, in alcuni casi, peggiorano con la terapia. Un gran numero di trials ha dimostrato che, nei pazienti con scompenso cardiaco, i betabloccanti aumentano la sopravvivenza, riducono le ospedalizzazioni e migliorano il quadro clinico e la qualità della vita. I beta bloccanti dovrebbero fare parte integrante dell’arsenale terapeutico del paziente con scompenso cardiaco cronico. “I beta-bloccanti rappresentano una ulteriore importante freccia nella faretra delle terapie farmacologiche dello scompenso cardiaco” E. Braunwald, N Engl J Med 2001; 344: 1711-12. INDICAZIONI DEI BETA-BLOCCANTI Sono raccomandati , in aggiunta ad un ACE-i (o ARB se l’ACE-i non è tollerato) , in tutti i pazienti con EF 40% per ridurre il rischio di ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso e di morte prematura. (classe I, A) Linee Guida ESC 2012 ALDOSTERONE fibrosi miocardica e vascolare riassorbimento sodio e ritenzione idrica ed escrezione di potassio a livello del nefrone distale stimolo alla sete (anche Angio II) attivazione simpatica e inibizione parasimpatica disfunzione barorecettoriale RALES. NEJM 1999; 341: 709-17. Effect of spironolactone on mortality in patients with severe heart failure. The Rales study (n. 1663 pts) Total mortality Sudden death 45.8% Spironolactone 34.5% Placebo 9.9% OR 95%CI 0.70 0.60-0.82 13.1% 0.71 0.54-0.95 ANTIALDOSTERONICI Sono raccomandati nei pazienti con EF 35 %, scompenso cardiaco avanzato (classe NYHA III-IV) in presenza di dosaggio ottimale di betabloccante e ACE-i o ARB (ma non di ACE-i associato ad ARB). Linee guida ESC 2008 ANTIALDOSTERONICI STUDIO AREA IN CHF CANRENONE (50 mg al giorno) in pazienti con scompenso lieve-moderato (classe NYHA II): riduzione del rimodellamento ventricolare sinistro, della classe NYHA, dei livelli di BNP, della morte e ospedalizzazioni per cause cardiovascolari ANTIALDOSTERONICI STUDIO EMPHASIS-HF EPLERENONE (fino a 50 mg al giorno) in pazienti con classe NYHA II, EF 30% ( 35% se durata del QRS superiore a 130 msec), con ospedalizzazione nei sei mesi precedenti o elevato BNP: riduzione del 27% di mortalità cardiovascolare o ospedalizzazione per scompenso, riduzione della mortalità per tutte le cause (24%), della mortalità cardiovascolare (24%), delle ospedalizzazioni per ogni causa (23%), delle ospedalizzazioni per scompenso (42%). ANTIALDOSTERONICI Sono raccomandati nei pazienti con EF 35 %, persistenti sintomi (classe NYHA II-IV) nonostante trattamento con un ACE-i (o un ARB se l’ACE-i non è tollerato) ed un beta-bloccante, per ridurre il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e di morte prematura. (Classe I, A) Linee guida ESC 2012 CONTROINDICAZIONI CREATININEMIA > 2.5 mg/dl o CLEARANCE < 30 ml/min POTASSIEMIA > 5 mEq/L SE CLEARANCE DELLA CREATININA < 50 mL/min ridurre la dose iniziale di spironolattone a 12.5 mg EFFETTI COLLATERALI IPERPOTASSIEMIA INSUFFICIENZA RENALE GINECOMASTIA N.B. CONTROLLARE POTASSIEMIA E CREATININEMIA : a 3 giorni dall’inizio della terapia a 1 settimana una volta al mese per i primi 3 mesi ogni 3 mesi (linee guida ESC 2008) ACE escape Inibizione incompleta da parte degli ACE-inibitori dei sistemi renina angiotensina tissutali Incremento, dopo mesi di terapia, dei livelli plasmatici di angiotensina II e di aldosterone Sviluppo di strategie aggiuntive / alternative antagonisti dell’aldosterone bloccanti dei recettori dell’angiotensina II Angiotensin System Non-ACE Pathways (tonin, chymase, CAGE) • Angiotensinogen Renin • Vasoconstriction • Cell growth • Na/H20 retention • Sympathetic activation Aldosterone AT1 Angiotensin I Angiotensin II AT2 ACE Cough, Angioedema ? Preconditioning Bradykinin B2 Inactive Fragments • Vasodilation • Antiproliferation (kinins) Losartan Heart Failure Survival Study ELITE II Study Design NYHA II-IV; EF 40% N=3152 CAPTOPRIL LOSARTAN 50 mg 3 times daily (N=1574) 50 mg Daily (N=1578) Primary Endpoint: All-Cause Mortality J Card Fail 1999 ELITE II - Primary Endpoint: All-Cause Mortality - Probability of Survival 1,0 0,8 0,6 Captopril (n-1574) 250 Events Losartan (n-1578) 280 Events 15.9 % over 1.5 years 17.7 % over 1.5 years 0,4 0,2 p=0.16 Average Mean Mortality Rate = 11.0 % per year 0,0 0 100 200 300 400 500 Days of Follow-up 600 700 Pitt, B. et al, Lancet 2000; 355:1582-87 Losartan Heart Failure Survival Study - ELITE II Withdrawal for Adverse Experience (Excluding Death) 20 % of Patients Losartan (N=1578) 15 ** Captopril (N=1574) ** p0.001 10 ** 5 0 ** Any AE Drug-Related AE Cough HF Preliminary Results - AHA ‘99 ARBs Post MI Comparators Endpoint OPTIMAAL (2002) VALIANT (2003) Losartan Captopril Valsartan Captopril Valsartan + Captopril All-cause mortality ELITE II CONCLUSIONS ELITE II did not confirm the hypothesis that losartan was superior to captopril in improving survival in patients with heart failure due to systolic left ventricular dysfunction ELITE II did confirm that losartan was significantly better tolerated than captopril with fewer discontinuations due to adverse experiences ELITE II IMPLICAZIONI Gli ACE-inhibitori rimangono la terapia di prima scelta Gli antagonisti dell’angiotensina II possono essere considerati in patienti nei quali gli ACEinhibitori non sono tollerati ARB Sono raccomandati per ridurre il rischio di morte prematura e la necessità di ricovero per aggravamento dello scompenso cardiaco nei pazienti con EF 40% intolleranti agli aceinibitori per tosse; i pazienti dovrebbero ricevere anche un beta-bloccante ed un antialdosteronico . (classe I, A) Linee Guida ESC 2012 CHARM Programme 3 component trials comparing candesartan to placebo in patients with symptomatic heart failure CHARM Alternative CHARM Added CHARM Preserved n=2028 n=2548 n=3025 LVEF 40% ACE inhibitor intolerant LVEF 40% ACE inhibitor treated LVEF >40% ACE inhibitor treated/not treated Primary outcome for each trial: CV death or CHF hospitalisation Primary outcome for Overall Programme: All-cause death CHARM-Alternative Patient disposition 2028 patients randomised NYHA II-IV LVEF 40% Candesartan Placebo n=1013 n=1015 Lost to follow-up n=2 Lost to follow-up n=1 Completed Study Completed Study n=1011 n=1014 Median follow-up of 34 months CHARM-Alternative CV death or CHF hospitalisation 50 % 406 (40%) Placebo 40 334 (33%) 30 Candesartan 20 10 HR 0.77 (95% CI 0.67-0.89), p=0.0004 Adjusted HR 0.70, p<0.0001 0 0 Number at risk Candesartan 1013 Placebo 1015 1 2 929 887 831 798 3 3.5 years 434 122 427 126 Is the combination of an ARB and ACE-inhibitor more efficacious than ACE-inhibitor monotherapy ? AMI VALIANT 2002 CHF Val-HeFT CHARM 2000 2002 Valsartan Heart Failure Trial Study Design 5010 patients 18 yr; EF<40%; NYHA II–IV Receiving Standard Therapy including ACE inhibitors,diuretics digoxin, bblockers,(stratified randomization) Randomized to Valsartan 40 mg bid titrated to160 mg bid Placebo 906 deaths (events reported) J. N. Cohn et. al, J. Card. Fail. 1999; 5: 155-160 Val-HeFT: All-Cause Mortality Survival Probability 1.00 0.95 0.90 P = 0.8 0.85 Valsartan 0.80 Placebo 0.75 0.70 0 0 3 6 9 12 15 18 Time Since Randomization (mo) 21 24 27 Cohn JN et al. N Engl J Med. 2001;345:1667-1675. Val-HeFT: Heart Failure-Related Hospitalizations* 100 Valsartan Placebo 95 90 85 Event-Free Probability 80 75 27.5% risk reduction 70 P <0.00001 65 0 0 3 6 9 12 15 Months *First hospitalization. Cohn JN et al. Circulation. 2000;102:2672b. 18 21 24 27 30 Combined Morbidity/Mortality in subgroups % Patients Favors Valsartan Favors Placebo All Patients100 < 65 65 Male Female EF < 27 EF 27 ACEI (Yes) ACEI (No) BB (Yes) BB (No) IHD (Yes) IHD (No) 47 53 80 20 50 50 93 7 35 65 57 43 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3 1.4 CHARM Programme 3 component trials comparing candesartan to placebo in patients with symptomatic heart failure CHARM Alternative CHARM Added CHARM Preserved n=2028 n=2548 n=3025 LVEF 40% ACE inhibitor intolerant LVEF 40% ACE inhibitor treated LVEF >40% ACE inhibitor treated/not treated Primary outcome for each trial: CV death or CHF hospitalisation Primary outcome for Overall Programme: All-cause death CHARM-Added Patient disposition 2548 patients randomised NYHA II-IV LVEF 40% Candesartan Placebo n=1276 n=1272 Lost to follow-up n=3 Lost to follow-up n=1 Completed Study Completed Study n=1273 n=1271 Median follow-up of 41 months CHARM-Added: CV death or CHF hospitalisation 50 % Placebo 40 538 (42.3%) 483 (37.9%) 30 Candesartan 20 10 HR 0.85 (95% CI 0.75-0.96), p=0.011 Adjusted HR 0.85, p=0.010 0 0 Number at risk Candesartan 1276 Placebo 1272 1 2 1176 1136 1063 1013 3 3.5 years 948 457 906 422 CHARM-Added: Prespecified subgroups, CV death or CHF hosp p-value for treatment interaction Candesartan Placebo BetaYes blocker No 223/702 274/711 260/574 264/561 0.14 Recom. Yes dose of No ACE inhib. 232/643 275/648 251/633 263/624 0.26 All patients 483/1276 538/1272 0.6 0.8 candesartan better 1.0 Hazard ratio 1.2 1.4 placebo better VALIANT Trial Design Eligible Patients 1 Acute MI >12 hours and <10 days 2 Signs or symptoms of CHF or LVD Stepwise titration, maximum tolerated dose Target Doses Captopril Captopril 50 50mg mgtid Randomize (N = 14,808) Valsartan 160 mg bid C tid + C50 50 mg mgtid+ VV80 80mg mgbid bid Primary End Point: All-Cause Mortality Pfeffer MA et al. Am Heart J. 2000;140;727-50. ARB ASSOCIATI AD ACE-I Sono raccomandati per ridurre il rischio di ricovero per aggravamento dello scompenso cardiaco nei pazienti con EF 40% e sintomi persistenti (classe NYHA II-IV) nonostante trattamento con un ACE-i ed un beta-bloccante che non tollerano un antialdosteronico. (classe I, A) Linee Guida ESC 2012 ARB Sono raccomandati nei pazienti con persistente sintomatologia (classe NYHA II-IV) nonostante terapia ottimale con ACE-inibitori e betabloccanti a condizione che non ricevano anche antialdosteronici, nei quali si sono dimostrati in grado di ridurre la necessità di ricovero per aggravamento dello scompenso cardiaco. (classe di raccomandazione I, livello di evidenza A) Linee Guida ESC 2008 CONTROINDICAZIONI DEGLI ARB STENOSI BILATERALE DELL’A. RENALE POTASSIEMIA > 5 mEql/l CREATININEMIA > 2.5 mg/dl MODALITA’ DI IMPIEGO DEGLI ARB INIZIARE CON DOSI BASSE (Candesartan 4-8 mg/die Valsartan 40 mg/bid) INCREMENTARE LA DOSE DOPO 2-4 SETTIMANE N.B. CONTROLLARE POTASSIEMIA E CREATININEMIA : a un mese dall’inizio della terapia a 1 e 4 settimane dall’aumento della dose a 1, 3 e 6 mesi dopo la dose di mantenim. ogni 6 mesi successivamente Linee Guida ESC 2008 DIURETICI Utilizzati per contrastare ritenzione idro-salina Fondamentali nei pazienti con evidenza di sovraccarico di volume Rapido miglioramento di dispnea e tolleranza all’esercizio fisico Sempre associati ad ace-inibitori e beta-bloccanti Un loro uso appropriato è elemento chiave per il successo degli altri farmaci. E’ necessario adeguamento della posologia dopo il raggiungimento del “peso secco” EFFETTO SULLA SOPRAVVIVENZA NON DOCUMENTATO DA TRIALS CLINICI RANDOMIZZATI E CONTROLLATI DIURETICI TIAZIDICI (SCOMPENSO LIEVE) DIURETICI DELL’ANSA: FUROSEMIDE (SCOMPENSO MODERATO) AUMENTARE DOSE O FREQUENZA DI SOMMINISTRAZIONE O SOSTITUIRE CON TORASEMIDE AGGIUNGERE TIAZIDICO (METOLAZONE) FUROSEMIDE O TORASEMIDE EV SE SCOMPENSO REFRATTARIO (EVENTUALMENTE IN ASSOCIAZIONE CON INOTROPI EV) Digoxin A neurohormonal mediator in heart failure ? unico inotropo non tachicardizzante azione “vagomimetica” riduzione attività adrenergica ridotta sintesi e secrezione di renina Gheorghiade M, Ferguson D. Circulation 1991; 84: 2181-85 DIG Trial. NEJM, 1997; 336: 525-33. DIG Trial. NEJM, 1997; 336: 525-33. La digitale è indicata : nei pazienti con scompenso sintomatico, EF 40% e fibrillazione atriale per ridurre la frequenza ventricolare (classe I, C) nei pazienti in ritmo sinusale con sintomi di scompenso cardiaco ed EF 40% per migliorare i sintomi e ridurre le ospedalizzazioni (classe IIa, B) Linee Guida ESC 2008 La digitale è indicata : Per ridurre le ospedalizzazioni nei pazienti con scompenso cardiaco, EF al 45%, in ritmo sinusale che non tollerano beta-bloccanti (ivabradina è una alternativa in pazienti con fc superiore o uguale a 70/min). I pazienti dovrebbero ricevere anche un aceinbitore (o sartano) e un mineralcorticoide (o sartano). (classe IIb,B) Linee Guida ESC 2012 La digitale è indicata : Per ridurre le ospedalizzazioni nei pazienti con scompenso cardiaco, EF 45%, con sintomi persistenti (NYHA II-IV) nonostante trattamento con beta-bloccanti, ace-inibitori mineralcorticoide (o sartano). (o sartani) e un (classe IIb,B) Linee Guida ESC 2012 POSOLOGIA 0.25-0.125 mg/dì, dosi inferiori nei pazienti anziani, con disfunzione renale o con basso peso corporeo (0.125-0.0625) Concentrazione 0.6-1.2 ng/ml plasmatica Linee Guida ESC 2008 raccomandata VASODILATATORI Non hanno indicazione specifica nello scompenso cardiaco cronico. Terapia aggiuntiva in caso di angina o ipertensione arteriosa (classe IA). Utilizzati nello scompenso cardiaco acuto. IPERTENSIONE E SCOMPENSO STEP1: ACE-I (o ARB), beta-bloccanti e mineralcorticoidi (classe I A) STEP 2: diuretico tiazidico (o se già in terapia con diuretico tiazidico passare a diuretico dell’ansa) (classe I C). STEP 3: amlodipina (classe I A) Idralazina (classe I A) Felodipina (classe IIa, B) Moxonidina (classe III, B): aumentata mortalità Bloccanti alfa adrenergici (classe III A):attivazione NO, ritenzione idrica, peggioramento scompenso Criteri di inclusione 18 anni Scompenso cardiaco di natura ischemica/non-ischemica Class NYHA dalla II alla IV Disfunzione ventricolare sinistra (FE 35%) FC 70 bpm Ritmo sinusale Documentata ospedalizzazione per peggioramento di scompenso cardiaco 12 mesi Swedberg K, et al. Eur J Heart Fail. 2010;12:75-81. Pazienti 6.558 randomizzati 3.268 Ivabradina 3.290 placebo 3.241 analizzati 3.264 analizzati 2 persi al follow-up 1 perso al follow-up Lancet. Online 29-08-2010 Caratteristiche basali Età media (anni) Maschi, % Eziologia ischemica, % NYHA II, % NYHA III/IV, % Precedente IM, % Diabete, % Ipertensione, % Lancet. Online 29-08-2010 Ivabradina 3.241 60,7 76 68 49 51 56 30 67 Placebo 3.264 60,1 77 67 49 51 56 31 66 Disegno dello studio Ivabradina 5 mg bid Ivabradina 2.5, 5, or 7.5 mg bid in base a FC e tollerabilità Screening 7 a 30 gg Placebo, bid D0 D14 D28 3,5 anni Swedberg K, et al. Eur J Heart Fail. 2010;12:75-81. M4 Ogni 4 mesi End-point primario Morte cardiovascolare e Ospedalizzazione per scompenso cardiaco 40 Placebo* N = 6.505 - 18% NYHA II-IV 30 Ivabradina* 20 p < 0,0001 10 Mesi 0 0 3 6 12 18 24 30 * In aggiunta a Beta-bloccanti (89%), ACE-inibitori (91%), Diuretici (90%) Lancet. Online 29-08-2010 End-point primario Morte cardiovascolare e Ospedalizzazione per scompenso cardiaco 40 Placebo* N = 6.505 - 18% NYHA II-IV 30 Ivabradina* 20 p < 0,0001 10 Mesi 0 0 3 6 12 18 24 30 * In aggiunta a Beta-bloccanti (89%), ACE-inibitori (91%), Diuretici (90%) Lancet. Online 29-08-2010 Ospedalizzazione per scompenso Rischio di eventi (%) 30 Placebo* - 26% 20 Ivabradina* 10 p < 0,0001 Mesi 0 0 6 12 18 24 30 * In aggiunta a Beta-bloccanti (89%), ACE-inibitori (91%), Diuretici (90%) Lancet. Online 29-08-2010 Sottogruppi prespecificati Età <65 anni ≥65 anni Sesso Maschi Femmine Beta-bloccanti No Si Eziologia dello scompenso cardiaco Non-ischaemico Ischaemico Classe NYHA NYHA II NYHA III or IV Diabete No Si Ipertensione No Si FC basale <77 bpm ≥77 bpm 0.5 A favore di Ivabradina Lancet. Online 29-08-2010 1.0 Hazard ratio 1.5 A favore di Placebo Effetti collaterali Pazienti con Effetti collaterali Ivabradina N=3.232, n (%) Placebo N=3.260, n (%) Bradicardia sintomatica 150 (5%) 32 (1%) Bradicardia asintomatica 184 (6%) 48 (1%) Fosfeni 89 (3%) 17 (1%) 17 (0.5%) 7 (0.2%) Visione confusa Lancet. Online 29-08-2010 IVABRADINA Dovrebbe essere considerata per ridurre il rischio di ospedalizzazione per scompenso in pazienti in ritmo sinusale con un EF 35%, una frequenza cardiaca che rimane superiore o uguale a 70/bpm e persistenti sintomi (classe NYHA II-IV) nonostante trattamento con una dose target di beta-bloccante (o della massima dose tollerata), un ACE-i (o ARB) ed un antialdosteronico (o ARB). (classe IIa, B) Linee Guida ESC 2012 IVABRADINA Potrebbe essere considerata per ridurre il rischio di ospedalizzazione per scompenso in pazienti in ritmo sinusale con un EF 35%, una frequenza cardiaca che rimane superiore o uguale a 70/bpm che non tollerano betabloccanti. I pazienti dovrebbere ricevere anche un un ACE-i (o ARB) ed un antialdosteronico (o ARB). (classe IIa, B) Linee Guida ESC 2012 Antitrombotici Nello scompenso cardiaco associato a FA, pregresso evento tromboembolico o trombo ventricolare mobile è indicata la terapia anticoagulante (I, A) In presenza di sottostante coronaropatia sono raccomandati i farmaci antiaggreganti (IIa, B) Nei pazienti con pregresso infarto è raccomandato l’impiego di aspirina o anticoagulanti orali (IIa, C) Non vi sono dimostrazioni sicure di un effetto favorevole dell’aspirina sulla sopravvivenza dei pazienti con scompenso Antiaritmici Gli antiartimici di classe I dovrebbero essere evitati in quanto pro-aritmici (III, B) I beta-bloccanti riducono il rischio di morte improvvisa nello scompenso cardiaco (I, A) L’amiodarone è efficace nella maggior parte delle aritmie ventricolari e sopraventricolari (I, A), ma non ha alcun effetto sulla sopravvivenza. I calcio antagonisti (Verapamil e Diltiazem) sono controindicati nei pazienti con ridotta EF del VS N-3 PUFA Potrebbero essere considerati per ridurre il rischio di morte e di ospedalizzazione cardiovascolare in pazienti trattati con un ACE-i (o ARB), un beta-bloccante ed un antialdosteronico (o ARB). (classe IIb, B) Linee Guida ESC 2012 N-3 PUFA STUDIO GISSI-HF PUFA 6975 pazienti in classe NYHA II-IV ed una EF 40% (o superiore al 40% ma una ospedalizzazione per scompenso nell’anno precedente). Il trattamento con n3PUFA rispetto a placebo ha ridotto dell’8% la mortalità o l’ospedalizzazione per cause cardiovascolari (end-point composito). Non ha ridotto le ospedalizzazioni per scompenso. N-3 PUFA STUDIO GISSI PREVENZIONE 11.324 pazienti arruolati dopo un recente infarto (entro i tre mesi precedenti). Il trattamento con n3PUFA rispetto a placebo ha ridotto del 10% l’end-point composito di morte, infarto miocardico o stroke. N-3 PUFA STUDIO OMEGA 3851 pazienti arruolati 3-14 giorni dopo un miocardico infarto Il trattamento con n3PUFA non ha mostrato benefici rispetto al placebo. STATINE STUDIO CORONA 5011 pazienti ultrasessantenni con scompenso cardiaco sintomatico (classe NYHA II-IV) di eziologia ischemica con EF 40%. Il trattamento con rosuvastatina non ha ridotto rispetto a placebo l’end-point primario (morte cardiovascolare, infarto miocardico o stroke) né la mortalità totale. STATINE STUDIO GISSI-HF STATIN 4574 pazienti con scompenso sintomatico (classe NYHA II-IV) di eziologia ischemica e non, con una EF 40% (o superiore al 40% ma una ospedalizzazione per scompenso nell’anno precedente). Il trattamento con rosuvastatina 10 mg rispetto a placebo non ha ridotto l’end-point primario di mortalità totale e l’end-point composito di mortalità totale e ospedalizzazione per cause cardiovascolari