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Lezione9

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Lezione9
Intenzionalità
• Intenzione si definisce come direzionalità (essere
riferito sempre a qualche cosa, aboutness) e come
deliberazione (corrisponde alla possibilità di
generare un piano d’azione)
• Come Intenzione stabile: quella che sottende ad un
piano d’azione
• o in azione: attiva mete di percorso necessarie per
raggiungere la meta finale, spesso non deliberate
ma automatiche (scelta linguistica, guidare la
macchina)
• Esistono poi Intenzioni inconsce: realizzate in
modo parassitico rispetto a quelle consce; atti
mancati, lapsus ( a volte riconoscibili perché
incongruenti)
Processi coscienti
• La consapevolezza è un processo che si costruisce
volta per volta
• K esplicita (sapere cosa)
insieme di entità definibili in termini di
proposizioni
• K tacita (sapere come)
regole di produzione per l’azione, in genere di
natura opache. Agiscono al di fuori della
consapevolezza
possono rivelare intenzioni inconsce ma
intenzionali attraverso comportamenti stereotipati
• Atto comunicativo deliberato e conscio
Comunicazione vera e propria prevede intenzionalità
comunicativa perciò deve essere consapevole
• Atto intenzionale non deliberato conscio
Sequenza di parole o gesti:
La formulazione dell’intenzione comunicativa può
utilizzare struttura linguistica scelta sul momento, gli
effetti secondari non sono ascrivibili a processi
deliberati
Effetti non intesi apertamente: atto la cui una certa
intenzione non deliberata sia colta dall’altro (tono)
Effetti intesi apertamente:Gli effetti primi ed immediati
previsti da quel det.
• Atto comunicativo Atto intenzionale non deliberato
inconscio
Lapsus, atti mancati
Intenzionalità comunicativa
• Un tipo d’intenzionalità particolare perché non
privata (come nell’azione) ma con più attori
• Grice: intenzione comunicativa di A
• Che p (primo livello)
• Che A intende comunicare a B che p (secondo livello)
• Strawson: è ricorsivo perché è necessario un
ulteriore intenzione che venga riconosciuta
l’intenzione di secondo ordine, regressione
all’infinito
• Airenti Bara e Colombetti:
CINTxyp = INTx SHyx (p  CINTxy p)
A ha l’intenzione comunicativa che p quando:
Intende che sia condiviso da entrambi che p e che
lei intendeva proprio comunicare a B che p
• Quali implicazioni logiche è possibile
dedurre?
Gioco conversazionale
• Struttura che gestisce il dialogo, si occupa
dello sviluppo locale del dialogo (vs gioco
comportamentale gestisce l’interazione)
• Le diverse fasi sono rappresentate da un
insieme di metaregole che specificano il
compito da eseguire in ciascuna fase e
specificano qual è il compito successivo
I – riconoscimento
dell’espressivo
• Regole che spiegano il risultato dell’elaborazione
di B rispetto all’enunciato espresso da A
(identifica l’illocutorio)
• Atto espressivo specifica le intenzioni che un
determinato illocutorio prevede
DOAlit-illoc(p) – INTA DOB closed
• Questo permette di esprimerlo in riferimento a
stati mentali (vs atti linguistici)
DOA express (B, s)
Metaregola
SHabDOaexpress(b,s)
• L’obbiettivo di questa fase è che sia condiviso che
A ha prodotto un atto espressivo
• Se raggiunto permette il passaggio al significato
del parlante (altrimenti subito reazione)
• Prevede una regola che permette di ascrivere un
enunciato ad un determinato gioco. Quest’ultimo
ne definisce infatti le modalità d’uso.
• Analisi dell’espressivo è sufficiente per l’analisi di
situazioni standard
II – Significato inteso dal
parlante
• Le inferenze possibili nello spazio delle
credenze condivise
• Si parte dal riconoscimento dell’espressivo
• Per definire intenzioni comunicative
dell’attore (insieme delle intenzioni
comunicative)
• Identificazione del gioco comportamentale
a cui si riferisce
Metaregola
SHbaCINTabINTaDOab G(b,s)
• Scopo: raggiungere uno stato in cui sia condiviso
il fatto che l’attore ha comunicato la sua
intenzione di giocare un determinato gioco
• Se è realizzato si attiva la fase di effetto
comunicativo
• Ha lo scopo di definire il nucleo di inferenze
possibili (le inferenze conversazionalmente
rilevanti).
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